Alunni con BES.Presentazione del software gestionale per l'inclusione (Ericks...giuseppe torchia
Presentazione del software gestionale del Centro Studi Erickson per costruire PDP,programmazione inclusiva di classe e PAI (a cura del prof. Giuseppe Torchia)
Alunni con BES.Presentazione del software gestionale per l'inclusione (Ericks...giuseppe torchia
Presentazione del software gestionale del Centro Studi Erickson per costruire PDP,programmazione inclusiva di classe e PAI (a cura del prof. Giuseppe Torchia)
Bisogni Educativi Speciali - I presupposti teorici e la normativa di riferime...Franco Castronovo
Le slides utilizzate da Franco Castronovo nel corso dell'incontro "I presupposti teorici e la normativa di riferimento per l'inclusione", primo appuntamento provinciale del ciclo di incontri promosso dall'USR-L sul tema dell'inclusione e dei BES, tenutosi a Como presso l'ISIS Da Vinci-Ripamonti il 20 febbraio 2014.
Facendo tesoro dell’ampia bibliografia e sitografia presente in merito, ho creato uno slideshow in cui vengono presentati:
1. gli studenti con Bisogni Educativi Speciali;
2. i documenti relativi;
3. gli enti territoriali coinvolti.
Bisogni Educativi Speciali - I presupposti teorici e la normativa di riferime...Franco Castronovo
Le slides utilizzate da Franco Castronovo nel corso dell'incontro "I presupposti teorici e la normativa di riferimento per l'inclusione", primo appuntamento provinciale del ciclo di incontri promosso dall'USR-L sul tema dell'inclusione e dei BES, tenutosi a Como presso l'ISIS Da Vinci-Ripamonti il 20 febbraio 2014.
Facendo tesoro dell’ampia bibliografia e sitografia presente in merito, ho creato uno slideshow in cui vengono presentati:
1. gli studenti con Bisogni Educativi Speciali;
2. i documenti relativi;
3. gli enti territoriali coinvolti.
Diritti e valori per una reale inclusione - ins. VerìGabriella Nanni
La legge in materia di disabilità (L.104/92) e di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (L.170/2010) affida alla scuola il compito di organizzare tutte le misure didattiche ed educative di supporto necessarie per garantire il diritto all’istruzione, favorire il successo formativo e ridurre i disagi.
1. COMUNICAZIONE
EFFICACE E STRUMENTI
DI INTERVENTO PER
ALUNNI CON BISOGNI
EDUCATIVI SPECIALI
(BES)
DOTT.SSA SIMONA ERAMO
DOTT.SSA MARIALETIZIA DUCCI
Genzano di Roma 07/10/2013
2. LA NOSTRA MISSION…….
(art. 3 costituzione)
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
sono uguali davanti alla legge”…
…lo scopo è rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che limitando di fatto
la libertà e l’uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona
umana
3. LEGGE 517 (1977)
La scuola entra in crisi con l’entrata dei disabili ….
NON ESISTE PIU’ L’ ALUNNO
Crisi della relazione:
- introduzione di figure di mediazione
- Insegnanti di sostegno
- AEC, Assistenti specialistici……
4. Leggi a cui far riferimento
Legge n°104-1992 (prevede il PEI, una
programmazione differenziata)
Legge n° 53-2003 (enuncia i principi di
personalizzazione dell’apprendimento)
Legge n°170-2010 (prevede il PDP, consente una
diversificazione delle metodologie di
insegnamento/apprendimento e afferma che
ciascun docente curricolare deve «prendersi
carico» dell’alunno bes, tutto il gruppo docenti è
coinvolto, non solo il docente di sostegno)
10 DM MIUR 5669 del 12/07/2011 linee guida
(strumenti e CTS)
Direttiva 27/12/2012
6. Integrare vs includere
Le nuove norme ( Legge n°170-2010/10 DM
MIUR 5669 del 12/07/2011 e Direttiva
27/12/2012
Puntano sui concetti di
INTGRAZIONE
ed
INCLUSIVITA’
Cosa significano questi due concetti?
7. INTEGRARE
Vuol dire facilitare al
«diverso» la maggior
partecipazione possibile
alla vita scolastica
insieme agli altri.
8. INCLUDERE
Vuol dire strutturare testi e
strumenti educativi in modo tale
che siano adeguati alla
partecipazione di tutti, ciascuno
supportato a farlo secondo le
proprie modalità conoscitive e
di apprendimento.
9. quindi…..
Una scuola è inclusiva
se concretizza il
concetto pedagogico
di base :
«DARE TUTTO A
TUTTI»
11. La relazione docente-discente
B (DOCENTE)
A(PIERINO)
SETTING: Qualcuno parla Qualcuno ascolta
DIRITTO ALL’APPRENDIMENTO:
Il dovere di farsi comprendere è di chi parla
12. La necessità della relazione
educativa
Rimuovere gli ostacoli all’apprendimento
significa anche tenere in considerazione quanto
dice Watzlawick e cioè che “ non si può non
comunicare”!
La relazione che si stabilisce tra docente e
alunno è una relazione necessaria ma
asimmetrica.
13. DALLA VALUTAZIONE ALLA
COMUNICAZIONE
EFFICACE
Per essere efficaci dobbiamo diventare operatori
INTERESSATI a ….. A (Pierino)
NO
INTERESSANTI (Avere su di noi l’attenzione
degli altri)
14. Relazione ed interesse
L’interesse per … A
Nasce da attenta osservazione dei suoi BISOGNI intesi come
espressione delle sue Emozioni ed Interessi
La comunicazione e’ efficace se si passa dall’essere
INTERESSANTI all ‘ essere INTERESSATI
Dare attenzione significa ASCOLTARE con interesse …
Trovare le IMMAGINI MENTALI specifiche di ogni ragazzo con
B.E.S. sulle quali impostare un programma di Apprendimento
15. Bes inteso come svantaggio
scolastico
All’interno della dicitura BES troviamo
3 grandi sottocategorie:
1) Soggetti affetti da forme di disabilità
2) Soggetti portatori di disturbi evolutivi
specifici (dsa-deficit del linguaggio-deficit
non verbali e della coordinazione
motoria-adhd)
3) Soggetti che vivono condizioni di
svantaggio socio-economico-linguistico-culturale
16. Chi sono i bes non certificati
Alunni che necessitano di interventi di potenziamento per aspetti
limite non collegati a deficit certificati;
Alunni che necessitano di arricchimento delle esperienze scolastiche
ed extrascolastiche in quanto viventi in contesti sociali culturalmente
deprivati e poveri di sollecitazioni;
Alunni nomadi, migranti;
Alunni con comportamenti dirompenti, auto e etero
aggressivi,destabilizzanti il contesto scolastico, limitanti le relazioni
sociali e l’apprendimento;
Alunni con problemi di autostima, scarsamente motivati, solitari,
poco partecipativi nei contesti di vita dei coetanei a scuola e fuori
dalla scuola;
Alunni che necessitano di contesti di apprendimento strutturati con
accesso a diversi stili comunicativi (propensione per arti visive,
danza, musica pratica sportiva in laboratori interni ed esterni alla
17. Domandiamoci…
Qual è il nostro approccio di fronte ai diversi
tipi di alunno BES?
Quale tipo di disabilità-svantaggio- diversità ci
mette più in crisi?
Perché?
Il nostro vissuto rispetto alla tipologia cambia il
nostro modo di relazionarci all’alunno?
In conseguenza di ciò cambia il nostro modo
di comunicare?
18. COME VALUTARE……..
“Ogni alunno, con continuità o per determinati
periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o
per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi
psicologici,sociali, rispetto ai quali è necessario che le
scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”
(D.M. 27/12/2012)
Per ogni B.E.S. uno specifico strumento valutativo
PEI
PDP
PEP
19. Certificazione, analisi dei
bisogni strumenti di inclusione
L’attenzione ai BES
Non significa favorire improprie facilitazioni
Ma significa rimuovere gli ostacoli nel percorso di
apprendimento
Non è un livellamento degli apprendimenti
Ma si tratta di una modulazione dei percorsi sulle
potenzialità di ciascun alunno, nell’ottica di una
scuola più equa e più inclusiva.
20. IL PEP
Per poter essere inclusivi è utile che tutti gli
insegnanti collaborino alla redazione di un Piano
Educativo Personalizzato
scopo
Definire
Monitorare
Documentare
le strategie di intervento più idonee e i criteri di
valutazione degli apprendimenti
21. Come usare il PEP
Per gli alunni che manifestano BES per
determinati periodi
1) la scuola deve offrire adeguata e personalizzata
risposta
2) privilegiare le strategie educative e didattiche
attraverso percorsi personalizzati più che strumenti
compensativi e misure dispensative
3) Monitorare l’efficacia degli interventi affinché
siano messi in atto per il tempo strettamente
necessario.
22. Strumenti inclusivi
L’alunno che evidenzia bisogni educativi
speciali periodici
- Non può accedere alla dispensa dalle prove
scritte di lingua straniera
- Ma se la difficoltà deriva dalla non conoscenza
della lingua italiana , l’alunno potrà utilizzare le
due ore di insegnamento della seconda lingua
comunitaria per il potenziamento della lingua
italiana (sc. Sec. 1° grado)
23. Cos’è il PDP
Il Piano Didattico personalizzato (PDP)
È un documento importante per avere una
visione d’insieme rispetto:
alla diagnosi,
alle caratteristiche del disturbo,
agli aspetti funzionali,
agli aiuti e
alle modalità didattiche previste per ogni
singola materia.
24. VALORE DEL PDP…strumenti di
valutazione
Lo studente ha diritto ad una valutazione
trasparente e tempestiva volta ad attivare
un processo di autovalutazione che lo
conduca ad individuare i propri punti di
forza e debolezza al fine di migliorare il
proprio rendimento.
A VOLTE GLI ALUNNI SUBISCONO IL
VOTO BEN CONSAPEVOLI DELLO
SCARSO RENDIMENTO MA IGNARI
DEL DOVE E DEL COME RIPARARE !!!
25. OTTICA DEL PDP
il PDP è un piano didattico pensato e
applicabile per gli alunni con DSA , nei
quali la difficoltà non è nella capacità di
apprendimento, ma nelle abilità ad
utilizzare i normali strumenti per
accedere all’apprendimento, abilità che
possono e devono essere supportate,
secondo la normativa vigente, per il
raggiungimento del successo formativo.
26. Il PAI (piano annuale per
l’inclusività)
Esso non va interpretato come un piano
formativo per gli alunni con bisogni educativi
speciali ad integrazione del POF, ma è lo
strumento per una progettazione della propria
offerta formativa in senso inclusivo.
Esso si basa su una lettura del grado di
inclusività della scuola e su obiettivi di
miglioramento rispetto alla gestione delle
classi, dell’organizzazione dei tempi e degli
spazi scolastici, delle relazioni tra docenti,
alunni e famiglie (nota 1551/2013).
27. Il PDP e il PAI non vanno intesi come
ulteriori adempimenti burocratici, bensì
come strumenti che possono contribuire
ad accrescere la consapevolezza
dell’intera comunità educante sulla
centralità e trasversalità dei processi
inclusivi in relazione alla qualità dei
risultati educativi, per creare un contesto
educante ove realizzare concretamente il
progetto della scuola per tutti e per
ciascuno (C.M. n°8/2013)
28. Pratiche didattiche inclusive
ATTIVITA’ PROSOCIALI fra gli alunni (favorire
l’aiuto reciproco con incarichi quotidiani…)
LAVORI DI GRUPPO (proporre attività a coppia o
in piccolo gruppo)
DIDATTICA DIFFERENZIATA (presentare ampi
argomenti che si possono però scomporre e
adeguare ai diversi livelli di abilità)
PROPOSTE DIDATTCHE NEGOZIATE
(promuovere l’interazione tra tutti attraverso
discussioni, domande, proposte, partecipazione
attiva…)
29. «Lo sguardo pedagogico
va a caccia delle
potenzialità, senza
ignorare le difficoltà e i
problemi … non va a
caccia di sintomi e
disturbi»