Un designer che voglia progettare con le persone e non solo per le persone deve, innanzitutto, incominciare con l’ascoltarle. Questa è la storia di come mi sono avvicinata a un gruppo di persone e di come insieme abbiamo intrapreso un percorso di collaborazione dove l’ascolto è stato essenzialmente una fase attiva, parte integrante delle sessioni di co-design. In questo percorso, chiamato ‘Cittadini Creativi’, ho cercato di fare empatia e di assumere prospettive sempre diverse: come dice Marianella Sclavi, ho cercato ‘di uscire dalla cornice’ e di assumere che chiunque mi parlasse avesse ragione, per poi capirne insieme il perché. Ho cercato, con alterni risultati, di visualizzare l’ascolto e di interpretarlo per farne un oggetto di conversazione, un oggetto di co-design che dovesse guidare la progettazione di servizi per il quartiere di Milano nel quale ci si trovava. Infine ho cercato di ascoltare adottando una metodologia umoristica: le sessioni di co-design insieme ai cittadini sono state un percorso a metà tra l’empowerment e l’entertainment, è difficile impegnarsi in un ascolto attivo e reciproco se non ci si diverte, ma su questo la mia ricerca di service designer è solo all’inizio.
Daniela Selloni è service designer e ricercatrice. Ha conseguito un Dottorato di Ricerca al Politecnico di Milano su design dei servizi e innovazione sociale, con un focus sui servizi collaborativi. La sua ricerca applicata ha portato alla sperimentazione di Cittadini Creativi, un formato inedito di agenzia di service design per la città, dalla quale sono nati alcuni servizi co-progettati e co-prodotti insieme ai cittadini di un quartiere di Milano. Insegna alla Scuola di Design del Politecnico di Milano, nella Laurea Magistrale “Product Service System Design”, al “Master Progettare Cultura” dell’Università Cattolica e al “Master in Design Strategico” di POLI.Design. É stata visiting researcher presso la Parsons – The New School for Design, New York. Svolge inoltre attività di consulenza presso aziende pubbliche e private e attività di mentorship per incubazioni di start up, esplorando in particolare la relazione tra design dei servizi e sharing economy. E’ membro di POLIMI DESIS Lab, parte del network internazionale DESIS Design for Social Innovation and Sustainability, dove partecipa a vare ricerche europee e italiane.
Social media link:
https://twitter.com/danielaselloni
Sito professionale:
www.cittadinicreativi.it
www.microsuper.it
www.desis-network.org
Presentazione di Daniela Selloni, ricercatrice del Politecnico di Milano, sul design dei servizi collaborativi e sulla sharing economy.
Taranto, giugno 2014.
Presentazione fatta alla Sharing School di Matera 23-26 gennaio 2015, sul design dei servizi collaborativi: approccio, casi, metodi, strumenti. Approfondimento finale che si riferisce al Dottorato di Ricerca in Design di Daniela Selloni (Novembre 2014) e riferimento a una possibile bozza di Manuale di Design Servizi Collaborativi, già apparsa in Sharexpo sempre a cura di Daniela Selloni
Presentation done for the Explore Talks, about two different participatory action formats: Creative Citizens and Hacking Public Services (a design studio held in the School of Design of Politecnico di Milano - Master in product Service System Design, a.y. 20014/2015 Professors Anna Meroni, Daniela Selloni, Eduardo Staszowski)
Le parole e i numeri che raccontano:
• il bilancio del 2015
• la vision dell’associazione
• i progetti ed eventi del 2016
• il team del 2016
• una chiamata a partecipare
Andrea Angiolini + Prof. Fabio Vitali (Casa editrice Il Mulino)
Da quasi 10 anni il Mulino ha strutturato il proprio processo di produzione, formalizzando workflow di metadati e file e definendo ruoli per gli attori della catena editoriale.
Lo scopo principale era e resta conservare la produzione dei libri, rendendola riutilizzabile perché basata su standard. Questo ci ha permesso tra l'altro di realizzare successivamente nuovi contenuti e servizi per la ricerca e lo studio, nei quali le interfacce d’uso sono centrali.
Andrea Angiolini è direttore editoriale del Mulino, dove ricopre anche la carica di responsabile del settore digitale. All’interno dell’Associazione italiana editori, è membro del gruppo
accademico-professionale e presidente della commissione digitale.
Social media link:
https://www.linkedin.com/pub/andrea-angiolini/2/21a/358
https://it.linkedin.com/pub/fabio-vitali/0/b28/9b5
Sito professionale:
https://www.mulino.it/
https://www.unibo.it/sitoweb/fabio.vitali
IX Summit Italiano
di Architettura dell’Informazione Bologna 23 – 24 ottobre 2015
dall’ascolto
alla progettazione
Il percorso del senso: persone contesti e signi cati
Il IX Summit Italiano di Architettura dell’Informazione vuole essere un momento di crescita e di confronto per la comunità di pratica italiana. Portiamo avanti con convinzione il percorso di ibridazione professionale iniziato da chi ci ha preceduto, aprendoci all’ascolto e facendo di questa pratica un tratto identitario della nostra rete: saper ascoltare gli utenti per progettare meglio e, con lo stesso spirito, rimanere aperti
a stimoli esterni, discipline complementari all’architettura dell’informazione.
Architecta vuole continuare ad essere un’associazione plurale nei suoi interpreti e capillare sul territorio, proponendo e organizzando percorsi di formazione ed eventi di divulgazione ma soprattutto ascoltando e, il psupportando le attività dei propri soci. Il 2016 sarà un anno importante per Architecta che culminerà con la celebrazione dei primi dieci anni di attività dell’associazione e il X Summit Italiano.
Un invito a collaborare e a rimanere in ascolto.
Il board di architecta
Presentazione di Daniela Selloni, ricercatrice del Politecnico di Milano, sul design dei servizi collaborativi e sulla sharing economy.
Taranto, giugno 2014.
Presentazione fatta alla Sharing School di Matera 23-26 gennaio 2015, sul design dei servizi collaborativi: approccio, casi, metodi, strumenti. Approfondimento finale che si riferisce al Dottorato di Ricerca in Design di Daniela Selloni (Novembre 2014) e riferimento a una possibile bozza di Manuale di Design Servizi Collaborativi, già apparsa in Sharexpo sempre a cura di Daniela Selloni
Presentation done for the Explore Talks, about two different participatory action formats: Creative Citizens and Hacking Public Services (a design studio held in the School of Design of Politecnico di Milano - Master in product Service System Design, a.y. 20014/2015 Professors Anna Meroni, Daniela Selloni, Eduardo Staszowski)
Le parole e i numeri che raccontano:
• il bilancio del 2015
• la vision dell’associazione
• i progetti ed eventi del 2016
• il team del 2016
• una chiamata a partecipare
Andrea Angiolini + Prof. Fabio Vitali (Casa editrice Il Mulino)
Da quasi 10 anni il Mulino ha strutturato il proprio processo di produzione, formalizzando workflow di metadati e file e definendo ruoli per gli attori della catena editoriale.
Lo scopo principale era e resta conservare la produzione dei libri, rendendola riutilizzabile perché basata su standard. Questo ci ha permesso tra l'altro di realizzare successivamente nuovi contenuti e servizi per la ricerca e lo studio, nei quali le interfacce d’uso sono centrali.
Andrea Angiolini è direttore editoriale del Mulino, dove ricopre anche la carica di responsabile del settore digitale. All’interno dell’Associazione italiana editori, è membro del gruppo
accademico-professionale e presidente della commissione digitale.
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https://it.linkedin.com/pub/fabio-vitali/0/b28/9b5
Sito professionale:
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https://www.unibo.it/sitoweb/fabio.vitali
IX Summit Italiano
di Architettura dell’Informazione Bologna 23 – 24 ottobre 2015
dall’ascolto
alla progettazione
Il percorso del senso: persone contesti e signi cati
Il IX Summit Italiano di Architettura dell’Informazione vuole essere un momento di crescita e di confronto per la comunità di pratica italiana. Portiamo avanti con convinzione il percorso di ibridazione professionale iniziato da chi ci ha preceduto, aprendoci all’ascolto e facendo di questa pratica un tratto identitario della nostra rete: saper ascoltare gli utenti per progettare meglio e, con lo stesso spirito, rimanere aperti
a stimoli esterni, discipline complementari all’architettura dell’informazione.
Architecta vuole continuare ad essere un’associazione plurale nei suoi interpreti e capillare sul territorio, proponendo e organizzando percorsi di formazione ed eventi di divulgazione ma soprattutto ascoltando e, il psupportando le attività dei propri soci. Il 2016 sarà un anno importante per Architecta che culminerà con la celebrazione dei primi dieci anni di attività dell’associazione e il X Summit Italiano.
Un invito a collaborare e a rimanere in ascolto.
Il board di architecta
Il design dei servizi pubblici: sfide e opportunitàVincenzo Di Maria
GOV 2020 @ H-Farm
Iniziativa per accompagnare la Pubblica Amministrazione nell’era del cambiamento grazie al digitale.
Il 20 e 21 ottobre 2017 - GOV2020, due giorni formativi realizzati in collaborazione con RENA. Un appuntamento unico per tutti gli addetti ai lavori che vogliono ridisegnare i servizi a partire dai nuovi bisogni e dalle nuove esigenze dei cittadini.
Tra comunità creative e normalità trasformativa | WIS18 | Ezio ManziniIris Network
XVI Workshop sull'impresa sociale
13-14 settembre 2018, Riva del Garda (Tn).
Keynote speech di Ezio Manzini (POLIMI DESIS Lab – Politecnico di Milano) nella plenaria "Dalle comunità creative alla normalità trasformativa: un processo sociale di apprendimento"
SESSIONE PLENARIA | giovedì 13 Settembre | ore 17
La plenaria pomeridiana del XVI Workshop sull’impresa sociale ha il piacere di ospitare un keynote speech del professor Ezio Manzini (POLIMI DESIS Lab – Politecnico di Milano) dal titolo Dalle comunità creative alla normalità trasformativa: un processo sociale di apprendimento. Il caso dell’abitare collaborativo.
Introdurrà l’intervento Alessia Maccaferri (Il Sole 24 Ore).
Ezio Manzini. Ingegnere, architetto e teorico italiano del design; è Honorary Professor al Politecnico di Milano e uno dei maggiori studiosi italiani e mondiali di design per la sostenibilità, campo nel quale lavora da più di 20 anni. Recentemente i suoi studi si sono focalizzati sul design per l’innovazione sociale, ossia quella pratica del design contemporaneo che si applica alla progettazione di soluzioni e servizi in grado di generare valore sociale e beni relazionali, spesso attraverso forme di collaborazione e condivisione. Ha fondato DESIS, una network internazionale di scuole di design e di organizzazioni attive nel campo dell’innovazione sociale e della sostenibilità. Autore di numerose pubblicazioni, tra cui “Design, when everybody designs: An introduction to design for social innovation” e “Politiche del quotidiano. Progetti di vita che cambiano il mondo”.
Un viaggio nel mondo dell'e-learning universitario:
1. Il mondo dell'e-learning
2. I Virtual Learning Environment
3. I Personal Learning Environment
4. Un case-study: il Politecnico di Milano
5. Il futuro dell'e-learning
Il mondo universitario, nell'era digitale, può e deve cambiare. In queste slide si analizzano alcuni trend (tecnologici e non solo) che potenzialmente potrebbero rivoluzionare il modo di "fare università".
Presentation of the process and results of the design studio "Hacking Public Services" held in the School of Design of Politecnico di Milano, Master in Product Service System Design, a.y. 2014/2015; Professors: Anna Meroni, Daniela Selloni, Eduardo Staszowski. Tutor: Anna Maggi.
Consigli e indicazioni su come fare una tesi di laurea con la cattedra di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi e Sociologia dei Media Digitali (Università di Catania, Dipartimento di Scienze Umanistiche)
In un periodo in cui la crisi morde anche e, direi soprattutto, gli enti pubblici più vicini ai cittadini, e cioè i comuni, si ha bisogno di amministratori che vogliano restare fedeli al loro mandato di trasparenza e di erogazione di servizi utili alla città.
Un corretto monitoraggio del territorio, una capacità di intervento immediata e utile ad eliminare disagi e disservizi, l’ascolto dei cittadini e il dialogo con essi, spesso necessita di un’organizzazione di uffici e personale che non tutti i comuni sono in grado di permettersi.
E allora ? Allora bisogna aguzzare l’ingegno e cominciare a tirare dalla propria parte le nuove tecnologie informatiche e della comunicazione e, perché no, anche i cittadini.
I Social Network che, sia pure con qualche difficoltà, sono entrati nelle prassi di utilizzo quotidiano delle aziende italiane, stentano ancora a far breccia tra le mura delle nostre istituzioni territoriali.
In fondo c’è da capire la difficoltà di enti da sempre abituati più al “parlare” che “all’ascoltare” che di punto in bianco si troverebbero a gestire una mole di “dialoghi” con i propri cittadini molto vasta.
Eppure si può fare utilizzando gli strumenti e gli accorgimenti giusti i Social Network, le tecnologie informatiche, la rete, i sistemi mobile e di geolocalizzazione, la cartografia on line, possono trasformarsi in breve da “problema” per l’ente in risorsa.
Del resto, cosa c’è di più naturale di un URP, o di un ufficio stampa che sposi le tecnologie 2.0 ? Non sono stati pensati per comunicare con i cittadini e con i media ?
Smart City, Marketing teerritoriale, Fare Impresa, quel web 2.0 che può fare ...Michele Dell'Edera
Si fa molto parlare di Smart Cities e della loro evoluzione, di implementazioni tecnologiche come la fibra ottica, di capacità di coinvolgere i cittadini attraverso i vari canali che oggi la tecnologia ci mette a disposizione.
E’, allo stesso tempo, importante che gli enti territoriali e gli enti che hanno come mission la promozione dei territori si attrezzino per un marketing territoriale sempre più avanzato e sempre più in grado di sfruttare le potenzialità del web e del mobile per rendere sempre più conosciuti e appetibili i propri territori.
E come possono fare i territori a favorire la sempre maggiore richiesta di sostegno e aiuto anche informativo, logistico e consulenziale a chi vuole far nascere una startup? Ecco che il tutto si salda in una solida promozione e in un solido sostegno al “Fare Impresa”. In tutto ciò, il web, più largamente inteso come ecosistema di comunicazione e informazione e come arcipelago di device che ci tengono sempre connessi, può essere utile a rendere la smart city sempre più smart, il marketing territoriale sempre più efficace e il fare impresa sempre più facile evitando errori? Diciamo di Si...
Il design dei servizi pubblici: sfide e opportunitàVincenzo Di Maria
GOV 2020 @ H-Farm
Iniziativa per accompagnare la Pubblica Amministrazione nell’era del cambiamento grazie al digitale.
Il 20 e 21 ottobre 2017 - GOV2020, due giorni formativi realizzati in collaborazione con RENA. Un appuntamento unico per tutti gli addetti ai lavori che vogliono ridisegnare i servizi a partire dai nuovi bisogni e dalle nuove esigenze dei cittadini.
Tra comunità creative e normalità trasformativa | WIS18 | Ezio ManziniIris Network
XVI Workshop sull'impresa sociale
13-14 settembre 2018, Riva del Garda (Tn).
Keynote speech di Ezio Manzini (POLIMI DESIS Lab – Politecnico di Milano) nella plenaria "Dalle comunità creative alla normalità trasformativa: un processo sociale di apprendimento"
SESSIONE PLENARIA | giovedì 13 Settembre | ore 17
La plenaria pomeridiana del XVI Workshop sull’impresa sociale ha il piacere di ospitare un keynote speech del professor Ezio Manzini (POLIMI DESIS Lab – Politecnico di Milano) dal titolo Dalle comunità creative alla normalità trasformativa: un processo sociale di apprendimento. Il caso dell’abitare collaborativo.
Introdurrà l’intervento Alessia Maccaferri (Il Sole 24 Ore).
Ezio Manzini. Ingegnere, architetto e teorico italiano del design; è Honorary Professor al Politecnico di Milano e uno dei maggiori studiosi italiani e mondiali di design per la sostenibilità, campo nel quale lavora da più di 20 anni. Recentemente i suoi studi si sono focalizzati sul design per l’innovazione sociale, ossia quella pratica del design contemporaneo che si applica alla progettazione di soluzioni e servizi in grado di generare valore sociale e beni relazionali, spesso attraverso forme di collaborazione e condivisione. Ha fondato DESIS, una network internazionale di scuole di design e di organizzazioni attive nel campo dell’innovazione sociale e della sostenibilità. Autore di numerose pubblicazioni, tra cui “Design, when everybody designs: An introduction to design for social innovation” e “Politiche del quotidiano. Progetti di vita che cambiano il mondo”.
Un viaggio nel mondo dell'e-learning universitario:
1. Il mondo dell'e-learning
2. I Virtual Learning Environment
3. I Personal Learning Environment
4. Un case-study: il Politecnico di Milano
5. Il futuro dell'e-learning
Il mondo universitario, nell'era digitale, può e deve cambiare. In queste slide si analizzano alcuni trend (tecnologici e non solo) che potenzialmente potrebbero rivoluzionare il modo di "fare università".
Presentation of the process and results of the design studio "Hacking Public Services" held in the School of Design of Politecnico di Milano, Master in Product Service System Design, a.y. 2014/2015; Professors: Anna Meroni, Daniela Selloni, Eduardo Staszowski. Tutor: Anna Maggi.
Consigli e indicazioni su come fare una tesi di laurea con la cattedra di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi e Sociologia dei Media Digitali (Università di Catania, Dipartimento di Scienze Umanistiche)
In un periodo in cui la crisi morde anche e, direi soprattutto, gli enti pubblici più vicini ai cittadini, e cioè i comuni, si ha bisogno di amministratori che vogliano restare fedeli al loro mandato di trasparenza e di erogazione di servizi utili alla città.
Un corretto monitoraggio del territorio, una capacità di intervento immediata e utile ad eliminare disagi e disservizi, l’ascolto dei cittadini e il dialogo con essi, spesso necessita di un’organizzazione di uffici e personale che non tutti i comuni sono in grado di permettersi.
E allora ? Allora bisogna aguzzare l’ingegno e cominciare a tirare dalla propria parte le nuove tecnologie informatiche e della comunicazione e, perché no, anche i cittadini.
I Social Network che, sia pure con qualche difficoltà, sono entrati nelle prassi di utilizzo quotidiano delle aziende italiane, stentano ancora a far breccia tra le mura delle nostre istituzioni territoriali.
In fondo c’è da capire la difficoltà di enti da sempre abituati più al “parlare” che “all’ascoltare” che di punto in bianco si troverebbero a gestire una mole di “dialoghi” con i propri cittadini molto vasta.
Eppure si può fare utilizzando gli strumenti e gli accorgimenti giusti i Social Network, le tecnologie informatiche, la rete, i sistemi mobile e di geolocalizzazione, la cartografia on line, possono trasformarsi in breve da “problema” per l’ente in risorsa.
Del resto, cosa c’è di più naturale di un URP, o di un ufficio stampa che sposi le tecnologie 2.0 ? Non sono stati pensati per comunicare con i cittadini e con i media ?
Smart City, Marketing teerritoriale, Fare Impresa, quel web 2.0 che può fare ...Michele Dell'Edera
Si fa molto parlare di Smart Cities e della loro evoluzione, di implementazioni tecnologiche come la fibra ottica, di capacità di coinvolgere i cittadini attraverso i vari canali che oggi la tecnologia ci mette a disposizione.
E’, allo stesso tempo, importante che gli enti territoriali e gli enti che hanno come mission la promozione dei territori si attrezzino per un marketing territoriale sempre più avanzato e sempre più in grado di sfruttare le potenzialità del web e del mobile per rendere sempre più conosciuti e appetibili i propri territori.
E come possono fare i territori a favorire la sempre maggiore richiesta di sostegno e aiuto anche informativo, logistico e consulenziale a chi vuole far nascere una startup? Ecco che il tutto si salda in una solida promozione e in un solido sostegno al “Fare Impresa”. In tutto ciò, il web, più largamente inteso come ecosistema di comunicazione e informazione e come arcipelago di device che ci tengono sempre connessi, può essere utile a rendere la smart city sempre più smart, il marketing territoriale sempre più efficace e il fare impresa sempre più facile evitando errori? Diciamo di Si...
Il laboratorio organizzato dalla "sporca dozzina" al Workshop per l'impresa sociale #WIS14 organizzato da Iris Network a Riva Del Garda il 18 e 19 Settembre 2014. Caratterizzato dal tema "progettare i servizi per avare impatto" la sessione pomeridiana del workshop ha visto diverse sessioni parallele tra le quali due approfondimenti pratici sul service design per l'impresa sociale, toccando due temi caldi come l'economia della condivisone #sharingeconomy e i nuovi rapporti con il pubblico. Circa 80 le persone e i professionisti del terzo settore che hanno partecipato ai lavori grazie anche al caso pratico offerto da una Cooperativa Sociale dell'area bolognese, La Piccola Carovana.
#servicedesign4socent valorizzare il design come strumento per innovare le imprese sociali. Secondo una ricerca del Design Council di Londra, quando un impresa investe un euro in attività di design, aumenta il fatturato di 20 euro e il profitto di 4 euro. Londra, ma anche Bruxelles: la Commissione Europea ha recentemente concluso una ricerca su come il design possa rappresentare un’importante leva di innovazione. Due segnali del ruolo riconosciuto ad un approccio che porta l’utente al centro della progettazione o addirittura come partner di progetto.
IL PROGRAMMA COMPLETO DEL WORKSHOP http://www.irisnetwork.it/wp-content/uploads/2014/09/WIS14-programma.pdf
La sharing economy per innovare i servizi delle imprese socialiIris Network
Workshop sull’impresa sociale 2014
18-19 settembre 2014, Riva del Garda (TN)
“La sharing economy per innovare i servizi delle imprese sociali”
Gruppo di lavoro e progettazione #servicedesign4socent
La Oficina de Imaginación Cívica de la Fondazione Innovazione Urbana (en Bologna) tiene la misión de activar procesos de escucha, colaboración, participación y co-diseño de proyectos y políticas públicas de la ciudad, con especial atención a la regeneración de espacios y bienes urbanos comunes. Lo hace a través de un equipo multidisciplinar estable en cada uno de los seis distritos de la ciudad. Este equipo conoce las problemáticas y las prioridades de los vecinos y vecinas, a la vez que facilita el proceso de escucha y co-creación utilizando herramientas distintas según las necesidades.
Smart & Sostenibile: un unico attributo per il Service Design nella Smart CityAlessandro Pollini
Smart come la tecniche per la comprensione delle motivazioni, abilità e obiettivi del cittadino; come le modalità di coinvolgimento e di partecipazione dei cittadini e dei Comuni; come il processo di disegno dei servizi intorno alle necessità degli utenti.
Smart perchè sostenibile, a livello di città, di Pubblica Amministrazione, di associazioni, di individui, di famiglie.
Sostenibile perchè accessibile, accettabile, apprezzabile, usabile e vantaggioso nel tempo.
Tutto questo nell’esperienza di progetto SPAC3 - Servizi smart della nuova Pubblica Amministrazione per la Citizen-Centricity in cloud.
gioconomics presentation at service design drinks Lisboa, 14 dec 2011, Cowork Lisboa, LX factory.
Gioconomics is a collaboration between dutch designers Jonas Piet and Mylene Jonker, working with Italian designer Vincenzo di Maria and the Naples based volunteering organisation Gioco Immagine e Parole, an organisation that develops social cultural productions to emancipate young people. The project is a winning entry of the international Social Innovation Competition Naples 2.0 and took up the challenge to ‘Create a sustainable business plan for a volunteering organisation’. www.gioconomics.org
Il laboratorio Z si è concentrato su: governance, misurazione d'impatti, audience development. Il lavoro risultante prova a rispondere alla domanda "come evocare futuri (im)possibili attraverso la costituzione di una rete?".
Non c’è bisogno di attendere la diffusione delle interfacce conversazionali per riconoscere l’importanza del linguaggio verbale nel design di un servizio. Ecco cosa possono fare gli ux writer, i tech writer e i content designer per arginare il diluvio di scorrettezze, ingenuità, cattive traduzioni, duplicazioni dannose, arcaismi e inutili complicazioni linguistiche da cui siamo sommersi ogni giorno. Ed ecco i vantaggi di integrare efficacemente il linguaggio verbale all’interno di un design system. Perché, come diceva qualcuno: “Le parole sono importanti”.
VOCE - La casa del volontariato di MilanoVOCEmilano
VOCE è il luogo sociale e relazionale che rappresenta in maniera innovativa la dimensione comunitaria della vita della città di Milano e della sua provincia. Un luogo che si ispira alla Milano operosa, che “non ha paura di rimboccarsi le maniche” per costruire una cittadinanza attiva capace di restituire alle persone, alle famiglie e alle organizzazioni senso di appartenenza, di coesione, di partecipazione. E’ il luogo della partecipazione e della crescita.
An Undesigned World
Jason Ulaszek
More and more, designers are being asked to help businesses make important decisions. Our ability to connect the disconnected and see the unseen is increasingly valuable in generating new opportunities and boosting commercial value. In part, the growth of the design industry’s value is being driven by businesses realizing that every great experience is designed - we’re helping render the intent of the next great phone, killer mobile app or customer service interaction into reality. At times, it feels we’re spending an exorbitant amount of energy and resources to design for the next greatest “thing”. While we admirably practice our craft on these design challenges for business, we must also recognize the rest of the undesigned world before us. Why are we allowing so many social systems’ experiences to exist ineffectively or even excruciatingly painful? As designers, we owe ourselves the opportunity to fall in love with these problems and mold a response into something better for ourselves, family and friends, neighbors and community. We must be more human-centered, not simply follow a human-centered methodology. It's time we leverage more of our skill for an even higher purpose: solving the world's most pressing social challenges. This talk examines the unique value and power of designers and design thinkers to impact social change. It will provide case studies, current examples and inspiration for designers aspiring to leave a bigger imprint on society.
Jason Ulazsek
Experience designer, imprenditore, fondatore di UXforGood
Jason Ulaszek is the founder and principal of Inzovu, an international design agency founded to tackle and solve social problems through design.He is also a founder and director of UX for Good, an award-winning social venture that leverages experience design to solve social challenges.
Summit X - Lasciare il segno
11 - 12 Novembre 2016, Roma
Due giornate tra formazione e immaginazione. L'evento dell'anno per studenti, professionisti, aziende e tutti coloro che operano nel campo dell'architettura dell'informazione e dell'user experience design.
Siamo al decimo Summit, il Summit x, ed è un buon momento per riflettere su quanto è stato fatto finora e cosa vogliamo progettare per il futuro.
Progettare prodotti, servizi o sistemi complessi significa lasciare un segno. Un segno che può avere un impatto memorabile o trascurabile sul mondo, sul mercato, sulla comunità di pratica o su te stesso. Dove c’è un impatto c’è anche un cambiamento, frutto di scelte progettuali e partecipative, come quelle che hanno accompagnato Architecta in questi dieci anni.
Design sistemico: implicazioni etiche e socio-comportamentali della progettazione e dell’architettura dell’informazione
Clementina Gentile
Il design di prodotti e servizi digitali va ben oltre il design dell’interfaccia. Il modo in cui strutturiamo le informazioni, il linguaggio che utilizziamo, le interazioni che progettiamo sono alcuni dei fattori che influiscono sul modo in cui le persone si relazionano tra di loro e con l’ambiente circostante. Introdurre metodologie di System Thinking nella progettazione di design significa essere attenti alle implicazioni che quello che progettiamo avrà sull’ecosistema in cui si andrà ad inserire. L’intervento spiega il design sistemico con l’aiuto di riferimenti teorici ed esempi concreti, illustrando la potenzialità di questo approccio nel risolvere problemi socio-tecnici complessi.
IA per la PA: le Linee Guida di design dei siti web della Pubblica Amministrazione e implicazioni per l’infoarchitettura
Claudio Celeghin |Lightning Talk
L’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), su incarico del Governo, sta realizzando delle Linee Guida per i siti web delle Pubbliche Amministrazioni, con il duplice obiettivo di migliorare la comunicazione e l’interazione con il cittadino e consentire alle PA di risparmiare notevolmente sui costi di progettazione e sviluppo. Il sito del Governo e del dipartimento della Funzione Pubblica hanno aderito alle linee guida già a novembre 2015. Altri Ministeri, Comuni, e Regioni si sono adeguati. Anche Scuole e Università saranno oggetto di analisi e revisione. Uno dei punti centrali di questo progetto consiste nell’individuazione, all’interno della stessa tipologia di ente pubblico, di un’architettura dell’informazione per quanto possibile coerente e intuitiva.
Ux Book Club Brescia - Percorsi di crescita
Sergio Venturetti/Luca Lamera |Lightning Talk
Dalla fondazione, al primo anno di letture, al ciclo di seminari. Breve racconto dell'esperienza che ci ha portati ad organizzare preziose occasioni di formazione professionale intorno alla passione che anima la nostra comunità.
Il percorso di digitalizzazione aziendale passa anche dagli strumenti a disposizione dei dipendenti e da una comunicazione interna che supporti l’evoluzione nel rapporto con i clienti e con i colleghi. Racconteremo il case study della nuova Group Intranet di UniCredit: come è stato creato un concept scalabile con un design partecipativo, come la soluzione è stata testata con oltre 4.000 dipendenti, quali risultati ha portato l’applicazione dello User- Centered Design nell’adozione dello strumento, nella soddisfazione dei colleghi, nel processo di buy-in del progetto e nell’efficacia della comunicazione interna.
Head of Social & Digital Internal Communications in UniCredit.
Ha coordinato il progetto della nuova Intranet, con cui UniCredit è la prima azienda italiana a vincere l’Intranet Design Annual di Nielsen Norman, riconosciuto per l’applicazione estensiva dello User-Centered Design.
Prima di lavorare nell’area Internal Communications, Fabio è stato responsabile Internet & Remote Banking di UniCredit e con il suo team lavora ogni giorno per contaminare i canali digitali interni con approcci, metodologie e user experience proprie del Web per facilitare la diffusione dei contenuti rilevanti per l’azienda e il supportare il lavoro quotidiano dei colleghi.
Social media link:
Su Twitter condivide la conoscenza #digitalworkplace, #internalcomms, #intranet,
#UX, #ESN, #socialmedia, #advocacy @fabiodelton
Andrea Angiolini + Prof. Fabio Vitali (Casa editrice Il Mulino)
Da quasi 10 anni il Mulino ha strutturato il proprio processo di produzione, formalizzando workflow di metadati e file e definendo ruoli per gli attori della catena editoriale.
Lo scopo principale era e resta conservare la produzione dei libri, rendendola riutilizzabile perché basata su standard. Questo ci ha permesso tra l'altro di realizzare successivamente nuovi contenuti e servizi per la ricerca e lo studio, nei quali le interfacce d’uso sono centrali.
Fabio Vitali è Professore all’Università di Bologna, Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria ed è attualmente il coordinatore del corso di studi di Informatica.
Si definisce un data designer e ha contribuito alla progettazione di linguaggi e metalinguaggi per la descrizione di domini, come XML Schema per il W3C e Akoma Ntoso per OASIS.
I suoi interessi scientifici si rivolgono principalmente alla definizione e all’uso di formati documentali per ogni tipo di applicazione, ed in particolare all’utilizzo di linguaggi dichiarativi per caratterizzare applicazioni software in genere che trattino dati e documenti.
https://www.unibo.it/sitoweb/fabio.vitali/cv
As Giambattista Vico uttered centuries ago, "the truth, itself, is made." And, as humans, most of our truth is made with language. What does this mean for Information Architecture, and those who practice it? In this presentation, we will explore that question. First, we'll establish what sort of material language is, and then we'll look at how IA uses it to shape the human environment.
Andrew Hinton is an information architect at The Understanding Group, and the author of Understanding Context. Since the early 90s he’s worked with companies to make habitable, delightful environments out of information. Andrew lives in a weird little neighborhood of Atlanta, Georgia, USA. Online, he tweets at @inkblurt and keeps a bunch of links about Andrewt-hings at andrewhinton.com.
Social media link:
https://twitter.com/inkblurt
There is no correct way to architect information; no tried-and-true formula for identifying and ultimately selecting the appropriate structures to realize business strategy while fostering great experiences and supporting the goals of customers and users. But there are good ways. This presentation proposes four steps any practitioner can walk on the path toward aligning strategy with structure, using analogies from architecture in the built environment to assist attendees in understanding the range of what’s possible in order to arrive at what’s good.
Dan Klyn has accrued 18 years of experience in information architecture practice, and is co-founder of The Understanding Group (TUG). He’s interested in planning, strategy and architecture for places made of information, likes coffee an awful lot, and teaches information architecture at the University of Michigan School of Information.
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Blog Professionale:
http://wildlyappropriate.com/
Qualsiasi titolare di progetti industriali, deve dibattersi tra l’incudine e il martello di produzione e vendite, partecipando così al fallimento di una buona metà dei lavori nel settore IT. Possiamo cambiare le nostre sorti e quelle dei nostri progetti solo grazie al sapiente governo della comunicazione, trasformando il Project Manager in un facilitatore dell’ascolto. Per ottenere questo dobbiamo prepararci nelle competenze interpersonali, con non meno rigore di quanto richiesto nelle discipline ingegneristiche. Scopriremo come le dinamiche comunicative siano più complesse delle meccaniche strumentali e acquisiremo le prime rudimentali istruzioni operative per orientarci in questo tumultuoso mare, fino a giungere sani e salvi in porto.
Fondatore di “bymark user experience” e di “manuale operativo”.
Conduce progetti UX, facendo interagire creativamente giovani talenti nativi digitali con le figure tecniche e strategiche, in modalità concurrent engineering.
Esercita il training per il potenziamento delle competenze interpersonali nelle professioni tecniche. Formatore alla facilitazione di meeting decisionali complessi e di workshop creativi. Realizza la crescita delle prestazioni produttive, intervenendo in fabbrica su processi industriali e relazioni interpersonali.
Sito professionale
www.bymark.it
Social G+ Manuale operativo
Social Linkedin https://www.linkedin.com/in/massimocrucitti
"Scrivere è architettura, non decorazione di interni": se lo affermava Hemingway, possiamo fidarci. Anche scrivere in rete con un linguaggio fresco e naturale – che sappia farsi ascoltare – ha pochissimo a che fare con l'improvvisazione e l'immediatezza del parlato e moltissimo con il rigore della costruzione e della progettazione. Un rigore che negli spazi ristretti degli schermi è fatto di equilibri sottili tra ascolto e visione, informazioni ed emozioni, immagini e parole. L'intervento getterà un po' di luce sul "messy work" che c'è dietro (per dirla con un filosofo del linguaggio che sarà molto citato) ma che i nostri utenti non vedranno mai. Loro, se avremo lavorato bene, ascolteranno solo una voce naturale e credibile.
Luisa Carrada è autrice del sito e del blog www.mestierediscrivere.com e di qualche libro in cui ha scritto delle sue avventure di editor sempre in bilico tra carta e digitale.
Quando non scrive, insegna alle aziende a ideare, smontare e rimontare testi, e a trovare il loro unico e inconfondibile tono di voce.
Social media link:
https://twitter.com/luisacarrada
Sito professionale:
www.mestierediscrivere.com
Un diluvio di dati, invisibile ma inarrestabile, lancia a istituzioni, imprese e professionisti una sfida che non può non essere accettata: come dare un senso a questi dati, trasformandoli in informazioni? In questo webinar entreremo nel mondo dei dati per capire come migliorare il nostro lavoro di Architetti dell’Informazione e User Experience Designer utilizzando i metodi della Data Visualization e della Social Network Analisys.
Raffaella Roviglioni spiega il concetto di usabilità attraverso numerosi esempi in ambito digitale ma anche negli oggetti d'uso comune nella quotidianità di tutti noi.
Che rapporto hanno la user experience e il web marketing? Moltissimo, a cominciare dalle persone che navigheranno il nostro prodotto. A cura di Stefano Stravato aka Stetto.
Ascoltare per co-progettare i servizi insieme ai cittadini | Daniela Selloni #IIAS15
1. Daniela Selloni
Ascoltare
Daniela Selloni
Bologna 23-24 ottobre 2015
per co-progettare servizi
insieme ai cittadini
IX Summit di Architettura dell’Informazione
Politecnico di Milano | Dipartimento di Design | POLIMI DESIS Lab
2. Daniela Selloni
design dei servizi
co-design
innovazionesociale
sharing economy
design for policy
sviluppoterritoriale
6. Daniela Selloni
Per 5 mesi,ogni giovedì per 2 ore, un service designer e 30 cittadini si sono
incontrati alla Cascina Cuccagna per progettare servizi per il quartiere.
9. Daniela Selloni
Il progettoè statoannunciatoal quartierecon una campagna di comunicazione
locale e digitale.Volta per volta sonostaticondivisi temi e strumentidiprogetto.
10. Daniela Selloni
Il sito cittadinicreativi.it raccogliei report di ogni incontro, permettedi scaricare gli
strumentiutilizzatie i documentisu cui lavorare insieme per progettarei servizi, è
il puntodi contattoe di comunicazione con i cittadinie con il pubblico.
11. Daniela Selloni
Una singolaarea di servizio viene analizzata attraversoun ciclo di tre incontri:
Introduzione del tema,
presentazione di buone
pratiche per trarne
ispirazione e generare
visioni alternative di vita
quotidiana.
1. Sessione ispirativa 2. Brainstorming collettivo 3. Sessione di prototipazione
Selezione degli elementi
promettenti dei casi
presentati, generazione
di idee unendo
ispirazioni, desideri,
necessità.
Utilizzo di mock-up fisici
per presentare il
servizio, applicazione del
servizio alla realtà della
Zona 4 e ai suoi attori
locali.
18. Daniela Selloni
3 tipi di strumenti
Per stimolare
l'immaginazione e il
pensiero laterale.
(schede su buone
pratiche, carte di
suggestione, videostorie
ecc.)
Inspiring tools Framing tools Implementing tools
Per mettere a fuoco l idea
di servizio.
(mappe del sistema,
customerjourney maps,
front office and back office
displays ecc.)
Per sviluppare
ulteriormente il servizio
e legarlo alle risorse
locali.
(service mock ups,
mappe di localizzazione,
mappe degli
stakeholders, giochi di
ruolo ecc.)
19. Daniela Selloni
Strumenti di visualizzazione come supporto:
> Supporto all’ascolto
> Supporto alla conversazione e al dialogo
> Supporto alle gestione (creativa) dei conflitti
> Supporto alle differenti fasi del progetto (analisi, ideazione, sviluppoetc.)
> Supporto all’intangibilità
> Supporto alla complessità
> Supporto alla propositività
49. Daniela Selloni
INFORMAZIONI
funzionali e simboliche
PERSONE
aspetto e comportamento
LUOGO
ambiente fisico e sensoriale
STRUMENTI
oggetti e macchine
INTERVALLO DI PROGETTO
DESIGN AREA
RELAZIONE
FORNITORE
DEL SERVIZIO
UTENTE
Progettazione dell’interfacciadel servizio intesa come zona, ambito, scena in cui hanno
luogo le interazioni tra il sistema di erogazione e il suo fruitore.
*Elena Pacenti, 1998.
Design dei servizi tradizionali
50. Daniela Selloni
I servizi collaborativi sono quei servizi che, per poter essere erogati, necessitano
dell’attiva partecipazione di tutti gli attori coinvolti, utenti finali inclusi.*
*Ezio Manzini, 2008.
INTERVALLO DI PROGETTO
DESIGN AREA
UTENTI - FORNITORI UTENTI - FRUITORI
RETE COME ABILITATORE
E CONNETTORE
Design dei servizi collaborativi
51. Daniela Selloni
front office (stage)
UTENTE
(cliente, cittadino)
linea della
visibilità
back office (backstage)
FORNITORE
(staff, management, sistemi di supporto)
*Daniela Sangiorgi, 2002.
Design dei servizi tradizionali
L’utente e il fornitore del servizio sono separati dalla linea di visibilità:non c’è
trasparenza, fruire e erogare il servizio sono due azioni nettamente distinte.
52. Daniela Selloni
UTENTE-FRUITORE
linea della
trasparenza
UTENTE-FORNITORE
L’utente e il fornitore del servizio fanno parte dellostesso gruppo, vi sono però ruoli
differenti e intercambiabili, le risorsee i sistemi di supporto sono condivisi.
Design dei servizi collaborativi
risorse, beni, sistemi di supporto in condivisione
53. Daniela Selloni
Caratteristiche a confronto
Servizi tradizionali Servizi collaborativi
relazione bidirezionale interazioni circolari
anonimità conoscenza diretta
organizzazione gerarchica organizzazione a rete / peer to peer
utente servito / delivering utente abilitato / enabling
focus sul come focus sul perché
professionalità nuovi esperti
organigrammi standard nuove figure professionali
divisione tra pubblico e privato zona ibrida semi-pubblica
rete come strumento rete come abilitatore e connettore
54. Daniela Selloni
al design dei servizi collaborativi
a quella utenti-utenti
alla prosumer experience
Transizioni in corso:
dal design dei servizi tradizionali >
dalla dialettica fornitore-utente >
dalla user experience >
dallo user centered design > al community centered design
56. Daniela Selloni
Meet a community – amplify individual interests in public interests 1
Select servicetopics – gather around local relevant issues2
Identify local stakeholders – organize meaningful encounters 3
Identify a symbolicplace – set a space for conversation and discussion4
Prototype – enact service rehearsals7
Developa program – align agendas and interests5
Co-design – enhance public imagination6
Co-produce – make services together8
Co-manage – define roles and rules
Implement – service legacy and legitimacy
9
10
L esperienza di Cittadini Creativi in 10 passi
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
57. Daniela Selloni
1. Meet a community
amplify individual interests in public interests
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> communityneighbourhood as theproper scaleof intervention
> communitycentred design
> formation of a communityaround a critical issue- ‘boundary topic’
> on-going process gathering participants at different stages
> participation creates emulation - participation becomes ‘aspirational’
> conflicts among earlier and recent participants
58. Daniela Selloni
2. Select service topics
gather around local relevant issues
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> transform aprotest into a proposal- design as ‘propositionalactivity’
> envision issues such as service-topics in order to identify areas to work on
> distinction between ‘symbolic and emotional issues’and ‘practicaland daily issues’
> conflicts in selecting issues might help in establishing ahierarchy
59. Daniela Selloni
3. Identify local stakeholders
organize meaningfulencounters
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> map existing services,activities and associations
> alliance to face crisis and ‘service scarcity’
> alliance to address issues toinstitutions in a shared and formalised way
> institutions as counterpart for citizens and smallbusinesses
> institutions as stakeholders involved in the process
> amplify and align interests: alliance to reach a common scope
60. Daniela Selloni
4. Identify a symbolic place
set a space for conversation and discussion
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> changeof function of the spacedepending on the type of session and activity
> a spacefor trial and error - a ‘protected environment’
> a ‘public innovation place’, an arena for ‘democratizing innovation’
> transient character - negative consequences in (co)managing spaceand resources
> the ownership of the spaceis blurred – assign roles and rules
61. Daniela Selloni
5. Develop a program
align agendas and interests
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> an agendain between a participatoryaction research plan and a programmeof
events for revitalising a neighbourhood
> align ‘my’ agendawith the ‘agenda of the neighbourhood’
> design a programmemeans to‘set conditions’for an alliance
> criticality: my agendawas essentially a top-down process
62. Daniela Selloni
6. Co-design
enhance public imagination
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> co-designas an activity inbetweenempowering and entertainment
> balance the ‘tone of voice’: shiftfrom an academic language to a popular one
> everyone canbecome ‘designer of their daily life’ ?
> support citizens through the imaginative power of design: develop public imagination
> co-designsessions inbetweencreative workshop and public debate / political meeting
63. Daniela Selloni
7. Prototype
enact service rehearsals
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> make service prototypes to test solutions
> reinforce the idea of ‘making together’ within a community
> rapid prototyping: physical mock-ups /low-tech prototypes to give tangibility to services
> participatory prototyping: simulate services, make rehearsals (set, props, script, roles..)
> develop ‘demonstrationarenas’ for institutions and ‘community building’ events
64. Daniela Selloni
8. Co-produce
make services together
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
picture from www.cuccagna.org
> co-productionis related to service developmentand to service performance & delivery
> co-develop means conceiving services inevery aspectboth digital and material
> ‘make services together’ means re-thinking public interest and realizing services that
are more citizens-oriented
> ‘make services together’ means promoting reciprocity and shifting the balance of power
65. Daniela Selloni
9. Co-manage
define roles and rules
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> co-manage: simultaneous need for flexibility, transparency and openness
> establish rules about use, access, membership, ownership etc.
> leave openre-negotiation: rules emerge from the specific practice
> think aboutroles means considering how power is distributed betweenthe parties
> change power dynamics means truly involving people in decision-making processes
> create a more inclusive model of governance
66. Daniela Selloni
10. Implement
service legacy and legitimacy
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
pictures from www.cuccagna.org
> service legacy: establishing the ‘ownership’ of the service and its possible evolution
> in public-interestservices the ownership is related to a constellationof actors that act
for the public interest and share the same values
> how to legitimize services: should citizens become actualsocial entrepreneurs?Or is it
better to find a stakeholder ready to bet on one specific service?
> often citizens prefer to receive legitimationfrom institutions or organizations
68. Daniela Selloni
1
2
4
Le 7 regole dell’ascoltare #1
Marianella Sclavi – Arte di ascoltare e mondi possibili (2003)
3
Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono
la parte più effimera dellaricerca.
Quel che vedi dipendedal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il
tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.
Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere
che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi
dalla sua prospettiva.
Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai
comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su
come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.
69. Daniela Selloni
5
6
7
Le 7 regole dell’ascoltare #2
Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili.I segnali più
importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al
tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché
incongruenti con le proprie certezze.
Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della
comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per
esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei
conflitti.
Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una
metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare,
l’umorismo viene da sé.
Marianella Sclavi – Arte di ascoltare e mondi possibili (2003)
72. Daniela Selloni
"Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini
coscienti e risoluti possa cambiare il mondo.
In realtà è l'unico modo in cui è sempre successo.”
Margaret Mead
Vorrei raccontarvi una storia, che è quella della sperimentazione di design dei servizi Cittadini Creativi dove l’ascolto è stato parte integrante del processo di co-progettazione, anzi è stato la base per imparare a progettare non solo PER le persone ma anche e soprattutto CON le persone.
Non è artificiosa, questi libri sono presenti nella bibliografia di molte delle mie pubblicazioni
(intangibilità dei servizi, intangibilità della complessità
Metafore, narrazioni che supportassero l’ascolto.
Molti servizi hanno una user experience perfetta ma non mettono valori, le loro interazioni sono piatte e neutrali,nei servizi collaborativi servono user experience trasformative
Fare community centred design significa ascoltare il territorio, il contesto, non solo le persone
Creare la comunità immergendosi nella vita di un quartiere, usando i metodi della ricerca etnografica, partecipando agli eventi e alle attività locali, facendo empatia con gli abitanti. Mettersi in ascolto di una comunità e di un territorio.
SELEZIONARE GLI ARGOMENTI / gli ambiti su cui lavorare
Quali sono i temi importanti nel quartiere? L’accesso al cibo fresco? La mancanza di offerta culturale? Selezionare gli ambiti di servizio da migliorare o re-inventare.
COINVOLGERE GLI STAKEHOLDER / individuare gli attori locali da coinvolgere Ascoltare gli attori
Individuare servizi già esistenti, attività e associazioni con cui stabilire delle connessioni. Coinvolgere le istituzioni locali
TROVARE UN LUOGO SIMBOLO > uno spazio accogliente e connesso uno spazio per l’ascolto
SVILUPPARE UN PROGRAMMA un calendario di sessioni di co-design e mostre al pubblico –un programma di ascolto
Il programma è intervallato da momenti di presentazione pubblica di quanto avviene nelle sessioni, che si possono “agganciare” a eventi e manifestazioni esistenti.
CO-DESIGN
EMPOWERMENT SOGGETTIVO . EMPOWERMENT COLLETTIVO ATTORE COLLETTIVO, VALORE ESTETICO
Questi prototipi, queste messe in scena del servizio servono per mettersi in ascolto della comunità, per osservarne le reazioni
Sviluppare un servizio nei dettagli. Co-produrre significa sviluppare tutti i touch point del servizio, sia fisici che digitali. Significa mettere in comune gli asset, le risorse e le competenze, creando una piattaforma secondo i principi delle economie di scopo.
CO-GESTIRE
Stabilire regole riguardanti uso, accesso, proprietà e membership. I ruoli e le regole devono essere flessibili e rinegoziabili, questo influenza la redistribuzione del potere e la i sistemi di decisione.
Significa riflettere sul modello di governance.
IMPLEMENTARE E STABILIRE SINERGIE
NON TUTTI SI VOGLIONO COSTITUIRE MANTENERE EQUILIBRIO TRA INFORMALITA E STRUTTURAZIONE
Non avevo l’ossessione dei risultati, volevo solo sperimentare strumenti di co-design. Cambiare il punto di vista – non usare il punto di vista del ricercatore, del designer, e assumere quello del cittadino, fare realmente empatia non solo come esercizio progettuale. Ciascuno dei cittadini che era seduto al tavolo di co-design aveva ragione, e costruire sulle ragioni degli altri. Non era importante tanto il cosa ma il come, non i contenuti ma l’approccio. Codice emotivo: accogliere le sfide del quartiere, sentirle mie. Via via sono migliorata e capivo la temperatura delle sessioni, lamentatoi riunioni di condominio
Durante cittadini creativi mi sono sentita veramente un’esploratrice di mondi possibili, ero concentrata sul rilevare conflitti, o comunque sul rilevare quei segnali distonici e incongruenti con le mie certezze. Accogliere il dissenso è stato importante, GESTIRE CREATIVAMENTE I CONFLITTI SIGNIFICA TRASFORMARE I CONFLITTI IN PROPOSTE. Le sessioni erano a metà tra empowerment e entartainment. No sessioni didattiche e prescrittive
Durante cittadini creativi ho attraversato un processo di collaborazione sempre più complesso.
La più grande forma di collaborazione / comunicazione è l’ascolto.
Il primo passo è ascoltarli. Soprattutto se ci si ascolta…