Italy you did not expect: Journey in the Arctic in the midst of the Mediterra...Carlo Jacomini
Mantoni C., Bigaran F., Falco S., Jacomini C., 2017. Poster prized at the 42nd Congress of Italian Society of Soil Science (SISS), Florence, 5-7 Dec., 2017, 2nd Session: “Climate Change Mitigation: from Carbon Sequestration to GHG Emissions reduction”.
Italy you did not expect: Journey in the Arctic in the midst of the Mediterra...Carlo Jacomini
Mantoni C., Bigaran F., Falco S., Jacomini C., 2017. Poster prized at the 42nd Congress of Italian Society of Soil Science (SISS), Florence, 5-7 Dec., 2017, 2nd Session: “Climate Change Mitigation: from Carbon Sequestration to GHG Emissions reduction”.
Endangered animals/Animali in via di estizioneAnna Caldarelli
Questa attività è stata progettata e realizzata dagli alunni della classe seconda sez. A della scuola secondaria di primo grado dell'I.C. "D'Aosta" di Ottaviano per il Progetto Comenius ECOPALS nell'anno scolastico 2013-2014
Endangered animals/Animali in via di estizioneAnna Caldarelli
Questa attività è stata progettata e realizzata dagli alunni della classe seconda sez. A della scuola secondaria di primo grado dell'I.C. "D'Aosta" di Ottaviano per il Progetto Comenius ECOPALS nell'anno scolastico 2013-2014
Convegno "Biodiversità come motore dello sviluppo rurale". Il convegno si è tenuto al MUSE a Trento il 15 Novembre 2014. On line tutte le presentazioni ed i video dell'evento.
Il convegno aveva l'obiettivo di accostare e mettere a confronto le esperienze di utilizzo sostenibile delle risorse naturali. Realizzate in alcune zone della Tanzania e del Vietnam da organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale, queste iniziative sono state comparate con altrettante operazioni messe in atto in Trentino.
Il confronto voleva offrire una serie di spunti di riflessione su come la biodiversità possa favorire lo sviluppo rurale, attraverso l'uso sostenibile delle risorse naturali da parte delle comunità locali, in particolare nelle aree protette. Quattro i punti di vista adottati che si integrano tra di loro: le caratteristiche degli Ecosistemi, le forme di gestione, la partecipazione e le figure professionali per lo sviluppo locale.
Questa è la quarta di otto presentazioni. Cerca su youtube i video!
L’ Abruzzo è una regione da scoprire, intatta e poco conosciuta, che offre delle ricchezze uniche nel suo genere e varietà connettive -natura, arte e storia. Natura incontaminata e spettacolare, nella quale compiere emozionanti passeggiate per ammirare paesaggi d’Abruzzo mozzafiato. Una regione che permette di stare al mare e in pochi minuti (circa 40) trovarsi in piena montagna. Mare, collina e montagna si estendono senza soluzione di continuità, permettendo al visitatore di poter riunire e visitare il tutto in modo agevole e disincantato per la poca distanza tra l’uno e l’altro. L’itinerario turistico abruzzese in buona sostanza, consente in poco tempo al turista, di calarsi dai picchi irraggiungibili delle montagne, per poi passare per le verdeggianti colline, e tuffarsi nell’azzurro del Mare Adriatico.
28. Costituisce boschi puri o misti (forteti) con pini, sughera, corbezzolo,
erica, fillirea, lauro, roverella, orniello, olmo, spesso alterati
dall’intervento dell’uomo, dal pascolo e da incendi.
La lecceta si può considerare la più caratteristica formazione
dell’orizzonte mediterraneo.
29. Riserva naturale guidata Lecceta di Torino
di Sangro
La Riserva naturale guidata Lecceta di Torino di Sangro è una area naturale protetta
dell'Abruzzo, istituita nel 2001.
La riserva si estende per 175 ettari, nel
comune di Torino di Sangro, a sud della
foce del fiume Sangro, a ridosso della
costa dei trabocchi, simbolo di questa
riserva è la Testuggine di Hermann,
anche se i motivi per cui è diventata
un'area protetta, e di importanza
ambientale fin dal 1971, sono dovuti
alla macchia mediterranea mista in cui il
leccio, ne è la specie più rappresentativa.
30. FLORA
Nel bosco misto di macchia mediterranea troviamo il leccio, l'orniello, il
cerro, e le roverelle.
La roverella è di gran lunga l'essenza vegetale più diffusa mentre il
leccio(sporadico) si trova in formazioni compatte solo nella parte
inferiore del versante rivolto a mare.
È improprio parlare di macchia mediterranea poiché siamo in presenza
di un bosco misto di querce caducifoglie tipico della costa teatina con
presenza di leccio.
31. FAUNA
L'avifauna fa di questa riserva il punto di partenza, per le vicine riserve
dell'interno, tra le specie nidificanti, e particolari ricordiamo la
capinera, l'occhiocotto, la sterpazzolina, la sterpazzola di Sardegna, il
canapino, il gruccione, il picchio verde ed il picchio rosso maggiore,
oltre ad altri uccelli acquatici tipici della foce del fiume, e varie specie
che sono solo di passo.
Simbolo della riserva è la testuggine terrestre
32. LECCETA DI ALTINO
La lecceta di altino non è catalogata
come riserva naturale. In questa zona i
lecci nascono spontaneamente in quanto
non è presente attività umana
soprattutto per due motivazioni:
-il terreno è molto scosceso e quindi
quasi impraticabile;
-il legno del leccio non è utile ai fini
dell’uomo;
36. In Italia ha una distribuzione
prevalentemente costiera.
Penetra anche all’interno. È
presente: nelle Isole, lungo le
coste liguri, tirreniche, ioniche.
Presenza altitudinale: in ambiente
planiziale, collinare, montano,
prealpino: dal livello del mare,
fino a 1500m. s.l.m. (nel Parco del
Pollino); fino a 1800 m. s.l.m.
(Parco delle Madonie).
37. L’AREA NAPOLETANA
Indichiamo ora alcuni Siti nei quali la presenza di Quercus ilex ,
allo stato spontaneo o come specie messa a dimora dall’uomo.
RISERVA NATURALE STATALE «CRATERE DEGLI ASTRONI»
Ha un’estensione di 247 ettari; quota massima: 261m.s.l.m.
Perimetro del cratere: circa 6 km. Dal 1992 “Oasi” gestita dal WWF. Il “Cratere degli
Astroni” è sottoposto a vincoli di tutela a livello Europeo: è inserito negli elenchi dei “ SITI
NATURA 2000” come Area SIC (Sito di Interesse Comunitario) e ZPS (Zona a Protezione
Speciale per gli Uccelli)In età Aragonese (XV sec.) fu Riserva Reale di caccia.
Sul fondo del cratere, a pochi metri sul livello del mare, sono presenti specie tipiche di
ambienti umidi e di più alte quote (mesofile), a foglie caduche:
Castagno, Rovere, Farnie, Olmo.
Nel sottobosco: Pungitopo, Gigaro, Ciclamino napoletano,
Ranuncoli e qualche Orchidea. Salendo di quota è presente una flora
mediterranea, sempreverde, sclerofilla, nella quale domina il Leccio.
38. «OASI NATURALISTICA DEL MONTE NUOVO»
Il Monte Nuovo, unico vulcano dei Campi Flegrei formatosi in epoca storica, tra il 29
settembre e il 6 ottobre 1538,misura alla base circa 1.5 Km di diametro. Il punto più
elevato è a 135 m s.l.m. Il cratere, a forma ad imbuto , ha un diametro massimo di 360 m.
L'attuale vegetazione di Monte Nuovo è il risultato di una serie di fattori geologici,
ambientali ed antropici che nel tempo hanno profondamente modificato l'originario
paesaggio vegetale. Sulle pendici, prevalentemente lungo il versante meridionale, è
presente una pineta, costituita da esemplari di Pinus pinea. Sui versanti meridionale ed
occidentale, dopo una formazione steppica, che testimonia il degrado dell’area, troviamo
una flora con piante della “macchia bassa” e “gariga” ; su quello settentrionale, più umido
e fresco, una “macchia alta” costituita in prevalenza da Leccio e Corbezzolo. La parte
interna del cratere, presenta una densa Lecceta. Sono presenti Roverella ed Orniello.