Dispensa bini mg2 ud1 rilev. della glicemia, defin. e tecnica operat. 14 15
1. OPERA ARMIDA BARELLI PROVINCIA AUTONOMA
DI TRENTO
CORSO PER OPERATORE SOCIO SANITARIO
SEDE DI LEVICO TERME
RILEVAZIONE DELLA GLICEMIA
– DEFINIZIONE E TECNICA OPERATIVA -
(Modulo Generale 2 – Unità Didattica n° 1)
A cura di: Yuri Bini
Docente: Yuri Bini
DATA DI PUBBLICAZIONE: 09 dicembre 2014
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GLICEMIA……...………………………………………………………………….…2
CENNI DI FISIOLOGIA E DEL METABOLISMO………..………………………..3
CHE COS’É IL DIABETE…………. ………………………………………………..4
IPOGLICEMIA E IPERGLICEMIA……..…………………………………………...4
IL GLUCOMETRO………………………………………………..………………….7
PROCEDURA DELLA RILEVAZIONE DELLA GLICEMIA CAPILLARE .……...7
BIBLIOGRAFIA…………………………………………………………………...…9
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1.0 GLICEMIA
La glicemia è il valore della concentrazione di glucosio nel sangue; uno dei carboidrati più
importanti ed è usato come fonte di energia sia dagli animali che dalle piante.
Il glucosio è assorbito nel sangue attraverso le pareti intestinali. Parte di esso viene indirizzato
direttamente alle cellule cerebrali, mentre il rimanente si accumula nei tessuti del fegato e
dei muscoli in una forma polimerica affine all'amido, il glicogeno. Quest'ultimo è una fonte di
energia ausiliaria per il corpo e funge da riserva che viene consumata quando è necessario.
Il valore del glucosio può essere espresso con diverse unità di misura in mg/dl o in mmol/l: vengono
considerati normali valori a digiuno compresi tra 60 mg/dl e 99 mg/dl (questi valori debbono essere
controllati da un esperto, 60 potrebbe essere troppo basso); valori compresi tra 100 mg/dl e 125
mg/dl possono indicare un’intolleranza glucidica mentre valori superiori 126 mg/dl a digiuno
potrebbe essere sintomo di diabete. Questi valori non sono costanti nel tempo, perché dipendono
dall'assunzione di cibi, specialmente se il pasto è ricco di carboidrati (pasta, farine, frutta..): nel post
prandiale si considerano valori normali anche fino a 150 mg/dl, l’importante è che dopo due ore dal
pasto si ritorni nel range di normalità.
La determinazione della glicemia si effettua sul sangue venoso (attraverso un prelievo ematico), ma
negli ultimi anni sono stati sviluppati apparecchi portatili (cosiddetti glucometri) che eseguono il
controllo, in pochi secondi, su una goccia di sangue capillare prelevato dal polpastrello: questo
permette ai diabetici un migliore controllo della patologia con una minore insorgenza di
complicanze.
La glicemia è regolata dal fegato, da alcuni tessuti e ormoni. Negli epatociti il glucosio entra
liberamente, mentre nelle cellule somatiche entra su controllo di alcuni fattori ormonali. A
concentrazioni glicemiche normali il fegato è un produttore di glucosio, quando la glicemia
aumenta l'immissione di glucosio cessa e ad alti livelli glicemici si ha una captazione (e
conservazione) di glucosio nel fegato e nei tessuti periferici.
L'insulina svolge un ruolo centrale nella regolazione del tasso di glucosio ematico. L'insulina,
ormone prodotto dalle cellule β del pancreas, è secreta nel sangue in risposta diretta
(all'iperglicemia) e la sua concentrazione ematica varia parallelamente alla variazione della
glicemia. Il suo effetto è di abbassare la glicemia (azione ipoglicemizzante). La liberazione di
insulina nel sangue è stimolata da amminoacidi, acidi grassi liberi e corpi chetonici; è invece
repressa da adrenalina e noradrenalina, neurormoni secreti dalla parte midollare delle ghiandole
surrenali, con effetto quindi iperglicemizzante.
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2.0 CENNI DI FISIOLOGIA E DEL METABOLISMO
La concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) non è solo influenzata dalla nostra
alimentazione ma anche da numerosi e complessi processi metabolici.
L’organo che influenza maggiormente questo metabolismo è sicuramente il pancreas. Il pancreas è
una voluminosa ghiandola annessa all'apparato digerente. Esso è formato da una parte esocrina e
una endocrina. La sua principale funzione è quella di produrre succo pancreatico (prodotto dalla
parte esocrina), insulina e glucagone (entrambi prodotti dalla parte endocrina).
Il succo pancreatico ha la funzione di digerire alcune sostanze nell'intestino tenue, mentre l'insulina
ed il glucagone hanno come principale funzione quella di controllare la concentrazione
di glucosio nel sangue. Il glucagone, è appunto un ormone prodotto dalle cellule α del pancreas e la
sua secrezione è stimolata dall'ipoglicemia. Il suo effetto è di innalzare la glicemia (azione
iperglicemizzante) tramite la demolizione del glicogeno presente nei muscoli e nel fegato e la
neoglucogenesi (trasformazione di alcuni amminoacidi in glucosio).
L'insulina invece è un ormone dalle proprietà anaboliche, prodotto dalle cellule beta delle isole di
Langerhans all'interno del pancreas. La sua funzione più nota è quella di regolatore dei livelli
di glucosio ematico riducendo la glicemia mediante l'attivazione di diversi processi metabolici e
cellulari. L 'insulina stimola l´ingresso di glucosio nel citosol delle cellule di organi insulino-
dipendenti legandosi ad un recettore esterno della membrana cellulare. La normale concentrazione
di zuccheri nel sangue di una persona adulta è complessivamente di 5 grammi. Per avere un termine
di paragone, un cucchiaino di zucchero contiene 8 gr di glucosio, e quindi un semplice caffè o
l'assunzione di dolci, specialmente fuori pasto, rappresentano per il corpo un'overdose di zuccheri.
Per mantenere la glicemia entro livelli non letali, il pancreas produce insulina.
Nel tempo il pancreas si "affatica" e le cellule diventano meno sensibili all'insulina, per cui ne
occorrono quantitativi maggiori per ottenere i soliti effetti.
L'ipofisi anteriore (ghiandola endocrina situata alla base del cranio), produce ormoni che tendono
ad aumentare la glicemia agendo come antagonisti dell'insulina: l'ormone somatotropo (ormone
della crescita o somatotropina, in sigla GH) e l'ormone adrenocorticotropo o corticotropina
(ACTH).
L'effetto principale dell'ACTH sul metabolismo carboidratico è dovuto alla stimolazione della
secrezione di ormoni della corteccia surrenale, che produce vari ormoni steroidi, tra cui i
glicocorticoidi, che inibiscono l'utilizzazione di glucosio nei tessuti extraepatici ed agiscono come
antagonisti dell'insulina. Anche la tiroide agisce sulla glicemia: l'ipertiroidismo causa ipoglicemia;
l'ipotiroidismo invece iperglicemia.
Ulteriore regolazione della glicemia viene svolta dai reni, che eliminano glucosio (glicosuria)
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quando la glicemia venosa supera i 170-180 mg/ dl (valore detto soglia renale per il glucosio). Sotto
tale soglia i glomeruli renali riassorbono il glucosio reimmettendolo nel circolo ematico.
3.0 CHE COS'E' IL DIABETE?
Il termine diabete mellito descrive un disordine metabolico ad eziologia multipla, caratterizzato da
iperglicemia cronica con alterazioni del metabolismo di carboidrati, grassi e proteine, risultanti da
difetti della secrezione insulinica, della azione insulinica o di entrambe.
Le conseguenze del diabete mellito comprendono i danni a lungo termine, la disfunzione e
l’insufficienza di vari organi.
Il diabete mellito si può presentare con sintomi specifici come polidipsia, poliuria, annebbiamento
della visione e perdita di peso. Nelle sue forme più severe, possono svilupparsi la chetoacidosi e
uno stato iperosmolare non chetosico che conducono all’obnubilamento del sensorio, al coma e, in
assenza di una terapia efficace, alla morte. Spesso i sintomi non sono marcati o possono essere
assenti e, di conseguenza, l’iperglicemia può causare modificazioni patologiche e funzionali, che
possono essere presenti molto tempo prima che venga fatta la diagnosi.
Gli effetti a lungo termine del diabete consistono nello sviluppo progressivo di complicanze
specifiche, rappresentante da danno al circolo capillare che causa: retinopatia con cecità potenziale,
nefropatia che può condurre all’insufficienza renale e/o neuropatia con il rischio di ulcerazioni ai
piedi, amputazioni, piede di Charcot e segni di disfunzione autonomia, inclusa la disfunzione
sessuale. Le persone affette da diabete hanno un rischio aumentato di malattia vascolare, cerebrale e
periferica.
Diversi meccanismi patogenetici sono coinvolti nello sviluppo del diabete. Essi comprendono sia i
processi che distruggono le cellule beta del pancreas, con conseguente deficit insulinico, ed eventi
che comportano una resistenza all’azione insulinica. Le anomalie del metabolismo di carboidrati,
grassi e proteine sono dovute al difetto dell’azione insulinica sui tessuti bersaglio, conseguenza
della insensibilità o della mancanza di insulina.
4.0 IPOGLICEMIA E IPERGLICEMIA
Ipoglicemia è un termine medico che indica uno stato patologico causato da, e definito come, un
basso livello di zuccheri (glucosio) nel sangue. L'ipoglicemia provoca una nutrita serie di effetti e di
sintomi, la maggior parte dei quali originata da uno scarso afflusso di glucosio al cervello, che ne
riduce le funzioni (neuroglicopenia): questa diminuzione della funzione cerebrale può andare da un
vago senso di malessere al coma e in casi rari alla morte.
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Una condizione di ipoglicemia può avere origine da molte cause diverse, e può accadere a
qualunque età. In termine oggettivi viene considerata ipoglicemia una concentrazione di glucosio
nel sangue inferiore a 60 mg/dl.
I sintomi e gli effetti dell'ipoglicemia possono essere divisi in quelli prodotti dai sistemi di
regolazione ormonali (adrenalina e glucagone) che si innescano al diminuire della glicemia, e in
quelli neuroglicopenici prodotti dall'insufficiente apporto di glucosio al cervello:
EFFETTI ADRENERGICI:
Tremito,ansia, nervosismo
Palpitazioni,tachicardia
Sudorazione, sensazione di calore
Pallore, sudore freddo
Pupille dilatate
EEFETTI GLUCAGONICI:
Fame
Nausea, vomito, malessere addominale
EFFETTI NEUROGLICOPENICI
Stato mentale alterato
Pessimismo, paura di morire, irritabilità
Fatica, debolezza, letargia, astenia
Confusione, difficoltà a parlare
Non tutti i sintomi elencati compaiono in una crisi ipoglicemica, e non c'è un ordine preciso fra essi.
I sintomi di un particolare caso di ipoglicemia dipendono dall'età della vittima e dalla gravità
dell'ipoglicemia.
La causa più comune di ipoglicemia moderata è la mancata assunzione di nutrienti per un
prolungato periodo di tempo (16-24 ore), tempo occorrente per esaurire le riserve di glicogeno
epatico. Una causa di ipoglicemia iatrogena frequente nei diabetici è l'accidentale (o intenzionale)
sovradosaggio di farmaci antidiabetici o di insulina, oppure il non mangiare quando necessario dopo
aver preso questi medicinali.
Per un singolo episodio ipoglicemico, se il paziente è cosciente, può bastare l'assunzione di alimenti
ricchi di carboidrati); se ha perso conoscenza è necessario fornire glucosio per endovena e/o
glucagone, un ormone con azione antagonista che contrasta lo stato ipoglicemico.
Secondo le linee guida il miglior alimento per poter innalzare velocemente i livelli di glucosio nel
sangue è la Coca Cola; per trattare però un’ipoglicemia moderata viene raccomandata l’assunzione
di zuccheri semplici associati a zuccheri complessi in quanto quelli semplici hanno un rapido effetto
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iperglicemizzante ma di poca durata, mentre quelli complessi mantengono i livelli di glucosio
elevanti nel tempo (es: un panino con la marmellata + un bicchiere di Coca Cola).
Se il paziente è diabetico, il soccorritore deve stare molto attento, nella confusione dei soccorsi, a
non somministrare una quantità eccessiva di glucosio e non iniettargli insulina, in entrambi i casi
l'iper o ipoglicemia evocata potrebbe portare conseguenze più gravi della crisi.
L'iperglicemia è invece definita come un'eccessiva quantità di glucosio nel sangue. Il valore di
soglia oltre il quale si può parlare di iperglicemia è di 100 milligrammi su decilitro (mg / dl) di
sangue a digiuno o 140 milligrammi su decilitro dopo due ore da un carico di glucosio. Questo
valore convenzionale è basato sulla tendenza del corpo a filtrare il glucosio presente nel sangue
tramite i reni quando è presente una tale concentrazione (Glicosuria).
La condizione di iperglicemia è presente in caso di pazienti affetti da diabete, i quali devono
sottoporsi ad una terapia insulinica specifica in modo da abbassare a livelli normali la quantità di
glucosio circolante.
Le cause principali dell'iperglicemia sono:
DIABETE MELLITO: L'iperglicemia cronica che permane anche in condizioni di digiuno, è
comunemente causata dal diabete mellito, il cui indicatore caratteristico è infatti proprio la
iperglicemia cronica, mentre negli stati prediabetici può esservi iperglicemia intermittente.
Episodi acuti di iperglicemia in assenza di una causa evidente possono indicare un diabete in
fase di sviluppo o una predisposizione alla malattia.
FARMACI: Alcuni farmaci aumentano il rischio di iperglicemia (steroidi e cortisonici)
STRESS CRITICI: un'alta percentuale di pazienti che subiscono uno stress acuto come un
ictus o un infarto miocardico acuto possono sviluppare l'iperglicemia, anche in assenza di
una diagnosi che riveli la presenza del diabete. Studi effettuati su esseri umani e su animali
sembrano indicare come questa malattia non sia benigna e che l'iperglicemia indotta da
questi stress sia associata ad un alto tasso di mortalità dopo l'ictus e l'infarto miocardico.
Traumi fisici, interventi chirurgici e molti tipi di forte stress fisico possono
temporaneamente aumentare i livelli di glucosio nel sangue. È naturale avere iperglicemia
quando si hanno infezioni o infiammazioni. Infatti, in risposta a questi tipi di stress, il corpo
rilascia catecolamine, che, tra l'altro, servono ad alzare i livelli di glucosio nel sangue.
L'incremento preciso varia a seconda della persona e della risposta infiammatoria.
Il trattamento dell'iperglicemia richiede che venga eliminata la causa originaria (ad esempio, se la
causa è il diabete, va curato il diabete). Nella maggior parte dei casi, l'iperglicemia acuta può essere
trattata tramite somministrazione diretta di insulina. Iperglicemia grave può essere trattata con la
terapia orale ipoglicemica e modificando il proprio stile di vita.
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5.0 IL GLUCOMETRO
Il glucometro (o reflettometro) è uno strumento portatile per la misurazione del tasso di glicemia nel
sangue, che viene prelevato dal capillare. Esistono diverse tipologie di glucometri: sia con le strisce
ad inserimento manuale che automatico. In questi ultimi è sufficiente inserire un rullino o un
dischetto, accendere l'apparecchio e attendere che la striscia esca.
Il glucometro misura il livello di glucosio che si riscontra nel corpo umano, per comprendere la
presenza di anomalie e di possibili patologie, viene utilizzato come mezzo diagnostico, l'esame
avviene quando la persona si ritrova ancora a letto.
Utilizzo: inserire la striscetta dal lato senza le due gocce nell'apparecchio che si accende e rimane in
attesa, in seguito mettere una goccia di sangue dove ci sono i simboli e l'apparecchio vi darà la
misurazione esatta.
Mediamente i glucometri moderni impiegano tra i 5 e i 10 secondi ad analizzare il campione di
sangue prelevato, mentre i primi modelli impiegavano circa 30 secondi, l'operazione in totale
impiega meno di 5 minuti. Sono possibili diversi codici di errore: uno di poco sangue aspirato dalla
striscia e un altro del rullino o della striscia scaduti.
6.0 PROCEDURA DELLA RILEVAZIONE DELLA GLICEMIA CAPILLARE
Si tratta di una misurazione attraverso un apparecchio elettronico (glucometro) che fornisce una
lettura digitale della concentrazione del glucosio ematico, attraverso una goccia di sangue prelevata
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dal polpastrello della mano del paziente.
Il principale obiettivo della cura del diabete consiste nell’ottenere valori di glicemia (durante le 24
ore) il più vicino possibile a quelli del soggetto non diabetico; la quotidiana attuazione di una
idonea alimentazione (dieta) ne costituisce il mezzo principale, se affiancati da un controllo costante
della glicemia.
Il monitoraggio della glicemia gioca infatti un ruolo assai importante nel programma terapeutico.
I risultati che si ottengono con la misurazione della glicemia capillare con gli strumenti attualmente
in commercio sono correttamente sovrapponibili a quelli ottenuti in laboratorio.
Scopo:
Controllo della concentrazione del sangue in modo rapido.
Materiale occorrente:
Macchinetta di rilevazione della glicemia (glucometro).
Strisce reattive per apposito modello di glucometro con codice di identificazione strisce.
Penna pungidito con ago monouso o pungidito standard.
Un batuffolo di cotone senza disinfettante ed uno imbevuto di disinfettante.
Guanti monouso in lattice.
Contenitore per smaltimento rifiuti (CSAT + PRI + URBANI)
Tecnica di esecuzione:
a) Verificare che il numero di codice che appare sullo schermo del glucometro sia uguale a
quello riportato sul flacone delle strisce e introdurre la striscia nel glucometro.
b) Lavarsi le mani ed indossare i guanti.
c) Informare il paziente sulla procedura da eseguire.
d) Far lavare ed asciugare le mani al paziente con acqua e detergente; il disinfettante,
specialmente quello a base alcolica non dovrebbe essere utilizzato in quanto i residui sul dito
potrebbero alterare i valori di glicemia. Invitare il paziente a lavare le mani con acqua calda
per stimolare il flusso sanguineo , o mantenere le braccia stese lungo il corpo per alcuni
secondi prima di effettuare la puntura, per rendere più facile il prelievo della goccia di
sangue.
e) Asciugare con cotone la parte inumidita.
f) Fargli appoggiare la mano prescelta su una superficie rigida.
g) Pungere la parte laterale del polpastrello con apposito pungi dito (no pollice)
h) Rimuovere la prima goccia di sangue ed utilizzare la seconda.
i) Posizionare la goccia sulla striscia e rilevare il valore della glicemia, dopo il tempo previsto.
j) Asciugare il dito del paziente con batuffolo di cotone o garza imbevuta di disinfettante
garantendo l’emostasi (se necessario applicare un cerotto).
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k) Informare l’infermiere e il personale medico dell’avvenuto controllo e del valore riscontrato,
o se vi è stato un anomalia nel funzionamento della macchinetta o altri problemi.
Se la misurazione della glicemia è eseguita in modo scorretto i valori ottenuti possono non essere
attendibili, gli errori più comuni sono:
Scorretta applicazione di sangue, es. poco sangue.
Scorretta pulizia del reflettometro, soprattutto sulle componenti ottiche.
Danneggiamento delle strisce a causa del calore, umidità o perché scadute.
Codice della macchinetta diverso da quello delle strisce.
Controllare ogni volta che il numero del codice delle strisce sia uguale a quello impostato nella
macchinetta , e la data di scadenza.
Se si utilizza l’alcool per la disinfezione, assicurarsi di rimuoverlo completamente prima di
pungere.
Cambiare dito ogni volta che si effettua un nuovo controllo , poiché punture ripetute sullo stesso
dito forma delle callosità fastidiose.
Non utilizzare mai una lancetta già usata, gettarla negli appositi contenitori e provvedere alla
sostituzione.
7.0 BIBLIOGRAFIA:
1. (1994). Hyperglycemia, ketoacidosis and other complications of L-asparaginase in children
with acute lymphoblastic leukemia
2. (2009) Ron Walls MD; John J. Ratey MD; Robert I. Simon MD, Rosen's Emergency
Medicine: Expert Consult Premium Edition - Enhanced Online Features and Print (Rosen's
Emergency Medicine: Concepts & Clinical Practice