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COMUNICAZIONE 
EFFICACE E STRUMENTI 
DI INTERVENTO PER 
ALUNNI CON BISOGNI 
EDUCATIVI SPECIALI 
(BES) 
DOTT.SSA SIMONA ERAMO 
DOTT.SSA MARIALETIZIA DUCCI 
Genzano di Roma 07/10/2013
LA NOSTRA MISSION……. 
(art. 3 costituzione) 
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e 
sono uguali davanti alla legge”… 
…lo scopo è rimuovere gli ostacoli di ordine 
economico e sociale, che limitando di fatto 
la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, 
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umana
LEGGE 517 (1977) 
La scuola entra in crisi con l’entrata dei disabili …. 
NON ESISTE PIU’ L’ ALUNNO 
Crisi della relazione: 
- introduzione di figure di mediazione 
- Insegnanti di sostegno 
- AEC, Assistenti specialistici……
Leggi a cui far riferimento 
 Legge n°104-1992 (prevede il PEI, una 
programmazione differenziata) 
 Legge n° 53-2003 (enuncia i principi di 
personalizzazione dell’apprendimento) 
 Legge n°170-2010 (prevede il PDP, consente una 
diversificazione delle metodologie di 
insegnamento/apprendimento e afferma che 
ciascun docente curricolare deve «prendersi 
carico» dell’alunno bes, tutto il gruppo docenti è 
coinvolto, non solo il docente di sostegno) 
 10 DM MIUR 5669 del 12/07/2011 linee guida 
(strumenti e CTS) 
 Direttiva 27/12/2012
Legge 104/1992 
DIRITTO 
ALL’APPRENDIMENTO 
NO 
DIRITTO ALLA RISORSA
Integrare vs includere 
 Le nuove norme ( Legge n°170-2010/10 DM 
MIUR 5669 del 12/07/2011 e Direttiva 
27/12/2012 
Puntano sui concetti di 
INTGRAZIONE 
ed 
INCLUSIVITA’ 
Cosa significano questi due concetti?
INTEGRARE 
Vuol dire facilitare al 
«diverso» la maggior 
partecipazione possibile 
alla vita scolastica 
insieme agli altri.
INCLUDERE 
Vuol dire strutturare testi e 
strumenti educativi in modo tale 
che siano adeguati alla 
partecipazione di tutti, ciascuno 
supportato a farlo secondo le 
proprie modalità conoscitive e 
di apprendimento.
quindi….. 
Una scuola è inclusiva 
se concretizza il 
concetto pedagogico 
di base : 
«DARE TUTTO A 
TUTTI»
Come cambia il tuo modo di 
lavorare in funzione di A?
La relazione docente-discente 
B (DOCENTE) 
A(PIERINO) 
SETTING: Qualcuno parla Qualcuno ascolta 
DIRITTO ALL’APPRENDIMENTO: 
Il dovere di farsi comprendere è di chi parla
La necessità della relazione 
educativa 
Rimuovere gli ostacoli all’apprendimento 
significa anche tenere in considerazione quanto 
dice Watzlawick e cioè che “ non si può non 
comunicare”! 
 La relazione che si stabilisce tra docente e 
alunno è una relazione necessaria ma 
asimmetrica.
DALLA VALUTAZIONE ALLA 
COMUNICAZIONE 
EFFICACE 
Per essere efficaci dobbiamo diventare operatori 
INTERESSATI a ….. A (Pierino) 
NO 
INTERESSANTI (Avere su di noi l’attenzione 
degli altri)
Relazione ed interesse 
L’interesse per … A 
Nasce da attenta osservazione dei suoi BISOGNI intesi come 
espressione delle sue Emozioni ed Interessi 
La comunicazione e’ efficace se si passa dall’essere 
INTERESSANTI all ‘ essere INTERESSATI 
Dare attenzione significa ASCOLTARE con interesse … 
Trovare le IMMAGINI MENTALI specifiche di ogni ragazzo con 
B.E.S. sulle quali impostare un programma di Apprendimento
Bes inteso come svantaggio 
scolastico 
 All’interno della dicitura BES troviamo 
3 grandi sottocategorie: 
1) Soggetti affetti da forme di disabilità 
2) Soggetti portatori di disturbi evolutivi 
specifici (dsa-deficit del linguaggio-deficit 
non verbali e della coordinazione 
motoria-adhd) 
3) Soggetti che vivono condizioni di 
svantaggio socio-economico-linguistico-culturale
Chi sono i bes non certificati 
 Alunni che necessitano di interventi di potenziamento per aspetti 
limite non collegati a deficit certificati; 
 Alunni che necessitano di arricchimento delle esperienze scolastiche 
ed extrascolastiche in quanto viventi in contesti sociali culturalmente 
deprivati e poveri di sollecitazioni; 
 Alunni nomadi, migranti; 
 Alunni con comportamenti dirompenti, auto e etero 
aggressivi,destabilizzanti il contesto scolastico, limitanti le relazioni 
sociali e l’apprendimento; 
 Alunni con problemi di autostima, scarsamente motivati, solitari, 
poco partecipativi nei contesti di vita dei coetanei a scuola e fuori 
dalla scuola; 
 Alunni che necessitano di contesti di apprendimento strutturati con 
accesso a diversi stili comunicativi (propensione per arti visive, 
danza, musica pratica sportiva in laboratori interni ed esterni alla
Domandiamoci… 
 Qual è il nostro approccio di fronte ai diversi 
tipi di alunno BES? 
 Quale tipo di disabilità-svantaggio- diversità ci 
mette più in crisi? 
 Perché? 
 Il nostro vissuto rispetto alla tipologia cambia il 
nostro modo di relazionarci all’alunno? 
 In conseguenza di ciò cambia il nostro modo 
di comunicare?
COME VALUTARE…….. 
“Ogni alunno, con continuità o per determinati 
periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o 
per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi 
psicologici,sociali, rispetto ai quali è necessario che le 
scuole offrano adeguata e personalizzata risposta” 
(D.M. 27/12/2012) 
Per ogni B.E.S. uno specifico strumento valutativo 
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 Non significa favorire improprie facilitazioni 
 Ma significa rimuovere gli ostacoli nel percorso di 
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 Non è un livellamento degli apprendimenti 
 Ma si tratta di una modulazione dei percorsi sulle 
potenzialità di ciascun alunno, nell’ottica di una 
scuola più equa e più inclusiva.
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insegnanti collaborino alla redazione di un Piano 
Educativo Personalizzato 
scopo 
 Definire 
 Monitorare 
 Documentare 
le strategie di intervento più idonee e i criteri di 
valutazione degli apprendimenti
Come usare il PEP 
 Per gli alunni che manifestano BES per 
determinati periodi 
1) la scuola deve offrire adeguata e personalizzata 
risposta 
2) privilegiare le strategie educative e didattiche 
attraverso percorsi personalizzati più che strumenti 
compensativi e misure dispensative 
3) Monitorare l’efficacia degli interventi affinché 
siano messi in atto per il tempo strettamente 
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Strumenti inclusivi 
 L’alunno che evidenzia bisogni educativi 
speciali periodici 
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scritte di lingua straniera 
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due ore di insegnamento della seconda lingua 
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italiana (sc. Sec. 1° grado)
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visione d’insieme rispetto: 
 alla diagnosi, 
 alle caratteristiche del disturbo, 
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 agli aiuti e 
 alle modalità didattiche previste per ogni 
singola materia.
VALORE DEL PDP…strumenti di 
valutazione 
 Lo studente ha diritto ad una valutazione 
trasparente e tempestiva volta ad attivare 
un processo di autovalutazione che lo 
conduca ad individuare i propri punti di 
forza e debolezza al fine di migliorare il 
proprio rendimento. 
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VOTO BEN CONSAPEVOLI DELLO 
SCARSO RENDIMENTO MA IGNARI 
DEL DOVE E DEL COME RIPARARE !!!
OTTICA DEL PDP 
 il PDP è un piano didattico pensato e 
applicabile per gli alunni con DSA , nei 
quali la difficoltà non è nella capacità di 
apprendimento, ma nelle abilità ad 
utilizzare i normali strumenti per 
accedere all’apprendimento, abilità che 
possono e devono essere supportate, 
secondo la normativa vigente, per il 
raggiungimento del successo formativo.
Il PAI (piano annuale per 
l’inclusività) 
 Esso non va interpretato come un piano 
formativo per gli alunni con bisogni educativi 
speciali ad integrazione del POF, ma è lo 
strumento per una progettazione della propria 
offerta formativa in senso inclusivo. 
 Esso si basa su una lettura del grado di 
inclusività della scuola e su obiettivi di 
miglioramento rispetto alla gestione delle 
classi, dell’organizzazione dei tempi e degli 
spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, 
alunni e famiglie (nota 1551/2013).
 Il PDP e il PAI non vanno intesi come 
ulteriori adempimenti burocratici, bensì 
come strumenti che possono contribuire 
ad accrescere la consapevolezza 
dell’intera comunità educante sulla 
centralità e trasversalità dei processi 
inclusivi in relazione alla qualità dei 
risultati educativi, per creare un contesto 
educante ove realizzare concretamente il 
progetto della scuola per tutti e per 
ciascuno (C.M. n°8/2013)
Pratiche didattiche inclusive 
 ATTIVITA’ PROSOCIALI fra gli alunni (favorire 
l’aiuto reciproco con incarichi quotidiani…) 
 LAVORI DI GRUPPO (proporre attività a coppia o 
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 DIDATTICA DIFFERENZIATA (presentare ampi 
argomenti che si possono però scomporre e 
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 PROPOSTE DIDATTCHE NEGOZIATE 
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Benessere a scuola

  • 1. COMUNICAZIONE EFFICACE E STRUMENTI DI INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES) DOTT.SSA SIMONA ERAMO DOTT.SSA MARIALETIZIA DUCCI Genzano di Roma 07/10/2013
  • 2. LA NOSTRA MISSION……. (art. 3 costituzione) “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”… …lo scopo è rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana
  • 3. LEGGE 517 (1977) La scuola entra in crisi con l’entrata dei disabili …. NON ESISTE PIU’ L’ ALUNNO Crisi della relazione: - introduzione di figure di mediazione - Insegnanti di sostegno - AEC, Assistenti specialistici……
  • 4. Leggi a cui far riferimento  Legge n°104-1992 (prevede il PEI, una programmazione differenziata)  Legge n° 53-2003 (enuncia i principi di personalizzazione dell’apprendimento)  Legge n°170-2010 (prevede il PDP, consente una diversificazione delle metodologie di insegnamento/apprendimento e afferma che ciascun docente curricolare deve «prendersi carico» dell’alunno bes, tutto il gruppo docenti è coinvolto, non solo il docente di sostegno)  10 DM MIUR 5669 del 12/07/2011 linee guida (strumenti e CTS)  Direttiva 27/12/2012
  • 5. Legge 104/1992 DIRITTO ALL’APPRENDIMENTO NO DIRITTO ALLA RISORSA
  • 6. Integrare vs includere  Le nuove norme ( Legge n°170-2010/10 DM MIUR 5669 del 12/07/2011 e Direttiva 27/12/2012 Puntano sui concetti di INTGRAZIONE ed INCLUSIVITA’ Cosa significano questi due concetti?
  • 7. INTEGRARE Vuol dire facilitare al «diverso» la maggior partecipazione possibile alla vita scolastica insieme agli altri.
  • 8. INCLUDERE Vuol dire strutturare testi e strumenti educativi in modo tale che siano adeguati alla partecipazione di tutti, ciascuno supportato a farlo secondo le proprie modalità conoscitive e di apprendimento.
  • 9. quindi….. Una scuola è inclusiva se concretizza il concetto pedagogico di base : «DARE TUTTO A TUTTI»
  • 10. Come cambia il tuo modo di lavorare in funzione di A?
  • 11. La relazione docente-discente B (DOCENTE) A(PIERINO) SETTING: Qualcuno parla Qualcuno ascolta DIRITTO ALL’APPRENDIMENTO: Il dovere di farsi comprendere è di chi parla
  • 12. La necessità della relazione educativa Rimuovere gli ostacoli all’apprendimento significa anche tenere in considerazione quanto dice Watzlawick e cioè che “ non si può non comunicare”!  La relazione che si stabilisce tra docente e alunno è una relazione necessaria ma asimmetrica.
  • 13. DALLA VALUTAZIONE ALLA COMUNICAZIONE EFFICACE Per essere efficaci dobbiamo diventare operatori INTERESSATI a ….. A (Pierino) NO INTERESSANTI (Avere su di noi l’attenzione degli altri)
  • 14. Relazione ed interesse L’interesse per … A Nasce da attenta osservazione dei suoi BISOGNI intesi come espressione delle sue Emozioni ed Interessi La comunicazione e’ efficace se si passa dall’essere INTERESSANTI all ‘ essere INTERESSATI Dare attenzione significa ASCOLTARE con interesse … Trovare le IMMAGINI MENTALI specifiche di ogni ragazzo con B.E.S. sulle quali impostare un programma di Apprendimento
  • 15. Bes inteso come svantaggio scolastico  All’interno della dicitura BES troviamo 3 grandi sottocategorie: 1) Soggetti affetti da forme di disabilità 2) Soggetti portatori di disturbi evolutivi specifici (dsa-deficit del linguaggio-deficit non verbali e della coordinazione motoria-adhd) 3) Soggetti che vivono condizioni di svantaggio socio-economico-linguistico-culturale
  • 16. Chi sono i bes non certificati  Alunni che necessitano di interventi di potenziamento per aspetti limite non collegati a deficit certificati;  Alunni che necessitano di arricchimento delle esperienze scolastiche ed extrascolastiche in quanto viventi in contesti sociali culturalmente deprivati e poveri di sollecitazioni;  Alunni nomadi, migranti;  Alunni con comportamenti dirompenti, auto e etero aggressivi,destabilizzanti il contesto scolastico, limitanti le relazioni sociali e l’apprendimento;  Alunni con problemi di autostima, scarsamente motivati, solitari, poco partecipativi nei contesti di vita dei coetanei a scuola e fuori dalla scuola;  Alunni che necessitano di contesti di apprendimento strutturati con accesso a diversi stili comunicativi (propensione per arti visive, danza, musica pratica sportiva in laboratori interni ed esterni alla
  • 17. Domandiamoci…  Qual è il nostro approccio di fronte ai diversi tipi di alunno BES?  Quale tipo di disabilità-svantaggio- diversità ci mette più in crisi?  Perché?  Il nostro vissuto rispetto alla tipologia cambia il nostro modo di relazionarci all’alunno?  In conseguenza di ciò cambia il nostro modo di comunicare?
  • 18. COME VALUTARE…….. “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici,sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta” (D.M. 27/12/2012) Per ogni B.E.S. uno specifico strumento valutativo PEI PDP PEP
  • 19. Certificazione, analisi dei bisogni strumenti di inclusione L’attenzione ai BES  Non significa favorire improprie facilitazioni  Ma significa rimuovere gli ostacoli nel percorso di apprendimento  Non è un livellamento degli apprendimenti  Ma si tratta di una modulazione dei percorsi sulle potenzialità di ciascun alunno, nell’ottica di una scuola più equa e più inclusiva.
  • 20. IL PEP Per poter essere inclusivi è utile che tutti gli insegnanti collaborino alla redazione di un Piano Educativo Personalizzato scopo  Definire  Monitorare  Documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti
  • 21. Come usare il PEP  Per gli alunni che manifestano BES per determinati periodi 1) la scuola deve offrire adeguata e personalizzata risposta 2) privilegiare le strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati più che strumenti compensativi e misure dispensative 3) Monitorare l’efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per il tempo strettamente necessario.
  • 22. Strumenti inclusivi  L’alunno che evidenzia bisogni educativi speciali periodici - Non può accedere alla dispensa dalle prove scritte di lingua straniera - Ma se la difficoltà deriva dalla non conoscenza della lingua italiana , l’alunno potrà utilizzare le due ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria per il potenziamento della lingua italiana (sc. Sec. 1° grado)
  • 23. Cos’è il PDP  Il Piano Didattico personalizzato (PDP) È un documento importante per avere una visione d’insieme rispetto:  alla diagnosi,  alle caratteristiche del disturbo,  agli aspetti funzionali,  agli aiuti e  alle modalità didattiche previste per ogni singola materia.
  • 24. VALORE DEL PDP…strumenti di valutazione  Lo studente ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca ad individuare i propri punti di forza e debolezza al fine di migliorare il proprio rendimento.  A VOLTE GLI ALUNNI SUBISCONO IL VOTO BEN CONSAPEVOLI DELLO SCARSO RENDIMENTO MA IGNARI DEL DOVE E DEL COME RIPARARE !!!
  • 25. OTTICA DEL PDP  il PDP è un piano didattico pensato e applicabile per gli alunni con DSA , nei quali la difficoltà non è nella capacità di apprendimento, ma nelle abilità ad utilizzare i normali strumenti per accedere all’apprendimento, abilità che possono e devono essere supportate, secondo la normativa vigente, per il raggiungimento del successo formativo.
  • 26. Il PAI (piano annuale per l’inclusività)  Esso non va interpretato come un piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali ad integrazione del POF, ma è lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo.  Esso si basa su una lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento rispetto alla gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie (nota 1551/2013).
  • 27.  Il PDP e il PAI non vanno intesi come ulteriori adempimenti burocratici, bensì come strumenti che possono contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei risultati educativi, per creare un contesto educante ove realizzare concretamente il progetto della scuola per tutti e per ciascuno (C.M. n°8/2013)
  • 28. Pratiche didattiche inclusive  ATTIVITA’ PROSOCIALI fra gli alunni (favorire l’aiuto reciproco con incarichi quotidiani…)  LAVORI DI GRUPPO (proporre attività a coppia o in piccolo gruppo)  DIDATTICA DIFFERENZIATA (presentare ampi argomenti che si possono però scomporre e adeguare ai diversi livelli di abilità)  PROPOSTE DIDATTCHE NEGOZIATE (promuovere l’interazione tra tutti attraverso discussioni, domande, proposte, partecipazione attiva…)
  • 29. «Lo sguardo pedagogico va a caccia delle potenzialità, senza ignorare le difficoltà e i problemi … non va a caccia di sintomi e disturbi»