Un esame approfondito delle proposte della direzione generale della ASL sulla cosiddetta rimodulazione dei Punti di primo intervento e delle relative criticità
INTERVENTO TENUTO ALL'ASSEMBLEA ORGANIZZATA DAL COMITATO DI LATINA PER LA DIFESA DEI PPI DELLA PROVINCIA
1. COMITATO DI LATINA
PER LA DIFESA
DEI PUNTI DI PRIMO
INTERVENTO
DELLA PROVINCIA
Introduzione dei lavori:
PINA NECCI
Presentazione:
FRANCO BRUGNOLA
2. GLI OSPEDALI DELLA PROVINCIA PRIMA
DEL 2000
Cori
= Punto di Primo Soccorso
= Ospedale
3. GLI OSPEDALI DELLA PROVINCIA E
I PUNTI DI PRIMO INTERVENTO OGGI
Cori
= Ospedale di comunità
= Ospedale
= Punto di Primo Intervento
4. In questi giorni i giornali hanno
dato ampio risalto all’indagine sulla
qualità della vita elaborata dalla
«Sapienza» di Roma per conto del
quotidiano finanziario Italia oggi.
Il risultato tiene conto di numerosi
elementi tra i quali anche quello
della qualità dell’assistenza
sanitaria.
Latina in questa particolare
graduatoria è al 109° posto mentre
Roma è all’11°.
LA DISEGUAGLIANZA
5. Il Pronto soccorso di Latina (in base ai dati del Programma
Nazionale Esiti dell’AGENAS) nel 2016 ha avuto 61.931 accessi.
Secondo i dati forniti dalla ASL i PPI della provincia di Latina
hanno avuto i seguenti accessi nel 2017: Priverno 5.711, Cori,
6.049, Sezze 8.942, Cisterna 11.897, Sabaudia 13.400, per cui nel
caso in cui venissero “trasformati” (di fatto soppressi) i PPI dei
Comuni che gravitano su Latina ci sarebbero altri 45.999 accessi in
più portando il servizio, che già è costantemente in sofferenza, al
secondo posto nel Lazio dopo l’Umberto I (147.010), ma prima del
Gemelli (80.674), del San Camillo (76.581) e del Pertini (65.636)
senza che vi siano strutture e risorse adeguate.
A RISCHIO IL PRONTO SOCCORSO DEL GORETTI
6. LA TUTELA DELLA SALUTE NELLA COSTITUZIONE
La Costituzione italiana all’art.32 stabilisce che la Repubblica
tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse
della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Le funzioni sanitarie e amministrative devono essere svolte sulla
base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza.
Nell’adozione dei provvedimenti relativi alla tutela della salute
devono essere assicurati i princìpi della precauzione e della
prudenza.
7. IL TRATTATO U.E. E LA TUTELA DELLA SALUTE
Il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea all’articolo
6 stabilisce che l’Unione ha competenza per svolgere azioni
intese a sostenere, coordinare o completare l’azione degli Stati
membri.
Il primo dei settori di tali azioni è costituito dalla tutela e
miglioramento della salute umana stabilendo all’art. 168 che
nell’attuazione di tutte le politiche ed attività dell’Unione deve
essere garantito un elevato livello di protezione della salute
umana.
8. La legge 23 dicembre 1978, n. 833 prevede che l’erogazione dei
servizi di pronto intervento sia attribuita ai distretti sanitari di
base quali strutture tecnico-funzionali delle Unità Sanitarie Locali
(oggi Aziende Sanitarie Locali).
Non è previsto il trasferimento al 118.
Pertanto la Direzione generale della ASL deve organizzare e
gestire direttamente questo tipo di servizio assicurandone la
prossimità ai cittadini.
IL SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO
È DI COMPETENZA DEI DISTRETTI DELLA ASL
9. I NUOVI STANDARD OSPEDALIERI
Con il Decreto n. 70 del 2 aprile 2015 il Ministro Lorenzin e
il Ministro Padoan hanno approvato un regolamento recante i
nuovi standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi
relativi all’assistenza ospedaliera in base al quale le regioni
entro tre mesi hanno dovuto, tra l’altro, ridurre la dotazione di
posti letto ad un livello non superiore a 3,7 p.l. per mille
abitanti, compreso uno 0,7 per la riabilitazione e la lungo
degenza post acuzie.
10. LA RETE OSPEDALIERA IN PROVINCIA DI LATINA
dopo l’emanazione del DM 70/2015
2000
H Pubblici 1.498 PL
Cori, Latina, Sezze, Priverno, Gaeta,
Formia, Minturno
Case di cura 1.145 PL
Totale provincia 2.643
PL
Rapporto pubblico privato:
Il pubblico era il 57% del totale
2018
H Pubblici 777 + 119 DH
Latina, Terracina-Fondi, Formia
Case di cura 757 + 10 DH
Riabilitazione 228
Totale provincia 1.630 PL
Dovrebbero essere 2.130 PL
Rapporto pubblico privato:
Il pubblico è meno del 50% del
totale
Fonte:AttoaziendaledellaASL
Standard ex DM 70/2015 = 3,7x 574.891 abitanti
11. Nel rapporto del Ministero della salute,
la Regione Lazio si colloca al 10° posto e
risulta adempiente con alcune criticità:
Copertura vaccinale bambini a 24 mesi;
Numero posti equivalenti residenziali in
strutture per disabili;
Numero posti residenziali assistenza disabili.
Fonte Relazione Comitato LEA
Ministero della salute 2017
I Livelli Essenziali di Assistenza indicano l’insieme di tutte le
prestazioni, i servizi e attività che i cittadini hanno diritto di
ottenere dal SSN e ne verifica lo stato di attuazione.
I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA
Non esiste una rilevazione dei LEA per provincia
12. Il Servizio Sanitario Nazionale deve garantire, in situazioni
di emergenza urgenza in ambito territoriale extra-ospedaliero,
interventi sanitari tempestivi e finalizzati alla stabilizzazione
del paziente, assicurando il trasporto in condizioni di
sicurezza al presidio ospedaliero più appropriato.
Il coordinamento e la gestione dell’attività di emergenza
territoriale sono effettuati dalle Centrali operative 118,
nell’arco delle 24 ore.
EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALEART. 7 DPCM LEA
13. …segue…emergenza sanitaria territoriale
In particolare, devono essere garantiti:
a) gli interventi sanitari mediante mezzi di soccorso di base e
avanzato, terrestri e aerei, con personale sanitario adeguatamente
formato,
b) i trasporti sanitari secondari assistiti e non assistiti,
c) le attività assistenziali e organizzative in occasione di maxi
emergenze, eventi a rischio nucleare, biologico, chimico e
radiologico (NBCR),
d) le attività assistenziali in occasione di eventi e manifestazioni
programmati, con le modalità fissate dalle regioni e province
autonome.
14. Sono denominati Punti di Primo Intervento (PPI) quelle
strutture del sistema di emergenza sanitaria la cui funzione si
esplica nel trattamento delle urgenze minori (piccoli atti medico-
chirurgici, malesseri non ben definiti, diagnostica strumentale
semplice) e che per i casi più gravi garantiscono la stabilizzazione
del paziente in fase critica attivandone il trasporto presso
l’ospedale più idoneo secondo protocolli definiti.
I PPI rappresentano il primo livello di operatività del Sistema
di emergenza-urgenza e costituiscono una articolazione sul
territorio dei DEA cui afferiscono e si collegano.
PUNTI DI PRIMO INTERVENTO: DEFINIZIONE
15. - DPR 27 marzo 1992 recante «Atto di indirizzo e coordinamento
alle regioni per la determinazione dei livelli di assistenza
sanitaria di emergenza»;
- DM 15 maggio 1992 Criteri e requisiti per la classificazione
degli interventi di emergenza;
- Comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri del
30/5/96 n. 87 recante il Documento sul sistema delle emergenze
sanitarie approvato dal gruppo di lavoro Stato-regioni il 2
dicembre 1991;
- Linee Guida Sistema di emergenza urgenza n. 1/1996;
PUNTI DI PRIMO INTERVENTO NORMATIVA STATALE
16. PUNTI DI PRIMO INTERVENTO NORMATIVA REGIONALE
- Deliberazione del Consiglio regionale 18 maggio 1994, n. 1004 –
Sistema di emergenza sanitaria Lazio Soccorso 118
- DCA 599/2015: Recepimento Accordo sancito dalla Conferenza
Stato - Regioni e Province Autonome il 7 febbraio 2013 - relativo
al documento recante «Linee di indirizzo per la riorganizzazione
del sistema di emergenza urgenza in rapporto alla continuità
assistenziale»
- DCA U0090/2010: Requisiti minimi autorizzativi per l’esercizio
delle attività sanitarie e socio sanitarie.
17. OMESSA ATTENZIONE ALL’ETICA
La deliberazione n.1004/94 del Consiglio regionale stabiliva
al punto 7 che il sistema dell’emergenza dovesse prevedere
un Comitato etico al fine di assicurare il rispetto della dignità
della persona e la promozione della vita umana, ma non
risulta che sia stato costituito.
Forse siamo ancora in tempo a costituirlo a livello
provinciale salvaguardando la componente pluralistica e
multidisciplinare.
18. OMESSO COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI
La Corte costituzionale, con la sentenza n. 106/2002 ha rilevato
come «la Costituzione, nello stabilire…che la sovranità
“appartiene” al popolo, impedisce di ritenere che vi siano luoghi
o sedi dell’organizzazione costituzionale nella quale essa si
possa insediare esaurendovisi. Le forme ed i modi nei quali la
sovranità del popolo può svolgersi, infatti, non si risolvono nella
rappresentanza, ma permeano l’intera intelaiatura
costituzionale». Emanata la direttiva della FP sulla
consultazione pubblica il 13 maggio 2017.
Non è possibile che i cittadini siano esclusi dalla partecipazione
alle scelte che riguardano da vicino la loro salute;
19. Dopo la chiusura di cinque ospedali nella nostra provincia
(Cori, Sezze, Priverno, Gaeta e Minturno) è necessario ricostruire
la rete territoriale di emergenza, assicurando una risposta urgente
al bisogno di salute del paziente in condizioni critiche o sub
critiche sul territorio.
In particolare è necessario tener conto delle distanze e degli
effettivi tempi di percorrenza specialmente durante la stagione
estiva per una integrazione equilibrata in ambito organizzativo e
strutturale tra Ospedale e Territorio.
OMESSO ADEGUAMENTO RETE TERRITORIALE EMERGENZA
20. DISEGUAGLIANZA NELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE
Con l’art. 8 del decreto legislativo 502/1992 e s.m.i. è stato
stabilito che le ASL potessero individuare aree di attività
dell’emergenza territoriale e della medicina dei servizi ove
utilizzare il personale della guardia medica e della medicina dei
servizi al fine del miglioramento dei servizi.
Quindi mentre per lavorare presso il Pronto soccorso occorre
la specializzazione, per lavorare presso il PPI basta un attestato di
idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza sanitaria
territoriale ai sensi dell’art. 96 dell’Accordo Collettivo Nazionale.
Ma molti non hanno neanche quello.
21.
22. Il punto 9.1.2 del DM70/2015 stabilisce che «il nuovo modello
organizzativo dell’assistenza, caratterizzato da un potenziamento
delle attività sul territorio … deve prevedere la presenza di uno
sviluppo del servizio di emergenza territoriale tecnologicamente
avanzato, in grado di affrontare le emergenze e di condividere le
procedure con l’attività del distretto e con la rete ospedaliera
garantendo una reale continuità dell’assistenza nell’interesse
della popolazione, anche attraverso la gestione tempestiva dei
trasferimenti secondari urgenti e la trasmissione di immagini e
dati».
DECRETO INTERMINISTERIALE 2 APRILE 2015, N. 70
23. Il punto 9.1.5 del Decreto, che è stato firmato dai Ministri
Padoan e Lorenzin, stabilisce che la funzione dei Punti di Primo
Intervento è la trasformazione entro un arco temporale
predefinito del 118 in postazione medicalizzata (con un medico),
implementando l’attività territoriale al fine di trasferire al sistema
dell’assistenza primaria le patologie a bassa gravità e che non
richiedono trattamento ospedaliero secondo protocolli di
appropriatezza condivisi tra 118, DEA, HUB o Spoke e Distretto.
…segue decreto interministeriale 2 aprile 2015, n. 70
24. …segue DM 70/2015
In base al 1° comma del punto 9.1.5 del decreto 70/2015
qualora gli accessi superino le 6.000 unità/anno la
responsabilità clinica e organizzativa deve ricadere sul DEA
di riferimento, che potrà avvalersi di risorse specialistiche
con adeguata formazione presenti nella struttura.
Il decreto non fissa alle regioni una data per la sua
attuazione.
25. IL MODELLO PROPOSTO VUOLE IMITARE IL NHS
Alla fine del 2019 in Gran Bretagna saranno attivati gli Urgent
Treatment centres gestiti dai General Practitioner (i nostri
medici di famiglia) aperti 12 ore al giorno comprese le
domeniche, che potranno trattare: distorsioni e stiramenti,
sospetti arti spezzati, lesioni alla testa minori, tagli ed
escoriazioni, morsi e punture, scottature e ustioni minori,
infezioni dell’orecchio e della gola, infezioni cutanee ed eruzioni
cutanee, problemi agli occhi, tosse e raffreddore, malattia
febbrile negli adulti, malattia febbrile nei bambini, dolore
addominale, vomito e diarrea, contraccezione d’emergenza.
26. REGIONE LAZIO: DECRETO ATTUATIVO DEL DM70/2015
La Regione Lazio ha adottato il DCA U00257/2017 con cui ha
fissato al 31/12/2018 la data per «la trasformazione dei predetti
PPI in postazione “118” medicalizzate.
In tale contesto di riconversione potranno essere previsti punti di
offerta di assistenza primaria organizzati come presidi
ambulatoriali territoriali di medicina generale, nell’ambito di
quanto previsto dall’Accordo recepito con DCA 376/2014. Tale
offerta dovrà essere garantita dall’attività dei medici di medicina
generale e dei pediatri di libera scelta, attraverso le forme
associative dei medici di assistenza primaria e di continuità
assistenziale».
27. OMESSA TUTELA DEI PPI CHE SUPERANO I 6000 ACCESSI
In base al 1° comma del punto 9.1.5 del decreto 70/2015
qualora gli accessi superino le 6.000 unità anno la
responsabilità clinica e organizzativa deve ricadere sul DEA
di riferimento, che potrà avvalersi di risorse specialistiche con
adeguata formazione presenti nella struttura.
Stranamente nel DCA U00257/2017 non è menzionato
questo obbligo.
Rappresenta un vizio del provvedimento l’omesso rispetto
della norma citata.
28. LA PROPOSTA DELLA ASL
Il 25 ottobre la Direzione generale della ASL Latina ha
presentato al Comitato ristretto della Conferenza locale sociale e
sanitaria della ASL una proposta in base alla quale tutti i PPI
verrebbero incardinati nelle strutture territoriali (Distretti) dal
mese di dicembre 2018 per passare poi alla loro riorganizzazione
in base ad un piano di fattibilità condiviso con i Comuni.
Il plenum della Conferenza locale sociale sanitaria, riunitosi il
13 novembre pur esprimendo in maggioranza parere contrario,
non ha proceduto a votazione.
29. SITUAZIONE ATTUALE
Servizio H24
Risorse umane:
- 5 medici dell’emergenza sanitaria
che coprono 168 ore settimanali;
- 6 infermieri professionali che
coprono il servizio H24
Risorse strumentali:
ECG- POCT - Defribrillatore
Trasporti: Croce Azzurra H24
1a PROPOSTA CASATI
• Servizio H12 (8-20)
• Risorse umane:
- MMG e PLS attraverso le forme
associative dei medici di assistenza
primaria e di continuità assistenziale
(84 ore settimanali)
- Infermieri professionali (?)
• Risorse strumentali: n.n.
• Trasporti: Una ambulanza H24;
Nelle ore notturne una ambulanza
medicalizzata (altre 84 ore sett.li)
ORGANIZZAZIONE DEI PPI
30. OGGI: P.P.I.
Trattamento delle urgenze
minori (piccoli atti medico-
chirurgici, malesseri non ben
definiti, diagnostica
strumentale semplice).
Per i casi più gravi garantisce
la stabilizzazione del paziente
in fase critica attivandone il
trasporto presso il Pronto
soccorso più vicino.
DOMANI: A.C.P.S.
Ambulatorio di cure primarie e
specialistiche mediante
passaggio della gestione delle
attività attualmente assicurate
dal PPI alla rete territoriale
prevedendo il coinvolgimento
dei medici della continuità
assistenziale e dei MMG
organizzati in UCP.
FUNZIONI SVOLTE : 1a PROPOSTA CASATI
31. SECONDA PROPOSTA ASL
In occasione della riunione del
Comitato ristretto della
Conferenza locale sociale e
sanitaria del 20 novembre è stata
presentata una nuova proposta
(molto informale).
Ignorato ancora il diritto alla
partecipazione dei cittadini
nonostante gli impegni della
Regione.
32. ANALISI DELLA SECONDA PROPOSTA ASL
1. Informatizzazione di tutti i PPI per corretta analisi dei flussi e della
domanda degli utenti (dicembre 2018);
2. Formazione continua per il personale impegnato nei PPI anche in
collaborazione con il 118;
3. Passaggio dall’attuale rete ospedaliera al territorio(con
ridenominazione) come previsto dalla normativa vigente ad invarianza
di personale, di orario, di offerta sanitaria, funzionalmente integrati con
la rete dell’emergenza dei nostri presidi ospedalieri. Immediato
potenziamento delle postazini 118 che garantiranno il trasporto
primario in sostituzione dell’attuale trasporto intraospedaliero con
abbattimento dei tempi di trasporto mediamente oltre il 60-70 %
riuscendo così a garantire realmente intervento delle reti tempo
dipendenti e valutazione di idonee aree per elisoccorso.
33. …segue analisi della seconda proposta della ASL
4. Potenziamento degli ambulatori infermieristici;
5. Analisi condivisa con i Comuni interessati dei dati ad accesso
diretto;
6. Trasferimento delle Unità di Cure Primarie negli immobili dove
sono i PPI, trasferimento della guardia medica negli stessi
immobili. Questo al fine di realizzare un punto unico di offerta
di salute alla cittadinanza preludio alla possibile realizzazione
delle future case della salute;
7. Accordo con i MMG per il potenziamento delle attività della
guardia medica così come previsto dall’attuale A.C.N.
8. Potenziamento dell’offerta specialistica e diagnostica;
34. …segue analisi della seconda proposta della ASL
9. Disponibilità a valutare progetti specifici dei Comuni vicini con
pochi abitanti (Tele consulto, Totem con defibrillatori per
emergenza cardiologica) collaborazione con la rete delle
farmacie;
10. Adozione e attivazione su tutto il territorio dei P.D.T.A. per la
presa in carico dei pazienti cronici e fragili;
11. Potenziamento del Teleconsulto/Telemedicina replicando
l’esperienza di Ponza e del «Progetto isole» di imminente
attivazione (primo trimestre 2019);
12. Predisposizione di una campagna di informazione sui Comuni
interessati e su tutto il territorio della provincia che comunichi
ai cittadini la nuova offerta di salute della durata di 12 mesi;
35. IL CRONOGRAMMA DELLA DIREZIONE GENERALE
Fonte:propostadellaDirezionegeneraledellaASLlatina
36. Nel DCA U00257/2017, al punto 5.5.1 è scritto: «Al fine di
adempiere a quanto previsto dal D.M. n. 70/2015 … sarà
inoltre valutata, sulla base della programmazione aziendale, la
possibilità di realizzare ulteriori Case della Salute presso i
presidi sede di PPI».
Con il DCA 22 giugno 2017, n. U00228 sono stati definiti
gli aspetti organizzativi, le funzioni, i requisiti minimi
autorizzativi e gli schemi di Intesa per l’attivazione delle case
della salute.
LE CASE DELLA SALUTE E I PPI
37. COSA PREVEDE LA PROPOSTA DEL DG CASATI
Nel documento diffuso dalla direzione generale della Asl si
afferma che «…nei Distretti cui afferiscono i PPI il processo di
implementazione delle Case della Salute è in atto essendo le stesse
già attive (Distretto 3: PPI Sezze e PPI Priverno), in via di
attivazione (Distretto 1: PPI Cori e PPI Cisterna di Latina) ovvero
previste (D5: PPI Gaeta e PPI Minturno)…».
Sembra che il DG Casati abbia affermato che la Casa della
salute spettante al Distretto n.2 verrebbe realizzata a Latina, in
Largo Celli (sede dell’ex poliambulatorio INAM).
Ignorate la raccolta di firme del 2013 e la delibera della Giunta
comunale di Sabaudia n. 114/2014.
38.
39. VIOLAZIONE DEL DM 70/2015
- Omesso affidamento della responsabilità clinica e
organizzativa dei PPI con oltre 6.000 accessi l’anno ai DEA
di riferimento, che dovrebbero avvalersi di risorse
specialistiche che al momento non sono presenti in molte
strutture;
- Inadeguata implementazione dell’assistenza territoriale
come previsto quale condizione dal punto 9.1.5 dell’allegato
n.1 del citato D.I.70/2015 e come ammesso anche
dall’Assessore regionale competente in una sua nota al
Ministro della salute;
40. IMPOSSIBILITÀ DI DARE ATTUAZIONE AL DM 70/2015
- Omessa riorganizzazione della rete dell’emergenza;
- Omessa implementazione dell’assistenza territoriale (non è
ancora stata completata e, aggiungiamo, in molti luoghi neanche
iniziata; mancano anche le Case della salute promesse) come ha
ammesso la Regione Lazio in una nota inviata al Ministro Grillo;
- Eccessivo accentramento della funzione di emergenza
ottenendo un risultato opposto a quello voluto, con aumento degli
accessi impropri al Pronto soccorso;
- Affidamento di funzioni di emergenza a personale medico privo
di formazione specifica;
41. I MOTIVI DELL’OPPOSIZIONE DEI COMITATI
- Omessa adozione di un formale atto deliberativo senza il quale
non appare possibile procedere ad una nuova organizzazione dei
servizi che di fatto modifica l’Atto aziendale con conseguente
deprivazione dei diritti dei cittadini;
- Omessa predisposizione di un Piano che preveda (ex Punto 9.1.2
del DM 70/2015) un effettivo potenziamento delle attività sul
territorio e la realizzazione di una rete ospedaliera dedicata alle
patologie complesse prevedendo la presenza di uno sviluppo del
servizio di emergenza territoriale.
42. INCOSTITUZIONALITÀ DEI TAGLI AL PPI
Dalla tempestività e certezza del servizio di pronto intervento
sanitario dipende la protezione del diritto primario dell’uomo,
quello alla vita, pertanto l’organizzazione del servizio deve
rispondere ad un nucleo irriducibile del diritto alla salute,
affermato dalla Corte Costituzionale (sentenze n. 162/2007 e n.
275/2016) e per la sua stessa natura insopprimibile, nonché
insuscettibile di essere compresso o ridotto in forza di qualunque
altra esigenza politico-amministrativa, tanto meno di carattere
finanziario.
43. L’APPLICAZIONE DELLE NORME DEVE ESSERE FATTA NEL
RISPETTO DELLA COSTITUZIONE
La normativa in tema di pronto soccorso deve essere
applicata con una interpretazione costituzionalmente orientata
che a tal fine deve privilegiare il criterio, all’interno della
dimensione regionale del servizio, tendente ad una
organizzazione territoriale il più rapida possibile e perciò
mirata alla conservazione dei presidi nelle zone «svantaggiate»
prese in considerazione dalle stesse disposizioni del D.M. n.
70/2015
44. IRRAGIONEVOLEZZA DEI TAGLI AL SISTEMA
DI EMERGENZA URGENZA TERRITORIALE
Non può sussistere alcun dubbio sull’ irragionevolezza di una
applicazione della normativa nel senso di legittimare soppressioni
e/o trasferimenti definitivi di presidi di pronto soccorso che
costringano l’utenza a rivolgersi a servizi il cui espletamento
richieda un aumento dei tempi di percorrenza oltre il limite
indicato dalla normativa (cfr. Consiglio di Stato, Sez. III,
2151/2015 e Sez. III, 3242/2012).
Occorre invece un ri-orientamento dei servizi sanitari verso la
prevenzione e l’assistenza di base, entrambe meno sviluppate
rispetto ad altre regioni italiane.
45. Per quanto attiene il soccorso sanitario primario esso deve
estrinsecarsi in un periodo di tempo non superiore agli 8 minuti
per gli interventi in area urbana e di 20 minuti per le zone extra-
urbane (non è facile la distinzione), salvo particolari situazioni di
complessità orografica;
In ogni caso in una situazione di reale emergenza, l’intervento
anche se effettuato in 20’ darebbe poche possibilità di
sopravvivenza all’infortunato.
La chiusura dei PPI renderebbe impossibile rispettare i tempi di
intervento procurando la sicura perdita di vite umane.
LE DISEGUAGLIANZE DEI TEMPI DI SOCCORSO
46. Postazioni ambulanze e distanza
di alcuni comuni e località dal
più vicino dea.
Nella proposta non vi è cenno
delle postazioni avanzate
Km.36,7
Km. 22,6
Km. 40
Km. 32,9Km. 40
Km. 35
47. L’attuazione pedissequa del DCA 257/2017 nella nostra
provincia esporrebbe i cittadini a gravissimi rischi per la loro
salute ed integrità fisica.
Ciò potrebbe determinare in capo agli amministratori pubblici
che l’avessero deliberata serie implicazioni di carattere penale
nonché di rilievo amministrativo-contabile per l’intuitivo ristoro
patrimoniale da parte dell’erario dei soggetti lesi dall’assenza del
presidio, cui si devono aggiungere i notevoli danni che verrebbero
arrecati alle strutture alberghiere, turistiche e commerciali locali
durante la stagione estiva.
LE CONSEGUENZE DERIVANTI DALLA CHIUSURA DEI PPI
48. NO ALLA VISIONE OSPEDALOCENTRICA DELLA SANITÀ
Il ricorso all’ambulanza medicalizzata nelle ore notturne
previsto dal DM 70/2015 appartiene ad una visione
ospedalocentrica che vuole portare l’assistenza di emergenza
urgenza all’interno del Pronto Soccorso di Latina creando
inutili disagi alla popolazione a causa della forzata
deportazione presso le strutture ospedaliere;
È opportuno favorire un modello di assistenza di prossimità h24
per la gestione territoriale dei codici di bassa gravità inviando
al P. S. i soli codici di maggiore gravità.
49. COSA POSSONO FARE I CITTADINI
I cittadini possono presentare osservazioni od opposizioni,
denunce e reclami in via amministrativa al direttore generale della
ASL e alla Regione ai sensi del 5° comma dell’art. 14 del D.lgs
502/1992;
La legge regionale 10 agosto 2016, n. 11 prevede che i cittadini
possono presentare reclami sul funzionamento e la qualità dei
servizi anche tramite gli istituti di patronato;
In base agli artt. 7,8 e 19 bis del D.lgs 150/2009 i cittadini
partecipano al processo di misurazione della performance dei
dirigenti e quindi possono formulare le loro valutazioni
direttamente all’Organismo Indipendente di valutazione;
50. IL RICORSO COLLETTIVO
Gli artt. 40 e seguenti del Codice del processo
amministrativo consentono la proposizione contestuale di
un’impugnativa da parte di più soggetti rivolta contro uno stesso
atto.
L’impugnativa è soggetta al rispetto di alcuni
requisiti:
Identità delle posizioni sostanziali e processuali dei ricorrenti
Assenza di una situazione di conflittualità di interessi, anche
solo potenziale tra i ricorrenti.
Requisiti questi che nella fattispecie sarebbero rispettati.
51. I cittadini sono i datori di lavoro del Direttore
ed hanno diritto ad essere coinvolti e a partecipare.
L’obiettivo della ASL deve essere quello
di fornire ai pazienti le cure più appropriate
nel posto giusto, al momento giusto.
52. Martedì 27 novembre, presso la sala della palazzina direzionale
del Santa Maria Goretti si riunisce
la Conferenza locale sociale e sanitaria
con all’ordine del giorno i PDTA e i PPI
La seduta è pubblica
53. Venerdì 30 novembre alle ore 10
ci sarà a Latina la manifestazione
organizzata dal comitato di Cori
in difesa dei PPI con partenza da Piazza del Popolo
e arrivo alla sede della ASL
Tutti sono invitati a partecipare