1. News 24/SA/2017
Lunedì, 12 Giugno 2017
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi
Nella settimana n.23 del 2017 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 86 (15 quelle inviate dal Ministero
della salute italiano).
Tra i lotti respinti alla frontiera si segnalano notificati: dall’Italia per migrazione di
cromo da forbici provenienti dalla Cina e per livello troppo alto di migrazione
globale da pentole di acciaio inossidabile provenienti dalla Cina; dalla Finlandia per
aflatossine in tazze di burro di arachidi provenienti dagli Stati Uniti, per Salmonella
enterica ser. Hvittingfoss in ipomea violacea (Convolvulus) proveniente dalla
Tailandia e per sostanza non autorizzata dinotefuran in tè verde proveniente dalla
Cina; dalla Polonia per aflatossine in noci in guscio provenienti dall’ Egitto; dalla
Germania per aflatossine in pistacchi in guscio provenienti dall’ Iran, per aflatossine
in fichi secchi provenienti dalla Turchia, per Salmonella enterica ser. Heidelberg in
mezzi petti di pollo salati congelati provenienti dal Brasile e per Salmonella enterica
ser. Heidelberg in filetti di petto di pollo salati congelati provenienti dal Brasile; dall’
Olanda per sostanza proibita nitrofurano (metabolita) furazolidone (AOZ) in
gambero bianco del Pacifico congelato (Litopeneaus vannemei) proveniente dall’
India, per Salmonella in filetti di petto di pollo salati congelati provenienti dal Brasile
e per Salmonella in preparazione di carne di pollame congelata proveniente dal
Brasile; dal Regno Unito per metomil in peperoni provenienti dalla Repubblica
Dominicana, per imballaggio danneggiato (con perdite) di tonno in scatola
provenienti dalle Maldive, per Salmonella in filetti di petti di pollo salati congelati
provenienti dal Brasile e per scarso controllo della temperatura – rottura della
catena del freddo – di carne di granchio pastorizzata refrigerata proveniente
dall’Indonesia; dalla Spagna per aflatossine in noci in guscio provenienti dalla Cina,
per tentativo di importare illegalmente aragoste congelate (Panulinus spp)
provenienti dal Marocco e per scarso controllo della temperatura e scarse
condizioni igieniche di filetti di nasello congelato (Merluccius spp) provenienti dalla
Namibia; dalla Bulgaria per clorpirifos in peperoni dolci provenienti dalla Turchia e
per aflatossine in arachidi kernels provenienti dall’ India.
2. Allerta notificati dall’Italia: per mercurio in fette di pesce spada congelate
provenienti dal Portogallo, per istamina in filetti di tonno giallo congelato sottovuoto
provenienti dalla Spagna, per istamina in fette di tonno giallo sottovuoto scongelato
(Thunnus albacares) provenienti dall’ Italia e per cadmio in calamaro indiano pulito
intero congelato (Loligo duvauceli) proveniente dall’ India.
Allerta notificati dalla Spagna per tracce di latte in biscotti di cacao ripieni di
crema di vaniglia provenienti dalla Germania, via Olanda; dal Regno Unito per
sospetto di Salmonella in barre di cioccolato bars provenienti dal Regno Unito e per
atropina e scopolamina in erbe aromatiche (Ruscus aculeatus) provenienti dalla
Bulgaria; dal Belgio per Salmonella in kebab di pollo congelato provenienti dal
Belgio, con materia prima proveniente dalla Germania, per fostiazato in patate
provenienti da Cipro, confezionate in Belgio, per Escherichia coli produttrice di
shigatossine in carne di manzo refrigerata proveniente dall’ Olanda, per fluazifop-P-
butile in cavolo rosso proveniente dal Belgio e per aflatossine in pistacchi salati e
tostati provenienti dagli Stati Uniti confezionati in Germania; dalla Polonia per
migrazione di piombo da occhiali con stampa provenienti dalla Cina, via Spagna;
dalla Spagna per non autorizzato additivo alimentare E 265 - acido deidro-acetico
in rivestimento esterno per formaggi proveniente dalla Spagna; dalla Repubblica
Ceca per norovirus in pomodori ciliegini provenienti dal Marocco, via Francia; dalla
Svezia per sostanza non autorizzata yohimbina in integratore alimentare proveniente
dagli Stati Uniti; dall’Olanda per Escherichia coli produttrice di shiga tossine in
striscioni di canguro congelati provenienti dall’Australia, per focolaio alimentare
causato da istamina in pezzi di tonno skipjack in olio di girasole provenienti dalla
Francia, con materia prima proveniente dalla Tailandia, per Escherichia coli
produttrice di Shiga-tossine in filetto di manzo sottovuoto refrigerato proveniente
dall’ Argentina, confezionato in Olanda e per mercurio in bistecche di pesce spada
congelato (Xiphias gladius) proveniente dal Vietnam.
Nella lista delle informative troviamo notificate: dall’Italia per infestazione
parassitaria con Anisakis (larve vive) di nasello refrigerato (Merluccius merluccius)
proveniente dalla Spagna, per contenuto troppo alto di solfiti in code di gamberetti
congelati (Penaeus vannamei) provenienti dall’ Ecuador, per norovirus in ostriche
vive (Crassostrea gigas) provenienti dalla Francia, per focolaio alimentare causato
da istamina in fette di tonno giallo scongelato (Thunnus albacares) proveniente dall’
Italia, per istamina in lombi di tonno pinna gialla sottovuoto scongelati provenienti
3. dalla Spagna, per sospetto di Escherichia coli produttrice di shiga-tossine in
formaggio di mucca refrigerato proveniente dalla Romania, per contenuto troppo
alto di solfiti in gamberetti rosa di acqa profonda congelati (Parapenaeus
longirostris) provenienti dalla Grecia, per operatore non autorizzato e cattivo stato
igienico di capsule e caffè macinato tostato proveniente dall’ Italia, per contenuto
troppo alto di solfiti in in gamberi cotti provenienti dalla Spagna; dalla Svizzera per
Listeria monocytogenes in fette di trota salmonata affumicata refrigerata
proveniente dalla Polonia e per uso non autorizzato di colorante E 110 - Sunset
Yellow FCF nei chips di mais provenienti dall’ Iran; dall’Olanda per livello residuo
superiore al MRL per sulfadiazina in tilapia congelata (Oreochromis niloticus)
proveniente dalla Cina; dalla Norvegia per alta conta di Escherichia coli in basilico
peloso fresco proveniente da Laos; dalla Danimarca per Campylobacter jejuni in
filetti di petto di pollo refrigerati provenienti dalla Francia; dall’Estonia per sostanza
non autorizzata ditiocarbamates in kiwi provenienti dall’ Italia; dalla Repubblica
Ceca per Salmonella in spinaci refrigerati provenienti dall’ Ungheria e per
migrazione di formaldeide da set da tavola di plastica proveniente dalla Cina, via
Belgio; dalla Spagna per Campylobacter in mezzi petti di pollo congelati provenienti
dal Brasile, per aflatoxins in noci fritte salate provenienti dalla Spagna, con materia
prima proveniente dalla Cina ; dalla Francia per rischio di rottura di bottiglie di vetro
di sidro dolce proveniente dalla Francia e per salsa di ketchup proveniente dall’
Italia con imballaggi difettosi (scarsa tenuta del tubo); dalla Grecia per presenza di
DNA ruminante in mangime per trote provenienti dall’Italia e per cadmio in
calamaro corto argentino congelato (Illex argentinus) proveniente dall’ Argentina;
dalla Croazia per Salmonella e elevata conta di piastre aerobiche per carne di
tacchino macinata refrigerata proveniente dall’Ungheria; dalla Slovacchia per
tracce di lattoproteina in ciccioli diffusi di maiale refrigerati provenienti dalla
Repubblica Ceca e per contenuto troppo alto di E 200 – acido sorbico in prugne
essiccate secche provenienti dalla Serbia, via Ungheria.
Fonte: rasff.eu
4. Bisfenolo A: interferente endocrino dannoso per la salute. Anche il nuovo Bps
potrebbe avere gli stessi effetti. I risultati di due studi statunitensi.
In molti paesi è vietato l’utilizzo di Bisfenolo A in alcuni oggetti per l’alimentazione infantile
Il bisfenolo A (Bpa), già vietato in molti paesi in alcuni oggetti come quelli per
l’alimentazione dei bambini in quanto interferente endocrino, favorirebbe, negli
animali esposti nei primi giorni di vita, l’accumulo di grasso nel fegato nell’età
adulta. E il suo sostituto più popolare, spesso utilizzato nei prodotti Bpa-free, il
bisfenolo S o Bps, promuoverebbe lo sviluppo di cellule di tumore al seno. Questo è il
quadro sconfortante emerso in due diversi studi presentati nei giorni scorsi al
congresso della Endocrine society statunitense di Orlando, in Florida.
Nel primo i ricercatori del Baylor college of medicine di Houston, in Texas, hanno
trattato i ratti molto piccoli con il Bpa o con una sostanza inerte in dosi basse e simili
a quelle di una contaminazione ambientale nei primi cinque giorni di vita, cruciali
per il completamento dello sviluppo del fegato. Quindi hanno esaminato il tessuto
epatico degli stessi animali diventati adulti scoprendo che, in quelli trattati, una
dieta ad alte dosi di grassi si traduce nell’accumulo degli stessi, nell’aumento del
colesterolo totale e di quello cosiddetto cattivo (le Ldl), nonché nell’espressione di
alcuni geni associati alle patologie del fegato: tutte caratteristiche che
predispongono alla steatosi epatica non alcolica, cioè a una condizione grave che
molto spesso prelude alla cirrosi; niente di simile si verifica nei ratti non esposti al Bpa
nei primi giorni.
Il Bisfenolo A è considerato un interferente endocrino
5. Nel secondo studio condotto dai ricercatori della University school of medicine di
Rochester, cellule di tumore al seno positivo agli estrogeni sono state trattate con
diverse dosi di Bps e con estradiolo, il principale estrogeno coinvolto nello sviluppo
delle cellule stesse. Il risultato è stato che, rispetto a cellule non trattate, le prime
sono cresciute molto di più già dopo 24 ore, e dopo sei giorni l’aumento rispetto ai
controlli era del 12% alle dosi più basse e del 60% a quelle più alte. Ulteriori prove
hanno confermato la pericolosità della proliferazione, dal momento che le cellule
hanno mostrato tutti i caratteri di una spiccata malignità.
Anche se si tratta di studi su modelli, entrambi confermano quanto emerso negli
ultimi anni: i bisfenoli sono dannosi per la salute, e i sostituti del Bpa non dovrebbero
essere impiegati fino a quando non si avranno dati più completi sui loro possibili
effetti, anche perché la struttura chimica è molto simile in tutti i membri della
categoria, ed è quindi logico aspettarsi che lo siano anche le azioni sui sistemi
biologici. (Articolo di Agnese Codignola)
Fonte: www.ilfattoalimentare.it
Trasferimento di alluminio dalle vaschette per alimenti in cucina: lo studio del Bfr
tedesco.
Secondo uno studio del BfR l’alluminio si trasferisce dalle vaschette agli alimenti
Il cibo contenuto in vassoi e vaschette di alluminio può esserne contaminato. Sono
questi i risultati di uno studio condotto dall’istituto di valutazione del rischio tedesco
(BfR) che ha valutato diversi tipi di cibo sottoposto a ‘Cook and Chill’, un processo di
conservazione che prevede dopo la cottura, un raffreddamento rapido a basse
temperatura e il riscaldamento prima del consumo, che può avvenire nell’arco di
pochi giorni. Il sistema presenta diversi vantaggi, tra cui il mantenimento della
salubrità del prodotto (l’abbattimento rapido della temperatura riduce al minimo la
proliferazione batterica che avviene tra i 10°C e i 65°C ), il risparmio di materie prime
6. (si riducono gli sprechi e gli scarti) e l’ampliamento della fruibilità dell’alimento. Il
metodo è utilizzato in molti settori della ristorazione collettiva (dalle mense di scuole
e asili ai ristoranti).
Il BfR ha scelto di valutare il comportamento delle vaschette di alluminio nelle
diverse fasi del ‘Cook and Chill’ e i risultati hanno evidenziato una certa migrazione
di parti dell’imballaggio nell’alimento. “Visto che la popolazione è già esposta ad
alluminio proveniente da altre fonti (alimenti, cosmetici e farmaci per esempio), ogni
ulteriore fonte dovrebbe essere evitata – sostiene l’istituto tedesco – soprattutto nei
gruppi di consumatori particolarmente sensibili, come anziani e bambini quando
mangiano quotidianamente pasti somministrati in vaschette di alluminio.” Le prove
sono state fatte mettendo alimenti con una nota acida (succo di crauti, succo di
mela e passata di pomodoro in pezzi) in vaschette di alluminio e poi sottoponendo il
tutto al processo ‘Cook and Chill’, salvo poi tenere le vaschette per due ore al
caldo per simulare la fase di rinvenimento. Al termine del procedimento, gli alimenti
sono stati analizzati ed è stato riscontrato un livello di alluminio superiore a 5 mg/kg
in tutti i cibi acidi.
È stato valutato il trasferimento di alluminio durante il processo di ‘Cook and Chill‘ usato dalla ristorazione
Questo valore (5 mg/kg) non rappresenta un limite imposto dalla legge e non è
ricavato da studi tossicologici, ma si tratta di un valore basato sul principio ‘ALARA’
(‘As low as reasonably achievable’ ovvero ‘Abbastanza basso da essere
ragionevolmente raggiungibile’) e assicura che la popolazione sia esposta ad
alluminio il meno possibile al fine di salvaguardare la salute pubblica.
L’Efsa invece stabilisce un limite di assunzione pari a 1 milligrammo (mg) di alluminio
per chilogrammo di peso corporeo. Si tratta di un valore probabilmente superato
da una parte consistente della popolazione. Ciò non significa che si verificherà
necessariamente un danno alla salute nel corso del tempo, ma certamente si
7. affievolisce il margine di sicurezza per il consumatore. Un’analisi dei risultati porta a
stimare che il rilascio di alluminio dalle vaschette è direttamente proporzionale al
tempo in cui l’alimento viene riscaldato e resta a temperature elevate prima di
essere servito a tavola. Il BfR afferma che sono necessari ulteriori indagini per
inquadrare il problema, e ritiene lo studio un segnale da valutare con
attenzione. Nel frattempo è bene rispettare le condizioni previste dalla legge per un
impiego sicuro dell’alluminio, sia esso in forma di fogli o di vaschetta:
Può essere utilizzato a qualunque condizione di temperatura, se è previsto un
contatto con l’alimento inferiore alle 24 ore;
Se il tempo di contatto con l’alimento supera le 24 ore (condizione di
conservazione), l’alluminio può essere usato solo a temperature refrigerate;
L’alluminio a temperatura ambiente può essere utilizzato solo per conservare
alimenti a basso potere estrattivo (come caffè, spezie ed erbe, zucchero,
cereali, paste alimentari non fresche, prodotti della panetteria, legumi e frutta
secca, ortaggi essiccati).
Si ricorda anche che non bisogna mai mettere l’alluminio a contatto con alimenti
acidi o troppo salati, visto che acidità ed eccesso di sale favoriscono la migrazione
del metallo nell’alimento, come già precedentemente sottolineato. (Articolo di
Luca Foltran)
Fonte: www.ilfattoalimentare.it
Tumulazione incontrollata di carcasse animali, il Ministero della Salute interviene col
pugno di ferro.
Tumulazione incontrollata di carcasse animali, è doveroso escludere questa
potenziale causa di gravi rischi per la salute e l’ambiente. Il Ministero della Salute
interviene col pugno di ferro, finalmente.
La nota del Ministero, indirizzata a tutti gli Assessori delle Regioni e delle Province
autonome, (1) chiarisce una volta per tutte cosa si intenda per ‘zone isolate’. Le sole
zone in cui l’autorità (regionale) competente può consentire lo smaltimento delle
carcasse animali (2) in deroga ai criteri generali. (3) Mediante incenerimento o
sotterramento in loco ‘o attraverso altri mezzi, sotto controllo ufficiale, al fine di
prevenire la trasmissione di rischi per la salute pubblica e degli animali‘.
Al preciso scopo di evitare abusi – come quelli che abbiamo denunciato in Valle da
8. Ossa – l’Amministrazione centrale chiarisce quanto segue. Le ‘remote areas‘
devono rispondere a tutti i seguenti requisiti:
– ‘assenza di impianti di trasformazione, magazzinaggio o di impianti di
incenerimento, in grado di accogliere tale tipologia di sottoprodotti, all’interno della
zona e nell’arco di 100 Km dal confine della zona isolata‘,
– presenza marginale di animali da reddito nella zona isolata (10% bovini e suini, 25%
ovo-caprini rispetto alle relative popolazioni nella Provincia di appartenenza).
Le autorizzazioni in deroga, relative a ciascuna delle zone isolate, devono sempre
venire comunicate alla Regione, ‘per la successiva comunicazione all’Ufficio 2
DGISAN, corredandola della documentazione attestante il possesso dei requisiti
specifici’. In considerazione del fatto che ‘il Ministero della Salute è tenuto a mettere
a disposizione della Commissione Europea le informazioni relative alle zone isolate e
ai motivi di tale categorizzazione. E le informazioni aggiornate relative a eventuali
cambiamenti di categorizzazione‘.
Il Ministero invita pertanto le Regioni ‘a fornire l’elenco aggiornato delle zone isolate
e delle autorizzazioni di cui all’art, 19.1.c, (4) nell’ambito della rendicontazione
annuale per il Piano Nazionale Integrato‘. Ricordando altresì che lo smaltimento in
deroga può venire effettuato solo ‘nel rispetto delle condizioni fissate dal Reg. UE
142/2011 (allegato VI, capo III, Sezione I)‘.
La festa è finita, l’autonomia riconosciuta alle Regioni non può tradursi in omaggio
politico al malaffare localistico. Le autorità competenti regionali sono perciò tenute
a ‘verificare se le autorizzazioni concesse per le zone isolate rispettano ai criteri
richiesti‘. Nel rispetto dei regolamenti europei, e dei sempre preziosi atti di indirizzo
dell’Amministrazione sanitaria centrale.
Dario Dongo
Note
(1) Nota Min. Sal. DGISAN 20722-P-18/05/2017
(2) Ci si riferisce in particolare ai materiali di categoria 1 (animali selvatici, se si sospetta che siano
affetti da malattie trasmissibili all’uomo o agli animali; corpi interi, o loro parti, di animali morti
contenenti materiali specifici a rischio al momento dello smaltimento) e materiale di categoria 2 (ndr
corpi di vitelli, suini, equidi). Cfr. Reg. CE 1069/09, art. 8
(2) Cfr. reg. cit., articolo 19.1.b
(4) Vale a dire, le autorizzazioni relative ad ‘aree alle quali è praticamente impossibile accedere o
9. alle quali è possibile accedere solo in condizioni, per motivi geografici o climatici o a causa di
catastrofi naturali, che possono presentare rischi per la salute e la sicurezza del personale addetto
alla raccolta. O alle quali è possibile accedere solo impiegando mezzi di raccolta sproporzionati‘
Fonte: http://www.foodagriculturerequirements.com
10. alle quali è possibile accedere solo in condizioni, per motivi geografici o climatici o a causa di
catastrofi naturali, che possono presentare rischi per la salute e la sicurezza del personale addetto
alla raccolta. O alle quali è possibile accedere solo impiegando mezzi di raccolta sproporzionati‘
Fonte: http://www.foodagriculturerequirements.com