Indicazione alla chirurgia endoscopica nella patologia flogistica e neoplasti...Domenico Di Maria
XIII Congresso Nazionale AOICO - Cava de’Tirreni (SA)
Relazione tenuta dal dott. Michele Barbara e dal Dott. Alessandro Maselli sulle indicazioni alla terapia delle patologie endonasali.
Indicazione alla chirurgia endoscopica nella patologia flogistica e neoplasti...Domenico Di Maria
XIII Congresso Nazionale AOICO - Cava de’Tirreni (SA)
Relazione tenuta dal dott. Michele Barbara e dal Dott. Alessandro Maselli sulle indicazioni alla terapia delle patologie endonasali.
INTRODUZIONE
Il trattamento delle fratture del radio distale ha subito un’ importante evoluzione dopo l’introduzione delle placche a stabilità angolare, con vantaggio sulla precoce mobilizzazione del polso e delle dita. Questi sistemi di sintesi però sono abbastanza invasivi, sia che si usi un accesso chirurgico volare che dorsale al radio distale. Per questo è stato ideato da Orbay (1) il chiodo–placca dorsale (Dorsal Nail Plate) DNP (Hand Innovations Depuy), che può essere applicato con un piccolo accesso chirurgico dorsale e minore manipolazione dei tendini estensori rispetto alle placche dorsali.
Il DNP è un mezzo di sintesi che si può definire misto (chiodo-placca). Esso è costituito infatti da una parte a forma di chiodo che viene inserita intramidollare nel radio prossimale e una parte a forma di placca che viene avvitata con viti o pins a stabilità angolare come una mensola dorsale sul radio distale fratturato (fig. 1).
Il DNP visto di profilo ha una forma “a baionetta”. La sua porzione intramidollare a forma di chiodo presenta 3 fori che servono a bloccarlo con tre viti monocorticali alla diafisi del radio. La sua porzione extramidollare, a forma di placca, presenta 4 fori filettati in cui si bloccano viti o pins a stabilità angolare. In questa estremità del DNP vi è anche un foro in cui si avvita il suo manipolo di posizionamento.
Osteosintesi percutanea del radio distale: Tecnica di Legnago (2013)Alberto Mantovani
SUMMARY
Purpose: We have developed and used a system of percutaneous fixation of unstable distal radius fractures (DRF)
using 4 Kirschner (K) wires. These wires are passed from the lateral side of the radius and connected among themselves
using a clamp. We call this the “Legnago technique” and the objective of this study is to standardize the
method and make it safe and easily reproducible. Methods: 27 patients aged from 45 to 102, 3 men and 24 women,
were treated using this technique. The indications were strictly limited to type A2 and A3 of the AO classification,
excluding the A3.3. These were usually emergency procedures, performed under local anaesthesia and under
image intensifier control. We recommend a small incision at the entry point of each K wire and blunt dissection up
to the bone in order to avoid impalement of vessels, tendons or nerves.We follow a standard sequence of passing four
K wires, starting with a 2 mm K wire from the radial styloid into the medullary canal of the radius. This is inserted
dorsal to the tendons of the first extensor compartment. The K wire was mounted on a Jacob’s chuck handle and
was pre-bent at its leading end to around 30 degrees. This helps to control the direction of the wire within the bone
and, also, helps in achieving the reduction. The subsequent three wires of diameter 1.8 mm are passed using a motorised
drill from the lateral aspect of the lower end of the radius across the fracture site to engage the opposite cortex.
Finally, each of the wires is bent adequately in a convergent direction along the axis of the wrist on the lateral side
and held together with the help of a clamp. Results: Each patient was evaluated according to MayoWrist Score criteria,
with a follow-up ranging from 4-26 months.We noted 17 excellent results, 7 good and 3 satisfactory. Radiological
consolidation of the fracture was achieved in each patient, at an average delay of 40 days. Union occurred
with no change in the radiological parameters achieved by the operation. The complications included three cases of
superficial infection around the K wires and a partial lesion of the superficial radial nerve. The patients regained
complete autonomy in the use of the affected upper limb for activities of daily living within a week from the operation.
None of the patients underwent supervised physiotherapy. Conclusions: The Legnago technique of percutaneous
fixation of the DRF has proved efficacious in the treatment of unstable extra-articular fractures. The particular
arrangement of insertion of the K-wires and their connection using an external fixator clamp allowed early
active mobilisation of the wrist without plaster support. This concurs with recent experimental demonstrations according
to which the biomechanical stability of the percutaneous fixation of the DRF with externally connected
crossing K wires is superimposable to that obtained by volar locked plates. RivChirMano 2012; 3: 339-349
TRAPEZIECTOMIA E TENOARTROPLASTICA CON ½ FCR “ANNODATO” (relazione SICM 2013)Alberto Mantovani
Relazione al "51° Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia della Mano" Rimini 03 - 05 ottobre 2013
RIASSUNTO
Scopo: Lo scopo di questo studio è di presentare e valutare in modo retrospettivo una tecnica di trattamento dell’artrosi trapezio metacarpale (TM) utilizzata dal 1995. Si tratta di un intervento di trapeziectomia, ligamentoplastica e interposizione tendinea con metà del tendine flexor carpi radialis (FCR), che viene prima bloccato in un tunnel osseo nella base del primo metacarpo e poi interposto e più volte annodato nel nuovo spazio scafo metacarpale, fino a colmarlo stabilmente. Dimostriamo inoltre che il muscolo abductor digastricus (ABD.D.) è una costante anatomica utilizzabile per la via chirurgica di accesso al trapezio.
Materiali e metodi: Sono stati valutati 78 pazienti operati dal 1995 al 2012, da 51 a 86 anni, di cui 72 donne e 6 uomini, con un follow up da 1 a 17 anni. Per la valutazione clinica abbiamo usato il Mayo Wrist Score (MWS) “adattato” per il pollice. La distanza scafo metacarpale è stata misurata all’RX di controllo del follow up ed è stata definita: invariata o ridotta di ± ½ confrontandola con l’RX postoperatorio.
Risultati: I risultati clinici con il MWS adattato al pollice sono stati: ottimi in 53 casi, buoni in 15 casi, discreti in 6 casi e negativi in 4 casi: 2 di questi sono stati rioperati dopo 1 e 2 anni rispettivamente, per dolore persistente. Il tempo medio di ripresa funzionale per il lavoro è stato di 2 mesi (range da 1 a 6 mesi) . La distanza scafo metacarpale è risultata costantemente diminuita ma non ha mai superato il valore di – ½ rispetto all’RX post operatorio e senza correlazione con il risultato clinico. Non sono state registrate complicanze.
Discussione: La tecnica descritta è risultata efficace e riproducibile. Associando la stabilizzazione metacarpale mediante plastica legamentosa con metà del tendine FCR e l’interposizione e annodamento dello stesso tendine nel nuovo spazio scafo metacarpale, si può ridurre il tempo di immobilizzazione post operatoria e anticipare il recupero funzionale del pollice. Si tratta di una tenoartroplastica biologica ottenuta solo con strutture del paziente e non richiede perciò costi aggiuntivi di altri materiali. Viene anche segnalato l’interesse chirurgico della via di accesso anteriore al trapezio, sezionando costantemente il tendine del muscolo ABD.D..
IL TRATTAMENTO DELL’ARTROSI ISOLATA SCAFO-TRAPEZIO-TRAPEZOIDE CON TENODESI DE...Alberto Mantovani
SUMMARY
The authors report their experience in the treatment of isolated STT arthritis using a novel technique and propose a new clinico-radiological classification for the condition in four stages. In STT arthritis, the joint is rendered unstable due to the rupture of the capitotrapezium and volar scaphotrapezial ligaments. The objective of the operation is to stabilise this joint and, thus, eliminate the pain and the tenosynovitis that occurs due to the instability.
MATERIAL AND METHODOS. The technique involves deepening of the gutter for the flexor carpi radialis in the trapezium, excision of the distal part of the scaphoid and anchorage of the FCR in its fibro-osseous canal.
The hand is immobilised in a plaster for 2-3 weeks depending upon the condition of the tenosynovium and the tendon noted during surgery.
This technique has been utilised in 11 patients between 1995 and 2004 and the results have been reviewed.
RESULTS. Complete and permanent relief of pain was obtained in each of the 11 patients within an average period of 6 months. The follow-up ranged from 1-9 years. There was no loss of range of flexion nor extension as compared to the pre-operative conditions. In fact, we only noted an improvement in the mobility or it remained unchanged.
The scapho-lunate angle, too, was not affected following surgery. The increased angle noted in two patients before surgery, too, remained intact.
CONCLUSIONS. This technique of FCR tenodesis and minimal bony resection of the distal end of the scaphoid is a simple and efficient method that offers consistent results in the treatment of STT arthritis. It probably owes its success to the fact that it tackles the cause of pain i.e. the instability due to the ruptured capitotrapezium and volar scaphotrapezial ligaments.
Pinning laterale bloccato del radio distale: tecnica di LegnagoAlberto Mantovani
CORSO ANNUALE S.E.R.T.O.T. 2013, Piacenza
Fratture di polso
TRATTAMENTO CHIRURGICO MINI INVASIVO
Pinning laterale bloccato del radio distale: Tecnica di Legnago
Anatomia, fisiologia del nervo facciale. Patologie centrali e periferiche che interessano il nervo facciale. Techiche diagnostiche e strategie terapeutiche
INTRODUZIONE
Il trattamento delle fratture del radio distale ha subito un’ importante evoluzione dopo l’introduzione delle placche a stabilità angolare, con vantaggio sulla precoce mobilizzazione del polso e delle dita. Questi sistemi di sintesi però sono abbastanza invasivi, sia che si usi un accesso chirurgico volare che dorsale al radio distale. Per questo è stato ideato da Orbay (1) il chiodo–placca dorsale (Dorsal Nail Plate) DNP (Hand Innovations Depuy), che può essere applicato con un piccolo accesso chirurgico dorsale e minore manipolazione dei tendini estensori rispetto alle placche dorsali.
Il DNP è un mezzo di sintesi che si può definire misto (chiodo-placca). Esso è costituito infatti da una parte a forma di chiodo che viene inserita intramidollare nel radio prossimale e una parte a forma di placca che viene avvitata con viti o pins a stabilità angolare come una mensola dorsale sul radio distale fratturato (fig. 1).
Il DNP visto di profilo ha una forma “a baionetta”. La sua porzione intramidollare a forma di chiodo presenta 3 fori che servono a bloccarlo con tre viti monocorticali alla diafisi del radio. La sua porzione extramidollare, a forma di placca, presenta 4 fori filettati in cui si bloccano viti o pins a stabilità angolare. In questa estremità del DNP vi è anche un foro in cui si avvita il suo manipolo di posizionamento.
Osteosintesi percutanea del radio distale: Tecnica di Legnago (2013)Alberto Mantovani
SUMMARY
Purpose: We have developed and used a system of percutaneous fixation of unstable distal radius fractures (DRF)
using 4 Kirschner (K) wires. These wires are passed from the lateral side of the radius and connected among themselves
using a clamp. We call this the “Legnago technique” and the objective of this study is to standardize the
method and make it safe and easily reproducible. Methods: 27 patients aged from 45 to 102, 3 men and 24 women,
were treated using this technique. The indications were strictly limited to type A2 and A3 of the AO classification,
excluding the A3.3. These were usually emergency procedures, performed under local anaesthesia and under
image intensifier control. We recommend a small incision at the entry point of each K wire and blunt dissection up
to the bone in order to avoid impalement of vessels, tendons or nerves.We follow a standard sequence of passing four
K wires, starting with a 2 mm K wire from the radial styloid into the medullary canal of the radius. This is inserted
dorsal to the tendons of the first extensor compartment. The K wire was mounted on a Jacob’s chuck handle and
was pre-bent at its leading end to around 30 degrees. This helps to control the direction of the wire within the bone
and, also, helps in achieving the reduction. The subsequent three wires of diameter 1.8 mm are passed using a motorised
drill from the lateral aspect of the lower end of the radius across the fracture site to engage the opposite cortex.
Finally, each of the wires is bent adequately in a convergent direction along the axis of the wrist on the lateral side
and held together with the help of a clamp. Results: Each patient was evaluated according to MayoWrist Score criteria,
with a follow-up ranging from 4-26 months.We noted 17 excellent results, 7 good and 3 satisfactory. Radiological
consolidation of the fracture was achieved in each patient, at an average delay of 40 days. Union occurred
with no change in the radiological parameters achieved by the operation. The complications included three cases of
superficial infection around the K wires and a partial lesion of the superficial radial nerve. The patients regained
complete autonomy in the use of the affected upper limb for activities of daily living within a week from the operation.
None of the patients underwent supervised physiotherapy. Conclusions: The Legnago technique of percutaneous
fixation of the DRF has proved efficacious in the treatment of unstable extra-articular fractures. The particular
arrangement of insertion of the K-wires and their connection using an external fixator clamp allowed early
active mobilisation of the wrist without plaster support. This concurs with recent experimental demonstrations according
to which the biomechanical stability of the percutaneous fixation of the DRF with externally connected
crossing K wires is superimposable to that obtained by volar locked plates. RivChirMano 2012; 3: 339-349
TRAPEZIECTOMIA E TENOARTROPLASTICA CON ½ FCR “ANNODATO” (relazione SICM 2013)Alberto Mantovani
Relazione al "51° Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia della Mano" Rimini 03 - 05 ottobre 2013
RIASSUNTO
Scopo: Lo scopo di questo studio è di presentare e valutare in modo retrospettivo una tecnica di trattamento dell’artrosi trapezio metacarpale (TM) utilizzata dal 1995. Si tratta di un intervento di trapeziectomia, ligamentoplastica e interposizione tendinea con metà del tendine flexor carpi radialis (FCR), che viene prima bloccato in un tunnel osseo nella base del primo metacarpo e poi interposto e più volte annodato nel nuovo spazio scafo metacarpale, fino a colmarlo stabilmente. Dimostriamo inoltre che il muscolo abductor digastricus (ABD.D.) è una costante anatomica utilizzabile per la via chirurgica di accesso al trapezio.
Materiali e metodi: Sono stati valutati 78 pazienti operati dal 1995 al 2012, da 51 a 86 anni, di cui 72 donne e 6 uomini, con un follow up da 1 a 17 anni. Per la valutazione clinica abbiamo usato il Mayo Wrist Score (MWS) “adattato” per il pollice. La distanza scafo metacarpale è stata misurata all’RX di controllo del follow up ed è stata definita: invariata o ridotta di ± ½ confrontandola con l’RX postoperatorio.
Risultati: I risultati clinici con il MWS adattato al pollice sono stati: ottimi in 53 casi, buoni in 15 casi, discreti in 6 casi e negativi in 4 casi: 2 di questi sono stati rioperati dopo 1 e 2 anni rispettivamente, per dolore persistente. Il tempo medio di ripresa funzionale per il lavoro è stato di 2 mesi (range da 1 a 6 mesi) . La distanza scafo metacarpale è risultata costantemente diminuita ma non ha mai superato il valore di – ½ rispetto all’RX post operatorio e senza correlazione con il risultato clinico. Non sono state registrate complicanze.
Discussione: La tecnica descritta è risultata efficace e riproducibile. Associando la stabilizzazione metacarpale mediante plastica legamentosa con metà del tendine FCR e l’interposizione e annodamento dello stesso tendine nel nuovo spazio scafo metacarpale, si può ridurre il tempo di immobilizzazione post operatoria e anticipare il recupero funzionale del pollice. Si tratta di una tenoartroplastica biologica ottenuta solo con strutture del paziente e non richiede perciò costi aggiuntivi di altri materiali. Viene anche segnalato l’interesse chirurgico della via di accesso anteriore al trapezio, sezionando costantemente il tendine del muscolo ABD.D..
IL TRATTAMENTO DELL’ARTROSI ISOLATA SCAFO-TRAPEZIO-TRAPEZOIDE CON TENODESI DE...Alberto Mantovani
SUMMARY
The authors report their experience in the treatment of isolated STT arthritis using a novel technique and propose a new clinico-radiological classification for the condition in four stages. In STT arthritis, the joint is rendered unstable due to the rupture of the capitotrapezium and volar scaphotrapezial ligaments. The objective of the operation is to stabilise this joint and, thus, eliminate the pain and the tenosynovitis that occurs due to the instability.
MATERIAL AND METHODOS. The technique involves deepening of the gutter for the flexor carpi radialis in the trapezium, excision of the distal part of the scaphoid and anchorage of the FCR in its fibro-osseous canal.
The hand is immobilised in a plaster for 2-3 weeks depending upon the condition of the tenosynovium and the tendon noted during surgery.
This technique has been utilised in 11 patients between 1995 and 2004 and the results have been reviewed.
RESULTS. Complete and permanent relief of pain was obtained in each of the 11 patients within an average period of 6 months. The follow-up ranged from 1-9 years. There was no loss of range of flexion nor extension as compared to the pre-operative conditions. In fact, we only noted an improvement in the mobility or it remained unchanged.
The scapho-lunate angle, too, was not affected following surgery. The increased angle noted in two patients before surgery, too, remained intact.
CONCLUSIONS. This technique of FCR tenodesis and minimal bony resection of the distal end of the scaphoid is a simple and efficient method that offers consistent results in the treatment of STT arthritis. It probably owes its success to the fact that it tackles the cause of pain i.e. the instability due to the ruptured capitotrapezium and volar scaphotrapezial ligaments.
Pinning laterale bloccato del radio distale: tecnica di LegnagoAlberto Mantovani
CORSO ANNUALE S.E.R.T.O.T. 2013, Piacenza
Fratture di polso
TRATTAMENTO CHIRURGICO MINI INVASIVO
Pinning laterale bloccato del radio distale: Tecnica di Legnago
Anatomia, fisiologia del nervo facciale. Patologie centrali e periferiche che interessano il nervo facciale. Techiche diagnostiche e strategie terapeutiche
http://www.aoico.it
XIII Congresso Nazionale AOICO - Cava de’Tirreni (SA)
Relazione tenuta dal dott. Ferdinando Raso sulle indicazioni alla miringoplastica.
Ulcere nel palato: caso di perforazione da consumo di cocainaPasquale Longobardi
Presentazione di Pasquale longobardi al IV Raduno Otosub del 28-30 ottobre 2011.
Sessione "L'ossigenoterapia iperbarica nelle patologia otorinolaringoiatrica".
SANDRI G. La Nutrizione Clinica al S.Eugenio. ASMaD 2017Gianfranco Tammaro
DOTT. GIANCARLO SANDRI - Convegno "Il Presente ed il Futuro della Nutrizione Clinica" - 24/03/2017 - Sala Rita Levi Montalcini - Ospedale S.Eugenio - ROMA
Sito ASMaD: http://www.asmad.net
Canale Youtube: https://youtu.be/O7NcSQjnRR4
GASBARRINI A. Nutrizione Clinica e Gastroenterologia. ASMaD 2017Gianfranco Tammaro
PROF. ANTONIO GASBARRINI - Convegno "Il Presente ed il Futuro della Nutrizione Clinica" - 24/03/2017 - Sala Rita Levi Montalcini - Ospedale S.Eugenio - ROMA
Sito ASMaD: http://www.asmad.net
Canale Youtube: https://youtu.be/FYlsQzE8xfk
PALLAGROSI R. Gli Alimenti a fini medici speciali: nuova definizione e normat...Gianfranco Tammaro
DOTT.SSA ROBERTA PALLAGROSI - Convegno "Il Presente ed il Futuro della Nutrizione Clinica" - 24/03/2017 - Sala Rita Levi Montalcini - Ospedale S.Eugenio - ROMA
Sito ASMaD: http://www.asmad.net
Canale Youtube: https://youtu.be/86dXMRSe6hQ
DE SANTIS D. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMaD ...Gianfranco Tammaro
CPSI DANIELA DE SANTIS - Convegno "Il Presente ed il Futuro della Nutrizione Clinica" - 24/03/2017 - Sala Rita Levi Montalcini - Ospedale S.Eugenio - ROMA
Sito ASMaD: http://www.asmad.net
Canale Youtube: https://youtu.be/VhUPt78wU4Y
Giorgetti G.M. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMa...Gianfranco Tammaro
DOTT. GIAN MARCO GIORGETTI - Convegno "Il Presente ed il Futuro della Nutrizione Clinica" - 24/03/2017 - Sala Rita Levi Montalcini - Ospedale S.Eugenio - ROMA
Sito ASMaD: http://www.asmad.net
Canale Youtube: https://youtu.be/hDOnIcyTagc
Franceschi F. Il Ruolo del Gastroenterologo nel DEA. ASMaD 2016Gianfranco Tammaro
PROF. FRANCESCO FRANCESCHI - 3° Giornata Master ECM in Gastroenterologia 2016 (25/11/2016) - Fondazione Santa Lucia - Sala Congressi - Roma
Sito: www.asmad.net
Canale Youtube: https://youtu.be/NZzctPkJiGI
This document discusses functional constipation. It provides the Rome IV diagnostic criteria for functional constipation which includes symptoms like straining, hard stools, sensation of incomplete evacuation occurring in over 25% of bowel movements. It notes that loose stools are rarely present without laxative use. Therapeutic options for functional constipation are discussed including fiber, PEG, linaclotide, prucalopride, and lubiprostone. A diagnostic and therapeutic algorithm is proposed. Risk factors for anorectal pathology after pregnancy are also discussed.
Gasbarrini A. Microbiota, Antibiotici e Probiotici in Gastroenterologia. ASMa...Gianfranco Tammaro
PROF. ANTONIO GASBARRINI - 3° Giornata Master ECM in Gastroenterologia 2016 (25/11/2016) - Fondazione Santa Lucia - Sala Congressi - Roma
Sito: www.asmad.net
Canale Youtube: https://youtu.be/ouYcXg_ZtJM
Petruzziello L. La Colonscopia di qualità e le Procedure operative. ASMaD 2016Gianfranco Tammaro
1) Colorectal cancer screening through colonoscopy has been shown to reduce CRC incidence and mortality by detecting and removing precancerous polyps.
2) Quality indicators like adequate bowel preparation, adenoma detection rates, and cecal intubation rates are important for colonoscopy effectiveness.
3) New technologies like HD imaging, water jets, and wide-angle endoscopes aim to improve polyp detection rates and make the procedure more comfortable and effective.
Del Pero Claudio. Indicazioni alla terapia chirurgica: il ruolo dell'otorino. ASMaD 2011
1.
2. L’inquadramento diagnostico del paziente
affetto da roncopatia cronica conclamata
(sindrome delle aumentate resistenze delle
vie aeree superiori: UARS; sindrome delle
apnee ostruttive del sonno: OSAS),
prevede la valutazione della/e sede in cui
si verificano gli eventi ostruttivi durante il
sonno.
L’esatta evidenziazione della sede di
collasso è alla base della terapia medica
e/o chirurgica da proporre al paziente.
3. I. Durante la veglia i mm delle vas impediscono a questa struttura
modificabile di collassare sotto la spinta della pressione negativa
durante l’inspirazione.
II. Con l’inizio del sonno, questi mm si rilassano causando un aumento
delle resistenze delle vie aeree sup.
III. Questo cambiamento non è clinicamente importante nei soggetti
normali, ma i paz. predisposti all’OSAS sviluppano un’ostruzione
parziale o completa che porta rispettivamente al russamento ed
all’apnea. L’ipossia e l’ipercapnia progressiva si verificano quando la
ventilazione è sufficientemente interrotta; a questo punto, il SNC in
fase di riposo è scosso dagli stimoli chimici dell’asfissia.
IV. Il paziente quindi, attraverso microrisvegli incrementa il tono dei mm
delle VAS per aprire le vie aeree ostruite e ripristinare il respiro.
4.
5. Il russamento (snoring) è un rumore prevalentemente inspiratorio
prodotto dalla vibrazione del palato molle, ugola e faringe, dovuto ad un
restringimento ipnogenico delle vie aeree superiori, che determina un
flusso aereo velocizzato e turbolento (teorema di Bernoulli).
Per motivi di competenza “territoriale” d’organo e d’apparato, l’orl è tra
gli specialisti più attivamente coinvolti nella messa a punto e
realizzazione di procedimenti chirurgici di correzione di queste abnormi
strettoie morfologiche vibranti.
Quale che sia la scelta chirurgica o la tecnologia impiegata, in tutti i casi
si ripropone il problema della completa individuazione della/e sede/i di
restringimento-ostruzione e delle sedi di vibrazione, che condiziona in
maniera importante le successive soluzioni chirurgiche correttive mirate
6. Ancora oggi esiste disomogeneità e
variabilità nelle modalità di inquadramento
clinico e nell’utilizzo di tecniche strumentali nel
procedimento diagnostico
Sarebbe utile avere indicazioni chiare, semplici
ed immediate su come scegliere senza errori i
candidati alla chirurgia rispetto ai trattamenti
conservativi ed individuare il tipo d’intervento
che dia garanzia di successo
Per questo la roncochirurgia è ancora un
argomento di “nicchia”
7. Deviazione del setto Infarcimento adiposo
sottomucosa faringea
Ipertrofia dei turbinati Ipertrofia tonsille palatine
Rinite cronica Eccessiva lunghezza del velo
Polipi nasali Macroglossia e ipertrofia
tonsilla linguale
Ipertrofia adenoidi Ridotti diametri faringei
Retrognatia mascellare Malformazione e/o
malposizione della mandibola
Infarcimento adiposo
Edema-prolasso di ugola,
seni piriformi velo, pilastri e mucosa
Malposizione epiglottide faringea
9. Cosa fare di fronte ad un
soggetto russatore abituale?
Nulla ( Russatore felice: è motivato solo il partner; non si hanno
strumenti e competenze)
Consigliare, subito dopo la visita ORL, un
trattamento terapeutico (cerotti nasali; spray
nasali;)
Avviare un iter diagnostico
clinico-strumentale programmato
14. Test per la valutazione della sonnolenza diurna, che prende
in considerazione situazioni di facile addormentamento
(la domanda si riferisce alle usuali abitudini di vita nell’ultimo periodo)
0= non mi addormento mai
1= ho qualche probabilità di addormentarmi
2= discreta probabilità di addormentarmi
3= alta probabilità di addormentarmi
15. Seduto, leggendo
Guardando la TV
Seduto inattivo in luogo pubblico(teatro, conferenza)
Passaggio in auto, per un’ ora senza sosta
Sdraiato, nel pomeriggio, quando c’è l’occasione
Seduto parlando con qualcuno
Seduto, dopo pranzo, senza aver bevuto alcolici
In automobile, fermo per pochi minuti nel traffico
Totale sonnolenza
16.
17. Peso
Altezza
BMI (indice di massa corporea=kg/m2)
Circonferenza collo (vn < 43 U; < 41 D)
Circonferenza vita
Distanza ioido-mentale
Occlusione
(I-II-III classe, dentale o scheletrica)
18. L’esame obiettivo deve avere come
finalità quella di evidenziare
eventuali siti ostruttivi a livello delle
prime vie aero-digestive
19. Palato molle normale basso ipertrofico allungato palmato
Ugola normale allungata ipertrofica
Tonsille
grado 0 (esito di tonsillectomia)
grado 1 (tonsille intraveliche, completamente dietro il pil. Tonsillare
anter.)
grado 2 (tonsille visibili appena debordanti il pilastro anteriore)
grado 3 ( tonsille occupano per ¾ lo spazio a disposizione)
grado 4 (tonsille completamente ostruenti la via aerodigestiva/tonsille
kissing)
20. Pilastri tonsillari
restringimento dovuto ai pilastri anteriori ……dovuto ai pilastri posteriori
Base lingua normale ipertrofica tonsilla linguale ipertrofica
Rino – Oro – Ipo – Faringoscopia
__________________________________________________________
__________________________________________________________
21. Mallampati
grado 1 (tonsille, pilastri e palato molle chiaramente visibili)
grado 2 (ugola, pilastri e polo superiore tonsillare visibili)
grado 3 (solo parte del palato molle è visibile, tonsille, pilastri e base
dell’ugola non sono visibili)
grado 4 (solo il palato duro è visibile)
22.
23. Partendo dal concetto che russamento e
osas sono eventi dinamici che si
verificano a paziente addormentato,
Croft e Pringle 1991, hanno introdotto
questa tecnica che consiste nella
valutazione diretta della sede/i di
ostruzione, nel paziente durante le fasi
del sonno farmacoindotto.
24. Introdotta da Hermann e coll. Nel 1997,
studia il paz con endoscopio flessibile,
dapprima seduto, poi supino o sul
fianco, durante il sonno naturale non
indotto da farmaci.
Cio’ consente una più precisa
definizione di sedi o sottosedi di
ostruzione, permettendo di documentare
le diversità dei reperti endoscopici in
relazione alle variazioni di posizione del
corpo.
33. Russamento ritenuto disturbante dal paziente e/o
partner
Eccessiva sonnolenza diurna, escluse altre cause
RDI <20
RDI <20 con eccessiva sonnolenza diurna
connessa a roncopatia
Minima saturazione di O2< 90%
Aritmia sicuramente indotta da eventi ostruttivi
Frammentazione del sonno associata a
p.endoesofagea<10 cm H2O
34. Esistenza di una o più ostruzioni ragionevolmente
documentabili
Possibilità di correzione chirurgica con ragionevole attesa
di risultato
Possibilità di correzione chirurgica con ragionevoli basse
complicanze
Insuccesso delle terapie conservative
Terapie alternative rifiutate dal paziente
Richiesta specifica della terapia chirurgica da parte del
paziente
Paziente medicalmente stabile
Paziente psicologicamente stabile
35. SI Intervento
NO Terapia ventilatori CPAP
Terapia con Oral Appliance
Calo ponderale
Terapia posturale
Terapia farmacologica
36. 1. L’intervento chirurgico o la combinazione di più procedure
viene progettato sulla base di precisi algoritmi decisionali
2. Gli interventi sono prescelti sulla base del criterio di minima
invasività compatibili con la gravità anatomica e funzionale
del caso
3. L’intervento è tanto più impegnativo quanto maggiore è il
BMI
4. Più grave è la roncopatia più aggressivo dovrà essere
l’intervento
5. Piu grave è la malattia più alta è la percentuale di insuccessi
37. Protocollo USA di Stanford
Protocollo parigino di Chabolle
Protocollo “alpino” di Bettega e Coll.
Protocollo franco-canadese di Pepin &
Coll
Protocollo leccese di De Benedetto
Protocollo della clinica ORL di Bologna
Protocollo forlivese di Vicini
43. Secondo step chirurgico
Terapia ventilatoria
44. Il raggiungimento di risultati terapeutici efficaci
nell’OSAS, richiede l’intervento di molteplici
competenze specialistiche.
Il ritenere, da parte dello specialista orl, di poter
affrontare e risolvere autonomamente tutta la
problematica presente nel paziente roncopatico,
comporta il grave rischio di sottostimare o, ancora
peggio, banalizzare un quadro clinico complesso,
finendo per limitarsi al semplice riscontro di
un’alterazione anatomica delle alte vie.
Finchè il singolo specialista riterrà di avere un ruolo
preminente sugli altri, l’OSA continuerà ad essere
una patologia di “nicchia”