Legge e Diritti
- Legislazione scolastica attuale sulla disabilità: normativa, classificazione
- Cenni di organizzazione scolastica: gli organi collegiali
- Gli strumenti dell’inclusione scolastica: POF, PEI, PDF, Diagnosi Funzionale, GLH-GLHI. (Dr.ssa Santori)
- Diritto all’inclusione: cosa, quando e come richiedere servizi
- L’ampliamento dell’offerta formativa sul territorio fiorentino: Cred Ausilioteca, Centro Ausilii, Chiavi della Città
- Le organizzazioni e le associazioni per la disabilità :panoramica dei servizi offerti (Dr.ssa Santori)
2. Crescere è tuttavia un avvenimento individuale che affonda le
sue radici nei rapporti con gli altri e non si può parlare di
sviluppo del potenziale umano o di centralità della persona
considerandola avulsa da un sistema di relazioni la cui qualità
e la cui ricchezza è il patrimonio fondamentale della crescita di
ognuno. ...
Linee guida per l' integrazione scola#ica
Miur 2012
2
3. I principi costituzionali e la
legislazione italiana in materia di
alunni con disabilità
. L art. 34 Cost. dispone che la scuola sia
aperta a tutti. In tal senso il Costituente ha
voluto coniugare il diritto allo studio con il
principio di eguaglianza di cui all art. 3 Cost. :
«tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono
uguali dinanzi alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali».
3
4. !
«E compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l uguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno
sviluppo della persona umana e
l effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all organizzazione politica,
economica e sociale del paese».
4
5. !
I principi costituzionali indicati
garantirono, in prima battuta, il diritto allo
studio degli alunni con disabilità attraverso
l esperienza delle scuole speciali e delle
classi differenziali. L art. 38 Cost. specifica
infatti che «gli inabili e i minorati hanno
diritto all educazione e all avviamento
professionale». Ben presto, comunque,
emersero le implicazioni che scaturivano da
tale interpretazione del diritto allo studio,
soprattutto in termini di alienazione ed
emarginazione sociale.
5
6. Quando è iniziato tutto...
!
!
Sino alla prima metà degli anni '60, in Italia tutti i disabili
venivano educati nelle scuole speciali e negli istituti con
residenza notturna come nel resto d'Europa e del mondo. Verso
il 1966 ed il 1967 cominciarono a circolare in Europa le idee della
Berkeley University con la contestazione al sistema capitalistico
che schiaccerebbe gli uomini sulla sola dimensione economica
(Marcuse).
Queste idee che puntavano a lottare contro forme di
emarginazione si diffusero in Francia, specie durante il Maggio
della rivolta studentesca del '68 ed in Italia con l'autunno caldo
sindacale del '68. Allora gli operatori degli istituti speciali per
disabili convinsero i genitori a portare i loro figlioli fuori ditali
strutture considerate ghetti ed a inserirli nelle scuole comuni. Il
fenomeno fu massiccio e parecchie decine di migliaia di giovani
disabili lasciarono gli istituti e le scuole speciali, che però
continuavano ad esistere.
6
7. 1.2 Legge 118/71 e Legge 517/77
!
La legge 118/71, art. 28, disponeva che l istruzione
dell obbligo dovesse avvenire nelle classi normali
della scuola pubblica. In questo senso, la legge in
questione supera il modello dello scuole speciali, che
tuttavia non aboliva, prescrivendo l inserimento degli
alunni con disabilità, comunque su iniziativa della
famiglia, nelle classi comuni. Per favorire tale
inserimento disponeva inoltre che agli alunni con
disabilità venissero assicurati il trasporto, l accesso
agli edifici scolastici mediante il superamento delle
barriere architettoniche, l assistenza durante gli
orari scolastici degli alunni più gravi.
7
8. !
Ma fu presto evidente che l inserimento
costituiva solo una parziale applicazione del
principio costituzionale di eguaglianza, che era
esercitato dagli alunni in questione solo nel suo
aspetto formale. L inserimento non costituì la
realizzazione dell eguaglianza sostanziale che
dovette invece essere costruita con ulteriori
strumenti e iniziative della Repubblica, orientati
a rimuovere gli ostacoli prodotti dal deficit e, in
particolare, attraverso l istituzione
dell insegnante specializzato per il sostegno e
di piani educativi adeguati alla crescita e allo
sviluppo dell alunno con disabilità.
8
9. Nel 1977 la Legge n. 5l7 stabilì il principio dell'inclusione per tutti gli
alunni disabili della scuola elementare e media dai 6 ai 14 anni (imponendo però
l'obbligo di una programmazione educativa da parte di tutti gli insegnanti della
classe, che venivano affiancati da un insegnante specializzato per il sostegno
didattico ed una programmazione amministrativa e finanziaria concordata fra
Stato, Enti locali, Unità sanitarie locali). I rapporti amministrativi tra i diversi
servizi dovevano essere regolati da 'intese fra le diverse istituzioni pubbliche,
che potevano fare dei contratti con organizzazioni private per adempiere agli
impegni che assumevano con le intese.
!
Nel 1987 la Corte Costituzionale emise la Sentenza n. 215, con la quale si
riconosceva il diritto pieno ed incondizionato di tutti gli alunni disabili,
anche se in situazione di gravità, a frequentare anche le scuole superiori,
imponendo a tutti gli enti interessati (amministrazione scolastica, Enti locali,
Unità sanitarie locali) di porre in essere i servizi di propria competenza per
sostenere l'integrazione scolastica generalizzata.
9
10. Legge 104/92
!
Legge Quadro per l assistenza,
l integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate raccoglie ed
integra tali interventi legislativi
divenendo il punto di riferimento
normativo dell integrazione scolastica e
sociale delle persone con disabilità.
10
11. !
… Concetto di ”cura educativa nei
confronti degli alunni con disabilità che si
esplica in un percorso formativo
individualizzato, al quale partecipano,
nella condivisione e nell individuazione
di tale percorso, più soggetti istituzionali,
scardinando l impianto tradizionale della
scuola ed inserendosi nel proficuo filone
dell individualizzazione e dell attenzione
all apprendimento piuttosto che
all insegnamento.
11
12. DPR 24 febbraio 1994
!
Atto di indirizzo e
coordinamento relativo ai compiti delle unità
sanitarie locali in materia di alcuni portatori di
handicap individua i soggetti e le competenze degli Enti
Il DPR 24 febbraio 1994
Locali, delle attuali Aziende Sanitarie Locali e delle istituzioni
scolastiche nella definizione della Diagnosi Funzionale, del
Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo
Individualizzato, documento conclusivo e operativo in cui
vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di
loro, predisposti per l alunno in condizione di handicap, in un
determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del
diritto all educazione e all istruzione , come integrato e
modificato dal DPCM n. 185/06.
12
13. .
L’Accordo di Programma: è appunto l’accordo tra
enti locali ed altri soggetti pubblici e privati in
attuazione di una intesa istituzionale per la
definizione di un programma esecutivo di interventi
di interesse comune, funzionalmente collegati. E’
un impegno in forma scritta, giuridicamente
vincolante, indispensabile qualora un determinato
programma di interventi richiede, per competenza,
la partecipazione di differenti enti ed
organizzazioni.
14. !
Convenzione ONU per i diritti
delle persone con disabilità
Con la Legge n. 18 del 3
marzo 2009, il Parlamento
italiano ha ratificato la
Convenzione ONU per i diritti
delle persone con disabilità.
Tale ratifica vincola l Italia,
qualora l ordinamento
interno avesse livelli di tutela
dei diritti delle persone con
disabilità inferiori a quelli
indicati dalla Convenzione
medesima, a emanare norme
ispirate ai principi ivi espressi
!
15. ICF Classificazione Internazionale del
Funzionamento. Dalla prospettiva
sanitarial alla prospettiva bio-psico-sociale
Nel 2001,
Assemblea Mondiale della Sanità dell OMS ha
approvato la nuova Classificazione Internazionale del
!
Funzionamento, della Disabilità e della Salute (International
Classification of Functioning, Disability and Health – ICF),
raccomandandone l uso negli Stati parti. L ICF recepisce
pienamente il modello sociale della disabilità, considerando la
persona non soltanto dal punto di vista sanitario , ma
promuovendone un approccio globale, attento alle potenzialità
complessive, alle varie risorse del soggetto, tenendo ben presente
che il contesto, personale, naturale, sociale e culturale, incide
decisamente nella possibilità che tali risorse hanno di esprimersi.
Fondamentale, dunque, la capacità di tale classificatore di
descrivere tanto le capacità possedute quanto le performance
possibili intervenendo sui fattori contestuali.
16. ICF
Funzionamento del singolo
1. CORPO
(Funzioni e strutture
personali
Menomazioni)
facilitazione
2. ATTIVITA’
Esecuzione
azioni e compiti
3. CONTESTO
fattori ambientali e
con funzione di
o di barriera
• DISABILITA’ = risultato della interazione
tra
le condizioni di salute+ fattori
ambientali
18. ICF
• Nel modello ICF assume valore prioritario il
contesto, i cui molteplici elementi possono
essere qualificati come “barriera”, qualora
ostacolino l’attività e la partecipazione della
persona, o “facilitatori”, nel caso in cui,
invece, favoriscano le attività e la
partecipazione
• ….ci sono tanti (diversi ) modi di
funzionamento
19. …
Un sistema in continuo cambiamento
Dai primi anni 90il sistema scolastico italiano ha subito una
serie continua di riforme effettuate da schieramenti politici
contrapposti.Berlinguer,Moratti,Gelmini per non citare le
riforme minori(1991-1996-1997-2001-2005-2006-2008) Circa 5
le riforme sostanziali che hanno minato alla base l’essenza
portante di quell’impianto ideologico che aveva
contraddistinto il decennio precedente
Nel 2000 viene sancita l’autonomia giuridica ed organizzativa
degli istituti scolastici. Spariscono i circoli didattici e nascono
gli Istituti Comprensivi…il Direttore diventa Dirigente.
La scuola è trasformata a tutti gli effetti in un’azienda.
22. L’INCLUSIONE
• Riconoscere la diversità presente in
ciascuno dei soggetti
• Valorizzare la diversità
• Costruzione di legami che riconoscono
la specificità e la differenza di identità
23. SIGNIFICATI
• INTEGRAZIONE
INCLUSIONE
• Guarda al singolo al.
Guarda tutti gli alunni
• Interviene prima sul sogg.
contesto,poi sul contesto
Interviene prima sul
sul soggetto
Incrementa una risposta
speciale
Trasforma la risposta speciale
in normalità
24. INCLUSIONE
• Processo che risponde alla variabilità degli
stili di apprendimento
• Promuove le risorse e le potenzialità di
ciascuno
• Implica cambiamenti nel contesto:nei
contenuti,nelle strutture, nelle metodologie
Attenzione alle diversità che incontrano
DIFFICOLTA’
25. Prima di effettuare l’iscrizione dell’alunno a scuola,
i genitori devono recarsi presso il Servizio Specialistico
dell’Infanzia e dell’Adolescenza (UFSMIA)e richiedere, su
istanza, la valutazione per il rilascio della:
1. Certificazione della situazione di handicap ai fini
scolastici (Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri n. 185 del 23 febbraio 2006, Regolamento
Regionale 8 marzo 2007 n. 6), da parte del Collegio
Medico competente
26. La certificazione consente di accedere agli interventi
educativi, assistenziali (es. servizio di trasporto
scolastico, di Assistenza per l’autonomia e la
comunicazione) e di sostegno previsti dalle vigenti
disposizioni di legge (L. 104/1992, art. 3, comma 5)
nel percorso di integrazione scolastica.
Chi la redige? La COMMISSIONE PER
L’ACCERTAMENTO DELLO STATO DI
DISABILITA’ DOPO CONSULENZA CON
L’EQUIPE UFSMIA DEL TERRITORIO
Quando? Il Collegio deve concludere il
procedimento di valutazione entro trenta giorni dalla
ricezione della domanda e comunque in tempo utile
alla formazione delle classi e l’inizio del nuovo anno
scolastico (da Ottobre a Marzo).
28. !
!
!
Nel 1992 è stata approvata la Legge n. 104/92, che agli articoli da 12 a 16 fissa i principi per una buona
qualità dell'integrazione scolastica:
Necessità di una diagnosi clinica, stesa da uno specialista sanitario, da cui
risulti la minorazione dell'alunno e di una diagnosi funzionale, redatta da
un'equipe di medici specialisti, psicologi ed assistenti sociali, da cui risultino
le capacità residue e le potenzialità da attivare (l'articolo 6 della stessa legge
garantisce la prevenzione, la diagnosi e la riabilitazione precoce gratuite ai
sensi della Legge sulla salute pubblica (23 dicembre 1978 n. 833) .
à
à Necessità di un profilo dinamico funzionale, redatto dalla stessa équipe
con in più gli insegnanti e la famiglia, cioè della descrizione di come le minorazioni e le capacità
reagiscono dopo un primo periodo di prova di inclusione .
!
à Necessità di un piano educativo individualizzato, redatto dallo stesso
gruppo, che comprende le linee generali del progetto didattico di inclusione scolastica e sociale, cioè
dei tre progetti collegati, quello di riabilitazione, quello sociale e quello scolastico. I professionisti di
ciascuno di questi tre campi elaborano, realizzano e verificano i rispettivi progetti .
28
29. !
!
P.D.F. E P.E.I.
Il Profilo Dinamico Funzionale e il Piano
Educativo Individualizzato (P.E.I.) sono
dunque per la Legge in questione i momenti
concreti in cui si esercita il diritto
all istruzione e all educazione dell alunno
con disabilità. Da ciò il rilievo che ha la
realizzazione di tali documenti, attraverso il
coinvolgimento dell amministrazione
scolastica, degli organi pubblici che hanno le
finalità della cura della persona e della
gestione dei servizi sociali ed anche delle
famiglie.
29
30. !
!
!
!
Sulla base del PEI, i professionisti delle singole
agenzie, ASL, Enti Locali e le Istituzioni scolastiche
formulano, ciascuna per proprio conto, i rispettivi
progetti personalizzati:
! il progetto riabilitativo, a cura dell ASL (L. n.
833/78 art 26);
! il progetto di socializzazione, a cura degli Enti
Locali (L. n. 328/00 art 14);
! il Piano degli studi personalizzato, a cura della
scuola (D.M.. 141/99, come modificato dall art. 5,
comma 2, del D.P.R. n. 81/09).
30
32. Piano educativo
individualizzato PEI
CHI LO FA
GLHO (INSEGNANTI-GENITORI-SANITA’SPECIALISTI VARI –DIRIGENTE)
QUANDO SI FA
Tra ottobre e dicembre di ogni anno scolastico
QUANDO SI VERIFICA
Tra naggio e giugno di ogni a.s. verifica intermedia
possibile
CHI DEVE PARTECIPARE
Genitori-insegnanti -educatori -dirigente –
neuropsichiatra-operatori e specialisti extra scolasticiassistente sociale
CHI PUO’ PARTECIPARE
Tutti coloro che si occupano direttamente della presa
in carico educativa dell’alunno
COSA SI FA
Si stabiliscono gli obiettivi educativi e didattici a breve
e medio termine , le metodologie le occasioni
formative e l’utilizzo di tecniche di insegnamento
specifiche .
QUAL’E’ IL RUOLO DEI GENITORI
Concordano gli obiettivi educativi ne discutono la
fattibilità
33. DIAGNOSI FUNZIONALE D.F.
CHI LA FA
NEUROPSICHIATRA SERVIZIO AZIENDA
SANITARIA UFSMIA
QUANDO SI FA
A SEGUUITO DELL’INDIVIDUAZIONE DI
DISABILITA’
QUANDO SI AGGIORNA
QUANDO SOPRAVVENGONO CAMBIAMENTI
DOVUTI ALLA PATOLOGIA SPECIFICA O ALL’ETA’
RINNOVO
AD OGNI PASSAGGIO DI ORDINE O GRADO
SCOLASTICO
PROFILO DINAMICO FUNZIONALE
CHI LO FA
GRUPPO LAVORO OPERATIVO
QUANDO
ENTRO 6 MESI DALL’INIZIO
DELL’ANNO SCOLASTICO
AGGIORNAMENTO
AD OGNI PASSAGGIO DI GRADO E
ORDINE
34. Tuttavia la legge stabilisce un
rapporto di 1:2
Insegnante alunni.....indipendentemente
dalla gravità ...
36. SCUSI, SIG.R MINISTRO, AVREI
UNA DOMANDA DA
PORRE…….http://
archivio.pubblica.istruzione.it/
comecambialascuola/faq.
36
37. G.L.H.O.
Gruppo di Lavoro Operativo sul singolo alunno
(G.L.H. Operativo): è una equipe
multidisciplinare costituita in ogni istituto
scolastico. (L.104/1992, art. 12 comma 5)
Composizione: presieduto dal Dirigente
Scolastico o suo delegato è composto dall’Unità
di Valutazione Multidisciplinare della A.S.L.
(D.P.R. 24.02.1994, art. 3), dagli insegnanti
curriculari e di sostegno ,dai familiari, da
esperti e/o da Associazione
38. Trasporti : è il Comune che si occupa di fornire il
servizio di trasporto speciale su richiesta della scuola o
della famiglia
39. Insegnante di sostegno
E’ assegnato come risorsa alla
classe e non al bambino. Il D.s. ne
distribuisce il monte orario
seguendo criteri di
continuità,tipologia di
disabilità,profilo esperienziale ed
attitudine.
Il rapporto sulle ore complessive
di servizio settimanali è 1 :2
secondo il decreto del 2008.
Possono essere richieste ore in
deroga nei casi di particolare e
comprovata gravità.
40. Assistente educativo
E’ una figura provvista spesso di
preparazione specialistica.
Provvede ad integrare il monte ore
scolastico e cura la parte più
strettamente educativa prevista nel
PEI. Di fatto il suo lavoro viene
Non può stare in compresenza con
insegnante di sostegno.
La sua presenza viene richoiesta
dal gruppo di lavoro di istituto.
Su Firenze il servizio viene
erogato dal Comune tramite
cooperative (Zenith-DI Vittorio)
41. Assistente di base: il collaboratore scolastico (ex
bidello) che assicura agli alunni con disabilità
l’assistenza di base relativa all’ausilio materiale
nell’accesso dalle aree esterne alle strutture
scolastiche, all’interno e nell’uscita da esse, nonché
per esigenze di particolare disagio, per l’attività di cura
alla persona nell’uso dei servizi igienici e nella cura
dell’igiene personale. Per tale mansione è previsto uno
specifico percorso formativo.
(C.C.N.L. Comparto Scuola 2006/09)
42. Equipe Valutazione
multidisciplinare
Unità di Valutazione (Equipe)
Multidisciplinare (U.V.M.) per
l’Integrazione Scolastica del Servizio
specialistico dell’Infanzia e
dell’adolescenza della A.S.L., è uno
strumento operativo per la valutazione
di bisogni sociosanitari di tipo
complesso (compresenza del bisogno
sanitario e sociale) finalizzato
all’individuazione, nell’ambito delle
risorse disponibili, degli interventi che
meglio rispondono alle effettive
esigenze della persona con disabilità.
.
Composizione: è composta dal medico
specialista nella disfunzione segnalata, dal
neuropsichiatra infantile, dal terapista della
riabilitazione, dagli operatori sociali in
servizio presso la A.S.L..
Competenze e funzioni: l’U.V.M. ha compiti
di informazione, prevenzione, diagnosi, cura e
riabilitazione, nonché di valutazione,
programmazione e verifica degli interventi
educativi, riabilitativi, d’integrazione
scolastica, sociale e lavorativa delle persone
con disabilità in situazione di svantaggio o in
carico ai servizi integrati territoriali.
43. GLHO-GLH-GLl
Gruppo di Studio e di Lavoro di
Istituto per l’integrazione scolastica
(G.L.H. di Istituto) è designato dal
Dirigente Scolastico presso ogni
circolo didattico ed istituto di scuola
secondaria di primo e secondo grado.
.
44. Laboratorio Ausili per
l'Apprendimento e la
Comunicazione
ASL 10 Firenze
Indirizzo: via San Felice a Ema
15
Città: Firenze 0
Tel: 055-2758019 Fax:
055-2758019
Email:
laboratorio.ausili@asf.toscana.it
Contatto: Dott. Mario Landi
45. Il C.R.E.D. AUSILIOTECA (Centro Risorse
Educative Didattiche) è un CENTRO di
CONSULENZA e DOCUMENTAZIONE di
AUSILI e SUSSIDI DIDATTICI specifici,
che si rivolge al mondo della SCUOLA per
favorire i processi di INTEGRAZIONE e
APPRENDIMENTO di alunne e alunni
DIVERSAMENTE ABILI o in CONDIZIONI
DI SVANTAGGIO.
46. I laboratori ausili
informatici ed elettronici
per disabili sono
strutture pubbliche
senza fini di lucro. Si
rivolgono ad utenti
dell’età evolutiva ed
adulti ed offrono la loro
consulenza nelle aree
della comunicazione,
dell’apprendimento e
dell’autonomia.
47. : L ORGANIZZAZIONE
1. Il ruolo degli Uffici Scolastici Regionali
Il decentramento avvenuto nell ultimo decennio e
la conseguente assunzione di responsabilità da
parte degli organi decentrati - nell ambito delle
materie ad essi attribuite - fa assumere agli Uffici
Scolastici Regionali un ruolo strategico ai fini
della pianificazione/programmazione/ governo
delle risorse e delle azioni a favore dell inclusione
scolastica degli alunni disabili.
Criticita : scollamento completo tra normative e
direttive e risorse –problemi reali
47
49. Legge 08.10.10 n 170
Disposizioni per alunni con disturbi di apprendimento
Riconoscimento disturbi specifici
apprendimento :,dislessia,disgrafia,disortografia,discalcu
lia
Diagnosi da servizi specialistici
Misure educative e didattiche di
supporto
50. DSA
Misure compensative:tabelle,alfabetieri,tavola
pitagorica,calcolatrice,registratore, computer con programmi di
videoscrittura,correttore ortografico,sintesi vocale…
Strumenti dispensativi:dispensa dalla lettura ad alta
voce,scrittura sotto dettatura,uso del vocabolario,studio
mnemonico delle tabelline,dispensa dello studio della lingua
strniera in forma scritta, programmazione di tempi più lunghi per
prove scritte,interrogazioni programmate,valutazioni delle prove
scritte e orali che tengano conto del contenuto e non della forma
51. DSA
Misure compensative:tabelle,alfabetieri,tavola
pitagorica,calcolatrice,registratore, computer con programmi di
videoscrittura,correttore ortografico,sintesi vocale…
Strumenti dispensativi:dispensa dalla lettura ad alta
voce,scrittura sotto dettatura,uso del vocabolario,studio
mnemonico delle tabelline,dispensa dello studio della lingua
strniera in forma scritta, programmazione di tempi più lunghi per
prove scritte,interrogazioni programmate,valutazioni delle prove
scritte e orali che tengano conto del contenuto e non della forma
53. Alunni con Bisogni Educativi
Speciali
• gli ALUNNI che hanno qualche
difficoltà nel loro percorso evolutivoapprenditivo ,i cui bisogni educativi
normali incontrano maggiore
complessità nel trovare risposte
adeguate al loro human functioning:
alunni con handicap,migranti, con
DSA, svantaggiati…..
54. Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca
STRUMENTI D INTERVENTO PER ALUNNI CON
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE
TERRITORIALE PER L INCLUSIONE SCOLASTICA
!
!
B .E.S.
Quando la scuola si impegna
per dare una buona educazione
e istruzione a tutti, si dice che
fa Inclusione Scolastica.
54
55. Conclusioni …
La scuola è un sistema ad altissima complessita’.La sfida che ha è ancora più
complessa: educare persone, ed in questo non può essere lasciata sola.
L’inclusione è un processo che necessita dell’impegno fattivo e non solo formale di
tutti gli attori coinvolti nel processo di presa in carico .
Non ci possono essere ricette calate dall’alto. Funzionano le alleanze educative che
sinergicamente lavorano intorno ad un bambino, al suo ambiente e nel suo
territorio.
Educare un individuo al meglio delle sue potenzialità ,in una prospettiva di
acquisizione di abilità adattive che consentano al bambino,il ragazzo e poi all’ uomo
il raggiungimento del massimo livello di autonomia possibile.
56. Fin da quando, negli anni 1898-1900, mi dedicai
all’istruzione dei fanciulli deficienti, credetti
d’intuire che quei metodi non erano soltanto un
tentativo per aiutare gli idioti, ma contenevano
principi di educazione più razionale di quelli in uso:
tanto che perfino una mentalità inferiore poteva
divenire suscettibile di sviluppo. Questa intuizione
divenne la mia idea dopo che ebbi abbandonato la
scuola dei deficienti e a poco a poco acquistai il
convincimento che metodi consimili applicati ai
fanciulli normali avrebbero sviluppato la loro
personalità in un modo sorprendente.”
Maria Montessori
La scoperta del bambino