1. Alla Segreteria PD Gioia
Al Coordinamento PD Gioia
Al Presidente dell’Assemblea PD Gioia
Al Comitato dei Garanti PD Gioia
Al Segretario Provinciale PD Bari
Con questa lettera presento le mie dimissioni da segretario del Circolo PD “ F. Giannico “ di Gioia
del Colle cercando di essere conciso e chiaro soprattutto nello spiegare le ragioni di questa
decisione presa alla vigilia di una imminente campagna elettorale per le Elezioni Amministrative
2016.
La scelta di individuare Tommaso Bradascio alla guida di un partito che in questi anni si è distinto
per aver portato all’attenzione della cronaca le vicende interne ed esterne, era per qualcuno la
soluzione ideale per tentare di raddrizzare una barca affondata. Sono stato sempre consapevole che
accettare la carica di segretario del PD in questo momento particolare per la nostra comunità, era un
strada difficile da percorrere, tenuto conto dei tanti ostacoli da superare. Con grande coraggio ho
accettato di ritornare sulla scena politica non per ritagliarmi uno spazio di protagonismo, ma per
dare un sano contributo di esperienza e cercare con umiltà ed impegno di individuare un nuovo
percorso insieme agli attuali dirigenti del partito.
Prima di accettare la candidatura a segretario del PD ho sottoposto all’attenzione del partito locale e
provinciale alcune condizioni preliminari all’avvio di questo nuovo percorso, consapevole di
trovarmi di fronte ad una squadra di giocatori che con le divisioni interne e personali hanno
impedito la crescita del partito. La celebrazione di un congresso straordinario che ho preteso fosse
unitario, ha rappresentato l’impegno di portare avanti una linea politica di discontinuità con il
passato ed è stata condivisa da tutti gli iscritti e dirigenti di partito, attraverso l’approvazione del
documento politico-amministrativo presentato al congresso.
All’interno del partito ho cercato con molte difficoltà di instaurare un rapporto di dialogo e di
confronto, mettendo da parte i rancori personali e la ruggine degli anni passati per dare spazio ad
una fase di ascolto con i cittadini che sono i veri protagonisti della scena politica.
L’analisi sul fallimento della politica locale, l’instabilità amministrativa degli ultimi anni, i continui
cambiamenti di casacca dei consiglieri comunali, il venire meno della fiducia e della credibilità nei
confronti dei cittadini, sono state le prime riflessioni che all’interno del partito ho voluto portate
avanti, facendo emergere punti imprescindibili quali:
-Ridare centralità alla cittadinanza;
-Contrastare lo sviluppo di ambienti oligarchici finalizzati all’imposizione di disegni di potere;
-Fissare criteri di chiarezza e trasparenza adottando un decalogo di regole per i candidati;
-Contrastare il fenomeno del consociativismo e della ricerca ossessiva della vittoria a tutti i costi;
-Valorizzare il ruolo dei partiti come luogo di discussione, analisi e proposta politica e
affermazione del potere dei singoli eletti.
Queste sono state le principali condizioni che ho dovuto imporre all’interno del partito e che tutti
hanno condiviso, con il fine di rimuovere le cause di instabilità politica che a macchia d’olio si sta
estendendo nelle amministrazioni pubbliche.
Ne primi due mesi del mio mandato, il partito ha avviato una serie di incontri e di iniziative
pubbliche atte ad instaurare un nuovo rapporto con la Città. L’impegno personale di avviare incontri
con la Regione sulle vicende dell’ex Ansaldo Caldaie, del Distretto Sanitario, e del depuratore sono
stati i primi passi per instaurare una collaborazione con i vertici regionali. Le divisioni interne al PD
e le questioni personali per ritrovare la logica dello stare insieme sembravano apparentemente
rientrate, pur non illudendomi più di tanto vista la mia esperienza politica. Le polemiche interne ed
2. il protagonismo dei singoli hanno rubato tempo e spazio alle commissioni tematiche, al programma,
agli incontri con le associazioni, ed al rispetto del cronoprogramma. I comportamenti
destabilizzanti, le dichiarazioni sui social e l’ostruzionismo interno, hanno di fatto prima inceppato
e poi bloccato le attività del partito di cui ognuno si deve assumere le proprie responsabilità.
La chiusura pregiudiziale nei confronti del Partito Democratico da parte degli esponenti del
centrosinistra per realizzare una coalizione omogenea, e la strategia dell’isolamento, hanno portato
il PD a cercare un confronto con altre forze politiche. Le difficoltà del PD di formare una coalizione
sono venute meno in quanto non si sono volute affrontare le cause ed i motivi del fallimento delle
passate amministrazioni né, tantomeno, si sono condivisi i principi ed i criteri dello stare insieme.
Le tante forze politiche mascherate da liste civiche hanno preferito dialogare su più tavoli per
scegliere alla fine dove era più probabile vincere, ignorando il confronto sui programmi e sulle
regole. La campagna elettorale, come sempre, si sta svolgendo sulla ricerca affannosa della vittoria,
con promesse di vario genere e con alleanze, ammucchiate e campagna acquisti di chi è in possesso
del pacchetto dei voti da offrire a gruppi di potere contrapposti. In questo scenario il Partito
Democratico, sotto la mia responsabilità, ha deciso di non fare alleanze inquinate, non ricercando a
tutti i costi la vittoria per poi ritornare al voto dopo poco tempo.
Le decisione del coordinamento del PD, di non fare alleanze e di concorrere alla competizione
elettorale presentandosi con la sola lista PD, ha allarmato chi intende invece fare alleanze e vincere
a tutti i costi per assicurarsi un posto in Consiglio Comunale. Mi aspettavo uno scatto di orgoglio di
tutti i componenti del partito nel portare avanti la linea politica del segretario, preparando una lista
del PD forse non vincente, ma che doveva essere di esempio per la città. Il sistema non è cambiato:
nel partito continua a decidere chi detiene il pacchetto delle tessere e chi è portatore di voti. La
disponibilità alle candidature è stata vincolata a determinate condizioni ed alla certezza di essere
eletti, ma non all’impegno di lavorare sui programmi e sul rilancio del partito. Il comportamento e
la coerenza del segretario che, fino ad oggi, ha impedito di fare determinate alleanze pur ricercando
le soluzioni possibili, la lettera aperta pubblicata sulla stampa in cui ribadivo la mia posizione, il
disimpegno e le condizioni poste all’interno del partito da alcuni rappresentanti, mi hanno convinto
che non ho più la fiducia di alcuni esponenti del partito, e che non ci sono più le condizioni per
poter portare avanti un progetto, inizialmente da tutti condiviso.
Sono sicuro che senza la mia presenza tutto deve essere risolto, si potranno fare alleanze, la lista del
PD sarà completata e “competitiva”, e tutto ritornerà come prima. In questi tre mesi avrò
sicuramente fatto degli errori, ma non certo ho cambiato il mio modo di pensare e di fare politica.
Ho tentato con la mia esperienza politica di mettermi al servizio di un partito lacerato, dando un
opportunità di cambiamento, ma purtroppo mi sono reso conto che nulla è cambiato e nulla
cambierà in questa città malata in cui tutti sono pronti a riprendere le posizioni con la corsa alle
poltrone, ignorando quando di grave è accaduto nella nostra città in questi anni. Con questa
decisione in molti oggi mi diranno “chi te lo ha fatto fare , te lo avevo detto “, invece devo ribadire
che in questi tre mesi ho dato tutto me stesso, con coraggio ed impegno per una città che mi
appartiene. Avevo riscoperto l’orgoglio di fare politica con entusiasmo e voglia di andare avanti, ma
le condizioni attuali mi impediscono di proseguire questo percorso. Ringrazio il coordinamento e
tutti gli iscritti al PD, il Segretario Provinciale Ubaldo Pagano per l’impegno nei confronti della
comunità gioiese, nonché tutti i rappresentanti regionali del PD che si sono messi a disposizione in
questi tre mesi per risolvere le problematiche del nostro territorio. In questo momento particolare
per la nostra città non posso certamente fare lo spettatore, ma devo continuare ad impegnarmi con
tutte quelle persone che intendono dare una svolta di cambiamento nell’esclusivo interesse della
comunità gioiese. Il mio operato, fino ad ora, è stato trasparente ed in assoluto spirito costruttivo e
di buona fede per tutte le problematiche che ho cercato di affrontare. Non certo sono stato spinto da
motivazioni personalistiche o da campagna elettorale, come alcuni hanno cercato di far credere a
causa del mio semplice e squisito interessamento per la nostra martoriata Città.
21 Aprile 2016 Tommaso Bradascio