2. Scoppiano delle rivoluzioni in tutti gli Stati italiani
Vengono concesse le costituzioni per sedare queste rivolte e in seguito
vengono revocate in tutti gli stati italiani tranne nello Stato Sabaudo, dove
Carlo Alberto che abdica in favore di Vittorio Emanuele II, non è che
abbia concesso questo statuto per una sua particolare convinzione, ma
perché costretto.
Nello Statuto Albertino il re occupa un ruolo chiave.
Riflessione sui poteri:
Potere legislativo= Due camere (una sola è elettiva a suffragio censitario
=camera dei deputati). Il senato è di nomina regia.
Potere esecutivo= i ministri sono nominati dal re.
Potere giudiziario= controllato dal re.
2
3. CONCESSIONE E
REVOCAZIONE DELLE
COSTITUZIONI
Lo Statuto Albertino è uno statuto, ma
comunque ha una costituzione. Rappresenta
una punta di diamante all’interno dell’Italia e
sarà la prima costituzione del regno d’Italia.
Vittorio Emanuele II sarà il primo re d’Italia
(non cambierà titolo).
Il 48 rappresenta un momento di grande caos:
le rivoluzioni del 48 manifestano
l’insoddisfazione dei popoli per due motivi
fondamentali: l’occupazione dello straniero e
una legislazione ancora assolutista.
Questi moti dimostrano l’insoddisfazione del
popolo, ma concretamente non accade nulla.
3
4. Anni 1820-1880: momento di straordinario progresso
tecnologico e scientifico: invenzione del treno, nuovi paesaggi
urbani (urbanizzazione), le banche acquistano importanza,
migliorano i mezzi di locomozione (i viaggi diventano più
facili e più sicuri).
La cultura dominante è il positivismo. Il miglioramento
generale della vita porta a pensare che il metodo scientifico
sia garanzia di progresso per l’umanità.
Positivismo= esaltazione del metodo scientifico come unica
forma di conoscenza e garanzia di progresso.
4
Henri de Saint-Simon
5. Il positivismo è un movimento filosofico diffuso in
Francia nella prima metà del XIX secolo. Si caratterizza
per l'esaltazione della ragione e della scienza. Nasce in
contrasto con il movimento romantico che esalta i
sentimenti di una persona. I positivisti si proponevano
di studiare la realtà secondo i criteri della scienza,
ignorando tutti gli aspetti più nascosti e misteriosi. Si
basavano sul principio di causa ed effetto e credevano
che l'uomo e il suo comportamento potessero essere
studiati anche scientificamente. Tutto questo nel modo
più oggettivo possibile. Fu durante questo periodo che
nacquero i concetti di razza e momento storico. L'uomo
va studiato in relazione alla famiglia, alla società in cui
vive e al momento storico in cui è caldo.
5
6. Punti principali
1. La scienza è lo strumento più adeguato che una
persona può utilizzare per analizzare e comprendere
la realtà.
2. Il metodo scientifico si basa sull’esperimento e mira
a scoprire queste leggi, quei rapporti causa-effetto
che regolano i fenomeni naturali.
3. Nello studio della realtà bisogna partire dal fatto, dal
positivo, cioè dal dato così come esso ci si presenta.
4. Lo scienziato deve mantenere un atteggiamento
oggettivo, distante, lontano da giudizi o
interpretazioni fantasiose e troppo soggettive.
6
7. Le fabbriche avevano delle pessime condizioni igieniche, prevedevano orari di
lavoro massacranti, un lavoro che diventa sempre più alienante.
Tutti gli straordinari progressi tecnologici e scientifici avvenuti, che prendono
il nome di Seconda Rivoluzione Industriale, vanno quindi a sottolineare quella
che è la conflittualità tra due classi sociali:
il borghese capitalista: ha molto denaro a disposizione. Decide di non
mettere i soldi da parte, ma di investire i suoi soldi in acquisto di materia
prima, acquisto di strumenti necessari alla fabbrica, acquisto di forza lavoro
il proletariato
Borghesia e proletariato sono due classi sociali non molto coese, omogenee
come si potrebbe pensare.
Contemporaneamente la borghesia illuminata denuncia la situazione, senza
però proporre nulla di concreto.
7
8. Nella sua vita ha la fortuna di incontrare quella che sarà sua
moglie (una donna benestante che rinnega le sue origini di alta
borghesia tedesca) e il suo caro amico Engels che scoprirà la
genialità di Marx e lo sosterrà per tutta la vita.
Dalla Prussia, Marx approda definitivamente a Londra e viene
ospitato dall’amico Engels, figlio di un industriale di industria
tessile. Marx ha la possibilità di entrare in una fabbrica e quindi
di osservare in prima persona la realtà che accade.
Marx propone un’analisi della situazione non tanto umanitaria,
piuttosto economica e politica.
8
9. Dal punto di vista politico-sociale, secondo
Marx, la conflittualità tra le due classi sociali è
inevitabile a causa del modo in cui è
organizzata la borghesia capitalista.
Marx come soluzione propone l’abolizione
delle classi sociali e della proprietà privata dei
mezzi di produzione: i mezzi di produzione
non possono appartenere solo al capitalista,
ma devono essere della comunità.
9
Dal punto di vista economico, Marx analizza
scientificamente ciò che avviene nello sfruttamento
dell’operaio (analisi del lavoro in fabbrica). Lo
sfruttamento dell’operaio avviene nel momento in cui
l’operaio è costretto a lavorare più ore rispetto a quelle
che gli spetterebbero per la retribuzione. L’operaio viene
retribuito in base al minimo necessario per il
mantenimento in vita suo e della prole. I beni che
produce e il tempo di lavoro in cui l’operaio è impegnato,
sono molto superiori alla retribuzione che gli spetta. La
quantità di tempo lavorato e non retribuito rappresenta lo
sfruttamento dell’operaio e l’arricchimento del capitalista.
10. Essere socialisti nell’800 significava essere benpensanti
borghesi che si erano resi conto del maltrattamento degli
operai ma che non prendevano una posizione chiara.
Marx dice “qualunque pensiero ha valore solo se si traduce in
prassi”
Il problema di questi pensatori è che non propongono
soluzioni concrete al problema sociale che si sta evidenziando
(quello degli operai sfruttati dai capitalisti), ma reagiscono
passivamente al problema.
10
11. LE ORIGINI DEL
PENSIERO SOCIALISTA
Marx ed Engels si autodefiniscono socialisti
scientifici = analisi scientifica, precisa, accurata di
tutto il processo produttivo capitalista, individuando
dove avviene lo sfruttamento per andare a
trasformare/possibilmente abolire il capitalismo.
La società così strutturata (capitalista) porterà
sempre ad una conflittualità tra le classi.
Contrapposizione con i socialisti utopistici:
Ad esempio Fourier= visione critica dello sviluppo
industriale, immagina che per evitare i disastri sociali
causati dall’industrialismo si possano creare tante
piccole comunità autosufficienti, che egli chiama
falansteri, ordinate sulla base di principi egualitari (i
tentativi non hanno alcun successo)
11
12. Organizzazioni socialiste sorte nella seconda metà dell’800 dopo l’imponente sviluppo industriale,
per coordinare la lotta del proletariato contro la borghesia su scala internazionale. Motivo: ogni
guerra è vinta sempre dai borghesi capitalisti
PRIMA INTERNAZIONALE
Nasce a Londra, fortemente voluta da Marx ed Engels
Fondata dai rappresentanti dei lavoratori inglesi, francesi, tedeschi e italiani e guidata da un comitato
centrale di cui fece parte Karl Marx
Le tre correnti presenti all’interno della prima internazionale sono:
mazziniani= si differenziano dai socialisti per il fatto che non vogliono assolutamente l’abolizione
delle classi sociali. Ci sono dei valori religiosi. Pensiero progressista, moderato (il più moderato
all’interno dell’Internazionale, mentre tra le ideologie risorgimentali era il più progressista)
12
13. La vera conflittualità è tra anarchici e marxisti
anarchici= a differenza dei mazziniani, vogliono una rivoluzione. Ritengono che qualunque guida,
qualunque potere/coordinamento alla fine si deteriora: grande diffidenza nei confronti di qualunque
forma di potere
socialisti (intesi come marxisti)= a differenza degli anarchici, iniziano ad avere sempre più fiducia in
una struttura ben organizzata del potere= fiducia nei partiti, il partito acquista importanza: il
proletariato può agire solo costituendosi in un partito politico
13
14. Vince la corrente marxista, gli anarchici
vengono espulsi e si organizzano
nell’internazionale anarchica (avrà breve durata)
Iniziano a nascere i veri e propri partiti
socialisti marxisti= la base della teoria marxista
è la rivoluzione, la lotta armata e il
sovvertimento delle classi sociali: prevede i
proletari al potere che si uniscono sconfiggendo
la classe borghese (si parla di momentanea
dittatura del proletariato), l’abolizione delle
classi sociali, comunanza dei mezzi di
produzione
Principali socialisti in Europa: francese, tedesco,
italiano
I socialisti sono affiancati dai sindacati=
associazioni in difesa dei lavoratori.
Liberali=organizzati in raggruppamenti legati a
rapporti personali
14
15. Evidenziato un aspetto del pensiero marxista: Marx ritiene che più è
industrializzata la società, più è intensa la conflittualità tra le classi
sociali, portando la società verso una rivoluzione socialista (il pensiero è di
fatti sbagliato, la rivoluzione socialista si realizzerà sempre più in paesi
poveri)
- Marx e il suo pensiero erano scomodi nelle società capitaliste
La società borghese moderna è sorta dalle ceneri della società feudale, che a
sua volta è nata dalla conflittualità tra nobili e borghesi, ma la vittoria è stata
come sempre della borghesia. Il problema non è stato risolto perché di
nuovo c’è oppressione da parte di una classe nei confronti di altre classi.
Marx ritiene che la società del suo tempo fosse diventata sempre più
semplice, perché si andava sempre più delineando la conflittualità tra le
due classi sociali: capitalisti (ricchi) e proletari (poveri)
15
16. Si parla di internazionalismo perché, indipendentemente dagli stati (esempio Francia, Germania,
America) il problema è sempre lo stesso: l’oppressione da parte del capitalista
Il lavoro in fabbrica è alienante (=estraniante)
La famiglia operaia è disgregata, i bambini vengono lasciati a loro stessi, i genitori lavorano nelle
fabbriche con orari massacranti. Il lavoro è ripetitivo, l’operaio è costretto a produrre qualcosa che
non avrà mai.
Marx parla di lotta tra le classi, cerca di inculcare nell’operaio la coscienza di classe, il potere che
ha. Vuole far capire agli operai che loro sono una maggioranza e che insieme potrebbero farsi
rispettare dal capitalista. Gli operai, secondo Marx, hanno molta forza e molto potere contrattuale,
che dovrebbero utilizzare.
Marx ritiene che l’unico vero partito sia quello comunista che fa gli interessi del proletariato. I
comunisti non nascondono la loro intenzione (=rivoluzione violenta= o sciopero, o lotta armata)
16
17. Non ha da discutere al livello ideologico, il suo intento è coordinarsi al livello
pratico
A Parigi, 1889
Prevalenza di Marxisti
All’interno c’è un’ulteriore scissione al livello di prassi:
- riformisti= ritengono che sia necessario attuare delle riforme per migliorare
le condizioni dei lavoratori, accettazione delle riforme temporanee e graduali.
- massimalisti= contrari alle riforme (slogan: lo stato borghese si abbatte e
non si cambia)
Oltre alla discussione sulla prassi i conflitti veri si acuiscono all’interno della
seconda internazionale nell’imminenza della prima guerra mondiale: qui
bisogna decidere soprattutto se essere fedeli al proprio paese oppure agli
ideali dell’internazionale
17
18. Congresso di Bruxelles, 1903
Marx diceva: più è acuta la conflittualità tra industriali e operai,
più facilmente si sfocerà in rivoluzione: la Russia invece è il
primo stato che diventa comunista, in cui si attua la rivoluzione
comunista, contro ogni predizione (era uno stato poverissimo, a
prevalenza agricola)
In Russia c’è lo Zar, sono vietati i partiti politici comunisti,
socialisti (qualsiasi forma di contrapposizione)
18
19. Divisione tra:
menscevichi= hanno intenzione di seguire Marx, ritengono che prima si debba attuare una
rivoluzione industriale, con la formazione di una forte borghesia (che in Russia è quasi inesistente)
per poi arrivare alla conflittualità, allo scontro armato.
Vogliono una trasformazione in senso industriale della società che non è affatto industrializzata
bolscevichi= di linea massimalista: intento di abbattere il governo degli Zar
maggioritari nel congresso (non come consensi, i bolscevichi in Russia non sono molto
appoggiati, si impossessano del potere con un colpo di stato, guardati con molta diffidenza da
parte dei contadini, la popolazione li guarda con diffidenza)
19
21. In Prussia re Federico Guglielmo IV, nel 1850, concede la
Costituzione prussiana.
I due schieramenti tra cui si gioca la partita politica in Prussia
sono la Destra conservatrice, che ha radici agrarie e nobiliari,
e la Sinistra liberale, che ha un profilo urbano e borgese.
Lo scontro tra queste due avviene sulle modalità di
potenziamento dell’esercito. In seguito alla sconfitta nelle
guerre napoleoniche, viene introdotta la coscrizione
universale obbligatoria. Essa prevedeva per ogni maschio
adulto un periodo di ferma biennale nell’esercito, seguito da
due anni fra le truppe di riserva e da quattordici nella
militanza territoriale. Il vantaggio di questo sistema è il
disporre di un esercito di quantità; gli storici pensano che
questo sistema produca potenti effetti nazionalizzanti.
21
22. Nel 1861 sale sul trono prussiano Guglielmo I, che affida il governo
ad Otto von Bismarck (egli era uno Junker). Insieme decidono di
riorganizzare e potenziare tecnologicamente l’esercito, questo porta
ad una crisi politico-costituzionale. Bismarck sostenuto dalla Destra
e dal dettato costituzionale per tre anni fa approvare il bilancio solo
al re, ignorando l’opposizione, i liberali, in Parlamento. La crisi
politica potenzia l’autorità del re a danno del Parlamento.
Il potenziamento dell’esercito avviene grazie ad un accordo
commerciale, lo Zollverein (Unione doganale), che dal 1834 unisce
la Prussia e gli altri Stati tedeschi a esclusione dell’Austria. L’accordo
consente l’acquisto di prodotti a basso prezzo, così la Stato
prussiano costruisce il suo esercito.
22
23. Convinti del loro esercito, Guglielmo I e Bismarck,
attaccano il Regno di Danimarca. L’obiettivo è
l’inclusione dei ducati di Schleswig e Holstein in quanto
hanno la popolazione a maggioranza tedesca. La Prussia
cerca ed ottiene l’alleanza dell’Austria ed insieme,
nell’agosto del 1864, costringono la Danimarca alla resa.
Provvisoriamente lo Schleswig viene affidato alla
Prussia, mentre l’Holstein all’Austria.
In realtà la Prussia vuole entrambi i ducati. Ella vuole,
anche, rompere i rapporti con l’Austria in modo tale da
imporsi come unico Stato egemone dell’intera area
tedesca; questo è favorito dalla tensione che si crea tra le
due, nel 1865, per l’amministrazione dei due ducati.
Bismarck inizia a prepararsi alla guerra alleandosi con
l’Italia e contando sulla neutralità della Francia di
Napoleone III.
23
24. La guerra contro l’Austria scoppia nel giugno del 1866. L’Austria si allea con gli Stati della Germania
centro-meridionale, tra cui la Sassonia di cui l’imperatore è Francesco Giuseppe. Egli pensa che
l’esercito austriaco, essendo organizzato secondo il criterio della qualità, sia nettamente superiore.
Ciò non è così, l’esercito prussiano entra in Baviera e sconfigge completamente l’esercito austriaco a
Sadowa (3 luglio 1866). Con la pace di Praga, 23 agosto 1866, lo Hannover, l’AssiaCassel e lo
Schleswig-Holstein vengono annessi alla Prussia; la Sassonia e gli altri Stati a nord del Meno entrano
a far parte della Confederazione della Germania del Nord, dominata dalla Prussia; Baviera,
Württemberg, Baden e Assia-Darmstadt rimangono autonomi, devono pagare un’indennità di
guerra e mettere a disposizione il proprio esercito. Nello Stato c’è un grandissimo entusiasmo tanto
che Bismarck chiede al Parlamento di approvare il bilancio, quello che non ha voluto approvare negli
anni precedenti, riuscendo ad ottenere risposta affermativa.
24
25. L’ampliamento del territorio prussiano mette in allarme Napoleone III, che prende accordi con
Austria e Russia. Nel frattempo, in Spagna, si apre una crisi dinastica. Bismarck, sicuro del suo
esercito, manipola un telegramma inviato da Ems che il re Guglielmo I gli ha inviato in merito alla
questione spagnola, in modo da dare l’impressione che il sovrano voglia sfidare la Francia. Sia in
Francia sia in Germania l’opinione pubblica vuole la guerra, sarà Napoleone III, il 19 luglio 1870, a
dare il via ad esssa. Bismarck ottiene due risultati: giungere alla guerra e far passare la Prussia da
paese aggredito. L’esercito tedesco irrompe nel territorio francese e dopo sei settimane sconfigge
definitamente i francesi a Sedan (1° settembre 1870). Napoleone III è prigioniero e firma la resa; il
Corpo legislativo francese dichiara decaduta la dinastia napoleonica e proclama la formazione di una
Repubblica. Si forma un governo provvisorio che il 28 gennaio 1871 chiede l’armistizio. Intanto
Guglielmo I, forte della vittoria, viene proclamato imperatore tedesco nella Sala degli specchi nel
palazzo di Versailles.
25
26. L’IMPERO
TEDESCO
L’Impero tedesco, o Secondo Reich, è formato che da
Prussia e dagli Stati facenti parte della Confederazione,
anche dal Baden, dall’Assia-Darmstadt, dal Württemberg e
dalla Baviera. La Costituzione dell’Impero viene promulgata
il 16 aprile 1871. Prevede che l’impero abbia carattere di
Federazione di 25 stati con autonomia sottoposta agli istituti
dell’Impero; tali istituti sono l’imperatore (potere esecutivo e
capo dell’esercito), Primo ministro o Cancelliere (capo del
governo), Parlamento imperiale, diviso in due camere, la
Camera dei Deputati (Reichstag) e il consiglio federale
(Bundesrat); la Camera viene eletta ogni cinque anni a
suffragio universale maschile segreto, può proporre ed
approvare leggi e può rifiutarsi di approvare il bilancio
presenatto dal Cancelliere; il Consiglio è una camera
formata dai rappresentati dei 25 Stati, i membri sono 58 (17
dei quali prussiani) e ha un ruolo determinante nel potere
legislativo. Il 10 maggio 1871 viene firmato il trattato di
pace con la Francia. Lo Stato francese deve pagare una
pesante indennità di guerra e deve cedere l’Alsazia e la
Lorena, che vengono annesse all’Impero tedesco.
26
27. Dopo la caduta di Napoleone, la proclamazione della Repubblica (4
settembre 1870) e la firma dell’armistizio (28 gennaio 1871), in Francia
l’8 febbraio 1871 si tengono le elezioni per l’Assemblea nazionale.
Il governo, sostenuto dalla maggioranza monarchica, è presieduto da
Adolphe Thiers (favorevole ad una pace con i tedeschi). Parigi è
assediata ed il governo, stabilitosi a Versailles, il 18 marzo 1871 invia le
truppe per cercare di riprendere il controllo sulla città. Tentativo
inutile in quanto la città resta nella mani degli insorti e della Guardia
Nazionale.
Nel marzo del 1871 viene eletto un nuovo consiglio per il Comune
parigino che diventa l’organo di auto governo della città. Dominato da
repubblicani e anarchici, iniziano ad approvare una serie di leggi (tra
cui la proprietà collettiva di alcune aziende abbandonate) e a fare
pressione sul resto della Francia affinché si unisse a loro in una
Federazione.
Tutto ciò finisce quando Thiers invia, nuovamente, l’esercito per
riprendere il controllo della città (21 e 28 maggio 1871). La repressione
della “Commune” porta a numerose vittime.
27
28. I monarchici decidono di approvare una Costituzione che prevede la
figura del presidente in possesso di molti poteri, così da poterlo
trasformare in un sovrano.
Non si passa subito ad una monarchia in quanto i monarchici sono divisi:
chi non smette di pensare all’Impero napoleonico; chi vuole un
discendente dei Borbone e chi vorrebbe un discendente di Luigi Filippo.
Tra il gennaio e il luglio 1875 vengono approvate una serie di leggi che
assumo carattere costituzionale. Prevedono un presidente della
Repubblica (capo dell’esercito, responsabile della politica estera, nomina i
funzionari pubblici, nomina il governo, presenta e promulga leggi, scioglie
la Camera e concede la grazia) eletto dal Parlamento e con un mandato
settennale. Il Parlamento, che sostituisce l’Assemblea nazionale, è
bicamerale: la Camera dei Deputati, eletta a suffragio universale
maschile; il Senato, composto da due tipi di membri, quelli inamovibili
(che possono scegliere il proprio successore) e quelli eletti dal corpo
elettorale.
Il Parlamento ha, quindi, il potere legislativo ed il governo è responsabile
di fronte ad esso. 28
29. Francesco Giuseppe pensa di poter portare avanti l’Impero seguendo la
line apolitica disegnata da Metternich durante la Restaurazione. Egli
non revoca i diritti feudali e la servitù della gleba in modo da assicurarsi
fedeltà dalla comunità contadine. Nell’élite urbane iniziano a formarsi
idee politiche nazionaliste ed indipendentiste.
Le sconfitte più gravi non sono di politica interna, bensì di politica
estera. Nel 1861 viene concessa una Costituzione che riconferma
l’assetto centralista dell’Impero, suscita molti dissensi nell’élite
ungheresi. Dopo la sconfitta prussiana, nel 1867, viene radicalmente
riformata mediante il cosiddetto “accomodamento” (Ausgleich), che
trasforma l’Impero austriaco in Impero austro-ungarico.
La Costituzione riconosce l’esistenza di due organismi statali
indipendenti e distinti, l’Austria e il Regno d’Ungheria, con a capo
Francesco Giuseppe che assume il titolo d’imperatore d’Austria e re
d’Ungheria (giugno 1867).
I due Stati hanno un unico sovrano e possiedono in comune i ministri
di Guerra, Finanze e degli Esteri. Hanno due distinti Parlamenti, uno a
Vienna e l’altro a Budapest. Entrambi hanno un Senato composto da
membri ereditari e di nomina imperiale.
29
30. SITUAZIONE IN ITALIA
L’unico stato autonomo è il regno di Sardegna= regno amministrato dalla dinastia dei Savoia,
è l’unico regno che, per vicende interne, ha mantenuto lo statuto albertino.
L’unico stato che può liberare l’Italia dallo straniero è il Regno dei Savoia, cioè il Regno di
Sardegna (che comprende la Sardegna e il Piemonte)
A sud c’è il Regno delle due Sicilie dove ci sono i Borboni.
Al centro c’è lo Stato della Chiesa.
A nord ci sono o stati di dominio austriaco o controllati tramite matrimoni o protettorati
dall’Austria.
30
31. Mazzini e gli altri repubblicani accumulano nel decennio di metà secolo una
lunga serie di fallimenti: i moti mazziniani, per quanto siano stati utili per la
denuncia dei limiti delle società segrete, hanno ricevuto lo stesso scarso
coinvolgimento da parte della popolazione, quindi sono stati fallimentare
(forse troppo progressisti?)
Molti progressisti (coloro che volevano un’Italia libera dallo straniero e con
almeno una monarchia costituzionale) cominciano a vedere nel regno di
Sardegna l’unica speranza per realizzare i propri obbiettivi.
Lo statuto Albertino e la politica degli esuli moti del 48 rafforzano il
prestigio del regno di Sardegna (=monarchia costituzionale)
Con Cavour al governo il regno di Sardegna diventa man mano una
forza europea di primo piano: Cavour si rende conto che, per ottenere
l’unità d’Italia, ci fosse bisogno del coinvolgimento e dell’aiuto degli stranieri
31
32. L’operazione contro la chiesa non è affatto indolore: provoca un duro scontro tra Cavour
(desideroso di riaffermare la laicità dello stato) e Vittorio Emanuele II (che non vuole che i rapporti
tra il suo regno e la santa sede diventino ancora più tesi di quanto non lo siano già)
La santa sede è un territorio piuttosto esteso, Roma sente la minaccia del regno d’Italia che
avanza.
Cavour procede la politica di ridimensionamento dei privilegi ecclesiastici, riuscendo a far
prevalere la sua idea, sostenuto da un’ampia maggioranza parlamentare.
Episodio importante anche per le conseguenze costituzionali: da allora in avanti la vita
parlamentare del regno si basa sulla regola non scritta secondo la quale i governi devono essere
scelti sulla base della maggioranza politica che si è formata nella camera dei deputati, non
solo ed esclusivamente sulla base della volontà del re: il presidente del consiglio viene scelto in
base alla maggioranza nell’unica camera elettiva, quella dei deputati.
32
33. I poteri del re sono sconfinati, il re non può essere mai destituiti. Il potere
esecutivo (governo, ministri) è controllato e scelto arbitrariamente dal re
Il potere legislativo è articolato in:
camera del senato: scelta da re
camera dei deputati: eletta dal popolo (popolo di un certo reddito)
Il popolo sembra non avere alcuna voce in capitolo, ma Cavour fa fare un
passo avanti allo statuto
Vi è poi la partecipazione alla guerra di Crimea al fianco della Francia e
del Regno Unito, contro la Russia: azione strategica per ottenere il
controllo del territorio. Riesce, con gli accordi di Plombieres, a portare il
problema del regno di Sardegna (con il progetto unitario risorgimentale)
all’attenzione delle potenze internazionali, in particolare della Francia di
Napoleone III.
33
34. Cavour e Napoleone III si accordano: Napoleone III è disposto ad appoggiare Cavour contro l’Austria,
solo nel caso in cui fosse stata l’Austria ad attaccarlo: Cavour fa in modo di essere attaccato dall’Austria.
Viene firmato il trattato di alleanza tra Francia e Regno di Sardegna.
Scoppia la guerra contro l’Austria, l’esercito franco-piemontese sbaraglia senza difficoltà il nemico in
Lombardia.
Napoleone III inaspettatamente firma un armistizio con l’Austria, abbandonando l’esercito
piemontese, probabilmente per le eccessive sconfitte francesi o forse perché i ducati del centro nord si
stanno ribellando e vogliono essere annessi al Piemonte: le cose non stanno andando come Napoleone
III ipotizzava, il rischio è che questa Nazione diventi troppo forte.
Cavour si rivela astuto: nonostante sia stato ingannato da Napoleone III, osserva Garibaldi, ma inizia a
temere l’Italia potesse diventare una repubblica mazziniana
Intanto Garibaldi parte da Genova con un manipolo di volontari, approda a Marsala e da lì risale la
penisola sconfiggendo l’esercito borbonico. I plebisciti di annessione nel Mezzogiorno, nelle Marche e in
Umbria portano alla formazione del nuovo regno d’Italia. (Garibaldi è un mazziniano, repubblicano,
accolto dal popolo e dai plebisciti come un liberatore)
34
35. L’unificazione è finita, Cavour continua a dire
che la capitale d’Italia deve essere Roma (credeva
fosse il cuore dell’Italia)
Lo stato francese protegge e appoggia lo stato
vaticano
Nel 1861 la situazione è chiara: all’Italia mancano
lo stato vaticano (pur essendo molto ridotto
territorialmente) e il veneto (ancora controllato
dagli austriaci)
35
36. LA SOCIETÀ ITALIANA
AL MOMENTO
DELL’UNITÀ
Al momento dell’unificazione il nuovo stato si presenta
dal punto di vista economico e sociale estremamente
eterogeneo (inizia la separazione tra nord e sud)
Solo il 20% della popolazione parla e scrive in italiano, il
restante 80% parla i dialetti
La penisola si distingue in tre diverse macro aree
economiche
area della Valle Padana: ricca in via di
industrializzazione
Italia centrale: prevale la mezzadria
Italia meridionale: dominata dal latifondo arretratezza
industriale
Uno dei problemi maggiori che deve affrontare il nuovo
regno sono le rivoluzioni contadine in vaste aree del
Mezzogiorno: i contadini non sono affatto contenti di
ciò che è accaduto. I contadini chiedono il ritorno dei
Borbone, coordinati dai briganti
36
37. Cavour e la classe dirigente liberale decidono di sottolineare al derivazione del nuovo Stato italiano
dal regno di Sardegna: il re prende il nome di Vittorio Emanuele II (non di Vittorio Emanuele I)
perché si vuole conservare il numerale ordinale proprio della dinastia sabauda.
Allo stesso modo, il parlamento inaugura l’VIII legislatura (non la I)
Allo stesso modo lo Statuto Albertino, che era la Costituzione del Regno di Sardegna, diventa
automaticamente la Costituzione del regno d’Italia, senza alcuna modifica.
L’estensione a tutta la penisola delle istituzioni parlamentari è una forma di progresso.
La fondazione della repubblica è scandita da un referendum istituzionale e non da un plebiscito
confermativo. Inoltre la Costituzione della repubblica non è ereditata da qualche altro stato
preesistente ma è scritta da capo da un’assemblea costituente eletta a suffragio universale maschile
e femminile.
37
38. Destra storica (formata da liberali benpensanti, conservatori) e sinistra storica (formata da liberali
progressisti), non parliamo di socialisti.
Nome dato ai primi governi dell’Italia unita (mancano Veneto e Lazio, manca Roma, per Cavour
Roma deve essere la capitale)
Destra e sinistra storica sono formate da liberali, si differenziano per le politiche che mettono in
atto:
destra: politiche conservatrici ed elitarie (a favore di pochi ricchi, sempre nel benessere dell’Italia)
sinistra: politiche progressiste
38
39. Perché i primi governi sono inevitabilmente di destra?
Perché votano in pochi, vota l’élite abbiente, quindi non può che essere così. La camera dei deputati
doveva essere composta sicuramente di rappresentanti conservatori perché sono votati da quelli che
votano, i più ricchi
(Ricorda la norma non scritta di Cavour: il presidente del consiglio viene scelto in base alla maggioranza
nell’unica camera elettiva, quella dei deputati)
è più tradizionalista, preserva i vantaggi della classe elitaria.
Azioni della destra storica
- Accentramento amministrativo: grande ammirazione per il sistema amministrativo francese
(accentramento napoleonico: prefetti, dipendenza dal governo centrale)
- Misure fiscali che vanno a penalizzare i più poveri.
I più poveri vengono penalizzati attraverso delle azioni impopolari:
* Imposte indirette= colpiscono i ceti meno abbienti
* Tassa sul macinato (pane)= cresce il prezzo del pane, è una tassa impopolare
Attraverso queste tasse, la destra storica riesce a raggiungere il pareggio di bilancio
39
40. Azioni anticlericali
Lo stato italiano nasce da un inevitabile scontro con la
chiesa, nasce come stato laico, anticlericale, libero.
Vengono compiute azioni come:
- requisizione dei beni terrieri di molti enti ecclesiastici,
requisiti e venduti all’asta
- il matrimonio civile acquista valore legale
Esigenza di avere Roma come capitale d’Italia:
irrealizzabile
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41. è una sorta di opposizione, formata dalle correnti di
pensiero:
ex repubblicani
ex garibaldini
ex mazziniani
Hanno dovuto rinunciare all’ideale repubblicano, giurano
fedeltà al sovrano, allo statuto, sacrificano le loro
convinzioni di ideale repubblicano
Azioni della sinistra storica
- estensione dell’elettorato
- estensione dell’obbligo scolastico con norme di
controllo sui genitori
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