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BIODIVERSITA’’ COME MOTORE DELLO 
SVILUPPO RURALE 
ESPERIENZE A CONFRONTO 
Trento, 15 novembre 2014 
Le caratteristiche degli Ecosistemi e le 
forme organizzative per la tutela e la 
valorizzazione della biodiversità nelle aree 
protette del Trentino 
Antonella Agostini – Ufficio Biotopi e Natura 2000 
Provincia Autonoma di Trento
Marmolada 
Punta Penia 3.343 m
. LE ALPI 
Le Alpi sono un hotspot di biodiversità della massima 
rilevanza ecologica in Europa, comprese nella lista delle 
238 ecoregioni prioritarie per la conservazione della 
biodiversità del pianeta. 
La presenza millenaria dell’uomo ha costantemente 
modellato il territorio, arricchendone lo straordinario valore 
ecologico con la creazione di biodiversità attraverso attività 
agricole, selvicolturali e zootecniche estensive.
BIODIVERSITÀ ALPINA IN CIFRE
LA BIODIVERSITÀ IN 
TRENTINO 
Il territorio trentino conserva ancora un buon livello di 
biodiversità. 
La conformazione fisica, con grandi catene montuose, ha 
impedito lo sfruttamento incontrollato che ha toccato altri 
territori. 
La posizione di cerniera tra le Alpi e l’ambiente dei 
grandi laghi prealpini, determina una grande varietà 
climatica e quindi anche biologica.
LE SPECIE ANIMALI 
Nelle aree protette della provincia di Trento sono state censite 3724 specie animali e 
vegetali, di cui 126 specie di importanza europea
LE SPECIE VEGETALI 
Nelle aree protette della provincia di Trento sono state censite 3724 specie animali e 
vegetali, di cui 126 specie di importanza europea
NUOVE SCOPERTE 
Anche il nostro territorio ci riserva autentiche sorprese che ci avvertono 
di quanto ancora rimane da capire. I ricercatori del Museo Civico di 
Rovereto hanno scoperto ben 3 nuove specie: Brassica repanda 
baldensis, Gentiana brentae, Primula recubariensis 
Sattleria sophie è una specie nuova 
recentemente scoperta sull'Altopiano 
della Rosetta, nel Parco naturale 
Paneveggio-Pale di San Martino
Le caratteristiche degli 
Ecosistemi 
TRE GRANDI GRUPPI 
• Foreste (quasi il 56% del territorio) 
• aree aperte asciutte (prati, pascoli, sistemi agrari) 
• ambienti acquatici (laghi, fiumi, torrenti, paludi, 
torbiere ecc)
GLI HABITAT 
Nel territorio coperto della provincia di Trento sono stati censiti 
57 tipi di habitat di interesse europeo di cui: 
•15 di interesse prioritario, cioè quelli giudicati minacciati di 
estinzione 
suddivisi in 7 categorie (su 9 complessivamente previste dalla 
direttiva europea “Habitat”)
VEGETAZIONE ACQUATICA E RIPARIA 
(9 tipologie) 
3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei 
Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea 
3140 Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp. 
3150 Laghi eutrofici naturali con veg. del Magnopotamion o Hydrocharition 
3160 Laghi e stagni distrofici 
3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea 
3230 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica 
3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos 
3260 Fiumi delle pianure e montani con veg. del Ranunculion fluitantis 
e Callitricho-Batrachion 
3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p 
e Bidention p.p.
VEGETAZIONE ARBUSTIVA DI TIPO 
BOREALE (4 tipologie) 
4030 Lande secche europee 
4060 Lande alpine e boreali 
4070 Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (Mugo- Rhododendretum hirsuti) 
4080 Boscaglie subartiche di Salix spp.
VEGETAZIONE ARBUSTIVA DI IMPRONTA 
MEDITERRANEO-ATLANTICA (4 tipologie) 
5110 Formazioni stabili xerotermofile a Buxus sempervirens sui pendii rocciosi 
(Berberidion p.p.) 
5130 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli
VEGETAZIONE ERBACEA 
(10 tipologie) 
6110 Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi 
6150 Formazioni erbose boreo-alpine silicee 
6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine 
6210 *Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su 
substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) 
6230 Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone 
montane (e delle zone submontane dell'Europa continentale) 
6240 Formazioni erbose sub-pannoniche 
6410 Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limoso 
(Molinion caeruleae) 
6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile 
6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, 
Sanguisorba officinalis) 
6520 Praterie montane da fieno
TORBIERE (7 tipologie) 
7110 Torbiere alte attive 
7140 Torbiere di transizione e instabili 
7150 Depressioni su substrati torbosi del Rhynchosporion 
7210 Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion 
davallianae 
7220 Sorgenti pietrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion) 
7230 Torbiere basse alcaline 
7240 Formazioni pioniere alpine del Caricion bicoloris-atrofuscae
VEGETAZIONE PRIMITIVA DI ROCCE E 
DETRITI DI FALDA (9 tipologie) 
8110 Ghiaioni silicei dei piani montano fino a nivale (Androsacetalia 
alpinae e Galeopsietalia ladani) 
8120 Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini 
(Thlaspietea rotundifolii) 
8160 Ghiaioni dell'Europa centrale calcarei di collina e montagna 
8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 
8220 Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica 
8230 Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion o del 
Sedo albi-Veronicion dillenii 
8240 Pavimenti calcarei 
8310 Grotte non ancora sfruttate a livello turistico 
8340 Ghiacciai permanenti
BOSCHI (16 tipologie) 
9110 Faggeti del Luzulo-Fagetum 
9130 Faggeti dell'Asperulo-Fagetum 
9140 Faggeti subalpini dell'Europa centrale con Acer e Rumex 
arifolius 
9150 Faggeti calcicoli dell'Europa centrale del Cephalanthero- 
Fagion 
9160 Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'Europa 
centrale del Carpinion betuli 
9180 Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion 
91D0Torbiere boscose 
91E0Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus 
excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae) 
91H0Boschi pannonici di Quercus pubescens 
91K0Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion) 
9260 Foreste di Castanea sativa 
9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia 
9410 Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio- 
Piceetea) 
9420 Foreste di Larix decidua e/o Pinus cembra 
9170 Querceti di rovere del Galio-Carpinetum 
91L0 Querceti di rovere illirici ( Erythronio-Carpinion)
TERRITORIO, BOSCO E RETICOLO IDROGRAFICO
TIPI FORESTALI REALI
http://www.foreste.provincia.tn.it/progetti/formazioninew/home.htm
Come altre 
categorie di 
bosco, anche i 
LARICETI si 
suddividono in 
diversi tipi
22 
IL BOSCO: UN ECOSISTEMA COMPLESSO 
Diversità genetica 
Diversità specifica Diversità strutturale 
Diversità colturale 
culturale
Specie arboree native o naturalizzate in Trentino
PIANO DI ASSESTAMENTO DEI BENI SILVO-PASTORALI 
Il 76% delle foreste è di proprietà pubblica, gestito attraverso il piano 
di Assestamento, che indica quanto, quando, dove e come va 
utilizzato il bosco. 
In assenza di uno 
strumento di 
pianificazione il 
capitale bosco 
verrebbe brevemente 
dilapidato da 
utilizzazioni troppo 
intense o localizzate, 
ciò che purtroppo sta 
succedendo in altre 
parti del mondo.
Nei boschi trentini sono 
accumulati 71,9 milioni di 
tonnellate di Carbonio, 
circa 207 ton/ha. Ogni anno 
il bosco accumula circa 
mezzo milione di tonnellate 
http://www.sian.it/inventari 
oforestale/jsp/home.jsp
LE TORBIERE 
•da millenni 
sottraggono anidride 
carbonica (CO2) 
dall'atmosfera terrestre 
e la trattengono in 
forma organica 
•con un contenuto 
medio in C del 
30/35%, sono fra i più 
efficaci serbatoi di di 
stoccaggio 
ecosistemico dei gas 
serra. 
•Sebbene esse 
ricoprano soltanto il 
3%delle terre emerse, 
si stima trattengano 
più del doppio del 
Carbonio delle foreste 
del pianeta e il 30%di 
quello presente nei 
suoli. 
•ecosistemi naturali in cui, a causa delle particolari 
condizioni ambientali, la sostanza organica si 
decompone molto lentamente, accumulandosi sotto 
forma di torba.
Le torbiere 
•sono veri archivi biologici, dove spore e pollini si sono conservati in ottimo 
stato per millenni, permettendoci oggi di risalire a preziose informazioni 
scientifiche 
•con la loro enorme capacità di assorbimento dell’acqua costituiscono 
importanti volani e filtri idrici 
•la torba viene usata in balneoterapia nella cura delle malattie dell' apparato 
locomotore e della pelle. 
•alcune produzioni pregiate locali come il salmone o il whisky dipendono della 
torba per il processo di affumicatura 
Se viene turbato l’equilibrio naturale le torbiere si trasformano in pericolose 
fonti di emissione di carbonio. Le attuali emissioni di CO2 dovute a 
prosciugamento, incendi e sfruttamento delle torbiere rappresentano oltre il 
10% delle emissioni dovute ai combustibili fossili con conseguenze negative 
per la biodiversità e il clima.
Le torbiere non sono una 
prerogativa dei Paesi nordici. 
Coprono 400 milioni di ha in circa 
180 Paesi. In Europa sono 
localizzate soprattutto nel nord e di 
esse rimane oggi circa la metà 
dell’estensione originaria. 
Anche il Sud Est asiatico è un’area 
ricca di torbiere, che vanno 
perdendosi a causa della produzione 
di cellulosa e biocarburanti 
In Italia le torbiere si trovano soprattutto nella zona 
alpina. 
In Trentino sono stati censiti più di 700 siti con torbiere e 
i più importanti sottoposti a tutela fin dal 1986
AGRICOLTURA 
Nell’ambiente alpino l’agricoltura ha da sempre 
rivestito una notevole importanza nella creazione e 
conservazione della biodiversità. 
Il ruolo delle aree aperte seminaturali, quali prati e 
pascoli è stato pienamente riconosciuto da Natura 2000, 
che, in maniera innovativa rispetto alla tradizionale 
concezione di area protetta, ne richiede una gestione 
attiva.
Da alcuni decenni però l’attività agricola/zootecnica si è 
radicalmente trasformata, percorrendo due linee di 
tendenza tra loro opposte: 
abbandono delle pratiche tradizionali e del territorio 
intensivizzazione della produzione nelle aree vocate
I PRATI 
•La prateria naturale primaria, ecosistema del tutto naturale, si 
estende in alta quota, oltre il limite superiore del bosco 
•I prati da sfalcio sono ecosistemi erbacei creati dall’azione 
dell’uomo, attraverso una azione secolare di selezione attenta e 
moltiplicazione delle specie erbacee costitutive. 
• Ecosistemi del tutto nuovi nella storia naturale, sono dotati di una 
elevata valenza ecologica. La pratica costante dello sfalcio ha 
introdotto particolari modalità di rigenerazione e di combinazione 
erbacea e creato un’ elevata biodiversità . 
Le superfici agricole provinciali destinate al prato 
permanente ammontano a quasi 20.000 ettari, una 
porzione significativa del territorio 
•fondamentale risorsa per le produzioni zootecniche locali 
•un importante elemento del paesaggio montano.
I PRATI RICCHI DI SPECIE 
Un prato ricco di specie si presenta in 
genere pluristratificato, con una 
fioritura variopinta, con 30-40, talora 
anche 50 specie diverse su pochi 
metri quadrati. 
Errori di coltivazione, come la 
discontinuità dello sfalcio, ma 
soprattutto gli eccessi di 
concimazione azotata fanno regredire 
gli equilibri della cotica erbosa, 
abbassando la quantità delle specie 
presenti e qualità del foraggio e il 
loro valore ecologico e paesaggistico 
Molta della superficie costituita in 
origine da prati ricchi di specie è 
perduta a causa di trasformazioni 
agrarie intensive, bonifiche o 
l’abbandono (e avanzata del bosco).
BOSCHI DI 
NEOFORMAZIONE E 
ASSORBIMENTO DEL 
CARBONIO 
L’espansione del bosco su 
nuove superfici è anche una 
forma di compensazione 
della perdita di superficie 
(per urbanizzazione o nuovi 
terreni agricoli). Il C perduto 
nel corso di quelle operazioni 
viene in parte ricatturato. La 
superficie di territorio 
disboscato in Trentino 
nell’ultimo trentennio è di 
circa 2600 ha.
LE FORME ORGANIZZATIVE PER LA 
TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELLA 
BIODIVERSITÀ
LA NASCITA DEI PARCHI NAZIONALI 
Metà del 1800: primi allarmi dei naturalisti sulle estinzioni 
1872 parco nazionale Yellowstone ( USA) 
Valore scenico/ uso turistico ricreativo 
1909 - Svezia (6 parchi) 
1914 Engadina ( impostazione protezionistica) 
1919 - Bialowieza (Polonia) 
1922 – 23 Abruzzo e Gran Paradiso 
1926 - Kruger National Park 
1934 Circeo 
1935 - Stelvio 
Protezione di grandi paesaggi, dove la natura è incontaminata o quasi, 
sottratti all’utilizzazione per preservarli in condizioni naturali per le nuove 
generazioni.
EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI AREA PROTETTA 
•abbandono del modello esclusivamente protezionistico 
•ammissione delle attività tradizionali e compatibili 
•valorizzazione didattica e ricreativa 
Le aree protette moderne hanno varie funzioni e diverso è il tipo 
di gestione a seconda di quelle prevalenti : 
•conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, protezione dei 
bacini imbriferi e del ciclo dell’acqua 
ricerca scientifica 
uso sociale dei beni ambientali 
- funzione ricreativa 
- produzione di risorse sostenibili per la comunità locale 
- educazione ambientale
UNIONE INTERNAZIONALE 
PER LA CONSERVAZIONE 
DELLA NATURA 
Fondata nel 1948: 78 stati, 112 
agenzie Governative, 735 NGO, 35 
enti affiliati e 10.000 scienziati in 181 
paesi 
Definizione di area 
protetta (risoluzione 19.4): 
“un’area terrestre o marina, 
specialmente dedicata alla 
protezione e alla 
conservazione della 
biodiversità e delle risorse 
naturali e culturali associate, 
gestita con efficaci misure 
legali o di altro tipo”.
Cat. II Parchi Nazionali Protezione ecosistemi e ricreazione 
Uso sostenibile degli ecosistemi 
naturali 
Aree Protette per la 
gestione di risorse 
Cat. VI 
Conservazione di paesaggi e 
ricreazione 
Cat. V Paesaggi protetti 
Conservazione attraverso interventi 
gestionali 
Riserve per la gestione di 
specie e habitat 
Cat. IV 
Conservazione di specifiche 
singolarità naturali 
Cat. III Monumenti Naturali 
Scopi scientifici e di protezione di 
ambienti naturali 
Riserve Naturali 
Integrali/aree wilderness 
Cat. I 
CLASSIFICAZIONE E FORME DI 
UTILIZZAZIONE 
•Nel mondo ci sono 48.000 aree protette per 15 milioni kmq 
(10.6% terre emerse) + le riserve marine
PECULIARITÀ DEL TERRITORIO 
EUROPEO 
• Non esistono di norma grandi paesaggi in condizioni naturali da 
mantenere come tali per le generazioni future. Nei parchi sono 
presenti infrastrutture 
• I rapporti di proprietà individuali e collettive non sono 
compatibili con un criterio di salvaguardia assoluta, che non viene 
accettata a livello locale 
• E’ opportuno mantenere dei paesaggi colturali tradizionali in via 
di scomparsa (causa le rapide modificazioni socio-economiche), 
per motivi di tipo: 
– estetico (apprezzamento di questi paesaggi) 
- culturale (segno della civiltà tradizionale) 
- naturalistico (specie legati a questi ambienti e biodiversità)
AREE PROTETTE 
TRA ISOLAMENTO E INTEGRAZIONE 
Il concetto di “area protetta” ha subito negli anni una 
profonda evoluzione. 
Fino agli anni ’90: 
protezione” del patrimonio naturale = isolamento dell’area ad 
alto valore naturalistico. 
Lunghe e complesse fasi di definizione degli ambiti, di istituzione, 
regolamentazione, pianificazione. 
tutela della biodiversità concentrata sulla tutela delle specie.
Lentamente si fa strada un approccio sistemico che 
porterà alla Convenzione sulla diversità biologica, 
sottoscritta a Rio de Janeiro nel giugno 1992 e alla 
Direttiva Europea Habitat, del 21 maggio 1992 
A partire dagli anni ‘90 le iniziative internazionali e 
comunitarie di conservazione della natura si sono 
orientati verso la creazione di sistemi di aree protette, 
dove le aree sono “nodi” di una rete biologica che 
comprende anche “corridoi” biologici per la fauna e la 
flora ( Natura 2000 ad es.)
tutela della specie -definizione singola area protetta 
approccio ecosistemico - approccio integrato
LE AREE PROTETTE 
IN TRENTINO
Dagli anni ’80 ad oggi: l’evoluzione dell’approccio: 
dalla tutela in 
senso stretto 
alla rete ecologica 
Foto. S, Zanghellini
le leggi sui Biotopi e sui Parchi Naturali 
• 2 Parchi naturali 
• 67 biotopi di interesse 
provinciale 
• 219 biotopi di interessi 
comunali 
Anni ‘80
Anni ‘90 
• Il processo di individuazione dei siti della rete europea Natura 2000 
135 siti di importanza comunitaria 
19 Zone di protezione Speciale 
• La strategia di tutela attiva degli ecosistemi: conservazione tramite 
azioni pilota di ripristino in sito ed ex sito 
• La promozione degli aspetti di 
• fruizione e di educazione ambientale
Anni 2000 
• L’istituzione dei siti della rete Natura 2000 
• I parchi fluviali del PUP 
• La L.P. 11/2007 sul governo del 
territorio: 
– la rete provinciale delle aree 
protette ed il concetto di 
corridoi ecologici 
– le reti di Riserve
L.P. 11/07: 
GOVERNO DEL TERRITORIO FORESTALE E MONTANO, 
DEI CORSI D’ACQUA E DELLE AREE PROTETTE. 
Il principio di singola area da proteggere 
è integrato nel concetto di Rete di Aree Protette. 
Rete costituita da nodi (le aree) e maglie (corridoi) 
che fa parte integrante del territorio 
e con esso interagisce 
La rete delle aree protette provinciali é costituita da: 
Rete Europea Natura 2000 
Parchi Naturali provinciali 
Riserve Naturali Provinciali 
Riserve locali 
Aree protezione fluviale 
Rete di Riserve
FINALITÀ DEL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE 
PROVINCIALI (art. 33 L. P. 11/07): 
• In un’ottica di Rete delle aree protette provinciali, conservare, 
recuperare e valorizzare le caratteristiche naturali e ambientali, con 
particolare riferimento agli habitat, alle specie, alle emergenze 
naturali e alla biodiversità; 
• applicare metodi di gestione idonei a realizzare una integrazione 
tra uomo e ambiente naturale (anche mediante la salvaguardia e la 
valorizzazione dei valori antropologici, archeologici, storici e 
architettonici).
AREE PROTETTEDEL TRENTINO 
L.P.11/07 art.34 
Siti di Importanza Comunitaria 
Aree di Protezione fluviale 
(secondo PUP e PGUAP) 
ora 
Zone speciali di conservazione 
(135) 
154313 ha 
Parco Nazionale 
dello Stelvio 
Settore Trentino 
17.910,31 ha 
Parchi naturali 
provinciali 
(Parco Adamello Brenta 
Parco Paneveggio P.S.M.) 
81.176,45 ha 
Riserve naturali 
provinciali 
Ex Biotopi di interesse 
Provinciale 
+ 
Ex RiserveNaturali 
(71) 
4591,4 ha 
C o r r i d o i e c o l o g i c i 
Riserve 
locali 
Reti di riserve 
Parchi naturali 
locali 
Zone di 
Protezione 
Speciale 
(19) 
127.137,29 Ha 
di cui 21.785 
fuori SIC
LA RETE ECOLOGICA
RELAZIONI TRA ENTI 
Enti parco 
naturale 
PAT 
Parco nazionale 
Comuni 
Reti di riserve Riserve locali 
Stato 
Riserve 
(ex biotopi) 
U.E. 
Rete natura 
2000
Natura 2000 
IN TRENTINO
Rete Natura 2000 (ZPS + SIC) interessa 
complessivamente una superficie di 
ha 176.098 
pari a circa il 28% 
del territorio provinciale 
comprendendo la quasi totalità delle aree protette a vario titolo
Siti 
Natura 2000 
PARCHI 
ZPS 
ZSC
Il sistema di protezione interessa tutto il territorio con 
caratteristiche di naturalità, tenendo conto 
dell’interdipendenza delle aree 
L’obiettivo è una gestione sostenibile delle risorse 
naturali su tutto il territorio, restando nell’ambito della 
sua capacità portante 
Viene tutelato il paesaggio, in particolare quello alto 
alpino ( soprattutto attraverso i parchi) ma anche la 
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Articolo Vita Trentina 23 giugno 2013 - Rubrica "Meridiani"
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Rapporto annuale 2012 - Gruppo Trentino di Volontariato Onlus
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Relazione attivita 2010
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Progetti Timor Est
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  • 1. BIODIVERSITA’’ COME MOTORE DELLO SVILUPPO RURALE ESPERIENZE A CONFRONTO Trento, 15 novembre 2014 Le caratteristiche degli Ecosistemi e le forme organizzative per la tutela e la valorizzazione della biodiversità nelle aree protette del Trentino Antonella Agostini – Ufficio Biotopi e Natura 2000 Provincia Autonoma di Trento
  • 3. . LE ALPI Le Alpi sono un hotspot di biodiversità della massima rilevanza ecologica in Europa, comprese nella lista delle 238 ecoregioni prioritarie per la conservazione della biodiversità del pianeta. La presenza millenaria dell’uomo ha costantemente modellato il territorio, arricchendone lo straordinario valore ecologico con la creazione di biodiversità attraverso attività agricole, selvicolturali e zootecniche estensive.
  • 5. LA BIODIVERSITÀ IN TRENTINO Il territorio trentino conserva ancora un buon livello di biodiversità. La conformazione fisica, con grandi catene montuose, ha impedito lo sfruttamento incontrollato che ha toccato altri territori. La posizione di cerniera tra le Alpi e l’ambiente dei grandi laghi prealpini, determina una grande varietà climatica e quindi anche biologica.
  • 6. LE SPECIE ANIMALI Nelle aree protette della provincia di Trento sono state censite 3724 specie animali e vegetali, di cui 126 specie di importanza europea
  • 7. LE SPECIE VEGETALI Nelle aree protette della provincia di Trento sono state censite 3724 specie animali e vegetali, di cui 126 specie di importanza europea
  • 8. NUOVE SCOPERTE Anche il nostro territorio ci riserva autentiche sorprese che ci avvertono di quanto ancora rimane da capire. I ricercatori del Museo Civico di Rovereto hanno scoperto ben 3 nuove specie: Brassica repanda baldensis, Gentiana brentae, Primula recubariensis Sattleria sophie è una specie nuova recentemente scoperta sull'Altopiano della Rosetta, nel Parco naturale Paneveggio-Pale di San Martino
  • 9. Le caratteristiche degli Ecosistemi TRE GRANDI GRUPPI • Foreste (quasi il 56% del territorio) • aree aperte asciutte (prati, pascoli, sistemi agrari) • ambienti acquatici (laghi, fiumi, torrenti, paludi, torbiere ecc)
  • 10. GLI HABITAT Nel territorio coperto della provincia di Trento sono stati censiti 57 tipi di habitat di interesse europeo di cui: •15 di interesse prioritario, cioè quelli giudicati minacciati di estinzione suddivisi in 7 categorie (su 9 complessivamente previste dalla direttiva europea “Habitat”)
  • 11. VEGETAZIONE ACQUATICA E RIPARIA (9 tipologie) 3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea 3140 Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp. 3150 Laghi eutrofici naturali con veg. del Magnopotamion o Hydrocharition 3160 Laghi e stagni distrofici 3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea 3230 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica 3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos 3260 Fiumi delle pianure e montani con veg. del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion 3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p e Bidention p.p.
  • 12. VEGETAZIONE ARBUSTIVA DI TIPO BOREALE (4 tipologie) 4030 Lande secche europee 4060 Lande alpine e boreali 4070 Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (Mugo- Rhododendretum hirsuti) 4080 Boscaglie subartiche di Salix spp.
  • 13. VEGETAZIONE ARBUSTIVA DI IMPRONTA MEDITERRANEO-ATLANTICA (4 tipologie) 5110 Formazioni stabili xerotermofile a Buxus sempervirens sui pendii rocciosi (Berberidion p.p.) 5130 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli
  • 14. VEGETAZIONE ERBACEA (10 tipologie) 6110 Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi 6150 Formazioni erbose boreo-alpine silicee 6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine 6210 *Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) 6230 Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell'Europa continentale) 6240 Formazioni erbose sub-pannoniche 6410 Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limoso (Molinion caeruleae) 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis) 6520 Praterie montane da fieno
  • 15. TORBIERE (7 tipologie) 7110 Torbiere alte attive 7140 Torbiere di transizione e instabili 7150 Depressioni su substrati torbosi del Rhynchosporion 7210 Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae 7220 Sorgenti pietrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion) 7230 Torbiere basse alcaline 7240 Formazioni pioniere alpine del Caricion bicoloris-atrofuscae
  • 16. VEGETAZIONE PRIMITIVA DI ROCCE E DETRITI DI FALDA (9 tipologie) 8110 Ghiaioni silicei dei piani montano fino a nivale (Androsacetalia alpinae e Galeopsietalia ladani) 8120 Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii) 8160 Ghiaioni dell'Europa centrale calcarei di collina e montagna 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 8220 Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica 8230 Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion o del Sedo albi-Veronicion dillenii 8240 Pavimenti calcarei 8310 Grotte non ancora sfruttate a livello turistico 8340 Ghiacciai permanenti
  • 17. BOSCHI (16 tipologie) 9110 Faggeti del Luzulo-Fagetum 9130 Faggeti dell'Asperulo-Fagetum 9140 Faggeti subalpini dell'Europa centrale con Acer e Rumex arifolius 9150 Faggeti calcicoli dell'Europa centrale del Cephalanthero- Fagion 9160 Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'Europa centrale del Carpinion betuli 9180 Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion 91D0Torbiere boscose 91E0Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae) 91H0Boschi pannonici di Quercus pubescens 91K0Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion) 9260 Foreste di Castanea sativa 9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia 9410 Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio- Piceetea) 9420 Foreste di Larix decidua e/o Pinus cembra 9170 Querceti di rovere del Galio-Carpinetum 91L0 Querceti di rovere illirici ( Erythronio-Carpinion)
  • 18. TERRITORIO, BOSCO E RETICOLO IDROGRAFICO
  • 21. Come altre categorie di bosco, anche i LARICETI si suddividono in diversi tipi
  • 22. 22 IL BOSCO: UN ECOSISTEMA COMPLESSO Diversità genetica Diversità specifica Diversità strutturale Diversità colturale culturale
  • 23. Specie arboree native o naturalizzate in Trentino
  • 24. PIANO DI ASSESTAMENTO DEI BENI SILVO-PASTORALI Il 76% delle foreste è di proprietà pubblica, gestito attraverso il piano di Assestamento, che indica quanto, quando, dove e come va utilizzato il bosco. In assenza di uno strumento di pianificazione il capitale bosco verrebbe brevemente dilapidato da utilizzazioni troppo intense o localizzate, ciò che purtroppo sta succedendo in altre parti del mondo.
  • 25. Nei boschi trentini sono accumulati 71,9 milioni di tonnellate di Carbonio, circa 207 ton/ha. Ogni anno il bosco accumula circa mezzo milione di tonnellate http://www.sian.it/inventari oforestale/jsp/home.jsp
  • 26. LE TORBIERE •da millenni sottraggono anidride carbonica (CO2) dall'atmosfera terrestre e la trattengono in forma organica •con un contenuto medio in C del 30/35%, sono fra i più efficaci serbatoi di di stoccaggio ecosistemico dei gas serra. •Sebbene esse ricoprano soltanto il 3%delle terre emerse, si stima trattengano più del doppio del Carbonio delle foreste del pianeta e il 30%di quello presente nei suoli. •ecosistemi naturali in cui, a causa delle particolari condizioni ambientali, la sostanza organica si decompone molto lentamente, accumulandosi sotto forma di torba.
  • 27. Le torbiere •sono veri archivi biologici, dove spore e pollini si sono conservati in ottimo stato per millenni, permettendoci oggi di risalire a preziose informazioni scientifiche •con la loro enorme capacità di assorbimento dell’acqua costituiscono importanti volani e filtri idrici •la torba viene usata in balneoterapia nella cura delle malattie dell' apparato locomotore e della pelle. •alcune produzioni pregiate locali come il salmone o il whisky dipendono della torba per il processo di affumicatura Se viene turbato l’equilibrio naturale le torbiere si trasformano in pericolose fonti di emissione di carbonio. Le attuali emissioni di CO2 dovute a prosciugamento, incendi e sfruttamento delle torbiere rappresentano oltre il 10% delle emissioni dovute ai combustibili fossili con conseguenze negative per la biodiversità e il clima.
  • 28. Le torbiere non sono una prerogativa dei Paesi nordici. Coprono 400 milioni di ha in circa 180 Paesi. In Europa sono localizzate soprattutto nel nord e di esse rimane oggi circa la metà dell’estensione originaria. Anche il Sud Est asiatico è un’area ricca di torbiere, che vanno perdendosi a causa della produzione di cellulosa e biocarburanti In Italia le torbiere si trovano soprattutto nella zona alpina. In Trentino sono stati censiti più di 700 siti con torbiere e i più importanti sottoposti a tutela fin dal 1986
  • 29. AGRICOLTURA Nell’ambiente alpino l’agricoltura ha da sempre rivestito una notevole importanza nella creazione e conservazione della biodiversità. Il ruolo delle aree aperte seminaturali, quali prati e pascoli è stato pienamente riconosciuto da Natura 2000, che, in maniera innovativa rispetto alla tradizionale concezione di area protetta, ne richiede una gestione attiva.
  • 30. Da alcuni decenni però l’attività agricola/zootecnica si è radicalmente trasformata, percorrendo due linee di tendenza tra loro opposte: abbandono delle pratiche tradizionali e del territorio intensivizzazione della produzione nelle aree vocate
  • 31. I PRATI •La prateria naturale primaria, ecosistema del tutto naturale, si estende in alta quota, oltre il limite superiore del bosco •I prati da sfalcio sono ecosistemi erbacei creati dall’azione dell’uomo, attraverso una azione secolare di selezione attenta e moltiplicazione delle specie erbacee costitutive. • Ecosistemi del tutto nuovi nella storia naturale, sono dotati di una elevata valenza ecologica. La pratica costante dello sfalcio ha introdotto particolari modalità di rigenerazione e di combinazione erbacea e creato un’ elevata biodiversità . Le superfici agricole provinciali destinate al prato permanente ammontano a quasi 20.000 ettari, una porzione significativa del territorio •fondamentale risorsa per le produzioni zootecniche locali •un importante elemento del paesaggio montano.
  • 32. I PRATI RICCHI DI SPECIE Un prato ricco di specie si presenta in genere pluristratificato, con una fioritura variopinta, con 30-40, talora anche 50 specie diverse su pochi metri quadrati. Errori di coltivazione, come la discontinuità dello sfalcio, ma soprattutto gli eccessi di concimazione azotata fanno regredire gli equilibri della cotica erbosa, abbassando la quantità delle specie presenti e qualità del foraggio e il loro valore ecologico e paesaggistico Molta della superficie costituita in origine da prati ricchi di specie è perduta a causa di trasformazioni agrarie intensive, bonifiche o l’abbandono (e avanzata del bosco).
  • 33.
  • 34. BOSCHI DI NEOFORMAZIONE E ASSORBIMENTO DEL CARBONIO L’espansione del bosco su nuove superfici è anche una forma di compensazione della perdita di superficie (per urbanizzazione o nuovi terreni agricoli). Il C perduto nel corso di quelle operazioni viene in parte ricatturato. La superficie di territorio disboscato in Trentino nell’ultimo trentennio è di circa 2600 ha.
  • 35. LE FORME ORGANIZZATIVE PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ
  • 36. LA NASCITA DEI PARCHI NAZIONALI Metà del 1800: primi allarmi dei naturalisti sulle estinzioni 1872 parco nazionale Yellowstone ( USA) Valore scenico/ uso turistico ricreativo 1909 - Svezia (6 parchi) 1914 Engadina ( impostazione protezionistica) 1919 - Bialowieza (Polonia) 1922 – 23 Abruzzo e Gran Paradiso 1926 - Kruger National Park 1934 Circeo 1935 - Stelvio Protezione di grandi paesaggi, dove la natura è incontaminata o quasi, sottratti all’utilizzazione per preservarli in condizioni naturali per le nuove generazioni.
  • 37. EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI AREA PROTETTA •abbandono del modello esclusivamente protezionistico •ammissione delle attività tradizionali e compatibili •valorizzazione didattica e ricreativa Le aree protette moderne hanno varie funzioni e diverso è il tipo di gestione a seconda di quelle prevalenti : •conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, protezione dei bacini imbriferi e del ciclo dell’acqua ricerca scientifica uso sociale dei beni ambientali - funzione ricreativa - produzione di risorse sostenibili per la comunità locale - educazione ambientale
  • 38. UNIONE INTERNAZIONALE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA Fondata nel 1948: 78 stati, 112 agenzie Governative, 735 NGO, 35 enti affiliati e 10.000 scienziati in 181 paesi Definizione di area protetta (risoluzione 19.4): “un’area terrestre o marina, specialmente dedicata alla protezione e alla conservazione della biodiversità e delle risorse naturali e culturali associate, gestita con efficaci misure legali o di altro tipo”.
  • 39. Cat. II Parchi Nazionali Protezione ecosistemi e ricreazione Uso sostenibile degli ecosistemi naturali Aree Protette per la gestione di risorse Cat. VI Conservazione di paesaggi e ricreazione Cat. V Paesaggi protetti Conservazione attraverso interventi gestionali Riserve per la gestione di specie e habitat Cat. IV Conservazione di specifiche singolarità naturali Cat. III Monumenti Naturali Scopi scientifici e di protezione di ambienti naturali Riserve Naturali Integrali/aree wilderness Cat. I CLASSIFICAZIONE E FORME DI UTILIZZAZIONE •Nel mondo ci sono 48.000 aree protette per 15 milioni kmq (10.6% terre emerse) + le riserve marine
  • 40. PECULIARITÀ DEL TERRITORIO EUROPEO • Non esistono di norma grandi paesaggi in condizioni naturali da mantenere come tali per le generazioni future. Nei parchi sono presenti infrastrutture • I rapporti di proprietà individuali e collettive non sono compatibili con un criterio di salvaguardia assoluta, che non viene accettata a livello locale • E’ opportuno mantenere dei paesaggi colturali tradizionali in via di scomparsa (causa le rapide modificazioni socio-economiche), per motivi di tipo: – estetico (apprezzamento di questi paesaggi) - culturale (segno della civiltà tradizionale) - naturalistico (specie legati a questi ambienti e biodiversità)
  • 41. AREE PROTETTE TRA ISOLAMENTO E INTEGRAZIONE Il concetto di “area protetta” ha subito negli anni una profonda evoluzione. Fino agli anni ’90: protezione” del patrimonio naturale = isolamento dell’area ad alto valore naturalistico. Lunghe e complesse fasi di definizione degli ambiti, di istituzione, regolamentazione, pianificazione. tutela della biodiversità concentrata sulla tutela delle specie.
  • 42. Lentamente si fa strada un approccio sistemico che porterà alla Convenzione sulla diversità biologica, sottoscritta a Rio de Janeiro nel giugno 1992 e alla Direttiva Europea Habitat, del 21 maggio 1992 A partire dagli anni ‘90 le iniziative internazionali e comunitarie di conservazione della natura si sono orientati verso la creazione di sistemi di aree protette, dove le aree sono “nodi” di una rete biologica che comprende anche “corridoi” biologici per la fauna e la flora ( Natura 2000 ad es.)
  • 43. tutela della specie -definizione singola area protetta approccio ecosistemico - approccio integrato
  • 44. LE AREE PROTETTE IN TRENTINO
  • 45. Dagli anni ’80 ad oggi: l’evoluzione dell’approccio: dalla tutela in senso stretto alla rete ecologica Foto. S, Zanghellini
  • 46. le leggi sui Biotopi e sui Parchi Naturali • 2 Parchi naturali • 67 biotopi di interesse provinciale • 219 biotopi di interessi comunali Anni ‘80
  • 47. Anni ‘90 • Il processo di individuazione dei siti della rete europea Natura 2000 135 siti di importanza comunitaria 19 Zone di protezione Speciale • La strategia di tutela attiva degli ecosistemi: conservazione tramite azioni pilota di ripristino in sito ed ex sito • La promozione degli aspetti di • fruizione e di educazione ambientale
  • 48. Anni 2000 • L’istituzione dei siti della rete Natura 2000 • I parchi fluviali del PUP • La L.P. 11/2007 sul governo del territorio: – la rete provinciale delle aree protette ed il concetto di corridoi ecologici – le reti di Riserve
  • 49. L.P. 11/07: GOVERNO DEL TERRITORIO FORESTALE E MONTANO, DEI CORSI D’ACQUA E DELLE AREE PROTETTE. Il principio di singola area da proteggere è integrato nel concetto di Rete di Aree Protette. Rete costituita da nodi (le aree) e maglie (corridoi) che fa parte integrante del territorio e con esso interagisce La rete delle aree protette provinciali é costituita da: Rete Europea Natura 2000 Parchi Naturali provinciali Riserve Naturali Provinciali Riserve locali Aree protezione fluviale Rete di Riserve
  • 50. FINALITÀ DEL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE PROVINCIALI (art. 33 L. P. 11/07): • In un’ottica di Rete delle aree protette provinciali, conservare, recuperare e valorizzare le caratteristiche naturali e ambientali, con particolare riferimento agli habitat, alle specie, alle emergenze naturali e alla biodiversità; • applicare metodi di gestione idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale (anche mediante la salvaguardia e la valorizzazione dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici).
  • 51. AREE PROTETTEDEL TRENTINO L.P.11/07 art.34 Siti di Importanza Comunitaria Aree di Protezione fluviale (secondo PUP e PGUAP) ora Zone speciali di conservazione (135) 154313 ha Parco Nazionale dello Stelvio Settore Trentino 17.910,31 ha Parchi naturali provinciali (Parco Adamello Brenta Parco Paneveggio P.S.M.) 81.176,45 ha Riserve naturali provinciali Ex Biotopi di interesse Provinciale + Ex RiserveNaturali (71) 4591,4 ha C o r r i d o i e c o l o g i c i Riserve locali Reti di riserve Parchi naturali locali Zone di Protezione Speciale (19) 127.137,29 Ha di cui 21.785 fuori SIC
  • 53. RELAZIONI TRA ENTI Enti parco naturale PAT Parco nazionale Comuni Reti di riserve Riserve locali Stato Riserve (ex biotopi) U.E. Rete natura 2000
  • 54. Natura 2000 IN TRENTINO
  • 55. Rete Natura 2000 (ZPS + SIC) interessa complessivamente una superficie di ha 176.098 pari a circa il 28% del territorio provinciale comprendendo la quasi totalità delle aree protette a vario titolo
  • 56. Siti Natura 2000 PARCHI ZPS ZSC
  • 57. Il sistema di protezione interessa tutto il territorio con caratteristiche di naturalità, tenendo conto dell’interdipendenza delle aree L’obiettivo è una gestione sostenibile delle risorse naturali su tutto il territorio, restando nell’ambito della sua capacità portante Viene tutelato il paesaggio, in particolare quello alto alpino ( soprattutto attraverso i parchi) ma anche la biodiversità e le emergenze naturalistiche.