2. 2
A formare la preparazione dell’architetto con-
corrono gli apporti culturali di molte scienze e
l’esperienza delle altre arti. Esiste infatti una
pratica ed una teoria dell’architettura. La prati-
ca consiste nel continuo esercizio di un’attività
manuale nei confronti di un qualsiasi materiale,
per plasmarlo nella forma progettata. La teoria
è, invece, quella capacità tecnica e metodolo-
gica che si concreta nella progettazione dell’o-
pera. (..)
Dovrà (l’architetto) possedere doti intellettuali
e attitudine all’apprendere, perché né il talento
naturale senza preparazione scientifica, né la
preparazione scientifica senza talento naturale
possono fare il perfetto artefice.
Sia perciò competente nel campo delle lettere
e soprattutto della storia, abile nel disegno e
buon matematico; curi la sua preparazione fi-
losofica e musicale; non ignori la medicina, co-
nosca la giurisprudenza e le leggi che regolano
i moti degli astri.
Vediamone le ragioni.
Un’istruzione letteraria è necessaria all’archi-
tetto, perché gli permette di fissare per mezzo
di appunti ciò che dovrà tenere a mente.
Egli deve, inoltre, conoscere il disegno, per
poter facilmente tracciare sulla carta i progetti
e gli schermi delle opere da realizzare. La ge-
ometria gli è di grande utilità per più ragioni,
ma soprattutto perché insegna l’uso della riga
e del compasso, strumenti che sono molto utili
per disegnare le piante delle fabbriche, gli an-
goli retti, i livelli, le parallele.
L’ottica serve ad illuminare razionalmente gli
edifici a seconda della roba esposizione al sole.
Mediante l’aritmetica si calcolano le spese di
costruzione e si fissa una scala di misurazione,
mentre con una razionale applicazione del cal-
colo geometrico si risolvono i difficili problemi
di simmetria. E’ oppurtuna anche una buona
conoscenza della storia perché gli architetti
usano spesso abbellire le loro creazioni con
figure ornamentali, il cui significato simbolico
devono conoscere ed essere in grado di spie-
gare.
La filosofia dona all’architetto la grandezza
L’ ARCHITETTO SECONDO VITRUVIO
3. 3
dell’animo, liberandolo della presunzione e
rendendolo gentile, giusto, fedele e - ciò che è
più importante- non avido.
Premesso, infatti, che nessuna opera può es-
sere realizzata senza lealtà e disinteresse, ecco
che proprio la filosofia gli insegna a non essere
avido nel ricercare sempre il proprio guada-
gno, ma piuttosto a tutelare con fermezza la
propria dignità e il proprio prestigio (...).
E’ importante anche lo studio della musica,
perchè sviluppa nell’architetto la sensibilità
acustica ai rapporti fra suoni, che gli permette
di registrare esattamente le baliste, le catapul-
te e gli scorpioni.
Non si può ignorare neppure la scienza medi-
ca, in quanto bisogna conoscere gli elementi
che possono essere utili o dannosi alla salute
dell’uomo: gli influssi del clima (..), le caratte-
riste dell’aria, dei luoghi (che possono essere
salubri o malsani), delle acque. Trascurando
questi fattori non si può infatti costruire alcuna
abitazione salubre.
Nel caso poi di edifici contigui, che abbiano in
comune pareti, grondaie, fognature, illumina-
zione, condutture idrauliche o altro, sono es-
senziali anche alcune cognizioni giuridiche af-
finché l’architetto, prima di iniziare costruzioni
di questo genere, possa prendere le proprie
precauzioni per non lasciare ad opera finita,
motivo di controversia fra i diversi proprieta-
ri(...).
L’astronomia infine, insegna a conoscere l’o-
riente e l’occidente, il settentrione e il meridio-
ne, le leggi del cielo, l’equinozio, il solstizio, il
corso degli astri. E se non si ha familiarità con
tutto ciò non si può apprendere la tecnica della
costruzione degli orologi.
Tanto ampia e ricca degli apporti culturali delle
diverse scienze deve perciò essere la prepara-
zione dell’architetto, che, a mio parere, non
può professarsi tale se non chi procedendo
di passo in passo fin dall’infanzia nello studio
delle lettere e delle altre arti, sia finalmente
giunto con un consistente bagaglio culturale al
sommo tempio dell’architettura.
“De Architctura I”
VITRUVIO
7. 7
GEOMETRIA DESCRITTIVA
prof. ALESSANDRO DE MASI
Il corso si pone come obiettivo la conoscenza dei metodi e dei
sistemi di rappresentazione dello spazio in quanto strumenti di
primaria importanza nello studio, nell’analisi e nella progetta-
zione dell’architettura. La varietà dei sistemi di rappresentazio-
ne trova una ragione d’essere nella storicizzazione del loro na-
scere e del loro sviluppo. Nell’ambito del progetto formativo di
primo livello, l’insegnamento si inserisce quale elemento di ri-
flessione sulle connessioni tra storia, geometria e progettazione.
Il corso di geometria descrittiva prevede l’insegnamento dei
principi fondativi delle proiezioni parallele e centrali nel loro
sviluppo storico ed applicati alla rappresentazione di opere
di architettura contemporanea. L’obbiettivo da raggiunge-
re è fornire gli strumenti per conoscere ed utilizzare i metodi
di rappresentazione più opportuni ai fini di un’adeguata de-
scrizione delle forme architettoniche e dello spazio in generale.
TOOLS
8. 8
Piante 1:100 (scala adattata)
Pianta piano 2° ammazzato
Pianta piano 2°
Pianta piano 1°
Pianta piano 1° ammazzato
AAAA
A A A A
13. 13
RILIEVO
prof. VINCENZO LUCCHESE
Il corso tenuto nel secondo semestre del primo anno
si è posto come scopo quello di fornire ai partecipan-
ti la capacità di realizzare dei rilievi numerici restitui-
ti in forma digitale, utilizzando varie strumentazioni, alcu-
ne delle quali facilmente reperibili, altre più specialistiche.
Finalità del corso è saper progettare, svolgere e valuta-
re un rilievo avendo ben chiaro il rapporto tra finalità del-
lo stesso e apparato strumentale e metodologico necessario.
L’oggetto di studio è una facciata di un fabbricato nel
sestiere di Cannaregio.
14. 14
PLANIMETRIA ATTUALE CANNAREGIO
SCALA 1: 5000
VOLUMETRICO NORD-EST VOLUMETRICO VISTA NORD OVEST
INGRANDIMENTO
SCALA 1:2000
I
---
U
---
A
---
V
V
INSULA IN
I
---
U
---
A
MODULO DI
RAPPRESENTAZIONE 2
ESERCITAZIONE DI RILIEVO
Cannaregio - Campo de la Maddalena,
facciata del Palazzo Magno
OGGETTO DEL RILIEVO:
Docenti: Lucchese Vincenzo
Corrado Balistrieri
T 4
VISTE DEL CAMPO
FOTO DEI
P1 P2
P3
P7
P8
P6
P4
P5
P1
P3 P4
P7
FACCIATA IN OGGETTO
15. 15
1
30
12
1111219812131200113
100 25 100
1122
32126
933
32 12 12 129 6 28 11 185 11 36 87 12 36 12 152 12 128
173
170
194
477
268
295 321
292
CAMPO DELLA MADDALENA
478
P1 P2 P3
312
-0,24 -0,26 -0,22 -0,18 -0,15
-0,08
+0,00
A
A
INTERNO DELL'EDIFICIO
LEGENDA
ELEMENTO LAPIDEO
MURATURA
LEGNO
222
281
352
384
260
VETRO
ALLUMINIO
ACCIAIO INFERIATE
CHIESA
DI
SANTA MARIA MADDALENA
PROSPETTO PRINCIPALE
PIANTA PIANO TERRA
TRILATERAZIONI DI RILIEVO
SEZIONE A-A
P2
P1
P3
P4
I
---
U
---
A
---
V
MODULO DI
RAPPRESENTAZIONE 2
ESERCITAZIONE DI RILIEVO
Cannaregio - Campo de la Maddalena,
facciata del Palazzo Magno
OGGETTO DEL RILIEVO:
Studenti: Bottin Simone
Buscato Riccardo
Montagner Enrico
Docenti: Lucchese Vincenzo
Corrado Balistrieri
Dario Zanverdiani
T 5
SCALA 1:50
PIANTA
SEZIONI
PROSPETTO
FACCIATA DEL PALAZZO MAGNO
PROSPETTO PRIVO DI DEGRADO
SCALA 1:100
16. 16
FINESTRA
MODERNA
1612164743489241319
344
ELEMENTI
GOTICI
18 100 18
6 12 103 12 6
140
32 12 100 25 100 12
281
LEGENDA
ELEMENTO LAPIDEO
MURATURA
VETRO
INFISSI
P1 P3
P2
I
---
U
---
A
---
V
MODULO DI
RAPPRESENTAZIONE 2
ESERCITAZIONE DI RILIEVO
Cannaregio - Campo de la Maddalena,
facciata del Palazzo Magno
OGGETTO DEL RILIEVO:
Studenti: Bottin Simone
Buscato Riccardo
Montagner Enrico
Docenti: Lucchese Vincenzo
Corrado Balistrieri
Dario Zanverdiani
T 6
SCALA 1:20 - 1:10
PARTICOLARI
ARCO GOTICO DETTAGLIO CAPITELLO
DAVANZALE GOTICO
17. 17
185
275
25048616685
554
309250
264396170242531
559
92286 9 2 36
LEGENDA
ELEMENTO LAPIDEO
MURATURA
VETRO
INFISSI
PIANTA PIANO TERRA
I
---
U
---
A
---
V
MODULO DI
RAPPRESENTAZIONE 2
ESERCITAZIONE DI RILIEVO
Cannaregio - Campo de la Maddalena,
facciata del Palazzo Magno
OGGETTO DEL RILIEVO:
Studenti: Bottin Simone
Buscato Riccardo
Montagner Enrico
Docenti: Lucchese Vincenzo
Corrado Balistrieri
Dario Zanverdiani
T 7
SCALA 1:20
PARTICOLARE
PORTALE
SEZIONE A-A
VISTA TRIDIMENSIONALE DELLA FACCIATA
PARTICOLARE DELLA CORNICE E DEL BASSORILIEVO
19. 19
CARATTERI
prof.ssa GUNDULA RAKOWITZ
Il corso si pone come obbiettivo l’apprendimen-
to consapevole dei principi del mondo figurativo, dell’i-
dea di spazio, luogo, misura e struttura, con particola-
re riguardo ai procedimenti compositivi. Il contesto di
riferimento è costituito dal complesso delle conoscenze che
emergono dalle esperienze del passato ma sempre pensate in
rapporto con i problemi architettonici del presente e del futuro.
Durante il corso si affronta una ricerca e un’anali-
si compositiva di un progetto architettonico, compre-
so il procedimento logico che guida la composizio-
ne architettonica dall’invenzione alla costruzione,
percorrendo con consapevolezza le diverse scale di progetto.
Si studiano inoltre le condizioni e le procedu-
re progettuali idonee per la costruzione di uno spa-
zio architettonico e la conoscenza dei caratteri tipologi-
20. 20
Pianta piano terra 1:100 (scala adattata)
CASA - STUDIO
PETER ZUMTHOR
A-A’
B-B’
C-C’ D-D’
27. 27
PROGETTAZIONE 1
prof. ssa ELEONORA MANTESE
Il corso di progettazione architettonica del primo anno era inse-
rito nel laboratorio integrato di progettazione architettonica 1
insieme al corso di caratteri tipologici e distributivi degli edifici
ed era tenuto dalla prof.ssa Eleonora Mantese. Il laboratorio as-
sumeva come tema il progetto di architettura come percorso,
come insieme dinamico, concatenato e finalizzato di operazioni:
il percorso logico di ideazione e configurazione della forma ar-
chitettonica. L’esercizio di progettazione si poneva nelle strette
vicinanze della città dell’Aquila, un’area di progetto ampia e
suddivisa in 42 lotti rettangolari, di 45 x 12 metri, più o meno re-
golari; ognuna di queste zone doveva accogliere un’unità abita-
tiva separata dalle abitazioni affini da due muri che percorrevano
interamente i due lati maggiori del lotto. Nel laboratorio lo stu-
dente portava a compimento un’idea di abitazione motivando
le scelte secondo un procedimento logico, in cui particolare at-
tenzione andava posta nella composizione della figura, nel ruolo
della luce, nel rapporto interno-esterno, nella scelta dei materiali.
33. 33
WORKSHOP 2011
prof. MASSIMO ROSSETTI
L’area di progetto relativa al Workshop 2011 è situata in am-
biente alpino, nel borgo di Vinigo, in comune di Vodo di Cadore,
nellaValledelBoite.Ilborgo,collocatoinunpiccolopianoroespo-
sto a sud e accessibile solo mediante una strada dal fondo valle,
è caratterizzato da una identità chiara e riconoscibile, fondata
sull’uso di materiali quali pietra e legno e sull’applicazione di
tecniche consolidate. Espressione più tipica di questa stratificazio-
ne di saperi sono le abitazioni con ballatoi a struttura portante in
legno, ai quali si affiancano diversi edifici in muratura che hanno
sostituito i precedenti manufatti in legno andati distrutti a segui-
to di numerosi incendi, oltre a esempi di più recente costruzione.
Allo stato attuale, buona parte degli edifici del borgo deve es-
sere rinnovata, mediante tipologie di interventi che vanno dal-
la manutenzione e recupero dell’esistente fino al ripristino
strutturale. A questi interventi potranno aggiungersi operazio-
ni di nuova edificazione, secondo il filo conduttore di un’ar-
chitettura che presenti caratteri allo stesso tempo di con-
temporaneità e di rispetto del contesto alpino. Gli interventi
dovranno inoltre presentare caratteri espliciti di sostenibilità am-
bientale, sia nel caso di ristrutturazione che di nuova edificazione.
37. 37
WORKSHOP 2012
prof. PAOLO MERLINI
Il Workshop del secondo anno, dal titolo “Cinquanta e non li
deve dimostrare”, era tenuto dal prof Paolo Merlini. Il labora-
torio intendeva offrire un tema di riflessione sul percorso che
lo IUAV, prima istituto poi facoltà ora università, ha compiuto
al fine di trovare elementi permanenti che hanno caratterizzato
questo lungo periodo. Durante il Workshop i progetti oggetto
di riflessione riguardavano temi che hanno visto i grandi maestri
confrontarsi con un luogo complesso come quello veneziano.
Suddivisi in gruppi ogni studente ha lavorato e riflettuto sugli
interventi o sulle idee di grandi personaggi del mondo dell’ar-
chitettura: Carlo Aymonino, Giancarlo De Carlo, Ignazio Gardella,
Vittorio Gregotti, Gianugo Polesello, Aldo Rossi, Giuseppe Sa-
monà, Carlo Scarpa e Gino Valle. Ragionare sui progetti pensati
da alcuni dei grandi maestri diventa esercizio di formazione, di
crescita e di stimolo creativo ricordando che per non dimostrare
l’età, l’innovazione si deve basare sulla cultura della tradizione.
38. 38
LUOGO
SKYLINE DEL CENTRO STORICO DI VENEZIA SKYLINE DELLA GIUDECCA
WORKSHOP
ARCHITETTURA
VENEZIA
URBAN
REGENERATION/2
ACCESSO ALL’AREA
LEGENDA
INSULE
GIUDECCA CENTRO STORICO ACCADEMIA MOLINO STUCKY
IL TESSUTO URBANO DEL CENTRO STORICO
DI VENEZIA HA DELLE EVIDENTI ASSONAN-
ZE CON IL COSTRUITO DELLA GIUDECCA.
LE COSTRUZIONI DI GRANDI DIMENSIONI
ASSUMONO CARATTERI E DESTINAZIONI
DIVERSE NELLA VENEZIA STORICA E NELLA
GIUDECCA.
PLANIMETRIA GENERALE
INTERVENTO
ASSI CIMINIERE
CIMINIERE COME ASSI DI RIFERIMENTO
LEGENDA
PERCORSO
CANALI CIRCOSTANTI
INSULE
INTERVENTO
WORKSHOP
ARCHITETTURA
VENEZIA
TIPOLOGIA COSTRUTTIVA ADOTTATA
DISEGNI ESECUTIVO DELLA TESSITURA MURARIA - PIANTA
O SDOPPIATI.
I MATERIALI PROTAGONISTI
SONO IL MATTONE E IL C.A.,
DI QUESTO SONO FATTE AL-
CUNE FASCE MARCAPIANO,
GLI ARCHITRAVI E I DAVAN-
ZALI DELLE FINESTRE (RETTI,
SAGOMATI O ARCUATI), LE
COPERTINE DI CORONA-
MENTO DEI MURI DI DELI-
MITAZIONE DEI TERRAZZINI
PRIVATI E LE “MASCHERE”
CHE INDIVIDUANO GLI IN-
GRESSI DEI CORPI SCALA.
ANDAMENTO DELLA TEMPERATURA
ANDAMENTO DELLA PRESSIONE
Temperatura(°C)Pressione(Pa)
Spessore struttura
Spessore struttura
0 5 10 15 20 25
0 5 10 15 20 25
0
500
1000
1500
2000
5
0
10
15
MATTONE C.A.
Isola della Giudecca - Venezia, quartiere popolare, Gino Valle
3D del quartiere popolare
40. 40
FORMA
WORKSHOP
ARCHITETTURA
VENEZIA
URBAN
REGENERATION/2
PIANTA PIANO TERRA TORRI LATERALI
1,65 m
1,65m
IN BASE AI VINCOLI DEL-
LO IACP L’ARCHITETTO
VALLE STUDIA UN MO-
DULO (1,65 X 1,65 m) DI-
MENSIONALE QUADRATO,
SULLA QUALE SI SVILUP-
PA L’INTERO COMPLES-
SO. E LE SUE DIFFERENZE.
LEGENDA
MAGAZZINI
DISTRIBUTIVO
ZONA NOTTEPIANO TERZO
PIANO SECONDO
PIANO PRIMO
PIANO TERRA
ZONA GIORNO 1 - GIARDINO
PIANO SECONDO
PIANO PRIMO
PIANO TERRA
2 - TERRAZZA
3 - CUCINA
4 - SOGGIORNO
5 - BAGNO
6 - CAMERA
7 - SCALE
8 - CANTINA
VOLUMI GENERATIPIENI E VUOTI IN ALZATOPERCORSI
Pianta piano terra torri laterali
Piano terzo
Piano secondo
Piano primo
Piano terra
FORMA
PIANTA PIANO TERRA TORRI LATERALI
1,65 m
1,65m
IN BASE AI VINCOLI DEL-
LO IACP L’ARCHITETTO
VALLE STUDIA UN MO-
DULO (1,65 X 1,65 m) DI-
MENSIONALE QUADRATO,
SULLA QUALE SI SVILUP-
PA L’INTERO COMPLES-
SO. E LE SUE DIFFERENZE.
LEGENDA
MAGAZZINI
DISTRIBUTIVO
ZONA NOTTEPIANO TERZO
PIANO SECONDO
ZONA GIORNO 1 - GIARDINO
PIANO SECONDO
PIANO PRIMO
PIANO TERRA
2 - TERRAZZA
3 - CUCINA
4 - SOGGIORNO
5 - BAGNO
6 - CAMERA
7 - SCALE
8 - CANTINA
Piano terra
Piano terra
Piano terra
45. 45
TECNOLOGIA DELL’ ARCHITETTURA
prof. GIOVANNI MUCELLI
Il corso di tecnologia dell’architettura, tenuto dal prof. Gio- van-
ni Mucelli, collocato al secondo semestre del secondo anno ave-
va come obbiettivo il far acquisire la conoscenza, attraverso l’a-
nalisi delle modificazioni della regola del costruire e quelle degli
elementi e dei prodotti edilizi, della complessità del progetto e
dei parametri che influenzano la scelta della tecnologia costrutti-
va. Ciò, in rapporto alle relazioni funzionali e formali dell’ogget-
to architettonico contestualizzato. In particolare il corso poneva
il suo interesse sugli aspetti relativi alla progettazione tecnologi-
ca, cioè la progettazione del sistema delle prestazioni relative ad
un organismo edilizio e alla definizione della risposta a queste in
termini di sistemi costruttivi, intesi come insiemi organizzati di
elementi tecnici. Al fine di perseguire questi obbiettivi il labora-
torio era strutturato in lezioni teoriche e un’esercitazione pro-
gettuale. Nello specifico l’esercitazione verteva sull’analisi, lo
studio e l’approfondimento, su varie scale, di un edificio con
determinate caratteristiche di flessibiltà e dinamicità architetto-
nica, il Prada Transformer progettato da Rem Koolhaas a Seoul.
46. 46
IL PROGETTO
Transformer è un’ installazione del periodo di sei mesi,
locata nei pressi dello storico palazzo Kyeonghee al
centro di Seoul, Corea del Sud.Concepito dall’Architetto
Rem Koolhaas dell’OMA, il Prada Transformer è un
padiglione a forma di tetraedro progettato per ospi-
tare quattro tipi di eventi, il telaio in acciaio ruotando
crea un ambiente unico per ogni nuovo programma.
Il programma degli eventi (da marzo a luglio 2009)
include la mostra Prada Waist down, una mostra
d’arte contemporanea, un festival del cinema. Evento
finale di chiusura una sfilata di Prada per 500 ospiti.
Per poter ospitare una serie di diversi eventi di moda,
arte e cinema viene ruotato con normali gru offrendo
quattro diverse facciate e configurazioni dei pavimenti.
Ciascuna delle funzioni è espressa da quattro forme
d’acciaio: un esagono, una croce, un rettangolo,
un cerchio. Perciò durante lo svolgimento del pro-
gramma i pavimenti diventeranno muri e i muri sof-
fitti. La struttura è avvolta in una membrana tra-
slucida e incorpora schermi LED che mostrano
filmati delle trasformazioni e annunci pubblicitari.
“La cosa interessante a proposito di questo padigli-
one è che il Transformer è un organismo dinamico,
opposto ad un semplice oggetto statico che arbi-
trariamente accoglie eventi. Il Prada Transformer
aiuta ad aggiungere un’altra dimensione sul trat-
tamento di questa tipologia visto che può essere
modellato in tempo reale a seconda dello specifico
evento che si svolge all’interno”. Rem Koolhaas
»Prada Transformer« nennt sich der tempo-
räre, seine Gestalt verändernde Pavillon,
der von April 2009 an für fünf Monate das
Zentrum
Seouls bereicherte. Das multifunkti-
onale Objekt wurde für eine Serie von inter-
disziplinären Projekten konzipiert. Vom
itali-
enischen Modelabel Prada in Auftrag gege-
ben, soll es die Beziehung und Wechselwir-
kung zwischen der Modewelt und den zeit-
genössischen Künsten enthüllen. Der Trans-
former präsentiert sich in Form
eines mobi-
en Tetraeders, welcher mit Hilfe von Kranen
eine seiner vier Flächen gedreht werden
. Jede Seite besitzt ihre individuelle
etrie: Hexagon, Rechteck, Kreuz un
rrespondieren jeweils mit eine
en Nutzungstyp. Das S
sstellungen vorge
Filmvorführ
llung
n,ktarchitekt)
Kees van Casteren,
uijnksplaner:
NMIN, Seoul
Fotos:AMO/OMA
, Juliane Eirich, Sergio Pirrone
47. 47
Spazi
Articolazione del complesso
Il complesso è suddiviso come precedentemente an-
ticipato in due nuclei in stretta relazione tra loro. Il primo
nucleo, ospita diversi servizi di pertinenza al secondo, è
sostanzialmente una zona “filtro” costituita dalla hall,dal
punto di ristoro,da un negozo di gadget,dal punto ven-
dita biglietti,dei magazzini e i servizi igenici. Il secondo
è il padiglione.
Dokumentation
1333
1 PADIGLIONE
2 INGRESSO
3 MAGAZZINI
4 SERVIZI
2 LOGGIA
Pianta Prada Transformer Percorsi del complesso
48. 48
Principi progettuali
Location
Il Transformer è posto di fronte al palazzo Gyeo-
nghui un’elemento essenziale del patrimonio cul-
turale coreano.
Seoul è una delle più dinamiche e pro-
gressive città del mondo, si mescola tag-
liente tecnologia con la cultura tradizionale.
∂ 2009 ¥ 12 Dokumentation 1333
»Prada Transformer« nennt sich der tempo-
räre, seine Gestalt verändernde Pavillon,
der von April 2009 an für fünf Monate das
Zentrum Seouls bereicherte. Das multifunkti-
onale Objekt wurde für eine Serie von inter-
disziplinären Projekten konzipiert. Vom itali-
enischen Modelabel Prada in Auftrag gege-
Temporärer Pavillon in Seoul
Temporary Pavilion in Seoul
Architekten:
OMA, Rotterdam
Rem Koolhaas, Ellen van Loon,
Alexander Reichert (Projektarchitekt)
Mitarbeiter:
Kunle Adeyemi, Kees van Casteren,
Chris van Duijn
Tragwerksplaner:
EUNMIN, Seoul
Fotos:
AMO/OMA , Juliane Eirich, Sergio Pirrone
장소 ― 경희궁(慶熙宮)은 16세기에 지어진 한국의 대표적인 문화유산 중 하나
이다. 프라다 트랜스포머는 경희궁 앞뜰에 자리 잡아 역사적 배경에 현대적인 요
소를 더하게 된다. 서울은 전 세계에서 가장 다이나믹하고 진보적인 도시 중 하나
로, 최첨단 기술과 전통문화, 현대미술과 영향력 있는 연예 및 영화산업, 뛰어난
디자인과 건축, 그리고 앞선 트렌드의 패션을 융합하는 곳이다.
Location: GyEOnghui Palace
Adding a contem-
porary element to
a historic context,
the Transformer
is located on the
grounds of the 16th
Century Gyeonghui
Palace, an essential
element of Korean
cultural heritage.
Seoul is one of the
most dynamic
and progressive
cities in the world.
It blends cutting-
edge technology
and traditional
culture; contem-
porary art with an
influential enter-
tainment and
cinema industry;
sophisticated
design and
architecture with
trend-setting
fashion.
Kunst/Art
Kino/Film
Sondernutzung/Special events
Die lichtdurchlässige Fassadenhaut basiert
auf einer Plane, die üblicherweise zum Ab-
decken von großen Maschinen und Flug-
zeugen verwendet wird. Sie besteht aus
PVC, ist extrem elastisch, wasserundurch-
lässig, nicht brennbar und besitzt eine Ge-
samtfläche von 1660 m². Die Folie wird im
Sprühverfahren aus mehreren Schichten
Flüssig-PVC vorfabriziert und vor Ort auf die
fertig montierte Stahlkonstruktion mit einem
Spezialkleber fixiert. Durch mehrmaliges Be-
sprühen mit der Flüssigkomponente wird die
Membran nachbehandelt. Dadurch spannt
sich das Material und verbindet die einzel-
nen Teilflächen zu einer kontinuierlichen
Haut ohne Nähte.
Mode/Fashion
The translucent outer skin is based on the
idea of a tarpaulin of the kind commonly used
for covering large machines or aeroplanes.
Consisting of PVC, the skin has an overall
area of 1,600 m2 and is non-combustible,
waterproof and extemely elastic. The mem-
brane is prefabricated in a spray process and
is built up with a number of layers of liquid
PVC. It is then fixed on site to the assembled
steel structure, using a special adhesive. Sub-
sequently, the skin undergoes further treat-
ment: through a process of repeated spraying
with the fluid component, the membrane be-
comes tauter and the various part areas are
welded into a continuous whole without
seams or other joints.
7 50/50 mm steel SHS balustrade bolted to
steel structure
8 200/10 mm sheet steel welded to steel beam
9 zip in membrane at door opening
10 200/100/10 mm steel angle around entrance door
Kunst/Art
Kino/Film
Sondernutzung/Special events
Die lichtdurchlässige Fassadenhaut basiert
auf einer Plane, die üblicherweise zum Ab-
decken von großen Maschinen und Flug-
zeugen verwendet wird. Sie besteht aus
PVC, ist extrem elastisch, wasserundurch-
lässig, nicht brennbar und besitzt eine Ge-
samtfläche von 1660 m². Die Folie wird im
Sprühverfahren aus mehreren Schichten
Flüssig-PVC vorfabriziert und vor Ort auf die
fertig montierte Stahlkonstruktion mit einem
Spezialkleber fixiert. Durch mehrmaliges Be-
sprühen mit der Flüssigkomponente wird die
Membran nachbehandelt. Dadurch spannt
sich das Material und verbindet die einzel-
nen Teilflächen zu einer kontinuierlichen
Haut ohne Nähte.
Mode/Fashion
The translucent outer skin is based on the
idea of a tarpaulin of the kind commonly used
for covering large machines or aeroplanes.
Consisting of PVC, the skin has an overall
area of 1,600 m2 and is non-combustible,
waterproof and extemely elastic. The mem-
brane is prefabricated in a spray process and
is built up with a number of layers of liquid
PVC. It is then fixed on site to the assembled
steel structure, using a special adhesive. Sub-
sequently, the skin undergoes further treat-
ment: through a process of repeated spraying
with the fluid component, the membrane be-
comes tauter and the various part areas are
welded into a continuous whole without
seams or other joints.
steel structure
8 200/10 mm sheet steel welded to steel beam
9 zip in membrane at door opening
10 200/100/10 mm steel angle around entrance door
Pianta - Moda Pianta - Cinema
Pianta - Arte Pianta - Eventi speciali Scala 1:1000 (adattata)
49. 49
4 ARTE
Schnitte • Grundrisse
Maßstab 1:500
1 Membran PVC-Folie, transluzent
wasserundurchlässig, nicht brennbar,
1,1–1,4 mm, mit Klebstoff aus Vinylverbund
auf Stahlkonstruktion geklebt,
nachbeschichtet mit Flüssig-PVC
2 Stahlprofil Å geschweißt 588 mm, Kreuzform
3 Eckprofil geschweißt aus
2≈ Stahlprofil Å 588 mm und Å 594 mm
4 Öffnung für Kabelführung
5 Stahlprofil Å geschweißt 594 mm, Hexagon
6 Brettsperrholz 18 mm, schwarz lackiert
Rost Holzbalken 200/50 mm
7 Geländer aus Stahlstab | 50 mm,
auf Stahlkonstruktion geschraubt
8 Stahlblech 200/10 mm,
auf Stahlträger geschweißt
9 Türöffnung Reißverschluss in Membran
10 Stahlprofil Tür Haupteingang 200/100/10 mm
Die lichtdurchlässige Fassadenhaut basiert
auf einer Plane, die üblicherweise zum Ab-
decken von großen Maschinen und Flug-
zeugen verwendet wird. Sie besteht aus
Kino/FilmMode/Fashion
Sections • Plans
scale 1:500
1 1.1–1.4 mm PVC membrane, translucent,
waterproof, non-combustible, fixed to steel
structure with composite vinyl adhesive
and coated with liquid PVC
2 welded steel Å-beam 588 mm deep
3 welded steel corner section:
2≈ Å-sections 588 mm and 594 mm deep
4 opening for cables
5 welded steel Å-beam 594 mm deep in
hexagonal face
6 18 mm laminated cross-layered plywood
painted black on grid of
50/200 mm wood beams
7 50/50 mm steel SHS balustrade bolted to
steel structure
8 200/10 mm sheet steel welded to steel beam
9 zip in membrane at door opening
10 200/100/10 mm steel angle around entrance door
ür
rehen
äche
eren
barer
chos-
den
er den
aus
ne
ne
en
ll-
s.
Lageplan
Maßstab 1:1000
Isometrien
Maßstab ca. 1:1000
42 31
1 Modepräsentation
2 Kinoveranstaltung
3 Kunstausstellung
4 Sondernutzung
tem-
e.
ween
ths.
wn on
ual
user
shion
ibi-
d the
ncil-
form
t. The
ring
skin.
Site plan
scale 1:1000
Isometric diagrams
scale approx. 1:1000
1 Fashion displays
2 Film showings
3 Art exhibitions
4 Special events
1
2
3
4
웨이스트 다운
시네마
예술전
스페셜 이벤트
형상 ― 프라다 트랜스포머는 4면체의 형태를 취한다. 프라다 트랜스포머의 네
면에는 육각형, 직사각형, 십자형, 원형이라는 각기 다른 형태가 4면체의 기본인
삼각형 안에 삽입되었다. 각 이벤트는 건물의 한 면을 구성하는 철골 구조의 바닥
위에서 열린다. 건물이 회전할 때마다 바닥이었던 면은 벽이 되고, 벽이었던 면은
천장이 되는 식으로 각 면이 새로운 역할을 수행하게 된다.
4 3
1
2
Geometry
The Prada Trans-
former is a tetra-
hedron. The four
planes have distinct
shapes — hexagon,
rectangle, cruci-
form, and circle —
inscribed within the
triangular geometry
of the tetrahedron.
Each of four plan-
ned events will take
place on a unique
steel-framed floor-
plate that makes up
one side of the
building. When the
building flips over,
each side takes on
different functions:
floors become
walls, walls become
ceilings and so on.
1
2
3
4
Waist Down
Cinema
Art Exhibition
Special Event
1
2
3
4
웨이스트 다운
시네마
예술전
스페셜 이벤트
형상 ― 프라다 트랜스포머는 4면체의 형태를 취한다. 프라다 트랜스포머의 네
면에는 육각형, 직사각형, 십자형, 원형이라는 각기 다른 형태가 4면체의 기본인
삼각형 안에 삽입되었다. 각 이벤트는 건물의 한 면을 구성하는 철골 구조의 바닥
위에서 열린다. 건물이 회전할 때마다 바닥이었던 면은 벽이 되고, 벽이었던 면은
천장이 되는 식으로 각 면이 새로운 역할을 수행하게 된다.
4 3
1
2
Geometry
The Prada Trans-
former is a tetra-
hedron. The four
planes have distinct
shapes — hexagon,
rectangle, cruci-
form, and circle —
inscribed within the
triangular geometry
of the tetrahedron.
Each of four plan-
ned events will take
place on a unique
steel-framed floor-
plate that makes up
one side of the
building. When the
building flips over,
each side takes on
different functions:
floors become
walls, walls become
ceilings and so on.
1
2
3
4
Waist Down
Cinema
Art Exhibition
Special Event
1 MODA
2 CINEMA
4 EVENTI SPECIALI
Principi compositivi
Geometria
Il Prada Transformer e’ un tetraedro, le cui quattro
facciate assumono le seguenti forme:
- Esagono;
- Rettangolo;
- Croce;
- Cerchio;
Quando l’edificio si ribalta, ciascun lato in accordo
con la propria forma assume funzioni diverse, così
da permettere una grande flessibilità in un unico el-
emento.
Sezione - Moda Pianta - Cinema
50. 50
Principi compositivi
Rotazione
Il Prada Transformer si trasforma con la rotazione,
l’intera
struttura viene sollevata dalle fondazioni con l’ utiliz-
zando di quattro gru. Mentre la rotazione comporta
sempre il cambiamento l’evento passato e succes-
sivo sono sempre presenti, sotto forma di pareti o
soffitto.
1334 Temporärer Pavillon in Seoul
Schnitte
Maßstab
1 Mem
was
1,1–
auf
nac
2 Stah
3 Eck
2≈ S
4 Öffn
5 Stah
6 Bre
Ros
7 Gel
auf
8 Stah
auf
9 Türö
10 Stah
Die lich
auf ein
Kino/FilmMode/Fashion
Sections
scale 1:5
1 1.1–
wate
stru
and
2 weld
3 weld
2≈ Å
4 ope
5 weld
hexa
6 18 m
pain
50/2
7 50/5
stee
8 200
9 zip i
10 200
Mode/Fashion
Kino/FilmMode/Fashion
Fasi della rotazione
51. 51
Struttura
Materiali
La struttura del padiglione temporaneo è
per ovvi motivi di durata, semplificata dal
punto di vista componentistico, ovvero è
composta solamente da una struttura in ac-
ciaio e da una finissima membrana esterna.
Struttura portante
Il telaio che costituisce la struttura portante
è composto da profilati in acciaio saldati e
connessi tra loro in base alla forma di ogni
faccia del tetraedro costitutivo.
Membrana di rivestimento
L’intera struttura è avvolta in un’ elastica
membrana traslucida di colore bianco,
normalmente utilizzata per coprire e con-
servare macchine di grandi dimensioni. Ben
teso sul telaio in acciaio, la pelle rivela le
geometrie rigide delle lastre del pavimento
e fornisce una connessione amorfa tra loro.
Fondazioni
Le fondazioni che troviamo in questo comp-
lesso si possono suddividere in due diverse
soluzioni. La soluzione adottata per il pa-
diglione è costituita da un plinto in cemen-
to sul quale poggia un sostegno in acciaio
regolabile in altezza.
52. 52
Dettagli Padiglione
Parete - Pavimentazione
Componenti
1 - Membrana in PVC, traslucida impermea-
bile, non infiammabile,
1,1-1,4 mm, con composito vinile adesivo
legato alla costruzione in acciaio, ricoperto
con PVC liquido;
2 - Profilo IPE in acciaio da 600 mm;
3 - Sezioni ad angolo saldate (2 x 600 mm);
4 - Apertura per la gestione dei cavi;
5 - Connessione corrimano con trave IPE;
6 - Tavola (18 mm) di laminato multistrato,
verniciato di nero;
7 - Regolazione del martinetto.
1
2
3
5
2
6
7
Planimetria del complesso
Sezione A - A Dettaglio 1 - connessione pavimentazione con parete laterale
53. 53
Impiantistica
Considerazioni
La necessità impiantistica è stata limitata al solo uso estivo,
in quanto tale complesso da progetto ha avuto una durata
limitata di sei mesi.
Per questo motivo la soluzione impiantistica è composta da
un impianto cetralizzato di raffrescamento posizionato nella
parte sottostante al padiglione.
Per eliminare l’effetto serra che si creerebbe all’interno del
padiglione rivestito in PVC (perciò non traspirante) sono
state create delle bocchette di ventilazione in ogni faccia.
Esse a seconda della posizione, facciata e pavimentazione,
assumono rispettivamente la funzione di estrazione dell’ aria
calda e immisione di aria fredda per il raffrescamento.
Questa soluzione sfrutta i moti convettivi dell’aria permet-
tendo la circolazione dell’aria attraverso l’effetto camino.
Vincoli
La soluzione sopracitata comporta un preciso posiziona-
mento dell’impianto di raffrescamento e di conseguenza
l’esatta posizione delle bochette in ogni facciata.
Tale scelta determina un vincolo nel posizionamento
dell’apparato in fase di rotazione.
Collettore a impianto Impianto di climatizzazione
Bocchetta di espulsione
Schema del funzionamento
55. 55
URBANISTICA
prof. RUBEN BAIOCCO
Il corso di urbanistica, tenuto dal prof. Ruben Baiocco, collocato
al primo semestre del secondo anno, in quanto primo labora-
torio di urbanistica del corso di studio, si proponeva come in-
segnamento per permettere di acquisire definizioni e interpre-
tazioni di tale campo disciplinare, tanto attraverso la sua storia
quanto la sua attualità. Il corso si proponeva di restituire alcuni
fra i più significativi modelli interpretativi dell’ urbanistica, utili
a leggere ed interpretare la città contemporanea. Le vicende e le
esperienze relative a casi di studio affrontati nel corso, descrit-
ti e documentati, erano finalizzate a restituire linguaggi, figu-
razioni e strumenti per affrontare l’esercizio del “disegno”
della città e del territorio. Perseguendo questi obiettivi forma-
tivi principali, il laboratorio era strutturato con lezioni teoriche
e un’esercitazione progettuale, le lezioni avevano il compito
di permettere allo studente di costruire una geografia minima e
sempre implementabile e allo stesso tempo delineare l’inizio
di un “archivio” personale, anche questo in continuo aggior-
namento di figure, linguaggi e tecniche, provenienti da diverse
discipline.Nelle sessioni pratiche il lavoro di analisi e riflessio-
ne a differenti scale ha riguardato un caso specifico del conte-
sto italiano: Mestre. L’obiettivo è stato quello di analizzare il
tessuto urbano ed il territorio alla ricerca di un “dispositivo”
che poi si sarebbe tradotto in una ricerca progettuale capace
di comprendere l’esistente e di incrementarne e valorizzar-
ne le possibilità e le peculiarità. Nel caso specifico l’esercizio
progettuale è stato svolto nella frazione di Mestre Carpenedo.
58. 58
Linea 2
Linea 24
Linea 4 e tram
Percorsi pedonali di maggiore fruizionePercorsi ciclabili
Aree verdi
Edifici scolastici
Servizi
Fermate
Ferrovia
61. 61
IDEA PROGETTUALE
ORTO URBANO
Lo spazio progettuale preso
in considerazione ci offre una
grande area, questa fascia,
libera da qualsiasi intervento
urbano è riconducibile ad un
esproprio effettuato per la
creazione di
un’arteria di traffico, poi mai
realizzata.
L’ampia superficie offre un oc-
casione non indifferente alla
creazione di un polmone verde
all’interno di telai urbani privi di
spazio e
congestionati dal traffico.
L’esigenza inoltre, di un area
di parcheggio come già detto
in precedenza, ci ha portati ad
una soluzione semplice, come
quella visualizzabile a lato.
Nel resto dell’area l’ipotesi è di
realizzare un punto ricrea-
tivo utilizzabile come sem-
plice punto di ritrovo.
L’idea nasce dal bisogno di
reinstaurare nella comunità il
rapporto con il ciclo della nat-
ura e di conseguenza con le
tradizioni.
L’area di intervento viene quin-
di suddivisa in lotti e assegnata
alle diverse famiglie (Fig 1,2,3).
Le implicazioni di questo tipo di
attività sono molteplici e tutte
estremamente positive: chi
ha un orto mangia sano e sa
quello che mangia, si fa attività
fisica, si instaura un rapporto
con la colletività, si migliora
la propria autostima e il be-
nessere psicologico.
L’area è composta da tre file di
alberi in successione, il percorso
ciclopedonale e un altra fila di
alberi, in questo modo si vuole
garantire l’effetto di schermo
acustico visivo nei confronti della
strada adiacente e la sua funzi-
one di collegamento tra le altre
due aree di progetto selezionate.
Fila di alberi
Area attrezzata
Percorso ciclopedonale
COLLEGAMENTI
63. 63
RESTAURO
prof. EUGENIO VASSALLO
Il corso di restauro, tenuto dal prof. Eugenio Vassallo, si rivol-
geva a studenti che, avendo già svolto esperienze didattiche di
progettazione nel segno della “Composizione”, dovevano es-
sere introdotti al “Restauro” acquisendo consapevolezza delle
finalità, delle ragioni e dei modi operativi, che gli sono propri.
Da un progettare che mette al centro la “composizione”, lo
studente doveva aprirsi ad un progettare che vede al centro
la “fabbrica”; l’architettura costruita che deve essere ana-
lizzata, studiata ed interpretata nella sua consistenza materiale,
nelle sue espressioni formali, nell’organizzazione spaziale fino
alle vicende storiche che l’hanno segnata. Il laboratorio ave-
va come obbiettivo la redazione di un progetto di restauro: un
progetto che sapesse coniugare conservazione ed uso, conside-
rando le qualità spaziali e formali dell’architettura interessata,
le caratteristiche dei suoi materiali costitutivi e delle strutture e
l’articolazione funzionale; un progetto che muovesse dall’ap-
prezzamento dell’architettura come realtà costruita caratteriz-
zata da tutti quei fenomeni naturali, vicende, azioni più o meno
volontarie degli uomini che nel tempo hanno prodotto aggiunte,
modificazioni, eliminazioni. Studiando la fabbrica e, dettagliata-
mente, una sua piccola parte, lo studente assumeva consapevo-
lezza del fatto che “il tempo è protagonista dell’architettura”.
PLANNING
70. 70
ANALISI DEI MATERIALI
I
---
U
---
A
---
V
CASA FOSCARIRESTAURO
MUSILE DI PIAVE - PROVINCIA DI VENEZIA
PROSPETTO NORD - SCALA 1:50
ABACO DEI MATERIALI
ELEMENTO
ARCHITETTONICO
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINOTESSITURA
MURATURA PORTANTE MURATURA PORTANTE IN MATTONI PIENI
A DUE TESTE DIM.6x12x25 GIUNTO DI
MALTA A BASE DI CALCE - CIRCA 1 cm
PROSPETTO SEZIONE
MURATURA DI TAMPONAMENTO MURATURA DI TAMPONAMENTO IN MATTONI
PIENI A DUE E UNA TESTA DIM.6x12x25
GIUNTO DI MALTA A BASE DI CALCE -
CIRCA 1 cm
PILASTRO PILASTRO A TRE TESTE IN MATTONI
PIENI DIM.6x12x25 GIUNTO DI MALTA
A BASE DI CALCE - CIRCA 1 cm
ARCO
CORNICE CORNICE CON FUNZIONE ROMPI
-GOCCIA COSTITUITA DA MATTONI PIENI
DIM.6x12x25 GIUNTO TRA I MATTONI
QUASI ASSENTE IN ALCUNI TRATTI
ARCHITRAVE
COPPI IN
LATERIZIO (C1)
COPERTURA COPPI DIM. CIRCA 45,7x13,2-17,2
LEGNO DI
CASTAGNO (L1)
TRAVE SECONDARIA TRAVE IN LEGNO DI CASTAGNO DIM.20
cm CIRCA
TERZERA TERZERA - TRAVE IN LEGNO DI
CASTAGNO DIM. 12 cm CIRCA
LEGNO DI
ABETE (L2)
TRAVICELLI TRAVICELLI IN LEGNO DI ABETE DIM.
8 cm CIRCA
TAVOLA TAVOLA IN LEGNO DI ABETE POSTA IN
PARTI DIVERSE A SECONDA DELLA
FUNZIONE PER FINITURA O PROTEZIONE
SCURI SCURI IN TAVOLE DI LEGNO DI ABETE
NELLE APERTURE DELL'ABITAZIONE
INTONACO (I1) INTONACO CON LEGANTE
A BASE DI CALCE
INTONACO A BASE DI CALCE PRESENTE
SOLO IN POCHE PARTI DELLA FACCIATA
MALTA (I2) MALTA CEMENTIZIA
(RAPPEZZO)
MALTA CEMENTIZIA DI CEMENTO E
CALCE POSTA INTORNO ALLE APERTURE
DELLA STALLA
DIPINTURA A
BASE DI CALCE
(V1)
SCIALBATURA STRATO PROTETTIVO DI PITTURA APPLICATO
DIRETTAMENTE SULLA MURATURA SENZA
L'UTILIZZO DI INTONACO
CLS ARMATO SERRAMENTO STRUTTURA DI CALCESTRUZZO ARMATO
INTELAIATA A CERNIERE IN ACCIAIO
CON FORME ATTE AD OSPITARE VETRI
POI STUCCATI PER IL FISSAGGIO
FERRO (F1) CAPOCHIAVE DI TIRANTE
IN FERRO
CAPOCHIAVE DI TIRANTI IN FERRO
PRESENTI ALL'ALTEZZA DEL SOLAIO
INTERMEDIO E ANCORATI ALL'ORDITURA
LIGNEA
MURATURA IN
LATERIZIO (M1)
MURATURA IN
LATERIZIO (M2)
ELEMENTO
ARCHITETTONICO
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO ELEMENTO
ARCHITETTONICO
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO
LATERIZI FORATI DIM. 12x25x8 CON
ARMATURA INTERPOSTA A CREARE UN
ARCHITRAVE PER LE APERTURE DELLA
STALLA
ARCO RIBASSATO IN MURATURA DI
MATTONI PIENI DIM.6x12x25
FERRO (F2) PERNO E STAFFA STAFFA ANCORATA AL SERRAMENTO E
AGGANCIATA NEL PERNO INSERITO
NELLA MURATURA
71. 71
PROSPETTO NORD - SCALA 1:50
ABACO DEI MATERIALI
ELEMENTO
ARCHITETTONICO
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINOTESSITURA
MURATURA PORTANTE MURATURA PORTANTE IN MATTONI PIENI
A DUE TESTE DIM.6x12x25 GIUNTO DI
MALTA A BASE DI CALCE - CIRCA 1 cm
PROSPETTO SEZIONE
MURATURA DI TAMPONAMENTO MURATURA DI TAMPONAMENTO IN MATTONI
PIENI A DUE E UNA TESTA DIM.6x12x25
GIUNTO DI MALTA A BASE DI CALCE -
CIRCA 1 cm
PILASTRO PILASTRO A TRE TESTE IN MATTONI
PIENI DIM.6x12x25 GIUNTO DI MALTA
A BASE DI CALCE - CIRCA 1 cm
ARCO
CORNICE CORNICE CON FUNZIONE ROMPI
-GOCCIA COSTITUITA DA MATTONI PIENI
DIM.6x12x25 GIUNTO TRA I MATTONI
QUASI ASSENTE IN ALCUNI TRATTI
ARCHITRAVE
COPPI IN
LATERIZIO (C1)
COPERTURA COPPI DIM. CIRCA 45,7x13,2-17,2
LEGNO DI
CASTAGNO (L1)
TRAVE SECONDARIA TRAVE IN LEGNO DI CASTAGNO DIM.20
cm CIRCA
TERZERA TERZERA - TRAVE IN LEGNO DI
CASTAGNO DIM. 12 cm CIRCA
LEGNO DI
ABETE (L2)
TRAVICELLI TRAVICELLI IN LEGNO DI ABETE DIM.
8 cm CIRCA
TAVOLA TAVOLA IN LEGNO DI ABETE POSTA IN
PARTI DIVERSE A SECONDA DELLA
FUNZIONE PER FINITURA O PROTEZIONE
SCURI SCURI IN TAVOLE DI LEGNO DI ABETE
NELLE APERTURE DELL'ABITAZIONE
INTONACO (I1) INTONACO CON LEGANTE
A BASE DI CALCE
INTONACO A BASE DI CALCE PRESENTE
SOLO IN POCHE PARTI DELLA FACCIATA
MALTA (I2) MALTA CEMENTIZIA
(RAPPEZZO)
MALTA CEMENTIZIA DI CEMENTO E
CALCE POSTA INTORNO ALLE APERTURE
DELLA STALLA
DIPINTURA A
BASE DI CALC
(V1)
CLS ARMATO
FERRO (F1)
MURATURA IN
LATERIZIO (M1)
MURATURA IN
LATERIZIO (M2)
ELEMENTO
ARCHITETTONICO
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO MATERIALE
LATERIZI FORATI DIM. 12x25x8 CON
ARMATURA INTERPOSTA A CREARE UN
ARCHITRAVE PER LE APERTURE DELLA
STALLA
ARCO RIBASSATO IN MURATURA DI
MATTONI PIENI DIM.6x12x25
FERRO (F2)
PROSPETTO NORD - SCALA 1:50
ABACO DEI MATERIALI
ELEMENTO
ARCHITETTONICO
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINOTESSITURA
MURATURA PORTANTE MURATURA PORTANTE IN MATTONI PIENI
A DUE TESTE DIM.6x12x25 GIUNTO DI
MALTA A BASE DI CALCE - CIRCA 1 cm
PROSPETTO SEZIONE
MURATURA DI TAMPONAMENTO MURATURA DI TAMPONAMENTO IN MATTONI
PIENI A DUE E UNA TESTA DIM.6x12x25
GIUNTO DI MALTA A BASE DI CALCE -
CIRCA 1 cm
PILASTRO PILASTRO A TRE TESTE IN MATTONI
PIENI DIM.6x12x25 GIUNTO DI MALTA
A BASE DI CALCE - CIRCA 1 cm
ARCO
CORNICE CORNICE CON FUNZIONE ROMPI
-GOCCIA COSTITUITA DA MATTONI PIENI
DIM.6x12x25 GIUNTO TRA I MATTONI
QUASI ASSENTE IN ALCUNI TRATTI
ARCHITRAVE
COPPI IN
LATERIZIO (C1)
COPERTURA COPPI DIM. CIRCA 45,7x13,2-17,2
LEGNO DI
CASTAGNO (L1)
TRAVE SECONDARIA TRAVE IN LEGNO DI CASTAGNO DIM.20
cm CIRCA
TERZERA TERZERA - TRAVE IN LEGNO DI
CASTAGNO DIM. 12 cm CIRCA
LEGNO DI
ABETE (L2)
TRAVICELLI TRAVICELLI IN LEGNO DI ABETE DIM.
8 cm CIRCA
TAVOLA TAVOLA IN LEGNO DI ABETE POSTA IN
PARTI DIVERSE A SECONDA DELLA
FUNZIONE PER FINITURA O PROTEZIONE
SCURI SCURI IN TAVOLE DI LEGNO DI ABETE
NELLE APERTURE DELL'ABITAZIONE
INTONACO (I1) INTONACO CON LEGANTE
A BASE DI CALCE
INTONACO A BASE DI CALCE PRESENTE
SOLO IN POCHE PARTI DELLA FACCIATA
MALTA (I2) MALTA CEMENTIZIA
(RAPPEZZO)
MALTA CEMENTIZIA DI CEMENTO E
CALCE POSTA INTORNO ALLE APERTURE
DELLA STALLA
DIPINTURA A
BASE DI CALC
(V1)
CLS ARMATO
FERRO (F1)
MURATURA IN
LATERIZIO (M1)
MURATURA IN
LATERIZIO (M2)
ELEMENTO
ARCHITETTONICO
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO MATERIALE
LATERIZI FORATI DIM. 12x25x8 CON
ARMATURA INTERPOSTA A CREARE UN
ARCHITRAVE PER LE APERTURE DELLA
STALLA
ARCO RIBASSATO IN MURATURA DI
MATTONI PIENI DIM.6x12x25
FERRO (F2)
DARIA TRAVE IN LEGNO DI CASTAGNO DIM.20
cm CIRCA
TERZERA - TRAVE IN LEGNO DI
CASTAGNO DIM. 12 cm CIRCA
TRAVICELLI IN LEGNO DI ABETE DIM.
8 cm CIRCA
TAVOLA IN LEGNO DI ABETE POSTA IN
PARTI DIVERSE A SECONDA DELLA
FUNZIONE PER FINITURA O PROTEZIONE
SCURI IN TAVOLE DI LEGNO DI ABETE
NELLE APERTURE DELL'ABITAZIONE
N LEGANTE
ALCE
INTONACO A BASE DI CALCE PRESENTE
SOLO IN POCHE PARTI DELLA FACCIATA
TIZIA MALTA CEMENTIZIA DI CEMENTO E
CALCE POSTA INTORNO ALLE APERTURE
DELLA STALLA
DIPINTURA A
BASE DI CALCE
(V1)
SCIALBATURA STRATO PROTETTIVO DI PITTURA APPLICATO
DIRETTAMENTE SULLA MURATURA SENZA
L'UTILIZZO DI INTONACO
CLS ARMATO SERRAMENTO STRUTTURA DI CALCESTRUZZO ARMATO
INTELAIATA A CERNIERE IN ACCIAIO
CON FORME ATTE AD OSPITARE VETRI
POI STUCCATI PER IL FISSAGGIO
FERRO (F1) CAPOCHIAVE DI TIRANTE
IN FERRO
CAPOCHIAVE DI TIRANTI IN FERRO
PRESENTI ALL'ALTEZZA DEL SOLAIO
INTERMEDIO E ANCORATI ALL'ORDITURA
LIGNEA
MENTO
ETTONICO
DESCRIZIONERETINO ELEMENTO
ARCHITETTONICO
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO
FERRO (F2) PERNO E STAFFA STAFFA ANCORATA AL SERRAMENTO E
AGGANCIATA NEL PERNO INSERITO
NELLA MURATURA
72. 72
ANALISI DEL DEGRADO
I
---
U
---
A
---
V
CASA FOSCARIRESTAURO
MUSILE DI PIAVE - PROVINCIA DI VENEZIA
PROSPETTO NORD - SCALA 1:50
ABACO DEI FENOMENI DI DEGRADO E DISSESTO
ALTERAZIONI E
DEGRADAZIONI
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO CODICE
INTERVENTO
DESCRIZIONE
INTERVENTO
ALTERAZIONI E
DEGRADAZIONI
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO CODICE
INTERVENTO
DESCRIZIONE
INTERVENTO
ALTERAZIONI E
DEGRADAZIONI
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO CODICE
INTERVENTO
DESCRIZIONE
INTERVENTO
MURATURA M1
L'EFFLORESCENZA SALINA SI
PRESENTA IN UNO STATO
AVANZATO IN ABBONDANTE
SUPERFICIE MURARIA A CAUSA DI
ELEVATE INFILTRAZIONI DI
ACQUA ED UMIDITA' NEL
SUPPORTO
EFFLORESCENZA
SALINA
PATINA BIOLOGICA
E' RISCONTRABILE SOPRATTUTTO
NELLA ZONA SUPERIORE DELLA
FACCIATA IN QUESTIONE
PRESENZA DI
VEGETAZIONE
LA PRESENZA DI VEGETAZIONE
VIENE RISCONTRATA NELLA PARTE
INFERIORE DELL'EDIFICIO A
CAUSA DI MUSCHI E ARBUSTI
MANCANZA
CADUTA DI MATERIALE LAPIDEO
RISCONTRABILE IN PICCOLE ZONE
DIFFUSE IN TUTTA LA FACCIATA
DILAVAMENTO GIUNTI
DI MALTA
QUADRO FESSURATIVO:
PRESENZA DI FESSURE EVIDENTI
IN FACCIATAFESSURE PASSANTI
PERDITA DEI GIUNTI DI MALTA
RISCONTRABILE SU ALCUNE
SUPERFICI DOVUTA AGLI AGENTI
ATMOSFERICI
07
LEGNO
OSSIDAZIONE /
RUGGINE
E' RISCONTRABILE IN TUTTE LE
PARTI IN FERRO ESPOSTE AGLI
AGENTI ATMOSFERICI ESTERNI
MANCANZA
MANCANZA DOVUTA ALLA
DISGREGAZIONE DI PARTI DI
COMPONENTI DELLO SCURO DOVUTA
ALLA PRESENZA DI AGENTI
BATTERICI QUALI FUNGHI E
MICRORGANISMI
ESFOLIAZIONE
PERDITA DI PARTI LEGNOSE
VISIBILE SULLA MAGGIOR PARTE
DEGLI SCURI DOVUTA ALLA
PESSIMA MANUTENZIONE E
PROTEZIONE DEGLI STESSI
COPPI IN
LATERIZIO
FRECCIA E
DISLOCAZIONE
EVIDENTE ABBASSAMENTO DEL
TETTO CHE PRESUPPONE UNA
ZONA DI CROLLO
TIRANTI IN
FERRO
MARCESCENZA TESTA
DELLA TRAVE
PATINA BIOLOGICA
E' RISCONTRABILE SULLA
FALDA NORD, ESSA E' DOVUTA
ALL'ORIENTAMENTO
MANCANZA
CADUTA DI COPPI IN LATERIZIO O
PEZZI DI ESSI RISCONTRATA
ABBONDANTEMENTE SULLA
COPERTURA
MACCHIA
E' RISCONTRABILE NELLA
PARETE ED E' DOVUTA ALLA
PRESENZA DI MATERIALE
ESTRANEO AL SUBSTRATO
MALTA
CEMENTIZIA
DOVUTA AL RISTAGNO DI
UMIDITA' E ACQUA SULLA
SUPERFICIE DELLE TRAVI, ESSA
E' DIFFUSA SULLA MAGGIOR
PARTE DEGLI ELEMENTI LIGNEI
DELLA FACCIATA
DISTACCO
FESSURAZIONE
NON PASSANTE
PATINA BIOLOGICA
PRESENTE IN CONTINUITA' NEL
LATO RIVOLTO VERSO NORD IN
PARTICOLARE PREVALENZA SULLA
CANNA FUMARIA
PRESENZA DI
VEGETAZIONE
LA PRESENZA DI VEGETAZIONE
VIENE RISCONTRATA NELLA
PARTE INFERIORE DELLA CANNA
FUMARIA
MALTA
CEMENTIZIA
PERDITA DI STRATI
SUPERFICIALI DOVUTA
DALL'UMIDITA'
PRESENZA DI PICCOLE FESSURE
SULLA PARETE E SULLA CANNA
FUMARIA
P1
INDAGINE SULLA EFFETTIVA
STABILITA' STRUTTURALE, CON
PROVE DI SCHEGGIATURA E
CAROTATURA DI TRAVI E
TRAVETTI; PROVE DI INFISSIONE
A BATTITURA; VALUTAZIONE
DELLA SEZIONE RESISTENTE
RESIDUA, AI FINI DI
RAFFORZAMENTI LOCALI O
SOSTITUZIONI
SOSTITUZIONE TOTALE O PARZIALE
DELLE PARTI DANNEGGIATE O NON
PRESENTI
CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE
DIFFUSO MEDIANDE APPLICAZIONE DI
SOLUZIONI AD ALTO GRADO DI
PENETRAZIONE ED EFFETTO
CONSOLIDANTE, IDROREPELLENTE E
CAPACE DI MANTENERE LA
TRASPIRAZIONE DEL MATERIALE
CO1
P2
R1
P2
T1
P1
RE1
CONSOLIDAMENTO ATTRAVERSO
STUCCATURE DI MALTA A BASE DI
CALCE
CO2
PR1
P1
STILLATURA DEI GIUNTI DI MALTA
CON USO DI MALTA A BASE DI CALCE
S1
CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE
DIFFUSO MEDIANDE APPLICAZIONE DI
SOLUZIONI AD ALTO GRADO DI
PENETRAZIONE ED EFFETTO
CONSOLIDANTE, IDROREPELLENTE E
CAPACE DI MANTENERE LA
TRASPIRAZIONE DEL MATERIALE
QUADRO FESSURATIVO:
PRESENZA DI FESSURE EVIDENTI
IN FACCIATA
FESSURE NON PASSANTI
PR1
P1
RE1
CONSOLIDAMENTO ATTRAVERSO
STUCCATURE DI MALTA A BASE DI
CALCE
CO2
P2
T1
P2
P1
RE2
P2
P2
STILLATURA DELLA SUPERFICIE CON
USO DI MALTA A BASE DI CALCE
S2
CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE
DIFFUSO MEDIANDE APPLICAZIONE DI
SOLUZIONI AD ALTO GRADO DI
PENETRAZIONE ED EFFETTO
CONSOLIDANTE, IDROREPELLENTE E
CAPACE DI MANTENERE LA
TRASPIRAZIONE DEL MATERIALE
CO1
P3
CO2
P2
PR1
P1
CONSOLIDAMENTO ATTRAVERSO
STUCCATURE DI MALTA A BASE DI
CALCE
CO2
M1
T2
ST2
TRATTAMENTO DEL LEGNO CON
SOSTANZE PROTETTIVE APPLICATE
A SPRUZZO O A PENNELLO
SOSTITUZIONE TOTALE O PARZIALE
DELLE PARTI DANNEGGIATE O NON
PRESENTI
ST2 SOSTITUZIONE TOTALE O PARZIALE
DELLE PARTI DANNEGGIATE O NON
PRESENTI
ST1
CO1
P1
CO1
P2
R1
P2
T1
P1
RE1
CO2
PR1P1
S1
CO1
PR1
P1
RE1
CO2
PR1
P1
RE1
CO2
P3
CO2
P2
P1
RE2
ST1
P2
S2
CO1
P2
T1
PR1
P1
CO2
ST2
T2
ST2 M1
73. 73
PROSPETTO NORD - SCALA 1:50
ABACO DEI FENOMENI DI DEGRADO E DISSESTO
ALTERAZIONI E
DEGRADAZIONI
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO CODICE
INTERVENTO
DESCRIZIONE
INTERVENTO
ALTERAZIONI E
DEGRADAZIONI
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO CODICE
INTERVENTO
DESCRIZIONE
INTERVENTO MAT
MURATURA M1
L'EFFLORESCENZA SALINA SI
PRESENTA IN UNO STATO
AVANZATO IN ABBONDANTE
SUPERFICIE MURARIA A CAUSA DI
ELEVATE INFILTRAZIONI DI
ACQUA ED UMIDITA' NEL
SUPPORTO
EFFLORESCENZA
SALINA
PATINA BIOLOGICA
E' RISCONTRABILE SOPRATTUTTO
NELLA ZONA SUPERIORE DELLA
FACCIATA IN QUESTIONE
PRESENZA DI
VEGETAZIONE
LA PRESENZA DI VEGETAZIONE
VIENE RISCONTRATA NELLA PARTE
INFERIORE DELL'EDIFICIO A
CAUSA DI MUSCHI E ARBUSTI
MANCANZA
CADUTA DI MATERIALE LAPIDEO
RISCONTRABILE IN PICCOLE ZONE
DIFFUSE IN TUTTA LA FACCIATA
DILAVAMENTO GIUNTI
DI MALTA
QUADRO FESSURATIVO:
PRESENZA DI FESSURE EVIDENTI
IN FACCIATAFESSURE PASSANTI
PERDITA DEI GIUNTI DI MALTA
RISCONTRABILE SU ALCUNE
SUPERFICI DOVUTA AGLI AGENTI
ATMOSFERICI
LEGN
OSSIDAZIONE /
RUGGINE
E' RISCONTRABILE IN TUTTE LE
PARTI IN FERRO ESPOSTE AGLI
AGENTI ATMOSFERICI ESTERNI
COPPI IN
LATERIZIO
FRECCIA E
DISLOCAZIONE
EVIDENTE ABBASSAMENTO DEL
TETTO CHE PRESUPPONE UNA
ZONA DI CROLLO
TIRANTI IN
FERRO
PATINA BIOLOGICA
E' RISCONTRABILE SULLA
FALDA NORD, ESSA E' DOVUTA
ALL'ORIENTAMENTO
MANCANZA
CADUTA DI COPPI IN LATERIZIO O
PEZZI DI ESSI RISCONTRATA
ABBONDANTEMENTE SULLA
COPERTURA
MACCHIA
E' RISCONTRABILE NELLA
PARETE ED E' DOVUTA ALLA
PRESENZA DI MATERIALE
ESTRANEO AL SUBSTRATO
MALTA
CEMENTIZIA
DISTACCO
PRESENZA DI
VEGETAZIONE
LA PRESENZA DI VEGETAZIONE
VIENE RISCONTRATA NELLA
PARTE INFERIORE DELLA CANNA
FUMARIA
MAL
CEM
PERDITA DI STRATI
SUPERFICIALI DOVUTA
DALL'UMIDITA'
P1
CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE
DIFFUSO MEDIANDE APPLICAZIONE DI
SOLUZIONI AD ALTO GRADO DI
PENETRAZIONE ED EFFETTO
CONSOLIDANTE, IDROREPELLENTE E
CAPACE DI MANTENERE LA
TRASPIRAZIONE DEL MATERIALE
CO1
P2
R1
P2
T1
P1
RE1
CONSOLIDAMENTO ATTRAVERSO
STUCCATURE DI MALTA A BASE DI
CALCE
CO2
PR1
P1
STILLATURA DEI GIUNTI DI MALTA
CON USO DI MALTA A BASE DI CALCE
S1
CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE
DIFFUSO MEDIANDE APPLICAZIONE DI
SOLUZIONI AD ALTO GRADO DI
PENETRAZIONE ED EFFETTO
CONSOLIDANTE, IDROREPELLENTE E
CAPACE DI MANTENERE LA
TRASPIRAZIONE DEL MATERIALE
QUADRO FESSURATIVO:
PRESENZA DI FESSURE EVIDENTI
IN FACCIATA
FESSURE NON PASSANTI
PR1
P1
RE1
CONSOLIDAMENTO ATTRAVERSO
STUCCATURE DI MALTA A BASE DI
CALCE
CO2
P2
T1
P2
P1
RE2
P2
P2
STILLATURA DELLA SUPERFICIE CON
USO DI MALTA A BASE DI CALCE
S2
CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE
DIFFUSO MEDIANDE APPLICAZIONE DI
SOLUZIONI AD ALTO GRADO DI
PENETRAZIONE ED EFFETTO
CONSOLIDANTE, IDROREPELLENTE E
CAPACE DI MANTENERE LA
TRASPIRAZIONE DEL MATERIALE
CO1
P3
CO2
SOSTITUZIONE TOTALE O PARZIALE
DELLE PARTI DANNEGGIATE O NON
PRESENTI
ST1
CO1
P1
CO1 R1
P2
T1
P1
RE1
CO2
PR1P1
S1
CO1
PR1
P1
RE1
CO2
P3
CO2
ST2
PROSPETTO NORD - SCALA 1:50
ABACO DEI FENOMENI DI DEGRADO E DISSESTO
ALTERAZIONI E
DEGRADAZIONI
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO CODICE
INTERVENTO
DESCRIZIONE
INTERVENTO
ALTERAZIONI E
DEGRADAZIONI
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO CODICE
INTERVENTO
DESCRIZIONE
INTERVENTO
MURATURA M1
L'EFFLORESCENZA SALINA SI
PRESENTA IN UNO STATO
AVANZATO IN ABBONDANTE
SUPERFICIE MURARIA A CAUSA DI
ELEVATE INFILTRAZIONI DI
ACQUA ED UMIDITA' NEL
SUPPORTO
EFFLORESCENZA
SALINA
PATINA BIOLOGICA
E' RISCONTRABILE SOPRATTUTTO
NELLA ZONA SUPERIORE DELLA
FACCIATA IN QUESTIONE
PRESENZA DI
VEGETAZIONE
LA PRESENZA DI VEGETAZIONE
VIENE RISCONTRATA NELLA PARTE
INFERIORE DELL'EDIFICIO A
CAUSA DI MUSCHI E ARBUSTI
MANCANZA
CADUTA DI MATERIALE LAPIDEO
RISCONTRABILE IN PICCOLE ZONE
DIFFUSE IN TUTTA LA FACCIATA
DILAVAMENTO GIUNTI
DI MALTA
QUADRO FESSURATIVO:
PRESENZA DI FESSURE EVIDENTI
IN FACCIATAFESSURE PASSANTI
PERDITA DEI GIUNTI DI MALTA
RISCONTRABILE SU ALCUNE
SUPERFICI DOVUTA AGLI AGENTI
ATMOSFERICI
OSSIDAZIONE /
RUGGINE
E' RISCONTRABILE IN TUTTE LE
PARTI IN FERRO ESPOSTE AGLI
AGENTI ATMOSFERICI ESTERNI
COPPI IN
LATERIZIO
FRECCIA E
DISLOCAZIONE
EVIDENTE ABBASSAMENTO DEL
TETTO CHE PRESUPPONE UNA
ZONA DI CROLLO
TIRANTI IN
FERRO
PATINA BIOLOGICA
E' RISCONTRABILE SULLA
FALDA NORD, ESSA E' DOVUTA
ALL'ORIENTAMENTO
MANCANZA
CADUTA DI COPPI IN LATERIZIO O
PEZZI DI ESSI RISCONTRATA
ABBONDANTEMENTE SULLA
COPERTURA
MACCHIA
E' RISCONTRABILE NELLA
PARETE ED E' DOVUTA ALLA
PRESENZA DI MATERIALE
ESTRANEO AL SUBSTRATO
MALTA
CEMENTIZIA
DISTACCO
PRESENZA DI
VEGETAZIONE
LA PRESENZA DI VEGETAZIONE
VIENE RISCONTRATA NELLA
PARTE INFERIORE DELLA CANNA
FUMARIA
PERDITA DI STRATI
SUPERFICIALI DOVUTA
DALL'UMIDITA'
P1
CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE
DIFFUSO MEDIANDE APPLICAZIONE DI
SOLUZIONI AD ALTO GRADO DI
PENETRAZIONE ED EFFETTO
CONSOLIDANTE, IDROREPELLENTE E
CAPACE DI MANTENERE LA
TRASPIRAZIONE DEL MATERIALE
CO1
P2
R1
P2
T1
P1
RE1
CONSOLIDAMENTO ATTRAVERSO
STUCCATURE DI MALTA A BASE DI
CALCE
CO2
PR1
P1
STILLATURA DEI GIUNTI DI MALTA
CON USO DI MALTA A BASE DI CALCE
S1
CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE
DIFFUSO MEDIANDE APPLICAZIONE DI
SOLUZIONI AD ALTO GRADO DI
PENETRAZIONE ED EFFETTO
CONSOLIDANTE, IDROREPELLENTE E
CAPACE DI MANTENERE LA
TRASPIRAZIONE DEL MATERIALE
QUADRO FESSURATIVO:
PRESENZA DI FESSURE EVIDENTI
IN FACCIATA
FESSURE NON PASSANTI
PR1
P1
RE1
CONSOLIDAMENTO ATTRAVERSO
STUCCATURE DI MALTA A BASE DI
CALCE
CO2
P2
T1
P2
P1
RE2
P2
P2
STILLATURA DELLA SUPERFICIE CON
USO DI MALTA A BASE DI CALCE
S2
CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE
DIFFUSO MEDIANDE APPLICAZIONE DI
SOLUZIONI AD ALTO GRADO DI
PENETRAZIONE ED EFFETTO
CONSOLIDANTE, IDROREPELLENTE E
CAPACE DI MANTENERE LA
TRASPIRAZIONE DEL MATERIALE
CO1
P3
CO2
SOSTITUZIONE TOTALE O PARZIALE
DELLE PARTI DANNEGGIATE O NON
PRESENTI
ST1
CO1
P1
CO1 R1
P2
T1
P1
RE1
CO2
PR1P1
S1
CO1
PR1
P1
RE1
CO2
DESCRIZIONE CODICE
INTERVENTO
DESCRIZIONE
INTERVENTO
ALTERAZIONI E
DEGRADAZIONI
MATERIALE FOTO DESCRIZIONERETINO CODICE
INTERVENTO
DESCRIZIONE
INTERVENTO
LEGNO
E' RISCONTRABILE IN TUTTE LE
PARTI IN FERRO ESPOSTE AGLI
AGENTI ATMOSFERICI ESTERNI
MANCANZA
MANCANZA DOVUTA ALLA
DISGREGAZIONE DI PARTI DI
COMPONENTI DELLO SCURO DOVUTA
ALLA PRESENZA DI AGENTI
BATTERICI QUALI FUNGHI E
MICRORGANISMI
ESFOLIAZIONE
PERDITA DI PARTI LEGNOSE
VISIBILE SULLA MAGGIOR PARTE
DEGLI SCURI DOVUTA ALLA
PESSIMA MANUTENZIONE E
PROTEZIONE DEGLI STESSI
EVIDENTE ABBASSAMENTO DEL
TETTO CHE PRESUPPONE UNA
ZONA DI CROLLO
MARCESCENZA TESTA
DELLA TRAVE
E' RISCONTRABILE SULLA
FALDA NORD, ESSA E' DOVUTA
ALL'ORIENTAMENTO
CADUTA DI COPPI IN LATERIZIO O
PEZZI DI ESSI RISCONTRATA
ABBONDANTEMENTE SULLA
COPERTURA
E' RISCONTRABILE NELLA
PARETE ED E' DOVUTA ALLA
PRESENZA DI MATERIALE
ESTRANEO AL SUBSTRATO
DOVUTA AL RISTAGNO DI
UMIDITA' E ACQUA SULLA
SUPERFICIE DELLE TRAVI, ESSA
E' DIFFUSA SULLA MAGGIOR
PARTE DEGLI ELEMENTI LIGNEI
DELLA FACCIATA
FESSURAZIONE
NON PASSANTE
PATINA BIOLOGICA
PRESENTE IN CONTINUITA' NEL
LATO RIVOLTO VERSO NORD IN
PARTICOLARE PREVALENZA SULLA
CANNA FUMARIA
LA PRESENZA DI VEGETAZIONE
VIENE RISCONTRATA NELLA
PARTE INFERIORE DELLA CANNA
MALTA
CEMENTIZIA
PERDITA DI STRATI
SUPERFICIALI DOVUTA
DALL'UMIDITA'
PRESENZA DI PICCOLE FESSURE
SULLA PARETE E SULLA CANNA
FUMARIA
INDAGINE SULLA EFFETTIVA
STABILITA' STRUTTURALE, CON
PROVE DI SCHEGGIATURA E
CAROTATURA DI TRAVI E
TRAVETTI; PROVE DI INFISSIONE
A BATTITURA; VALUTAZIONE
DELLA SEZIONE RESISTENTE
RESIDUA, AI FINI DI
RAFFORZAMENTI LOCALI O
SOSTITUZIONI
SOSTITUZIONE TOTALE O PARZIALE
DELLE PARTI DANNEGGIATE O NON
PRESENTI
T1
P2
P1
RE2
P2
P2
STILLATURA DELLA SUPERFICIE CON
USO DI MALTA A BASE DI CALCE
S2
CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE
DIFFUSO MEDIANDE APPLICAZIONE DI
SOLUZIONI AD ALTO GRADO DI
PENETRAZIONE ED EFFETTO
CONSOLIDANTE, IDROREPELLENTE E
CAPACE DI MANTENERE LA
TRASPIRAZIONE DEL MATERIALE
CO1
P3
CO2
P2
PR1
P1
CONSOLIDAMENTO ATTRAVERSO
STUCCATURE DI MALTA A BASE DI
CALCE
CO2
M1
T2
ST2
TRATTAMENTO DEL LEGNO CON
SOSTANZE PROTETTIVE APPLICATE
A SPRUZZO O A PENNELLO
SOSTITUZIONE TOTALE O PARZIALE
DELLE PARTI DANNEGGIATE O NON
PRESENTI
ST2 SOSTITUZIONE TOTALE O PARZIALE
DELLE PARTI DANNEGGIATE O NON
PRESENTI
ST1
P1
RE1
CO2
PR1 PR1
P1
RE1
CO2
P3
CO2
P2
1
E2
ST1
P2
S2
CO1
P2
T1
PR1
P1
CO2
ST2
T2
ST2 M1
74. 74
SALA
BAGNO RIP. DI PIANO
7 mq 5.5 mq CAMERA QUADRUPLA
26.5 mq
102.5 mq
A B B
SILOS
RECEPTION
DEPOSITO
BAGNO
BAR
23.5 mq
5 mq
38.4 mq
3.8 mq
15.2 mq
W.C.
4.6 mq
LOCALE TERMICO
FOCOLARE
INGRESSOINGRESSO
INGRESSO
CUCINA
22 mq
BAGNO
7 mq
BAGNO
3 mq
SPOGLIATOIO
4.3 mq
INGRESSO DIPENDENTI
5 mq
BAGNO
5.7 mq
A
A'
B
B'
C
C'
MUSILE DI PIAVE - PROVINCIA DI VENEZIA
PIANTA PIANO TERRA - SCALA 1:100
N
0 1 2 3 4 5mt
Pianta piano terra 1:100 (scala adattata)
DEMOLIZIONE
LEGENDA
NUOVA COSTRUZIONE
75. 75
SILOS
SALA
CAMERA DOPPIA
BAGNO RIP. DI PIANO
16.5 mq
7 mq 5.5 mq
BAGNO
8.8 mq
CAMERA QUADRUPLA
26.5 mq
CAMERA QUADRUPLA
22.5 mq
SERVIZIO CUCINA
5.3 mq
102.5 mq
BAGNO
9 mq
A
A'
B
B'
B
B'
SILOS
08
LEGENDA
DEMOLIZIONE
COSTRUZIONE
STRUTTURE CONSERVATE
PIANTA PIANO TERRA - SCALA 1:100
N
0 1 2 3 4 5mt
PIANTA PIANO TERRA - SCALA 1:100
N
0 1 2 3 4 5mt
Pianta piano primo 1:100 (scala adattata)
DEMOLIZIONE
LEGENDA
NUOVA COSTRUZIONE
77. 77
PROGETTAZIONE URBANISTICA
prof. ssa CHIARA BARATTUCCI
Il corso di progettazione urbanistica, collocato al primo seme-
stre del terzo anno, fornisce la sintesi delle conoscenze acquisite
nei primi due anni per favorire la maturazione dell’architetto.
L’obiettivo principale era quello di trasmettere le basi culturali
fondamentali per la formazione progressiva di un urbanista che
capisca l’importanza di adeguare le sue teorie e le sue strategie
d’intervento rispetto alla varietà di situazioni presenti nel terri-
torio europeo di oggi, un urbanista, esperto nella ristrutturazione
dell’urbanizzazione esistente, che considera la sperimentazio-
ne progettuale come un fondamentale esercizio posto tra “teo-
rie” e “pratiche”. Perseguendo questi obiettivi formativi prin-
cipali, il laboratorio era strutturato sulla stretta connessione tra
lezioni teoriche di supporto all’esercitazione progettuale e ses-
sioni pratiche in aula. Nelle sessioni pratiche il lavoro progettuale
a differenti scale ha riguardato un caso specifico del contesto ita-
liano: il territorio del Brenta, tra Venezia e Padova,la città di Mi-
rano. L’obiettivo è stato quello di proporre progetti urbanistici
sostenibili di ristrutturazione dell’esistente che, sebbene fon-
dati sulla sperimentazione, fossero capaci di confronto e dialogo.
78. 78
MIRANO
Posizione
Il territorio di Mirano si estende nell’area
nord-ovest della Provincia di Venezia, in
una posizione baricentrica rispetto a tre ca-
poluoghi di provincia: a circa 20 chilometri
da Venezia, 25 da Padova e 26 da Treviso.
Esso è collocato a ovest del Passante auto-
stradale di Mestre di recente realizzazione, che
lambisce il territorio appena oltre il confine con
il comune di Spinea per poi attraversare il Co-
mune di Mirano nel quadrante sud - est; a sud
invece è interessato dal corridoio intermondale
dell’ autostrada Padova - Venezia e della fer-
rovia; a nord è delimitato dal corso del fiume
Muson Vecchio e Rio Cimetto. Il confine ovest
è delimitato dagli assi del graticolato romano.
Il comune si trova nel cuore del comprenso-
rio del “Miranese”, che comprende altri sei Co-
muni :Martellago, Noale, Salzano, Santa Ma-
ria di Sala, Scorzè e Spinea; ciò nonostante
è escluso dal PRUSST, esso ha come obiet-
tivi interventi orientati all’ampliamento e alla ri-
qualificazione delle infrastrutture, del tessuto
economico-produttivo-occupazionale, al recupero
e alla riqualificazione dell’ambiente, dei tessuti
urbani e sociali degli ambiti territoriali interessati.
SISTEMA DELLA MOBILITA’
A57
A15
E70
MIRANO
PADOVA VENEZIA
MESTRE
STRADA PRINCIPALE
STRADA SECONDARIA
LEGENDA
AUTOSTRADA
STRADA TERZIARIA
STRADA DI CAMPAGNA
LINEA FERROVIARIA
79. 79
SISTEMA INSEDIATIVO TIPI INSEDIATIVIPRINCIPIO INSEDIATIVO
A
B
C
D
1
2
3
D
A - maglia reticolare chiusa regolare
B - maglia reticolare aperta occasionale
C - lineare semplice
D - irregolare
1 - fronte continuo
2 - fronte continuo con corti aperte
3 - ed. isolato con affaccio diretto
4 - ed.isolato con affaccio diretto
RESIDENZE
MANIFATTURIERO
LEGENDA
OSPEDALE
EDIFICI SCOLASTICI
COMMERCIALE
SERVIZI
CHIESE
CIMITERI
PADOVA
80. 80
SISTEMA AMBIENTALE OBBIETTIVI E AZIONI
Scopo degli interventi è “rallentare le acque “ durante gli eventi di piena
mentre attraversano il territorio rurale, così da aumentare la capacità di
laminazione da parte di canali e di zone poco urbanizzate.
Per evitare pericolose esondazioni nelle zone individuate come siti da
proteggere, in particolare i centri densamente abitati e aree dove le ac-
que possono causare ingenti danni alle persone e all’economia locale
OBBIETTIVO
AMBIENTALE
OBBIETTIVO
IDRAULICO
DIVERSE AZIONI POSSIBILI
STRUTTURALI NON STRUTTURALI
ESONDAZIONE
CONTROLLATA
AMPLIAMENTI DI TIPO
NATURALIFORME
VERDE ATTREZZATO
MAIS
LEGENDA
VERDE URBANO
CEREALI
BARBABIETOLE
ALTRE COLTURE
FRUTTETI - VIGNETI
81. 81
Rischio idraulico
Garantire gli insediamenti e le popolazioni contro il rischio di alluvioni costi-
tuisce un importante obiettivo: a tal fine i canali sono costruiti e gestiti affinché
possano allontanare le acque dai territori nel minor tempo possibile, così da
evitare esondazioni su centri abitati e aree agricole.
L’enorme sviluppo degli insediamenti degli ultimi decenni ha però reso
la gestione del rischio idraulico sempre più problematica: le portate
da smaltire sono, infatti, ulteriormente aumentate come conseguenza
dell’urbanizzazione e le reti consortili faticano ora, in molte situazioni, a
veicolare verso il mare l’ingente massa d’acqua che si riversa nei canali.
La soluzione di questa problematica richiede ingenti sforzi economici e tec-
nici per ade- guare la rete dei canali alla nuova situazione, ma costituisce
anche un’occasione per rivisitare la strategia di gestione del rischio idrau-
lico adottata sino a ora, così da ampliare il campo dei benefici che impor-
tanti investimenti atti a evitare le inondazioni possono dare al territorio.
Diventa necessario quindi governare le situazioni di
rischio idraulico attraverso progetti di gestione ambientale.
MIGLIORAMENTO
DELL’ECOSISTEMA
FLESSIBILITA’ DEL
TERRITORIO
RIQUALIFICAZIONE
DEL PAESAGGIO
REVITALIZZAZIONE
AREE AGRICOLE
PERNI DELLE AZIONI DI GESTIONE IDRICA
10.3
9.8
ESONDABILE
LEGENDA
RESIDENZE
MANIFATTURIERO
OSPEDALE
TESSILE
MOBILE
SERVIZI
COMMERICIALE
CIMITERI
ESONDABILE - F<30CM
ESONDABILE - F>30CM
82. 82
RISCHIO IDRAULICO - PERMEABILITA’
RISCHIO = (P E V ) P = pericolosità
E = elementi a rischio
V = vulnerabilità
CENTRALITÀ A RISCHIO
ESONDAZIONI ULTIMI 5-7 ANNI
ESONDAZIONI ULTIMI 5-7 ANNI
ESONDAZIONI ULTIMI 5-7 ANNI
TEMI FONDAMENTALI
Interventi naturalistici :
creazione di bacini di laminazione per ridurre il rischi idraulico
riforestazione delle aree nei pressi dei corsi d’acqua per favorire la
biodiversità
Permeabilità pubblica e privata:
il problema del rischio idraulico può essere ridotto nelle aree urbanizza-
te ponendo attenzione alla permeabilità interna
Nuova politica dell’edificazione
le nuove edificazioni saranno inserite nelle zone con il minor rischio
idraulico; queste aree godranno di incentivi offerti dal comune
83. 83
MICRO - PROGETTUALITÀINTERVENTI
A
A
B
D
A
F
C
C
C
G
- allargamento sezione dei canali
- forestazione di aree golenali
- creazione di aree di sosta
- zone umide con miglioramento del
habitat
-casse di espansione destinate all’e-
sondazione, le quali possono ospitare
coltivazioni o boschi di biomassa
-manutenzione e miglioramento delle
condizioni delle reti consortile, canali
e scoline
-ristrutturazioni edifici dismessi
-percorso naturalistico affiancato al
canale e alle nuove forestazioni con
creazione di punti di sosta
-costruzione di agriturismi, fattorie
didattiche , maneggi e punti di vendita
di prodotti a km 0
-assicurare e tutelare le aziende all’in-
terno del parco incentivando anche lo
sviluppo
87. 87
PROGETTAZIONE 2
prof. BENNO ALBRECHT
Il corso di progettazione architettonica del secondo anno era in-
serito nel laboratorio integrato di progettazione architettonica 2
insieme al corso di progettazione dei sistemi costruttivi e mecca-
nica strutturale. Il laboratorio aveva come fine la progettazione di
un complesso architettonico che contenesse appartamenti di va-
rie metrature ed edifici adibiti a servizi per il territorio. La ricerca
progettuale doveva articolarsi in un luogo ricco di storia e di forte
identità architettonica quale quello dei borghi medioevali, nello
specifico l’esercizio di progettazione ha avuto luogo a Pienza,
in provincia di Siena. Temi principali del corso erano la ricerca del
rapporto tra l’architettura e il contesto: il principio insediativo
che inseriva il complesso architettonico all’interno della morfo-
logia del borgo medioevale rendendolo parte integrante dell’e-
sistente, e la sostenibilità, intesa come la reperibilità dei materi-
ali utilizzati nell’opera all’interno del territorio circostante.
88. 88
1
1
2
3
2 3
1 - Borgo di Pienza
2 - Costruito di espansione
3 - Costruzioni isolate
PIENZA
1- Borgo di Pienza
2- Costruito di espansione
3- Costruzioni isolate
AREA DI PROGETTO E ATTINENZE
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE 2 - TAVOLA 1
3 - Costruzioni isolate
y
y
y
y
1 - Or
2 - Cir
3 - Co
4 - Re
SVILU
1
1
2
3
2 3
1 - Borgo di Pienza
2 - Costruito di espansione
3 - Costruzioni isolate
Area di Progetto e attinenze
Principio insediativo
95. 95
WORKSHOP 2013
prof. PIETRO VALLE
Il workshop si propone di verificare strategie di occupazione del-
le aree industriali abbandonate di Marghera con un intervento
polifunzionale incentrato su un edificio pubblico che funga da
magnete per un futuro sviluppo urbano e la sua integrazione
con un tessuto edilizio capace di crescere (e modificarsi) nel
tempo e contenente una molteplicità di funzioni. Tale parte di
città non avrà più i connotati mono-funzionali delle vecchie zone
produttive che “sprecano territorio” ma sarà formata da con-
tenitori flessibili capaci di accogliere residenze, attività artigiana-
li, produttive di piccola scala, uffici, servizi e scambi commerciali.
Si vuole definire una nuova “densità urbana” che concen-
tri e faccia interagire servizi diversi; essa sarà caratterizzata da
una forma architettonica “aperta” che cambia nella durata.
Viene scelta l’area di Marghera compre-
sa tra via Fratelli Bandiera e via dell’Elettricità.
103. 103
PROGETTAZIONE ARCH. E URBANA 3
prof. ssa FERNANDA DE MAIO
Il corso di progettazione del terzo anno era inserito nel labora-
torio integrato di progettazione architettonica e urbana insie-
me al corso di estimo. Fulcro del laboratorio era il Piave e il suo
contesto storico e ambientale.Il corso proponeva di lavorare in
un’area segnata al contempo da eventi di storia bellica mol-
to significativi a livello nazionale ( la I e II Battaglia del Piave
durante la I Guerra Mondiale) e dall’altro da una condizione
di oggettivo interesse dal punto di vista ambientale: il Montello
nella zona compresa tra Crocetta del Montello e Nervesa della
Battaglia. Lungo questo versante le rive del fiume “sacro alla
patria” lambiscono il Montello. In questo spazio, oggi punteg-
giato da una rada urbanizzazione e caratterizzato da declivi er-
bosi, da cui sono sparite le tracce delle trincee, si proponeva di
agire per riannodare i fili spezzati tra memoria e tempo presente.
109. 109
GETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA
Fernanda De Maio - Coll. Arch. Antonella Indrigo - Arch.Daniela Ruggeri
BOTTIN SIMONE 269391
BUSCATO RICCARDO 271363
MONTAGNER ENRICO 271021
GETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA
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Pa(e)saggi del Piave: il Montello - PRESA II
A.A. 2012/2013 2
PLANIMETRIA GENERALE - SCALA 1:200
SEZIONE GENERALE A-A' - SCALA 1:200
A A'
Sezione A-A 1:200 (scala adattata)
110. 110
PIANTE PIANO TERRA COMPLESSO 1 - SCALA 1:200
A A'
B B'
Sezione longitudinale B-B 1:200 (scala adattata)
Piante piano terra complesso 2-3 scala 1:200 (scala adattata)
111. 111
PIANTE PIANO PRIMO COMPLESSO 1 - SCALA 1:200
PROSPETTO EST GENERALE - SCALA 1:200
A A'
B B'
Piante piano primo complesso 1 -3scala 1:200 (scala adattata)
Prospetto 1:200 (scala adattata)
112. 112
PRIMO COMPLESSO 1 - SCALA 1:200
A'
B'
Pianta piano primo complesso 1 1:200 (scala adattata)
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E ARCHITETTONICA E URBANA
aio - Coll. Arch. Antonella Indrigo - Arch.Daniela Ruggeri
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E ARCHITETTONICA E URBANA
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Pa(e)saggi del Piave: il Montello - PRESA II
A.A. 2012/2013
PRIMO COMPLESSO 1 - SCALA 1:200
RALE B-B' - SCALA 1:50
Sezione complesso 3 1:50 (scala adattata)
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Pa(e)saggi del Piave: il Montello - PRESA II
A.A. 2012/2013
ISTE DEL COMPLESSO
PROSPETTO NORD GENERALE - SCALA 1:100
PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA
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PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA
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Pa(e)saggi del Piave: il Montello - PRESA II
A.A. 2012/2013
VISTE DEL COMPLESSO
PROSPETTO NORD GENERALE - SCALA 1:100
PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA
Prof. Fernanda De Maio - Coll. Arch. Antonella Indrigo - Arch.Daniela Ruggeri
PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA
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Pa(e)saggi del Piave: il Montello - PRESA II
A.A. 2012/2013
VISTE DEL COMPLESSO
PROSPETTO NORD GENERALE - SCALA 1:100
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BUSCATO RICCARDO 271363
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PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA BOTTIN SIMONE 269391
BUSCATO RICCARDO 271363
PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA BOTTIN SIMONE 269391
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Pa(e)saggi del Piave: il Montello - PRESA II
VISTE DEL COMPLESSO
PROSPETTO NORD GENERALE - SCALA 1:100
Render
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Pa(e)saggi del Piave: il Montello - PRESA II
SEZIONE A - A' - SCALA 1:200
PLANIMETRIA GENERALE - SCALA 1:200
Planimetria generale 1:500 (scala adattata)
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Pa(e)saggi del Piave: il Montello - PRESA II
A.A. 2012/2013
SEZIONE A - A' - SCALA 1:200
PLANIMETRIA GENERALE - SCALA 1:200
Sezione longitudinale complesso 5 C-C’1:200 (scala adattata)
Complesso 4
Complesso 6
Complesso 5
C
C’
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Pa(e)saggi del Piave: il Montello - PRESA II
A.A. 2012/2013
VISTE DEL COMPLESSO
SEZIONE B-B' SCALA 1:100
PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA
Prof. Fernanda De Maio - Coll. Arch. Antonella Indrigo - Arch.Daniela Ruggeri
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Prof. Fernanda De Maio - Coll. Arch. Antonella Indrigo - Arch.Daniela Ruggeri
VISTE DEL COMPLESSO
PIANTA PIANO TERRA - SCALA 1:200
SEZIONE B-B' SCALA 1:100
B'
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BUSCATO RICCARDO 271363
BOTTIN SIMONE 269391
BUSCATO RICCARDO 271363
Pa(e)saggi del Piave: il Montello - PRESA II
B'
Foto del plastico 1:500 Viste del complesso
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TIROCINIO
STUDIO RENZO RONCHIATO
Il tirocinio si è svolto presso lo studio di architettu-
ra di Renzo Ronchiato, nella sede di San Donà di Piave.
Il periodo previsto per il completamento dell’attività era com-
preso tra ottobre 2012 e gennaio 2013,con l’ammontare di cir-
ca 280 ore previste dal corso di studi. Le attività svolte sono state:
-restauro e cambio destinazione d’uso di una abitazione,
che grazie a dei lavori di ristrutturazione ha subito degli in-
terventi atti a renderlo un agriturismo. Inoltre è stata ag-
giunta in aderenza una struttura per ospitare una sala con-
vegni con relativi servizi igienici, un portico ed una rimessa;
-perfezionamento del progetto di un nuova uni-
tà abitativa a Noventa di Piave (VE): tramite la restitu-
zione grafica 3D, ho evidenziato le modifiche apporta-
te dall’architetto progettista al precedente progetto.
122. 122
Volo d’uccello Vista Sud
Vista Sud- Ovest Vista Nord- Ovest
Restituzione grafica 3D dell’abitazione privata
125. PIANO DI STUDI
PRIMO ANNO 2010/2011
COSTRUZIONE 1 _ MODULO COORDINATO:
Guardini M.|Cecchi A.|Franchi C.|
LAB. INTREGRATO DI PROGETTAZIONE 1:
Mantese E.|Rakowitz G.|
RAPPRESENTAZIONE 1 _ MODULO COORDINATO:
De Masi A.|Liva G.|
RAPPRESENTAZIONE 2 _ MODULO COORDINATO:
Lucchese V.|Paitowschi M.|
STORIA DELL’ ARCHITETTURA:
Curcio G.|
LINGUA INGLESE:
Millerchip J.|
TECNOLOGIA DELL’ ARCHITETTURA:
Muccelli G.|
WORKSHOP:
Rossetti M.|
SECONDO ANNO 2011/2012
FISICA TECNICA E CONTROLLO AMBIENTALE:
Romagnoni P.|
LAB. INTEGRATO DI PROGETTAZIONE 2:
Albrecht B.
STORIA DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA:
Bonaiti M.|
URBANISTICA:
Baiocco R.|
WORKSHOP:
Merlini P.|
STORIA DELLA CITTA’ E DEL TERRITORIO:
Zanchettin V.|
TERZO ANNO 2012/2013:
LAB. INTEGRATO DI PROG. ARCHITETT. E URBANA:
De Maio F.|
PROGETTAZIONE URBANISTICA:
Barattucci C.|
RESTAURO:
Vassallo E.|
WORKSHOP:
Valle P.|
GEOLOGIA TECNICA E AMBIENTALE:
Trevisani S.|
PRINCIPI DI PROGETTAZIONE STRUTTURALE:
Foraboschi P.|