Analisi sui terreni insufficienti, progetti di bonifica assenti, nessuno risanamento delle falde, dati epidemiologici preoccupanti. Legambiente denuncia tutte le questioni ancora irrisolte della Terra dei Fuochi ad un anno dalla messa in vigore della legge
www.fukushimaaccident.net
Piero Finazzi:
"STRUMENTI PER MISURE RADIOMETRICHE IN EMERGENZA"
L'incidente avvenuto alla centrale nucleare di FUKUSHIMA, in Giappone, l'11 Marzo 2011, a differenza degli incidenti di Three Mile Island e di Chernobyl, ha scatenato un acceso dibattito sull'accettabilità pubblica dell'energia nucleare, anche in Paesi che sono stati storicamente fra i maggiori promotori di questa tecnologia.
Le ansie generate dai rilasci di radioattività nell'ambiente e dalla presenza di contaminazione negli alimenti, così come l'esito dell'incidente stesso, che sembrò -per diverse settimane- non dovesse risolversi mai positivamente, sono state amplificate dai mezzi di comunicazione di massa, oscurando perfino le enormi conseguenze umane e sociali del terremoto e dello tsunami.
La popolazione, e non solo quella giapponese, si è interrogata sui rischi dell'esposizione alle radiazioni, indirizzando alla comunità scientifica la propria legittima preoccupazione sui pericoli reali e sui rischi, e pretendendo dai tecnici e dagli scienziati risposte chiare e comprensibili, anche in merito alle possibili conseguenze sulle future generazioni.
Ma qual è stata l'entità del rilascio di radiazioni dalla centrale nucleare di FUKUSHIMA? quale è stata l'estensione della contaminazione terrestre e marina? che impatto sulla popolazione hanno avuto le restrizioni alimentari imposte dal Governo Giapponese? quali sono le dosi ricevute dagli Operatori della centrale e dalla popolazione circostante? quali le conseguenze sanitarie osservate ed ipotizzabili? e quali sono le lezioni principali che la comunità internazionale di Radioprotezione ha tratto da questo evento, per aiutare a sviluppare una percezione del rischio sempre più vicina alle legittime aspettative della popolazione?
Per rispondere a queste e ad altre domande, le quattro Associazioni italiane che si occupano di protezione dalle radiazioni, l'Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM), l'Associazione Italiana di Radioprotezione Medica (AIRM), l’Associazione Italiana di Radioprotezione (AIRP) e l'Associazione Nazionale Professionale Esperti Qualificati nella sorveglianza fisica di radioprotezione (ANPEQ) hanno organizzato un convegno, che avrà luogo il 14 settembre 2012 alla Villa Napoleonica nel Centro Congressi delle Ville PONTI, a Varese.
L'obbiettivo del Convegno, la cui partecipazione è aperta anche ai non addetti ai lavori (www.fukushimaaccident.net) è di trattare gli aspetti radioprotezionistici dell'incidente, indicando anche una linea per possibili futuri sviluppi del sistema della Radioprotezione, che si rendono necessari anche nei Paesi -come l'Italia- che non utilizzano più l'energia nucleare, ma che fanno tuttora vasto uso di sostanze radioattive per la medicina, l'industria e la ricerca.
Ciclo di webinar #pongov per la presentazione della strategia di intervento e dei progetti in corso di attuazione. Materiali presentati il 2/3/2017 dal Dipartimento della Protezione Civile, beneficiario di un progetto nel quadro del PON Governance, nel corso del webinar "Più governance per ridurre il rischio".
Mappatura dei pericoli di incidente rilevante in Italia - Edizione 2013Massimo Zilioli
l rapporto contiene i risultati delle attività istituzionali realizzate da ISPRA e MATTM per predisporre ed aggiornare la mappa dei pericoli di incidente rilevante associati alle attività industriali presenti sull’intero territorio nazionale. Il rapporto segue le tre precedenti edizioni pubblicate da ISPRA nel 2000, nel 2002 e nel 2007. L’edizione 2013 è stata arricchita con una specifica appendice contenente informazioni riguardanti la pericolosità sismica associata agli stabilimenti RIR e la valutazione del potenziale impatto sui corpi idrici superficiali indotto dalla presenza di sostanze pericolose per l’ambiente e sostanze petrolifere detenute negli stabilimenti soggetti alla normativa Seveso.
Tutto quello che bisogna sapere, ricordare e fare per gestire correttamente i rifiuti prodotti dalle imprese (sostanze e miscele pericolose, Raee, Pfu, emissioni in atmosfera, scarichi idrici, impatto acustico, amianto).
Per ritirare una copia compilare il modulo online: http://www.asarva.org/2013/11/guida-pratica-alla-gestione-dei-rifiuti-nelle-imprese/
Ruolo ed attività di ARPAT nella gestione delle Emergenze ambientaliOdgToscana
Le slides di Sandro Botticelli per il corso ARPAT del 25 maggio 2016 a Pistoia "L’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Toscana: controlli ambientali, emergenze e comunicazione", valido per la formazione giornalisti
La comunicazione del Sistema per la protezione dell'ambiente nelle emergenzeMarco Talluri
Presentazione effettuata nell'ambito della giornata formativa presso il Ministero dell'Ambiente sul tema de "La comunicazione del rischio" (25 febbraio 2019)
Intervento al dibattito su "Comunicare l'emergenza ambientale.
A 40 anni da Seveso, il punto sulla Chimica”, nell'ambito di Remtech - Ferrara, 23 settembre 2016
Analisi sui terreni insufficienti, progetti di bonifica assenti, nessuno risanamento delle falde, dati epidemiologici preoccupanti. Legambiente denuncia tutte le questioni ancora irrisolte della Terra dei Fuochi ad un anno dalla messa in vigore della legge
www.fukushimaaccident.net
Piero Finazzi:
"STRUMENTI PER MISURE RADIOMETRICHE IN EMERGENZA"
L'incidente avvenuto alla centrale nucleare di FUKUSHIMA, in Giappone, l'11 Marzo 2011, a differenza degli incidenti di Three Mile Island e di Chernobyl, ha scatenato un acceso dibattito sull'accettabilità pubblica dell'energia nucleare, anche in Paesi che sono stati storicamente fra i maggiori promotori di questa tecnologia.
Le ansie generate dai rilasci di radioattività nell'ambiente e dalla presenza di contaminazione negli alimenti, così come l'esito dell'incidente stesso, che sembrò -per diverse settimane- non dovesse risolversi mai positivamente, sono state amplificate dai mezzi di comunicazione di massa, oscurando perfino le enormi conseguenze umane e sociali del terremoto e dello tsunami.
La popolazione, e non solo quella giapponese, si è interrogata sui rischi dell'esposizione alle radiazioni, indirizzando alla comunità scientifica la propria legittima preoccupazione sui pericoli reali e sui rischi, e pretendendo dai tecnici e dagli scienziati risposte chiare e comprensibili, anche in merito alle possibili conseguenze sulle future generazioni.
Ma qual è stata l'entità del rilascio di radiazioni dalla centrale nucleare di FUKUSHIMA? quale è stata l'estensione della contaminazione terrestre e marina? che impatto sulla popolazione hanno avuto le restrizioni alimentari imposte dal Governo Giapponese? quali sono le dosi ricevute dagli Operatori della centrale e dalla popolazione circostante? quali le conseguenze sanitarie osservate ed ipotizzabili? e quali sono le lezioni principali che la comunità internazionale di Radioprotezione ha tratto da questo evento, per aiutare a sviluppare una percezione del rischio sempre più vicina alle legittime aspettative della popolazione?
Per rispondere a queste e ad altre domande, le quattro Associazioni italiane che si occupano di protezione dalle radiazioni, l'Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM), l'Associazione Italiana di Radioprotezione Medica (AIRM), l’Associazione Italiana di Radioprotezione (AIRP) e l'Associazione Nazionale Professionale Esperti Qualificati nella sorveglianza fisica di radioprotezione (ANPEQ) hanno organizzato un convegno, che avrà luogo il 14 settembre 2012 alla Villa Napoleonica nel Centro Congressi delle Ville PONTI, a Varese.
L'obbiettivo del Convegno, la cui partecipazione è aperta anche ai non addetti ai lavori (www.fukushimaaccident.net) è di trattare gli aspetti radioprotezionistici dell'incidente, indicando anche una linea per possibili futuri sviluppi del sistema della Radioprotezione, che si rendono necessari anche nei Paesi -come l'Italia- che non utilizzano più l'energia nucleare, ma che fanno tuttora vasto uso di sostanze radioattive per la medicina, l'industria e la ricerca.
Ciclo di webinar #pongov per la presentazione della strategia di intervento e dei progetti in corso di attuazione. Materiali presentati il 2/3/2017 dal Dipartimento della Protezione Civile, beneficiario di un progetto nel quadro del PON Governance, nel corso del webinar "Più governance per ridurre il rischio".
Mappatura dei pericoli di incidente rilevante in Italia - Edizione 2013Massimo Zilioli
l rapporto contiene i risultati delle attività istituzionali realizzate da ISPRA e MATTM per predisporre ed aggiornare la mappa dei pericoli di incidente rilevante associati alle attività industriali presenti sull’intero territorio nazionale. Il rapporto segue le tre precedenti edizioni pubblicate da ISPRA nel 2000, nel 2002 e nel 2007. L’edizione 2013 è stata arricchita con una specifica appendice contenente informazioni riguardanti la pericolosità sismica associata agli stabilimenti RIR e la valutazione del potenziale impatto sui corpi idrici superficiali indotto dalla presenza di sostanze pericolose per l’ambiente e sostanze petrolifere detenute negli stabilimenti soggetti alla normativa Seveso.
Tutto quello che bisogna sapere, ricordare e fare per gestire correttamente i rifiuti prodotti dalle imprese (sostanze e miscele pericolose, Raee, Pfu, emissioni in atmosfera, scarichi idrici, impatto acustico, amianto).
Per ritirare una copia compilare il modulo online: http://www.asarva.org/2013/11/guida-pratica-alla-gestione-dei-rifiuti-nelle-imprese/
Ruolo ed attività di ARPAT nella gestione delle Emergenze ambientaliOdgToscana
Le slides di Sandro Botticelli per il corso ARPAT del 25 maggio 2016 a Pistoia "L’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Toscana: controlli ambientali, emergenze e comunicazione", valido per la formazione giornalisti
La comunicazione del Sistema per la protezione dell'ambiente nelle emergenzeMarco Talluri
Presentazione effettuata nell'ambito della giornata formativa presso il Ministero dell'Ambiente sul tema de "La comunicazione del rischio" (25 febbraio 2019)
Intervento al dibattito su "Comunicare l'emergenza ambientale.
A 40 anni da Seveso, il punto sulla Chimica”, nell'ambito di Remtech - Ferrara, 23 settembre 2016
Use of advanced Technologies to support Planning in
hazardous Areas: an Introduction / Vulnerability vs urban and regional Resilience.
Lesson 2: How Spatial Planning can contribute to Prevention Policies. L'uso delle innovazioni tecnologiche per supportare la pianificazione nelle regioni con elevati rischi di catastrofi naturali: un'introduzione / La vulnerabilità in rapporto alla resilienza urbana e territoriale.
Lezione 2: Come la pianificazione territoriale e urbana possono rafforzare le politiche di prevenzione.
www.fukushimaaccident.net
Celso Osimani:
"Quali lezioni apprese, per l'Italia senza nucleare?"
L'incidente avvenuto alla centrale nucleare di FUKUSHIMA, in Giappone, l'11 Marzo 2011, a differenza degli incidenti di Three Mile Island e di Chernobyl, ha scatenato un acceso dibattito sull'accettabilità pubblica dell'energia nucleare, anche in Paesi che sono stati storicamente fra i maggiori promotori di questa tecnologia.
Le ansie generate dai rilasci di radioattività nell'ambiente e dalla presenza di contaminazione negli alimenti, così come l'esito dell'incidente stesso, che sembrò -per diverse settimane- non dovesse risolversi mai positivamente, sono state amplificate dai mezzi di comunicazione di massa, oscurando perfino le enormi conseguenze umane e sociali del terremoto e dello tsunami.
La popolazione, e non solo quella giapponese, si è interrogata sui rischi dell'esposizione alle radiazioni, indirizzando alla comunità scientifica la propria legittima preoccupazione sui pericoli reali e sui rischi, e pretendendo dai tecnici e dagli scienziati risposte chiare e comprensibili, anche in merito alle possibili conseguenze sulle future generazioni.
Ma qual è stata l'entità del rilascio di radiazioni dalla centrale nucleare di FUKUSHIMA? quale è stata l'estensione della contaminazione terrestre e marina? che impatto sulla popolazione hanno avuto le restrizioni alimentari imposte dal Governo Giapponese? quali sono le dosi ricevute dagli Operatori della centrale e dalla popolazione circostante? quali le conseguenze sanitarie osservate ed ipotizzabili? e quali sono le lezioni principali che la comunità internazionale di Radioprotezione ha tratto da questo evento, per aiutare a sviluppare una percezione del rischio sempre più vicina alle legittime aspettative della popolazione?
Per rispondere a queste e ad altre domande, le quattro Associazioni italiane che si occupano di protezione dalle radiazioni, l'Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM), l'Associazione Italiana di Radioprotezione Medica (AIRM), l’Associazione Italiana di Radioprotezione (AIRP) e l'Associazione Nazionale Professionale Esperti Qualificati nella sorveglianza fisica di radioprotezione (ANPEQ) hanno organizzato un convegno, che avrà luogo il 14 settembre 2012 alla Villa Napoleonica nel Centro Congressi delle Ville PONTI, a Varese.
L'obbiettivo del Convegno, la cui partecipazione è aperta anche ai non addetti ai lavori (www.fukushimaaccident.net) è di trattare gli aspetti radioprotezionistici dell'incidente, indicando anche una linea per possibili futuri sviluppi del sistema della Radioprotezione, che si rendono necessari anche nei Paesi -come l'Italia- che non utilizzano più l'energia nucleare, ma che fanno tuttora vasto uso di sostanze radioattive per la medicina, l'industria e la ricerca.
Utilizzo delle System Information Broadcasting nell’acquisizione dei segnali ...
Aspetti organizzativi e coordinamento in sussidiarietà
1. Milano, 22-23 maggio 2018
EMERGENZA INCENDI
Angelo Robotto - Direttore Generale
ASPETTI ORGANIZZATIVI E COORDINAMENTO IN SUSSIDIARIETA’
Arpa Piemonte
2. Indice
1. ruolo dell’SNPA
2. ambiti di intervento
3. livelli di intervento
4. organizzazione e sussidiarietà
5. sistema delle relazioni con i riferimenti esterni
3. La Normativa assegna un ruolo specifico al SNPA in
Ruolo di SNPA nell’emergenza
✓Sistema di allertamento per il rischio meteorologico, idrogeologico ed idraulico (Arpa con funzione di CF centro
funzionale di protezione civile)
✓Rischio radiologico e nucleare
✓Rischio di incidente rilevante
L 132/2016: art 3, comma 1
b) controllo delle fonti e dei fattori di inquinamento delle matrici ambientali e delle
pressioni sull'ambiente derivanti da processi territoriali e da fenomeni di origine antropica o
naturale, anche di carattere emergenziale…….
indicazione generica di funzione ma non di ruolo
Ruolo
Il codice della protezione civile (decreto legislativo 1/2018)
Individua SNPA componente del Sistema di Protezione Civile
4. quale ruolo assumere? SUPPORTO TECNICO
Ruolo di SNPA nell’emergenza
Le conoscenze e le capacità tecnico-scientifiche delle Agenzie sono messe a disposizione degli Enti addetti alla gestione
degli eventi e al soccorso attraverso:
• valutazione tecnica dell’evento
• approfondimento e completamento del quadro delle informazioni
• consulenza tecnica, scientifica e normativa
• indagini per l’individuazione delle cause primarie dell’evento e di eventuali responsabilità
Ruolo
Il codice della protezione civile (decreto legislativo 1/2018)
Art. 13 lettera f) SNPA è struttura operativa del servizio nazionale di protezione civile
Art. 16 tipologia di rischi
Comma 1 sismico, vulcanico, da maremoto, idraulico, idrogeologico, da fenomeni meteorologici avversi,
da deficit idrico e da incendi boschivi
Comma 2 chimico, nucleare, radiologico, tecnologico, industriale, da trasporti, ambientale, igienico-
sanitario e da rientro incontrollato di oggetti e detriti spaziali
5. • costruzione del quadro sinottico delle informazioni ambientali relative alla situazione emergenziale in atto,
accesso alle informazioni e loro diffusione
• consultazione di basi di dati e reti di monitoraggio
• valutazione tecnica ambientale dell'evento in termini di pressioni ed impatti ambientali, sia contingenti sia
previsionali
• consulenza tecnica, scientifica e normativa per gli aspetti ambientali connessi con le attività produttive e le
sostanze pericolose coinvolte
• sopralluoghi, campionamenti e misurazioni in campo
• indagini non differibili finalizzate all’individuazione e alla eliminazione, dove necessario, delle cause primarie
dell’evento e all’individuazione di eventuali responsabilità
• attività inerenti le ricadute ambientali di eventi naturali
Quali funzioni svolgere?
Ambiti di intervento
6. Le attività di SNPA per la risposta alle emergenze
Come? Creazione di un Sistema per la Risposta alle Emergenze (SRE)
sistema organizzativo strutturato, che garantisca interventi urgenti e non programmabili, per quanto di competenza,
365/h24, con disponibilità ad attivazioni posticipate e/o prolungate rispetto alla fase dei soccorsi
al ricevimento della segnalazione di
potenziale emergenza
alla sua valutazione come tale e
quindi all'intervento immediato
all’individuazione e attivazione del
personale competente per la
tipologia incidentale
SRE funzioni di supporto alle strutture di soccorso tecnico, sanitario, di protezione civile ed alle Autorità
competenti, al fine di fornire stime e valutazioni delle dimensioni, implicazioni e ricadute ambientali del fenomeno in
osservazione e suggerire proposte atte ad impedire e/o limitare quanto più possibile il coinvolgimento dell’ambiente
Ambiti di intervento
7. Attivazione tramite Numero Unico Regionale Ambientale (…. 112?)
utilizzo preferenziale di una sala operativa esistente
•smistare la richiesta di intervento ad eventuali livelli geografici inferiori o superiori (scenari a carattere sovra regionale)
e filtrare le segnalazioni non di pertinenza
•realizzare la condivisione di informazioni territoriali, banche dati e quanto utile alla gestione delle diverse emergenze.
Questo risulta realizzabile con maggior facilità in sale h24 del SSN (118) o della protezione civile che, per proprio mandato
istituzionale, già posseggono sistemi informatici e dati di natura territoriale, con informazione sui rischi naturali (sismico,
idrologico, geologico) che possono essere integrati con dati di natura antropica (le aziende sul territorio, l'eventuale
mappatura amianto, l'indicazione delle aziende a grande rischio, serbatoi interrati, i pozzi presenti ecc.)
Modalità di attivazione
Ambiti di intervento
8. •Il personale costituisce la prima interfaccia del SNPA verso le Amministrazioni locali e verso le altre strutture di
emergenza, opera con riferimento a procedure predefinite ed è formato e addestrato sulle modalità operative da adottare.
•È competente per tutte le matrici ambientali, è attivo sullo scenario dell’evento nel più breve tempo possibile, è capace di
dare una lettura sintetica dell’evento in atto (entità)
•Fornisce il supporto tecnico per gli aspetti ambientali di competenza (identificazione, qualificazione e quantificazione di
fonti di pressione, pressioni, stato, impatti, risposte immediate necessarie o possibili)
•Cura i rapporti con i soggetti che convergono sullo scenario incidentale
•Attiva le unità specialistiche di Arpa o gli altri soggetti di soccorso per i casi più complessi.
•Effettua prelievo di campioni e misure in campo.
•Il livello base comprende anche attività di misura ed analisi indifferibili
Livello minimo di attivazione
Livelli di intervento
9. livello successivo, garantito da SNPA in logica sovraterritoriale ed interagenziale.
Su specifici scenari può essere attivato un livello specialistico che coinvolga personale esperto, ad integrazione ed a
supporto del personale attivo sul livello base, in particolare relativamente alle seguenti funzioni:
•esperto in incidenti rilevanti
•esperto in Radioprotezione
•Attività analitica specialistica
•Modellistica per la diffusione degli inquinanti nelle diverse matrici ambientali
•Supporto meteorologico
Su tali tematiche il supporto può essere reso nella forma di assistenza “a distanza”, con fornitura di informazioni
specialistiche.
Livello specialistico
Livelli di intervento
10. Funzioni specialistiche: modellistica di screening
In caso di incendio o significative emissioni in
atmosfera sono in fase di sviluppo e
sperimentazione strumenti modellistici di screening
per valutare, durante l’evento incidentale, le aree
potenziali di ricaduta
•modello lagrangiano a particelle che integra i dati emissivi
(sostanze coinvolte, quantità, altezza dell’emissione..) con i dati
meteorologici previsti
•criticità: difficile stima dei dati emissivi
•maggiore precisione nella gestione post-evento, in presenza di
informazioni più “certe”
Piossasco (TO), 25 agosto 2016
Livelli di intervento
11. Funzioni specialistiche: contaminazione radioattiva
ACCIAIERIE BELTRAME (TO), 28/10/2005
Il 28 ottobre 2005, la Beltrame di San Didero (TO) segnala un allarme radioattività
riscontrato dai rivelatori a portale su un carico di polveri abbattimento fumi in uscita
dallo Stabilimento
L’intervento ARPA e dei VV. F. porta a una prima caratterizzazione dell’incidente e al
blocco dell’impianto
Come primi interventi si è proceduto a:
•Blocco dell’impianto e interdizione all’accesso delle aree contaminate (da parte
dei VVF)
•Monitoraggio esteso di tutto l’impianto e delle aree limitrofe
•Prelievo di campioni di polveri e ambientali nelle varie sezioni dell’impianto
Livelli di intervento
12. ACCIAIERIE BELTRAME: intervento
Valutazioni ambientali su lavoratori
•Misure di radioattività in atmosfera, mediante aspirazione
su filtro (fibra di vetro) di particolato atmosferico
•controlli di contaminazione interna sui lavoratori dello
stabilimento, mediante misure sugli escreti (spettrometria g
sulle urine delle 24 ore), sia prima che dopo le operazioni di
decontaminazione
non hanno evidenziato alcun livello apprezzabile di
contaminazione radioattiva
Bonifica impianto
•infustamento materiale contaminato che si trovava nel
deposito polveri in “big bag” e poi in container marini
•decontaminazione “a freddo” (cioè in assenza di attività di
fusione del metallo)
•decontaminazione “a caldo” (con attività di fusione
“controllata”)
Nel 2014 è stato completato il trattamento dei rifiuti radioattivi ed il
loro completo smaltimento
Livelli di intervento
13. Funzioni specialistiche: valutazione rischi interferenti
Alluvione del Po 24-25/11/2016 : rotta argine Moncalieri (TO)
Aree allagabili
(Piano Gestione Rischio Alluvioni PGRA)
Torino
Fiume Po
Stabilimento industriale
in area esondabile
Scheda sostanze pericolose presenti
Previsione delle piene
(Centro Funzionale)
T. Chisola
Livelli di intervento
14. Operatività in emergenza: definire protocolli comuni di intervento per ogni possibile tipologia di evento incidentale
In cui siano rappresentati:
•lo scenario d’evento (natura dell’evento e possibili implicazioni
ambientali)
•le modalità di intervento di livello base che ogni Agenzia mette
in campo (comprese le eventuali attività analitiche)
•le competenze specialistiche ed accessorie del SNPA,
potenzialmente utili per lo specifico scenario incidentale
•i riferimenti per l'eventuale attivazione del supporto
specialistico sovra territoriale
Le attività di SNPA per la risposta alle emergenze
Che consentano di individuare:
•i fattori di rischio: i materiali, le sostanze chimiche, gli
agenti fisici che sono coinvolti nonché le eventuali loro
trasformazioni durante l'evolversi dell'evento, quali ad
esempio, nei casi più comuni delle sostanze, le reazioni
chimiche (per contatto con l'aria o con altri prodotti, per
azione del calore a seguito di incendio, ecc.);
•i punti critici, cioè i modi con cui tali sostanze possono
entrare in contatto con le matrici ambientali;
•il pericolo effettivo che può instaurarsi per le diverse
matrici ambientali e conseguentemente, in maniera diretta o
indiretta, per l'uomo.
Organizzazione e sussidiarietà
15. Professionalità e competenze
•conoscenza degli aspetti territoriali ed ambientali significativi del territorio di competenza
•capacità di consultare e interpretare le relative basi dati (idrografia superficiale e reti fognarie, impianti industriali con
emissioni in atmosfera e/o scarichi, impianti di depurazione e di trattamento rifiuti, impianti a rischio di incidenti
rilevanti…)
•conoscenza delle istruzioni operative per la gestione delle emergenze (es. inquinamento in atmosfera, radiazioni
ionizzanti, contaminazione di acque superficiali, scarichi anomali e morie di fauna ittica, ritrovamento rifiuti abbandonati,
incidente in stabilimento a rischio di incidente rilevante)
•partecipazione alle esercitazioni di protezione civile su scenari emergenziali che possono coinvolgere l’ambiente.
•esercitazioni su scenari emergenziali più circoscritti ma comunque con l’interessamento e il coinvolgimento di altri
enti/strutture.
Formazione e addestramento!
Organizzazione e sussidiarietà
16. Sinergie e sussidiarietà
•opportuno attivare percorsi di omogeneizzazione;
•attivare percorsi di standardizzazione organizzativi e
gestionali delle attività anche grazie alla condivisione di
applicativi e strumenti informativi, oltre che alla
formazione del personale;
•per le funzioni tecniche specialistiche: attivare un
sistema a rete del SNPA per mettere a disposizione le
competenze in ambiti territoriali ampi. Definire un
“catalogo” delle competenze specialistiche disponibili e i
punti di contatto continuativi ovvero i meccanismi di
attivazione
•banche dati condivise relative alla rendicontazione tecnica e
analitica dell'attività svolta per particolari emergenze
•definizione ed utilizzo di una scheda di registrazione delle attività
in emergenza condivisa che permetta di definire statistiche analoghe
su tutto il territorio nazionale
•analisi di scenari di rischio e predisposizione di protocolli di
intervento comuni di livello nazionale per specifici eventi sulla base
dell'esperienza acquisita da agenzie diverse.
•Radioattività
•Rischio di incidente rilevante
•Laboratori specialistici (post-emergenza)
•Modellistica di dispersione di inquinanti in matrici ambientali
Organizzazione e sussidiarietà
17. In sintesi, l'obiettivo preventivo delle Agenzie, per le loro competenze tecnico-scientifiche, deve essere quello
di individuare e studiare, anche sulla base di dati acquisiti nel corso della propria attività ordinaria, scenari di
riferimento sui temi di competenza in ambito emergenziale.
Le attività di SNPA per la risposta alle emergenze
•predisporre le schede di intervento con le azioni da mettere in atto per ogni scenario od almeno per quelli più probabili
sulla base degli eventi storici
•condividere le schede nell’ambito di tutto il sistema agenziale garantisce l'incremento della efficacia negli interventi e
soprattutto la omogeneità dei comportamenti, determinando una progressiva crescita professionale sul tema.
Organizzazione e sussidiarietà
18. Esempio di attività di pianificazione: scenari incidentali
Scenari incidentali
Mappe delle conseguenze
Quantificazione delle conseguenze
Organizzazione e sussidiarietà
19. Esempio di procedure per campionamento matrice aria
In reperibilità per pronto intervento gli operatori
devono poter disporre di:
• Indicazioni operative
• Uso strumentazione
Organizzazione e sussidiarietà
20. I limiti di esposizione in emergenza – Parametri di tossicità
LC50 Lethal Concentration Fifty è definito come la concentrazione di sostanza tossica, letale per inalazione nel 50%
dei soggetti umani esposti per 30 minuti. Si può calcolare dai dati sperimentali, applicando la funzione di Probit
IDLH Immediately Dangerous to Life and Health è la concentrazione di sostanza tossica fino alla quale l’individuo
sano, in seguito ad esposizione di 30 minuti, non subisce per inalazione danni irreversibili alla salute e sintomi tali da
impedire l’esecuzione delle appropriate azioni protettive.
TLV Threshold Limit Value è la concentrazione massima alla quale i lavoratori possono essere esposti
continuativamente fino ad un periodo di 15 minuti e per non più di quattro volte al giorno con un intervallo di almeno
60 minuti, senza che insorgano irritazioni, alterazione cronica o irreversibile del tessuto, narcosi di grado sufficiente ad
accrescere la probabilità di infortuni, di menomare le capacità di mettersi in salvo o di ridurre l’efficienza lavorativa.
STEL Short Term Exposure Limit concentrazione massima alla quale i lavoratori possono essere esposti
continuativamente
TWA Time Weighted Average concentrazione media nel tempo per una giornata di 8 ore e per 40 ore alla settimana,
alla quale i lavoratori possono essere ripetutamente esposti, senza effetti negativi.
C Ceiling Value concentrazione che non deve essere superata nemmeno istantaneamente
Organizzazione e sussidiarietà
21. Relazioni con enti esterni
SNPA è componente del Sistema Nazionale di Protezione Civile, fornisce la formazione, l’implementazione e la gestione di
conoscenze ambientali e territoriali per essere di supporto in fase di emergenza ma anche in fase di previsione e
prevenzione
Protezione civile
supporto alla definizione dei rischi igienico-sanitari, correlati alla tipologia di evento e alle matrici ambientali coinvolte
SSN
Comando provinciale dei Vigili del Fuoco
forze territoriali con cui il SNPA svolge la maggior parte di attività nelle emergenze di origine antropica interagendo, di volta
in volta, con il Responsabile delle Operazioni di Soccorso (R.O.S)
Prefettura - Comune
partecipazione diretta al Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) della prefettura, supporto esterno, all’Unita di Crisi Locale (U.C.L.)
in coordinamento con il Posto di Comando Avanzato (P.C.A.)
Sistema delle relazioni
22. Relazioni con enti esterni
Procedure di raccordo con gli strumenti di pianificazione specifici
procedure ed istruzioni operative
interne al SNPA
predisposizione di procedure e piani di funzione che specificano le modalità di azione in relazione ai modelli di intervento
e ai livelli di allertamento previsti
strumenti di pianificazione specifici redatti dagli Enti preposti alla
gestione delle emergenze e alle attività di Difesa Civile e di Protezione
Civile (es. piani di protezione civile, piani di difesa civile, piani di
emergenza esterna di stabilimenti a rischio di incidente rilevante)
Sistema delle relazioni
23. La comunicazione pubblica in emergenza
…l’informazione alla popolazione è una concreta funzione operativa di
prevenzione e di protezione – che comporta la necessità di adeguare contenuti
e linguaggi alle esigenze comunicative – e postula l’obbligo, per chi intraprende
tale attività, di acquisire le conoscenze necessarie per svolgerla in modo
adeguato…
sentenza della Corte di
Cassazione relativa al
processo “Grandi Rischi”
• trasparenza
• correttezza scientifica
• chiarezza
• comprensibilità
• univocità
• avvedutezza e prudenza
Caratteristiche della
comunicazione del rischio
Contributo del SNPA
• autorevolezza
• reputazione
• riconoscibilità
• tempestività
• continuità
• elevato impatto/grandi numeri
• immagine
• “gioco di squadra”
• nuove tecnologie
• definire ruolo
• sfruttare la capacità e la potenzialità
• valorizzare
Sistema delle relazioni
24. Tematiche per affermare il ruolo in emergenza
- integrazione normativa sul ruolo SNPA in emergenza (decreto legislativo 1/2018)
-attuazione linee guida 31/2018 del GDL 46 (linee guida per la gestione delle emergenze antropiche e naturali)
- transizione dal coordinamento in GDL vs TIC
-predisposizione procedure tecniche di intervento e adeguamento dei sistemi informativi di supporto
-aspetti organizzativi (sale operative, reperibilità, turni …)
-coordinamento delle funzioni di sussidiarietà