1. LAVORO DI CITTADINANZA E COSTITUIZIONE: Libertà al tempo dell’IA
Con l’avanzare del tempo la tecnologia si è sviluppata a tal punto da diventare parte integrante delle nostre
vite. Andando avanti di generazione in generazione la tecnologia ha raggiunto vette mai viste e si è integrata
perfettamente in tutte le attività quotidiane della vita umana.
Un mondo senza tecnologia ormai è un modo lontano, oscuro, ombra di qualcosa di irrecuperabile. Il mondo
di un tempo è stato sovrastato completamente dall’avvento di questa nuova era. L’era digitale.
L’intento originale della tecnologia era quello di semplificare i grandi sforzi delle attività umane e creare un
solido sostegno con cui collaborare, andando avanti però la tecnologia ha attraversato variperiodi che ne
hanno modificato il corso fino ad arrivare all’obbiettivo dell’oggi “creare macchine che siano in grado di
riprodurre il comportamento umano”.
Le macchine hanno acquisito il nome di “intelligenza artificiale”, termine che definisce il fatto che la loro
intelligenza sia stata determinata da una serie di algoritmi, sequenze di istruzioni che indicano come risolvere
un problema.
Su questo ultimo concetto (”intelligenza”), si è sviluppato però una distinzione di idee che ha originato due
correnti di pensiero completamente opposti “l’intelligenza artificiale debole e l’intelligenza artificiale forte”
L’intelligenza artificiale debole si fonda sul concetto “come se”; Alla base di questa teoria c’è la possibilità
di costruire macchine che siano in grado di simulare il comportamento umano senza mai eguagliarlo o
superarlo, senza quindi riprodurre tutti i processicognitivi che la mente fa.
Al contrario dell’uomo infatti la macchina non è in grado di pensare in maniera autonoma e ha sempre
bisogno del supporto dell’uomo, per agire nella maniera migliore. Alla base di questa macchina c’è l’utilizzo
di una serie di esempi, che l’uomo inserisce all’interno del suo sistema; In questo modo la macchina riesce a
leggere il problema e a confrontarlo con altri problemi trascritti nel suo sistema, così poi da trovare la
soluzione più efficace e veloce.
Già questo tipo di intelligenza però crea problemi dal punto di vista morale ed etico. Dal momento che la
macchina è programmata e sviluppata dall’uomo, il computer apprende dai dati che noi gli formiamo. Se il
programmatore fornisce informazioni sbagliate o distorte anche la macchina sarà distorta.
La macchina, infatti, non è altro che l’ombra del suo creatore e impostata in determinati modi potrebbe
compiere azioni immorali e perverse.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale forte, invece, essa si fonda sul concetto che la macchina non è
soltanto uno strumento, ma se programmata opportunatamente diventa essa stessa una mente.
Il filosofo Hobbes, infatti affermava che “l’intelligenza, ovvero la facoltà di ragionare, non è altro che un
insieme di calcoli della mente umana”.
Alla base di questa tecnologia ci sono la programmazione di sistemi esperti che vogliono eguagliare se non
superare la mente umana.
Anche questo tipo di intelligenza costituisce problematiche da un certo aspetto ben più gravi.
Nell’intelligenza artificiale forte la macchina toglie all’uomo la “libertà di essere libero”.
Se si creano macchine che possono superare l’intelligenza umana, l’uomo non farebbe altro che utilizzarla
costantemente fino a determinare un’esistenza vissuta in funzione delle macchine, senza capire che la
macchina è priva della caratteristica più importante dell’uomo: le emozioni.
Un esempio banale è l’utilizzo del navigatore per strade che ormai conosciamo a memoria, solo perché
sappiamo per certo che la strada è quella giusta, fino ad arrivare all’uso di test didattici sviluppati per
2. indirizzare il ragazzo verso l’università più adeguata. In entrambi i casila macchina è fredda e razionale, ma
l’uomo non è soltanto razionalità.
Molti studiosi si sono espressi sull’argomento e si sono schierati sui vari fronti.
Touring voleva dimostrare mediante un test (“test di Turing”) che la macchina fosse uno strumento
intelligente e che potesse eguagliare la mente umana.
Dreyfus invece, sostenitore dell’intelligenza artificiale debole, affermava che ridurre la mente umana
semplicemente a una serie di istruzioni era una ingiustizia, dal momento che l’intelligenza artificiale al
contrario della mente umana non vede tutte le caratteristiche che circondano un problema, ma si focalizza
solo su esso senza quindi cogliere l’elemento nella totalità.
Gli studiosi moderni affermano che la macchina verrà considerata veramente intelligente solo quando
riuscirà a riprodurre la mente umana a livello cellulare.
In sunto l’obiettivo della macchina è quello di ridurre l’uomo a un semplice e mero agglomerato di sistemi
facili da comprendere e simulare.