I Sepolcri sono un carme complesso, difficile da interpretare. Questo è un piccolo assaggio per permettere agli alunni delle scuole medie di avvicinarsi a queste grandi opere
La Natura Di Poesia Un Paragone Tra Due PoesieGinaMMartino
(In Italian)
Poiché queste poesie sono state scritte entro ventidue anni di altro, quindi risalgono a quasi lo stesso periodo storico. Entrambi queste poesie sono molto descrittive e portano ad attenzione molti piccoli dettagli della natura che normalmente passerebbero inosservati dalla maggior parte della gente. Più notevolmente, queste poesie sono entrambi trattano del passare del tempo e descrivono momenti specifici del giorno in cui stanno avvenendo. Tuttavia, queste poesie sono molto diverse l’una dall’altra, riguardo alla struttura delle poesie stesse, ai tipi di parole usate, ai generali temi e ai sentimenti che esprimono.
I Sepolcri sono un carme complesso, difficile da interpretare. Questo è un piccolo assaggio per permettere agli alunni delle scuole medie di avvicinarsi a queste grandi opere
La Natura Di Poesia Un Paragone Tra Due PoesieGinaMMartino
(In Italian)
Poiché queste poesie sono state scritte entro ventidue anni di altro, quindi risalgono a quasi lo stesso periodo storico. Entrambi queste poesie sono molto descrittive e portano ad attenzione molti piccoli dettagli della natura che normalmente passerebbero inosservati dalla maggior parte della gente. Più notevolmente, queste poesie sono entrambi trattano del passare del tempo e descrivono momenti specifici del giorno in cui stanno avvenendo. Tuttavia, queste poesie sono molto diverse l’una dall’altra, riguardo alla struttura delle poesie stesse, ai tipi di parole usate, ai generali temi e ai sentimenti che esprimono.
1. Analisi del testo Nel poema di Giosuè Carducci, “ Pianto Antico”, si possono analizzare diversi aspetti, per primo però analizziamo la struttura metrica. Versi e strofe Il testo è suddiviso in quartine, i versi sono piani e settenari, ad eccezione dell’ultimo di ogni strofa, che è tronco e ha solo sei sillabe Metafore Vi è una sola metafora è si trova nei versi 9-10 (tu fior de la mia pianta percossa e inaridita)
2. Figure retoriche Nel testo si può trovare la ripetizione di una parola o di un gruppo di parole all’ inizio di due o più frasi o versi o periodi successivi, questo tipo di figura retorica si chiama “Anafora” e nel testo si trovano nei versi 9-11, 12-13, 14-15 (Tu fior de la mia pianta / Tu unico fior de l'inutil vita - Sei nella terra fredda/sei ne la terra negra - Né il sol piú ti rallegra / Né ti risveglia amor ). Nella poesia compaiono anche altre figure retoriche. Con la metafora l’orto viene personificato attraverso gli attributi “muto” e “solingo” nel verso 5. Infine nella terza strofa si trovano infatti se ne trovano due, una nei versi 9-10 (tu fior de la mia pianta percossa e inaridita ). Rime Le rime sono a schema ABBC, il cui ultimo verso è sempre in rima con il corrispondente della strofa successiva.
3. Le parole chiave A volte può capitare che le parole chiave non siano contenute nel componimento ma si possano ricavare in base all’ organizzazione del lessico in aree comuni di significato. Anche se non si legge attentamente emerge chiaramente dal testo che la forza espressiva della lirica si concentra intorno a due parole chiave: vita e morte, che non sono però presenti nel testo. Anzi una delle due manca del tutto, mentre una è adoperata in un’ accezione abbastanza quotidiana e poco significativa. Però tutto il lessico della lirica si addensa intorno a questi due poli. Al polo della vita rinviano le parole che esprimono l’ idea della luce, del colore, della rinascita (verde, fior, rinverdì ecc), al polo della morte si collegano i termini che si riferiscono al buio, al freddo, all’ inaridimento (muto, solingo, inaridì, fredda ecc). Il ritmo Il ritmo si sviluppa dalla prima all’ultima strofa in un crescendo di drammaticità, rendendosi man mano più asciutto, franto, spezzato dall’allitterazione della lettera r e da suoni duri ed aspri.
4. Significato della poesia In questa poesia Giosuè Carducci ricorda quando il suo bambino, cioè il figlio, tendeva la mano verso i rami fioriti di rosso del melograno, che con i suoi giochi riempiva il giardino di allegria. Fa un paragone fra l'albero, che nonostante tutto continuerà a fiorire e la sua vita che ha perso il suo unico fiore ed è come una pianta ormai secca. Pensa che il melograno, dopo l'inverno, con il sole e con il calore, continuerà a fiorire ancora, mentre il suo bambino, che rimane sotto la gelida terra, non potrà risvegliarsi mai più né dal sole e nemmeno dal suo immenso disperato amore. Il tema della poesia è autobiografico, ma leggendo con molta attenzione si può notare che il valore del testo non interessa solo il dolore personale del poeta per la morte del figlio, ma la morte individuale per gli uomini ed il ciclico, ritmico, puntuale rifiorire della natura. Il ricordo del bambino balza alla mente del poeta: lui si accorge del rinverdire primaverile del melograno che non potrà più associare, se non nel ricordo, al figlioletto. La morte è perciò totalmente desolazioni per chi, come il Carducci, non crede alla sopravvivenza dell'anima, ma una concezione materialistica del mondo.