2. Biografia
Luigi Galvani nacque il 9 settembre del 1737 a Bologna. Da Domenico
Galvani e Barbara Foschi, giovane donna di buona famiglia
bolognese. Galvani e il suo fratellastro maggiore, Francesco,
trascorsero un'infanzia serena e piuttosto agiata, di cui si hanno
poche notizie, in una casa della via oggi detta via Guglielmo Marconi a
Bologna.
Già dalle sue prime esperienze studentesche appare il suo
orientamento di vita: egli rimase sempre un convinto sostenitore dei
valori cristiani su cui si fondava la sua educazione, ma ebbero su di
lui grande influenza alcune idee illuministe, come l'importanza
fondamentale attribuita al metodo sperimentale nell'indagine sulla
natura e l'idea che il sapere dovesse avere come fine l'utile della
società.
3. Gli studi di medicina
Mentre Francesco Galvani venne avviato allo studio del diritto
canonico per poi intraprendere con successo la carriera di
avvocato, Luigi Galvani si iscrisse alla facoltà di Medicina e
Filosofia.
Galvani iniziò a frequentare la Scuola di Medicina dell'Università di
Bologna nel 1754, laureandosi cinque anni dopo. In quegli anni, il
professore e maestro della Facoltà di Medicina era Jacopo
Bartolomeo Beccari,che accanto alla medicina tradizionale,
proponeva ai suoi studenti le scoperte degli scienziati più recenti.
Decisiva nella sua formazione universitaria fu anche l'influenza
di Domenico Gusmano Galeazzi, professore di Fisica
Medica dell'Istituto e futuro suocero di Galvani,e anche Giovanni
Antonio Galli.
Questi tre personaggi ebbero un’influenza decisiva nella
formazione universitaria di Galvani.
4. « qualcuno di quegli emolumenti
che la pratica medica gli avrebbe
potuto somministrare. »
(Luigi Galvani)
5. Dopo aver frequentato l'Università e l'Istituto delle scienze a
Bologna, Galvani cominciò a recarsi negli ospedali cittadini per
apprendere la pratica medica. In quel periodo a Bologna erano attivi
nove ospedali: Galvani frequentò quello di Santa Maria della Morte,
dove fece richiesta per diventare assistente, privilegio concesso
solo agli studenti migliori del corso di Medicina che avevano
terminato il corso di studi ma non avevano ancora conseguito la
laurea.
La sua richiesta fu respinta, ma fortunatamente qualche anno dopo
(nel 1764) gli fu concesso di diventare sostituto del suo maestro,
Giovanni Antonio Galli, che operava presso il Sant'Orsola. Dopo
aver conseguito, nel luglio 1759, il titolo di dottore in Filosofia e
Medicina, Galvani si trovò di fronte ad un bivio, dovendo scegliere
fra l'esercizio della professione medica e la possibilità di diventare
insegnante universitario.
Carriera Accademica
6. Grazie alla raccomandazione avuta dal
fratellastro Francesco, nel 1762 Galvani
entrò nell'Accademia dei Vari, ambiente
che contribuì ad arricchire le sue doti di
oratore e di ricercatore e che gli
permise di conoscere esponenti della
nobiltà che furono determinanti per la
sua carriera accademica.
Nel 1782 Galvani ottenne un altro
prestigioso incarico: infatti, pochi giorni
dopo la morte di uno dei suoi mentori,
Giovanni Antonio Galli, l'Assunteria del
collegio benedettino lo incaricò di
prendere il suo posto come professore
di Ostetricia. Una novità assoluta
rispetto al ruolo ricoperto in precedenza
(Galvani era professore di Anatomia).
7. Lo studio dell’elettricità
animale
Gli studi per i quali Galvani è maggiormente ricordato riguardano la
cosiddetta elettricità animale. Gli anni '80 furono cruciali per la sua
attività scientifica: nel triennio 1780-1783 Galvani passava oltre sedici
giorni al mese rinchiuso nel suo laboratorio, circondato da assistenti
e personaggi autorevoli, come Francesco Sacchetti e Sebastiano
Canterzani, e affiancato dalla moglie Lucia (alcuni attribuiscono a lei
la scoperta del movimento nelle gambe delle rane). La scelta
della rana come cavia per gli esperimenti scientifici non deve stupire:
questa era, infatti, un animale comunemente usato in laboratorio,
anche da scienziati illustri di poco precedenti come Marcello Malpighi.
Le notizie riguardanti i dettagli dell'esperimento vengono fornite da
Galvani stesso, che nel 1792 pubblicò il De viribus electricitatis in
motu muscolari, un opuscolo in cui erano illustrati tutti i processi che
portarono alla scoperta dell'elettricità animale.
8. L’esperimento
Alcuni fisiologi avevano mostrato
sperimentalmente che uno stimolo
applicato a un nervo causa la
contrazione del muscolo ad esso
collegato; Galvani stesso si accorse
del fenomeno per la prima volta nel
1790, mentre dissezionava una rana.
Egli scrisse infatti:
9. « Dissecai una rana, la preparai e la collocai
sopra una tavola sulla quale c'era una
macchina elettrica, dal cui conduttore era
completamente separata e collocata a non
breve distanza; mentre uno dei miei assistenti
toccava per caso leggermente con la punta di
uno scalpello gli interni nervi crurali di questa
rana, a un tratto furono visti contrarsi tutti i
muscoli degli arti come se fossero stati presi
dalle più veementi convulsioni tossiche. A un
altro dei miei assistenti che mi era più vicino,
mentre stavo tentando altre nuove esperienze
elettriche, parve dì avvertire che il fenomeno
succedesse proprio quando si faceva
scoccare una scintilla dal conduttore della
macchina. Ammirato dalle novità della cosa,
subito avvertì me che ero completamente
assorto e meco stesso d'altre cose ragionavo.
Mi accese subito un incredibile desiderio di
ripetere l'esperienza e di portare in luce ciò
che di occulto c'era ancora nel fenomeno. »
(Luigi Galvani)
10. Conclusioni
Galvani ipotizzò quindi una relazione fra elettricità e vita, e decise di
continuare a condurre esperimenti sulle rane, osservando il movimento
dei muscoli in relazione alla carica elettrostatica con cui venivano
toccati. Galvani ipotizzò l'esistenza di una relazione fra elettricità e vita,
definita “elettricità intrinseca all'animale” che produce la contrazione
dei muscoli, che, oltre ad essere dei rivelatori sensibilissimi, erano dei
"serbatoi" di elettricità. Questa idea fu accolta con entusiasmo da molti
fisiologi, ma incontrò la ferrea opposizione di altri colleghi,
come Alessandro Volta, all'epoca stimato professore di fisica presso
l'Università di Pavia. Volta credeva infatti che le contrazioni dei muscoli
non fossero causate dall'elettricità presente nell'animale, ma fossero
dovute ad un'irritazione' dei nervi; mentre Galvani pensava che
l'elettricità venisse prodotta – e trasmessa – dal cervello e controllata
attraverso i nervi. Nonostante l'aspra polemica, entrambi i contendenti
avevano ragione: gli studi di Galvani furono fondamentali per
l'invenzione della pila chimica e introdussero il concetto di 'segnali
nervosi', mentre Volta costruì la pila voltaica.