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dati 2014
Bullismo: oltre
il 50% dei
ragazzi vittime
del fenomeno
Tra i ragazzi utilizzatori di cellulare e/o Internet, il 6%
denuncia di avere subìto ripetutamente azioni vessatorie
tramite sms, e-mail, chat o sui social network. Le ragazze
sono più di frequente vittime di Cyber bullismo (7%
contro il 4,6% dei ragazzi).
Il 17% degli 11-17enni è rimasto vittima
di atti di bullismo diretto, caratterizzato
da una relazione vis a vis tra vittima e
bullo e l’11% di azioni indirette, prive di
contatti fisici. Tra le ragazze è minima la
differenza tra prepotenze di tipo
"diretto" e "indiretto”. Al contrario, tra i
maschi le forme dirette sono più del
doppio di quelle indirette .
Un terzo circa dei ragazzi vittima di bullismo ha
reagito lasciando perdere; un terzo cercando di difendersi. Più
di 1 su 5 (22,8%) ha avvisato i genitori, con percentuali quasi
doppie tra le ragazze (30,4%) rispetto ai ragazzi (16,4%), mentre
un terzo non lo ha detto a nessuno e ha tenuto segreto quanto
accaduto.
E’ comunque emerso che di fronte a una situazione
di bullismo o cyberbullismo gli adolescenti, soprattutto le
ragazze, ritengono che gli aiuti da parte degli adulti siano i
più utili che un aiuto da parte degli amici). (Telefono Azzurro)
 Diretto verbale:

consiste nel minacciare, insultare, offendere, prendere in giro,
esprimere pensieri razzisti, estorcere denaro o beni materiali.
 Indiretto:
consiste nel provocare un danno psicologico attraverso
l’esclusione dal gruppo dei coetanei, l’isolamento, l’uso
ripetuto di smorfie e gesti volgari, la diffusione di pettegolezzi
e calunnie sul conto della vittima, il danneggiamento dei
rapporti di amicizia.
 I contesti in cui avvengono con maggior frequenza
sono gli ambienti scolastici: le aule, i corridoi, il
cortile, i bagni e in genere i luoghi isolati.
 I bulli e le vittime fanno parte della stessa classe. A
volte le persecuzioni possono avvenire anche
durante il tragitto casa-scuola e viceversa.
 Il bullismo, in fondo, è solo “una ragazzata”.
 Il bullismo fa parte della crescita.
 Chi subisce le prepotenze dovrebbe imparare a difendersi.
 Il bullismo è un fenomeno proprio delle zone più povere e
degradate.
 Il bullismo deriva dalla competizione per ottenere buoni voti a
scuola.
Come si riconosce la vittima:
 Torna da scuola con vestiti stracciati o sgualciti e con libri o oggetti rovinati;
 Ha spesso lividi, ferite, tagli e graffi;
 Non porta a casa compagni di classe o coetanei;
 Non ha nessun amico per il tempo libero;
 Non viene invitato a feste;
 Ha paura di andare a scuola la mattina e per questo il più delle volte percorre il tragitto
più lungo;
 E’ inappetente, soffre di disturbi allo stomaco e di mal di testa;
 Dorme male e fa brutti sogni;
 Ha frequenti sbalzi d’umore: sembra infelice, triste e depresso e spesso manifesta
irritazione e scatti d’ira;
 Chiede o ruba denaro alla famiglia (spesso per assecondare i bulli)
A breve termine A lungo termine
• Sintomi fisici: mal di pancia, mal di
stomaco, mal di testa (soprattutto alla
mattina prima di andare a scuola)
• Sintomi psicologici: disturbi del sonno,
incubi, attacchi d’ansia
• Problemi di concentrazione e di
apprendimento, calo del rendimento
scolastico
• Riluttanza nell’andare a scuola,
disinvestimento nelle attività scolastiche
• Svalutazione della propria identità, scarsa
autostima
• Psicopatologie:
• Depressione
• Comportamenti
autodistruttivi/autolesivi
• Abbandono scolastico
• A livello personale:
insicurezza, ansia,
bassa autostima,
problemi nell’ adattamento
socio-affettivo.
• A livello sociale:
ritiro, solitudine, relazioni
povere
STRATEGIE “Attive”
• richiedere l’aiuto di un adulto;
• esprimere apertamente a livello verbale la
disapprovazione per i comportamenti prevaricatori,
dicendo esplicitamente al bullo di smetterla;
• cercare di aiutare la vittima a sottrarsi alla situazione;
• sollecitare i compagni a non appoggiare i bulli.
STRATEGIE “PASSIVE”
• Rifiutare di prendere parte alla situazione
• Esprimere a livello non verbale il rifiuto di prendere
parte alle prepotenze
• Aprire il proprio gruppo alla vittima
1.96.96
Utenza gratuita 24 ore su 24, attiva
su tutto il territorio nazionale.
A disposizione di tutti fino ai 14
anni per parlare con un consulente
del proprio disagio.
Emergenza Infanzia 114
Utenza di emergenza gratuita
attiva 24 ore su 24 per chi
intende segnalare un
pericolo immediato per
l’incolumità psico-fisica di
bambini ed adolescenti.
199.15.15.15
Utenza telefonica alla quale possono rivolgersi
indistintamente le vittime, i testimoni, gli autori
di atti di bullismo di età maggiore degli anni 14.
Anche i genitori e gli insegnanti a conoscenza di
qualche fenomeno o semplicemente a titolo
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E’ attivo presso ogni centrale operativa della
Questura di un numero telefonico, il 43002, presso
cui potranno essere indirizzate via sms le
segnalazioni su eventuali episodi di bullismo o
spaccio di stupefacenti nei pressi delle scuole o
all’interno di esse. L’sms sarà gratuito, potrà essere
inviato in forma sia palese che anonima
Spot Polizia Postale
Indagine conoscitiva Condizione
Infanzia CYBERBULLISMO E SEXTING
Lei, che alla festa si sente male, va in bagno, barcolla
ubriaca; loro che la seguono, la circondano, la
molestano e la filmano. Il video finisce in Rete, su
Facebook, e dopo qualche tempo lei decide di farla
finita e sceglie il salto nel vuoto. È morta così Carolina,
14 anni, studentessa di un istituto tecnico piemontese.
Si indaga per capire chi ha girato i video, chi li
«postava» all’infinito, fino a farla disperare. Al punto
da indurla a scrivere un messaggio su Facebook:
«Scusatemi, non ce la faccio più a sopportare».
scrivania lascia un biglietto: "Le parole fanno più male
delle botte".
Di bullismo si può anche morire…
Amanda Todd, 15 anni, canadese, visetto carino,
sguardo vispo e una vita connessa in Rete come la
maggior parte degli adolescenti di oggi. Dopo
lasciata convincere a farsi fotografare a seno nudo
un cyberbullo, la sua vita diventa un inferno:
diventata lo zimbello della scuola, cade in
depressione, inizia a bere, a drogarsi, tenta più volte
suicidio, finchè non ci riesce, nel 2010, mandando
un flacone intero di candeggina.
Prima di uccidersi Amanda posta su Youtube un
di dieci minuti in bianco e nero nel quale racconta le
violenze subite, la sua disperazione e solitudine…
L'ultimo video di
Amanda
LA STORIA DI
KAYLA
Di bullismo si può anche morire…
 Molestie - Harrassment :messaggi e pubblicazioni offensive o
volgari, ripetuti nel tempo; spyware – controllare i movimenti on
line della vittima; telefonate mute.
 Cyberstalking: può nascere quando la molestia è particolarmente
insistente e diretta verso coetanei con cui si ha un rapporto
conflittuale o con cui si è interrotta una relazione affettiva.
 Denigrazione - Denigration: azione singola volta a denigrare l'altro
(una foto deformata, immagini porno) che può produrre effetti
indefiniti e a cascata.
 Fingersi un altro – Impersonation: il bullo, riuscito ad accedere alla
password della vittima, invia messaggi ad altre persone o pubblica
dati, “spacciandosi” per quella persona, al fine di cambiare o
distruggere l'immagine della stessa.
 Manipolazione delle informazioni – Outing: “il bullo” conosce
segreti e possiede immagini della “vittima” (prima amica) che
diffonde a sua insaputa o contro la sua volontà.
 Esclusione - Exclusion: cancellare/estromettere da una chat,
gruppo on line di gioco, lista di amici, una persona.
 Filmare: videoriprendere un atto di bullismo e publicarlo su
internet, chiedendo pareri e di votarlo.
 Flaming – da fiamma: invio on line di messaggi violenti e
volgari
 Rivelazione : pubblicazione di informazioni o immagini
imbarazzanti su qualcuno
 Cyberpersecuzione: molestie e minacce ripetute per incutere
timore o paura
Bullismo tradizionale Cyberbullismo
I bulli sono noti: studenti o compagni di classe I cyberbulli sono anonimi
I testimoni sono i membri di un determinato
ambiente (scuola, parco), circoscritti in uno spazio
Il “materiale” usato dai cyberbulli può essere
diffuso in tutto il mondo
Disinibizione da dinamiche di gruppo: in gruppo
si fa più facilmente ciò che non si farebbe da soli
Altro tipo di disinibizione: il bullo virtuale fa ciò
che non ha il coraggio di fare nella vita reale
Il bullo tradizionale ha bisogno di visibilità Il cyberbullo approfitta della presunta invisibilità
(anche se ogni computer lascia “impronte”
identificabili dalla polizia postale)
Si osserva una chiara presenza di feedback tra
la vittima e il suo oppressore, ma il bullo non ne
ha consapevolezza emotiva
Il bullo virtuale, invece, non vede le conseguenze
delle proprie azioni, e proprio quello può ostacolare la
comprensione empatica della sofferenza della vittima
Si può riscontrare piuttosto facilmente la
deresponsabilizzazione, del tipo: “Non è colpa mia,
stiamo scherzando”;
Nel cyberbullismo si possono rilevare anche
processi di depersonalizzazione, in cui le conseguenze
delle proprie azioni ricadono sui propri avatar
Nel bullismo tradizionale, sono solo i bulli ad
eseguire i comportamenti aggressivi
Nel bullismo virtuale, anche la vittima nella vita
reale può diventare cyberbullo
Nel bullismo tradizionale il pubblico è passivo Nel caso di cyberbullismo gli spettatori possono
essere passivi o attivi (partecipare nelle prepotenze
virtuali)
Il sexting, divenuto una vera e propria
moda fra i giovani, consiste principalmente
nello scambio di messaggi sessualmente
espliciti e di foto e video a sfondo sessuale,
spesso realizzate con il telefono cellulare, o
nella pubblicazione tramite via telematica,
come chat e social network , o con l'invio di
semplici MMS. Le immagini, anche se
inviate a una stretta cerchia di persone,
spesso si diffondono in modo incontrollato
e possono creare seri problemi alla persona
ritratta
Osservando le abitudini dei ragazzi, ci si rende conto di
come lo scambio di immagini/video/testi a sfondo
sessuale sia divenuto nel tempo un’espressione normale
della sessualità tra i giovani - e spesso anche tra gli
adulti. Il sexting è molto diffuso in altri paesi europei -
solo in Inghilterra, secondo statistiche del 2013 diffuse da
Childline, 1 adolescente su 4 ha inviato immagini o
video del proprio corpo in atteggiamenti sessualmente
espliciti - e negli anni sta crescendo anche in Italia. Da
una recente indagine di Telefono Azzurro e Doxa Kids
(2014), emerge infatti che il 35,9% dei ragazzi conosce
qualcuno che ha fatto sexting.
Quanto è diffuso il fenomeno
del sexting in Italia?
Lavorare con i genitori
delle cybervittime
 La scuola deve contattare i genitori per informarli
tempestivamente.
 Lavorare sulle reazioni dei genitori e creare un clima
che favorisca l’elaborazione ed il contenimento delle
dinamiche emotive delle vittime
 Abbassare il livello di colpevolizzazione ed
innalzare l’autoefficacia delle vittime
utilizzando i genitori come risorsa.
 Non minimizzare o banalizzare il fenomeno.
Lavorare con i genitori dei
cyberbulli
 Indipendentemente dalle reazioni, avviare Diverse le reazioni: disposti ad
assumere un ruolo per fermare il cyberbullo o atteggiamento difensivo nei
confronti del figlio per difficoltà legate all’aspetto emotivo
 Reazioni possibili: rabbia, diretta verso i figli, ma anche verso la scuola e le
vittime; umiliazione, per le azioni del figlio; vergogna, che le attività siano
state scoperte; paura che per questo la considerazione degli altri venga
meno e paura delle conseguenze; imbarazzo perché le azioni del figlio
riflettono una mancanza una collaborazione per affrontare il problema ad
evitare pesanti conseguenze tra cui la sospensione fino all’esclusione dalla
scuola e, nei casi più gravi, la denuncia.
 Lavorare sul contesto classe e non sul singolo.
 Migliorare le competenze sociali, le capacità empatiche e di
risoluzione dei conflitti dei ragazzi
 I cyberbulli devono imparare a: accettare le differenze,
esprimere empatia, comprendere esigenze altrui ed
chiedere scusa.
 Le vittime devono imparare a: crearsi una cerchia di amici,
chiedere aiuto e bloccare i pensieri negativi.
 Evitare le colpevolizzazioni.
 Offrire, ove possibile, un servizio di ascolto (counseling
psicologico).
 Supportare la vittima e aiutarla a cercare alternative alla
comunità on line.
Lavorare con gli
studenti
Consigli pratici per i ragazzi
Se gli sms, mms, le email o i post nei tuoi profili sui social network ti infastidiscono
cancellali, bloccando la persona che te li ha inviati (per vedere come bloccare,
consulta la sezione “privacy” nella tua casella mail o nel tuo profilo).
Salva i messaggi che ricevi prendendo nota del giorno e dell’ora in cui arrivano (se
chat, salva la cronologia).
A seconda di dove ricevi le minacce, cambia nickname, o numero di cellulare o
l’indirizzo mail
Se qualcosa che avviene online ti infastidisce (o fa stare male un tuo amico),
parlane con un adulto di cui ti fidi.
In caso di minacce o proposte che ti infastidiscono, parlane immediatamente con
gli adulti di cui ti fidi.
Consigli pratici per i genitori
create le condizioni affinché vostro figlio/a si senta libero/a di condividere le sue
preoccupazioni, sicuro di avere un interlocutore attento;
Interessatevi alle attività che svolge, alle persone e ai luoghi che frequenta, ma
soprattutto a cosa fa quando è connesso in rete.
tenete il computer in una stanza della casa frequentata da tutti;
cercate online il suo nome: esaminando i suoi profili o i messaggi sui siti delle
comunità di teenager, si può capire se è coinvolto in atti di bullismo
Siate attenti anche ai piccoli cambiamenti che avvengono nei suoi atteggiamenti,
ancor più se improvvisi; solo così potrete accorgervi se qualcosa lo/a turba;
evitate che resti solo/a e privo/a di supervisione, se passa molto tempo online;
mantenete un dialogo sempre aperto con gli insegnanti e la scuola e le altre figure
educative con cui è a contatto (ad esempio: allenatori)
Stabilite semplici regole di sicurezza da seguire sempre (non accettare inviti o
amicizie sui social network da parte di sconosciuti, informare se c’è chi importuna
online..)
Contattare il service provider
(fornitore di servizi internet)
SOCIAL NETWORKING SITES
 MySpace (è una comunità virtuale): è possibile segnalare un
abuso da parte di un utente cliccando sul link “contatta
MySpace” e accedere a
 Facebook (comunità virtuale) : è possibile segnalare abusi
attraverso il link
Grazie
dell’attenzione!
Speriamo tutto ciò vi sia utile a dare il vostro contributo
per arginare questa vera e propria piaga sociale che sta
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Bullismo e cyberbullismo

  • 1.
  • 2. dati 2014 Bullismo: oltre il 50% dei ragazzi vittime del fenomeno
  • 3. Tra i ragazzi utilizzatori di cellulare e/o Internet, il 6% denuncia di avere subìto ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network. Le ragazze sono più di frequente vittime di Cyber bullismo (7% contro il 4,6% dei ragazzi).
  • 4. Il 17% degli 11-17enni è rimasto vittima di atti di bullismo diretto, caratterizzato da una relazione vis a vis tra vittima e bullo e l’11% di azioni indirette, prive di contatti fisici. Tra le ragazze è minima la differenza tra prepotenze di tipo "diretto" e "indiretto”. Al contrario, tra i maschi le forme dirette sono più del doppio di quelle indirette .
  • 5. Un terzo circa dei ragazzi vittima di bullismo ha reagito lasciando perdere; un terzo cercando di difendersi. Più di 1 su 5 (22,8%) ha avvisato i genitori, con percentuali quasi doppie tra le ragazze (30,4%) rispetto ai ragazzi (16,4%), mentre un terzo non lo ha detto a nessuno e ha tenuto segreto quanto accaduto. E’ comunque emerso che di fronte a una situazione di bullismo o cyberbullismo gli adolescenti, soprattutto le ragazze, ritengono che gli aiuti da parte degli adulti siano i più utili che un aiuto da parte degli amici). (Telefono Azzurro)
  • 6.  Diretto verbale:  consiste nel minacciare, insultare, offendere, prendere in giro, esprimere pensieri razzisti, estorcere denaro o beni materiali.  Indiretto: consiste nel provocare un danno psicologico attraverso l’esclusione dal gruppo dei coetanei, l’isolamento, l’uso ripetuto di smorfie e gesti volgari, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima, il danneggiamento dei rapporti di amicizia.
  • 7.  I contesti in cui avvengono con maggior frequenza sono gli ambienti scolastici: le aule, i corridoi, il cortile, i bagni e in genere i luoghi isolati.  I bulli e le vittime fanno parte della stessa classe. A volte le persecuzioni possono avvenire anche durante il tragitto casa-scuola e viceversa.
  • 8.  Il bullismo, in fondo, è solo “una ragazzata”.  Il bullismo fa parte della crescita.  Chi subisce le prepotenze dovrebbe imparare a difendersi.  Il bullismo è un fenomeno proprio delle zone più povere e degradate.  Il bullismo deriva dalla competizione per ottenere buoni voti a scuola.
  • 9. Come si riconosce la vittima:  Torna da scuola con vestiti stracciati o sgualciti e con libri o oggetti rovinati;  Ha spesso lividi, ferite, tagli e graffi;  Non porta a casa compagni di classe o coetanei;  Non ha nessun amico per il tempo libero;  Non viene invitato a feste;  Ha paura di andare a scuola la mattina e per questo il più delle volte percorre il tragitto più lungo;  E’ inappetente, soffre di disturbi allo stomaco e di mal di testa;  Dorme male e fa brutti sogni;  Ha frequenti sbalzi d’umore: sembra infelice, triste e depresso e spesso manifesta irritazione e scatti d’ira;  Chiede o ruba denaro alla famiglia (spesso per assecondare i bulli)
  • 10. A breve termine A lungo termine • Sintomi fisici: mal di pancia, mal di stomaco, mal di testa (soprattutto alla mattina prima di andare a scuola) • Sintomi psicologici: disturbi del sonno, incubi, attacchi d’ansia • Problemi di concentrazione e di apprendimento, calo del rendimento scolastico • Riluttanza nell’andare a scuola, disinvestimento nelle attività scolastiche • Svalutazione della propria identità, scarsa autostima • Psicopatologie: • Depressione • Comportamenti autodistruttivi/autolesivi • Abbandono scolastico • A livello personale: insicurezza, ansia, bassa autostima, problemi nell’ adattamento socio-affettivo. • A livello sociale: ritiro, solitudine, relazioni povere
  • 11. STRATEGIE “Attive” • richiedere l’aiuto di un adulto; • esprimere apertamente a livello verbale la disapprovazione per i comportamenti prevaricatori, dicendo esplicitamente al bullo di smetterla; • cercare di aiutare la vittima a sottrarsi alla situazione; • sollecitare i compagni a non appoggiare i bulli.
  • 12. STRATEGIE “PASSIVE” • Rifiutare di prendere parte alla situazione • Esprimere a livello non verbale il rifiuto di prendere parte alle prepotenze • Aprire il proprio gruppo alla vittima
  • 13. 1.96.96 Utenza gratuita 24 ore su 24, attiva su tutto il territorio nazionale. A disposizione di tutti fino ai 14 anni per parlare con un consulente del proprio disagio.
  • 14. Emergenza Infanzia 114 Utenza di emergenza gratuita attiva 24 ore su 24 per chi intende segnalare un pericolo immediato per l’incolumità psico-fisica di bambini ed adolescenti.
  • 15. 199.15.15.15 Utenza telefonica alla quale possono rivolgersi indistintamente le vittime, i testimoni, gli autori di atti di bullismo di età maggiore degli anni 14. Anche i genitori e gli insegnanti a conoscenza di qualche fenomeno o semplicemente a titolo informativo.
  • 16. E’ attivo presso ogni centrale operativa della Questura di un numero telefonico, il 43002, presso cui potranno essere indirizzate via sms le segnalazioni su eventuali episodi di bullismo o spaccio di stupefacenti nei pressi delle scuole o all’interno di esse. L’sms sarà gratuito, potrà essere inviato in forma sia palese che anonima Spot Polizia Postale
  • 17. Indagine conoscitiva Condizione Infanzia CYBERBULLISMO E SEXTING
  • 18. Lei, che alla festa si sente male, va in bagno, barcolla ubriaca; loro che la seguono, la circondano, la molestano e la filmano. Il video finisce in Rete, su Facebook, e dopo qualche tempo lei decide di farla finita e sceglie il salto nel vuoto. È morta così Carolina, 14 anni, studentessa di un istituto tecnico piemontese. Si indaga per capire chi ha girato i video, chi li «postava» all’infinito, fino a farla disperare. Al punto da indurla a scrivere un messaggio su Facebook: «Scusatemi, non ce la faccio più a sopportare». scrivania lascia un biglietto: "Le parole fanno più male delle botte". Di bullismo si può anche morire…
  • 19. Amanda Todd, 15 anni, canadese, visetto carino, sguardo vispo e una vita connessa in Rete come la maggior parte degli adolescenti di oggi. Dopo lasciata convincere a farsi fotografare a seno nudo un cyberbullo, la sua vita diventa un inferno: diventata lo zimbello della scuola, cade in depressione, inizia a bere, a drogarsi, tenta più volte suicidio, finchè non ci riesce, nel 2010, mandando un flacone intero di candeggina. Prima di uccidersi Amanda posta su Youtube un di dieci minuti in bianco e nero nel quale racconta le violenze subite, la sua disperazione e solitudine… L'ultimo video di Amanda LA STORIA DI KAYLA Di bullismo si può anche morire…
  • 20.  Molestie - Harrassment :messaggi e pubblicazioni offensive o volgari, ripetuti nel tempo; spyware – controllare i movimenti on line della vittima; telefonate mute.  Cyberstalking: può nascere quando la molestia è particolarmente insistente e diretta verso coetanei con cui si ha un rapporto conflittuale o con cui si è interrotta una relazione affettiva.  Denigrazione - Denigration: azione singola volta a denigrare l'altro (una foto deformata, immagini porno) che può produrre effetti indefiniti e a cascata.  Fingersi un altro – Impersonation: il bullo, riuscito ad accedere alla password della vittima, invia messaggi ad altre persone o pubblica dati, “spacciandosi” per quella persona, al fine di cambiare o distruggere l'immagine della stessa.
  • 21.  Manipolazione delle informazioni – Outing: “il bullo” conosce segreti e possiede immagini della “vittima” (prima amica) che diffonde a sua insaputa o contro la sua volontà.  Esclusione - Exclusion: cancellare/estromettere da una chat, gruppo on line di gioco, lista di amici, una persona.  Filmare: videoriprendere un atto di bullismo e publicarlo su internet, chiedendo pareri e di votarlo.  Flaming – da fiamma: invio on line di messaggi violenti e volgari  Rivelazione : pubblicazione di informazioni o immagini imbarazzanti su qualcuno  Cyberpersecuzione: molestie e minacce ripetute per incutere timore o paura
  • 22. Bullismo tradizionale Cyberbullismo I bulli sono noti: studenti o compagni di classe I cyberbulli sono anonimi I testimoni sono i membri di un determinato ambiente (scuola, parco), circoscritti in uno spazio Il “materiale” usato dai cyberbulli può essere diffuso in tutto il mondo Disinibizione da dinamiche di gruppo: in gruppo si fa più facilmente ciò che non si farebbe da soli Altro tipo di disinibizione: il bullo virtuale fa ciò che non ha il coraggio di fare nella vita reale Il bullo tradizionale ha bisogno di visibilità Il cyberbullo approfitta della presunta invisibilità (anche se ogni computer lascia “impronte” identificabili dalla polizia postale) Si osserva una chiara presenza di feedback tra la vittima e il suo oppressore, ma il bullo non ne ha consapevolezza emotiva Il bullo virtuale, invece, non vede le conseguenze delle proprie azioni, e proprio quello può ostacolare la comprensione empatica della sofferenza della vittima Si può riscontrare piuttosto facilmente la deresponsabilizzazione, del tipo: “Non è colpa mia, stiamo scherzando”; Nel cyberbullismo si possono rilevare anche processi di depersonalizzazione, in cui le conseguenze delle proprie azioni ricadono sui propri avatar Nel bullismo tradizionale, sono solo i bulli ad eseguire i comportamenti aggressivi Nel bullismo virtuale, anche la vittima nella vita reale può diventare cyberbullo Nel bullismo tradizionale il pubblico è passivo Nel caso di cyberbullismo gli spettatori possono essere passivi o attivi (partecipare nelle prepotenze virtuali)
  • 23. Il sexting, divenuto una vera e propria moda fra i giovani, consiste principalmente nello scambio di messaggi sessualmente espliciti e di foto e video a sfondo sessuale, spesso realizzate con il telefono cellulare, o nella pubblicazione tramite via telematica, come chat e social network , o con l'invio di semplici MMS. Le immagini, anche se inviate a una stretta cerchia di persone, spesso si diffondono in modo incontrollato e possono creare seri problemi alla persona ritratta
  • 24. Osservando le abitudini dei ragazzi, ci si rende conto di come lo scambio di immagini/video/testi a sfondo sessuale sia divenuto nel tempo un’espressione normale della sessualità tra i giovani - e spesso anche tra gli adulti. Il sexting è molto diffuso in altri paesi europei - solo in Inghilterra, secondo statistiche del 2013 diffuse da Childline, 1 adolescente su 4 ha inviato immagini o video del proprio corpo in atteggiamenti sessualmente espliciti - e negli anni sta crescendo anche in Italia. Da una recente indagine di Telefono Azzurro e Doxa Kids (2014), emerge infatti che il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting. Quanto è diffuso il fenomeno del sexting in Italia?
  • 25. Lavorare con i genitori delle cybervittime  La scuola deve contattare i genitori per informarli tempestivamente.  Lavorare sulle reazioni dei genitori e creare un clima che favorisca l’elaborazione ed il contenimento delle dinamiche emotive delle vittime  Abbassare il livello di colpevolizzazione ed innalzare l’autoefficacia delle vittime utilizzando i genitori come risorsa.  Non minimizzare o banalizzare il fenomeno.
  • 26. Lavorare con i genitori dei cyberbulli  Indipendentemente dalle reazioni, avviare Diverse le reazioni: disposti ad assumere un ruolo per fermare il cyberbullo o atteggiamento difensivo nei confronti del figlio per difficoltà legate all’aspetto emotivo  Reazioni possibili: rabbia, diretta verso i figli, ma anche verso la scuola e le vittime; umiliazione, per le azioni del figlio; vergogna, che le attività siano state scoperte; paura che per questo la considerazione degli altri venga meno e paura delle conseguenze; imbarazzo perché le azioni del figlio riflettono una mancanza una collaborazione per affrontare il problema ad evitare pesanti conseguenze tra cui la sospensione fino all’esclusione dalla scuola e, nei casi più gravi, la denuncia.
  • 27.  Lavorare sul contesto classe e non sul singolo.  Migliorare le competenze sociali, le capacità empatiche e di risoluzione dei conflitti dei ragazzi  I cyberbulli devono imparare a: accettare le differenze, esprimere empatia, comprendere esigenze altrui ed chiedere scusa.  Le vittime devono imparare a: crearsi una cerchia di amici, chiedere aiuto e bloccare i pensieri negativi.  Evitare le colpevolizzazioni.  Offrire, ove possibile, un servizio di ascolto (counseling psicologico).  Supportare la vittima e aiutarla a cercare alternative alla comunità on line. Lavorare con gli studenti
  • 28. Consigli pratici per i ragazzi Se gli sms, mms, le email o i post nei tuoi profili sui social network ti infastidiscono cancellali, bloccando la persona che te li ha inviati (per vedere come bloccare, consulta la sezione “privacy” nella tua casella mail o nel tuo profilo). Salva i messaggi che ricevi prendendo nota del giorno e dell’ora in cui arrivano (se chat, salva la cronologia). A seconda di dove ricevi le minacce, cambia nickname, o numero di cellulare o l’indirizzo mail Se qualcosa che avviene online ti infastidisce (o fa stare male un tuo amico), parlane con un adulto di cui ti fidi. In caso di minacce o proposte che ti infastidiscono, parlane immediatamente con gli adulti di cui ti fidi.
  • 29. Consigli pratici per i genitori create le condizioni affinché vostro figlio/a si senta libero/a di condividere le sue preoccupazioni, sicuro di avere un interlocutore attento; Interessatevi alle attività che svolge, alle persone e ai luoghi che frequenta, ma soprattutto a cosa fa quando è connesso in rete. tenete il computer in una stanza della casa frequentata da tutti; cercate online il suo nome: esaminando i suoi profili o i messaggi sui siti delle comunità di teenager, si può capire se è coinvolto in atti di bullismo Siate attenti anche ai piccoli cambiamenti che avvengono nei suoi atteggiamenti, ancor più se improvvisi; solo così potrete accorgervi se qualcosa lo/a turba; evitate che resti solo/a e privo/a di supervisione, se passa molto tempo online; mantenete un dialogo sempre aperto con gli insegnanti e la scuola e le altre figure educative con cui è a contatto (ad esempio: allenatori) Stabilite semplici regole di sicurezza da seguire sempre (non accettare inviti o amicizie sui social network da parte di sconosciuti, informare se c’è chi importuna online..)
  • 30. Contattare il service provider (fornitore di servizi internet) SOCIAL NETWORKING SITES  MySpace (è una comunità virtuale): è possibile segnalare un abuso da parte di un utente cliccando sul link “contatta MySpace” e accedere a  Facebook (comunità virtuale) : è possibile segnalare abusi attraverso il link
  • 31. Grazie dell’attenzione! Speriamo tutto ciò vi sia utile a dare il vostro contributo per arginare questa vera e propria piaga sociale che sta avvelenando la vita di troppi dei nostri ragazzi… dei nostri stessi figli!