Learning Tool “CULTURAL SELF-AWARENESS AS THE FIRST STEP FOR CULTURALLY COMPETENT CARE“.
Made in the framework of the IENE7 project funded with support from the European Commission.
This publication reflects the views only of the author, and the Commission cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein.
Please, visit www.iene7.eu.
Learning Tool "Auto-Consapevolezza Culturale ".
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R. VILLANO - PORTFOLIO FOTOGRAFICO Vol. 1: Cityscape (IT-2019)Raimondo Villano
In questi lavori si rivolge l’attenzione allo spazio fisico, inteso come ‘topos’ di immagini simboliche, situate sull’ambiguo crinale tra realtà e rappresentazione, talora con uno sguardo soggettivo originale o creativo talora con una visione in modalità oggettiva che limita l’interpretazione del fotografo. Nel primo caso, con una libertà di osservazione che si avvale della macchina fotografica come mezzo evocativo o creativo accentuando la personale vocazione concettuale dell'autore ed esaltando le sollecitazioni interpretative prospettiche ed estetiche, l'A. realizza immagini di potenziale stimolazione della curiosità dell’osservatore nella scoperta o ri-scoperta del circostante, tentando di leggere un quotidiano visivo che sovente non si nota, benché sia a portata di sguardo quotidianamente. La ricerca si concentrata anche su prospettive e scorci che affiancano, uniscono o intrecciano architetture diverse. Il punto di vista, spesso tendenzialmente estetico e artistico più che meramente descrittivo, è strettamente in intreccio e dialogo continuo con visioni evocative ed estetiche e volto ad affermare prospettive diverse anche in grado di narrare evoluzioni e caratteristiche di un’area urbanistica. In diversi casi, infine, di architetture e proiezioni di edifici l'autore ne cattura o ne esalta l’accattivante o suggestivo scenario d’intersezione di giochi di luci ed ombre. Nel secondo caso, invece, con uno sguardo che osserva un formalismo fondato su un uso convenzionale della macchina fotografica come mezzo descrittivo, ogni preesistenza urbana è ripresa con una modalità oggettiva che riduce al minimo l’interpretazione del fotografo.
Ldb Make Your Own Collaborative place_Che cos'è l'edutainment - Ruggiero Poi laboratoridalbasso
Docente:
Ruggero Poi
Argomenti:
-innovazione nell’apprendimento: il principio d’interesse. Dal metodo montessori alla psicologia positivista di Mihaly Csikszentmihalyi, psicologo della Chicago University.
-i luoghi dell’apprendimento di oggi e relative criticità: tra spazi formali e spazi informali
-cos’è edutainment?
-simulazione di un’azione di edutainment
-considerazioni finali
Ipotesi di modelli esplicativi della nuova offerta di formazione MOOC. Legami tra MOOC e le culture delle scienze naturali, sociali e umanistiche. Evoluzione dei MOOC: le caratteristiche dei MOOC permettono d’ipotizzare alcuni possibili scenari.
Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016Chayn Italia
la relazione qui presentata tratta il tema della volorizzazione del patrimonio identitario delle donne vittime di duplice discriminazione, etnica e di genere.
Come educare alla non violenza?
Cultural Competence: il valore aggiunto per organizzare un evento interculturaleMice in Campania
Meetings, Incentives, Conferences e Exibitions sono sempre più spesso eventi multiculturali in cui individui e professionisti di nazionalità diversa condividono le proprie esperienze e cercano di apprendere insieme. Comportamenti diversi possono però, creare fraintendimenti, malintesi e aumentare il livello di stress riducendo l’efficacia dell’interazione.
Chi si occupa di pianificazione e gestione di un evento non può ignorare l’impatto che hanno le differenze culturali.
Sociologia degli eventi culturali,master ppeac (2)Ilaria Rega
L’evento culturale e artistico è la sintesi massima della ”rappresentazione” di quello che noi siamo, di come leggiamo il mondo, del comune sentire e della lettura della realtà, in un determinato momento, della civiltà a cui apparteniamo.
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R. VILLANO - PORTFOLIO FOTOGRAFICO Vol. 1: Cityscape (IT-2019)Raimondo Villano
In questi lavori si rivolge l’attenzione allo spazio fisico, inteso come ‘topos’ di immagini simboliche, situate sull’ambiguo crinale tra realtà e rappresentazione, talora con uno sguardo soggettivo originale o creativo talora con una visione in modalità oggettiva che limita l’interpretazione del fotografo. Nel primo caso, con una libertà di osservazione che si avvale della macchina fotografica come mezzo evocativo o creativo accentuando la personale vocazione concettuale dell'autore ed esaltando le sollecitazioni interpretative prospettiche ed estetiche, l'A. realizza immagini di potenziale stimolazione della curiosità dell’osservatore nella scoperta o ri-scoperta del circostante, tentando di leggere un quotidiano visivo che sovente non si nota, benché sia a portata di sguardo quotidianamente. La ricerca si concentrata anche su prospettive e scorci che affiancano, uniscono o intrecciano architetture diverse. Il punto di vista, spesso tendenzialmente estetico e artistico più che meramente descrittivo, è strettamente in intreccio e dialogo continuo con visioni evocative ed estetiche e volto ad affermare prospettive diverse anche in grado di narrare evoluzioni e caratteristiche di un’area urbanistica. In diversi casi, infine, di architetture e proiezioni di edifici l'autore ne cattura o ne esalta l’accattivante o suggestivo scenario d’intersezione di giochi di luci ed ombre. Nel secondo caso, invece, con uno sguardo che osserva un formalismo fondato su un uso convenzionale della macchina fotografica come mezzo descrittivo, ogni preesistenza urbana è ripresa con una modalità oggettiva che riduce al minimo l’interpretazione del fotografo.
Ldb Make Your Own Collaborative place_Che cos'è l'edutainment - Ruggiero Poi laboratoridalbasso
Docente:
Ruggero Poi
Argomenti:
-innovazione nell’apprendimento: il principio d’interesse. Dal metodo montessori alla psicologia positivista di Mihaly Csikszentmihalyi, psicologo della Chicago University.
-i luoghi dell’apprendimento di oggi e relative criticità: tra spazi formali e spazi informali
-cos’è edutainment?
-simulazione di un’azione di edutainment
-considerazioni finali
Ipotesi di modelli esplicativi della nuova offerta di formazione MOOC. Legami tra MOOC e le culture delle scienze naturali, sociali e umanistiche. Evoluzione dei MOOC: le caratteristiche dei MOOC permettono d’ipotizzare alcuni possibili scenari.
Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016Chayn Italia
la relazione qui presentata tratta il tema della volorizzazione del patrimonio identitario delle donne vittime di duplice discriminazione, etnica e di genere.
Come educare alla non violenza?
Cultural Competence: il valore aggiunto per organizzare un evento interculturaleMice in Campania
Meetings, Incentives, Conferences e Exibitions sono sempre più spesso eventi multiculturali in cui individui e professionisti di nazionalità diversa condividono le proprie esperienze e cercano di apprendere insieme. Comportamenti diversi possono però, creare fraintendimenti, malintesi e aumentare il livello di stress riducendo l’efficacia dell’interazione.
Chi si occupa di pianificazione e gestione di un evento non può ignorare l’impatto che hanno le differenze culturali.
Sociologia degli eventi culturali,master ppeac (2)Ilaria Rega
L’evento culturale e artistico è la sintesi massima della ”rappresentazione” di quello che noi siamo, di come leggiamo il mondo, del comune sentire e della lettura della realtà, in un determinato momento, della civiltà a cui apparteniamo.
188 Laboratori e Testimonianze realizzate, più di 1.000 docenti invitati da tutto il mondo, per oltre 7.000 ore di lezione. Sono questi i numeri dei bandi Laboratori dal Basso e Testimonianze, realizzati da ARTI – Regione Puglia tra il 2012 e il 2015.
Attraverso attività formative basate sulla domanda, per cui giovani imprenditori pugliesi tra i 18 e i 35 anni sono stati chiamati a scegliere temi, sedi, metodi didattici e docenti, ARTI ha realizzato percorsi formativi pubblici e aperti a tutti , con lezioni trasmesse anche in streaming e disponibili in remoto su una piattaforma dedicata, www.laboratoridalbasso.it
2. Pagi
na 2
+
1. Come si produce e si distribuisce la cultura?
La risposta della scuola della produzione culturale,
che analizza il funzionamento delle organizzazioni.
2. Come avviene la ricezione dei prodotti culturali da parte del
pubblico?
Due interpretazioni opposte del legame pubblico-ricezione:
i teorici pessimisti della cultura di massa
e gli studiosi ottimisti della cultura popolare.
4. +
Bourdieu, 1979
La cultura è una forma di capitale, che si può accumulare,
convertire, investire nelle strategie di promozione
sociale. Ha un rapporto con il capitale economico, e il suo
valore varia anche a seconda dei territori in cui si produce
e si usa.
Gans, 1974
La cultura del gusto è l’insieme dei ricevitori, del
pubblico di un oggetto culturale. La cultura di gusto non ci
permette di desumere nulla delle caratteristiche sociodemografiche degli individui che vi appartengono.
Peterson, 1992
I gruppi della classe media sono onnivori culturali, perché
attingono a repertori culturali ampi, con significati
plurali, che sfruttano a seconda delle occasioni e dei
contesti.
5. +
Il framing è la cornice, la forma strutturata dei
significati, socialmente costruiti, quindi dati
all’individuo,
entro cui egli tende a collocare la
prodotto.
lettura
di un
Il pubblico si persuade più facilmente ad avvicinarsi a
un prodotto culturale se riesce a ricondurlo entro una
cornice di senso già costruita.
6. + Quanta libertà hanno le persone di interpretare i
prodotti culturali?
Nelle scienze sociali ci sono due scuole
opposte di pensiero:
1.
la teoria della cultura di massa
2.
la teoria della cultura popolare
Pagi
na 6
7. + 1. La teoria della cultura di massa
Pagi
na 7
La cultura è un’industria di massa.
Il consumatore è un ricettore passivo.
L’industria culturale e i suoi prodotti:
n manipolano
le menti e annullano la capacità critica
degli individui.
n producono
apatia mentale, quindi minano le basi della
democrazia, favorendo i poteri tirannici.
n diffondono
la cultura della banalità e della
superficialità, della violenza e del degrado.
8. +
2. La teoria della cultura popolare
La cultura popolare è il sistema dei
significati a disposizione della gente
comune.
Il consumatore è un soggetto attivo.
La cultura popolare contiene e diffonde
elementi che sono inaccessibili alle élite
aristocratiche e accademiche.
Il pubblico popolare quando interpreta i
messaggi è capace di costruire significati
nuovi e sovversivi.
9. +
Fiske, 1989
Pagi
na 9
La cultura di massa è un supermarket della cultura.
Gli individui possono acquistare al supermarket gli
elementi della cultura di massa, ma poi quando
cucinano li mescolano con altri
ingredienti e li rielaborano ottenendo i piatti, cioè i
significati, più sorprendenti.
10. I tre Segmenti del mercato di
Hirschman
Creatività auto orientata
Creatività orientata ai pari
Creativitàprimario: sé
Pubblico auto orientata
Pubblico primario: pari e
stessi
Pubblico primario: sé stessi professionisti del settore
Obiettivo primario
Obiettivo primario ricercato: Obiettivo primario ricercato:
ricercato:
Apprezzamento e consenso
autorealizzazione
autorealizzazione
Creatività orientata
al mercato
Pubblico primario: il
pubblico in generale
Obiettivo primario
ricercato: denaro
12. + Il processo di adozione delle
innovazioni
Numero di consumatori
Innovatori
Primi
adottanti
Maggioranza
anticipatrice
Maggioranza
ritardatrice
Lumache
Tempo
13. + Prodo%
culturali
n Definizione
n Alcuni
di prodotto culturale
modelli di prodotto
14. + Ma perché si progettano i Prodotti?
Modelli di Vescovi
Modello di Normann
Modello di Norman & Ramirez
15. +
Modello
di
Vescovi
Consumator
e
Produttore
Bisogno
Prestazioni
Tecnico funzionali
Simboliche
Benefici attesi
Funzionali, sociali, psicologici
Concetto di
prodotto
Percezione
relativa
del consumatore
Definizione
contingente di
mercato
Identificazione
oggettiva del
produttore
16. +
La piramide di Maslow: i bisogni Umani
Realizzazione di
sé
Fiducia in sé
Bisogni sociali
Sicurezza
Bisogni fisici
17. + La
piramide
di
Maslow
•
Fisiologici: sete, fame, sonno
•
Sicurezza: protezione dai pericoli
•
Sociali: essere amati, appartenere ad un gruppo (famiglia, ecc) a
una comunità
•
Stima: autostima, riconoscimento da parte degli altri, status
sociale
•
Autorealizzazione: stadio in cui, raggiunti gli obiettivi di cui 4
stadi precedenti, un individuo riesce ad esprimere le sue
potenzialità
18. + Bisogni
e
prodo%
Ø Un
prodotto, di per sé, non procura alcuna utilità al
consumatore
Ø Il
prodotto possiede delle caratteristiche e sono queste le
generatrici di utilità, in RELAZIONE con le esigenze del
consumatore
19. +
Prodo9o
come
esperienza
Globale
Fattori
d’attrattività
• Beni
• Servizi
• Beni culturali
Utilizzatore
• Motivazioni
• Cultura
• Condizioni
socioeconomiche
• Esperienze
• conoscenze
Prodotto
globale
• Estensione
• Rilevanza
Prodotto turistico globale (Rispoli e Tamma 1996)
20. +
Il
prodo9o
dell’azienda
culturale
Servizi
strettamente
connessi
Elementi e
fattori attrattivi
del contesto
ambientale
Nucleo
Servizi
consuetamente
offerti ad altre
categorie di
aziende
Servizi connessi
21. +
Modello di Norman (il pacchetto di
servizi)
Servizi di
accesso
Assistenza
del
personale
Climatizzaz
ione
Museo
Guardarob
a
Didattica
Disponibilit
à
Illuminazio
ne
22. + Modello
di
Norman
e
Ramirez
•
Variabili utili per la progettazione
•
Profondità (della partecipazione del fruitore alla produzione
del servizio)
•
Ampiezza (numero di alternative possibili per la
configurazione di ogni singolo servizio offerto)
•
Scelta (la configurazione di offerta che si intende realizzare)
25. +4 approcci fondamentali all'apprendimento
L’apprendimento esperienziale
Gli stadi dell’apprendimento sono, 4:
stadio delle esperienze concrete, dove l’apprendimento
deriva prevalentemente dalle percezioni e dalle reazioni alle
esperienze
stadio dell’ osservazione riflessiva, dove l’apprendimento
deriva prevalentemente dall’ascolto e dall’osservazione
stadio della concettualizzazione astratta, dove l’apprendimento
prende la forma soprattutto del pensiero e dell’analisi dei
problemi in modo sistematico
stadio della sperimentazione attiva, dove l’apprendimento
deriva soprattutto dall’agire, dallo sperimentare, osservando i
risultati.
27. L’APPROCCIO ISTRUTTIVO O DIDATTICO
+
il museo considera se stesso come una autorevole fonte di sapere e i
propri visitatori come un pubblico in larga parte passivo ricettivo.
La cultura istituzionale tende a essere gerarchica, accordando
maggiore rispetto ai saperi specialistici scapito delle conoscenze
informali e legate alla quotidianità.
Gli educatori e guide agiscono in qualità di mediatori degli esperti
nella trasmissione di informazioni preconfezionate a visitatori.
Un simile approccio è ad esempio sotteso alla tradizionale visita
guidata.
L’approccio didattico ha il vantaggio di concentrarsi sull’offerta di
contenuti che possono essere rapidamente assimilati o memorizzati –
i ‘fatti’ relativi a un’opera d’arte o a un oggetto.
28. L’APPROCCIO ATTIVO O DI SCOPERTA
+
AUTONOMA ALL’APPRENDIMENTO
anni 70, l’adozione di questo approccio sembra rivelare nel museo una
convinzione che l’apprendimento sia più efficace quando avviene in
un’atmosfera rilassata e informale, in cui i confini tra educazione e
intrattenimento siano più sfumati.
Il personale del museo è spesso organizzato in gruppi di lavoro composti da
individui portatori di professionalità complementari, responsabili dello
sviluppo sia degli allestimenti sia dei contenuti educativi.
L’apprendimento è concepito come un
processo di scoperta che
comporta giochi di ruolo e il coinvolgimento attivo e diretto di chi apprende,
considerato come un partecipante a tutti gli effetti piuttosto che un pubblico
passivo. Questo approccio all’apprendimento è sotteso agli allestimenti
interattivi di molti musei contemporanei.
29. +
L’APPROCCIO SOCIOCOSTRUZIONISTA
costruita e negoziata la
conoscenza sociale, culturale, storica e politica. I
I musei sono luoghi in cui viene
visitatori sono riconosciuti come interpreti che hanno il diritto di negoziare
questa conoscenza in base alla loro identità e posizione nella società. In un
simile contesto, la classe, il genere, la razza, l’etnia, l’orientamento sessuale, la
religione di un individuo diventano di vitale importanza nel suo modo di
Il contesto diventa più importante
dell’allestimento o del contenuto.
interpretare la conoscenza.
La conoscenza è considerata come un processo fluido – nell’accezione
postmoderna del termine – in quanto prodotta da un conflitto e soggetta a
continui cambiamenti e rinegoziazioni. Questo approccio all’apprendimento
ha informato i tentativi sinora condotti di includere direttamente le voci e le
personali narrative di chi apprende nella creazione di allestimenti
multiculturali.
30. L’APPROCCIO COSTRUTTIVISTA
+
Quando i musei adottano un approccio costruttivista, l’istituzione
diventa un forum in cui possono avere luogo una
serie di
esperienze di apprendimento rivolte a diverse
tipologie di visitatori. L’enfasi è posta su chi apprende, invece
che sull’allestimento o i suoi contenuti. Il personale del museo lavora in
équipe e la conoscenza dei visitatori è integrata dalla valutazione e
dall’attività degli audience advocates, i ‘rappresentanti del pubblico’.
L’apprendimento è concepito come un processo attivo e un’attività
sociale che avviene in un contesto specifico. Poiché i visitatori portano
con sé prospettive, valori ed esperienze personali, gli educatori nei musei
cercano di offrire loro un ventaglio di opportunità di apprendimento
attraverso diversi stili espositivi e diversi livelli di coinvolgimento. Questo
approccio è sotteso all’applicazione delle teorie di Kolb in alcuni musei
olandesi
31. +
I primi studi sui visitatori dei musei si collocano nei primi
decenni del Novecento
Gli anni ’20 e ’30 del XX secolo hanno invece visto
l’affermazione dei primi studi – in particolare, quelli
condotti da Robinson (1928) e Melton (1933, 1936) –
centrati sull’osservazione del modo in cui il visitatore
entra in relazione con le raccolte del museo, proprio al
fine di supportare un approccio pedagogico nella
progettazione degli strumenti di supporto alla visita.
n il
processo di apprendimento del visitatore innescato
dall’esperienza di fruizione,
n il
suo grado di ritenzione delle informazioni veicolate
dal museo.
32. +
I primi studi sui visitatori dei musei si collocano nei
primi decenni del Novecento
Il primo, centrato sull’individuazione del profilo sociodemografico del visitatore, è ancora oggi finalizzato a
comprendere in modo esaustivo le caratteristiche della
domanda museale, anche al fine di verificare, se uno
specifico museo risulta in grado di attrarre uno spettro
ampio e variegato di pubblico, o sia piuttosto destinato ad
accogliere unicamente un pubblico di élite, connotato cioè
da un’elevata preparazione di base e, conseguentemente,
da una maggiore consuetudine con consumi di tipo
culturale.
Il secondo filone di analisi appare strettamente collegato
al primo, in quanto vengono avviati ulteriori studi sui
visitatori, centrati in particolare sulla valutazione delle
esposizioni; essi sono destinati a verificare se, ed in che
termini, il museo si configuri come un ambiente in grado
di stimolare e favorire l’attivazione di processi di
diffusione della conoscenza.
33. +
33
anni ’80
Un filone di grande interesse, recentemente
avviato anche in Italia, è in questo ambito legato
all’osservazione non intrusiva dei comportamenti
di fruizione dei visitatori (Solima 2001b; Solima, 2002;
Bollo, Dal Pozzolo, 2006), indagandone la dimensione
spaziale e, attraverso di essa, la relazione che si attiva tra il
visitatore e gli elementi in grado di catalizzare il suo
interesse presenti nel museo, rappresentati dalle singole
opere che compongono le sue collezioni nonché dalle
diverse tipologie di risorse informative (umane,
simboliche, testuali ed elettroniche) rese disponibili nelle
sue sale
34. +
34
anni ’90
n Attenzione
dedicata all’esperienza di visita del visitatore
ed alle motivazioni sottostanti la decisione di visitare un
museo
n L’aspetto
delle motivazioni, appare legato alla crescente
esposizione dei musei alle pressioni competitive
introdotte in quegli anni dalla diffusione di internet e di
prodotti di intrattenimento domestico
n Le
alternative di consumo legate agli sviluppi delle nuove
tecnologie dell’informazione e della comunicazione
35. + anni ’90
35
La somma di queste due forze determina un cambiamento
dello status del visitatore, visto per la prima volta alla
stregua di un utente e/o cliente, cioè non solo quale
destinatario di un sistema di offerta integrato ma piuttosto
quale individuo dotato di un ampio spettro di preferenze da
intercettare attraverso lo sviluppo di un approccio
marketing-oriented: se fino ad allora, il focus
dell’attenzione dei curatori era prevalentemente
rappresentato dalle collezioni, l’affermazione di logiche e
tecniche di marketing determina uno spostamento di tale
focus, sempre più indirizzato verso i visitatori del museo.
Dotarsi di strumenti in grado di valutare la customer
satisfaction, tra i quali gli studi sui visitatori e la raccolta di
dati attraverso rilevazioni sul campo costituiscono una delle
soluzioni centrali.
36. Pubblici e non pubblici dei musei
Non pubblico
Pubblici
potenziali
Motivazioni
Interesse
Coinvolgimento
Pubblici
occasionali
Ciclo di vita
Disponibilità di
spesa e tempo
Pubblici
centrali
Barriere fisiche,
psicologiche,
sociali, culturali
37. Pubblici attuali e nuovi pubblici
Non pubblico
Pubblici
potenziali
Nuovi
pubblici
Pubblici
occasionali
Pubblici
centrali
Pubblici
attuali
38. Gli studi e gli obiettivi
Indagini e studi
Non pubblico
Pubblici
potenziali
Pubblici di
prossimità
Pubblici
occasionali
Identità e profilo
Esperienza di visita
Motivazione alla visita
Stili di vita
Customer satisfaction
Processo di apprendimento
Comportamenti dentro il museo e
valutazione dell’efficacia
dell’allestimento
Molte le ricerche quantitative e
qualitative a livello territoriale e di
singolo museo
Conoscenza, assiduità e coinvolgimento nella strutt
Pubblici
centrali
Bassi “costi di attivazione”
No barriere culturali, semmai economiche
39. Gli studi e gli obiettivi
Indagini e studi
Identità e profilo
Non pubblico
Motivazioni
Fattori incentivanti alla visita
Pubblici
potenziali
Pubblici di
prossimità
Pubblici
occasionali
Pubblici
centrali
Preferenze e consumi culturali
Esposizione ai media
Rapporto saltuario, incostante, spesso
determinato da eventi e situazioni
straordinarie (grandi mostre e turismo)
“costi di attivazione” medi
Spesso barriere sia di carattere culturale e
economico
40. Gli studi e gli obiettivi
Non pubblico
Pubblici
potenziali
Pubblici di
prossimità
Pubblici
occasionali
Pubblici
centrali
Indagini e studi
Identità e profilo
Motivazioni
Percezioni
Comportamenti
Vicini e contigui, ma spesso indifferenti e non
interessati alla collezioni
Frequentano attività collaterali, servizi o
iniziative specifiche del museo
(caffetterie, biblioteche, spazi pubblici del
museo,
mostre, convegni , laboratori, etc.)
Problemi di tempo, priorità, percezione
41. Gli studi e gli obiettivi
Indagini e studi
Non pubblico
Pubblici
potenziali
Non partecipano –
anche se
potenzialmente
Tecniche sia
potrebbero essere
quantitative sia
interessatiqualitative su target
specifici
Pubblici di
prossimità
Barriere economiche,
fisiche, culturali
Pubblici
occasionali
Fattori di Ad es.
incentivazione
Anziani
e disincentivazione
Pubblici
centrali
Stranieri residenti
Famiglie con bambini
42. Gli studi e gli obiettivi
La fascia più “lontana”
dal museo
Non
pubblico
Pubblici
potenziali
Pubblici di
prossimità
Pubblici
occasionali
Pubblici
centrali
Non sono interessati
ne motivati alla
partecipazione
Molteplicità di fattori
Statistiche sulla
partecipazione
culturale
Analisi e studi
specifici
Importanza delle
politiche culturali ed
educative
43. Le politiche del pubblico: conoscenza
• Politiche incentrate sul pubblico attuale
• Conoscenza/interrogazione pubblico
• Identità, profilo, comportamenti, motivazioni
• Targeting
• Customer satisfaction
• Esposizione ai media e modalità reperimento informazione
• Politiche rivolte ai nuovi pubblici
• Indagini e ricerche sul contesto e sui pubblici potenziali
• Analisi delle barriere all’accesso
• Percezione dell’istituzione
• Individuazione fattori incentivanti
• Sperimentazioni, progetti partecipati e follow up di valutazione
44. Le politiche del pubblico: strategie
• Politiche incentrate sui visitatori attuali
• Fidelizzazione dell’utenza
• Miglioramento dell’esperienza di visita
• Miglioramento della qualità funzionale del processo
• Coinvolgimento e partecipazione
• Politiche rivolte ai nuovi pubblici del museo
• Ampliamento dei bacini di utenza
• Ripensamento delle modalità comunicative
• Incentivazione della prima visita
• iniziative extra-moenia
• Progettazione partecipata – ambasciatori – comunicazione
“tra pari”
45. Lo sviluppo dell’audience
Ampliamento del pubblico e fidelizzazione, vanno
lette in un’ottica di Audience development
contenuti trasmessi
alta
facile
difficile
bassa
Integrazione delle attività di
marketing con quelle
didattico-educative
Frequenza di partecipazione
50. Cosa ci dicono le indagini?
• quello che non va (qualità tecnica o funzionale)
• su quali elementi far leva per la comunicazione
• indirizzi possibili per strategie di marketing
• chi è il nostro pubblico (come è composto, come fruisce)
51. Cosa ci dicono le indagini?
• Giovane
• Anziano
E chi NON è …
• Disabile
• Di origine straniera
• Di bassa o media scolarità
• Ha figli piccoli
Altro…
52. Definizione del target
•
A
chi
mi
voglio
rivolgere?
•
Quali
cara9erisFche/bisogni
hanno?
•
Come
li
conta9o?
•
Con
quale
linguaggio?
54. Dalla conoscenza alla progettazione
museale: il progetto “Migranti e
Patrimoni Culturali”
55. Il Progetto
Forte rete interistituzionale
- Ente committente: Regione Piemonte
- Enti promotori: Centro Piemontese Studi Africani, Holden Art,
Mondo Minore Onlus
- Istituzioni museali partner: 3 musei
- Collaborazioni: Fondazione Fitzcarraldo, 6 musei, Università di
Torino, Università Cattolica di Milano
- Destinatari
- Mediatori e mediatrici culturali
- Referenti museali
- Il pubblico dei musei italiano e straniero, adulto e scolastico
- Il non pubblico dei musei (giovani, cittadini stranieri)
56. Le fasi del progetto
Fase I Analisi documentale e analisi del contesto
• Censimento delle comunità, associazioni, diverse realtà aggregative straniere presenti in
Piemonte
Fase II Analisi dei bisogni
• Individuazione dei bisogni dei cittadini stranieri in materia di consumi culturali, con particolare
riferimento alla fruizione dei musei e dei beni culturali
• Rilevare la percezione dei beni e del patrimonio culturale
• Valutare il grado di conoscenza e di interesse nei confronti del patrimonio culturale territoriale
Fase III Formazione di mediatori di patrimoni
• Formazione di mediatori stranieri del patrimonio culturale, materiale e immateriale, in grado di
interpretare e narrare le proprie identità attraverso i beni conservati nei musei piemontesi, con
particolare attenzione alla tecnica dello Storytelling
Fase IV Sperimentazione di percorsi narrativi
• Sperimentazione di proposte inclusive di mediazione dei patrimoni culturali stranieri e italiani in
un’ottica interculturale
• Valorizzare i patrimoni extraeuropei, prevalentemente africanistici.
• Sperimentare il museo come “spazio terzo”
• Risultati confluiti in un workshop (Oggetto di incontro) e in una pubblicazione (Patrimoni in
migrazione)
57. +
Fatte salve le specificità di ciascuna
situazione (e la necessità di “situare”
ogni target), per alcuni target si
possono rinvenire delle ricorrenze
58. Gli anziani
n un
gruppo in forte crescita
n ha
molto tempo libero a disposizione
n Gli
spostamenti sono un nodo critico
n Prestare
attenzione all’affaticamento fisico
n Utilizzano
una comunicazione di carattere
tradizionale (tv e radio locali, free press)
n Più
degli altri target apprezzano un momento di
convivialità integrato alla visita
59. I giovani
n
Rifiutano approcci esplicitamente didattici
n
Per loro è centrale il tema dell’identità
n
Sentono il bisogno di mettersi alla prova e sperimentare talenti e capacità
n
Sguardo puntato sul presente e sul futuro
n
La dimensione sociale è prevalente in ogni attività
n
Estremamente esposti al giudizio dei pari
n
Una volta rassicurati, hanno voglia e bisogno di esprimere opinioni e punti di
vista
60. Le famiglie
n il “livello
minimo” è quello di garantire un ambiente
sicuro con facilities specifiche per i gruppi familiari
n Muoversi
con bambini richiede molta organizzazione: è
fondamentale fornire chiare informazioni che permettano
di pianificare la visita
n programmare
attività commisurate a tutte le età del
gruppo familiare (devono interessare tutti, non solo i
bambini)
n fornire
condizioni economiche misurate
61. Per tutti…
n Ruolo
strategico degli “intermediari” (gruppi,
associazioni, ecc)
n Utilizzo
di strategie peer-to peer
n Valutazione
front end e coinvolgimento nella
progettazione
n Estrema
n Portare
attenzione al linguaggio
esperienze museali fuori dal museo
62. +
La partecipazione culturale e
museale in Italia
Dati Secondari
Dati Primari
Tutti i dati pubblicati
dagli istituti del
settore pubblico e
dalle società del
settore privato
specializzate in
ricerche di mercato
Tutte le informazioni
raccolte direttamente
dal target di interesse
dell'organizzazione
Utili per le analisi di
contesto e territoriali
Monitoraggio del
pubblico
Ricerche di mercato
Utili per la conoscenza
dei pubblici attuali
63. Scelta
dell’approccio
metodologico
QUANTITATIVO
metodo
inchiesta
Metodo
Strumento
somministrato
autocompilato
sondaggio
quesFonario
Cartaceo
telefonico
(CATI)
web
(CAWI)
su
device
(CAPI)
QUALITATIVO
Metodo
Strumento
interviste
in
indagine
osservante
profondità
focus
group
mystery
visitors
65. Il questionario è una particolare forma di inchiesta
(survey) che consiste nel porre un certo numero di
domande, in uno specifico momento, ad un gruppo di
soggetti scelti in modo da essere rappresentativi
dell’intera popolazione che si osserva (Bailey ,1995).
Il questionario
utilizza un insieme
predeterminato di
domande
consente una precisa
classificazione così da
rendere possibili
confronti quantitativi
66. I passi necessari
• Definizione della popolazione di riferimento
• Definizione dell’unità di analisi (es. la singola
persona, il gruppo scolastico, la famiglia)
• Scelta del campione (dimensione, periodo di
raccolta dati, modalità di somministrazione)
• Costruzione del questionario (e testing)
• Raccolta dati “sul campo”
• Cleaning e data entry su data base informatico
• Analisi e interpretazione
• Scrittura report
67. “NON DEVI MANGIARE TUTTA
LA TORTA
PER SAPERE CHE GUSTO HA”
Il campione non è altro che una porzione della
popolazione di riferimento che consente di trarre
conclusioni sull'intera popolazione senza doverla
intervistare tutta.
Il campionamento può essere:
• probabilistico
• Non-probabilistico
Campione
Popolazione
riferimento
70. All’inizio della fase della raccolta dati bisogna
capire quanti questionari compilati si vogliono
ottenere (la dimensione del campione)
La dim. del campione dipende da alcuni
fattori
livello di confidenza e il margine di
errore che si vuole sopportare.
Varianza del carattere nella
popolazione che si studia
Numerosità della popolazione che
si studia (anche se meno rilevante)
71. Determinazione della dimensione campionaria
Per calcolare in modo automatico la numerosità del
campione:
http://www.opinioni.net/campione.php
Definizione del livello di confidenza
Intervallo di confidenza
Numerosità universo
Nel caso la popolazione di riferimento sia di notevoli dimensioni e pertanto
si possano introdurre le semplificazioni dettate dall'approssimazione
normale (e dal campionamento da popolazioni infinite). La formula è:
n = 1 / A^2 dove A= semiampiezza dell’intervallo di fiducia
Ipotesi con p= 0,5, dove p è la percentuale riscontrata nel campione
72. Il questionario
Formulazione delle domande
- Evitare le domande doppie. Non includere due o più domande in una
(es. controllare congiunzioni e/o)
- Evitare le domande ambigue o imprecise (evitare il "gergo")
- Evitare di esercitare influenza sulle risposte che si ricercano
(chiarezza e parsimonia) - La domanda migliore é quella più breve
- Fare riferimento a temi concreti e specifici per avere risposte puntuali
- Evitare domande potenzialmente imbarazzanti o compromettenti
(spesso si ottengono risposte normative)
73. Domande aperte o chiuse?
Le domande chiuse sono quelle domande che
costringono l’intervistato a rispondere con una delle
modalità previste. Un esempio:
Con chi è venuto al museo?
? da solo
? con il partner/coniuge
? con i figli
? con altri parenti
? con un gruppo organizzato
? con i genitori
? con amici/conoscenti
Le domande aperte sono quelle in cui non esistono
modalità di risposte prefissate; ci si limita a fornire
all’intervistato un certo spazio per rispondere alla
domanda. Un esempio:
Ha opinioni, suggerimenti da esprimere a proposito della visita di oggi?
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………
74. +
DOMANDE CHIUSE
DOMANDE APERTE
Vantaggi
Vantaggi
le risposte sono standardizzate e consentono sono utili quando non si conoscono a priori le
di confrontare i risultati
possibili modalità di risposta
le risposte sono più facili da codificare e consentono
analizzare
un
maggiore
dettaglio
nelle
risposte
le domande possono essere più chiare per il sono utili quando le modalità di risposta sono
rispondente
troppo numerose
le risposte sono relativamente complete
vanno bene per problemi o per i concetti
complessi
lasciano libero
all'autonomia
Svantaggi
spazio
alla
creatività
e
Svantaggi
i rispondenti possono “tirare a indovinare” possono portare
nelle domande su cui non hanno opinioni
irrilevanti
informazioni
il rispondente può provare fastidio o presentano
frustrazione di fronte a modalità di risposta confronto
inadeguate
maggiore
una
inutili
difficoltà
o
di
per il ricercatore è più difficile capire se la la codifica è più laboriosa, vi è minore
domanda è posta in maniera ambigua (dalla attendibilità (soggettività nell'interpretazione)
risposta di una domanda aperta è più semplice
capire se l’intervistato ha male interpretato il
quesito)
è più alta la percentuale di errore
richiedono un maggiore impegno con
conseguente percentuale più alta di rifiuto
è richiesto un livello di istruzione più elevato
negli intervistati
75. +
LE SCALE
Le scale vengono impiegate nella ricerca
sociale per misurare atteggiamenti e
opinioni attraverso l’uso di affermazioni
La scala Likert prevede che una lista di
affermazioni (items), semanticamente collegate
agli atteggiamenti su cui LA MODALITA’ DI
EQUIDISTANZA TRA si vuole indagare,
venga sottoposta ad un gruppo di individui
RISPOSTA
assieme a cinque possibili alternative di
risposta
Items: ……………………
completamente d’accordo, d’accordo, incerto, insoddisfatto, molto insoddisfatto
Molto soddisfatto, soddisfatto, incerto,
in disaccordo, in completo
disaccordo
76. +
LE SCALE
Soddisfazione degli utenti di un museo
SINGOLO
ITEM
Gli addetti sono cortesi
Compl. Accordo, accordo, neutrale, disaccordo,
comp.disaccordo
I tempi di attesa alla biglietteria
sono accettabili
UNIDIMENSIONALITA’ DEGLI
ATTEGGIAMENTI OGGETTOL’INSIEME DEI 5
DI INDAGINE
Prenotare online è semplice
ITEMS
E’ facile orientarsi nel percorso di
COSTITUISCE LA
visita
SCALA
I pannelli informativi sono
completi e esaurienti
77. +
Il questionario
L'ordine delle domande
n
Per prime le domande a cui è più facile rispondere
n
Le domande delicate, potenzialmente imbarazzanti o aperte vanno
nell'ultima parte del questionario
n
Chiedere subito le informazioni che serviranno per le domande
successive
n
Evitare di favorire orientamenti o rispondere in serie (response
set): Variare la lunghezza e il tipo delle domande
n
Applicare la tecnica dell'imbuto: si formulano prima le domande
ampie o generali, poi si restringe l'imbuto ponendo domande più
specifiche
n
Le domande di tipo anagrafico è preferibile inserirle alla fine del
questionario.
79. I nuovi pubblici
•
A
chi
mi
voglio
rivolgere?
•
Quali
cara9erisFche/bisogni
hanno?
•
Come
li
conta9o?
•
Con
quale
linguaggio?
•
Come
li
coinvolgo?
80. +
Fatte salve le specificità di ciascuna
situazione (e la necessità di “situare”
ogni target), per alcuni target si
possono rinvenire delle ricorrenze
81. Gli anziani
n un
gruppo in forte crescita
n ha
molto tempo libero a disposizione
n Gli
spostamenti sono un nodo critico
n Prestare
attenzione all’affaticamento
fisico
n Utilizzano
una comunicazione di
carattere tradizionale (tv e radio
locali, free press)
82. n Rifiutano
n Per
I giovani
approcci esplicitamente didattici
loro è centrale il tema dell’identità
n Sentono
il bisogno di mettersi alla prova e
sperimentare talenti e capacità
n Sguardo
n La
puntato sul presente e sul futuro
dimensione sociale è prevalente in ogni attività
n Estremamente
n Una
esposti al giudizio dei pari
volta rassicurati, hanno voglia e bisogno di
esprimere opinioni e punti di vista
83. Le famiglie
n il “livello
minimo” è quello di garantire un ambiente
sicuro con facilities specifiche per i gruppi familiari
n Muoversi
con bambini richiede molta organizzazione: è
fondamentale fornire chiare informazioni che permettano
di pianificare la visita
n programmare
attività commisurate a tutte le età del
gruppo familiare (devono interessare tutti, non solo i
bambini)
n fornire
condizioni economiche misurate
84. Per tutti…
n Ruolo
strategico degli “intermediari” (gruppi,
associazioni, ecc)
n Utilizzo
di strategie peer-to peer
n Valutazione
front end e coinvolgimento nella
progettazione
n Estrema
attenzione al linguaggio
89. +
BIBLIOTECHE
•
12.375 biblioteche censite dall’anagrafe delle biblioteche
italiane
•
6.391 appartenenti a enti pubblici territoriali
•
1.996 a università
•
1.259 ad enti ecclesiastici
•
1.064 Lazio
•
46 pubbliche statali di cui due nazionali a Roma e Firenze
(deposito legale) Autonomia Speciale
90. +
BIBLIOTECHE
•
198.084 manoscritti
•
1.480.243 lettori di cui 135.980 stranieri
•
1.979.722 opere consultate
•
211.163 prestiti a privati
•
Sistema bibliotecario Nazionale (SBN)
È una rete di biblioteche italiane che cooperano alla realizzazione di un catalogo collettivo,
accessibile in linea per il servizio agli utenti
4.627 biblioteche
Oltre 27 milione di ricerche bibliografiche on line
91. +
Biblioteche di Roma
Nasce nel 1996
Obiettivo unificare in un sistema unico le
biblioteche
Prima facevano capo alle relative circoscrizioni, ora
Municipi.
Risultati maggiore coordinamento e agilità nella
gestione.
Avviare un processo di rinnovamento e di
riqualificazione di tutto il servizio e delle sue sedi.
92. +
Biblioteche di Roma – Finalità
Garantire il diritto alla cultura e all'informazione,
promuovendo lo sviluppo della comunicazione in
tutte le sue forme.
Servizi
Informazione
Lettura e consultazione
Prestito
Audiovisivi e Multimediali
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