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Lavorare in gruppo? Un impresa!

Lecce, Manifatture KNOS
9 novembre 2013

"Il gruppo nella rete"

Benvenutei

Obiettivi dell’incontro –
presentare la metodologia del lavoro di comunità e del lavoro di rete, nelle sue
diverse accezioni.
Riflettere sulle potenzialità, e le criticità con cui ci si misura
Condividere – se possibile – alcuni strumenti operativi

Lo sviluppo di comunità – una filosofia e una metodologia di lavoro…..
Collocazione storica - , cultura anglosassone – protestante –
Alcune definizioni
Qualche definizione di sviluppo di comunità
Un approccio politico-sociale e metodologico-tecnico orientato alla promozione
della qualità della vita di individui, gruppi e comunità attraverso processi di
partecipazione e autopromozione
Affinchè ci sia sviluppo di comunità, le persone devono credere che il lavorare
assieme possa fare la differenza, e quindi organizzarsi per lavorare alla soddisfazione
dei loro bisogni comuni in maniera collettiva Flora et. al. (1992).
Lo sviluppo di comunità implica un gruppo di persone in una comunità che prende
insieme delle decisioni per iniziare una processo di azione sociale, per cambiare e
trasformare la propria situazione economica, sociale, culturale e ambientale Christenson et. al. (1989).
Lo sviluppo di comunità è un processo che aumenta le scelte, le possibilità. Implica
la creazione di un contesto in cui le persone possono esercitare il loro pieno
potenziale per cercare di realizzare una vita creativa e produttiva.– RonShaffer (pers.
com.).
Lo sviluppo di comunità è un processo in cui le persone, insieme alle autorità
governative – servizi e amministrazioni – cercano di migliorare le condizioni sociali,
economiche e culturali delle comunità e dove le comunità sono integrate, nella vita
della nozione, cercando di contribuire nel porre le condizioni per il progresso –
(United Nations, from Biggs, 1999)

“La comunità competente" di Carlo Caldarini
Comunità competente
“diventare una comunità competente vuol dire aumentare il proprio repertorio di
possibilità alternative (dimensione politica), sapere dove e come ottenere risorse
(dimensione cognitiva), Chiedere di partecipare ed essere motivati, non tanto sul
come o sul cosa fare, quanto sul perché della propria partecipazione (dimensione
affettiva)”. Tale processo s’innesca laddove si promuovono occasioni di studio e
d’azione determinate dai bisogni sociali, economici, politici e culturali delle persone:
in poche parole, attraverso il cambiamento sociale consapevole.
► Una comunità locale diventa «competente» quando si rende collettivamente
capace di analizzare la propria situazione, ne riconosce i bisogni e si mobilita per il
cambiamento.
►“una comunità competente” è una comunità che sa generare opportunità, sa
come ottenere risorse e favorire l’autostima, l’ottimismo e la motivazione.
►Lo sviluppo di una comunità competente implica l’offerta e l’utilizzo delle risorse
di ciascuno al fine di accrescere la capacità dei membri di prendere le decisioni
ragionate sui problemi e di adottare modalità adeguate per farvi fronte. Una
comunità competente, è caratterizzata da persone e gruppi che possiedono potere,
conoscenza, motivazione e autostima (Zani, Palmonari, 1996).

Il processo di empowerment - Zimmerman (1998)
Controllo, inteso come la capacità, percepita o attuale, di influenzare le decisioni;
Consapevolezza critica, cioè la comprensione del funzionamento delle strutture del
potere e di come i fattori in gioco vengono influenzati e le risorse mobilitate;
Partecipazione, cioè la capacità di mettere in atto interventi nella realtà in grado di
ottenere i risultati desiderati
Le fasi principali dello sviluppo di un gruppo comunitario autonomo
1. contattare le persone e stabilire una analisi dei bisogni
2. mettere insieme le persone, aiutarle a identificare i bisogni specifici, supportarle
nel bisogno di soddisfarli
3. aiutare a comprendere cosa c'è da fare, al fine di soddisfare i bisogni evidenziati
4. aiutarle a identificare gli obiettivi – con l'attenzione che siano sostenibili,
raggiungibili
5. aiutarle a costruire e a mantenere nel tempo una organizzazione adatta a
rispondere agli obiettivi
6. aiutarle a identificate e acquisire risorse – in termini di conoscenze, abilità,
contatti, attrezzature, denaro (l'importanza della conoscenza della rete delle risorse
presenti nella comunità
7. aiutarle a fissare delle priorità, a valutare linee di azione alternative, a stendere
un piano di azione, così da tradurre gli obiettivi strategici in una serie di sottoobiettivi e di compiti
8. aiutarle a dividersi i compiti e quindi a realizzarli
9. aiutarle a riportare i risultati conseguiti da ciascuno al gruppo nella sua interezza,
che dovrà aiutarli ed eventualmente modificare gli obiettivi iniziali

Allargare i confini del gruppo
Mettere a fuoco un obiettivo solo

tratto da A. Twelvetrees, “Il lavoro sociale di comunità”
è altro da
Welfare Community – welfare di comunità
si tratta di costruire un sistema capace di rispondere alla domanda di protezione
individuale attraverso una pluralità di canali pubblici e privati, di mercato e di
solidarietà, statali e centrali. In pratica; mobilitare tutte le potenzialità esistenti sul
territorio per offrire prestazioni sociali efficienti ed efficaci. E’ necessaria
- chiarezza sul sistema dei diritti fondamentali che si vogliono tutelare; - più capacità
di governo, perché governare in modo efficiente una "rete delle reti" di solidarietà è
molto più difficile che governare un sistema burocratico e gerarchico;
- comunque risorse economiche, certo meglio allocate e impiegate in modo più
efficiente, ma non si può contrabbandare nuovo welfare con meno welfare;
- credere veramente nella capacità organizzativa autonoma ed innovativa della
società senza tutele corporative.

Vi sono dei presupposti ideologici, assunti di base
Le persone hanno potenziali che sono attivabili –
Le persone si muovono a partire dai loro bisogni
l’azione soddisfa bisogni – locus of control interno - a parità di condizioni, sta
meglio chi ha un approccio più attivo sulla propria vita.
Nella relazione vi sono una serie di benefici possibili –

… Le tre dimensioni fondamentali – potere (contare qualcosa, influenzare),
appartenere (essere “di qualcuno”, sentirsi parte di qualcosa),

il gruppo è la dimensione dell’azione e del cambiamento, palestra possibile di
socialità e relazione, di apprendimenti.
Alcuni possibili indicatori
Attivazioni: uno degli indici del fatto che stanno accadendo cose nella direzione
auspicata è il numero di attivazioni, di persone che hanno modificato il loro status –
passando da una posizione di inattivi a quella di curiosi, di osservatori, di
commentatori, fino ad essere coinvolti, e attivamente partecipanti. In un lavoro di
comunità, con la comunità,
Competenze singole e collettive effettivamente apprese e spese: ad esempio leggere
le situazioni, cogliere le risorse, pensare a soluzioni, reggere l’ansia, saper ascoltare,
ridurre la diffidenza per apprendere la curiosità verso l’altro senza essere o sentirsi
invadenti e altre– a quelle più pratiche come saper organizzare, o realizzare
concretamente – che si tratti poi di un mercatino dell’usato e del baratto, all’avvio di
un gruppo di acquisto, all’apprendere capacità manuali e riparare utensili, o
cucinare o scrivere un articolo.
Azioni reali effettivamente intraprese: se l’idea del lavoro di comunità è quella di
trasformazioni di contesto operate dalle persone con una consapevolezza collettiva,
immaginiamo azioni che producono cambiamenti, con finalità relazionali,
trasformative, ricadute concrete sulle persone e sulle proprie condizioni di vita –
Moltiplicazione delle relazioni: è una delle pochissime indicazioni certe nel lavoro
sociale, non si sbaglia.
Reti di relazioni fra organizzazioni – governance.
Modificazioni (trasformazioni) di contesto e alterazioni positivi di medium –
contesto. maggiore fiducia, vivibilità, della accresciuta sensazione che il quartiere
sia un buon posto in cui vivere; concretamente di dovrebbe tradurre nel fatto che i
bambini possano tornare a giocare in strada, che ho meno paura ad andare a piedi,
che saluto le persone che incontro, che se ho bisogno di qualcosa penso di poter
trovare risposta senza dover andare troppo lontano.
Come si parte?
Esistono diverse forme di attivazione che si configurano come azioni di sviluppo di
comunità, - magari non rispondendo appieno a tutti i criteri auspicati. Forme di auto
organizzazione, ..
In maniera più intenzionale
Intercettando bisogni – “in strada”, cogliendo fermenti …
uno sportello – luogo di intercettazione
Partendo da criticità – cogliendo gli interessi e provando a diluire le posizioni,
con processi di ricerca azione – per individuare aree tematiche su cui la popolazione
sarebbe disposta ad attivarsi
…..

La comunità
Il termine di comunità indica generalmente un insieme di individui legati fra di loro
da un elemento di comunione riconosciuto come tale dagli individui stessi.
Definizione di comunità
►Un sottosistema socio – territoriale a confini amministrativi definiti (piccolo
comune, quartiere di grande città, distretto socio –sanitario) dove si dispongono, in
un mutuo scambio di influenze: individui, gruppi, ambiente naturale, ambiente
costruito dall’uomo, bisogni ed attività di interpretazione e di trasformazione della
vitae delle risorse di cui dispone la comunità stessa.
Da Wikipedia
Una comunità è un insieme di individui che condividono lo stesso ambiente fisico e
tecnologico, formando un gruppo riconoscibile, unito da vincoli organizzativi,
linguistici, religiosi, economici e da interessi comuni.
Con riferimento agli umani una comunità può indicare nel linguaggio comune una
struttura organizzativa sociale, tipo un quartiere, un paese o una regione, comunque
di estensione geografica limitata, in cui gli abitanti abbiano delle caratteristiche
comuni.
In un senso più propriamente sociologico per l'appartenenza ad una comunità
servono caratteristiche più forti, tali da creare un'identità degli appartenenti,
tramite una storia comune, ideali condivisi, tradizioni e/o costumi. A volte è la lingua
l'elemento più fortemente identificativo degli appartenenti ad una comunità. In
questa accezione la parola comunità appare legata alle associazioni con qualche
ideologia comune e può essere vista come un'estensione della famiglia. Una
dimensione di vita comunitaria implica tipicamente la condivisione di un sistema di
significati, come norme di comportamento, valori, religione, una storia comune, la
produzione di artefatti
Un approccio più psicologico tende ad osservare le differenze tra come un individuo
si rapporta alla comunità di appartenenza ed alla società. Nel primo caso l'individuo
gode di una rete di protezione che gli consente di evitare traumi, ma anche limita un
suo pieno sviluppo. (Qui ritorna il concetto della comunità come famiglia allargata,
con i suoi pregi e difetti). Nel rapporto con la società il singolo è più esposto al
mondo, ma allo stesso tempo è più libero di sviluppare le sue potenzialità. Se nella
società si fa riferimento principalmente ai fini dell'individuo, nella comunità
prevalgono gli obiettivi condivisi e la solidarietà.
In tempi recenti si è visto che non è necessario il contatto fisico o la vicinanza
geografica per creare un'identità comunitaria, se ci sono comunicazioni efficienti e
comuni obiettivi. Si sono, ad esempio, create delle comunità virtuali tramite
internet. C'è però da osservare che le suddette comunità virtuali sono frutto di
scelte ben precise degli utenti, i quali possono quindi, volendo, entrare e uscirne a
loro piacimento, e andare altresì a far parte di altre comunità senza particolari
problemi e in tempi ristretti, perdendo così parte del concetto stesso di comunità e
facendo in modo che le regole applicabili allo studio delle comunità "materiali"
(Comunità locale su tutte) non siano universalmente applicabili alle nuove comunità
virtuali.
Il senso di comunità (McMillan e Chavis, 1986) –
una forza, un vissuto, il risultato di un investimento affettivo
Aspetti fondamentali del senso di comunità:
sentimento di appartenenza (definizione dei propri confini, simile all'idea di in
group), e senso di connessione personale
influenza e potere (sia all'interno della comunità, sia tra la comunità e l'ambiente
esterno),
integrazione e soddisfazione dei bisogni (consapevolezza di aver accesso a risorse
disponibili per chi appartiene al gruppo). – status, la competenza del gruppo
connessione emotiva condivisa (legame di interdipendenza tra i membri, rafforzato ad esempio - dalla possibile condivisione di eventi significativi). Rappresenta
l’impegno reciprocamente assumono dagli individui, i valori, le credenze condivise.
L’appartenenza si declina come
Confini
La sicurezza emotiva
L’identificazione
L’investimento affettivo
Il sistema simbolico

Capitale sociale
con capitale sociale si vuole indicare una risorsa utilizzabile per la mobilitazione
dell’azione collettiva. Questa risorsa non è collocata né nelle caratteristiche
dell’individuo (che allora si parlerebbe di capitale umano) né nelle caratteristiche
fisiche del territorio quali il clima, la posizione geografica e le vie di comunicazione,
giacimenti e altre ricchezze naturali. Il luogo del capitale sociale è invece nella qualità
delle relazioni tra individui e tra attori sociali. A seconda della prospettiva dalla quale
si guarda al tema del capitale sociale, questa «azione collettiva» viene intesa come
attività produttiva di «beni e servizi aventi forma di merce» sul versante prediletto
dagli economisti, oppure come produzione di valori d’uso, beni pubblici, benessere
collettivo e via dicendo, da posizioni istituzionaliste.
La qualità della vita
“La qualità della vita è la percezione che ogni persona ha della propria posizione
nella vita, nel contesto della cultura e del sistema dei valori nel quale è inserita, ed in
relazione ai propri obiettivi, standard, aspettative e preoccupazioni”.
(OMS, 1995)
Rete – lavoro di rete ..
Perché si parla di rete, perché ci interessa?
La rete è una metafora – si parla di relazioni, molteplicità, …
Problemi complessi, risposte necessariamente complesse, che richiedono diversi
attori
Cosa passa nella rete - cosa “gira” al suo interno..
Perchè ci rende consapevoli di diversi aspetti
Perché ci permette di agire intenzionalità
…
Dunque:
Cosa passa nella rete – cosa “gira” al suo interno
o Identità
o Feedback
o Sostegno sociale – emotivo
o Informazioni
o Risorse concrete
(Il bene e il male .. controllo sociale, pressioni (+-)….
E’ fondamentale chiedersi – chi siamo, cosa portiamo nelle rete, di che cosa
abbiamo bisogno, tanto in termini concreti che più immateriali

Perchè ci rende consapevoli di diversi aspetti – (di cosa e come “gira”)
Reti primarie, reti secondarie, reti personali, rete dei servizi
Caratteristiche di una possibile lettura
Dimensioni
Densità
Presenza di legami deboli – legami ponte

-

Granovetter
Cluster
Molteplicità
Reciprocità – simmetria
Evoluzione nel tempo

Perché ci permette di agire intenzionalità
Lavorando per modificare il flusso delle risorse, il sostegno dato e ricevuto.

(si apre la questione dei) Nomi simili, diverse “figure”, diverse funzioni
Nomi simili, diverse “figure”, diverse funzioni. Quali sono le modalità di lavoro che
usano il nome “rete”. Diversi soggetti coinvolti, diverse tecniche.
Sulle reti personali – lavoro di rete su caso – il cercare di migliorare la rete di
relazioni e il supporto che gira all’interno di essa , in relazione ai bisogni delle
persone, e valorizzando le sue capacità.
Attivatore di rete, vedi sotto
Lavoro di rete – con i soggetti collettivi
o di relazione nel territorio,lavoro “di territorio”, (il conoscere e rendere
presenti agli altri tutti i soggetti, il proporre occasioni di insieme – il
lavoro con gli allenatori).
o il fare concreto (oltre a farlo gli altri, quanto e quanto specifico lavoro?
o attivazione, incontro, costruzione di relazioni e legami (come la
comunità che ospita persone con disagio “si apre al territorio”?) (flussi di scambio, “entrare uscire”)
o lavoro in aggregato, tavoli, progettazione “I piani di zona”… (con la
questione ampia della segreteria)

Attivatore di rete, quindi
o la funzione di collegamento – di relazione nel territorio,lavoro “di
territorio”, (il conoscere e rendere presenti agli altri tutti i soggetti,

o quanto “fare concretamente?” (il corso di italiano per donne straniere”
o cosa poter fare concretamente .. quale ottimizzazione dell’intervento? il
proporre occasioni di insieme – il lavoro con gli allenatori).
Il coordinamento – (addensato di rete, progetti, - luogo di governance .. fare rete
C’è la messa in condizione della rete affinchèquesta faccia – e non solo “si incontri”.
Questo pone alcune domande concrete a cui bisogna dare risposta – ovvero a che
condizioni la rete – le coalizioni, gli addensati, i gruppi… possano effettivamente
lavorare.
Quali risorse  supporto necessari affinchè si possa “lavorare in
rete”.?(banalmente, l’assenza di soldi per la programmazione dei piani di
zona, nel lavoro di territorio il fare una festa di quartiere..)
Quali funzioni necessarie per lavorare bene “in grupporete”?
o Segreteria organizzativa – verbali, convocazioni
o Comunicazione – passaggio di informazioni utili – tutta la questione
delle informazioni salienti
o Facilitazioni – il successo delle riunioni
o Supporto alla progettazione
o ….
o Scoperta, conoscenza e diffusione delle risorse presenti nel territorio –
Cool Hunting
o …
o Operatività concreta – fino a dove?
o …

Altra questione: fra partecipazione e risultati soddisfacenti – la grammatica
della qualità

Le dimensioni base, classiche del lavoro di rete
1. Conoscenza – Mappe
2. Coordinamento – Calendari
3. Collaborazione – cooperazione
a. Su attività esistenti
b. Su attività nuove
L’integrazione come utopia.
Le coalizioni come modello - pre 285 –
Tutti i soggetti interessatiinteressabili alla questione

I limiti intrinseci oggi nel lavoro di rete
Saturazione assoluta dei tempi di lavoro
Il sentirsi centro della rete
Tempo di progetto corto, necessità di raggiungere obiettivi velocemente
Le differenze fra soggetti –
o culture, norme valori (ASS..)
o professionista  non professionista
o pagato  non pagato
o del posto non del posto
o ….
La doppia lealtà
Lo scollamento fra chi va ai tavoli e la realtà di appartenenza
….
A volte le reti – collaborazioni fra persone di diverse realtà organizzative
permettono di saltare dei “tappi”, ma non sono esperienze replicabili.
Scadenze, Risorse, Vincoli del dispositivi – meccanismi di perequazione del potere
delle risorse.

www.ctb.ku.edu
“Il lavoro sociale di comunità” – di Alan Twelvetrees
“Il lavoro di comunità”, Martini e Sequi
“Quello che i soldi non possono comprare. I limiti morali del mercato”, di Michael J. Sandel
pubblicato da Feltrinelli

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Ldb lavorare in gruppo modulo 4 (1)

  • 1. Lavorare in gruppo? Un impresa! Lecce, Manifatture KNOS 9 novembre 2013 "Il gruppo nella rete" Benvenutei Obiettivi dell’incontro – presentare la metodologia del lavoro di comunità e del lavoro di rete, nelle sue diverse accezioni. Riflettere sulle potenzialità, e le criticità con cui ci si misura Condividere – se possibile – alcuni strumenti operativi Lo sviluppo di comunità – una filosofia e una metodologia di lavoro….. Collocazione storica - , cultura anglosassone – protestante –
  • 2. Alcune definizioni Qualche definizione di sviluppo di comunità Un approccio politico-sociale e metodologico-tecnico orientato alla promozione della qualità della vita di individui, gruppi e comunità attraverso processi di partecipazione e autopromozione Affinchè ci sia sviluppo di comunità, le persone devono credere che il lavorare assieme possa fare la differenza, e quindi organizzarsi per lavorare alla soddisfazione dei loro bisogni comuni in maniera collettiva Flora et. al. (1992). Lo sviluppo di comunità implica un gruppo di persone in una comunità che prende insieme delle decisioni per iniziare una processo di azione sociale, per cambiare e trasformare la propria situazione economica, sociale, culturale e ambientale Christenson et. al. (1989). Lo sviluppo di comunità è un processo che aumenta le scelte, le possibilità. Implica la creazione di un contesto in cui le persone possono esercitare il loro pieno potenziale per cercare di realizzare una vita creativa e produttiva.– RonShaffer (pers. com.). Lo sviluppo di comunità è un processo in cui le persone, insieme alle autorità governative – servizi e amministrazioni – cercano di migliorare le condizioni sociali, economiche e culturali delle comunità e dove le comunità sono integrate, nella vita della nozione, cercando di contribuire nel porre le condizioni per il progresso – (United Nations, from Biggs, 1999) “La comunità competente" di Carlo Caldarini Comunità competente “diventare una comunità competente vuol dire aumentare il proprio repertorio di possibilità alternative (dimensione politica), sapere dove e come ottenere risorse (dimensione cognitiva), Chiedere di partecipare ed essere motivati, non tanto sul come o sul cosa fare, quanto sul perché della propria partecipazione (dimensione
  • 3. affettiva)”. Tale processo s’innesca laddove si promuovono occasioni di studio e d’azione determinate dai bisogni sociali, economici, politici e culturali delle persone: in poche parole, attraverso il cambiamento sociale consapevole. ► Una comunità locale diventa «competente» quando si rende collettivamente capace di analizzare la propria situazione, ne riconosce i bisogni e si mobilita per il cambiamento. ►“una comunità competente” è una comunità che sa generare opportunità, sa come ottenere risorse e favorire l’autostima, l’ottimismo e la motivazione. ►Lo sviluppo di una comunità competente implica l’offerta e l’utilizzo delle risorse di ciascuno al fine di accrescere la capacità dei membri di prendere le decisioni ragionate sui problemi e di adottare modalità adeguate per farvi fronte. Una comunità competente, è caratterizzata da persone e gruppi che possiedono potere, conoscenza, motivazione e autostima (Zani, Palmonari, 1996). Il processo di empowerment - Zimmerman (1998) Controllo, inteso come la capacità, percepita o attuale, di influenzare le decisioni; Consapevolezza critica, cioè la comprensione del funzionamento delle strutture del potere e di come i fattori in gioco vengono influenzati e le risorse mobilitate; Partecipazione, cioè la capacità di mettere in atto interventi nella realtà in grado di ottenere i risultati desiderati
  • 4. Le fasi principali dello sviluppo di un gruppo comunitario autonomo 1. contattare le persone e stabilire una analisi dei bisogni 2. mettere insieme le persone, aiutarle a identificare i bisogni specifici, supportarle nel bisogno di soddisfarli 3. aiutare a comprendere cosa c'è da fare, al fine di soddisfare i bisogni evidenziati 4. aiutarle a identificare gli obiettivi – con l'attenzione che siano sostenibili, raggiungibili 5. aiutarle a costruire e a mantenere nel tempo una organizzazione adatta a rispondere agli obiettivi 6. aiutarle a identificate e acquisire risorse – in termini di conoscenze, abilità, contatti, attrezzature, denaro (l'importanza della conoscenza della rete delle risorse presenti nella comunità 7. aiutarle a fissare delle priorità, a valutare linee di azione alternative, a stendere un piano di azione, così da tradurre gli obiettivi strategici in una serie di sottoobiettivi e di compiti 8. aiutarle a dividersi i compiti e quindi a realizzarli 9. aiutarle a riportare i risultati conseguiti da ciascuno al gruppo nella sua interezza, che dovrà aiutarli ed eventualmente modificare gli obiettivi iniziali Allargare i confini del gruppo Mettere a fuoco un obiettivo solo tratto da A. Twelvetrees, “Il lavoro sociale di comunità”
  • 5. è altro da Welfare Community – welfare di comunità si tratta di costruire un sistema capace di rispondere alla domanda di protezione individuale attraverso una pluralità di canali pubblici e privati, di mercato e di solidarietà, statali e centrali. In pratica; mobilitare tutte le potenzialità esistenti sul territorio per offrire prestazioni sociali efficienti ed efficaci. E’ necessaria - chiarezza sul sistema dei diritti fondamentali che si vogliono tutelare; - più capacità di governo, perché governare in modo efficiente una "rete delle reti" di solidarietà è molto più difficile che governare un sistema burocratico e gerarchico; - comunque risorse economiche, certo meglio allocate e impiegate in modo più efficiente, ma non si può contrabbandare nuovo welfare con meno welfare; - credere veramente nella capacità organizzativa autonoma ed innovativa della società senza tutele corporative. Vi sono dei presupposti ideologici, assunti di base Le persone hanno potenziali che sono attivabili – Le persone si muovono a partire dai loro bisogni l’azione soddisfa bisogni – locus of control interno - a parità di condizioni, sta meglio chi ha un approccio più attivo sulla propria vita. Nella relazione vi sono una serie di benefici possibili – … Le tre dimensioni fondamentali – potere (contare qualcosa, influenzare), appartenere (essere “di qualcuno”, sentirsi parte di qualcosa), il gruppo è la dimensione dell’azione e del cambiamento, palestra possibile di socialità e relazione, di apprendimenti.
  • 6.
  • 7. Alcuni possibili indicatori Attivazioni: uno degli indici del fatto che stanno accadendo cose nella direzione auspicata è il numero di attivazioni, di persone che hanno modificato il loro status – passando da una posizione di inattivi a quella di curiosi, di osservatori, di commentatori, fino ad essere coinvolti, e attivamente partecipanti. In un lavoro di comunità, con la comunità, Competenze singole e collettive effettivamente apprese e spese: ad esempio leggere le situazioni, cogliere le risorse, pensare a soluzioni, reggere l’ansia, saper ascoltare, ridurre la diffidenza per apprendere la curiosità verso l’altro senza essere o sentirsi invadenti e altre– a quelle più pratiche come saper organizzare, o realizzare concretamente – che si tratti poi di un mercatino dell’usato e del baratto, all’avvio di un gruppo di acquisto, all’apprendere capacità manuali e riparare utensili, o cucinare o scrivere un articolo. Azioni reali effettivamente intraprese: se l’idea del lavoro di comunità è quella di trasformazioni di contesto operate dalle persone con una consapevolezza collettiva, immaginiamo azioni che producono cambiamenti, con finalità relazionali, trasformative, ricadute concrete sulle persone e sulle proprie condizioni di vita – Moltiplicazione delle relazioni: è una delle pochissime indicazioni certe nel lavoro sociale, non si sbaglia. Reti di relazioni fra organizzazioni – governance. Modificazioni (trasformazioni) di contesto e alterazioni positivi di medium – contesto. maggiore fiducia, vivibilità, della accresciuta sensazione che il quartiere sia un buon posto in cui vivere; concretamente di dovrebbe tradurre nel fatto che i bambini possano tornare a giocare in strada, che ho meno paura ad andare a piedi, che saluto le persone che incontro, che se ho bisogno di qualcosa penso di poter trovare risposta senza dover andare troppo lontano.
  • 8. Come si parte? Esistono diverse forme di attivazione che si configurano come azioni di sviluppo di comunità, - magari non rispondendo appieno a tutti i criteri auspicati. Forme di auto organizzazione, .. In maniera più intenzionale Intercettando bisogni – “in strada”, cogliendo fermenti … uno sportello – luogo di intercettazione Partendo da criticità – cogliendo gli interessi e provando a diluire le posizioni, con processi di ricerca azione – per individuare aree tematiche su cui la popolazione sarebbe disposta ad attivarsi ….. La comunità Il termine di comunità indica generalmente un insieme di individui legati fra di loro da un elemento di comunione riconosciuto come tale dagli individui stessi. Definizione di comunità ►Un sottosistema socio – territoriale a confini amministrativi definiti (piccolo comune, quartiere di grande città, distretto socio –sanitario) dove si dispongono, in un mutuo scambio di influenze: individui, gruppi, ambiente naturale, ambiente costruito dall’uomo, bisogni ed attività di interpretazione e di trasformazione della vitae delle risorse di cui dispone la comunità stessa. Da Wikipedia Una comunità è un insieme di individui che condividono lo stesso ambiente fisico e tecnologico, formando un gruppo riconoscibile, unito da vincoli organizzativi, linguistici, religiosi, economici e da interessi comuni.
  • 9. Con riferimento agli umani una comunità può indicare nel linguaggio comune una struttura organizzativa sociale, tipo un quartiere, un paese o una regione, comunque di estensione geografica limitata, in cui gli abitanti abbiano delle caratteristiche comuni. In un senso più propriamente sociologico per l'appartenenza ad una comunità servono caratteristiche più forti, tali da creare un'identità degli appartenenti, tramite una storia comune, ideali condivisi, tradizioni e/o costumi. A volte è la lingua l'elemento più fortemente identificativo degli appartenenti ad una comunità. In questa accezione la parola comunità appare legata alle associazioni con qualche ideologia comune e può essere vista come un'estensione della famiglia. Una dimensione di vita comunitaria implica tipicamente la condivisione di un sistema di significati, come norme di comportamento, valori, religione, una storia comune, la produzione di artefatti Un approccio più psicologico tende ad osservare le differenze tra come un individuo si rapporta alla comunità di appartenenza ed alla società. Nel primo caso l'individuo gode di una rete di protezione che gli consente di evitare traumi, ma anche limita un suo pieno sviluppo. (Qui ritorna il concetto della comunità come famiglia allargata, con i suoi pregi e difetti). Nel rapporto con la società il singolo è più esposto al mondo, ma allo stesso tempo è più libero di sviluppare le sue potenzialità. Se nella società si fa riferimento principalmente ai fini dell'individuo, nella comunità prevalgono gli obiettivi condivisi e la solidarietà. In tempi recenti si è visto che non è necessario il contatto fisico o la vicinanza geografica per creare un'identità comunitaria, se ci sono comunicazioni efficienti e comuni obiettivi. Si sono, ad esempio, create delle comunità virtuali tramite internet. C'è però da osservare che le suddette comunità virtuali sono frutto di scelte ben precise degli utenti, i quali possono quindi, volendo, entrare e uscirne a loro piacimento, e andare altresì a far parte di altre comunità senza particolari problemi e in tempi ristretti, perdendo così parte del concetto stesso di comunità e facendo in modo che le regole applicabili allo studio delle comunità "materiali" (Comunità locale su tutte) non siano universalmente applicabili alle nuove comunità virtuali.
  • 10. Il senso di comunità (McMillan e Chavis, 1986) – una forza, un vissuto, il risultato di un investimento affettivo Aspetti fondamentali del senso di comunità: sentimento di appartenenza (definizione dei propri confini, simile all'idea di in group), e senso di connessione personale influenza e potere (sia all'interno della comunità, sia tra la comunità e l'ambiente esterno), integrazione e soddisfazione dei bisogni (consapevolezza di aver accesso a risorse disponibili per chi appartiene al gruppo). – status, la competenza del gruppo connessione emotiva condivisa (legame di interdipendenza tra i membri, rafforzato ad esempio - dalla possibile condivisione di eventi significativi). Rappresenta l’impegno reciprocamente assumono dagli individui, i valori, le credenze condivise. L’appartenenza si declina come Confini La sicurezza emotiva L’identificazione L’investimento affettivo Il sistema simbolico Capitale sociale con capitale sociale si vuole indicare una risorsa utilizzabile per la mobilitazione dell’azione collettiva. Questa risorsa non è collocata né nelle caratteristiche dell’individuo (che allora si parlerebbe di capitale umano) né nelle caratteristiche fisiche del territorio quali il clima, la posizione geografica e le vie di comunicazione, giacimenti e altre ricchezze naturali. Il luogo del capitale sociale è invece nella qualità delle relazioni tra individui e tra attori sociali. A seconda della prospettiva dalla quale si guarda al tema del capitale sociale, questa «azione collettiva» viene intesa come attività produttiva di «beni e servizi aventi forma di merce» sul versante prediletto dagli economisti, oppure come produzione di valori d’uso, beni pubblici, benessere collettivo e via dicendo, da posizioni istituzionaliste.
  • 11. La qualità della vita “La qualità della vita è la percezione che ogni persona ha della propria posizione nella vita, nel contesto della cultura e del sistema dei valori nel quale è inserita, ed in relazione ai propri obiettivi, standard, aspettative e preoccupazioni”. (OMS, 1995)
  • 12. Rete – lavoro di rete .. Perché si parla di rete, perché ci interessa? La rete è una metafora – si parla di relazioni, molteplicità, … Problemi complessi, risposte necessariamente complesse, che richiedono diversi attori Cosa passa nella rete - cosa “gira” al suo interno.. Perchè ci rende consapevoli di diversi aspetti Perché ci permette di agire intenzionalità … Dunque: Cosa passa nella rete – cosa “gira” al suo interno o Identità o Feedback o Sostegno sociale – emotivo o Informazioni o Risorse concrete (Il bene e il male .. controllo sociale, pressioni (+-)…. E’ fondamentale chiedersi – chi siamo, cosa portiamo nelle rete, di che cosa abbiamo bisogno, tanto in termini concreti che più immateriali Perchè ci rende consapevoli di diversi aspetti – (di cosa e come “gira”) Reti primarie, reti secondarie, reti personali, rete dei servizi Caratteristiche di una possibile lettura Dimensioni Densità Presenza di legami deboli – legami ponte - Granovetter
  • 13. Cluster Molteplicità Reciprocità – simmetria Evoluzione nel tempo Perché ci permette di agire intenzionalità Lavorando per modificare il flusso delle risorse, il sostegno dato e ricevuto. (si apre la questione dei) Nomi simili, diverse “figure”, diverse funzioni Nomi simili, diverse “figure”, diverse funzioni. Quali sono le modalità di lavoro che usano il nome “rete”. Diversi soggetti coinvolti, diverse tecniche. Sulle reti personali – lavoro di rete su caso – il cercare di migliorare la rete di relazioni e il supporto che gira all’interno di essa , in relazione ai bisogni delle persone, e valorizzando le sue capacità. Attivatore di rete, vedi sotto Lavoro di rete – con i soggetti collettivi o di relazione nel territorio,lavoro “di territorio”, (il conoscere e rendere presenti agli altri tutti i soggetti, il proporre occasioni di insieme – il lavoro con gli allenatori). o il fare concreto (oltre a farlo gli altri, quanto e quanto specifico lavoro? o attivazione, incontro, costruzione di relazioni e legami (come la comunità che ospita persone con disagio “si apre al territorio”?) (flussi di scambio, “entrare uscire”) o lavoro in aggregato, tavoli, progettazione “I piani di zona”… (con la questione ampia della segreteria) Attivatore di rete, quindi o la funzione di collegamento – di relazione nel territorio,lavoro “di territorio”, (il conoscere e rendere presenti agli altri tutti i soggetti, o quanto “fare concretamente?” (il corso di italiano per donne straniere” o cosa poter fare concretamente .. quale ottimizzazione dell’intervento? il proporre occasioni di insieme – il lavoro con gli allenatori).
  • 14. Il coordinamento – (addensato di rete, progetti, - luogo di governance .. fare rete C’è la messa in condizione della rete affinchèquesta faccia – e non solo “si incontri”. Questo pone alcune domande concrete a cui bisogna dare risposta – ovvero a che condizioni la rete – le coalizioni, gli addensati, i gruppi… possano effettivamente lavorare. Quali risorse supporto necessari affinchè si possa “lavorare in rete”.?(banalmente, l’assenza di soldi per la programmazione dei piani di zona, nel lavoro di territorio il fare una festa di quartiere..) Quali funzioni necessarie per lavorare bene “in grupporete”? o Segreteria organizzativa – verbali, convocazioni o Comunicazione – passaggio di informazioni utili – tutta la questione delle informazioni salienti o Facilitazioni – il successo delle riunioni o Supporto alla progettazione o …. o Scoperta, conoscenza e diffusione delle risorse presenti nel territorio – Cool Hunting o … o Operatività concreta – fino a dove? o … Altra questione: fra partecipazione e risultati soddisfacenti – la grammatica della qualità Le dimensioni base, classiche del lavoro di rete 1. Conoscenza – Mappe 2. Coordinamento – Calendari 3. Collaborazione – cooperazione a. Su attività esistenti b. Su attività nuove L’integrazione come utopia.
  • 15. Le coalizioni come modello - pre 285 – Tutti i soggetti interessatiinteressabili alla questione I limiti intrinseci oggi nel lavoro di rete Saturazione assoluta dei tempi di lavoro Il sentirsi centro della rete Tempo di progetto corto, necessità di raggiungere obiettivi velocemente Le differenze fra soggetti – o culture, norme valori (ASS..) o professionista non professionista o pagato non pagato o del posto non del posto o …. La doppia lealtà Lo scollamento fra chi va ai tavoli e la realtà di appartenenza …. A volte le reti – collaborazioni fra persone di diverse realtà organizzative permettono di saltare dei “tappi”, ma non sono esperienze replicabili. Scadenze, Risorse, Vincoli del dispositivi – meccanismi di perequazione del potere delle risorse. www.ctb.ku.edu “Il lavoro sociale di comunità” – di Alan Twelvetrees “Il lavoro di comunità”, Martini e Sequi “Quello che i soldi non possono comprare. I limiti morali del mercato”, di Michael J. Sandel pubblicato da Feltrinelli