Convegno "Biodiversità come motore dello sviluppo rurale". Il convegno si è tenuto al MUSE a Trento il 15 Novembre 2014. On line tutte le presentazioni ed i video dell'evento.
Il convegno aveva l'obiettivo di accostare e mettere a confronto le esperienze di utilizzo sostenibile delle risorse naturali. Realizzate in alcune zone della Tanzania e del Vietnam da organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale, queste iniziative sono state comparate con altrettante operazioni messe in atto in Trentino.
Il confronto voleva offrire una serie di spunti di riflessione su come la biodiversità possa favorire lo sviluppo rurale, attraverso l'uso sostenibile delle risorse naturali da parte delle comunità locali, in particolare nelle aree protette. Quattro i punti di vista adottati che si integrano tra di loro: le caratteristiche degli Ecosistemi, le forme di gestione, la partecipazione e le figure professionali per lo sviluppo locale.
Questa è la quarta di otto presentazioni. Cerca su youtube i video!
1. BIODIVERSITA’’ COME MOTORE DELLO
SVILUPPO RURALE
ESPERIENZE A CONFRONTO
Trento, 15 novembre 2014
Le caratteristiche degli Ecosistemi e le
forme organizzative per la tutela e la
valorizzazione della biodiversità nelle aree
protette del Trentino
Antonella Agostini – Ufficio Biotopi e Natura 2000
Provincia Autonoma di Trento
3. . LE ALPI
Le Alpi sono un hotspot di biodiversità della massima
rilevanza ecologica in Europa, comprese nella lista delle
238 ecoregioni prioritarie per la conservazione della
biodiversità del pianeta.
La presenza millenaria dell’uomo ha costantemente
modellato il territorio, arricchendone lo straordinario valore
ecologico con la creazione di biodiversità attraverso attività
agricole, selvicolturali e zootecniche estensive.
5. LA BIODIVERSITÀ IN
TRENTINO
Il territorio trentino conserva ancora un buon livello di
biodiversità.
La conformazione fisica, con grandi catene montuose, ha
impedito lo sfruttamento incontrollato che ha toccato altri
territori.
La posizione di cerniera tra le Alpi e l’ambiente dei
grandi laghi prealpini, determina una grande varietà
climatica e quindi anche biologica.
6. LE SPECIE ANIMALI
Nelle aree protette della provincia di Trento sono state censite 3724 specie animali e
vegetali, di cui 126 specie di importanza europea
7. LE SPECIE VEGETALI
Nelle aree protette della provincia di Trento sono state censite 3724 specie animali e
vegetali, di cui 126 specie di importanza europea
8. NUOVE SCOPERTE
Anche il nostro territorio ci riserva autentiche sorprese che ci avvertono
di quanto ancora rimane da capire. I ricercatori del Museo Civico di
Rovereto hanno scoperto ben 3 nuove specie: Brassica repanda
baldensis, Gentiana brentae, Primula recubariensis
Sattleria sophie è una specie nuova
recentemente scoperta sull'Altopiano
della Rosetta, nel Parco naturale
Paneveggio-Pale di San Martino
9. Le caratteristiche degli
Ecosistemi
TRE GRANDI GRUPPI
• Foreste (quasi il 56% del territorio)
• aree aperte asciutte (prati, pascoli, sistemi agrari)
• ambienti acquatici (laghi, fiumi, torrenti, paludi,
torbiere ecc)
10. GLI HABITAT
Nel territorio coperto della provincia di Trento sono stati censiti
57 tipi di habitat di interesse europeo di cui:
•15 di interesse prioritario, cioè quelli giudicati minacciati di
estinzione
suddivisi in 7 categorie (su 9 complessivamente previste dalla
direttiva europea “Habitat”)
11. VEGETAZIONE ACQUATICA E RIPARIA
(9 tipologie)
3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei
Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea
3140 Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.
3150 Laghi eutrofici naturali con veg. del Magnopotamion o Hydrocharition
3160 Laghi e stagni distrofici
3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea
3230 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica
3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos
3260 Fiumi delle pianure e montani con veg. del Ranunculion fluitantis
e Callitricho-Batrachion
3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p
e Bidention p.p.
12. VEGETAZIONE ARBUSTIVA DI TIPO
BOREALE (4 tipologie)
4030 Lande secche europee
4060 Lande alpine e boreali
4070 Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (Mugo- Rhododendretum hirsuti)
4080 Boscaglie subartiche di Salix spp.
13. VEGETAZIONE ARBUSTIVA DI IMPRONTA
MEDITERRANEO-ATLANTICA (4 tipologie)
5110 Formazioni stabili xerotermofile a Buxus sempervirens sui pendii rocciosi
(Berberidion p.p.)
5130 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli
14. VEGETAZIONE ERBACEA
(10 tipologie)
6110 Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi
6150 Formazioni erbose boreo-alpine silicee
6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine
6210 *Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su
substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)
6230 Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone
montane (e delle zone submontane dell'Europa continentale)
6240 Formazioni erbose sub-pannoniche
6410 Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limoso
(Molinion caeruleae)
6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile
6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis,
Sanguisorba officinalis)
6520 Praterie montane da fieno
15. TORBIERE (7 tipologie)
7110 Torbiere alte attive
7140 Torbiere di transizione e instabili
7150 Depressioni su substrati torbosi del Rhynchosporion
7210 Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion
davallianae
7220 Sorgenti pietrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion)
7230 Torbiere basse alcaline
7240 Formazioni pioniere alpine del Caricion bicoloris-atrofuscae
16. VEGETAZIONE PRIMITIVA DI ROCCE E
DETRITI DI FALDA (9 tipologie)
8110 Ghiaioni silicei dei piani montano fino a nivale (Androsacetalia
alpinae e Galeopsietalia ladani)
8120 Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini
(Thlaspietea rotundifolii)
8160 Ghiaioni dell'Europa centrale calcarei di collina e montagna
8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica
8220 Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica
8230 Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion o del
Sedo albi-Veronicion dillenii
8240 Pavimenti calcarei
8310 Grotte non ancora sfruttate a livello turistico
8340 Ghiacciai permanenti
17. BOSCHI (16 tipologie)
9110 Faggeti del Luzulo-Fagetum
9130 Faggeti dell'Asperulo-Fagetum
9140 Faggeti subalpini dell'Europa centrale con Acer e Rumex
arifolius
9150 Faggeti calcicoli dell'Europa centrale del Cephalanthero-
Fagion
9160 Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'Europa
centrale del Carpinion betuli
9180 Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion
91D0Torbiere boscose
91E0Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus
excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)
91H0Boschi pannonici di Quercus pubescens
91K0Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)
9260 Foreste di Castanea sativa
9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia
9410 Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio-
Piceetea)
9420 Foreste di Larix decidua e/o Pinus cembra
9170 Querceti di rovere del Galio-Carpinetum
91L0 Querceti di rovere illirici ( Erythronio-Carpinion)
24. PIANO DI ASSESTAMENTO DEI BENI SILVO-PASTORALI
Il 76% delle foreste è di proprietà pubblica, gestito attraverso il piano
di Assestamento, che indica quanto, quando, dove e come va
utilizzato il bosco.
In assenza di uno
strumento di
pianificazione il
capitale bosco
verrebbe brevemente
dilapidato da
utilizzazioni troppo
intense o localizzate,
ciò che purtroppo sta
succedendo in altre
parti del mondo.
25. Nei boschi trentini sono
accumulati 71,9 milioni di
tonnellate di Carbonio,
circa 207 ton/ha. Ogni anno
il bosco accumula circa
mezzo milione di tonnellate
http://www.sian.it/inventari
oforestale/jsp/home.jsp
26. LE TORBIERE
•da millenni
sottraggono anidride
carbonica (CO2)
dall'atmosfera terrestre
e la trattengono in
forma organica
•con un contenuto
medio in C del
30/35%, sono fra i più
efficaci serbatoi di di
stoccaggio
ecosistemico dei gas
serra.
•Sebbene esse
ricoprano soltanto il
3%delle terre emerse,
si stima trattengano
più del doppio del
Carbonio delle foreste
del pianeta e il 30%di
quello presente nei
suoli.
•ecosistemi naturali in cui, a causa delle particolari
condizioni ambientali, la sostanza organica si
decompone molto lentamente, accumulandosi sotto
forma di torba.
27. Le torbiere
•sono veri archivi biologici, dove spore e pollini si sono conservati in ottimo
stato per millenni, permettendoci oggi di risalire a preziose informazioni
scientifiche
•con la loro enorme capacità di assorbimento dell’acqua costituiscono
importanti volani e filtri idrici
•la torba viene usata in balneoterapia nella cura delle malattie dell' apparato
locomotore e della pelle.
•alcune produzioni pregiate locali come il salmone o il whisky dipendono della
torba per il processo di affumicatura
Se viene turbato l’equilibrio naturale le torbiere si trasformano in pericolose
fonti di emissione di carbonio. Le attuali emissioni di CO2 dovute a
prosciugamento, incendi e sfruttamento delle torbiere rappresentano oltre il
10% delle emissioni dovute ai combustibili fossili con conseguenze negative
per la biodiversità e il clima.
28. Le torbiere non sono una
prerogativa dei Paesi nordici.
Coprono 400 milioni di ha in circa
180 Paesi. In Europa sono
localizzate soprattutto nel nord e di
esse rimane oggi circa la metà
dell’estensione originaria.
Anche il Sud Est asiatico è un’area
ricca di torbiere, che vanno
perdendosi a causa della produzione
di cellulosa e biocarburanti
In Italia le torbiere si trovano soprattutto nella zona
alpina.
In Trentino sono stati censiti più di 700 siti con torbiere e
i più importanti sottoposti a tutela fin dal 1986
29. AGRICOLTURA
Nell’ambiente alpino l’agricoltura ha da sempre
rivestito una notevole importanza nella creazione e
conservazione della biodiversità.
Il ruolo delle aree aperte seminaturali, quali prati e
pascoli è stato pienamente riconosciuto da Natura 2000,
che, in maniera innovativa rispetto alla tradizionale
concezione di area protetta, ne richiede una gestione
attiva.
30. Da alcuni decenni però l’attività agricola/zootecnica si è
radicalmente trasformata, percorrendo due linee di
tendenza tra loro opposte:
abbandono delle pratiche tradizionali e del territorio
intensivizzazione della produzione nelle aree vocate
31. I PRATI
•La prateria naturale primaria, ecosistema del tutto naturale, si
estende in alta quota, oltre il limite superiore del bosco
•I prati da sfalcio sono ecosistemi erbacei creati dall’azione
dell’uomo, attraverso una azione secolare di selezione attenta e
moltiplicazione delle specie erbacee costitutive.
• Ecosistemi del tutto nuovi nella storia naturale, sono dotati di una
elevata valenza ecologica. La pratica costante dello sfalcio ha
introdotto particolari modalità di rigenerazione e di combinazione
erbacea e creato un’ elevata biodiversità .
Le superfici agricole provinciali destinate al prato
permanente ammontano a quasi 20.000 ettari, una
porzione significativa del territorio
•fondamentale risorsa per le produzioni zootecniche locali
•un importante elemento del paesaggio montano.
32. I PRATI RICCHI DI SPECIE
Un prato ricco di specie si presenta in
genere pluristratificato, con una
fioritura variopinta, con 30-40, talora
anche 50 specie diverse su pochi
metri quadrati.
Errori di coltivazione, come la
discontinuità dello sfalcio, ma
soprattutto gli eccessi di
concimazione azotata fanno regredire
gli equilibri della cotica erbosa,
abbassando la quantità delle specie
presenti e qualità del foraggio e il
loro valore ecologico e paesaggistico
Molta della superficie costituita in
origine da prati ricchi di specie è
perduta a causa di trasformazioni
agrarie intensive, bonifiche o
l’abbandono (e avanzata del bosco).
33.
34. BOSCHI DI
NEOFORMAZIONE E
ASSORBIMENTO DEL
CARBONIO
L’espansione del bosco su
nuove superfici è anche una
forma di compensazione
della perdita di superficie
(per urbanizzazione o nuovi
terreni agricoli). Il C perduto
nel corso di quelle operazioni
viene in parte ricatturato. La
superficie di territorio
disboscato in Trentino
nell’ultimo trentennio è di
circa 2600 ha.
36. LA NASCITA DEI PARCHI NAZIONALI
Metà del 1800: primi allarmi dei naturalisti sulle estinzioni
1872 parco nazionale Yellowstone ( USA)
Valore scenico/ uso turistico ricreativo
1909 - Svezia (6 parchi)
1914 Engadina ( impostazione protezionistica)
1919 - Bialowieza (Polonia)
1922 – 23 Abruzzo e Gran Paradiso
1926 - Kruger National Park
1934 Circeo
1935 - Stelvio
Protezione di grandi paesaggi, dove la natura è incontaminata o quasi,
sottratti all’utilizzazione per preservarli in condizioni naturali per le nuove
generazioni.
37. EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI AREA PROTETTA
•abbandono del modello esclusivamente protezionistico
•ammissione delle attività tradizionali e compatibili
•valorizzazione didattica e ricreativa
Le aree protette moderne hanno varie funzioni e diverso è il tipo
di gestione a seconda di quelle prevalenti :
•conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, protezione dei
bacini imbriferi e del ciclo dell’acqua
ricerca scientifica
uso sociale dei beni ambientali
- funzione ricreativa
- produzione di risorse sostenibili per la comunità locale
- educazione ambientale
38. UNIONE INTERNAZIONALE
PER LA CONSERVAZIONE
DELLA NATURA
Fondata nel 1948: 78 stati, 112
agenzie Governative, 735 NGO, 35
enti affiliati e 10.000 scienziati in 181
paesi
Definizione di area
protetta (risoluzione 19.4):
“un’area terrestre o marina,
specialmente dedicata alla
protezione e alla
conservazione della
biodiversità e delle risorse
naturali e culturali associate,
gestita con efficaci misure
legali o di altro tipo”.
39. Cat. II Parchi Nazionali Protezione ecosistemi e ricreazione
Uso sostenibile degli ecosistemi
naturali
Aree Protette per la
gestione di risorse
Cat. VI
Conservazione di paesaggi e
ricreazione
Cat. V Paesaggi protetti
Conservazione attraverso interventi
gestionali
Riserve per la gestione di
specie e habitat
Cat. IV
Conservazione di specifiche
singolarità naturali
Cat. III Monumenti Naturali
Scopi scientifici e di protezione di
ambienti naturali
Riserve Naturali
Integrali/aree wilderness
Cat. I
CLASSIFICAZIONE E FORME DI
UTILIZZAZIONE
•Nel mondo ci sono 48.000 aree protette per 15 milioni kmq
(10.6% terre emerse) + le riserve marine
40. PECULIARITÀ DEL TERRITORIO
EUROPEO
• Non esistono di norma grandi paesaggi in condizioni naturali da
mantenere come tali per le generazioni future. Nei parchi sono
presenti infrastrutture
• I rapporti di proprietà individuali e collettive non sono
compatibili con un criterio di salvaguardia assoluta, che non viene
accettata a livello locale
• E’ opportuno mantenere dei paesaggi colturali tradizionali in via
di scomparsa (causa le rapide modificazioni socio-economiche),
per motivi di tipo:
– estetico (apprezzamento di questi paesaggi)
- culturale (segno della civiltà tradizionale)
- naturalistico (specie legati a questi ambienti e biodiversità)
41. AREE PROTETTE
TRA ISOLAMENTO E INTEGRAZIONE
Il concetto di “area protetta” ha subito negli anni una
profonda evoluzione.
Fino agli anni ’90:
protezione” del patrimonio naturale = isolamento dell’area ad
alto valore naturalistico.
Lunghe e complesse fasi di definizione degli ambiti, di istituzione,
regolamentazione, pianificazione.
tutela della biodiversità concentrata sulla tutela delle specie.
42. Lentamente si fa strada un approccio sistemico che
porterà alla Convenzione sulla diversità biologica,
sottoscritta a Rio de Janeiro nel giugno 1992 e alla
Direttiva Europea Habitat, del 21 maggio 1992
A partire dagli anni ‘90 le iniziative internazionali e
comunitarie di conservazione della natura si sono
orientati verso la creazione di sistemi di aree protette,
dove le aree sono “nodi” di una rete biologica che
comprende anche “corridoi” biologici per la fauna e la
flora ( Natura 2000 ad es.)
43. tutela della specie -definizione singola area protetta
approccio ecosistemico - approccio integrato
45. Dagli anni ’80 ad oggi: l’evoluzione dell’approccio:
dalla tutela in
senso stretto
alla rete ecologica
Foto. S, Zanghellini
46. le leggi sui Biotopi e sui Parchi Naturali
• 2 Parchi naturali
• 67 biotopi di interesse
provinciale
• 219 biotopi di interessi
comunali
Anni ‘80
47. Anni ‘90
• Il processo di individuazione dei siti della rete europea Natura 2000
135 siti di importanza comunitaria
19 Zone di protezione Speciale
• La strategia di tutela attiva degli ecosistemi: conservazione tramite
azioni pilota di ripristino in sito ed ex sito
• La promozione degli aspetti di
• fruizione e di educazione ambientale
48. Anni 2000
• L’istituzione dei siti della rete Natura 2000
• I parchi fluviali del PUP
• La L.P. 11/2007 sul governo del
territorio:
– la rete provinciale delle aree
protette ed il concetto di
corridoi ecologici
– le reti di Riserve
49. L.P. 11/07:
GOVERNO DEL TERRITORIO FORESTALE E MONTANO,
DEI CORSI D’ACQUA E DELLE AREE PROTETTE.
Il principio di singola area da proteggere
è integrato nel concetto di Rete di Aree Protette.
Rete costituita da nodi (le aree) e maglie (corridoi)
che fa parte integrante del territorio
e con esso interagisce
La rete delle aree protette provinciali é costituita da:
Rete Europea Natura 2000
Parchi Naturali provinciali
Riserve Naturali Provinciali
Riserve locali
Aree protezione fluviale
Rete di Riserve
50. FINALITÀ DEL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE
PROVINCIALI (art. 33 L. P. 11/07):
• In un’ottica di Rete delle aree protette provinciali, conservare,
recuperare e valorizzare le caratteristiche naturali e ambientali, con
particolare riferimento agli habitat, alle specie, alle emergenze
naturali e alla biodiversità;
• applicare metodi di gestione idonei a realizzare una integrazione
tra uomo e ambiente naturale (anche mediante la salvaguardia e la
valorizzazione dei valori antropologici, archeologici, storici e
architettonici).
51. AREE PROTETTEDEL TRENTINO
L.P.11/07 art.34
Siti di Importanza Comunitaria
Aree di Protezione fluviale
(secondo PUP e PGUAP)
ora
Zone speciali di conservazione
(135)
154313 ha
Parco Nazionale
dello Stelvio
Settore Trentino
17.910,31 ha
Parchi naturali
provinciali
(Parco Adamello Brenta
Parco Paneveggio P.S.M.)
81.176,45 ha
Riserve naturali
provinciali
Ex Biotopi di interesse
Provinciale
+
Ex RiserveNaturali
(71)
4591,4 ha
C o r r i d o i e c o l o g i c i
Riserve
locali
Reti di riserve
Parchi naturali
locali
Zone di
Protezione
Speciale
(19)
127.137,29 Ha
di cui 21.785
fuori SIC
55. Rete Natura 2000 (ZPS + SIC) interessa
complessivamente una superficie di
ha 176.098
pari a circa il 28%
del territorio provinciale
comprendendo la quasi totalità delle aree protette a vario titolo
57. Il sistema di protezione interessa tutto il territorio con
caratteristiche di naturalità, tenendo conto
dell’interdipendenza delle aree
L’obiettivo è una gestione sostenibile delle risorse
naturali su tutto il territorio, restando nell’ambito della
sua capacità portante
Viene tutelato il paesaggio, in particolare quello alto
alpino ( soprattutto attraverso i parchi) ma anche la
biodiversità e le emergenze naturalistiche.