La profonda crisi della sinistra, plasticamente sancita dal disastro elettorale, non può, non deve, significare un’abdicazione al ruolo necessario di difesa delle persone più deboli e di avvio della costruzione di una società diversa, fondata sull’eguaglianza dei diritti e dei doveri, su un nuovo primato della politica sull’economia, su uno sviluppo sostenibile.
Ma come riavviare un percorso, tenendo conto della ormai dimostrata inadeguatezza sia delle forme partito come si sono configurate in quest’ultimo periodo, sia dei movimenti associativi ?
LETTERA APERTA ALLE PERSONE RAPPRESENTATIVE DELLA SINISTRA
1. LETTERA APERTA ALLE PERSONE RAPPRESENTATIVE DELLA SINISTRA
La profonda crisi della sinistra, plasticamente sancita dal disastro elettorale, non può, non deve,
significare un’abdicazione al ruolo necessario di difesa delle persone più deboli e di avvio della
costruzione di una società diversa, fondata sull’eguaglianza dei diritti e dei doveri, su un nuovo
primato della politica sull’economia, su uno sviluppo sostenibile.
Ma come riavviare un percorso, tenendo conto della ormai dimostrata inadeguatezza sia delle forme
partito come si sono configurate in quest’ultimo periodo, sia dei movimenti associativi ?
Il cambiamento richiede la ridefinizione di valori fondanti, la capacità di avanzare, sostenere e porre
in atto proposte non irrealizzabili, la costruzione di nuove forme organizzative che tengano insieme
partecipazione e democrazia, impegno e coerenza.
Se è vero che c’è una generale disistima nei confronti del personale politico, è altrettanto vero che
l’azione politica richiede capacità che non si improvvisano.
Per questo ritengo giusto avanzare una proposta alle persone rappresentative della sinistra,
comprendendovi non solo le persone che hanno assunto direttamente un ruolo politico, ma anche le
persone che si sono impegnate nelle analisi e nello studio (i cosiddetti “intellettuali”).
Chiedo che queste persone, pur con le loro anche profonde differenze di analisi e di proposte, si
impegnino nel dar vita ad un Centro per definire un progetto politico ed organizzare una rete di realtà
territoriali che si riconoscano in tale progetto.
Ho ben presente che già ci sono diverse iniziative in tal senso, ma quella che secondo me manca è la
capacità e la volontà di unificare, di accettare le diversità ma di accettare anche la necessità di
compromessi.
Per fare un esempio (ripeto: è solo un esempio) credo che persone come Boldrini, Cacciari, Barca,
Saviano, Zingaretti, Lodoli, Pizzarotti, Zedda, Gentiloni, Riccardi, Chiavacci, ecc., ecc., potrebbero
essere alla base di questa prospettiva, con l’impegno tuttavia di essere promotori e non protagonisti.
Sono necessari tempi lunghi per tutto questo ? Sicuramente sì.
Possiamo permetterci tempi lunghi ? Sicuramente no. Tra l’altro fra poco saremo di nuovo in
campagna elettorale e sarà necessario decidere come comportarsi.
Non mi permetto di andare oltre. Spero solo che qualcuna/o e qualcosa si muova in tal senso.
sergio benassai
benassaisergio@libero.it