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GALILEO
GALILEI
AlessioMarziale,MatteoDelliRocioli,RenéConvertini, Daniele Dirodi, RiccardoPicciuto
"Io stimo più il trovar un vero,
benché di cosa leggiera, che 'l
disputar lungamente delle
massime questioni senza
conseguir verità nissuna."
VITA E OPERE
Galileo Galilei nasce a Pisa il 15 febbraio del 1564, dal
fiorentino Vincenzo Galilei e da Giulia degli Ammannati.
Nel 1574 la famiglia lascia Pisa e si trasferisce a Firenze.
Nonostante ciò Galileo si immatricola all'Università di Pisa
per studiare medicina, seguendo il desiderio del padre.
Nel 1592, ottiene una cattedra di matematica (geometria e
astronomia) all'Università di Padova, dove rimarrà fino al
1610. È in questo periodo che comincia ad orientarsi verso
la teoria copernicana del moto planetario.
Poco dopo conosce Marina Gamba, che gli darà tre figli.
Nel 1604 osserva una Supernova comparsa in cielo
durante l'autunno e conduce alcuni esperimenti sul
pendolo, durante uno studio sul moto accelerato.
VITA E OPERE
IL TELESCOPIO
Nel 1609, mentre Keplero pubblica la sua "Nuova
astronomia", che contiene le prime due leggi del moto
planetario, Galileo comincia ad interessarsi ad un
nuovo strumento, costruito in Olanda: il telescopio. Dopo
aver apportato ad esso dei miglioramenti, ne presenta al
Senato di Venezia un esemplare, al quale dà il nome
di "perspicillum".
A Padova, con il nuovo strumento, Galileo compie una serie
di osservazioni della Luna e osserva delle "piccole stelle"
luminose vicine a Giove. Nel marzo 1610, rivela
nel "Sidereus Nuncius"che si tratta di quattro satelliti di
Giove.
La scoperta di un centro del moto che non fosse la Terra
comincia a minare alla base la teoria tolemaica del cosmo.
VITA E OPERE
Negli anni successivi, si accende una disputa intorno alle
sue scoperte; l'interpretazione che ne dà lo scienziato
confuta la teoria tolemaica del moto, adottata
ufficialmente nel mondo scientifico e religioso dell'epoca, e
conferma invece la teoria copernicana.
Nell'aprile del 1630, Galileo termina di scrivere il "Dialogo
sui due massimisistemi del mondo ". Papa Urbano VIII,
esaminato il "Dialogo", ne proibisce la distribuzione e fa
istituire dall'Inquisizione un processo contro Galileo. Lo
scienziato, già anziano e malato, viene chiamato a Roma
nel 1633, dove viene processato e gli viene richiesto di
abbandonare la teoria copernicana. Imprigionato e
minacciato di tortura, Galileo viene costretto ad abiurare
pubblicamente e viene condannato alla prigione a vita, ma
poi gli viene concesso di scontare la pena nella sua villa di
Arcetri, vicino a Firenze dove muore, malato e ormai cieco,
l'8 gennaio 1642.
IL METODO SCIENTIFICO
Con Galileo Galilei iniziarono le cosiddette scienze sperimentali, cioè
basate su esperimenti. Per questa ragione il metodo da lui
impiegato fu detto metodo scientifico sperimentale.
Questo metodo consiste:
▪ nell'osservazioneattenta di un fenomeno, nel chiedersi quali ne
siano le cause, nel raccogliere tutte le informazioni e i dati che
possono essere utili;
▪ nella formulazionedi un'ipotesi, cioè di una possibile risposta
alle domande che lo scienziato si è posto;
▪ nel fare esperimenti sull'ipotesi;
▪ nel verificare tramite gli esperimenti che le ipotesi sono giuste;
▪ nel trarre delle conclusioni dagli esperimenti condotti. In altre
parole, se l'ipotesi è corretta, egli formula una legge o teoria che
sia in grado di spiegare il fenomeno esaminato. Se, invece,
l'ipotesi non è corretta dovrà rivederla, eventualmente
formulando una nuova ipotesi.
IL SIDEREUS
NUNCIUS
Tributo
encomiastico
• Il trattato si apre con la lettera al
gran duca di Toscana Cosimo De
Medici. Galilei spiega come il ricordo
di un uomo di valore negli anni sia
statoincanalato prima attraverso il
riferimento ad immaginilegate
alla sfera terrestre per poi passare
alla sfera celeste. Lo stessoGalilei
dedicherà la scopertadei quattro
satelliti di Giove al duca,
denominandoli astri medicei.
Il cannocchiale
• La scrittura del trattatodipende interamente
da un prezioso strumento il cannocchiale.La
leggenda vuole che Galileientrò in contatto
con un costruttore di occhialiolandese, il
quale mise a punto una lente che
permetteva di ingrandire la visione degli
oggetti. Partendo da questa lente Galilei
costruì il cannocchiale.
Contenuto del
trattato (luna)
• Nel trattatoGalilei raccontadelle sue
vedute effettuate mediante il telescopio.
Una delle scoperte più importantiche
queste vedute portarono fu il
riconoscimento della strutturairregolare
della luna, la cui forma era creduta
perfettamente sferica, sfatando così anche
il mito dei corpi celesti compostida etere(
macchie lunari irregolari ). Le osservazioni
della luna portano inoltre alla spiegazione
del fenomeno della luna piena e del caso in
cui essa si presenta in una forma
falciforme.
Contenuto (stelle)
• Attraverso l'osservazione di queste
ultime scoprì che al cannocchiale
risultano più piccole rispetto ai
pianeti a causa della distinzione
dell'effettiva massa della stella
dalla corona circolare luminosa di
cui gode che ci permetta l'effettiva
visione di esse ad occhio nudo. Oltre
a questo osservò la Via Lattea
stabilendo che essa era compostada
innumerevoli stelle.
Conclusione
• Nella conclusione del trattato
Galileo spiega come la scoperta
degli astri medicei ( i quali
ruotano attorno a Giove ),
giustifica la rotazione della terra
attorno al sole, smentendo i
dubbi dovuti alla rotazione della
luna attorno a quest'ultima.
Rapporto
scienza fede
• Galilei si configura come scienziato e
uomo di fede, secondo il suo parere
la natura oggetto delle scienze e la
bibbia derivano entrambe da Dio,
pertanto eventuali contrasti sono
solo apparenti e dovuti ad un'errata
interpretazione della Bibbia la quale
in tal caso andrebbe aggiornata,
dato che l'incongruenza con la verità
scientifica non farebbe che metterne
in dubbio la validità.
IL SAGGIATORE
IL SAGGIATORE
Il trattato nasce da una disputa tra Galileo e Orazio
Grassi sull'origine di tre comete che nell’autunno
del 1618 erano apparse, divenendo oggetto di
discussione da parte di scienziati e filosofi.
Il sacerdote gesuita Orazio Grassi nel 1619 pubblica
un trattato, De tribus cometis anni MDCXVIII disputatio
astronomica, proponendo una spiegazione a questo
fenomeno. Galileo risponde tramite un suo
discepolo, Mario Guiducci, col Discorso delle comete.
Padre Grassi sempre nel 1619, sotto lo pseudonimo di
Lotario Sarsi, replica con la Libra astronomica.
Galileo controbatte infine con il Saggiatore, in
opposizione alla Libra.
IL SAGGIATORE
Il titolo dell'opuscolo deriva dalla bilancia di precisione, il
"saggiatore" appunto, con la quale gli orefici pesano l'oro, in
contrapposizione alla grossolana "libra", con la quale Grassi,
secondo il parere di Galileo, pesa le opinioni. Con questo titolo
vuole dunque sottolineare il fatto di essere più preciso del
sacerdote e di avere ragione.
Eppure, l'ipotesi di Galileo che le comete fossero delle apparenze
dovute ai raggi solari era sbagliata, mentre Grassi, correttamente,
affermava che esse erano corpi celesti.
Tuttavia Galileo aveva ragione nel sostenere che non era la
scienza libresca di Grassi quella giusta, in quanto non fondata
sulle esperienze, bensì sui libri degli antichi e sull'astrazione.
Galileo invece si basava sul suo nuovo metodo scientifico,
basato sull'osservazione e la sperimentazione, di cui Il
Saggiatorefornisce per la prima volta le linee programmatiche.
Celeberrima, in quest’ottica, è la metafora del “libro della natura”:
esso sarebbe costituito, secondo Galilei, non da carta - come pare
intendere Sarsi - bensì da “triangoli, cerchi ed altre figure geometriche”,
e solo chi capisce di matematica può essere in grado di leggerlo
adeguatamente. Per questo motivo Il Saggiatore è di grande rilevanza
nella fondazione del moderno concetto di scienza.
Galileo dedicò a nome di tutti gli Accademici dei Lincei il trattato al
nuovo papa Urbano VIII nel 1623. Noto per l'apertura alle arti e alla
scienza, papa Barberini mostrò di gradire molto il contenuto dell'opera.
Dal punto di vista letterario, è considerato l'opera più elegante e
effervescente di Galileo, quella in cui si fondono maggiormente il suo
amore per la scienza, per la verità e la sua arguzia di polemista.
IL SAGGIATORE
IL DIALOGO SOPRA I DUE
MASSIMI SISTEMI DEL
MONDO
Tolemaico e Copernicano
PRESUPPOSTI STRUTTURALI
• L'opera, strutturata in forma dialogica, riferisce
un'immaginaria conversazione avvenuta in quattro giornate a
Venezia, nel palazzo del nobile Giovan Francesco Sagredo
durante il periodo in cui Galilei insegnava a Padova (cioè dopo
il 1592). I tre interlocutori sono Sagredo (1571-1620) (amico e
ammiratore di Galilei), Filippo Salviati (1583-1614),discepolo
fiorentino dello scienziato, che sostiene la teoria copernicana,
e Simplicio, un personaggio di fantasia - che porta il nome di un
erudito commentatore di Aristotele vissuto nel VI secolo d.C.
(sostenitore del geocentrismo).
• L'opera vuole confrontare la teoria tolemaica e quella
copernicana allo scopo di affermare in modo definitivo la
superiorità della seconda.
STRUTTURADIALOGICA
• La scelta del dialogo è ispirata ai modelli
illustri di Platone, di Cicerone e dei grandi
"umanisti" classici; essa permette di
esporre complessi argomenti scientifici in
forma immediata e piacevole anche per
un pubblico non specialistico.
• La struttura dialogica si presta assai più
del trattato ad una nuova
rappresentazione pubblica del sapere
scientifico in chiave moderna e proto-
divulgativa (perlomeno in ambito
scientifico).
• L'opera è strutturata in quattro giornate.
CONTENUTI
DELL'OPERA
• PROEMIO: introduzione degli argomential
possibile lettore dell'opera;
• 1° GIORNATA: è dedicata alla sistematica
confutazione della visione aristotelica dell'universo
In particolare la rigida distinzione tra mondo
celeste perfetto e immutabile, e mondo terrestre,
corruttibile e mutevole;
• 2° GIORNATA: si apre con i dubbi di Simplicio e con
una serrata critica al principio di autorità sostenuto
dagli aristotelici. L'argomento principale verte poi
intorno al movimento diurno della Terra, che non
viene dimostrato apertamente ma suggerito come
altamente probabile attraverso la confutazione
delle obiezioni;
CONTENUTI
DELL' OPERA
• 3° GIORNATA: La terza giornata è dedicata alla
discussione del moto di rivoluzione terrestre e
afferma l'importanza dell'osservazione diretta;
• ULTIMA GIORNATA: Galilei presenta
l'argomento delle maree come prova principe
per confutare la teoria tolemaica, ma ne
fornisce una spiegazione errata
scientificamente.
LE EPISTOLE
LE EPISTOLE
L'epistolario galileiano è costituito da oltre 400 lettere scritte fra il
1588 e il dicembre del 1641, e comprende sia i testi destinati ad
un'ampia diffusione, sia la corrispondenza privata, indirizzata a
familiari e amici; i primi consentono di seguire o di verificare il
pensiero di Galileo; la seconda, di conoscere e di comprendere le
vicende personali e la profonda umanità dello scienziato.
Di indiscutibile valore sono le quattro lettere conosciute sotto il
nome di "copernicane", dirette: una al discepolo Benedetto
Castelli (1613), due a monsignor Piero Dini (1615) e una a Cristina
di Lorena, madre del granduca di Toscana Cosimo II (1615). In esse
Galileo affronta il tema del rapporto fra scienza e Sacre
Scritture: rivendica l'autonomia della scienza, dimostra come i
testi sacri siano inadeguati - per il linguaggio e per i fini diversi che
si propongono - a trattare con il necessario rigore le questioni
scientifiche, e propone una mediazione.
LE EPISTOLE
Particolarmente interessanti e significative sono le
epistole successive al 1633, anno in cui il decreto del
Sant'Uffizio impediva a Galileo, confinato ad Arcetri,
di avere contatti con l'esterno: le lettere divennero
allora l'unico mezzo con il quale, eludendo
la vigilanza dell'Inquisizione, egli poté mantenere
viva una fitta rete di relazioni intellettuali ed umane
con le menti più aperte della cultura europea.
In esse è possibile apprezzare, oltre alla dottrina,
l'eccellenza della prosa galileiana, brillante, chiara
ed efficace, nonché la particolare attenzione
riservata alle scelte linguistiche: era infatti
convinzione di Galileo che il sapere scientifico fosse
divulgabile e trasmissibile anche ai non specialisti
sia attraverso il dialogo, sia per mezzo dell'epistola.
PRIMA LETTERA COPERNICANA
❖ Indirizzata a Benedetto Castelli il 21 dicembre 1613, Galilei esprime
in forma compiuta ed efficace la propria posizione riguardo alla
delicata questione del rapporto tra fede e verità scientifica.
❖ L'antefatto del testo si riferisce a una discussione, svoltasi presso la
corte toscana, nel corso della quale il benedettino Castelli
aveva sostenuto le posizioni di Galilei contro le obiezioni di
Cosimo Boscaglia, un professore di filosofia di Pisa, e contro le
perplessità della granduchessa Cristina di Lorena legate
alle contraddizioni tra teoria copernicana e Sacre Scritture. Avuta
la notizia della disputa, Galilei ne trae spunto per sistematizzare
la propria posizione riguardo ai presunti contrastifra ciò che
viene rivelato dall'osservazione della naturae ciò che è trasmesso
nella Bibbia.
❖ Galilei vuole coniugare scienza e fede perché la natura creata da
Dio offre all'uomo la possibilità di comprenderla attraverso
l'utilizzo del metodo scientifico-sperimentale.

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Galilei.pdf

  • 1. GALILEO GALILEI AlessioMarziale,MatteoDelliRocioli,RenéConvertini, Daniele Dirodi, RiccardoPicciuto "Io stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che 'l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna."
  • 2. VITA E OPERE Galileo Galilei nasce a Pisa il 15 febbraio del 1564, dal fiorentino Vincenzo Galilei e da Giulia degli Ammannati. Nel 1574 la famiglia lascia Pisa e si trasferisce a Firenze. Nonostante ciò Galileo si immatricola all'Università di Pisa per studiare medicina, seguendo il desiderio del padre. Nel 1592, ottiene una cattedra di matematica (geometria e astronomia) all'Università di Padova, dove rimarrà fino al 1610. È in questo periodo che comincia ad orientarsi verso la teoria copernicana del moto planetario. Poco dopo conosce Marina Gamba, che gli darà tre figli. Nel 1604 osserva una Supernova comparsa in cielo durante l'autunno e conduce alcuni esperimenti sul pendolo, durante uno studio sul moto accelerato.
  • 3. VITA E OPERE IL TELESCOPIO Nel 1609, mentre Keplero pubblica la sua "Nuova astronomia", che contiene le prime due leggi del moto planetario, Galileo comincia ad interessarsi ad un nuovo strumento, costruito in Olanda: il telescopio. Dopo aver apportato ad esso dei miglioramenti, ne presenta al Senato di Venezia un esemplare, al quale dà il nome di "perspicillum". A Padova, con il nuovo strumento, Galileo compie una serie di osservazioni della Luna e osserva delle "piccole stelle" luminose vicine a Giove. Nel marzo 1610, rivela nel "Sidereus Nuncius"che si tratta di quattro satelliti di Giove. La scoperta di un centro del moto che non fosse la Terra comincia a minare alla base la teoria tolemaica del cosmo.
  • 4. VITA E OPERE Negli anni successivi, si accende una disputa intorno alle sue scoperte; l'interpretazione che ne dà lo scienziato confuta la teoria tolemaica del moto, adottata ufficialmente nel mondo scientifico e religioso dell'epoca, e conferma invece la teoria copernicana. Nell'aprile del 1630, Galileo termina di scrivere il "Dialogo sui due massimisistemi del mondo ". Papa Urbano VIII, esaminato il "Dialogo", ne proibisce la distribuzione e fa istituire dall'Inquisizione un processo contro Galileo. Lo scienziato, già anziano e malato, viene chiamato a Roma nel 1633, dove viene processato e gli viene richiesto di abbandonare la teoria copernicana. Imprigionato e minacciato di tortura, Galileo viene costretto ad abiurare pubblicamente e viene condannato alla prigione a vita, ma poi gli viene concesso di scontare la pena nella sua villa di Arcetri, vicino a Firenze dove muore, malato e ormai cieco, l'8 gennaio 1642.
  • 5. IL METODO SCIENTIFICO Con Galileo Galilei iniziarono le cosiddette scienze sperimentali, cioè basate su esperimenti. Per questa ragione il metodo da lui impiegato fu detto metodo scientifico sperimentale. Questo metodo consiste: ▪ nell'osservazioneattenta di un fenomeno, nel chiedersi quali ne siano le cause, nel raccogliere tutte le informazioni e i dati che possono essere utili; ▪ nella formulazionedi un'ipotesi, cioè di una possibile risposta alle domande che lo scienziato si è posto; ▪ nel fare esperimenti sull'ipotesi; ▪ nel verificare tramite gli esperimenti che le ipotesi sono giuste; ▪ nel trarre delle conclusioni dagli esperimenti condotti. In altre parole, se l'ipotesi è corretta, egli formula una legge o teoria che sia in grado di spiegare il fenomeno esaminato. Se, invece, l'ipotesi non è corretta dovrà rivederla, eventualmente formulando una nuova ipotesi.
  • 7. Tributo encomiastico • Il trattato si apre con la lettera al gran duca di Toscana Cosimo De Medici. Galilei spiega come il ricordo di un uomo di valore negli anni sia statoincanalato prima attraverso il riferimento ad immaginilegate alla sfera terrestre per poi passare alla sfera celeste. Lo stessoGalilei dedicherà la scopertadei quattro satelliti di Giove al duca, denominandoli astri medicei.
  • 8. Il cannocchiale • La scrittura del trattatodipende interamente da un prezioso strumento il cannocchiale.La leggenda vuole che Galileientrò in contatto con un costruttore di occhialiolandese, il quale mise a punto una lente che permetteva di ingrandire la visione degli oggetti. Partendo da questa lente Galilei costruì il cannocchiale.
  • 9. Contenuto del trattato (luna) • Nel trattatoGalilei raccontadelle sue vedute effettuate mediante il telescopio. Una delle scoperte più importantiche queste vedute portarono fu il riconoscimento della strutturairregolare della luna, la cui forma era creduta perfettamente sferica, sfatando così anche il mito dei corpi celesti compostida etere( macchie lunari irregolari ). Le osservazioni della luna portano inoltre alla spiegazione del fenomeno della luna piena e del caso in cui essa si presenta in una forma falciforme.
  • 10. Contenuto (stelle) • Attraverso l'osservazione di queste ultime scoprì che al cannocchiale risultano più piccole rispetto ai pianeti a causa della distinzione dell'effettiva massa della stella dalla corona circolare luminosa di cui gode che ci permetta l'effettiva visione di esse ad occhio nudo. Oltre a questo osservò la Via Lattea stabilendo che essa era compostada innumerevoli stelle.
  • 11. Conclusione • Nella conclusione del trattato Galileo spiega come la scoperta degli astri medicei ( i quali ruotano attorno a Giove ), giustifica la rotazione della terra attorno al sole, smentendo i dubbi dovuti alla rotazione della luna attorno a quest'ultima.
  • 12. Rapporto scienza fede • Galilei si configura come scienziato e uomo di fede, secondo il suo parere la natura oggetto delle scienze e la bibbia derivano entrambe da Dio, pertanto eventuali contrasti sono solo apparenti e dovuti ad un'errata interpretazione della Bibbia la quale in tal caso andrebbe aggiornata, dato che l'incongruenza con la verità scientifica non farebbe che metterne in dubbio la validità.
  • 14. IL SAGGIATORE Il trattato nasce da una disputa tra Galileo e Orazio Grassi sull'origine di tre comete che nell’autunno del 1618 erano apparse, divenendo oggetto di discussione da parte di scienziati e filosofi. Il sacerdote gesuita Orazio Grassi nel 1619 pubblica un trattato, De tribus cometis anni MDCXVIII disputatio astronomica, proponendo una spiegazione a questo fenomeno. Galileo risponde tramite un suo discepolo, Mario Guiducci, col Discorso delle comete. Padre Grassi sempre nel 1619, sotto lo pseudonimo di Lotario Sarsi, replica con la Libra astronomica. Galileo controbatte infine con il Saggiatore, in opposizione alla Libra.
  • 15. IL SAGGIATORE Il titolo dell'opuscolo deriva dalla bilancia di precisione, il "saggiatore" appunto, con la quale gli orefici pesano l'oro, in contrapposizione alla grossolana "libra", con la quale Grassi, secondo il parere di Galileo, pesa le opinioni. Con questo titolo vuole dunque sottolineare il fatto di essere più preciso del sacerdote e di avere ragione. Eppure, l'ipotesi di Galileo che le comete fossero delle apparenze dovute ai raggi solari era sbagliata, mentre Grassi, correttamente, affermava che esse erano corpi celesti. Tuttavia Galileo aveva ragione nel sostenere che non era la scienza libresca di Grassi quella giusta, in quanto non fondata sulle esperienze, bensì sui libri degli antichi e sull'astrazione. Galileo invece si basava sul suo nuovo metodo scientifico, basato sull'osservazione e la sperimentazione, di cui Il Saggiatorefornisce per la prima volta le linee programmatiche.
  • 16. Celeberrima, in quest’ottica, è la metafora del “libro della natura”: esso sarebbe costituito, secondo Galilei, non da carta - come pare intendere Sarsi - bensì da “triangoli, cerchi ed altre figure geometriche”, e solo chi capisce di matematica può essere in grado di leggerlo adeguatamente. Per questo motivo Il Saggiatore è di grande rilevanza nella fondazione del moderno concetto di scienza. Galileo dedicò a nome di tutti gli Accademici dei Lincei il trattato al nuovo papa Urbano VIII nel 1623. Noto per l'apertura alle arti e alla scienza, papa Barberini mostrò di gradire molto il contenuto dell'opera. Dal punto di vista letterario, è considerato l'opera più elegante e effervescente di Galileo, quella in cui si fondono maggiormente il suo amore per la scienza, per la verità e la sua arguzia di polemista. IL SAGGIATORE
  • 17. IL DIALOGO SOPRA I DUE MASSIMI SISTEMI DEL MONDO Tolemaico e Copernicano
  • 18. PRESUPPOSTI STRUTTURALI • L'opera, strutturata in forma dialogica, riferisce un'immaginaria conversazione avvenuta in quattro giornate a Venezia, nel palazzo del nobile Giovan Francesco Sagredo durante il periodo in cui Galilei insegnava a Padova (cioè dopo il 1592). I tre interlocutori sono Sagredo (1571-1620) (amico e ammiratore di Galilei), Filippo Salviati (1583-1614),discepolo fiorentino dello scienziato, che sostiene la teoria copernicana, e Simplicio, un personaggio di fantasia - che porta il nome di un erudito commentatore di Aristotele vissuto nel VI secolo d.C. (sostenitore del geocentrismo). • L'opera vuole confrontare la teoria tolemaica e quella copernicana allo scopo di affermare in modo definitivo la superiorità della seconda.
  • 19. STRUTTURADIALOGICA • La scelta del dialogo è ispirata ai modelli illustri di Platone, di Cicerone e dei grandi "umanisti" classici; essa permette di esporre complessi argomenti scientifici in forma immediata e piacevole anche per un pubblico non specialistico. • La struttura dialogica si presta assai più del trattato ad una nuova rappresentazione pubblica del sapere scientifico in chiave moderna e proto- divulgativa (perlomeno in ambito scientifico). • L'opera è strutturata in quattro giornate.
  • 20. CONTENUTI DELL'OPERA • PROEMIO: introduzione degli argomential possibile lettore dell'opera; • 1° GIORNATA: è dedicata alla sistematica confutazione della visione aristotelica dell'universo In particolare la rigida distinzione tra mondo celeste perfetto e immutabile, e mondo terrestre, corruttibile e mutevole; • 2° GIORNATA: si apre con i dubbi di Simplicio e con una serrata critica al principio di autorità sostenuto dagli aristotelici. L'argomento principale verte poi intorno al movimento diurno della Terra, che non viene dimostrato apertamente ma suggerito come altamente probabile attraverso la confutazione delle obiezioni;
  • 21. CONTENUTI DELL' OPERA • 3° GIORNATA: La terza giornata è dedicata alla discussione del moto di rivoluzione terrestre e afferma l'importanza dell'osservazione diretta; • ULTIMA GIORNATA: Galilei presenta l'argomento delle maree come prova principe per confutare la teoria tolemaica, ma ne fornisce una spiegazione errata scientificamente.
  • 23. LE EPISTOLE L'epistolario galileiano è costituito da oltre 400 lettere scritte fra il 1588 e il dicembre del 1641, e comprende sia i testi destinati ad un'ampia diffusione, sia la corrispondenza privata, indirizzata a familiari e amici; i primi consentono di seguire o di verificare il pensiero di Galileo; la seconda, di conoscere e di comprendere le vicende personali e la profonda umanità dello scienziato. Di indiscutibile valore sono le quattro lettere conosciute sotto il nome di "copernicane", dirette: una al discepolo Benedetto Castelli (1613), due a monsignor Piero Dini (1615) e una a Cristina di Lorena, madre del granduca di Toscana Cosimo II (1615). In esse Galileo affronta il tema del rapporto fra scienza e Sacre Scritture: rivendica l'autonomia della scienza, dimostra come i testi sacri siano inadeguati - per il linguaggio e per i fini diversi che si propongono - a trattare con il necessario rigore le questioni scientifiche, e propone una mediazione.
  • 24. LE EPISTOLE Particolarmente interessanti e significative sono le epistole successive al 1633, anno in cui il decreto del Sant'Uffizio impediva a Galileo, confinato ad Arcetri, di avere contatti con l'esterno: le lettere divennero allora l'unico mezzo con il quale, eludendo la vigilanza dell'Inquisizione, egli poté mantenere viva una fitta rete di relazioni intellettuali ed umane con le menti più aperte della cultura europea. In esse è possibile apprezzare, oltre alla dottrina, l'eccellenza della prosa galileiana, brillante, chiara ed efficace, nonché la particolare attenzione riservata alle scelte linguistiche: era infatti convinzione di Galileo che il sapere scientifico fosse divulgabile e trasmissibile anche ai non specialisti sia attraverso il dialogo, sia per mezzo dell'epistola.
  • 25. PRIMA LETTERA COPERNICANA ❖ Indirizzata a Benedetto Castelli il 21 dicembre 1613, Galilei esprime in forma compiuta ed efficace la propria posizione riguardo alla delicata questione del rapporto tra fede e verità scientifica. ❖ L'antefatto del testo si riferisce a una discussione, svoltasi presso la corte toscana, nel corso della quale il benedettino Castelli aveva sostenuto le posizioni di Galilei contro le obiezioni di Cosimo Boscaglia, un professore di filosofia di Pisa, e contro le perplessità della granduchessa Cristina di Lorena legate alle contraddizioni tra teoria copernicana e Sacre Scritture. Avuta la notizia della disputa, Galilei ne trae spunto per sistematizzare la propria posizione riguardo ai presunti contrastifra ciò che viene rivelato dall'osservazione della naturae ciò che è trasmesso nella Bibbia. ❖ Galilei vuole coniugare scienza e fede perché la natura creata da Dio offre all'uomo la possibilità di comprenderla attraverso l'utilizzo del metodo scientifico-sperimentale.