1. PROGETTO GLOBALE
E PROGETTO DI VITA
Luciano Pasqualotto
luciano.pasqualotto@univr.it
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2. IL MODELLO BIO PSICOIL MODELLO BIO PSICO
SOCIALE DELL’ICFSOCIALE DELL’ICF
2
Capacità Performance
Funzioni
Strutture
Fattori
Ambientali
Fattori
PersonaliFunctioning
3. Modello concettuale ICF
CONDIZIONI DI SALUTE
FATTORI
AMBIENTALI
(es. rete sociale,
mobilità, barriere...)
FATTORI
PERSONALI
(es. autostima,
vita affettiva ...)
FATTORI CONTESTUALI
STRUTTURE
e FUNZIONI
CORPOREE
ATTIVITA’
(capacità)
PARTECIPA-
ZIONE
4. «L’attività è l’esecuzione di un
compito o di un’azione da parte di un
individuo. La partecipazione è il
coinvolgimento in una situazione di
vita» (OMS, 2001, p. 105)
Partecipazione = logica inclusiva
Attività e Partecipazione:
DEFINIZIONI
5. Funzionamento e
Partecipazione
La “chiave” del funzionamento
secondo ICF permette di identificare i
bisogni della persona
il funzionamento è il contrario della
disabilità: più una persona “funziona”
meno è disabile
6. Funzionamento e
Partecipazione
Nell’ICF «l’handicap è visto come
un’alterazione, uno squilibrio; come la
conseguenza di una relazione
disarmonica, perturbata, sregolata tra la
persona e il suo ambiente. Il processo
di miglioramento passa attraverso un
riequilibrio relazionale» (Gardou, 1999,
p. 11).
7. Funzionamento e
Partecipazione
la condizione di salute della persona
diventa socialmente rilevante nella
misura in cui crea discriminazione e
non consente l’espressione piena delle
proprie capacità e abilità (Progetto
Ministero della Salute – CCM, 2006;
Franscescutti et al., 2011)
8. Il capability approach – Sen (1)
Il functioning non è solo ciò che un
individuo fa, ma anche quello che egli è.
«I funzionamenti rilevanti per il benessere
variano da quelli più elementari, quali l’evitare
gli stati di morbilità e di mortalità, l’essere
adeguatamente nutriti, l’avere mobilità e così
via, a numerosi altri funzionamenti più
complessi, quali l’essere felici, il raggiungere
il rispetto di sé, il prendere parte alla vita della
comunità, l’apparire in pubblico senza
provare un senso di vergogna» (Sen, 1993, p. 106).
9. Considerati nella loro totalità, i funzionamenti
rappresentano l’insieme delle “realizzazioni
effettive” di un individuo, cioè quello che egli
ritiene degno di fare o di essere per star
bene.
«Si può sostenere – aggiunge Sen - che i
funzionamenti costituiscono la condizione di
esistere di una persona, e la valutazione del
suo benessere deve assumere la forma di
una valutazione di questi elementi costitutivi»
(1993, p. 106).
Il capability approach – Sen (2)
10. Le possibilità di funzionamento devono essere
congiunte con la capacità di funzionare.
Ciascun individuo ha il diritto essenziale di
accedere ad una molteplicità di combinazioni
di funzionamenti, che possiamo intendere
come stili di vita che dovrebbe poter scegliere;
in relazione a ciascuno dei funzionamenti in
questione – ed alla combinazione nel suo
insieme – il singolo soggetto può misurare le
sue capacità (capabilities), cioè le possibilità di
cui in concreto dispone di conseguire quel
dato funzionamento.
Il capability approach – Sen (3)
11. Le capabilities variano a seconda degli
individui ma anche dai contesti e dipendono
da fattori ecologici, biologici, psicologici,
sociali.
Le capabilities riguardano le «opportunità
reali che si hanno per quanto riguarda la vita
che si può condurre»
Questo non dipende direttamente dalla
quantità di risorse a disposizione, perché le
persone hanno diverse esigenze sul piano
materiale
Il capability approach – Sen (4)
Editor's Notes
Formazione Educatori ed Operatori ULSS 6 a cura di Luciano Pasqualotto (lpasqualotto@gmail.com) 28 agosto 2012
Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Università Cattolica di Milano a cura di Luciano Pasqualotto (lpasqualotto@gmail.com)
Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Università Cattolica di Milano a cura di Luciano Pasqualotto (lpasqualotto@gmail.com)
Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Università Cattolica di Milano a cura di Luciano Pasqualotto (lpasqualotto@gmail.com)
Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Università Cattolica di Milano a cura di Luciano Pasqualotto (lpasqualotto@gmail.com)
Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Università Cattolica di Milano a cura di Luciano Pasqualotto (lpasqualotto@gmail.com)
Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Università Cattolica di Milano a cura di Luciano Pasqualotto (lpasqualotto@gmail.com)
Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Università Cattolica di Milano a cura di Luciano Pasqualotto (lpasqualotto@gmail.com)
Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Corso "Metodi e didattiche dei sussidi per disabili" Università Cattolica di Milano a cura di Luciano Pasqualotto (lpasqualotto@gmail.com) Per chiarire questo concetto, Sen (2000, p. 78-79) porta alcuni esempi. «Un disabile […] può possedere un paniere di beni principali più abbondante e ciononostante avere una probabilità di vivere un’esistenza normale (o di raggiungere i propri obiettivi) inferiore rispetto a quella di una persona fisicamente valida e con un paniere di beni principali più ridotto. In maniera analoga, una persona più anziana o cagionevole di salute può essere svantaggiata (nel senso corrente del termine) anche con un pacchetto di beni più consistente... La “capacitazione” di una persona non è che l’insieme delle combinazioni alternative di funzionamenti che essa è in grado di realizzare. È dunque una sorta di libertà: la libertà sostanziale di realizzare più combinazioni alternative di funzionamenti (o, detto in modo meno formale, di mettere in atto più stili di vita alternativi). Un benestante che digiuni, per esempio, può anche funzionare, sul piano dell’alimentazione, allo stesso modo di un indigente costretto a fare la fame, ma il primo ha un “insieme di capacitazioni” diverso da quello del secondo (l’uno può decidere di mangiare bene e nutrirsi adeguatamente, l’altro non può)».