Il cognitivismo con la “rivoluzione cognitivista” muta il panorama della psicologia sperimentale, che fino agli anni ‘50 era stato completamente caratterizzato dalle teorie comportamentiste.
ABSTRACT
Ogni giorno prendiamo molte decisioni e ci piace pensare di prenderle con razionalità, senza essere trascinati dalle emozioni o dal contesto. In realtà non è così, siamo molto più irrazionali di quanto crediamo e lo hanno dimostrato le ormai famosissime ricerche di Daniel Kahneman e Amos Tversky. Recentemente, inoltre, nel mondo della psicologia e dell’economia comportamentale è apparsa una nuova teoria, la Nudge Theory, di Richard H. Thaler e Cass R. Sunstein, che ha rivoluzionato il nostro modo di pensare rispetto alle nostre scelte in ambito economico e non, dando inoltre degli strumenti utili per sfruttare questa nostra irrazionalità e volgerla a nostro vantaggio. Con l’avvento dell’era digitale, tuttavia, è nata la necessità di trasportare i princìpi di questa teoria nel nuovo e sempre più presente contesto delle scelte online, portando alla nascita di varie ricerche nel nuovo ambito del Digital Nudging.
Con il termine costruttivismo si indica un orientamento, condiviso da diverse discipline, secondo il quale la realtà non può essere considerata come un qualcosa di oggettivo, indipendente dal soggetto che la esperisce, perché è il soggetto stesso che crea, costruisce, inventa ciò che crede che esista.
2. Le origini della psicologia
cognitiva
Sir Frederic Bartlett
contestò l’approccio sperimentale di Ebbinghaus alla memoria basato su
materiale linguistico (sillabe) privo di senso, affermando che la memoria
è fondata proprio su assunzioni di significato (Remembering, 1932)
la memoria è concepita come un processo attivo di continua ricostruzione
del passato in funzione delle esigenze del presente
la memoria è influenzata dagli schemi ovvero dagli atteggiamenti verso
l’intera massa attiva delle reazioni passate organizzate.
stanismiraglia
fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
Sir Frederic Bartlett
(1886-1969)
Hermann
Ebbinghaus(1850-1909)
3. Frederic C. Bartlett
Il carattere ricostruttivo dei processi di memoria (1932)
!
La rievocazione di una storia complessa: “La guerra dei fantasmi”
!
Nel tempo la storia viene ricostruita, accorciata, gli elementi atipici vengono
omessi. Processo di razionalizzazione.
!
E’ intervenuto uno schema di reintrepretazione.
Sono state applicate strutture generali di conoscenza che hanno causato un
fenomeno di memoria ricostruttiva.
Gli eventi vengono collegati, i vuoti riempiti, gli stimoli interpretati.
La struttura della prima rievocazione resiste nel tempo...
4. Le origini della psicologia
cognitiva
!
Jean Piaget
fondamentale studioso dello sviluppo della mente ne ha
messo in evidenza la dimensione costruttiva della realtà
lo sviluppo psicogenetico: da strutture mentali semplici,
basate sull’azione, a strutture mentali complesse,
basate sul pensiero
concetti cardine: maturazione ed apprendimento;
schema, assimilazione, accomodamento
stanismiraglia
fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
Jean Piaget (1896-1980)
5. Le origini della psicologia cognitiva
!
Lev Vygotskij
afferma la centralità della coscienza ed i limiti della
prospettiva reflessologica
valorizza il contesto storico e l’esperienza sociale
(scuola storico-culturale)
temi centrali: linguaggio e pensiero, ambiente ed
interazione sociale
stanismiraglia
fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
Lev Semenovic Vygotskij
(1896-1934)
6. Le origini della psicologia cognitiva
!
Lev Vygotskij
In Pensiero e linguaggio (1954) egli sottolinea il ruolo del
linguaggio verbale come mezzo per mettere ordine tra i
propri pensieri riguardo alla realtà e all'esperienza.
Il ricordare, l'astrarre, il generalizzare, il categorizzare,
concettualizzare e riflettere), sono mediati dagli strumenti
che la società fornisce: il linguaggio verbale risulta essere
il più importante di questi strumenti.
stanismiraglia
Lev Semenovic Vygotskij
(1896-1934)
7. Human Information Processing
!
L’approccio H.I.P. apre alla metafora uomo-computer per cui l’uomo
viene concepito come un elaboratore di informazioni. Questa
concezione matura tra gli anni ‘40 e ‘60 in parallelo alla progressiva
affermazione della cibernetica e delle tecnologie della computazione.
Le ricerche di Kenneth Craik sul comportamento di tracking
(capacità di “seguire dei segnali-traccia”) portano per la prima
volta a interpretare la cognizione come un servo-meccanismo. La
mente è un elaboratore a capacità limitata, presenta un
funzionamento di tipo discreto, il meccanismo decisore è unico e
non possono essere eseguite più cose contemporaneamente.
stanismiraglia
Kenneth Craik (1914-1945)
fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
8. Human Information Processing
!
si studiano i flussi dell’informazione, si sviluppa l’analisi dei
processi di attenzione e coscienza, memoria a breve termine,
memoria semantica e organizzazione delle conoscenze.
il computer è più che una metafora per comprendere la mente e
come viene processata l'informazione esterna: come si può ridurla-
selezionarla, elaborarla, immagazzinarla, recuperarla.
stanismiraglia
9. Human Information Processing
!
Norbert Wiener è considerato il padre della cibernetica (Cybernetics,
1948), scienza che studia e progetta macchine capaci di autoregolazione.
Tra i concetti chiave: feedback.
Donald Broadbent sviluppa diagrammi di flusso della comunicazione
(Perception and communication, 1958) basando la metafora della mente
come calcolatore sulle nozioni di informazione, canale, sequenza di
trasmissione ed elaborazione dell’informazione, strutture di entrata
(input) e uscita (output) dell’informazione dall’elaboratore, strutture di
memoria.
George Miller, Eugene Galanter e Karl Pribram con l'opera Piani e
strutture del comportamento (1960)
fonte: Luciano Mecacci, Storia della psicologia del Novecento, Laterza 1992
Donald Broadbent
(1926-1993)
Norbert Wiener
(1894-1964)
stanismiraglia
10. L’organizzazione TOTE
test
operate
congruità
incongruità
exit
stanismiraglia
In Piani e strutture del comportamento (1960),
George Miller, Eugene Galanter e Karl Pribram
propongono un modello strutturale e gerarchico del
comportamento inteso come il prodotto della
elaborazione di informazioni.
Il comportamento si sviluppa in relazione a piani
(ovvero insiemi gerarchizzati di istruzioni) che
controllano una innumerevole serie di schemi di base
definiti T.O.T.E. (Test, Operate, Test, Exit).
Per tale modello, il comportamento è il risultato di
un processo di continua verifica retroattiva
(feedback) dell’efficacia del comportamento stesso.
11. Testo
Test1= queste labbra mi paiono invitanti
Operate= bacio
Test2= ci sa fare, mi piace
Exit= possiamo procedere
12. L’organizzazione TOTE
George Miller (1920-)
Eugene GalanterKarl Pribramstanismiraglia
Ogni unità T.O.T.E. è una routine in grado di regolare e
finalizzare qualsiasi opzione specifica del comportamento
facendo confluire le informazioni (exit) relative ai risultati
(test) nelle procedure generali di controllo del
comportamento (i piani).
Le componenti operative di un'unità T.O.T.E. possono
essere a loro volta delle unità T.O.T.E.. Il modello, cioè,
descrive unità di comportamento sia strategiche che
tattiche.
Tale capacità generale di governo è reso possibile
dall'esistenza di immagini che l'individuo elabora in
relazione a sé stesso ed al mondo in termini di conoscenze
ovvero valori, concetti, esiti comportamentali e quanto
altro viene generato dalla sperimentazione delle procedure
previste dai piani.
13. Tuttavia, il ruolo delle determinanti sociali ed affettive del comportamento
tende a scomparire completamente nel filone di ricerche che si rifanno al
paradigma dello Human Information Processing.
!
L'individuo è visto da queste ricerche come un economizzatore di risorse
cognitive e come un costruttore del proprio mondo sociale il cui modo di
ordinare la realtà è finalizzato principalmente a semplificarla.
!
Con questo cognitivismo i processi mentali si configurano come
programmi. La mente è il software ed il cervello ne costituisce l'hardware.
Per tale analogia, le funzioni di maggior rilievo poste all'attenzione dello
studioso cognitivista sono rappresentate dai modi in cui le informazioni sono
trattate in termini di selezione, immagazzinamento, integrazione ed
emissione.
!
stanismiraglia
14. Gli sviluppi della
psicologia cognitiva
Jerome Bruner
con Leo Postman è tra i padri del New Look, movimento che
rilancia l’interesse già della Gestalt per la percezione in una
nuova prospettiva: di maggiore attenzione per i processi di
influenza sociale che incidono sulle rappresentazioni del reale.
Principali temi di ricerca: pensiero, percezione, categorizzazione,
apprendimento, cultura
stanismiraglia
fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
Jerome Seymore Bruner
(1915-)
Leo Joseph Postman
(1918-2004)
15. il New Look
la percezione degli stimoli esterni non è
dissociata dai caratteri degli eventi
interni: atteggiamenti, valori, aspettative,
difese psicodinamiche sono tutti fattori
che influenzano la percezione.
16. Gli sviluppi della
psicologia cognitiva
New Look of Perception
I ricercatori che appartengono al New Look (che
deve essere considerato un movimento piuttosto
che una scuola) concepiscono la percezione come
un processo fortemente interagente con altri
processi psicologici quali le motivazioni, gli
atteggiamenti, i valori.
La percezione ed il giudizio sociale sono
influenzati dalle condizioni dell’esperienza e
non guidati da pure leggi mentali.
stanismiraglia
Giudizi di grandezza percepita di monete e dischi di
cartone a confronto. (Bruner, Goodman; 1947)
1 5 10 25 50
Giudizi di grandezza percepita di monete da bambini
poveri e benestanti. (Bruner, Goodman; 1947)
1 5 10 25 50
17. !
Ulric Neisser
con riferimento alla prospettiva ecologica di James
Gibson, viene affermata la necessità di comprendere
l’attività cognitiva quale si manifesta nell’ambiente
ordinario e nel contesto di attività concrete.
Opere basilari: Psicologia cognitivista (1967) e
Cognizione e realtà (1976)
Ulric Neisser (1928-)stanismiraglia
James J. Gibson's
(1904 - 1979)
La prospettiva ecologica,
la cognizione e la realtà
sociale