Accordo politico-programmatico per il congresso del PATT e per il futuro del ...
Linda Tamanini Congresso PATT 11-6-2016
1. Carissimi,
quello di oggi è un appuntamento non banale, non rituale: a distanza di pochi mesi ci ritroviamo per eleggere il
nuovo Presidente del Partito. Le vicende che ci hanno condotto ad oggi sono note, e dolorose, a tutti e per tutti:
posso solo ringraziare Pedergnana per la sensibilità con la quale ha tratto il partito da una situazione
imbarazzante... GRAZIE CARLO.
Ma questi mesi, questi giorni, sono stati densi di avvenimenti purtroppo non positivi per il nostro partito: una vera
escalation di disavventure che hanno minato la nostra credibilità nei confronti dei trentini. Disavventure non legate
tra loro se non per una successione temporale davvero impressionante, quasi un sortilegio malvagio che volesse
penalizzarci.
Ed è su questo che vorrei condividere con voi alcune riflessioni.
Perché tanta litigiosità interna? Perché tanta voglia di ridimensionare il nostro partito da parte degli oppositori -
chiaro - sia da parte degli alleati - meno chiaro -?
Credo che la risposta, o almeno una risposta, risieda nella mancanza di Partito. I nostri eletti nelle diverse sedi
istituzionali sono stati lasciati troppo soli, con una sovraesposizione mediatica eccessiva. Il Partito è stato il grande
assente, un convitato di pietra muto, che non ha saputo far sentire la propria voce autorevole, forte. Il Partito,
preso da vicende interne, ha dovuto rincorrere i personalismi che in questi mesi sono diventati incontenibili e, per
certi aspetti, insopportabili, dove le posizioni dei singoli hanno prevaricato l'interesse dei molti.
Un partito di raccolta quale il Patt ambisce essere, non può essere la summa di una serie di solisti: deve essere un
coro, un bel coro di montagna! Ma per essere coro, ci vogliono tre qualità: disciplina, disciplina ed ancora una
volta disciplina! E lo spartito è il nostro statuto, le regole che ci siamo dati. Che possono essere sbagliate o
migliorabili, ma sono le regole che dettano il nostro stare insieme e che tutti, compresi gli eletti nelle diverse sedi
istituzionali, debbono rispettare.
Fughe in avanti, scarsa condivisione nelle sedi deputate, persino irritazione per decisioni democraticamente
assunte...pensiamo davvero che i trentini apprezzino tutto questo? Ridurre il confronto interno ad una serie di
duelli non già basati sulle idee ma sui personalismi non solo porta un palpabile danno ad un sereno dibattito
interno ma, quel che è peggio, minano la fiducia della nostra gente, la nosa zent!, nel partito autonomista!
In questi difficili mesi ho cercato, tentato, di tenere la barra a dritta: rispettando con tutta la mia forza quanto
previsto dallo statuto del partito, unica stella polare che deve orientare il nostro cammino, in questo aiutata
lealmente e fraternamente da Franco Panizza: grazie Franco!
Ci sono state decisioni che in cuor mio posso non aver condiviso, ma che sono risultate aderenti o non in
contraddizione con il nostro statuto: e le ho accettate, e le ho rispettate. Le battaglie interne debbono svolgersi nel
perimetro statutario che, come in tutte le vicende umane, è perfettibile e non perfetto: ogni proposta a riguardo
deve essere ascoltata con attenzione, deve essere oggetto di riflessione.
Ciò che più mi ha angosciato, è stato il dover constatare una grande avarizia intellettuale, così poca generosità nel
tentare di capire le ragioni dell'altro, nel non intercettare i ragionamenti diversi e nel cogliere in essi le parti, gli
spunti più interessanti.
Ed a questo riguardo, permettetemi un paio di annotazioni di carattere personale. Ho letto sia da parte di alcuni
giornalisti, sia da parte di alcuni esponenti del nostro Partito, alcune affermazioni rivolte alla mia persona che se
non fossi dotata di grande senso dell'autoironia, avrebbero potuto farmi arrabbiare. "Sodale", "presidenza
fantoccio": è vero: la mia sintonia con le posizioni espresse da Walter Kaswalder è consolidata da anni di
collaborazione, e non è in discussione. Come non è in discussione la mia autonomia di pensiero e di azione da
Walter o da chicchessia!!! Fantoccio: beh, chi lo ha affermato significa davvero che non mi conosce, non conosce
il mio percorso, la mia storia personale.
Parafrasando Luciano Ligabue, tranquilli: a sbagliare sono bravissima da me!
Sembriamo presi da una sorta di cupio dissolvi , una voglia matta di farci del male da soli: sveglia amici, che a
farci del male fuori da qui sono in tanti ad averne voglia, eccome!
Dobbiamo rinserrare le fila, dobbiamo ritrovare il senso di essere comunione di intenti, dobbiamo riposizionare le
aspettative personali e ideali dietro alle aspettative del partito e non innanzi al partito!
2. Fare politica è andare in tanti verso una direzione: per fare ciò è necessario utilizzare l'arte del compromesso, del
sapersi anche accontentare. Diversamente è nobile esercizio di testimonianza, ma non è fare buona politica!
All'inizio del mio intervento accennavo ad una mancanza di presenza del partito, in questi mesi travolto dal
contingente ed incapace di pensare "in avanti", "oltre". Mi è stata chiesta la disponibilità a proseguire nel percorso
intrapreso nel dopo Pedergnana: non nego di esserne lusingata ed orgogliosa, e di aver accettato la proposta di
candidatura alla Presidenza del Partito ben sapendo a ciò che potrei andare incontro. Ed a tutti, amici e meno
amici (perché qui dentro nemici non ce ne sono e non ci debbono essere!) dichiaro con determinazione e
convinzione che, per quel che mi riguarda, farò rispettare da tutti, DA TUTTI, quanto previsto dal nostro statuto.
È vero: il Presidente del Partito non è una figura ne' in contrapposizione ne' un contraltare della segreteria politica.
Ma è altrettanto vero che il Presidente ha l'obbligo, il dovere ed il diritto di far rispettare lo statuto. Ed è quanto
intendo, se eletta, realizzare!!!
In questi mesi, abbiamo dimostrato di essere un Partito che discute, anche animatamente, al proprio interno:
qualcuno ha definito questo un segno di debolezza, di inadeguatezza al ruolo di guida della coalizione. Mi
permetto di dissentire: chi afferma ciò, non conosce la nostra storia. Il nostro è sempre stato un Partito e prima
ancora un movimento, dove da sempre si discute, da sempre ci si confronta: essere autonomisti è essere
innanzitutto donne e uomini liberi! Certo, il confronto e la discussione, per quanto animati e passionali, debbono
rimanere all'interno del nostro statuto, debbono diventare carburante positivo alla marcia della nostra macchina:
noi vogliamo la massima autonomia possibile, da sempre vogliamo autonomia integrale, come affermavano i padri
fondatori dell'Asar! Con posizioni e sensibilità diverse, con diverse accentuazioni: ma lo scopo è chiaro e definito a
tutti!!!
Albert Camus diceva come "i mezzi giustificano il fine": è proprio così! Ed i nostri mezzi sono gli articoli del nostro
statuto, per mezzo del quale dobbiamo, con tutte le nostre forze, tentare di raggiungere il fine ultimo del nostro
operare: il benessere della nostra gente, in un Trentino sempre più autonomo, autonomista e trentino-tirolese!!!
Evviva l'autonomia, evviva il Partito Autonomista Trentino Tirolese!!!!