La città metropolitana di Roma Capitale: la gestione delle funzioni fondamentali tra area centrale, hinterland e comuni della cerchia periferica, programmazione urbanistica, mobilità e servizi. La partecipazione dei cittadini.
3. FrancoBrugnola
LA POPOLAZIONE
La popolazione al 1° gennaio
2016 dell’area metropolitana
di Roma è di 4.342.046
abitanti
Gli stranieri non residenti
sono circa 400.000 (studenti,
religiosi, dipendenti FAO,
Ambasciate, NATO, ecc.
I pendolari sono circa 700.000
I turisti giornalmente sono
circa 100.000
4. FrancoBrugnola
L.A.Seneca, Lettera alla madre Elvia: «Alcuni li ha spinti
qui l’ambizione, altri la necessità di un incarico pubblico,
altri l’incombenza di un’ambasceria, altri la ricerca di un
luogo adatto alla loro lussuria e ricco di vizi, altri il
desiderio degli studi liberali, altri quello di assistere agli
spettacoli, alcuni ancora sono stati attirati dall'amicizia,
altri dalla ricerca di maggiori possibilità per esprimere il
proprio talento; qualcuno è venuto per mettere in vendita
la propria bellezza, qualcun altro la propria eloquenza.
Non c'è razza umana che non sia venuta in questa città che
paga a caro prezzo le virtù come i vizi. Chiamali per nome
tutti costoro e chiedigli di che paese siano: vedrai che la
maggior parte è tutta gente che ha lasciato la terra natale
ed è venuta in questa città grandissima e bellissima e,
comunque, non sua»
5. FrancoBrugnola
Le popolazioni residenti in un determinato territorio trovano
nelle comunità organizzate alle quali necessariamente e
spontaneamente appartengono (i Comuni) le strutture
organizzative e decisionali destinate a farsi carico dei loro
bisogni e delle loro esigenze (sempre che non rientrino tra i
compiti istituzionali dello Stato o di altri enti).
L’ organo fondamentale dei Comuni è il popolo organizzato in
corpo elettorale che lo rende titolare della potestà di
formulare propri indirizzi politico-amministrativi attraverso
un processo di autodeterminazione dei fini da perseguire.
LA SOVRANITA’
6. UN COMUNE E’ FATTO DI:
•Struttura organizzativa
•Procedure , Linee guida, istruzioni
•Risorse umane, finanziarie e strumentali
SINDACO
DIRETTORE
GENERALE
UFFICI
CONSIGLIO REVISORI
7. LA SITUAZIONE ATTUALE
Soppressione della provincia con le relative conseguenze
Ogni Comune ha le medesime funzioni e missioni
Disarmonie nelle procedure da un ente all’altro
Scarsa programmazione con conseguenze negative
Scarso governo del territorio e suo consumo improduttivo
Gravissimi problemi di mobilità
Presenza di una pletora di enti e di aziende locali
Organizzazione burocratica appesantita negli anni
Diseguaglianza tra i vari Comuni nel rispetto dei diritti degli abitanti
Bassa qualità percepita nei servizi pubblici
Inadeguato coinvolgimento e partecipazione dei cittadini
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9. Centralizzazione gestione delle funzioni fondamentali
Armonizzazione di tutte le procedure tra gli enti
Efficienza, Efficacia ed Economicità
Autonomia
Sussidiarietà
Cooperazione tra livelli di governo
Differenziazione
Adeguatezza
Razionalizzazione e riqualificazione dell’organizzazione
Più controlli interni e benchmarking tra tutti gli enti
Più partecipazione
Più rendicontazione locale
GLI OBIETTIVI
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11. Sin dall’Unità d’Italia si è cercato di ridurre il numero dei
Comuni. Anche Mussolini ci provò senza risultato.
La cosa fu ripresa dalla legge 142/90 ma senza successo dato che
il numero è passato dai 7.720 del 1861 agli 8.100 del 1991
Nel 2000 con il nuovo T.U.E.L. fu previsto un processo per
spingere i Comuni più piccoli verso un esercizio associato di
funzioni e servizi e, in maniera più pressante, verso la fusione di
quelli con popolazione inferiore a 10.000 abitanti.
Nel 2010, si è tentato di nuovo di impegnare i Comuni fino a 5.000
abitanti a gestire in forma associata tutte le funzioni fondamentali
che sono state poi individuate nel 2012.
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I TENTATIVI PER RIDURRE IL NUMERO DEI COMUNI
12. UNIONE
Con l’unione i Comuni
mantengono la loro
identità e autonomia
viene centralizzata la
gestione di alcune funzioni
fondamentali e non
identitarie
FUSIONI ED UNIONI
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FUSIONE
è un processo affidato
dalla Costituzione alle
Regioni le quali possono
costituire nuovi Comuni
vengono annullate
l’identità e le tradizioni
delle comunità creando
nuovi enti con nomi spesso
privi di legami con la
storia.
13. Le funzioni fondamentali dei Comuni individuate con legge ai
sensi dell’art. 118 della Costituzione sono le seguenti:
a) organizzazione generale dell’amministrazione, gestione
finanziaria e contabile e controllo;
b) organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di
ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico
comunale;
c) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato
dalla normativa vigente;
LE FUNZIONI FONDAMENTALI DEI COMUNI
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14. d) pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale
nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di
livello sovracomunale;
e) protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi;
f) organizzazione e gestione dei servizi di raccolta, avvio e
smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e riscossione dei
relativi tributi;
g) servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai
cittadini, secondo quanto previsto dall’articolo 118, quarto
comma, della Costituzione;
…segue le funzioni fondamentali dei comuni
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15. h) edilizia scolastica, organizzazione e gestione dei servizi
scolastici;
i) polizia municipale e polizia amministrativa locale;
l) tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti
in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi
elettorali, nell’esercizio delle funzioni di competenza statale;
m) servizi statistici.
A queste funzioni deve essere aggiunta in base anche al
recentissimo D.lgs 50/2016 (nuovo Codice degli appalti e
concessioni pubbliche) anche la centralizzazione
dell’acquisizione di beni, servizi, ecc.
…segue le funzioni fondamentali dei comuni
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17. Ci troviamo di fronte ad un processo di cambiamento storico
e molto complesso, che contiene forti elementi di
globalizzazione:
Da una parte questa soluzione è indispensabile per
raggiungere una maggiore efficienza ed efficacia dei
servizi pubblici
Dall’altra si tratta di scelte che non consentono di gestire
in maniera ottimale i servizi alla persona che richiedono,
proprio per il loro contenuto, forti elementi di prossimità;
è indispensabile rafforzare il ruolo dei cittadini e renderli
protagonisti del cambiamento coinvolgendoli
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18. FrancoBrugnola
Non più Comuni con le stesse funzioni: il più piccolo Comune dell’area
metropolitana (Vivaro Romano con 177 abitanti) non può avere le stesse
competenze e funzioni di quello di Roma.
No alle fusioni ed unioni forzate che sono state viste non come una
opportunità ma come un ostacolo da aggirare. L’unione tra più piccoli
Comuni non produce alcun valore aggiunto.
Occorre allora ridisegnare le funzioni dei piccoli Comuni rafforzando quelle
funzioni proprie che hanno un forte valore identitario come l’anagrafe, il
servizio elettorale, il cimitero, la polizia locale, i servizi sociali, ecc.
affidando tutte le altre alla Città metropolitana che le potrà svolgere in
service; rendendo comunque disponibili per quelle decentrate schemi di
provvedimenti e di procedure unificate per armonizzare il tutto.
Per converso andranno valorizzate le funzioni di partecipazione alle scelte e
i compiti di valutazione dei servizi pubblici affidati ai cittadini dal comma
461 dell’art. 2 della L. 244/2007 e dall’art. 6 della L. 328/2000.
UNA PROPOSTA PER I PICCOLI COMUNI
20. MA LE RISORSE DOVE SONO ?
L’avvio delle città metropolitane è stato deciso in un momento di
grave recessione economica e di tagli agli enti locali.
Alla scarsezza delle risorse finanziarie si è accompagnata anche
quella delle risorse umane che oltre al blocco del turn over ha
subito la mobilità verso le regioni.
Occorre valutare alcune fonti di finanziamento proprie per le
Città metropolitane che devono assolvere ad una serie di compiti
propri che hanno dei costi altrimenti non sostenibili.
Tra le risorse possibili c’è una quota delle tasse d’imbarco (aerei
e navi) e la «congestion charge»:la tassa d’ingresso nelle aree
centrali dell’area metropolitana.
21. CITTA’ METROPOLITANA E COMUNI
INSIEME PER IL CAMBIAMENTO
Procedere in maniera progressiva alla devoluzione delle funzioni
Ridurre in maniera incisiva il numero degli enti e delle aziende
Sopprimere le IPAB e trasferire beni e funzioni ai Comuni
Definire con urgenza la ripartizione delle funzioni tra Città
metropolitana e Comuni
Approvare una organizzazione snella senza troppa distanza tra il
top management e i livelli operativi
Aumentare la qualificazione dell’azione amministrativa
Prevedere maggiori sinergie tra i vari livelli
Privilegiare il ricorso allo svolgimento delle funzioni attribuite ai
Comuni attraverso convenzioni con la città metropolitana di Roma
Capitale
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22. LO STATUTO
Sarà indispensabile un nuovo Statuto che sia la grund norm
di questa nostra nuova città e che sia apportatore di valori
etici per dare un segnale di forte cambiamento rispetto al
passato, ma che poi sia seguìto da regole, da indicatori, da
applicazione di costi standard e da un sistema di controlli
interni che non resti solo sulla carta e che sia molto orientato
verso la prevenzione della corruzione, facendo esperienza del
passato recente.
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23. I Comuni pur disponendo di una grande massa di dati spesso
non li utilizzano o comunque non li gestiscono a rete.
Per metterli a frutto occorrerà sviluppare le risorse ICT creando
la Città intelligente: una città di città connesse in rete, dotata di
piattaforme tecnologiche digitali grazie alle quali sia possibile
gestire enormi quantità di dati, documenti ed informazioni
collegando così la dimensione urbana con quella virtuale e i
diversi attori coinvolti, in grado di produrre conoscenza e di
trarre da essa il massimo rendimento, ponendo le basi per
coinvolgere tutti i cittadini nella gestione di una smart city.
IL GOVERNO DIGITALE DELLA CITTA’ METROPOLITANA
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24. Il processo di globalizzazione delle Aziende sanitarie fino ad ora è stato
portato avanti in maniera scoordinata con la riforma degli enti locali
rischiando di aggravare ulteriormente lo scollamento progressivo tra i
Sindaci (massima autorità sanitaria locale e portatori degli interessi delle
comunità) e le ASL anche perché non ci sarà più alcuna coincidenza od
omogeneità tra i territori.
In questo scenario i Direttori generali rischiano di non avere più rapporti con
i rappresentanti del territorio e i cittadini vedranno le loro aspettative di
assistenza ignorate da un muro di gomma che si allontana sempre più.
E’ necessario creare forti forme di partecipazione della comunità per la
valutazione dei servizi sanitari e socio-sanitari, rafforzando il ruolo della
Conferenza locale per la sanità e il ruolo dei delegati del Sindaco..
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RAPPORTI TRA CITTA’ METROPOLITANA E SSN
25. Il recente Rapporto di ISTAT e
CNEL sul Benessere Equo e
Sostenibile nelle città
metropolitane, grazie ad una
massa di 64 indicatori, ci fornisce
notizie sulle diseguaglianze
presenti nell’area della Città
Metropolitana di Roma Capitale;
occorrerà impegnarsi molto per
eliminarle.
26. Questo rapporto rafforza l’esigenza di creare una
organizzazione della Città metropolitana di Roma Capitale che,
articolando in maniera armonica la gestione dei servizi, sia in
grado di contribuire ad eliminare le diseguaglianze delle
prestazioni tra il centro e le estreme periferie.
Naturalmente questi princìpi dovranno essere applicati anche in
tutte le province del Lazio, in cui complessivamente abbiamo 251
piccoli Comuni (su 378) che spesso si trovano in grandi difficoltà
per dare risposte adeguate alle crescenti aspettative dei cittadini e
che hanno bisogno di enti di area vasta (coordinati tra loro) che
possano assolvere in service alle funzioni fondamentali, ma anche
di fornire un supporto amministrativo ove necessario.