1. Recensione libro “L’Urlo dell’Universo”
Di Alessia Sebastiano – Liceo scientifico “Corradino D’Ascanio”
Montesilvano – Classe Quinta F
“A mia nipote Sofia, che vedrà mondi che io ho solo sognato”.
È in questo modo che il libro “L’urlo dell’Universo” inizia a trattare del magnifico
mondo della fisica e delle onde gravitazionali; un mondo così affascinante che il
professore Dario Menasce, astrofisico e autore del libro, ha voluto scrivere un saggio,
sotto forma di romanzo, destinato agli studenti delle scuole superiori, lettori ideali del
volume.
Nonostante Menasce lavorasse ad un altro progetto (è fra i responsabili della
scoperta del bosone di Higgs) e non sia direttamente coinvolto negli studi sulle onde
gravitazionali, si è impadronito dell’argomento, e ha voluto diffondere queste
conoscenze, raccontando la storia di Jacopo, neo diplomato in maturità scientifica,
che visita i laboratori di Virgo nel pisano.
Da un punto di vista divulgativo le nozioni trattate sono state espresse
brillantemente e in maniera chiara e più semplice rispetto a un saggio scientifico.
Grazie infatti all’uso della narrativa e del discorso diretto, concetti complessi come la
deformazione dello spazio-tempo e la dilatazione dei tempi sono stati esposti in
maniera lineare e comprensibile.
È illuminante ad esempio capire che la forza attrattiva della gravità non è una vera
forza (termine utilizzato per permettere alle persone comuni di potersi raffigurare il
movimento della terra intorno al sole) ma è determinato da un “avvallamento” dello
spazio, come ad esempio quello creato dal sole nello spazio che lo circonda.
Nonostante l’esposizione di temi come la curvatura dello spazio o lo studio dei
neutrini, trattati in modo affascinante, la descrizione dettagliata delle strumentazioni
utilizzate appare, però, troppo pesante e noiosa. Anche se si comprende pienamente
l’importanza dell’utilizzo di macchinari del genere, in realtà al lettore appare
interessante lo studio della fisica esposta in questa maniera, ma poco affascinante la
descrizione delle macchine utilizzate.
Da un punto di vista letterario, poi, occorre rivolgere al libro un paio di critiche,
soprattutto per quanto riguarda le identità dei personaggi. Essi, i personaggi,
appaiono in realtà troppo stereotipati. Il protagonista, ad esempio, anche se è molto
simpatico, a volte sembra saccentee troppo sapientone (considerando che il suo corso
di studio si è concluso in quinta superiore). Appare un po’ troppo forzato, infatti, il
suo sentimento di integrazione nell’ambiente del laboratorio, dal momento che non fa
parte di quel mondo.
Un aspetto sicuramente interessante, a mio parere, è quello di trasformare la gente
del posto da vittime a complici di quella grande struttura ingombrante che è Virgo.
Fin troppo spesso, infatti, le persone comuni sono succubi di costruzioni prepotenti,
che inquinano l’ambiente e creano disagi ai cittadini senza nessuna spiegazione.
2. In questo libro è evidente, invece, la voglia di spiegare e coinvolgere il
protagonista così da far capire a tutti l’importanza di quello che avviene all’interno
del laboratorio.
L’unica pecca però riguarda la possibilità che questo romanzo-saggio sia offerto in
lettura non solo agli studenti ma anche alle persone comuni. Probabilmente l’uomo
della strada, davanti a un libro del genere, potrebbe capire poco e annoiarsi
facilmente.
In complesso la lettura è assai gradevole, a tratti un po’ noiosa ma sicuramente
affascinante.