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Legalità: Investiamo nel futuro
Giovanni Falcone ricordava spesso un detto siciliano che
recitava così: “la mafia dà lavoro, l’antimafia no”
Ecco. La linfa vitale di ogni organizzazione mafiosa, compresa quella dei colletti bianchi, funzionari
pubblici e politici corrotti (che per me sono mafia anch’essi), è racchiusa in questa “credenza”
popolare, secondo la quale, in fondo, la corruzione, le clientele, le raccomandazioni ed i piccoli
grandi favori che gli amministratori pubblici elargiscono,
siano un atto benefico che produce sviluppo, mentre lo Stato, il
rispetto delle leggi, l’onestà, siano esperienze fallimentari per il
benessere pubblico. Lo abbiamo visto da vicino. Anche a Gioia.
Dove spesso politici poi finiti in manette, hanno sempre elogiato
la violazione delle norme come una necessità per portare
progresso a Gioia del Colle. Dove spesso e volentieri le campagne
elettorali sono spese a suon di voto di scambio. Promesse di
lavoro, denaro contante, buoni benzina e persino, più evoluti,
buoni viaggio e buoni per la parrucchiera. “Picc’ malditt e subt”,
recita un adagio popolare. Che segue al più volgare “ce sté
p’mme”. Così si vincono le elezioni, ci rimprovera qualcuno.
Enzo Cuscito
Candidato Vice Sindaco e
Assessore alla Legalità e
Trasparenza, Appalti pubblici,
Società partecipata, Servizi
socio-sanitari
Certo…può darsi. Ma per fare poi cosa? Dicevo a qualcuno, giorni
fa, che se celebrassimo un referendum dal quesito: “Secondo te i
politici sarebbero tutti da mandare a casa perché si fanno i cabasisi
loro?”, avremmo un battiquorum tale da mandare in tilt ogni record.
Il 90% certamente voterebbe SI’.
Perché l’arte più diffusa in Italia è lamentarsi dei politici corrotti e
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della malagestione pubblica. Un’arte condita da un’abbondante dose di ipocrisia. Perché questo dato
non lima con l’altra. Quella del voto. Come mai, infatti, alla fine a vincere sono spesso i politici più
corrotti? Come mai, nella cabina elettorale, rinnegando le invettive da strada contro i politici, quando
si tratta di scrivere nome e cognome, si sceglie sempre quello che, sotto sotto, ci garantisce il
favorino, l’appalto, la magagna, l’illegittimità del caso? Misteri d’Italia. Soprattutto se, alla fine, tutti
conveniamo che le nostre Città non funzionano. Strade rotte, tasse ed imposte alte, disservizi,
sottosviluppo, caos urbano e assenza di vivibilità sostenibile. Già. Perché quel che proprio non entra
nelle teste di noi cittadini elettori, è che il favorino che ricevo oggi, lo ripago e lo ripago all’ennesima
potenza in tasse alte e scarso benessere. Perché la corruzione pubblica succhia il sangue dell’intera
collettività. E non guarda in faccia a nessuno.
E’ per questo che la priorità che noi di “Un Impegno in Comune” con “Donato Lucilla Sindaco” ci
siamo dati è racchiusa in quella parola: LEGALITA’. La cui difesa abbiamo condotto nell’aula
consiliare, io e Donato, insieme ai nostri Movimenti, nei tre anni in Consiglio Comunale. Con
denunce, interrogazioni, interpellanze, esposti a tutti gli organi competenti. Facendoci mille nemici,
certo, ma dimostrando che in politica “non sono tutti uguali”. C’è chi nella legalità ci crede. Si
mette in gioco. Rischia. Querele e intimidazioni. Non si lascia corrompere. Non scende a
compromessi. Perché ha un chiodo fisso: il bene comune. Che si raggiunge solo restando saldamente
in piedi sui principi, seguendo la legge, rispettando le norme, garantendo sviluppo a tutti, non solo a
qualcuno.
Pensiamo al tema degli appalti. Sopra e sotto soglia. L’inchiesta del “Social Housing” che ha portato
all’arresto del Sindaco Povia, ha evidenziato quei contatti anomali e privilegiati tra pubblica
amministrazione, imprese e liberi professionisti. Per raggiungere, è l’accusa, accordi transattivi tra
politici, funzionari e imprenditori. Corrompere le gare pubbliche, come l’Associazione Nazionale
Anticorruzione e la Corte dei Conti hanno più volte dimostrato, è il business numero uno in Italia.
Tanto da fare gola alle mafie. Appalti truccati, costruiti su misura, gonfiati per far rientrare anche le
mazzette, che pagheranno tutti i cittadini con un’imposizione fiscale che poi esploderà.
La nostra Amministrazione sarà nemica giurata delle lobby di alcuni studi professionali. Non
esisteranno né “ditte amiche” alle quali affidare lavori a chiamata diretta, né quelle per cui costruire
bandi e gare su misura. Né vi potranno essere “entrate” prioritarie per questo o quel geometra o
ingegnere. Vigerà il principio della trasparenza e dell’equità. Nei lavori e negli appalti il criterio sarà
l’interesse collettivo, la qualità e la sostenibiltà economica. L’albo delle ditte e dei professionisti
iscritti presso il Comune di Gioia non sarà la carta delle pie intenzioni, ma un esercizio concreto di
trasparenza attraverso il principio della rotazione.
La legalità, nel settore degli appalti e dei lavori pubblici dovrà cominciare da qui. E per la Città, gli
effetti, saranno subito evidenti. Lavori effettuati con maggiore efficacia, durevoli e sensati. Con l’unico
fine di trasformare Gioia in un paese all’avanguardia nei servizi e nella vivibilità e con un notevole
risparmio di soldi pubblici che porterà ad una graduale riduzione dell’imposizione fiscale. Perché con
la legalità si cresce tutti. Con la corruzione no!
Venite ad ascoltarci domenica 24 aprile, alle ore 11.00, in Piazza Plebiscito.
Enzo Cuscito