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L’EDUCATORE E IL
PROGETTO EDUCATIVO
Dott.ssa Silvia de Robertis
Parleremo di…
• Competenze e Attività istituzionali
• Prestazioni e Attività dell’Assistente
educatore
• Conclusioni
L’integrazione si realizza attraverso
interventi e misure che non
afferiscono solo all’ambito prettamente
scolastico e didattico, ma si
estendono ai luoghi del sociale e al
mondo del lavoro, finanche all’ambiente
domestico e familiare, si parla
di “interventi di carattere socio-psico-
pedagogico, di assistenza sociale e
sanitaria a domicilio” (L.104/92, art.8,
comma 1, lett. a).
Sentenza del Tar del Lazio n.9926 del 2007:
contribuiscono a far vivere meglio all’alunno
disabile “la quotidianità della scuola” perché
ciascuna di queste figure ha “un ruolo
completamente diverso e complementare”,
ma pur sempre di aiuto alla piena e fattiva
integrazione dell’alunno disabile
comma 3 della Legge 104/92 precisa che
“l’integrazione scolastica ha come obiettivo lo
sviluppo delle potenzialità della persona
handicappata nell’apprendimento, nella
comunicazione, nelle relazioni e nella
socializzazione”.
L’assistente per l’autonomia e la
comunicazione
ha il compito di facilitare, in sinergia con
l’insegnante di sostegno e gli altri docenti della
classe, il processo relazionale e
partecipativo dell’alunno disabile durante
le attività scolastiche.
Sentenza della Corte
Costituzionale n.80 del 2010
“i disabili non costituiscono un gruppo
omogeneo. Vi sono, infatti, forme diverse di
disabilità: alcune hanno un carattere lieve ed
altre gravi. Per ognuna di esse è necessario,
pertanto, individuare meccanismi di
rimozione degli ostacoli che tengano conto
della tipologia di handicap da cui risulti essere
affetta in concreto una persona. Ciascun
disabile è coinvolto in un processo di
riabilitazione finalizzato ad un suo completo
Nell’istituzione scolastica l’assistenza
all’autonomia e alla comunicazione è
un’attività connessa a quella didattica, in
quanto partecipa al processo di integrazione della
persona con disabilità in accordo a un unico
disegno formativo, definito nel Piano Educativo
Individualizzato (PEI), che coinvolge tutti gli
operatori (dirigenti scolastici, docenti,
collaboratori scolastici, genitori, tecnici della
riabilitazione).
C. Ricci, A. Petrolati, La formazione dell’Assistenza all’Autonomia e alla
Comunicazione secondo l’ICF, in Handicap Grave, 2010
Un profilo professionale da perseguire:
– definire l’autonomia e la comunicazione,
che sono le funzioni rispetto alle quali tale
figura
professionale deve operare al fine di
favorirne lo sviluppo nella persona con
disabilità;
– identificare, rispetto alla definizione
dell’autonomia e della comunicazione, le
abilità prerequisite che tale figura deve
possedere per poter operare
efficacemente;
come riferimento l’ICF:
strumento standard per
misurare il funzionamento, la
salute e la disabilità e per
definire le aree di intervento
che
interessano tale figura
professionale.
ICF esprime un approccio
«biopsicosociale» allo studio del
funzionamento e della disabilità,
intesi come la conseguenza di una
complessa relazione tra la
condizione di salute di un
individuo, i fattori personali e i
fattori ambientali che
rappresentano le circostanze in cui
egli vive.
Per autonomia si intende la capacità di un
individuo di svolgere un compito da solo,
senza nessuna assistenza esterna:
capacità funzionali estrinsecate
attraverso atti e comportamenti che
costituiscono aspetti essenziali della
vita di ogni giorno, corrispondenti ai
domini dell’ICF: la «cura del sé» e
la
«mobilità».
Una storia…
Sono un assistente scolastica e da sei anni lavoro nelle
scuole come con i bambini portatori di handicap, per
una miglior qualità del servizio, vorrei sapere la
differenza fra assistente di base e quella
specialistica, visto che nonostante il diploma
magistrale, la laurea in scienze dell'educazione, i
vari corsi di aggiornamento, mi ritrovo a svolgere
più mansioni, senza avere una chiara idea del tipo
di intervento che posso attuare, data la grossa
confusione che aleggia fra i direttori didattici e l'ente
che fornisce questo tipo di assistenza cioè il Comune.
Un maggior chiarimento sulle figure che per diritto
deve avere contribuirebbe a migliorare la qualità
della sua vita. Grazie!
L’assistenza educativa assume
funzioni primarie per i soggetti
portatori di handicap fisico,
sensoriale, e pluri-handicappati per
consentire la comunicazione e la
relazione con l’ambiente.
L’operatività è fondata su una azione
educativa continuativa in attuazione del
progetto educativo individualizzato ed è
finalizzata:
• allo sviluppo dell’autonomia
personale e sociale;
• a prevenire situazioni di
isolamento;
• a realizzare un equilibrato
rapporto con l’ambiente
• L’assistente educatore partecipa alla
formulazione del Progetto Educativo
Individualizzato, è responsabile dello
svolgimento delle attività di propria
competenza e relaziona all’assistente
sociale di distretto con cadenza almeno
trimestrale.
• La responsabilità complessiva della
attuazione del P.E.I. è condivisa con il
corpo docente, con la famiglia e con gli
operatori socio-sanitari
ATTIVITA’ DIRETTE CON
L’ALUNNO
A carattere assistenziale ed educativo:
• mediazione degli atti quotidiani
nell’ambiente di vita (appoggio al
momento del pasto, controllo sfinterico,
pulizia personale, accompagno);
• accompagno non vedenti;
• interpretariato non udenti;
• promozione dell’autonomia personale e
sociale;
• vigilanza e controllo di
comportamenti auto o etero-
aggressivi;
• sviluppo di conoscenze dello
spazio, del tempo, di codici
comunicativi alternativi;
• sostegno alle relazioni con coetanei
ed adulti;
• proposta di attività educative di
piccolo gruppo per favorire la
socializzazione.
A carattere riabilitativo:
• sviluppo di sistemi di comunicazione
verbale e non verbale;
• educazione all’uso di strumenti protesici
e ausili;
• svolgimento di programmi individuali per
il controllo del comportamento;
• appoggio in attività manuali, motorie,
teatrali, espressive…..
l’aspetto della comunicazione
• mediazione: si pone come filtro della
comunicazione tra soggetto e mondo
esterno traducendo il messaggio;
• sollecitazione: attua un intervento di
stimolo della comunicazione autonoma
da parte del soggetto, progetta, fornisce
ed educa all’uso di strumenti (codici,
ausili specifici) per la comunicazione
interpersonale;
• integrazione: promuove e sollecita
occasioni relazionali del soggetto
nell’ambito della scuola in
collaborazione con il corpo docente
ATTIVITA’ DI PROGRAMMAZIONE E
VERIFICA
• acquisisce conoscenze sul soggetto in
modo da possedere un quadro delle
risorse oltre che dei deficit;
• costruisce il proprio piano di lavoro a
partire dalle esigenze del soggetto e dal
piano educativo individualizzato;
• partecipa a momenti di compresenza
con i docenti titolari ed in particolare con
l’insegnante di sostegno
• partecipa alle riunioni di
programmazione e verifica del piano
individualizzato, ai gruppi di lavoro H, ai
consigli di classe nel caso in cui
l’autorità scolastica lo richieda o egli
stesso ne inoltri richiesta;
• partecipa a riunioni di équipe con
l’assistente sociale e gli operatori
sanitari;
• interagisce con gli altri adulti presenti
nell’ambito scolastico (docenti di classe,
docente di sostegno, personale
ausiliario) e con il personale del
distretto;
• propone quanto ritiene utile,
opportuno e vantaggioso per il
soggetto;
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lavoro.
In conclusione…
• È..stimolo nell'apprendimento di
abilità necessarie all’
incremento dell'autonomia
• Crea..rapporto individualizzato a
contatto diretto con il bambino
• Crea..rapporto con il piccolo gruppo
classe: l'assistente diventa
mediatore per favorire la socialità
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1. l'educatore e il progetto educativo

  • 1. L’EDUCATORE E IL PROGETTO EDUCATIVO Dott.ssa Silvia de Robertis
  • 2. Parleremo di… • Competenze e Attività istituzionali • Prestazioni e Attività dell’Assistente educatore • Conclusioni
  • 3.
  • 4. L’integrazione si realizza attraverso interventi e misure che non afferiscono solo all’ambito prettamente scolastico e didattico, ma si estendono ai luoghi del sociale e al mondo del lavoro, finanche all’ambiente domestico e familiare, si parla di “interventi di carattere socio-psico- pedagogico, di assistenza sociale e sanitaria a domicilio” (L.104/92, art.8, comma 1, lett. a).
  • 5. Sentenza del Tar del Lazio n.9926 del 2007: contribuiscono a far vivere meglio all’alunno disabile “la quotidianità della scuola” perché ciascuna di queste figure ha “un ruolo completamente diverso e complementare”, ma pur sempre di aiuto alla piena e fattiva integrazione dell’alunno disabile
  • 6. comma 3 della Legge 104/92 precisa che “l’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione”. L’assistente per l’autonomia e la comunicazione ha il compito di facilitare, in sinergia con l’insegnante di sostegno e gli altri docenti della classe, il processo relazionale e partecipativo dell’alunno disabile durante le attività scolastiche.
  • 7. Sentenza della Corte Costituzionale n.80 del 2010 “i disabili non costituiscono un gruppo omogeneo. Vi sono, infatti, forme diverse di disabilità: alcune hanno un carattere lieve ed altre gravi. Per ognuna di esse è necessario, pertanto, individuare meccanismi di rimozione degli ostacoli che tengano conto della tipologia di handicap da cui risulti essere affetta in concreto una persona. Ciascun disabile è coinvolto in un processo di riabilitazione finalizzato ad un suo completo
  • 8. Nell’istituzione scolastica l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione è un’attività connessa a quella didattica, in quanto partecipa al processo di integrazione della persona con disabilità in accordo a un unico disegno formativo, definito nel Piano Educativo Individualizzato (PEI), che coinvolge tutti gli operatori (dirigenti scolastici, docenti, collaboratori scolastici, genitori, tecnici della riabilitazione). C. Ricci, A. Petrolati, La formazione dell’Assistenza all’Autonomia e alla Comunicazione secondo l’ICF, in Handicap Grave, 2010
  • 9. Un profilo professionale da perseguire: – definire l’autonomia e la comunicazione, che sono le funzioni rispetto alle quali tale figura professionale deve operare al fine di favorirne lo sviluppo nella persona con disabilità; – identificare, rispetto alla definizione dell’autonomia e della comunicazione, le abilità prerequisite che tale figura deve possedere per poter operare efficacemente;
  • 10. come riferimento l’ICF: strumento standard per misurare il funzionamento, la salute e la disabilità e per definire le aree di intervento che interessano tale figura professionale.
  • 11. ICF esprime un approccio «biopsicosociale» allo studio del funzionamento e della disabilità, intesi come la conseguenza di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, i fattori personali e i fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui egli vive.
  • 12. Per autonomia si intende la capacità di un individuo di svolgere un compito da solo, senza nessuna assistenza esterna: capacità funzionali estrinsecate attraverso atti e comportamenti che costituiscono aspetti essenziali della vita di ogni giorno, corrispondenti ai domini dell’ICF: la «cura del sé» e la «mobilità».
  • 14. Sono un assistente scolastica e da sei anni lavoro nelle scuole come con i bambini portatori di handicap, per una miglior qualità del servizio, vorrei sapere la differenza fra assistente di base e quella specialistica, visto che nonostante il diploma magistrale, la laurea in scienze dell'educazione, i vari corsi di aggiornamento, mi ritrovo a svolgere più mansioni, senza avere una chiara idea del tipo di intervento che posso attuare, data la grossa confusione che aleggia fra i direttori didattici e l'ente che fornisce questo tipo di assistenza cioè il Comune. Un maggior chiarimento sulle figure che per diritto deve avere contribuirebbe a migliorare la qualità della sua vita. Grazie!
  • 15. L’assistenza educativa assume funzioni primarie per i soggetti portatori di handicap fisico, sensoriale, e pluri-handicappati per consentire la comunicazione e la relazione con l’ambiente.
  • 16. L’operatività è fondata su una azione educativa continuativa in attuazione del progetto educativo individualizzato ed è finalizzata: • allo sviluppo dell’autonomia personale e sociale; • a prevenire situazioni di isolamento; • a realizzare un equilibrato rapporto con l’ambiente
  • 17. • L’assistente educatore partecipa alla formulazione del Progetto Educativo Individualizzato, è responsabile dello svolgimento delle attività di propria competenza e relaziona all’assistente sociale di distretto con cadenza almeno trimestrale. • La responsabilità complessiva della attuazione del P.E.I. è condivisa con il corpo docente, con la famiglia e con gli operatori socio-sanitari
  • 18. ATTIVITA’ DIRETTE CON L’ALUNNO A carattere assistenziale ed educativo: • mediazione degli atti quotidiani nell’ambiente di vita (appoggio al momento del pasto, controllo sfinterico, pulizia personale, accompagno); • accompagno non vedenti; • interpretariato non udenti; • promozione dell’autonomia personale e sociale;
  • 19. • vigilanza e controllo di comportamenti auto o etero- aggressivi; • sviluppo di conoscenze dello spazio, del tempo, di codici comunicativi alternativi; • sostegno alle relazioni con coetanei ed adulti; • proposta di attività educative di piccolo gruppo per favorire la socializzazione.
  • 20. A carattere riabilitativo: • sviluppo di sistemi di comunicazione verbale e non verbale; • educazione all’uso di strumenti protesici e ausili; • svolgimento di programmi individuali per il controllo del comportamento; • appoggio in attività manuali, motorie, teatrali, espressive…..
  • 21. l’aspetto della comunicazione • mediazione: si pone come filtro della comunicazione tra soggetto e mondo esterno traducendo il messaggio; • sollecitazione: attua un intervento di stimolo della comunicazione autonoma da parte del soggetto, progetta, fornisce ed educa all’uso di strumenti (codici, ausili specifici) per la comunicazione interpersonale;
  • 22. • integrazione: promuove e sollecita occasioni relazionali del soggetto nell’ambito della scuola in collaborazione con il corpo docente
  • 23. ATTIVITA’ DI PROGRAMMAZIONE E VERIFICA • acquisisce conoscenze sul soggetto in modo da possedere un quadro delle risorse oltre che dei deficit; • costruisce il proprio piano di lavoro a partire dalle esigenze del soggetto e dal piano educativo individualizzato; • partecipa a momenti di compresenza con i docenti titolari ed in particolare con l’insegnante di sostegno
  • 24. • partecipa alle riunioni di programmazione e verifica del piano individualizzato, ai gruppi di lavoro H, ai consigli di classe nel caso in cui l’autorità scolastica lo richieda o egli stesso ne inoltri richiesta; • partecipa a riunioni di équipe con l’assistente sociale e gli operatori sanitari;
  • 25. • interagisce con gli altri adulti presenti nell’ambito scolastico (docenti di classe, docente di sostegno, personale ausiliario) e con il personale del distretto; • propone quanto ritiene utile, opportuno e vantaggioso per il soggetto; • redige verifiche trimestrali del piano di lavoro.
  • 26. In conclusione… • È..stimolo nell'apprendimento di abilità necessarie all’ incremento dell'autonomia • Crea..rapporto individualizzato a contatto diretto con il bambino
  • 27. • Crea..rapporto con il piccolo gruppo classe: l'assistente diventa mediatore per favorire la socialità e lo sviluppo di positive relazioni con i compagni • Crea…rapporto con il gruppo classe: supporto all'alunno nella partecipazione alle attività scolastiche svolte dall'insegnante titolare in classe