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Adolescenza e bullismo
S.M.S. Virgilio (Lavinio) e I.T.I.S. Luigi Trafelli (Nettuno)
Rosalia Giammetta
rosaliagiammetta@quipsicologia.it
www.quipsicologia.it
PreSaM Prevenzione e Salute Mentale Associazione Onlus, Roma
DEFINIZIONE DI BULLISMO
Il bullismo è un tipo di comportamento aggressivo
con cui ripetutamente e con intenzionalità è arrecato
danno ad una particolare vittima che, per svariati
motivi, non è in grado di difendersi da sola in modo
efficace.
DEFINIZIONE DI BULLISMO
Un ragazzo è vittima di bullismo quando un altro
ragazzo o un gruppo di ragazzi gli dicono cose
cattive e spiacevoli, riceve colpi, pugni, calci o
minacce, quando viene rinchiuso in una stanza,
riceve bigliettini o sms con offese e parolacce,
quando nessuno gli rivolge mai la parola, viene
preso ripetutamente e con cattiveria in giro, senza
riuscire a difendersi.
CARATTERISTICHE DEL BULLISMO
INTENZIONALITÀ
il comportamento è consapevole e mira ad arrecare un
danno alla vittima
SISTEMATICITÀ
si ripete nel tempo e non si limita a episodi sporadici
ASIMMETRIA DI POTERE
vi è una disparità fisica o psicologica o sociale tanto che
la vittima non è in grado di difendersi.
TIPI DI BULLISMO
BULLISMO FISICO: colpi, calci, pugni, spintoni
TIPI DI BULLISMO
BULLISMO FISICO: sottrazione o danneggiamento
di oggetti personali
TIPI DI BULLISMO
BULLISMO VERBALE: prese in giro, scherno
TIPI DI BULLISMO
BULLISMO INDIRETTO: diffusione di calunnie,
esclusione dal gruppo
TIPI DI BULLISMO
CYBER-BULLYING (bullismo
elettronico): consiste nell’uso
di Internet (mediante e-mail,
creazione di blog, condivisione
di immagini o di video) o del
cellulare per inviare insulti e
messaggi minacciosi alla
vittima o per diffondere
immagini e messaggi dannosi o
calunnie sul suo conto.
Le persone coinvolte non insistono oltre un certo
limite per imporre la propria volontà.
Spiegano il perché sono in disaccordo,
manifestando le proprie ragioni.
Sanno scusarsi o cercare altre soluzioni.
Sono in grado di accordarsi e negoziare per
soddisfare i propri bisogni.
Sono in grado di porre un termine alla situazione
conflittuale, cambiando argomento o
allontanandosi.
Attaccare un coetaneo con
coltellini o altri oggetti
pericolosi, fare minacce
pesanti, procurare ferite fisiche
gravi, commettere furti di
oggetti molto costosi, compiere
molestie o abusi sessuali NON
è bullismo.
Tali comportamenti sono
veri e propri REATI!
DATI INTERNAZIONALI
15
8
15
27
12,5
20
6
26
41
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45
Norvegia
Irlanda
Spagna
Inghilterra
Giappone
Canada
Finlandia
Italia
LA DIFFUSIONE DEL BULLISMO NELLE
SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE DEL LAZIO
Ѐ DEL 41,5 %
DIFFUSIONE DEL BULLISMO NELLE
PROVINCIE DEL LAZIO
ROMA 45,7 %
LA FREQUENZA DEL BULLISMO
DIMINUISCE CON L’ETÀ
La frequenza
decresce con
l’età, ma gli atti
sono sempre
più gravi.
0
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FREQUENZA
ELEMENTARI
MEDIE
SUPERIORI
TIPO DI BULLISMO NEL LAZIO
DIFFERENZE DI GENERE
I maschi fanno maggiormente uso della violenza
fisica.
Le femmine ricorrono a mezzi quali il
pettegolezzo,
l’attribuzione di epiteti,
la manipolazione
affinché una relazione
d’amicizia si rompa.
BULLISMO?!
IL SILENZIO…
Paura di deludere le
aspettative e vergogna
Tendenza a negare o a
sdrammatizzare
Paura di ritorsioni
Sfiducia negli adulti
È malvagio. Quando uno piange, egli ride. Provoca
tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni,
s’inferocisce e tira a far male. Non teme nulla, ride
in faccia al maestro, ruba quando può, nega con la
faccia invetriata, è sempre in lite con qualcheduno.
Egli odia la scuola, odia i compagni, odia il
maestro.
FRANTI
de Amicis
Cuore
1885
BULLO
Aggressivo e ostile con coetanei e adulti, prende in
giro ripetutamente e in modo pesante, rimprovera,
minaccia, mette in ridicolo, spinge, prende a pugni o
a calci, danneggia le cose che appartengono agli
altri studenti;
oppositivo, insolente, impulsivo;
ha bisogno di comandare e di affermare se stesso e
ritiene che l’aggressività sia un buon modo per
ottenere ciò che vuole;
è incapace di assumersi la responsabilità per quello
che ha fatto e non ha rimorsi;
mostra scarsa empatia per la vittima;
ha una elevata autostima, è sicuro e poco ansioso.
Nelle famiglie dei bulli regnano spesso la violenza e la
sopraffazione, poco calore, estrema severità o
permissivismo.
VITTIMA
Più ansiosa e insicura degli altri studenti, ha
un’opinione negativa di sé e delle proprie
competenze;
fragile, spesso sola ed esclusa nella classe;
fatica a riconoscere le emozioni proprie ed
altrui, soprattutto la rabbia;
ha difficoltà ad affermare se stessa nel
gruppo dei coetanei;
si colpevolizza.
Le famiglie delle vittime sono iperprotettive e
scoraggiano lo sviluppo dell’autonomia.
CONSEGUENZE DEL BULLISMO
PER I BULLI
Dipendenza da
alcool o droghe
Comportamenti
delinquenziali
Criminalità
PER LE VITTIME
Somatizzazioni
Solitudine
Ansia
Depressione
Suicidio
CONSEGUENZE DEL BULLISMO
Circa il 60 % dei bulli, seguiti dall’infanzia all’età
adulta, entro i 24 anni è stato in prigione ed il
45 % è stato condannato per almeno 3 crimini.
Vittime seguite dall’infanzia all’età adulta
mostrano una bassa autostima e un numero
maggiore di sintomi legati all’ansia o depressivi.
DA DOVE NASCE IL BULLISMO?
Caratteristiche individuali: personalità del bullo
personalità della vittima
Cultura
Caratteristiche familiari
Criticità dell’adolescenza
Fenomeni di gruppo
BULLISMO
CULTURA
Mito della ricchezza e dell’affermazione
personale, razzismo, relazioni basate sulla forza
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Distinzione dell’umanità tra vincenti e perdenti.
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Ricerca di leader autoritari.
LE FAMIGLIE NON SONO PIÙ QUELLE DI
UNA VOLTA…
FAMIGLIA DELLE
REGOLE
VECCHI ADOLESCENTI
FAMIGLIA DEGLI
AFFETTI
NUOVI ADOLESCENTI
FAMIGLIA DELLE REGOLE
Rigidità negli atteggiamenti e nelle regole.
Regime educativo autoritario, eventualmente
basato sulla paura e sulla colpa.
Confini rigidi e chiari fra i membri della famiglia.
Responsabilizzazione ed emancipazione precoci.
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cui i figli erano tenuti ad adeguarsi.
IERI
VECCHI ADOLESCENTI
Sofferenza psichica adolescenziale
conflitto con le regole, stabilite con fermezza dal
padre
FAMIGLIA DELLE REGOLE
FAMIGLIA DEGLI AFFETTI
Mancanza di regole o confusione sulle regole, che
vengono continuamente negoziate.
Ragazzi poco abituati alla rinuncia e al sacrificio.
Confini inesistenti o confusi fra i membri della
famiglia.
Sovrapposizione di ruoli, con una tendenza alla
latitanza del ruolo paterno.
Processi per mantenere per lungo tempo i figli
all’interno della famiglia.
OGGI
I genitori si adeguano ai figli e cercano di farli
crescere felici.
Sofferenza psichica adolescenziale
conflitto sull’identità personale
FAMIGLIA DEGLI AFFETTI
I NUOVI ADOLESCENTI non conoscono regole
chiare né confini netti.
COMPITI DI SVILUPPO PER
L’ADOLESCENTE
DIVENTARE ricerca di identità
QUALCUNO Io chi sono?
NELLA RICERCA DI IDENTITÀ, IL GRUPPO
DEI COETANEI È PER L’ADOLESCENTE UN
PUNTO DI RIFERIMENTO
Il gruppo dei coetanei rappresenta un vero e
proprio “laboratorio sociale” nel quale l’adolescente
può sperimentare modi di essere alternativi a quelli
familiari.
Nel gruppo, egli cerca di difendersi dalla solitudine,
dalla paura della complessità del mondo, cerca di
capire, attraverso lo sguardo degli altri, lui chi sia.
Con i coetanei l’adolescente può condividere i
conflitti e le angosce proprie dell’età che sta
attraversando.
IL BULLISMO È UN INSIEME DI
COMPORTAMENTI INADEGUATI, MA
ALQUANTO EFFICACI!
La prepotenza permette all’adolescente di
emergere nel gruppo e godere di un aumento di prestigio tra i coetanei
essere ‘visto’
avere potere e controllo sugli altri
soddisfare il desiderio di vivere sensazioni eccitanti
capire chi è
mettere alla prova le proprie abilità.
BULLO
Il bullo non è motivato al cambiamento:
non si percepisce come una persona
che ha bisogno di aiuto;
i suoi comportamenti sono un problema
solo per gli altri e a lui consentono di
ottenere vantaggi immediati.
IL BULLISMO È UN FENOMENO DI
GRUPPO
L’85% degli episodi di bullismo avviene in presenza
dei compagni.
La presenza di bullismo svela
che in quella classe c’è
qualcosa che non funziona
bene.
IL BULLISMO È UN FENOMENO DI
GRUPPO
Il bullo cerca di
conquistare con le sue
azioni violente ai danni
della vittima ciò che non
saprebbe conquistare in
altro modo:
potere sul gruppo,
ammirazione,
approvazione.
E GLI ALTRI CHE FANNO?
Bullo e vittima non sono le uniche persone coinvolte
nel bullismo. Ci sono infatti:
 i gregari, che partecipano alle prepotenze sotto la guida del bullo;
 i sostenitori, che non prendono parte all’azione ma la sostengono
attivamente con risolini, incitamenti e via di seguito;
 gli spettatori neutrali, che non prendono una posizione di fronte alle
prepotenze o che non sono mai presenti agli episodi;
 i difensori della vittima, gli unici ad assumersi il rischio di opporsi al bullo.
GLI ALTRI CHE FANNO?
0
10
20
30
40
50
60
SPETTATORI
NEUTRALI 54 %
SOSTENITORI DEL
BULLO 21 %
SOSTENITORI
DELLA VITTIMA 25 %
PERCHÉ COSÌ TANTI COMPAGNI NON
INTERVENGONO DINANZI A UNA VITTIMA
IN DIFFICOLTÀ?
In una situazione del genere spesso non si
verificano comportamenti d’aiuto, poiché
prevalgono due meccanismi:
ignoranza collettiva: “se nessuno interviene vuol dire che la
situazione non è così grave”;
diffusione di responsabilità: “ci sono anche altri che possono
intervenire”.
MECCANISMI DI GRUPPO CHE GENERANO
E MANTENGONO IL BULLISMO
I protagonisti di episodi di bullismo attivano dei
processi per evitare sentimenti di svalutazione, di
colpa, di vergogna e per pensare di aver agito in
modo legittimo.
GIUSTIFICAZIONE MORALE
“È giusto litigare per proteggere un amico”
ETICHETTAMENTO EUFEMISTICO
“Dare una sberla o una spinta a qualcuno è solo un
modo di scherzare”
“Gli ho dato solo uno spintone, mica un pugno!”
CONFRONTO VANTAGGIOSO
DISTORSIONE DELLE CONSEGUENZE
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DIFFUSIONE DELLA
RESPONSABILITA’
“Non sono stato solo io, c’erano anche degli altri”
DISLOCAMENTO DELLA
RESPONSABILITÀ
“Se i ragazzi si azzuffano o si comportano male a
scuola è colpa degli insegnanti”
“Certi ragazzi sono
molto aggressivi ma
non ne hanno colpa.
È che hanno grossi
problemi in famiglia
o nella società
DEUMANIZZAZIONE DELLA VITTIMA
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qualcuno che si
comporta come un
verme”
ATTRIBUZIONE DI COLPA
“I ragazzi che vengono maltrattati
di solito se lo meritano”
“È stato lui a provocarmi”
Grazie per l’attenzione!
Per approfondire
 Buccoliero, Maggi. Bullismo, bullismi. Franco Angeli
 Di Cesare, Giammetta. L’adolescenza come risorsa. Carocci
 Menesini. Il bullismo. Erickson Edizioni

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Giammetta Adolescenza e bullismo

  • 1. Adolescenza e bullismo S.M.S. Virgilio (Lavinio) e I.T.I.S. Luigi Trafelli (Nettuno) Rosalia Giammetta rosaliagiammetta@quipsicologia.it www.quipsicologia.it PreSaM Prevenzione e Salute Mentale Associazione Onlus, Roma
  • 2. DEFINIZIONE DI BULLISMO Il bullismo è un tipo di comportamento aggressivo con cui ripetutamente e con intenzionalità è arrecato danno ad una particolare vittima che, per svariati motivi, non è in grado di difendersi da sola in modo efficace.
  • 3. DEFINIZIONE DI BULLISMO Un ragazzo è vittima di bullismo quando un altro ragazzo o un gruppo di ragazzi gli dicono cose cattive e spiacevoli, riceve colpi, pugni, calci o minacce, quando viene rinchiuso in una stanza, riceve bigliettini o sms con offese e parolacce, quando nessuno gli rivolge mai la parola, viene preso ripetutamente e con cattiveria in giro, senza riuscire a difendersi.
  • 4. CARATTERISTICHE DEL BULLISMO INTENZIONALITÀ il comportamento è consapevole e mira ad arrecare un danno alla vittima SISTEMATICITÀ si ripete nel tempo e non si limita a episodi sporadici ASIMMETRIA DI POTERE vi è una disparità fisica o psicologica o sociale tanto che la vittima non è in grado di difendersi.
  • 5. TIPI DI BULLISMO BULLISMO FISICO: colpi, calci, pugni, spintoni
  • 6. TIPI DI BULLISMO BULLISMO FISICO: sottrazione o danneggiamento di oggetti personali
  • 7. TIPI DI BULLISMO BULLISMO VERBALE: prese in giro, scherno
  • 8. TIPI DI BULLISMO BULLISMO INDIRETTO: diffusione di calunnie, esclusione dal gruppo
  • 9. TIPI DI BULLISMO CYBER-BULLYING (bullismo elettronico): consiste nell’uso di Internet (mediante e-mail, creazione di blog, condivisione di immagini o di video) o del cellulare per inviare insulti e messaggi minacciosi alla vittima o per diffondere immagini e messaggi dannosi o calunnie sul suo conto.
  • 10. Le persone coinvolte non insistono oltre un certo limite per imporre la propria volontà. Spiegano il perché sono in disaccordo, manifestando le proprie ragioni. Sanno scusarsi o cercare altre soluzioni. Sono in grado di accordarsi e negoziare per soddisfare i propri bisogni. Sono in grado di porre un termine alla situazione conflittuale, cambiando argomento o allontanandosi.
  • 11. Attaccare un coetaneo con coltellini o altri oggetti pericolosi, fare minacce pesanti, procurare ferite fisiche gravi, commettere furti di oggetti molto costosi, compiere molestie o abusi sessuali NON è bullismo. Tali comportamenti sono veri e propri REATI!
  • 12. DATI INTERNAZIONALI 15 8 15 27 12,5 20 6 26 41 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Norvegia Irlanda Spagna Inghilterra Giappone Canada Finlandia Italia
  • 13. LA DIFFUSIONE DEL BULLISMO NELLE SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE DEL LAZIO Ѐ DEL 41,5 %
  • 14. DIFFUSIONE DEL BULLISMO NELLE PROVINCIE DEL LAZIO ROMA 45,7 %
  • 15. LA FREQUENZA DEL BULLISMO DIMINUISCE CON L’ETÀ La frequenza decresce con l’età, ma gli atti sono sempre più gravi. 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 FREQUENZA ELEMENTARI MEDIE SUPERIORI
  • 16. TIPO DI BULLISMO NEL LAZIO
  • 17. DIFFERENZE DI GENERE I maschi fanno maggiormente uso della violenza fisica. Le femmine ricorrono a mezzi quali il pettegolezzo, l’attribuzione di epiteti, la manipolazione affinché una relazione d’amicizia si rompa.
  • 20. Paura di deludere le aspettative e vergogna Tendenza a negare o a sdrammatizzare Paura di ritorsioni Sfiducia negli adulti
  • 21. È malvagio. Quando uno piange, egli ride. Provoca tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s’inferocisce e tira a far male. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ruba quando può, nega con la faccia invetriata, è sempre in lite con qualcheduno. Egli odia la scuola, odia i compagni, odia il maestro. FRANTI de Amicis Cuore 1885
  • 22. BULLO Aggressivo e ostile con coetanei e adulti, prende in giro ripetutamente e in modo pesante, rimprovera, minaccia, mette in ridicolo, spinge, prende a pugni o a calci, danneggia le cose che appartengono agli altri studenti; oppositivo, insolente, impulsivo; ha bisogno di comandare e di affermare se stesso e ritiene che l’aggressività sia un buon modo per ottenere ciò che vuole; è incapace di assumersi la responsabilità per quello che ha fatto e non ha rimorsi; mostra scarsa empatia per la vittima; ha una elevata autostima, è sicuro e poco ansioso. Nelle famiglie dei bulli regnano spesso la violenza e la sopraffazione, poco calore, estrema severità o permissivismo.
  • 23. VITTIMA Più ansiosa e insicura degli altri studenti, ha un’opinione negativa di sé e delle proprie competenze; fragile, spesso sola ed esclusa nella classe; fatica a riconoscere le emozioni proprie ed altrui, soprattutto la rabbia; ha difficoltà ad affermare se stessa nel gruppo dei coetanei; si colpevolizza. Le famiglie delle vittime sono iperprotettive e scoraggiano lo sviluppo dell’autonomia.
  • 24. CONSEGUENZE DEL BULLISMO PER I BULLI Dipendenza da alcool o droghe Comportamenti delinquenziali Criminalità PER LE VITTIME Somatizzazioni Solitudine Ansia Depressione Suicidio
  • 25. CONSEGUENZE DEL BULLISMO Circa il 60 % dei bulli, seguiti dall’infanzia all’età adulta, entro i 24 anni è stato in prigione ed il 45 % è stato condannato per almeno 3 crimini. Vittime seguite dall’infanzia all’età adulta mostrano una bassa autostima e un numero maggiore di sintomi legati all’ansia o depressivi.
  • 26. DA DOVE NASCE IL BULLISMO? Caratteristiche individuali: personalità del bullo personalità della vittima Cultura Caratteristiche familiari Criticità dell’adolescenza Fenomeni di gruppo BULLISMO
  • 27. CULTURA Mito della ricchezza e dell’affermazione personale, razzismo, relazioni basate sulla forza e sul potere. Distinzione dell’umanità tra vincenti e perdenti. La società è una “giungla”. Ricerca di leader autoritari.
  • 28. LE FAMIGLIE NON SONO PIÙ QUELLE DI UNA VOLTA… FAMIGLIA DELLE REGOLE VECCHI ADOLESCENTI FAMIGLIA DEGLI AFFETTI NUOVI ADOLESCENTI
  • 29. FAMIGLIA DELLE REGOLE Rigidità negli atteggiamenti e nelle regole. Regime educativo autoritario, eventualmente basato sulla paura e sulla colpa. Confini rigidi e chiari fra i membri della famiglia. Responsabilizzazione ed emancipazione precoci. I genitori cercavano di trasmettere regole e principi cui i figli erano tenuti ad adeguarsi. IERI
  • 30. VECCHI ADOLESCENTI Sofferenza psichica adolescenziale conflitto con le regole, stabilite con fermezza dal padre FAMIGLIA DELLE REGOLE
  • 31. FAMIGLIA DEGLI AFFETTI Mancanza di regole o confusione sulle regole, che vengono continuamente negoziate. Ragazzi poco abituati alla rinuncia e al sacrificio. Confini inesistenti o confusi fra i membri della famiglia. Sovrapposizione di ruoli, con una tendenza alla latitanza del ruolo paterno. Processi per mantenere per lungo tempo i figli all’interno della famiglia. OGGI I genitori si adeguano ai figli e cercano di farli crescere felici.
  • 32. Sofferenza psichica adolescenziale conflitto sull’identità personale FAMIGLIA DEGLI AFFETTI I NUOVI ADOLESCENTI non conoscono regole chiare né confini netti.
  • 33. COMPITI DI SVILUPPO PER L’ADOLESCENTE DIVENTARE ricerca di identità QUALCUNO Io chi sono?
  • 34. NELLA RICERCA DI IDENTITÀ, IL GRUPPO DEI COETANEI È PER L’ADOLESCENTE UN PUNTO DI RIFERIMENTO Il gruppo dei coetanei rappresenta un vero e proprio “laboratorio sociale” nel quale l’adolescente può sperimentare modi di essere alternativi a quelli familiari. Nel gruppo, egli cerca di difendersi dalla solitudine, dalla paura della complessità del mondo, cerca di capire, attraverso lo sguardo degli altri, lui chi sia. Con i coetanei l’adolescente può condividere i conflitti e le angosce proprie dell’età che sta attraversando.
  • 35. IL BULLISMO È UN INSIEME DI COMPORTAMENTI INADEGUATI, MA ALQUANTO EFFICACI! La prepotenza permette all’adolescente di emergere nel gruppo e godere di un aumento di prestigio tra i coetanei essere ‘visto’ avere potere e controllo sugli altri soddisfare il desiderio di vivere sensazioni eccitanti capire chi è mettere alla prova le proprie abilità.
  • 36. BULLO Il bullo non è motivato al cambiamento: non si percepisce come una persona che ha bisogno di aiuto; i suoi comportamenti sono un problema solo per gli altri e a lui consentono di ottenere vantaggi immediati.
  • 37. IL BULLISMO È UN FENOMENO DI GRUPPO L’85% degli episodi di bullismo avviene in presenza dei compagni. La presenza di bullismo svela che in quella classe c’è qualcosa che non funziona bene.
  • 38. IL BULLISMO È UN FENOMENO DI GRUPPO Il bullo cerca di conquistare con le sue azioni violente ai danni della vittima ciò che non saprebbe conquistare in altro modo: potere sul gruppo, ammirazione, approvazione.
  • 39. E GLI ALTRI CHE FANNO? Bullo e vittima non sono le uniche persone coinvolte nel bullismo. Ci sono infatti:  i gregari, che partecipano alle prepotenze sotto la guida del bullo;  i sostenitori, che non prendono parte all’azione ma la sostengono attivamente con risolini, incitamenti e via di seguito;  gli spettatori neutrali, che non prendono una posizione di fronte alle prepotenze o che non sono mai presenti agli episodi;  i difensori della vittima, gli unici ad assumersi il rischio di opporsi al bullo.
  • 40. GLI ALTRI CHE FANNO? 0 10 20 30 40 50 60 SPETTATORI NEUTRALI 54 % SOSTENITORI DEL BULLO 21 % SOSTENITORI DELLA VITTIMA 25 %
  • 41. PERCHÉ COSÌ TANTI COMPAGNI NON INTERVENGONO DINANZI A UNA VITTIMA IN DIFFICOLTÀ? In una situazione del genere spesso non si verificano comportamenti d’aiuto, poiché prevalgono due meccanismi: ignoranza collettiva: “se nessuno interviene vuol dire che la situazione non è così grave”; diffusione di responsabilità: “ci sono anche altri che possono intervenire”.
  • 42. MECCANISMI DI GRUPPO CHE GENERANO E MANTENGONO IL BULLISMO I protagonisti di episodi di bullismo attivano dei processi per evitare sentimenti di svalutazione, di colpa, di vergogna e per pensare di aver agito in modo legittimo.
  • 43. GIUSTIFICAZIONE MORALE “È giusto litigare per proteggere un amico”
  • 44. ETICHETTAMENTO EUFEMISTICO “Dare una sberla o una spinta a qualcuno è solo un modo di scherzare”
  • 45. “Gli ho dato solo uno spintone, mica un pugno!” CONFRONTO VANTAGGIOSO
  • 46. DISTORSIONE DELLE CONSEGUENZE “Ma non si è fatto niente!”
  • 47. DIFFUSIONE DELLA RESPONSABILITA’ “Non sono stato solo io, c’erano anche degli altri”
  • 48. DISLOCAMENTO DELLA RESPONSABILITÀ “Se i ragazzi si azzuffano o si comportano male a scuola è colpa degli insegnanti” “Certi ragazzi sono molto aggressivi ma non ne hanno colpa. È che hanno grossi problemi in famiglia o nella società
  • 49. DEUMANIZZAZIONE DELLA VITTIMA “È giusto trattar male qualcuno che si comporta come un verme”
  • 50. ATTRIBUZIONE DI COLPA “I ragazzi che vengono maltrattati di solito se lo meritano” “È stato lui a provocarmi”
  • 52. Per approfondire  Buccoliero, Maggi. Bullismo, bullismi. Franco Angeli  Di Cesare, Giammetta. L’adolescenza come risorsa. Carocci  Menesini. Il bullismo. Erickson Edizioni