2. Carl Schmitt
Prof.ssa Lucia Gangale
Punti cardine del suo pensiero
Le categorie del "politico", sono ricondotte alla
contrapposizione amicus-hostis, fuori della morale
e del diritto.
La «decisione» politica è all'origine di ogni
sistema giuridico.
La sicurezza politica dello Stato. Pensiero
conservatore e non rivoluzionario.
3. Carl Schmitt
Prof.ssa Lucia Gangale
La dittatura (1921) e Teologia politica (1922)
In queste opere Schmitt, prendendo l‟esempio
dell‟Unione Sovietica, dice che una dittatura può
modificare l‟ordine esistente e quindi essere
rivoluzionaria. Considera lecita una dittatura
soltanto in quanto misura temporanea ed
eccezionale, volta a ristabilire l'ordine e la
sicurezza e, quindi, a difendere la costituzione in
vigore. Se, infatti, queste misure transitorie si
trasformano in leggi, si dissolve lo Stato di diritto
esistente.
4. Carl Schmitt
Prof.ssa Lucia Gangale
Decisionismo
Prendere decisioni spetta a chi possiede l'autorità e il
potere di decidere lo stato di eccezione. Il sistema politico
non può fondarsi soltanto su una norma giuridica
fondamentale o su procedure tecniche di governo. È invece
necessaria un'autorità che decida e garantisca la legalità.
Del resto la debolezza del regime parlamentare di Weimar
appare a Schmitt una conferma della sua diagnosi. Senza
un'autorità sovrana in grado di decidere che cos'è giusto nei
casi particolari, esiste soltanto una lotta di gruppi, che
combattono ognuno in nome della giustizia e dell'ordine. Il
punto di forza del decisionismo è nella congiuntura tra
l‟elemento giuridico e quello politico, tra la volontà che pone
ordine al caos e la ragione giuridica che conferisce una
forma a tale ordine. Il passaggio dal caos all‟ordine è ben
evidenziato da Hobbes.
5. Carl Schmitt
Prof.ssa Lucia Gangale
Realismo politico
Concezione pessimistica della natura umana.
Ispirazione da Hobbes
Se gli uomini fossero buoni non vi sarebbe
bisogno di politica. La politica è il luogo
dell’inimicizia. Del conflitto. Il politico
rappresenta l'antagonismo più estremo. Il nemico
non è colui verso il quale si prova avversione o
odio personale o con il quale si è in concorrenza
sul piano economico: nemico è solo quello
pubblico, cosicché la distinzione amico-nemico
indica solo " l'estremo grado di intensità di
un'associazione o dissociazione ".
6. Carl Schmitt
Prof.ssa Lucia Gangale
Realismo politico
Lo Stato è l'entità politica decisiva, perché solo ad
esso appartiene lo jus belli. Solo esso può
determinare chi sia il nemico, può promuovere la
guerra e richiedere ai suoi membri il sacrificio
estremo. Per questo motivo, lo Stato è superiore a
ogni altra entità politica o sociale, cosicché classi
o gruppi sociali antagonistici, partiti e associazioni
possono esistere finché non mettono in pericolo
l'ordine legale e politico stabilito. La principale
funzione dello Stato, quindi, non si esprime nel fare la
guerra o nel controllare la vita privata dei cittadini, ma
nello stabilire l'ordine e la sicurezza. Solo in casi
estremi, esso può decidere qual è il nemico interno,
cioè dichiarare tale il gruppo che minaccia la sua
stessa esistenza.
7. Carl Schmitt
Prof.ssa Lucia Gangale
Realismo politico
La politica è il terreno del conflitto, della coppia
nemico-amico. Un mondo da cui fosse esclusa la
possibilità della guerra civile o esterna, sarebbe privo
della distinzione amico-nemico e, quindi, della
dimensione del "politico".
Il nemico politico non è mai quello «personale» di cui
parlano anche i Vangeli (l‟inimicus che deve essere
anch‟egli amato), ma il nemico pubblico, l‟hostis, che
deve essere combattuto.
Il sovrano è una secolarizzazione del Dio cristiano:
come Dio crea il mondo ex nihilo sulla base della sua
volontà (e non della ragione), così il sovrano crea dal
nulla l‟ordine giuridico, prendendo una decisione che
scaturisce dalla volontà e non dalla ragione. Come
diceva Hobbes. “auctoritas, non veritas, facit legem”.
8. Carl Schmitt
Prof.ssa Lucia Gangale
Realismo politico
La politica è il terreno del conflitto, della coppia
nemico-amico. Un mondo da cui fosse esclusa la
possibilità della guerra civile o esterna, sarebbe privo
della distinzione amico-nemico e, quindi, della
dimensione del "politico".
Il nemico politico non è mai quello «personale» di cui
parlano anche i Vangeli (l‟inimicus che deve essere
anch‟egli amato), ma il nemico pubblico, l‟hostis, che
deve essere combattuto.
Il sovrano è una secolarizzazione del Dio cristiano:
come Dio crea il mondo ex nihilo sulla base della sua
volontà (e non della ragione), così il sovrano crea dal
nulla l‟ordine giuridico, prendendo una decisione che
scaturisce dalla volontà e non dalla ragione. Come
diceva Hobbes. “auctoritas, non veritas, facit legem”.
9. Carl Schmitt
Prof.ssa Lucia Gangale
La Costituzione
La Costituzione, è ciò che determina la forma
specifica dell‟ordinamento politico ed è inviolabile.
Essa scaturisce dalla decisione politica di quelli
che detengono il potere garantito
costituzionalmente. Neppure una maggioranza
legale ha l'autorità per trasformarla in un nuovo
tipo di ordinamento politico. Bisogna che vi sia
un‟autorità che si elevi al di sopra degli interessi
antagonistici e che, nel caso del popolo tedesco,
Schmitt identifica con il presidente della
repubblica, nominato direttamente dal popolo e,
perciò, indipendente da deboli maggioranze
parlamentari e dotato del potere di sciogliere il
parlamento e di indire nuove elezioni.
10. Carl Schmitt
Prof.ssa Lucia Gangale
L’adesione al Nazismo
Nel 1933 Hitler sale al potere e la costituzione di Weimar
viene eliminata. Schmitt accetta il nuovo regime come
legittimo e celebra la figura di Hitler in quanto Führer, capo
e guida della nazione, responsabile di tutte le decisioni.
Svolge indagini su questioni di diritto e di politica
internazionale. In opposizione alle pretese universalistiche
delle democrazie occidentali e del bolscevismo, egli
riprende da Hitler la nozione di spazio vitale, che giustifica
l'espansionismo militaristico della Germania. Dopo la
guerra Schmitt viene processato dagli alleati per i suoi
rapporti con il Nazismo, e quindi prosciolto (1947) con un
„non luogo a procedere‟, ma con il divieto di insegnamento.
Ritiratosi nella nativa Plettenberg, continuò i suoi studi fino
alla morte.
11. Carl Schmitt
Prof.ssa Lucia Gangale
L’adesione al Nazismo
Nel 1933 Hitler sale al potere e la costituzione di Weimar viene
eliminata. Schmitt accetta il nuovo regime come legittimo e
celebra la figura di Hitler in quanto Führer, capo e guida della
nazione, responsabile di tutte le decisioni. Ne ricava immediati
vantaggi, infatti viene nominato consigliere di Stato prussiano.
Svolge indagini su questioni di diritto e di politica
internazionale. In opposizione alle pretese universalistiche
delle democrazie occidentali e del bolscevismo, egli riprende
da Hitler la nozione di spazio vitale, che giustifica
l'espansionismo militaristico della Germania. Dopo la guerra
Schmitt viene processato dagli alleati per i suoi rapporti con il
Nazismo, e quindi prosciolto (1947) con un „non luogo a
procedere‟, ma con il divieto di insegnamento. Ritiratosi nella
nativa Plettenberg, continuò i suoi studi fino alla morte.