2. VITA E OPERE
Galileo Galilei nasce a Pisa il 15 febbraio del 1564, dal
fiorentino Vincenzo Galilei e da Giulia degli Ammannati.
Nel 1574 la famiglia lascia Pisa e si trasferisce a Firenze.
Nonostante ciò Galileo si immatricola all'Università di Pisa
per studiare medicina, seguendo il desiderio del padre.
Nel 1592, ottiene una cattedra di matematica (geometria e
astronomia) all'Università di Padova, dove rimarrà fino al
1610. È in questo periodo che comincia ad orientarsi verso
la teoria copernicana del moto planetario.
Poco dopo conosce Marina Gamba, che gli darà tre figli.
Nel 1604 osserva una Supernova comparsa in cielo
durante l'autunno e conduce alcuni esperimenti sul
pendolo, durante uno studio sul moto accelerato.
3. VITA E OPERE
IL TELESCOPIO
Nel 1609, mentre Keplero pubblica la sua "Nuova
astronomia", che contiene le prime due leggi del moto
planetario, Galileo comincia ad interessarsi ad un
nuovo strumento, costruito in Olanda: il telescopio. Dopo
aver apportato ad esso dei miglioramenti, ne presenta al
Senato di Venezia un esemplare, al quale dà il nome
di "perspicillum".
A Padova, con il nuovo strumento, Galileo compie una serie
di osservazioni della Luna e osserva delle "piccole stelle"
luminose vicine a Giove. Nel marzo 1610, rivela
nel "Sidereus Nuncius"che si tratta di quattro satelliti di
Giove.
La scoperta di un centro del moto che non fosse la Terra
comincia a minare alla base la teoria tolemaica del cosmo.
4. VITA E OPERE
Negli anni successivi, si accende una disputa intorno alle
sue scoperte; l'interpretazione che ne dà lo scienziato
confuta la teoria tolemaica del moto, adottata
ufficialmente nel mondo scientifico e religioso dell'epoca, e
conferma invece la teoria copernicana.
Nell'aprile del 1630, Galileo termina di scrivere il "Dialogo
sui due massimisistemi del mondo ". Papa Urbano VIII,
esaminato il "Dialogo", ne proibisce la distribuzione e fa
istituire dall'Inquisizione un processo contro Galileo. Lo
scienziato, già anziano e malato, viene chiamato a Roma
nel 1633, dove viene processato e gli viene richiesto di
abbandonare la teoria copernicana. Imprigionato e
minacciato di tortura, Galileo viene costretto ad abiurare
pubblicamente e viene condannato alla prigione a vita, ma
poi gli viene concesso di scontare la pena nella sua villa di
Arcetri, vicino a Firenze dove muore, malato e ormai cieco,
l'8 gennaio 1642.
5. IL METODO SCIENTIFICO
Con Galileo Galilei iniziarono le cosiddette scienze sperimentali, cioè
basate su esperimenti. Per questa ragione il metodo da lui
impiegato fu detto metodo scientifico sperimentale.
Questo metodo consiste:
▪ nell'osservazioneattenta di un fenomeno, nel chiedersi quali ne
siano le cause, nel raccogliere tutte le informazioni e i dati che
possono essere utili;
▪ nella formulazionedi un'ipotesi, cioè di una possibile risposta
alle domande che lo scienziato si è posto;
▪ nel fare esperimenti sull'ipotesi;
▪ nel verificare tramite gli esperimenti che le ipotesi sono giuste;
▪ nel trarre delle conclusioni dagli esperimenti condotti. In altre
parole, se l'ipotesi è corretta, egli formula una legge o teoria che
sia in grado di spiegare il fenomeno esaminato. Se, invece,
l'ipotesi non è corretta dovrà rivederla, eventualmente
formulando una nuova ipotesi.
7. Tributo
encomiastico
• Il trattato si apre con la lettera al
gran duca di Toscana Cosimo De
Medici. Galilei spiega come il ricordo
di un uomo di valore negli anni sia
statoincanalato prima attraverso il
riferimento ad immaginilegate
alla sfera terrestre per poi passare
alla sfera celeste. Lo stessoGalilei
dedicherà la scopertadei quattro
satelliti di Giove al duca,
denominandoli astri medicei.
8. Il cannocchiale
• La scrittura del trattatodipende interamente
da un prezioso strumento il cannocchiale.La
leggenda vuole che Galileientrò in contatto
con un costruttore di occhialiolandese, il
quale mise a punto una lente che
permetteva di ingrandire la visione degli
oggetti. Partendo da questa lente Galilei
costruì il cannocchiale.
9. Contenuto del
trattato (luna)
• Nel trattatoGalilei raccontadelle sue
vedute effettuate mediante il telescopio.
Una delle scoperte più importantiche
queste vedute portarono fu il
riconoscimento della strutturairregolare
della luna, la cui forma era creduta
perfettamente sferica, sfatando così anche
il mito dei corpi celesti compostida etere(
macchie lunari irregolari ). Le osservazioni
della luna portano inoltre alla spiegazione
del fenomeno della luna piena e del caso in
cui essa si presenta in una forma
falciforme.
10. Contenuto (stelle)
• Attraverso l'osservazione di queste
ultime scoprì che al cannocchiale
risultano più piccole rispetto ai
pianeti a causa della distinzione
dell'effettiva massa della stella
dalla corona circolare luminosa di
cui gode che ci permetta l'effettiva
visione di esse ad occhio nudo. Oltre
a questo osservò la Via Lattea
stabilendo che essa era compostada
innumerevoli stelle.
11. Conclusione
• Nella conclusione del trattato
Galileo spiega come la scoperta
degli astri medicei ( i quali
ruotano attorno a Giove ),
giustifica la rotazione della terra
attorno al sole, smentendo i
dubbi dovuti alla rotazione della
luna attorno a quest'ultima.
12. Rapporto
scienza fede
• Galilei si configura come scienziato e
uomo di fede, secondo il suo parere
la natura oggetto delle scienze e la
bibbia derivano entrambe da Dio,
pertanto eventuali contrasti sono
solo apparenti e dovuti ad un'errata
interpretazione della Bibbia la quale
in tal caso andrebbe aggiornata,
dato che l'incongruenza con la verità
scientifica non farebbe che metterne
in dubbio la validità.
14. IL SAGGIATORE
Il trattato nasce da una disputa tra Galileo e Orazio
Grassi sull'origine di tre comete che nell’autunno
del 1618 erano apparse, divenendo oggetto di
discussione da parte di scienziati e filosofi.
Il sacerdote gesuita Orazio Grassi nel 1619 pubblica
un trattato, De tribus cometis anni MDCXVIII disputatio
astronomica, proponendo una spiegazione a questo
fenomeno. Galileo risponde tramite un suo
discepolo, Mario Guiducci, col Discorso delle comete.
Padre Grassi sempre nel 1619, sotto lo pseudonimo di
Lotario Sarsi, replica con la Libra astronomica.
Galileo controbatte infine con il Saggiatore, in
opposizione alla Libra.
15. IL SAGGIATORE
Il titolo dell'opuscolo deriva dalla bilancia di precisione, il
"saggiatore" appunto, con la quale gli orefici pesano l'oro, in
contrapposizione alla grossolana "libra", con la quale Grassi,
secondo il parere di Galileo, pesa le opinioni. Con questo titolo
vuole dunque sottolineare il fatto di essere più preciso del
sacerdote e di avere ragione.
Eppure, l'ipotesi di Galileo che le comete fossero delle apparenze
dovute ai raggi solari era sbagliata, mentre Grassi, correttamente,
affermava che esse erano corpi celesti.
Tuttavia Galileo aveva ragione nel sostenere che non era la
scienza libresca di Grassi quella giusta, in quanto non fondata
sulle esperienze, bensì sui libri degli antichi e sull'astrazione.
Galileo invece si basava sul suo nuovo metodo scientifico,
basato sull'osservazione e la sperimentazione, di cui Il
Saggiatorefornisce per la prima volta le linee programmatiche.
16. Celeberrima, in quest’ottica, è la metafora del “libro della natura”:
esso sarebbe costituito, secondo Galilei, non da carta - come pare
intendere Sarsi - bensì da “triangoli, cerchi ed altre figure geometriche”,
e solo chi capisce di matematica può essere in grado di leggerlo
adeguatamente. Per questo motivo Il Saggiatore è di grande rilevanza
nella fondazione del moderno concetto di scienza.
Galileo dedicò a nome di tutti gli Accademici dei Lincei il trattato al
nuovo papa Urbano VIII nel 1623. Noto per l'apertura alle arti e alla
scienza, papa Barberini mostrò di gradire molto il contenuto dell'opera.
Dal punto di vista letterario, è considerato l'opera più elegante e
effervescente di Galileo, quella in cui si fondono maggiormente il suo
amore per la scienza, per la verità e la sua arguzia di polemista.
IL SAGGIATORE
17. IL DIALOGO SOPRA I DUE
MASSIMI SISTEMI DEL
MONDO
Tolemaico e Copernicano
18. PRESUPPOSTI STRUTTURALI
• L'opera, strutturata in forma dialogica, riferisce
un'immaginaria conversazione avvenuta in quattro giornate a
Venezia, nel palazzo del nobile Giovan Francesco Sagredo
durante il periodo in cui Galilei insegnava a Padova (cioè dopo
il 1592). I tre interlocutori sono Sagredo (1571-1620) (amico e
ammiratore di Galilei), Filippo Salviati (1583-1614),discepolo
fiorentino dello scienziato, che sostiene la teoria copernicana,
e Simplicio, un personaggio di fantasia - che porta il nome di un
erudito commentatore di Aristotele vissuto nel VI secolo d.C.
(sostenitore del geocentrismo).
• L'opera vuole confrontare la teoria tolemaica e quella
copernicana allo scopo di affermare in modo definitivo la
superiorità della seconda.
19. STRUTTURADIALOGICA
• La scelta del dialogo è ispirata ai modelli
illustri di Platone, di Cicerone e dei grandi
"umanisti" classici; essa permette di
esporre complessi argomenti scientifici in
forma immediata e piacevole anche per
un pubblico non specialistico.
• La struttura dialogica si presta assai più
del trattato ad una nuova
rappresentazione pubblica del sapere
scientifico in chiave moderna e proto-
divulgativa (perlomeno in ambito
scientifico).
• L'opera è strutturata in quattro giornate.
20. CONTENUTI
DELL'OPERA
• PROEMIO: introduzione degli argomential
possibile lettore dell'opera;
• 1° GIORNATA: è dedicata alla sistematica
confutazione della visione aristotelica dell'universo
In particolare la rigida distinzione tra mondo
celeste perfetto e immutabile, e mondo terrestre,
corruttibile e mutevole;
• 2° GIORNATA: si apre con i dubbi di Simplicio e con
una serrata critica al principio di autorità sostenuto
dagli aristotelici. L'argomento principale verte poi
intorno al movimento diurno della Terra, che non
viene dimostrato apertamente ma suggerito come
altamente probabile attraverso la confutazione
delle obiezioni;
21. CONTENUTI
DELL' OPERA
• 3° GIORNATA: La terza giornata è dedicata alla
discussione del moto di rivoluzione terrestre e
afferma l'importanza dell'osservazione diretta;
• ULTIMA GIORNATA: Galilei presenta
l'argomento delle maree come prova principe
per confutare la teoria tolemaica, ma ne
fornisce una spiegazione errata
scientificamente.
23. LE EPISTOLE
L'epistolario galileiano è costituito da oltre 400 lettere scritte fra il
1588 e il dicembre del 1641, e comprende sia i testi destinati ad
un'ampia diffusione, sia la corrispondenza privata, indirizzata a
familiari e amici; i primi consentono di seguire o di verificare il
pensiero di Galileo; la seconda, di conoscere e di comprendere le
vicende personali e la profonda umanità dello scienziato.
Di indiscutibile valore sono le quattro lettere conosciute sotto il
nome di "copernicane", dirette: una al discepolo Benedetto
Castelli (1613), due a monsignor Piero Dini (1615) e una a Cristina
di Lorena, madre del granduca di Toscana Cosimo II (1615). In esse
Galileo affronta il tema del rapporto fra scienza e Sacre
Scritture: rivendica l'autonomia della scienza, dimostra come i
testi sacri siano inadeguati - per il linguaggio e per i fini diversi che
si propongono - a trattare con il necessario rigore le questioni
scientifiche, e propone una mediazione.
24. LE EPISTOLE
Particolarmente interessanti e significative sono le
epistole successive al 1633, anno in cui il decreto del
Sant'Uffizio impediva a Galileo, confinato ad Arcetri,
di avere contatti con l'esterno: le lettere divennero
allora l'unico mezzo con il quale, eludendo
la vigilanza dell'Inquisizione, egli poté mantenere
viva una fitta rete di relazioni intellettuali ed umane
con le menti più aperte della cultura europea.
In esse è possibile apprezzare, oltre alla dottrina,
l'eccellenza della prosa galileiana, brillante, chiara
ed efficace, nonché la particolare attenzione
riservata alle scelte linguistiche: era infatti
convinzione di Galileo che il sapere scientifico fosse
divulgabile e trasmissibile anche ai non specialisti
sia attraverso il dialogo, sia per mezzo dell'epistola.
25. PRIMA LETTERA COPERNICANA
❖ Indirizzata a Benedetto Castelli il 21 dicembre 1613, Galilei esprime
in forma compiuta ed efficace la propria posizione riguardo alla
delicata questione del rapporto tra fede e verità scientifica.
❖ L'antefatto del testo si riferisce a una discussione, svoltasi presso la
corte toscana, nel corso della quale il benedettino Castelli
aveva sostenuto le posizioni di Galilei contro le obiezioni di
Cosimo Boscaglia, un professore di filosofia di Pisa, e contro le
perplessità della granduchessa Cristina di Lorena legate
alle contraddizioni tra teoria copernicana e Sacre Scritture. Avuta
la notizia della disputa, Galilei ne trae spunto per sistematizzare
la propria posizione riguardo ai presunti contrastifra ciò che
viene rivelato dall'osservazione della naturae ciò che è trasmesso
nella Bibbia.
❖ Galilei vuole coniugare scienza e fede perché la natura creata da
Dio offre all'uomo la possibilità di comprenderla attraverso
l'utilizzo del metodo scientifico-sperimentale.