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3- QUADRO NORMATIVO DELLA VIA
ITALIANA PER L’INTEGRAZIONE
L’inserimento degli alunni con disabilità nelle
classi comuni è stata la scelta che la scuola
italiana ha operato parallelamente al
processo del suo sviluppo e
simmetricamente alla sua
democratizzazione, per essere davvero di
tutti e per tutti. La scuola così è diventata
uno dei principali luoghi sociali dove
l’integrazione si è fatta effettiva
La stessa integrazione vissuta nelle scuole
ha permesso di arricchirle in quanto le ha
spinte a guardare le potenzialità personali in
modi inusuali ed ha contribuito a far cogliere
l’importanza di investire sulla formazione di
tutto il personale, portando anche il mondo
scolastico a confrontarsi non solo con la
prospettiva sanitaria ma anche con quella
più ampia di tipo sociale, istituzionale e
contestuale.
Il superamento delle scuole speciali e delle
classi differenziali ha influenzato anche altri
settori della società italiana e l’integrazione si è
estesa dal campo dell’istruzione e della
formazione a quello della vita sociale e del
mondo del lavoro. La legislazione ha seguito
quest’evoluzione con la creazione di normative
e di procedure dal carattere interistituzionale
finalizzate a favorire il successo personale, non
solo scolastico, degli alunni disabili.
Accordi di programma, gruppi di lavoro interistituzionali provinciali e
regionali, gruppi di lavoro scolastici, docenti di sostegno, assistenti per
l’autonomia personale, ausili e sussidi didattici specifici, criteri di
formazione delle classi sono solo alcuni degli elementi di un disegno
complessivo che si è articolato ed arricchito nel tempo. Anche la
terminologia ha avuto nel frattempo una sua evoluzione, passando da
denominazioni centrate su “problemi” (alunni disadattati nell’art. 12
della Legge n. 1859/1962, mutilati e invalidi civili non autosufficienti
nell’art. 28 della Legge n. 118/1971, portatori di handicaps nella Legge
n. 517/1977, persone handicappate nella Legge n. 104/1992) a quelle
più recenti come persone disabili (utilizzata ad esempio nella legge-
quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi
sociali, n.328/2.000) o persona con disabilità (impiegata nella
Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 e nelle Linee guida per
l’integrazione scolastica diramate nel 2009 dal Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca)
L’evoluzione normativa italiana sulla disabilità, che ha
avuto il suo culmine nelle legge-quadro n. 104 del 1992,
è stata notevole, tanto da pervenire ad una produzione
fra le più avanzate nel mondo105. L’itinerario normativo
percorso negli anni ha progressivamente consolidato il
principio dell’integrazione, anche se questo certamente
non può bastare per garantire il riconoscimento de diritti
e soprattutto che essi vengano attuati. Oggi non è
sufficiente produrre le leggi, bisogna essere in grado di
viverle ed è quindi in gioco più una questione di civiltà
che di produzione normativa. Le leggi, in effetti, non sono
in grado, per il solo fatto di esserci, di trasformare la
realtà.
Le leggi “buone” sono certamente una condizione
necessaria, ma non bastano e non sono sufficienti. Infatti
anche quando applicate, e questo in teoria potrebbe non
essere sempre vero, c’è sempre il rischio di una loro
concretizzazione puramente burocratica o tecnicistica,
magari contraddittoria. Il cammino in questo senso non è
ancora del tutto concluso. L’integrazione ha spinto il
nostro sistema scolastico su posizioni avanzate, ma il
discorso non può essere considerato chiuso, perché nel
processo di integrazione la qualità del risultato si
costruisce attraverso la qualità del processo e dunque
non possono bastare le dichiarazioni di principio, anche
se postulate per legge.
Il problema che resta aperto non è come in passato
di tipo quantitativo - legato alla quantità degli alunni
disabili “esclusi” dai percorsi scolastici ordinari (negli
anni Sessanta non erano pochi gli alunni
handicappati frequentanti le strutture “speciali”) - ma
di tipo qualitativo: non è infatti mai vinta abbastanza
la battaglia per attuare in modo adeguato gli
interventi educativo-didattici per gli studenti disabili,
battaglia che coincide con quella di tutti coloro che,
esattamente come gli allievi disabili, vivono
quotidianamente il loro sviluppo personale nelle
scuole.
Alcune norme rilevanti nell’evoluzione
legislativa in materia di disabilità e pronunce
significative della Corte Costituzionale 106 1.
Legge n. 482/1968
- Disciplina generale delle assunzioni
obbligatorie presso le pubbliche
amministrazioni e le aziende private 2. Legge
n. 406/1968
- Norme per la concessione di un’indennità di
accompagnamento ai ciechi assoluti assistiti
dall’Opera nazionale ciechi civili 3. Legge n.
118/1971
- Conversione in legge del D.L. 30 gennaio 1971, n.5, e nuove
norme in favore dei mutilati ed invalidi civili 4. Legge n. 517/1977
- Norme sulla valutazione degli alunni e sull’abolizione degli
esami di riparazione nonché altre norme di modifica
dell'ordinamento scolastico 5. Legge n. 833/1978
- Istituzione del servizio sanitario nazionale 6. Legge n. 18/ 1980
- Indennità di accompagnamento agli invalidi civili totalmente
inabili 7. D.Lgs. n. 509/1988
- Norme per la revisione delle categorie delle minorazioni e
malattie invalidanti, nonchè dei benefici previsti dalla legislazione
vigente per le medesime categorie, ai sensi dell’art. 2, comma 1,
della L. 26 luglio 1988, n. 291 8. Legge n. 13/1989
- Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione
delle barriere architettoniche negli edifici privati 9. Legge
n. 381/1991
- Disciplina delle cooperative sociali 10. Legge n.
104/1992
- Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i
diritti delle persone handicappate 11. D.P.R. n. 503/1996
- Regolamento recante norme per l’eliminazione delle
barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi
pubblici 12. Legge n. 68/1999
- Norme per il diritto al lavoro dei disabili 13. Legge n.
383/2000
- Disciplina delle associazioni di promozione sociale 14.
Il superamento delle scuole speciali e delle
classi differenziali ha influenzato anche altri
settori della società italiana e l’integrazione si è
estesa dal campo dell’istruzione e della
formazione a quello della vita sociale e del
mondo del lavoro. La legislazione ha seguito
quest’evoluzione con la creazione di normative
e di procedure dal carattere interistituzionale
finalizzate a favorire il successo personale, non
solo scolastico, degli alunni disabili.
- Delega al Governo per la definizione delle
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- Attuazione della direttiva 200/78/CE per la
parità di trattamento in materia di occupazione
e di condizioni di lavoro 21. Legge n. 4/2004
- Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti
disabili agli strumenti informatici 22. Legge n.
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- Introduzione nel libro primo, titolo XII, del codice civile
del capo I, relativo all'istituzione dell’amministrazione di
sostegno e modifica degli articoli 388, 414, 417, 418,
424, 426, 427 e 429 del codice civile in materia di
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- Regolamento recante modalità e criteri per
l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione
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- Conversione in legge, con modificazioni, del
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recante disposizioni urgenti per garantire la
continuità del servizio scolastico ed educativo
per l’anno 2009-2010 25.
Sentenza Corte Costituzionale 03/06/1987 n.
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- Giudizio di legittimità costituzionale in via
incidentale art. 28, terzo comma, della legge 30
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Scuola mutilati ed invalidi civili
- soggetti portatori di handicaps
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secondarie superiori
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- violazione degli artt. 3.30.31 e 34 della
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- Illegittimità costituzionale parziale 26.
Sentenza - Corte Costituzionale 31/01/1990
n. 50
- Giudizi di legittimità costituzionale dell'art. 5
della legge 2 aprile 1968, n. 482 (Disciplina
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il relazione agli artt. 1, 2 e 3 della stessa legge
27. Sentenza
- Corte Costituzionale 29/07/1996 n. 325
- Legge 5 febbraio 1992, n.104, art. 33, quinto
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- Giudizio di legittimità costituzionale in via
incidentale 28. Sentenza - Corte Costituzionale
10/05/1999 n. 167
- Giudizio di legittimità costituzionale in via
incidentale. Handicap (Portatori di) - Adeguato
accesso alla via pubblica per mutilati e invalidi
con difficoltà di deambulazione - Costituzione di
servitù in favore di edifici di civile abitazione -
Preclusione - Esigenza di indefettibile tutela di
interessi fondamentali della persona -
Riferimento alla giurisprudenza della Corte in
materia (vedi sentenza n. 215/1987)
- Lesione del fondamentale diritto dei soggetti alla
salute comprensiva anche di quella psichica -
Illegittimità costituzionale. (C.C., art. 1052, secondo
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22/11/2002 n. 467 - Giudizio di legittimità
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frequentano l’asilo nido (di età inferiore ai tre anni) -
Contrasto con i principi di solidarietà, di eguaglianza
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costituzionale in parte qua. - Legge 11 ottobre 1990,
n. 289, art. 1, comma 3.
- Costituzione, artt. 2, 3 e 38 30. Sentenza - Corte
Costituzionale 08/06/2005 - Giudizio di legittimità
costituzionale dell'art. 42, comma 5, del decreto
legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle
disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno
della maternità e paternità, a norma dell'articolo 15
della legge 8 marzo 2000, n. 53) 31. Sentenza -
Corte Costituzionale 18/04/2007 n. 158 - Giudizio di
legittimità costituzionale dell'art. 42, comma 5, del
decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo
unico delle disposizioni legislative in materia di tutela
e sostegno della maternità e della paternità, a norma
dell'art. 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53) 32
Accordi di programma, gruppi di lavoro interistituzionali provinciali e
regionali, gruppi di lavoro scolastici, docenti di sostegno, assistenti per
l’autonomia personale, ausili e sussidi didattici specifici, criteri di
formazione delle classi sono solo alcuni degli elementi di un disegno
complessivo che si è articolato ed arricchito nel tempo. Anche la
terminologia ha avuto nel frattempo una sua evoluzione, passando da
denominazioni centrate su “problemi” (alunni disadattati nell’art. 12
della Legge n. 1859/1962, mutilati e invalidi civili non autosufficienti
nell’art. 28 della Legge n. 118/1971, portatori di handicaps nella Legge
n. 517/1977, persone handicappate nella Legge n. 104/1992) a quelle
più recenti come persone disabili (utilizzata ad esempio nella legge-
quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi
sociali, n.328/2.000) o persona con disabilità (impiegata nella
Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 e nelle Linee guida per
l’integrazione scolastica diramate nel 2009 dal Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca)
Disabile - Figlio convivente - Diritto al congedo
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previsione 34. Sentenza - Corte Costituzionale
22/02/2010 n. 80 - Istruzione pubblica -
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Giudizio di legittimità costituzionale del "coordinato
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n. 289 (Modifiche alla disciplina delle indennità di
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civili ed ai sordomuti e istituzione di un’indennità di
frequenza per i minori invalidi) e 80, comma 19, della
legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato – legge finanziaria 2001) Le principali norme
sugli alunni disabili 1. Legge 05/02/1992 n. 104
- Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i
diritti delle persone handicappate. 2. Decreto Ministeriale
26/6/1992 - Criteri per la costituzione dei gruppi di lavoro
provinciali interistituzionali a nomina del provveditore agli
studi, ai sensi dell’articolo 15 della Legge-quadro 5
febbraio 1992, n. 104, sull’assistenza, l’integrazione
sociale e i diritti delle persone handicappate 3. Decreto
Ministeriale - Ministero della Pubblica Istruzione -
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09/07/1992 - Indirizzi per la stipula degli accordi di
programma ai sensi dell’art. 13 della legge-quadro 5
febbraio 1992, n. 104, sull’assistenza, l’integrazione
sociale e i diritti delle persone handicappate 4.
Decreto del Presidente della Repubblica 24/02/1994 Atto di
indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie
locali in materia di alunni portatori di handicap 5. Decreto
Legislativo 16/4/1994 n. 297- Testo Unico delle disposizioni
legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di
ogni ordine e grado (Parte II, Titolo VII, Capo IV) 6. Legge
27/12/1997 n. 449 - Misure per la stabilizzazione della finanza
pubblica 7. Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri -
23/02/2006 n. 185 - Regolamento recante modalità e criteri per
l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di
handicap, ai sensi dell’articolo 35, comma 7, della legge 27
dicembre 2002, n. 289 8. Linee guida per l’integrazione
scolastica degli alunni con disabilità, trasmesse con nota prot. n.
4274 del 4 agosto 2009 9. Legge 03/03/2009 n. 18
- Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni
Unite sui diritti delle persone con disabilità, con
Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre
2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla
condizione delle persone con disabilità 10. Decreto
Legge 31/05/2010 n. 78, convertito, con modifiche, dalla
Legge 30 luglio 2010, n. 122 - Misure urgenti in materia
di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica
Le linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni
con disabilità (M.I.U.R. 2009)108 Il Ministero
dell’Istruzione ha emanato il 4 agosto 2009 le Linee
guida per l’integrazione scolastica degli alunni con
disabilità109, che raccolgono una serie di direttive
finalizzate, nel rispetto dell’autonomia scolastica e della
legislazione vigente, a migliorare il processo di
integrazione degli alunni disabili.
Le Linee guida constano di tre parti:
I PARTE: IL NUOVO SCENARIO. IL CONTESTO
COME RISORSA
I principi costituzionali e la legislazione italiana in
materia di alunni con disabilità
1.1 Art. 3 ed Art. 34 Costituzione
1.2 Legge 118/71 e Legge 517/77
1.3 Legge 104/92
1.4 DPR 24 febbraio 1994 2. Convenzione ONU per
i diritti delle persone con disabilità. La
Classificazione Internazionale del Funzionamento
dell’OMS
II PARTE:
L’ORGANIZZAZIONE
1. Il ruolo degli Uffici Scolastici Regionali
2. 2. Rapporti interistituzionali
III PARTE: LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA
SCUOLA
Il ruolo del dirigente scolastico
1.1 Leadership educativa e cultura dell’integrazione
1.2 Programmazione
1.3 Flessibilità
1.4 Il progetto di vita
1.5 La costituzione di reti di scuole
2. La corresponsabilità educativa e formativa dei docenti
2.1 Il clima della classe
2.2 Le strategia didattiche e gli strumenti
2.3 L’apprendimento-insegnamento
2.4 La valutazione
2.5 Il docente assegnato alle attività di sostegno 3.
L’evoluzione normativa italiana sulla disabilità, che ha
avuto il suo culmine nelle legge-quadro n. 104 del 1992,
è stata notevole, tanto da pervenire ad una produzione
fra le più avanzate nel mondo105. L’itinerario normativo
percorso negli anni ha progressivamente consolidato il
principio dell’integrazione, anche se questo certamente
non può bastare per garantire il riconoscimento de diritti
e soprattutto che essi vengano attuati. Oggi non è
sufficiente produrre le leggi, bisogna essere in grado di
viverle ed è quindi in gioco più una questione di civiltà
che di produzione normativa. Le leggi, in effetti, non sono
in grado, per il solo fatto di esserci, di trasformare la
realtà.
Il documento inizia nella prima parte (Il nuovo
scenario. Il contesto come risorsa, pp. 5-9)
richiamando i principi costituzionali ed i principali
provvedimenti normativi che hanno consentito alla
scuola italiana di percorrere il cammino
dall’inserimento all’integrazione scolastica. Si fa
riferimento a due importanti riferimenti internazionali:
la Convenzione ONU per i diritti delle persone
disabili, ratificata dal Parlamento italiano con Legge
n. 18 del 3 marzo 2009, e l’I.C.F. dell’O.M.S., che
sposta la centralità sul concetto di salute secondo la
visione bio-psico-sociale (dalla prospettiva sanitaria
a quella bio-psico-sociale).
Questo collegamento a due basilari fonti internazionali fa intuire da una
parte la validità della scelta italiana, che ha anticipato gli orientamenti
mondiali, dall’altra l’interesse ad agganciare la visione nazionale alla
prospettiva internazionale. La seconda parte del documento
(L’organizzazione, pp. 10-11) affronta il tema della governance a livello
regionale e territoriale nel nuovo contesto normativo venutosi a creare
con l’autonomia scolastica, il decentramento amministrativo e il
compimento del processo attuativo del Titolo V della Costituzione. In
questa parte, che contiene raccomandazioni sul cambiamento degli
assetti da provinciale a regionale dopo la costituzione degli uffici
scolastici regionali, si suggerisce in particolare la costituzione dei
G.L.I.R. (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale) e dei G.L.I.P.
(Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale), quest’ultimi intesi
come organismi meramente attuativi, in sede provinciale, delle linee di
indirizzo e coordinamento stabilite a livello regionale (p. 10).
La terza parte del documento (La dimensione inclusiva della
scuola, pp. 12-20) compie un’analisi del ruolo del dirigente
scolastico, della corresponsabilità educativa e formativa degli
insegnanti, dell’apporto del personale amministrativo, tecnico e
ausiliario e della collaborazione delle famiglie che devono essere
coinvolte e costantemente informate. E’ un misto di richiami di
respiro pedagogico che sembrano voler ricordare i punti
qualificanti di una scuola inclusiva (collaborazione tra docenti,
raccordo con la famiglia, rifiuto della logica della delega e della
responsabilizzazione, flessibilità organizzativa e didattica) e di
suggerimenti più specifici (assegnazione dell’insegnante di
sostegno, progettazione, valutazione, individuazione di un
referente di istituto, ecc.).
Le Linee guida, anche se certamente sono un
documento rilevante sotto il profilo culturale e
normativo, di fatto poco innovano rispetto
all’esistente. Probabilmente il loro scopo è duplice:
rassicurare circa la volontà ministeriale di continuare
nella direzione dell’integrazione e dell’inclusione,
senza strappi con il passato; richiamare a corrette
modalità di comportamento, nella consapevolezza
che ci sono ancora molte situazioni che presentano
criticità.

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  • 1. 3- QUADRO NORMATIVO DELLA VIA ITALIANA PER L’INTEGRAZIONE L’inserimento degli alunni con disabilità nelle classi comuni è stata la scelta che la scuola italiana ha operato parallelamente al processo del suo sviluppo e simmetricamente alla sua democratizzazione, per essere davvero di tutti e per tutti. La scuola così è diventata uno dei principali luoghi sociali dove l’integrazione si è fatta effettiva
  • 2. La stessa integrazione vissuta nelle scuole ha permesso di arricchirle in quanto le ha spinte a guardare le potenzialità personali in modi inusuali ed ha contribuito a far cogliere l’importanza di investire sulla formazione di tutto il personale, portando anche il mondo scolastico a confrontarsi non solo con la prospettiva sanitaria ma anche con quella più ampia di tipo sociale, istituzionale e contestuale.
  • 3. Il superamento delle scuole speciali e delle classi differenziali ha influenzato anche altri settori della società italiana e l’integrazione si è estesa dal campo dell’istruzione e della formazione a quello della vita sociale e del mondo del lavoro. La legislazione ha seguito quest’evoluzione con la creazione di normative e di procedure dal carattere interistituzionale finalizzate a favorire il successo personale, non solo scolastico, degli alunni disabili.
  • 4. Accordi di programma, gruppi di lavoro interistituzionali provinciali e regionali, gruppi di lavoro scolastici, docenti di sostegno, assistenti per l’autonomia personale, ausili e sussidi didattici specifici, criteri di formazione delle classi sono solo alcuni degli elementi di un disegno complessivo che si è articolato ed arricchito nel tempo. Anche la terminologia ha avuto nel frattempo una sua evoluzione, passando da denominazioni centrate su “problemi” (alunni disadattati nell’art. 12 della Legge n. 1859/1962, mutilati e invalidi civili non autosufficienti nell’art. 28 della Legge n. 118/1971, portatori di handicaps nella Legge n. 517/1977, persone handicappate nella Legge n. 104/1992) a quelle più recenti come persone disabili (utilizzata ad esempio nella legge- quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, n.328/2.000) o persona con disabilità (impiegata nella Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 e nelle Linee guida per l’integrazione scolastica diramate nel 2009 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca)
  • 5. L’evoluzione normativa italiana sulla disabilità, che ha avuto il suo culmine nelle legge-quadro n. 104 del 1992, è stata notevole, tanto da pervenire ad una produzione fra le più avanzate nel mondo105. L’itinerario normativo percorso negli anni ha progressivamente consolidato il principio dell’integrazione, anche se questo certamente non può bastare per garantire il riconoscimento de diritti e soprattutto che essi vengano attuati. Oggi non è sufficiente produrre le leggi, bisogna essere in grado di viverle ed è quindi in gioco più una questione di civiltà che di produzione normativa. Le leggi, in effetti, non sono in grado, per il solo fatto di esserci, di trasformare la realtà.
  • 6. Le leggi “buone” sono certamente una condizione necessaria, ma non bastano e non sono sufficienti. Infatti anche quando applicate, e questo in teoria potrebbe non essere sempre vero, c’è sempre il rischio di una loro concretizzazione puramente burocratica o tecnicistica, magari contraddittoria. Il cammino in questo senso non è ancora del tutto concluso. L’integrazione ha spinto il nostro sistema scolastico su posizioni avanzate, ma il discorso non può essere considerato chiuso, perché nel processo di integrazione la qualità del risultato si costruisce attraverso la qualità del processo e dunque non possono bastare le dichiarazioni di principio, anche se postulate per legge.
  • 7. Il problema che resta aperto non è come in passato di tipo quantitativo - legato alla quantità degli alunni disabili “esclusi” dai percorsi scolastici ordinari (negli anni Sessanta non erano pochi gli alunni handicappati frequentanti le strutture “speciali”) - ma di tipo qualitativo: non è infatti mai vinta abbastanza la battaglia per attuare in modo adeguato gli interventi educativo-didattici per gli studenti disabili, battaglia che coincide con quella di tutti coloro che, esattamente come gli allievi disabili, vivono quotidianamente il loro sviluppo personale nelle scuole.
  • 8. Alcune norme rilevanti nell’evoluzione legislativa in materia di disabilità e pronunce significative della Corte Costituzionale 106 1. Legge n. 482/1968 - Disciplina generale delle assunzioni obbligatorie presso le pubbliche amministrazioni e le aziende private 2. Legge n. 406/1968 - Norme per la concessione di un’indennità di accompagnamento ai ciechi assoluti assistiti dall’Opera nazionale ciechi civili 3. Legge n. 118/1971
  • 9. - Conversione in legge del D.L. 30 gennaio 1971, n.5, e nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili 4. Legge n. 517/1977 - Norme sulla valutazione degli alunni e sull’abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico 5. Legge n. 833/1978 - Istituzione del servizio sanitario nazionale 6. Legge n. 18/ 1980 - Indennità di accompagnamento agli invalidi civili totalmente inabili 7. D.Lgs. n. 509/1988 - Norme per la revisione delle categorie delle minorazioni e malattie invalidanti, nonchè dei benefici previsti dalla legislazione vigente per le medesime categorie, ai sensi dell’art. 2, comma 1, della L. 26 luglio 1988, n. 291 8. Legge n. 13/1989
  • 10. - Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati 9. Legge n. 381/1991 - Disciplina delle cooperative sociali 10. Legge n. 104/1992 - Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate 11. D.P.R. n. 503/1996 - Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici 12. Legge n. 68/1999 - Norme per il diritto al lavoro dei disabili 13. Legge n. 383/2000 - Disciplina delle associazioni di promozione sociale 14.
  • 11. Il superamento delle scuole speciali e delle classi differenziali ha influenzato anche altri settori della società italiana e l’integrazione si è estesa dal campo dell’istruzione e della formazione a quello della vita sociale e del mondo del lavoro. La legislazione ha seguito quest’evoluzione con la creazione di normative e di procedure dal carattere interistituzionale finalizzate a favorire il successo personale, non solo scolastico, degli alunni disabili.
  • 12. - Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale 20. D.Lgs. n. 216/2003 - Attuazione della direttiva 200/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro 21. Legge n. 4/2004 - Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici 22. Legge n. 6/2004
  • 13. - Introduzione nel libro primo, titolo XII, del codice civile del capo I, relativo all'istituzione dell’amministrazione di sostegno e modifica degli articoli 388, 414, 417, 418, 424, 426, 427 e 429 del codice civile in materia di interdizione e di inabilitazione, nonché relative norme di attuazione, di coordinamento e finali 23. Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri n. 185/2006 - Regolamento recante modalità e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap, ai sensi dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 24. Legge n. 167/2009
  • 14. - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, recante disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l’anno 2009-2010 25. Sentenza Corte Costituzionale 03/06/1987 n. 215 - Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale art. 28, terzo comma, della legge 30 marzo 1971, n. 118: Scuola mutilati ed invalidi civili - soggetti portatori di handicaps
  • 15. - diritto alla frequenza delle scuole secondarie superiori - effettiva e concreta realizzazione del diritto - mancata assicurazione - violazione degli artt. 3.30.31 e 34 della Costituzione - Illegittimità costituzionale parziale 26. Sentenza - Corte Costituzionale 31/01/1990 n. 50
  • 16. - Giudizi di legittimità costituzionale dell'art. 5 della legge 2 aprile 1968, n. 482 (Disciplina generale delle assunzioni obbligatorie presso le pubbliche amministrazioni e le aziende private), il relazione agli artt. 1, 2 e 3 della stessa legge 27. Sentenza - Corte Costituzionale 29/07/1996 n. 325 - Legge 5 febbraio 1992, n.104, art. 33, quinto comma - Cost., art. 3
  • 17. - Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale 28. Sentenza - Corte Costituzionale 10/05/1999 n. 167 - Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale. Handicap (Portatori di) - Adeguato accesso alla via pubblica per mutilati e invalidi con difficoltà di deambulazione - Costituzione di servitù in favore di edifici di civile abitazione - Preclusione - Esigenza di indefettibile tutela di interessi fondamentali della persona - Riferimento alla giurisprudenza della Corte in materia (vedi sentenza n. 215/1987)
  • 18. - Lesione del fondamentale diritto dei soggetti alla salute comprensiva anche di quella psichica - Illegittimità costituzionale. (C.C., art. 1052, secondo comma) 29. Sentenza - Corte Costituzionale 22/11/2002 n. 467 - Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale. Previdenza e assistenza - Minori invalidi civili - Indennità di frequenza di scuole di ogni ordine e grado - Mancata estensione della provvidenza ai minori invalidi che frequentano l’asilo nido (di età inferiore ai tre anni) - Contrasto con i principi di solidarietà, di eguaglianza e di effettiva assistenza sociale - Illegittimità costituzionale in parte qua. - Legge 11 ottobre 1990, n. 289, art. 1, comma 3.
  • 19. - Costituzione, artt. 2, 3 e 38 30. Sentenza - Corte Costituzionale 08/06/2005 - Giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 42, comma 5, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53) 31. Sentenza - Corte Costituzionale 18/04/2007 n. 158 - Giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 42, comma 5, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'art. 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53) 32
  • 20. Accordi di programma, gruppi di lavoro interistituzionali provinciali e regionali, gruppi di lavoro scolastici, docenti di sostegno, assistenti per l’autonomia personale, ausili e sussidi didattici specifici, criteri di formazione delle classi sono solo alcuni degli elementi di un disegno complessivo che si è articolato ed arricchito nel tempo. Anche la terminologia ha avuto nel frattempo una sua evoluzione, passando da denominazioni centrate su “problemi” (alunni disadattati nell’art. 12 della Legge n. 1859/1962, mutilati e invalidi civili non autosufficienti nell’art. 28 della Legge n. 118/1971, portatori di handicaps nella Legge n. 517/1977, persone handicappate nella Legge n. 104/1992) a quelle più recenti come persone disabili (utilizzata ad esempio nella legge- quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, n.328/2.000) o persona con disabilità (impiegata nella Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 e nelle Linee guida per l’integrazione scolastica diramate nel 2009 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca)
  • 21. Disabile - Figlio convivente - Diritto al congedo straordinario per l'assistenza - Mancata previsione 34. Sentenza - Corte Costituzionale 22/02/2010 n. 80 - Istruzione pubblica - Insegnanti di sostegno per disabili - Riduzione del numero dei posti e conseguentemente delle ore di insegnamento settimanali - Abolizione della deroga prevista dalla normativa precedente per le forme di disabilità particolarmente gravi 35.
  • 22. Sentenza - Corte Costituzionale 16/12/2011 - Giudizio di legittimità costituzionale del "coordinato disposto" degli articoli 1 della legge 11 ottobre 1990, n. 289 (Modifiche alla disciplina delle indennità di accompagnamento di cui alla legge 21 novembre 1988, n. 508, recante norme integrative in materia di assistenza economica agli invalidi civili, ai ciechi civili ed ai sordomuti e istituzione di un’indennità di frequenza per i minori invalidi) e 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2001) Le principali norme sugli alunni disabili 1. Legge 05/02/1992 n. 104
  • 23. - Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. 2. Decreto Ministeriale 26/6/1992 - Criteri per la costituzione dei gruppi di lavoro provinciali interistituzionali a nomina del provveditore agli studi, ai sensi dell’articolo 15 della Legge-quadro 5 febbraio 1992, n. 104, sull’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate 3. Decreto Ministeriale - Ministero della Pubblica Istruzione - Ministero della Sanità - Ministero per gli Affari Sociali 09/07/1992 - Indirizzi per la stipula degli accordi di programma ai sensi dell’art. 13 della legge-quadro 5 febbraio 1992, n. 104, sull’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate 4.
  • 24. Decreto del Presidente della Repubblica 24/02/1994 Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap 5. Decreto Legislativo 16/4/1994 n. 297- Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado (Parte II, Titolo VII, Capo IV) 6. Legge 27/12/1997 n. 449 - Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica 7. Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri - 23/02/2006 n. 185 - Regolamento recante modalità e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap, ai sensi dell’articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 8. Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, trasmesse con nota prot. n. 4274 del 4 agosto 2009 9. Legge 03/03/2009 n. 18
  • 25. - Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità 10. Decreto Legge 31/05/2010 n. 78, convertito, con modifiche, dalla Legge 30 luglio 2010, n. 122 - Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica Le linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (M.I.U.R. 2009)108 Il Ministero dell’Istruzione ha emanato il 4 agosto 2009 le Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità109, che raccolgono una serie di direttive finalizzate, nel rispetto dell’autonomia scolastica e della legislazione vigente, a migliorare il processo di integrazione degli alunni disabili.
  • 26. Le Linee guida constano di tre parti: I PARTE: IL NUOVO SCENARIO. IL CONTESTO COME RISORSA I principi costituzionali e la legislazione italiana in materia di alunni con disabilità 1.1 Art. 3 ed Art. 34 Costituzione 1.2 Legge 118/71 e Legge 517/77 1.3 Legge 104/92 1.4 DPR 24 febbraio 1994 2. Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità. La Classificazione Internazionale del Funzionamento dell’OMS
  • 27. II PARTE: L’ORGANIZZAZIONE 1. Il ruolo degli Uffici Scolastici Regionali 2. 2. Rapporti interistituzionali
  • 28. III PARTE: LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA Il ruolo del dirigente scolastico 1.1 Leadership educativa e cultura dell’integrazione 1.2 Programmazione 1.3 Flessibilità 1.4 Il progetto di vita 1.5 La costituzione di reti di scuole 2. La corresponsabilità educativa e formativa dei docenti 2.1 Il clima della classe 2.2 Le strategia didattiche e gli strumenti 2.3 L’apprendimento-insegnamento 2.4 La valutazione 2.5 Il docente assegnato alle attività di sostegno 3.
  • 29. L’evoluzione normativa italiana sulla disabilità, che ha avuto il suo culmine nelle legge-quadro n. 104 del 1992, è stata notevole, tanto da pervenire ad una produzione fra le più avanzate nel mondo105. L’itinerario normativo percorso negli anni ha progressivamente consolidato il principio dell’integrazione, anche se questo certamente non può bastare per garantire il riconoscimento de diritti e soprattutto che essi vengano attuati. Oggi non è sufficiente produrre le leggi, bisogna essere in grado di viverle ed è quindi in gioco più una questione di civiltà che di produzione normativa. Le leggi, in effetti, non sono in grado, per il solo fatto di esserci, di trasformare la realtà.
  • 30. Il documento inizia nella prima parte (Il nuovo scenario. Il contesto come risorsa, pp. 5-9) richiamando i principi costituzionali ed i principali provvedimenti normativi che hanno consentito alla scuola italiana di percorrere il cammino dall’inserimento all’integrazione scolastica. Si fa riferimento a due importanti riferimenti internazionali: la Convenzione ONU per i diritti delle persone disabili, ratificata dal Parlamento italiano con Legge n. 18 del 3 marzo 2009, e l’I.C.F. dell’O.M.S., che sposta la centralità sul concetto di salute secondo la visione bio-psico-sociale (dalla prospettiva sanitaria a quella bio-psico-sociale).
  • 31. Questo collegamento a due basilari fonti internazionali fa intuire da una parte la validità della scelta italiana, che ha anticipato gli orientamenti mondiali, dall’altra l’interesse ad agganciare la visione nazionale alla prospettiva internazionale. La seconda parte del documento (L’organizzazione, pp. 10-11) affronta il tema della governance a livello regionale e territoriale nel nuovo contesto normativo venutosi a creare con l’autonomia scolastica, il decentramento amministrativo e il compimento del processo attuativo del Titolo V della Costituzione. In questa parte, che contiene raccomandazioni sul cambiamento degli assetti da provinciale a regionale dopo la costituzione degli uffici scolastici regionali, si suggerisce in particolare la costituzione dei G.L.I.R. (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale) e dei G.L.I.P. (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale), quest’ultimi intesi come organismi meramente attuativi, in sede provinciale, delle linee di indirizzo e coordinamento stabilite a livello regionale (p. 10).
  • 32. La terza parte del documento (La dimensione inclusiva della scuola, pp. 12-20) compie un’analisi del ruolo del dirigente scolastico, della corresponsabilità educativa e formativa degli insegnanti, dell’apporto del personale amministrativo, tecnico e ausiliario e della collaborazione delle famiglie che devono essere coinvolte e costantemente informate. E’ un misto di richiami di respiro pedagogico che sembrano voler ricordare i punti qualificanti di una scuola inclusiva (collaborazione tra docenti, raccordo con la famiglia, rifiuto della logica della delega e della responsabilizzazione, flessibilità organizzativa e didattica) e di suggerimenti più specifici (assegnazione dell’insegnante di sostegno, progettazione, valutazione, individuazione di un referente di istituto, ecc.).
  • 33. Le Linee guida, anche se certamente sono un documento rilevante sotto il profilo culturale e normativo, di fatto poco innovano rispetto all’esistente. Probabilmente il loro scopo è duplice: rassicurare circa la volontà ministeriale di continuare nella direzione dell’integrazione e dell’inclusione, senza strappi con il passato; richiamare a corrette modalità di comportamento, nella consapevolezza che ci sono ancora molte situazioni che presentano criticità.