2. «La tolleranza non ha mai provocato
una guerra civile; l'intolleranza ha
coperto la terra di massacri.»
-Voltaire
3. Biografia
• Voltaire, principalmente filosofo e scrittore francese,
nasce il 21 novembre 1694 a Parigi, il suo vero nome è
Francois-Marie Arouet. Figlio di una famiglia borghese e
ricca, i suoi primi studi li compie presso gesuiti e
giansenisti, ricevendo così una solida formazione
umanistica.
• Ancora giovane, viene introdotto nella Société du
Temple, circolo in cui emerge subito la sua vivacità
intellettuale.
• Tra il 1717 e il 1718 scrive, già sotto pseudonimo, la
tragedia "Edipo" e il poema epico "La lega o Enrico il
Grande" (1723), in seguito ripubblicato col titolo di
"Enriade". L’iniziale momento prolifico e felice della sua
carriera viene però bruscamente interrotto a causa di un
litigio col cavaliere di Rohan, che gli frutta l’esilio in
Gran Bretagna dal 1726 al 1729.
4. Biografia
• Il periodo che passerà costretto a vivere a Londra sarà però fondamentale per la sua
formazione intellettuale; capire come funzionano realtà politica e sociale in Gran
Bretagna convincono Voltaire che anche lo stato assolutistico e feudale francese abbia la
necessità di una profonda riforma. Quello che pensa Voltaire lo affida alle "Lettere
filosofiche" (o "Lettere sugli inglesi"), che riscuotono un enorme successo in Francia,
diventando uno dei principali testi di riferimento contro l’Ancien régime.
• In seguito, nel suo breve soggiorno a Parigi, Voltaire pubblica una serie di tragedie tra cui
"Bruto" (1730) e "La morte di Cesare" (1731). Nel 1732 l’autore e filosofo francese è di
nuovo costretto a fuggire da Parigi per evitare un arresto, trovando rifugio nella regione
della Lorena.
• Lì, ospite nel castello di Cirey di Madame Émilie de Châtelet, Voltaire si dedica ad alcune
tragedie e finisce di scrivere il trattato "Gli elementi della filosofia di Newton" nel 1738.
Questo testo costituisce un attacco contro la fisica cartesiana
5. Biografia
• Tra il 1749 e il 1753 Voltaire vive a Berlino, ospite di Federico II di Prussia. Qui completa "Il secolo
di Luigi XIV" e scrive il racconto filosofico "Micromega". In seguito a un litigio con il presidente
dell’Accademia di Berlino, Pierre Louis de Maupertuis, è costretto a lasciare anche questa città.
• Da qui si sposta a Losanna e a Ginevra, stabilendosi poi nel 1758 al castello di Ferney. Ormai ricco e
famoso, è qui che Voltaire passerà gli ultimi vent’anni della sua vita. A questo punto Voltaire è un
punto di riferimento per tutta l’opinione pubblica dell’intera Europa illuminata.
• Voltaire non manca di scatenare l’ira dei cattolici con un’irriverente parodia su Giovanna D’arco e
non risparmia nemmeno i protestanti, con la pubblicazione del "Saggio sui costumi" nel 1756.
• Voltaire opera come fiero avversario di ogni tipo di provvidenzialismo e come assertore convinto di
disordine morale e fisico presente in natura. Questi suoi modi di essere trovano espressione nel
romanzo filosofico "Candido", del 1759.
6. Biografia
• Voltaire non smette mai di scrivere per il teatro,
curando lui stesso spesso le rappresentazioni teatrali
dei suoi scritti. Attraverso questa intensa attività
polemista e pubblicista Voltaire persegue la sua
battaglia contro ogni forma di fanatismo religioso e
superstizione, andando contro privilegi politici e a
favore della giustizia e della tolleranza.
• A questo proposito, le maggiori opere filosofiche le
ha scritte nel suo ultimo periodo. Un paio di esempi:
il "Trattato sulla tolleranza" (1763) e le "Questioni
dell’Enciclopedia" (1770-1772).
• Tornato a Parigi nei primi mesi del 1778,
nell’occasione della rappresentazione della sua
ultima tragedia “Irene”, viene accolto da un tripudio
di folla, venendo incoronato con l’alloro. Voltaire
muore nel 1778, a 83 anni, a Parigi.
7. Perché «Voltaire»?
• Ci sono alcuni ipotesi sullo
pseudonimo Voltaire. Una versione
molto accettata dice che viene
dell'aggettivo Piccolo Volontario
utilizzato dalla sua famiglia quando
era piccolo. Tuttavia, si crede che la
versione più verosimile, è che
"Voltaire" è l'anagramma di "Arouet
Le Jeune" ('Arouet, il Giovane'),
utilizzando le maiuscole latine.
8. Perché
«Voltaire»?
• Ci sono anche altre ipotesi: Può trattarsi del
nome di un piccolo "feudo" che aveva sua
madre; Si è detto che può trattarsi del
gruppo verbale che significava in francese
vecchio che voleva fare tacere ('deseaba
hacer callar', di ahí volo-tacere, a causa del
suo pensiero innovatore che può essere le
sillabe della parola re-volo-tai ('revoltoso')
in un altro ordine. È possibile che l'elezione
che il giovane Arouet adotta, dopo il suo
arresto in 1717, sia una combinazione di più
di una di queste ipotesi.
9. Il caso Calas
(1761-62)
• 1761: Jean Calas, mercante di stoffe a Tolosa,
ugonotto, è accusato di aver ucciso il figlio
perché si convertisse al cattolicesimo.
• In realtà la famiglia ha semplicemente occultato
il suicidio del figlio, malato di mente, per evitare
il disonore, lo scempio del cadavere e il sequestro
dei beni.
• 1762: Jean calas è condannato a morte per
smembramento sulla ruota, dopo settimane di
tortura. La sua famiglia è deportata e dispersa.
• 1762: Voltaire prende le difese di Calas e ne
ottiene la riabilitazione postuma nel 1765 da
parte dei Maîtres des Requêtes (suprema corte di
revisione parigina).
10. Il caso Sirven (1762-64)
• 1762: Elisabeth Sirven, giovane donna ugonotta,
è trovata morta nel pozzo di casa dopo essersi
convertita al cattolicesimo. La sua famiglia viene
accusata di averla assassinata. Il padre, Paul
Sirven, fugge in Svizzera per sfuggire all’arresto,
ma è condannato a morte in contumacia.
• 1763: Voltaire difense Sirven e ne ottiene la
riabilitazione nel 1771 e l’assoluzione nel 1775.
• 1764: prendendo lo spunto dal caso Calas e dal
caso Sirven Voltaire pubblica il Trattato sulla
tolleranza che avrà grande eco in tutta Europa.
11. Il caso de La Barre (1766-68)
• 1766: il giovane cavaliere de La Barre, nobile di Abbeville,
è condannato a morte per aver commesso “atti sacrileghi”:
ha colpito un crocefisso, ha bestemmiato e non si scoperto il
capo al passaggio di una processione. Il suo amico
d’Etallonde, accusato degli stessi delitti, si mette in salvo
fuggendo in Prussia dove farà carriera nell’esercito di
Federico II. De La Barre viene arso vivo, ma lo scandalo è
dato dalla dichiarazione del nobiluomo di essere “un lettore
di Voltaire” e dal conseguente rogo del Dictionnaire insieme
con il condannato.
• 1768: Voltaire ne scrive a Cesare Beccaria denunciando la
sproporzione della pena rispetto al reato.
12. Trattato sulla tolleranza
Uno dei suoi testi principali è il "Trattato sulla tolleranza" del 1763, all’interno
del quale Voltaire chiarisce cosa si debba intendere con il termine tolleranza:
• non consiste nell’accettazione delle diverse opinioni, poiché non è un
atteggiamento passivo;
• Deve essere un comportamento attivo contro qualunque forma di fanatismo
(religioso) e contro la superstizione.
Il “Trattato sulla tolleranza” si divide in due parti:
1. Viene narrata la vicenda della famiglia Calas e analizzato il concetto di
tolleranza nel mondo antico (in particolare in quello greco e romano);
2. La seconda parte contiene un’analisi filosofica del rapporto tra la
tolleranza e Dio. Il filosofo definisce la tolleranza come la prima legge di
natura, il primo fondamento della natura umana;
13. L’origine dell’Intolleranza
• Secondo Voltaire qualunque forma di diritto umano si basa sul diritto di natura, il cui comandamento
principale invita alla tolleranza
• Alla base del diritto umano, ovvero delle leggi che i popoli si sono dati nel corso della storia, sta il diritto
naturale, cioè un insieme di principi fondamentali di giustizia che gli esseri umani recano innati dentro di sé.
• Questi sono a loro volta riassumibili in un comandamento generale: non fare agli altri ciò che non vorresti
fosse fatto a te, Questo principio non è solo naturale, ma anche logico: infatti, essendo l’individuo parte della
comunità, garantire agli altri libertà e tolleranza significa garantirla a se stessi.
• Ma la civiltà ha spesso negato questa forma di buon senso, specialmente in ambito religioso, vietando la
libertà confessionale e imponendo un unico pensiero e un unico credo.
• è assurdo condannare un uomo per la sua religione perché il diritto di natura garantisce libertà e tolleranza a
tutti gli uomini
• Si tratta di una tirannia non solo ingiusta ma anche irrazionale.
• Gli uomini non dovrebbero avere il diritto dell’intolleranza in quanto è autodistruttivo e porterebbe alla
sofferenza
14. Il Candido
• Il Candido prende nome
dall’omonimo protagonista, di cui
vengono raccontate le avventure e
sventure, partendo dal suo paese in
Vestfalia fino a Costantinopoli.
• Scopo di fondo del libro è una
divertente critica al pensiero
ottimista di Leibniz.
15. Trama
• Candido, educato nel castello del barone di
Westfalia doveha il filosofo Pangloss come
insegnante, si innamora della bellissima
Cunegonda, figlia del barone; in seguito a un bacio
Candido viene cacciato e si ritrova a viaggiare per
il mondo: passa attraverso Olanda, Portogallo,
Paraguay, Buenos Aires, El Dorado, Francia,
Inghilterra, Italia e Costantinopoli. Nel frattempo
perde e ritrova più volte i suoi amici di Westfalia e
ne incontra di nuovi. Alla fine diventa un povero
contadino a Costantinopoli insieme a tutti coloro
che l’hanno accompagnato. Tramite i suoi viaggi e
le esperienze vissute Candido cerca di capire qual è
il vero senso del vivere.
16. • Voltaire, come già detto, scrive il
Candido principalmente per criticare
l’ottimismo di Leibniz secondo il quale
questo è il migliore dei mondi poiché
Dio lo ha preferito a tutti gli altri
possibili e quindi non può che essere il
migliore.
• Voltaire mette Candido in condizioni
nelle quali è costretto a rivedere le sue
idee, che spesso può confrontare con
quelle dei personaggi che incontra.