XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
La risposta mondiale al covid 19
1. LA RISPOSTA MONDIALE AL
COVID-19: SCIENZA, POLITICA E
INFORMAZIONE
BERTOLINI MARCO
I DATI AGGIORNATI SUL COVID-19
2. WARNING!
Tutti i documenti e le interviste riportati in questa ricerca sono stati inseriti a partire
da fonti ufficiali che li hanno pubblicati sul web. In molti casi sono forniti anche i link
originali e in lingua (perché spesso le fonti li riportano in tal modo), mentre in altre
immagini tratte da indirizzi web, gli stessi sono leggibili immediatamente sopra
l’immagine stessa.
Per quanto riguarda i reportage televisivi, ogni clip è stata trasmessa su televisioni note
a livello globale (basta una ricerca su Google per confermare tutto ciò).
Ho scelto di mantenere la lingua originale in ogni citazione in modo tale da riportare
esattamente le parole pronunciate.
3. TUTTO COMINCIÒ
COSÌ...
I primi casi di polmonite sospetta in
Cina si verificarono addirittura nel
dicembre 2019 e il medico Li Wenliang
fu uno degli 8 medici a preoccuparsi per
primo della situazione. Pensò che
potesse trattarsi di una versione della
SARS e diede l’allarme, ma fu perseguito
penalmente dalla censura cinese, reo di
aver divulgato informazioni che
potevano turbare l’ordine pubblico.
Le autorità si scusarono poi per
l’accaduto, ma ormai era troppo tardi
4. “TOO EARLY”
L’Organizzazione Mondiale per la Sanità
ha affrontato il problema da subito: in
particolare il 31 dicembre 2019 è stato
informato il World Health Organization
China Country Office, con la sequenza
genetica del virus resa nota dalla Cina il
12 gennaio 2020. Nel reportage del 12
gennaio è scritto come l’OMS sia contro
ogni tipo di restrizioni sui viaggi in Cina
e non suggerisce misure specifiche per i
viaggiatori. Alla conferenza di Ginevra
del 22 gennaio 2020, viene ribadito
come non ci siano evidenze per
dichiarare una PHEIC (Public Health
Emergency of International Concern)
12 gennaio
22 gennaio
6. 30 gennaio
L’Organizzazione Mondiale per la Sanità
dichiara che l’emergenza da coronavirus
sia una PHEIC (Public Health
Emergency of International Concern) a
causa del numero di casi di coronavirus
fuori dalla Cina (98 i casi dichiarati nella
conferenza) e della trasmissione da
uomo a uomo, avvenuta in 4 Paesi:
Germania, Giappone, Vietnam, USA
“Some countries have taken
questionable measures
concerning travellers”
7. 28 febbraio
Non è il momento di dichiarare
l’emergenza da Covid-19 una pandemia:
“the course of this virus can be
significantly altered due to a mixture of
response, including containment
measures and robust public health”
“If we say there is a pandemic of
coronavirus, we are essentially accepting
that every human on the planet will be
exposed to that virus. The data does not
support that as yet”
“A lot of the future of this epidemic is in
the hands of ourselves”
8. 11 marzo
L’OMS dichiara lo stato di pandemia.
Diverse sono le parole chiave che il
direttore generale Ghebreyesus
sottolinea:
- prevention
- preparedness
- public health
- political leadership
- people
“this is the first pandemic caused by a coronavirus and we
have never before seen a pandemic that can be controlled”
“mitigate social and economic consequences of this
pandemic”
“several countries have demonstrated that this
virus can be suppressed and controlled”
9.
10. L’epidemia in Cina
Più che soffermarsi sulla descrizione
degli eventi (cosa che tratterò nello
specifico per l’Italia), per rendersi conto
della gravità dell’emergenza e
dell’atmosfera surreale della quarantena
di 60 milioni di persone (in tutto il
territorio cinese) può bastare la visione
di un reportage della CGTN (China
Global Television Network), correlato
da due ulteriori servizi di Sky e della
NTD (New Tang Dynasty Television)
ripresi dopo la fine del lockdown a
Wuhan.
11.
12.
13. 30 gennaio
Il primo allarme sul coronavirus in Italia
è stato a Civitavecchia: sulla Costa
Smeralda una donna cinese, in viaggio
con il marito, ne avverte i sintomi. In
seguito verranno effettuati i test, che
risulteranno negativi.
Nello stesso giorno vengono annunciati i
primi due casi di coronavirus in Italia:
due turisti cinesi ricoverati all’ospedale
Spallanzani di Roma.
Conte: “non c’è al momento nessun
motivo di creare panico e allarmismi”
14. 31 gennaio
Sulla Gazzetta Ufficiale il Presidente del
Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte
dichiara lo stato di emergenza nazionale.
Alle interviste successive anche il
Ministro alla Salute Speranza predica la
massima calma e tranquillità: “abbiamo
uno dei migliori servizi sanitari del
mondo [...] e ci sono tutte le condizioni
per gestire in maniera assolutamente
positiva e trasparente l’evolversi di
questa vicenda”
15. 21 febbraio
Viene identificato il primo caso di
Covid-19 in Lombardia a Codogno: in
poche ore il numero di contagiati
aumenta.
A Vo’ Euganeo muore il primo paziente
infetto da coronavirus.
Vengono subito proclamate misure
restrittive riguardanti alcune città del
lodigiano.
Conte: “scacciare via qualsiasi
allarmismo sociale e qualsiasi panico”
17. “Niente panico”
Mentre tutte le attività vengono sospese
nelle zone del focolaio lodigiano, nel
resto del Paese c’è già grande paura del
coronavirus, con le mascherine e
l’Amuchina che diventano introvabili.
Conte: “Disporremo dei presidi e dei
controlli, abbiamo dato indicazioni alle
forze dell’ordine perché provvedano; se
necessario ci saranno anche delle forze
armate ma direi che confideremo molto
sulla collaborazione con i cittadini”
18. Niente panico, ma
misure più stringenti
I supermercati vengono presi d’assalto
con l’inizio delle prime restrizioni
5 marzo. Mattarella: “Dobbiamo evitare
stati di ansia immotivati e spesso
controproducenti”
Il 7 marzo la Lombardia e altre 14
province diventano zona arancione
Scattano delle rivolte in alcuni centri di
detenzione
19. 9 marzo: “io resto a casa”
Conte: “Non ci sarà più una zona rossa,
non ci sarà più una zona 1 e una zona 2
della penisola: ci sarà un’Italia zona
protetta. [...] Viviamo in un sistema in
cui noi garantiamo la sanità e il diritto
alle cure e alla salute a tutti, è un
fondamento del nostro sistema di civiltà”
Le misure restrittive vengono estese a
tutto il territorio nazionale
20. La situazione peggiora
Le misure restrittive diventano ancora
più stringenti: chiudono le attività
commerciali (bar, pub, ristoranti), pur
restando garantiti i servizi essenziali.
Industrie e fabbriche possono
continuare nelle attività produttive
purché garantiscano il rispetto delle
norme di sicurezza.
A Brescia e Bergamo la situazione inizia
a diventare drammatica
23. 22 marzo
Italia in lockdown: ulteriori misure
restrittive costringono molte fabbriche a
sospendere le attività produttive
24. 25 marzo
Del successivo decreto legge, basta
notare un unico dato: “divieto”,
“limitazione”, “sospensione”, “chiusura”
sono le parole con cui iniziano
sostanzialmente tutti i provvedimenti
presi.
Gli esperti dicono che il picco si avvicina
ma ancora non è arrivato, e precisano
che potrà variare di regione in regione
25. I dati al 29 marzo
In particolare si rileva che circa il
58% delle persone infette mostra
al massimo sintomi lievi
L’incidenza del virus dipende
anche dall’età, dato che circa il
75% dei casi ha 50 anni o più
In seguito esamineremo nel
dettaglio i modelli che descrivono
l’espandersi di una malattia
infettiva e i parametri che li
regolano
28. La Pasqua italiana
Il fine settimana che ci introduce a
Pasqua viene vissuto in maniera surreale
nelle città italiane: dove di solito
brulicano i turisti, i festeggiamenti e la
gioia, ora domina un silenzio
angosciante
29.
30. Premessa
Ho voluto riportare anche il caso della Turchia, perché è un Paese di cui si parla poco
nell’ultimo periodo. Grazie alla testimonianza di una ragazza, che conosco
personalmente, residente a Istanbul, ho potuto riportare dettagliatamente la loro
risposta alla pandemia, partendo dal 24 gennaio fino al 15 aprile.
Questo può aiutare anche nel confronto tra le risposte dei vari Stati, che può rivelarsi,
a mio giudizio, molto utile a posteriori per capire quali errori sono stati commessi e
quali azioni invece hanno avuto (o avrebbero potuto avere) un effetto benefico.
31. Gli inizi
Nel periodo che va da fine gennaio
all’inizio di marzo, già si prendevano
varie misure: oltre a controllare la
temperatura corporea in aeroporto (24
gennaio) e riportare in patria i residenti
turchi di Wuhan (31 gennaio), il 3
febbraio vengono sospesi i voli con la
Cina e chiusi i confini con l’Iran, mentre
il 29 febbraio sono sospesi i voli da Iraq,
Corea del Sud e Italia. Durante la prima
settimana di marzo si intraprende un
processo di disinfezione dei mezzi
pubblici. Nonostante questi sforzi, l’11
marzo viene annunciato il primo caso.
32. Misure anti-contagio
- a partire dal 16 marzo, le università rimarranno chiuse
per 3 settimane, tutte le altre scuole per una settimana
- il 23 marzo inizieranno le lezioni online
- iniziano ad esserci i primi permessi speciali per uscire
- dal 16 marzo chiuderanno bar, discoteche, cinema, ...
Dal giorno successivo non sono più ammessi visitatori in
Parlamento e tra il 14 e il 15 marzo ci sono le prime quarantene:
poco più di 5000 persone che ritornano dall’Umra
(pellegrinaggio dei musulmani alla Kaaba) sono messe in
quarantena ad Ankara (15 marzo), e altre 5000 a Konya.
Ad ora sono 18 i casi confermati
33. Inizia il lockdown
Nei giorni seguenti vengono proibite le
preghiere del Venerdì, e il 18 marzo
viene annunciata la prima vittima da
Covid-19 in Turchia: un uomo di 89 anni
con conoscenze in Cina.
Il 20 marzo il Ministro alla Salute
dichiara che tutti gli ospedali privati
saranno utilizzati per curare pazienti
infetti da Covid-19.
Il giorno dopo viene imposto il
lockdown per chi ha più di 65 anni e/o
ha malattie croniche, con l’eccezione di
farmacisti o persone coinvolte nel
governo
Link
34. Il coprifuoco
Le scuole resteranno chiuse almeno fino
al 30 aprile, e la situazione sanitaria
peggiora: il 1 aprile i casi sono 15.679, i
morti 277, di 601 addetti alla sanità
infettati e 1 medico morto.
Il 3 aprile viene imposto il coprifuoco
per i ragazzi al di sotto dei 20 anni e il 10
aprile, a sorpresa, viene annunciato il
coprifuoco totale per i giorni 11 e 12
aprile.
La reazione delle persone è quella a
fianco, e ha probabilmente vanificato
buona parte della precedente quarantena
35.
36. “The virus has not a
chance against us”
L’impatto del coronavirus in Cina e in Europa non ha spaventato gli americani.
Il Presidente Donald Trump predica la calma: il virus non ha possibilità contro
gli americani e il rischio per la sua nazione è molto basso.
Due parole che per riassumere:
“under control”
37. Proteggere gli americani
Dopo aver sospeso i voli con la Cina, il
Presidente Trump dichiara la
sospensione di tutti i voli dall’Europa, a
eccezione di quelli dal Regno Unito.
Questa misura servirà a difendere gli
americani dal contagio.
Poco dopo anche i voli per Irlanda e
Regno Unito vengono sospesi
38. Emergenza nazionale
Il giorno successivo viene dichiarato lo
stato di emergenza nazionale, che avrà
forti ripercussioni anche a livello sociale
oltre che sanitario.
Serve ricordare inoltre che il sistema
sanitario americano è essenzialmente un
sistema assicurativo, per cui non tutti
possono avere accesso a determinate
cure.
Sono riportati il servizio della CNN e il
discorso ufficiale completo (Fox News)
40. Ma come hanno reagito gli scienziati?
Non è emersa un’opinione
comune nemmeno tra gli
scienziati, che anzi in molti
casi hanno stranamente
oscillato da “è una semplice
influenza” a “è un enorme
pericolo per la sicurezza
nazionale” in poco tempo. In
Italia, è stato creato il
Comitato tecnico-scientifico
per l’emergenza che si
occupa di redigere le
raccomandazioni sanitarie
atte a fronteggiare il Covid-
19
41. Chi dà queste raccomandazioni ha le idee chiare?
La risposta a questa domanda sembra
essere di no, e a sostegno di ciò riporto 4
interviste riguardo al tema delle
mascherine: sono utili? Dobbiamo
metterle tutti? Servono solo ai malati?
È molto difficile capirlo se le stesse
persone danno una risposta un giorno e
quella opposta in un altro, specie se
queste persone sono autorevoli…
42. Una figura autorevole dall’opinione incerta
In Italia, tra i virologi che si occupano
dell’epidemia, uno tra i più noti è
Burioni.
Ma quali sono state le sue dichiarazioni
durante l’epidemia? Può essere
considerato una figura di riferimento?
Ciò che dice è attendibile?
Proviamo ad ascoltare alcuni suoi
discorsi, iniziando da questo intervento
del 6 febbraio (ricordiamo che il 31
gennaio è stato dichiarato lo stato di
emergenza nazionale)
43. Non sottovalutare il virus
Sottovalutare la potenzialità del virus è un
errore che non bisogna commettere.
Meglio sovrastimare che sottostimare: nel
primo caso è un disagio e un problema
economico, nel secondo caso la gente
muore.
Lo dice il virologo in questo articolo
Per questo motivo critica anche l’operato
del presidente degli USA Donald Trump
44. Riflessioni e consigli
Ma come? Una voce autorevole e competente non
avrebbe potuto ipotizzare, in assenza di specifiche
informazioni, che l’unico modo per non rischiare era
consigliare a tutti di indossare la mascherina fin da
subito?
Si noti che quest’ultima frase altro non è che un
accostamento di frasi dette da lui stesso (e sottolineate
nelle precedenti slides)...
Perché dunque sostenere che “la mascherina è utile se la
mettiamo a quelli che stanno male”, se è meglio
sovrastimare? Non si sarebbe potuto ridurre il contagio
in quel modo?
45. Ma non solo Italia...
Molti altri Paesi si sono affidati a
numerose task force di scienziati per
sconfiggere la pandemia:
è il caso degli Stati Uniti, di cui possiamo
leggere i membri qui. Tuttavia sempre
tra gli scienziati emerge un’intervista al
direttore della CDC:
molti pazienti morti possono essere
morti di Covid-19 prima dell’inizio
dell’epidemia; è possibile che siano stati
scambiati per influenza
46. E sul tema mascherine...
Tornano in auge studi peer reviewed
sull’argomento, motivo per cui diversi
studenti dell’università di Hong Kong
hanno iniziato a condividere la loro
posizione, che a lungo è stata osteggiata
sia dall’OMS sia da molti governi.
Secondo loro, tutti devono mettere la
mascherina, e questo per il semplice
motivo che le mascherine servono
principalmente per non contagiare gli
altri. Infatti, per definizione
l’asintomatico non sa di esserlo, e
soprattutto nei luoghi in cui c’è alta
diffusione, per un sano la probabilità di
essere asintomatico non è trascurabile
Primo articolo
Secondo articolo
wearafuckingmask
Raccomandazioni dell’OMS
47. E video come questo, che sono circolati
in rete per lungo tempo, erano sulle
posizioni iniziali sia dei governi sia
dell’OMS: è sconsigliato per gli
asintomatici mettere le mascherine.
Ora la situazione è completamente
cambiata, ma che ne è del principio
“meglio abbondare che deficere” o “la
prudenza non è mai troppa”?
48. Ma in futuro?
Le regole di distanziamento sociale
probabilmente rimarranno, e anche
quando è previsto un allentamento è
probabile che vengano reintrodotte.
Qui si possono trovare diversi possibili
scenari, che sottolineano anche come i
decisori politici e gli scienziati abbiano
un rapporto molto stretto in questa
epidemia.
Tuttavia, per il futuro non è solo il
Covid-19 a doverci spaventare, ma anche
le ricadute psicologiche che la
quarantena ha
NCBI
Psychological
effects of
quarantine