SlideShare a Scribd company logo
1
Eugenio Montale
Meriggiare pallido e assorto
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i prunie gli sterpi
schiocchidi merli, fruscidi serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le rosseformiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscolebiche.
Osservaretra frondiil palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzidi bottiglia.
Parafrasi e spiegazione
Ilpoeta, per esprimere le sue azioni, utilizza in questa lirica i verbi all’infinito (euno
al gerundio, “andando”, sempree comunquein modi indefiniti) per collocare ciò che
2
sta dicendo in una condizioneslegata da un tempo preciso, e quindi per parlare di
un’esperienzauniversale.
L’io lirico trascorrele ore più calde della giornata, quelle del mezzogiorno, assorto
nelle sue meditazioni, vicino a un muro reso rovente dai raggi del sole, che
impedisce l’accesso a un orto, e ascolta, tra gli arbustispinosie le erbe inaridite, i
suonisecchi prodotti dal canto dei merli e il rumoredello strisciaredelle serpi sul
terreno inaridito.
Per indicare i cespugli spinosiusa il termine pruni, che Dante Alighieri utilizza per
descriverela selvadei suicidi, dovegli uomini sono trasformatiin cespugli, e dove
compaiono anche le parole “sterpi” e“serpi”, in rima tra di loro, nel discorso del
grandepersonaggio storico Pier delle Vigne, suicida perchécalunniato e accusato
ingiustamente di tradimento. Nel rievocare questo paesaggio con le sue parole, il
poeta esprime un senso di desolazione edi angoscia esistenziale.
L’io lirico osserva le file di formicherosseche si trovano nelle fenditure del suolo
inaridito e su una pianta erbacea dai fiori rossi, la veccia, mentre si dividono e si
riuniscono suimucchietti di terra che ricordano mucchi di covoni di grano, e quindi
evocano anch’essila stagione arida dell’estate.
L’io lirico osserva tra le frondee i rami degli alberi il mare increspato: il sole a picco
lo fa luccicare e quello che sivede attraverso i rami degli alberi sembra un insieme di
scaglie scintillanti. L’acqua è ridotta da questa metafora a una consistenzasolida,
secca, in linea con la generale impressionedi aridità.
Ilpoeta avverteanche il rumoresecco, crepitante, del friniredelle cicale nel silenzio
assoluto del mezzogiorno, cheproviene dalle alture brulle e privedi vegetazione.
Ilpoeta procedenel sole che abbaglia rendendogli impossibile la vista e avverte, con
dolore e stupore, che tutta la vita, con la sofferenza, la fatica che comporta, è come
seguire un muro roventeche non si può scavalcareperchéè cosparso da cocci
taglienti di bottiglia.
Ilcomponimento è formato da novenari, decasillabi, endecasillabi, raggruppatiin
tre quartine e una strofadi cinque versi.
La prima e la terza strofa sono a rima baciata, la seconda strofa ha le rime alternate,
e ha in versoipermetro, con “intrecciano” che rimacon “veccia” e ha quindi una
sillaba in più, l’ultima strofa presenta della consonanze, ad esempio “travaglio”,
“muraglia”, “bottiglia”, che hanno i suoni consonantiuguali e i suonivocalici diversi
dalla vocale su cui cade l’accento in poi.
3
Analisi del testo
Il motivo dell’aridità
Che significatoha l’ora scelta da Montale, il mezzogiorno? In questa lirica la vita
sembraessersi fermata, l’io lirico vive un momento di sospensione. Possiamo
confrontarela situazione descritta dal poeta con quella descritta da d’Annunzio
nella lirica Meriggio:il mezzogiorno apparecome l’ora adatta per le sensazioni
estatiche, e infatti la lirica propone l’esperienza della fusione in una mitica natura,
che potenzia il sentimento di sé, come avviene anche in La pioggia nel pineto.
Inveceper Montale il mezzogiorno significa soprattutto aridità, un tema
fondamentale nella sua poesia.
Ilpaesaggio che Montale descrivenelle sue poesie è quello della rivieraligure di
Levante; molto significativo è l’accenno del poeta alle “scaglie di mare”, metafora
attraverso la quale anche l’acqua, elemento vitale per eccellenza, è inaridita, ridotta
a qualcosa di solido, e possiamo renderciconto della potenza di questa immagine
facendo riferimento per contrasto alla sezionedegli Ossi di seppia che si intitola
Mediterraneo, in cui il mare ha un ruolo fondamentale, è protagonista di un mito
panico, cioè di magica fusione dell’ioconla natura, è immagine dellanatura che si
rigenera, che rinasce, èaddirittura un’entitàumanizzata, alla quale il poeta si
rivolge dialogando. Secondo il critico Pier Vincenzo Mengaldo, l’io lirico, nelle liriche
di Montale, sisente risucchiato dal mare come dall’elemento mitico, vitale, per
eccellenza, perché il mare è pienezza, integrità della vita; ma nello stesso tempo l’io
lirico si sente respinto dal mare e confinato sulla terra, che a volte può identificarsi
nella città, che per Montale, come per i poeti Rebora e Sbarbaro, è prigione, inferno,
formicaio, ma soprattutto è il paesaggio della Liguria orientale, la cui bellezza è
definita dallo stesso Montale “scarna, scabra, allucinante”, correlativo oggettivo
dell’aridità interiore dell’io lirico, avvertita con dolorosa intensità.
L’aridità del paesaggio, per Montale, è l’emblemaoggettivato (cioèun modo di
esprimeresensazionimediante oggetti tangibili, reali) di una condizione esistenziale
di desolazione, prosciugamentodelleforze, svuotamentointeriore, perchéè
assenteun vero significato nella vita dell’uomo.
Del resto il motivo dell’aridità è presente anche nel titolo della raccolta poetica di
Montale, Ossi di seppia. Gli ossidi seppia sono i residuicalcarei dei molluschi, che
vengono depositati sulla riva del mare; essi significano una condizione vitale
impoverita, edi conseguenza una poesia che canta i detriti che la vita lascia dietro di
sé, è molto significativo che il titolo più antico dell’opera fosse Rottami.
4
La raccolta di liriche Ossidi seppia, e soprattutto la sezione della raccolta che ha lo
stesso nome, infatti ha anche un importante valore storico, perchéè stata il
manifestoesistenziale dellagenerazione vissutanegli anni Trentae Quaranta, in
costante rapporto problematico con il mondo e con la società.
La “muraglia”e il “travaglio”indecifrabiledella vita:una prigioneesistenziale
In questa lirica, a differenza di molte altre incentrate sulla natura, il paesaggio non si
apre all’uomo, vive in se stesso, chiusonell’incomunicabilità, èun tramite verso
qualcosa che restainconoscibile, “quasicrudelenel suo rifiuto di darerisposte”,
come afferma il critico Guido Baldi: questa natura enigmatica e inquietante si
esprime soprattutto nel “sole che abbaglia”, luce che impedisce di vedere,
stordisce, porta a ripiegarsi su se stessicon abbattimento; il sole non è un simbolo
positivo come è normalmente nell’immaginario della maggior parte della gente, ma
è una forza crudele, cheinaridisceriducendo a una reliquia le formedi vita.
Ilpaesaggio ligure nella poesia di Montale infatti non presenta una fisicità realistica,
ma ha una dimensione metafisica, è espressionedi uno stato d’animo, il “male di
vivere”.
I due versiconclusivi“in questo seguitare una muraglia/ che ha in cima cocci aguzzi
di bottiglia” esprimono la condizione umana come una terribile sensazionedi
chiusurain una prigione esistenziale, l’uomo èrinchiuso in una prigionedi aridità,
che è dovuta all’impossibilità di attingere alla verità e alla pienezza che sitrovano al
di là di un ostacolo invalicabile: l’ostacolo più evidente in questa lirica è il muro, ma
ciò che imprigiona l’uomo, in Montale, è l’eternoritornodel tempo, a causa del
quale l’uomo si illude di muoversi, di progredire, ma il suo è un “immoto andare”, un
“delirio di immobilità”; questa sensazioneangosciosa èespressa nella lirica
dall’ossessivo seguireinutilmente il muro da parte dell’io lirico ma anche dall’attività
frenetica e vana delle formiche, che simboleggia l’insensato affannarsidell’uomo
per dare un senso alla propria vita.
In altri componimenti il poeta cerca una varco per usciredalla prigione esistenziale,
ma il miracolo può avverarsisolo in negativo: la verità tanto cercata è la percezione
del nulladietrole apparenze ingannevoli del reale, in questo profondo pessimismo
Montale è molto vicino a Giacomo Leopardi.
Dopo Leopardi, Montale è stato il primo poeta a unire ricercaesistenziale e
filosoficae poesia, e questa è certamente una novità nella lirica dell’epoca. Ilcritico
Pier Vincenzo Mengaldo parla di posizionipre-esistenzialiste.
5
Le soluzioni formali
La lirica Non chiederci la parola è una lirica manifesto, che può aiutarci a capire le
altre perchéil poeta viinserisce una dichiarazione di poetica: l’io lirico parte da una
concezione dellavitadesolatae profondamente pessimistica, perciò gli sono
preclusiil sublime, il canto spiegato, la musicalità, che nascono soltanto dalla
pienezza vitale e può esprimere il proprio doloresoltanto con “qualche storta
sillabae seccacome un ramo”: infatti in Meriggiare pallido e assorto abbondano i
suoniasprie stridenti, come ad esempio “scricchi”, e l’unione della r con altre
consonanti, come in “presso”, “travaglio”, “pruni”.
Il rapportocon la tradizione diMontale è molto diverso da quello di Ungaretti:
quest’ultimo poeta, infatti, è artefice di una distruzione totaledel verso
tradizionale, che ha lo scopo di mettere in risaltolaparola poetica, che echeggia
così nel vuoto e nel silenzio in tutta la sua potenza evocatrice, mentre, in apparenza,
Montale segue latradizione, non sidiscosta da essa: si servedi versiliberi, che cioè
non seguono sempregli schemidi rime tradizionali, ma di una misura più lunga,
utilizza molto l’endecasillabo, il verso più importante della tradizione poetica italiana
per la sua duttilità, o di versipiù lunghi che però sono costituiti dalla somma di versi
tradizionali più brevi, però la sua ricezionedella tradizione poetica non è di
imitazione passiva, infattiil critico Giorgio Barberi-Squarottinota che Montale
riprende latradizione poeticainmodo straniato, utilizzando assiemeagli schemi
rimici tradizionali, assonanze, consonanzeerime ipermetre, e ritmi accentuativi
inusuali, e afferma che proprio Meriggiare pallido e assorto costituisceun ottimo
esempio di questo rapporto con la tradizione, con le consonanzepresentinell’ultima
strofa, la rima ipermetra tra “intrecciano” e “veccia”, e i suggestiviultimi due versi,
che hanno un andamento volutamente prosastico chene accentua il senso di
desolazione.
Del resto Montale non ha costruito il proprio stile in modo pedante, ma esso nasce
dalla sua concezionefilosofica della vita: secondo il critico Pier Vincenzo Mengaldo,
in Montale l’io lirico non è libero, è come imprigionato in un bozzolo fatto di atonia,
indifferenza, rigidità d’automa, “male di vivere”, ma l’individuo, proprioperché non
riesce avivere, e ad essere, coglie lucidamente lapropriacondizione esistenziale,e
la esprime, non in un modo disgregato, ma con uno stile compatto, assertivo,
decisoedeloquente.
L’enumerazione spogliadi oggetti, comeil muro, l’orto, la veccia, il mare, le alture
desolate, proponequeste visioni come correlativi oggettivi diuna condizione
esistenziale arida e angosciosa.
6
Che cosa siintende con correlativo oggettivo? Si tratta a dire il vero di una poetica
elaborata da Eliot nel 1920, ma Montale arrivò alle stesseconclusioniin modo
indipendente, a causa del medesimo clima storico e culturale, e parlò del correlativo
oggettivo di Eliot solo nel 1931. Il correlativooggettivoconsiste nell’esprimere
emozioni attraversooggetti edeventi reali, l’occasionebiografica da cui nasceil
componimento è tradotta in un oggetto concreto, ad esempio in questa lirica la
sensazioneclaustrofobica e soffocantedella prigionia esistenziale è espressa dal
muro sul quale sono posti cocci di bottiglia per impedire che venga oltrepassato.
Qual è la concezione dellapoesia chesi trova dietro a questa poetica? Ilrapporto
del poeta con la parola poetica in Montale è molto diverso dal rapporto con la
parola dei poeti simbolisti edi Ungaretti: per loro la parola poetica è la formula
magica che arrivaall’essenzadel reale e losvela; Montale, in Non chiedercila
parola, esprimeinvece una concezioneopposta, l’ioliricoingiunge al lettore di non
domandare alla sua poesia“la formula che mondi possa aprirti”, eafferma che il
poeta non può rivelare verità, ideali in cui credere, ma può soloesprimersi in
negativo: “codesto solo oggi possiamo dirti/ ciò che non siamo, ciò che non
vogliamo.”
Ilpoeta, in un’altra lirica manifesto, I limoni, dice di esserein totale disaccordocon i
“poeti laureati” e con i loro soggetti sublimi, infattila sua poesia è popolata da
oggetti umili, impoetici, coerenti con la sua visione del mondo desolata.

More Related Content

What's hot

Presentation1 (elfili)
Presentation1 (elfili)Presentation1 (elfili)
Presentation1 (elfili)
renzijonas
 
Kabanata-4-Rizal.pdf
Kabanata-4-Rizal.pdfKabanata-4-Rizal.pdf
Kabanata-4-Rizal.pdf
geegee45
 
Giovanni Fattori
Giovanni FattoriGiovanni Fattori
Gustv klimt
Gustv klimtGustv klimt
Gustv klimt
Antonio Curreli
 
“Montale:il ruolo della poesia e dell’intellettuale"
“Montale:il ruolo della poesia e dell’intellettuale"“Montale:il ruolo della poesia e dell’intellettuale"
“Montale:il ruolo della poesia e dell’intellettuale"
Liceo Statale "J. Joyce"- Ariccia (RM)
 
Rizal
RizalRizal

What's hot (6)

Presentation1 (elfili)
Presentation1 (elfili)Presentation1 (elfili)
Presentation1 (elfili)
 
Kabanata-4-Rizal.pdf
Kabanata-4-Rizal.pdfKabanata-4-Rizal.pdf
Kabanata-4-Rizal.pdf
 
Giovanni Fattori
Giovanni FattoriGiovanni Fattori
Giovanni Fattori
 
Gustv klimt
Gustv klimtGustv klimt
Gustv klimt
 
“Montale:il ruolo della poesia e dell’intellettuale"
“Montale:il ruolo della poesia e dell’intellettuale"“Montale:il ruolo della poesia e dell’intellettuale"
“Montale:il ruolo della poesia e dell’intellettuale"
 
Rizal
RizalRizal
Rizal
 

Similar to Eugenio montale per ii c di borgo val di taro

Ossi di seppia, lo "sbaglio di natura" di E. Montale
Ossi di seppia, lo "sbaglio di natura" di E. MontaleOssi di seppia, lo "sbaglio di natura" di E. Montale
Ossi di seppia, lo "sbaglio di natura" di E. Montale
Liceo Statale "J. Joyce"- Ariccia (RM)
 
La Natura Di Poesia Un Paragone Tra Due Poesie
La Natura Di Poesia   Un Paragone Tra Due PoesieLa Natura Di Poesia   Un Paragone Tra Due Poesie
La Natura Di Poesia Un Paragone Tra Due Poesie
GinaMMartino
 
"Il valore conoscitivo della poesia di Montale"
"Il valore conoscitivo della poesia di Montale" "Il valore conoscitivo della poesia di Montale"
"Il valore conoscitivo della poesia di Montale"
Liceo Statale "J. Joyce"- Ariccia (RM)
 
A Silvia
A SilviaA Silvia
A Silvia
Stefano Moia
 
Il mare secondo Montale e Pessoa
Il mare secondo Montale e PessoaIl mare secondo Montale e Pessoa
Il mare secondo Montale e Pessoa
campustralenuvole
 
Petrarca
PetrarcaPetrarca
Petrarca
Giovanni Paoli
 
La lezione di Giuseppe Ungaretti
La lezione di Giuseppe UngarettiLa lezione di Giuseppe Ungaretti
La lezione di Giuseppe Ungaretti
Cristina Pellegrino
 
Eugenio Montale
Eugenio MontaleEugenio Montale
Eugenio Montale
Loridm
 
Eugenio Montale- Satura:"pure qualcosa fu scritto sui fogli della nostra vita"
Eugenio Montale- Satura:"pure qualcosa fu scritto sui fogli della nostra vita"Eugenio Montale- Satura:"pure qualcosa fu scritto sui fogli della nostra vita"
Eugenio Montale- Satura:"pure qualcosa fu scritto sui fogli della nostra vita"
Liceo Statale "J. Joyce"- Ariccia (RM)
 
Il pessimismo leopardiano
Il pessimismo leopardianoIl pessimismo leopardiano
Il pessimismo leopardiano
Beatrice Venturini
 
Presentazione standard1
Presentazione standard1Presentazione standard1
Presentazione standard1nottv
 
Alcyone prof. Zenoni
Alcyone prof. ZenoniAlcyone prof. Zenoni
Alcyone prof. Zenoni
teozenoni
 
Il Lampo
Il LampoIl Lampo
Il LampoFulvia
 
CAPITOLO 2 – LE RIME
CAPITOLO 2 – LE RIMECAPITOLO 2 – LE RIME
CAPITOLO 2 – LE RIME
Ianosi Giorgiana
 
Il pessimismo leopardiano
Il pessimismo leopardianoIl pessimismo leopardiano
Il pessimismo leopardiano
Niran Zattoni
 
La ginestra
La ginestraLa ginestra
La ginestra
alessiamarini3
 
Stanziale.lyrics
Stanziale.lyricsStanziale.lyrics
Stanziale.lyrics
Alain Denis
 
Pascoli e d_annunzio_prima_parte
Pascoli e d_annunzio_prima_partePascoli e d_annunzio_prima_parte
Pascoli e d_annunzio_prima_parte
maestrogiu
 
Leggere la poesia - Eugenio Montale
Leggere la poesia - Eugenio MontaleLeggere la poesia - Eugenio Montale
Leggere la poesia - Eugenio Montale
Primo Levi
 

Similar to Eugenio montale per ii c di borgo val di taro (20)

Ossi di seppia, lo "sbaglio di natura" di E. Montale
Ossi di seppia, lo "sbaglio di natura" di E. MontaleOssi di seppia, lo "sbaglio di natura" di E. Montale
Ossi di seppia, lo "sbaglio di natura" di E. Montale
 
La Natura Di Poesia Un Paragone Tra Due Poesie
La Natura Di Poesia   Un Paragone Tra Due PoesieLa Natura Di Poesia   Un Paragone Tra Due Poesie
La Natura Di Poesia Un Paragone Tra Due Poesie
 
"Il valore conoscitivo della poesia di Montale"
"Il valore conoscitivo della poesia di Montale" "Il valore conoscitivo della poesia di Montale"
"Il valore conoscitivo della poesia di Montale"
 
A Silvia
A SilviaA Silvia
A Silvia
 
Il mare secondo Montale e Pessoa
Il mare secondo Montale e PessoaIl mare secondo Montale e Pessoa
Il mare secondo Montale e Pessoa
 
Petrarca
PetrarcaPetrarca
Petrarca
 
La lezione di Giuseppe Ungaretti
La lezione di Giuseppe UngarettiLa lezione di Giuseppe Ungaretti
La lezione di Giuseppe Ungaretti
 
Eugenio Montale
Eugenio MontaleEugenio Montale
Eugenio Montale
 
Eugenio Montale- Satura:"pure qualcosa fu scritto sui fogli della nostra vita"
Eugenio Montale- Satura:"pure qualcosa fu scritto sui fogli della nostra vita"Eugenio Montale- Satura:"pure qualcosa fu scritto sui fogli della nostra vita"
Eugenio Montale- Satura:"pure qualcosa fu scritto sui fogli della nostra vita"
 
Il pessimismo leopardiano
Il pessimismo leopardianoIl pessimismo leopardiano
Il pessimismo leopardiano
 
Presentazione standard1
Presentazione standard1Presentazione standard1
Presentazione standard1
 
Alcyone prof. Zenoni
Alcyone prof. ZenoniAlcyone prof. Zenoni
Alcyone prof. Zenoni
 
Il Lampo
Il LampoIl Lampo
Il Lampo
 
CAPITOLO 2 – LE RIME
CAPITOLO 2 – LE RIMECAPITOLO 2 – LE RIME
CAPITOLO 2 – LE RIME
 
Il pessimismo leopardiano
Il pessimismo leopardianoIl pessimismo leopardiano
Il pessimismo leopardiano
 
La ginestra
La ginestraLa ginestra
La ginestra
 
Stanziale.lyrics
Stanziale.lyricsStanziale.lyrics
Stanziale.lyrics
 
Pascoli e d_annunzio_prima_parte
Pascoli e d_annunzio_prima_partePascoli e d_annunzio_prima_parte
Pascoli e d_annunzio_prima_parte
 
Leggere la poesia - Eugenio Montale
Leggere la poesia - Eugenio MontaleLeggere la poesia - Eugenio Montale
Leggere la poesia - Eugenio Montale
 
Analisi Del Testo
Analisi Del TestoAnalisi Del Testo
Analisi Del Testo
 

Eugenio montale per ii c di borgo val di taro

  • 1. 1 Eugenio Montale Meriggiare pallido e assorto Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i prunie gli sterpi schiocchidi merli, fruscidi serpi. Nelle crepe del suolo o su la veccia spiar le rosseformiche ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano a sommo di minuscolebiche. Osservaretra frondiil palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzidi bottiglia. Parafrasi e spiegazione Ilpoeta, per esprimere le sue azioni, utilizza in questa lirica i verbi all’infinito (euno al gerundio, “andando”, sempree comunquein modi indefiniti) per collocare ciò che
  • 2. 2 sta dicendo in una condizioneslegata da un tempo preciso, e quindi per parlare di un’esperienzauniversale. L’io lirico trascorrele ore più calde della giornata, quelle del mezzogiorno, assorto nelle sue meditazioni, vicino a un muro reso rovente dai raggi del sole, che impedisce l’accesso a un orto, e ascolta, tra gli arbustispinosie le erbe inaridite, i suonisecchi prodotti dal canto dei merli e il rumoredello strisciaredelle serpi sul terreno inaridito. Per indicare i cespugli spinosiusa il termine pruni, che Dante Alighieri utilizza per descriverela selvadei suicidi, dovegli uomini sono trasformatiin cespugli, e dove compaiono anche le parole “sterpi” e“serpi”, in rima tra di loro, nel discorso del grandepersonaggio storico Pier delle Vigne, suicida perchécalunniato e accusato ingiustamente di tradimento. Nel rievocare questo paesaggio con le sue parole, il poeta esprime un senso di desolazione edi angoscia esistenziale. L’io lirico osserva le file di formicherosseche si trovano nelle fenditure del suolo inaridito e su una pianta erbacea dai fiori rossi, la veccia, mentre si dividono e si riuniscono suimucchietti di terra che ricordano mucchi di covoni di grano, e quindi evocano anch’essila stagione arida dell’estate. L’io lirico osserva tra le frondee i rami degli alberi il mare increspato: il sole a picco lo fa luccicare e quello che sivede attraverso i rami degli alberi sembra un insieme di scaglie scintillanti. L’acqua è ridotta da questa metafora a una consistenzasolida, secca, in linea con la generale impressionedi aridità. Ilpoeta avverteanche il rumoresecco, crepitante, del friniredelle cicale nel silenzio assoluto del mezzogiorno, cheproviene dalle alture brulle e privedi vegetazione. Ilpoeta procedenel sole che abbaglia rendendogli impossibile la vista e avverte, con dolore e stupore, che tutta la vita, con la sofferenza, la fatica che comporta, è come seguire un muro roventeche non si può scavalcareperchéè cosparso da cocci taglienti di bottiglia. Ilcomponimento è formato da novenari, decasillabi, endecasillabi, raggruppatiin tre quartine e una strofadi cinque versi. La prima e la terza strofa sono a rima baciata, la seconda strofa ha le rime alternate, e ha in versoipermetro, con “intrecciano” che rimacon “veccia” e ha quindi una sillaba in più, l’ultima strofa presenta della consonanze, ad esempio “travaglio”, “muraglia”, “bottiglia”, che hanno i suoni consonantiuguali e i suonivocalici diversi dalla vocale su cui cade l’accento in poi.
  • 3. 3 Analisi del testo Il motivo dell’aridità Che significatoha l’ora scelta da Montale, il mezzogiorno? In questa lirica la vita sembraessersi fermata, l’io lirico vive un momento di sospensione. Possiamo confrontarela situazione descritta dal poeta con quella descritta da d’Annunzio nella lirica Meriggio:il mezzogiorno apparecome l’ora adatta per le sensazioni estatiche, e infatti la lirica propone l’esperienza della fusione in una mitica natura, che potenzia il sentimento di sé, come avviene anche in La pioggia nel pineto. Inveceper Montale il mezzogiorno significa soprattutto aridità, un tema fondamentale nella sua poesia. Ilpaesaggio che Montale descrivenelle sue poesie è quello della rivieraligure di Levante; molto significativo è l’accenno del poeta alle “scaglie di mare”, metafora attraverso la quale anche l’acqua, elemento vitale per eccellenza, è inaridita, ridotta a qualcosa di solido, e possiamo renderciconto della potenza di questa immagine facendo riferimento per contrasto alla sezionedegli Ossi di seppia che si intitola Mediterraneo, in cui il mare ha un ruolo fondamentale, è protagonista di un mito panico, cioè di magica fusione dell’ioconla natura, è immagine dellanatura che si rigenera, che rinasce, èaddirittura un’entitàumanizzata, alla quale il poeta si rivolge dialogando. Secondo il critico Pier Vincenzo Mengaldo, l’io lirico, nelle liriche di Montale, sisente risucchiato dal mare come dall’elemento mitico, vitale, per eccellenza, perché il mare è pienezza, integrità della vita; ma nello stesso tempo l’io lirico si sente respinto dal mare e confinato sulla terra, che a volte può identificarsi nella città, che per Montale, come per i poeti Rebora e Sbarbaro, è prigione, inferno, formicaio, ma soprattutto è il paesaggio della Liguria orientale, la cui bellezza è definita dallo stesso Montale “scarna, scabra, allucinante”, correlativo oggettivo dell’aridità interiore dell’io lirico, avvertita con dolorosa intensità. L’aridità del paesaggio, per Montale, è l’emblemaoggettivato (cioèun modo di esprimeresensazionimediante oggetti tangibili, reali) di una condizione esistenziale di desolazione, prosciugamentodelleforze, svuotamentointeriore, perchéè assenteun vero significato nella vita dell’uomo. Del resto il motivo dell’aridità è presente anche nel titolo della raccolta poetica di Montale, Ossi di seppia. Gli ossidi seppia sono i residuicalcarei dei molluschi, che vengono depositati sulla riva del mare; essi significano una condizione vitale impoverita, edi conseguenza una poesia che canta i detriti che la vita lascia dietro di sé, è molto significativo che il titolo più antico dell’opera fosse Rottami.
  • 4. 4 La raccolta di liriche Ossidi seppia, e soprattutto la sezione della raccolta che ha lo stesso nome, infatti ha anche un importante valore storico, perchéè stata il manifestoesistenziale dellagenerazione vissutanegli anni Trentae Quaranta, in costante rapporto problematico con il mondo e con la società. La “muraglia”e il “travaglio”indecifrabiledella vita:una prigioneesistenziale In questa lirica, a differenza di molte altre incentrate sulla natura, il paesaggio non si apre all’uomo, vive in se stesso, chiusonell’incomunicabilità, èun tramite verso qualcosa che restainconoscibile, “quasicrudelenel suo rifiuto di darerisposte”, come afferma il critico Guido Baldi: questa natura enigmatica e inquietante si esprime soprattutto nel “sole che abbaglia”, luce che impedisce di vedere, stordisce, porta a ripiegarsi su se stessicon abbattimento; il sole non è un simbolo positivo come è normalmente nell’immaginario della maggior parte della gente, ma è una forza crudele, cheinaridisceriducendo a una reliquia le formedi vita. Ilpaesaggio ligure nella poesia di Montale infatti non presenta una fisicità realistica, ma ha una dimensione metafisica, è espressionedi uno stato d’animo, il “male di vivere”. I due versiconclusivi“in questo seguitare una muraglia/ che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia” esprimono la condizione umana come una terribile sensazionedi chiusurain una prigione esistenziale, l’uomo èrinchiuso in una prigionedi aridità, che è dovuta all’impossibilità di attingere alla verità e alla pienezza che sitrovano al di là di un ostacolo invalicabile: l’ostacolo più evidente in questa lirica è il muro, ma ciò che imprigiona l’uomo, in Montale, è l’eternoritornodel tempo, a causa del quale l’uomo si illude di muoversi, di progredire, ma il suo è un “immoto andare”, un “delirio di immobilità”; questa sensazioneangosciosa èespressa nella lirica dall’ossessivo seguireinutilmente il muro da parte dell’io lirico ma anche dall’attività frenetica e vana delle formiche, che simboleggia l’insensato affannarsidell’uomo per dare un senso alla propria vita. In altri componimenti il poeta cerca una varco per usciredalla prigione esistenziale, ma il miracolo può avverarsisolo in negativo: la verità tanto cercata è la percezione del nulladietrole apparenze ingannevoli del reale, in questo profondo pessimismo Montale è molto vicino a Giacomo Leopardi. Dopo Leopardi, Montale è stato il primo poeta a unire ricercaesistenziale e filosoficae poesia, e questa è certamente una novità nella lirica dell’epoca. Ilcritico Pier Vincenzo Mengaldo parla di posizionipre-esistenzialiste.
  • 5. 5 Le soluzioni formali La lirica Non chiederci la parola è una lirica manifesto, che può aiutarci a capire le altre perchéil poeta viinserisce una dichiarazione di poetica: l’io lirico parte da una concezione dellavitadesolatae profondamente pessimistica, perciò gli sono preclusiil sublime, il canto spiegato, la musicalità, che nascono soltanto dalla pienezza vitale e può esprimere il proprio doloresoltanto con “qualche storta sillabae seccacome un ramo”: infatti in Meriggiare pallido e assorto abbondano i suoniasprie stridenti, come ad esempio “scricchi”, e l’unione della r con altre consonanti, come in “presso”, “travaglio”, “pruni”. Il rapportocon la tradizione diMontale è molto diverso da quello di Ungaretti: quest’ultimo poeta, infatti, è artefice di una distruzione totaledel verso tradizionale, che ha lo scopo di mettere in risaltolaparola poetica, che echeggia così nel vuoto e nel silenzio in tutta la sua potenza evocatrice, mentre, in apparenza, Montale segue latradizione, non sidiscosta da essa: si servedi versiliberi, che cioè non seguono sempregli schemidi rime tradizionali, ma di una misura più lunga, utilizza molto l’endecasillabo, il verso più importante della tradizione poetica italiana per la sua duttilità, o di versipiù lunghi che però sono costituiti dalla somma di versi tradizionali più brevi, però la sua ricezionedella tradizione poetica non è di imitazione passiva, infattiil critico Giorgio Barberi-Squarottinota che Montale riprende latradizione poeticainmodo straniato, utilizzando assiemeagli schemi rimici tradizionali, assonanze, consonanzeerime ipermetre, e ritmi accentuativi inusuali, e afferma che proprio Meriggiare pallido e assorto costituisceun ottimo esempio di questo rapporto con la tradizione, con le consonanzepresentinell’ultima strofa, la rima ipermetra tra “intrecciano” e “veccia”, e i suggestiviultimi due versi, che hanno un andamento volutamente prosastico chene accentua il senso di desolazione. Del resto Montale non ha costruito il proprio stile in modo pedante, ma esso nasce dalla sua concezionefilosofica della vita: secondo il critico Pier Vincenzo Mengaldo, in Montale l’io lirico non è libero, è come imprigionato in un bozzolo fatto di atonia, indifferenza, rigidità d’automa, “male di vivere”, ma l’individuo, proprioperché non riesce avivere, e ad essere, coglie lucidamente lapropriacondizione esistenziale,e la esprime, non in un modo disgregato, ma con uno stile compatto, assertivo, decisoedeloquente. L’enumerazione spogliadi oggetti, comeil muro, l’orto, la veccia, il mare, le alture desolate, proponequeste visioni come correlativi oggettivi diuna condizione esistenziale arida e angosciosa.
  • 6. 6 Che cosa siintende con correlativo oggettivo? Si tratta a dire il vero di una poetica elaborata da Eliot nel 1920, ma Montale arrivò alle stesseconclusioniin modo indipendente, a causa del medesimo clima storico e culturale, e parlò del correlativo oggettivo di Eliot solo nel 1931. Il correlativooggettivoconsiste nell’esprimere emozioni attraversooggetti edeventi reali, l’occasionebiografica da cui nasceil componimento è tradotta in un oggetto concreto, ad esempio in questa lirica la sensazioneclaustrofobica e soffocantedella prigionia esistenziale è espressa dal muro sul quale sono posti cocci di bottiglia per impedire che venga oltrepassato. Qual è la concezione dellapoesia chesi trova dietro a questa poetica? Ilrapporto del poeta con la parola poetica in Montale è molto diverso dal rapporto con la parola dei poeti simbolisti edi Ungaretti: per loro la parola poetica è la formula magica che arrivaall’essenzadel reale e losvela; Montale, in Non chiedercila parola, esprimeinvece una concezioneopposta, l’ioliricoingiunge al lettore di non domandare alla sua poesia“la formula che mondi possa aprirti”, eafferma che il poeta non può rivelare verità, ideali in cui credere, ma può soloesprimersi in negativo: “codesto solo oggi possiamo dirti/ ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.” Ilpoeta, in un’altra lirica manifesto, I limoni, dice di esserein totale disaccordocon i “poeti laureati” e con i loro soggetti sublimi, infattila sua poesia è popolata da oggetti umili, impoetici, coerenti con la sua visione del mondo desolata.