2. Cosa abbiamo cercato: una narrazione dominante
Il marketing strategico è fatto di narrazioni dominanti.
Una narrazione dominante è una storia “astratta” e generale, che chiama in
causa determinati valori.
Un esempio di narrazione dominante: il mito. È generale e peculiare
contemporaneamente, ci si riconosce in esso eppure è “ecumenico”.
Il mito, così come tutte le narrazioni dominanti, funziona perché attiva valori
molto radicati nella società. I miti sono semplificazioni, ma ricche di significato.
3. Come l’abbiamo rappresentata: il quadrato semiotico
Un valore si rappresenta in una storia, ma anche in una mappa.
In questa mappa, che si chiama quadrato semiotico, ogni valore è inserito nella
sua “costellazione semantica”, cioè nel sistema di differenze che lo fa
“funzionare” dentro racconti specifici.
Da qui si parte per fare un posizionamento. “posizionare” una strategia, un
prodotto, una vision significa “prendere posto” in una mappa valoriale.
5. Come funziona e come “matura” un quadrato
Ci sono relazioni di contrarietà ma anche partitive.
L’asse superiore garantisce generalmente un posizionamento più forte.
È possibile immaginare un percorso interno al quadrato. Si parte dalla parte
sinistra dell’asse superiore, per poi scendere e risalire nella parte destra in alto: il
punto più “maturo” di un quadrato.
6. Verso il quadrato semiotico dell’incubazione
Per “valorizzare” l’incubazione e il mondo semantico dei competitor che
lavorano su questo concetto e su progetti di questo tipo, siamo partiti dalla
metafora di base: l’incubazione, appunto.
È una dinamica “genitoriale”, familiare.
8. Qual è il soggetto del quadrato dell’incubazione
È un soggetto “genitoriale” che elargisce servizi uno-a-uno, che mira al successo
dell’impresa singola, in prima istanza.
9. Il passaggio al quadrato semiotico dell’open innovation
Nel mondo dell’open innovation, è possibile esplorare una narrazione
maggiormente “collaborativa”, aperta.
Per fare questo, serve una nuova narrazione dominante, che non sia ancora una
volta “genitoriale”. Dentro la narrazione dominante dell’incubazione, infatti, la
logica collaborativa porta a “competizione” non produttiva (come tra fratelli).
Stiamo cercando una logica diversa, che abbiamo trovato studiando le comunità
scientifiche, dove sono in atto piattaforme collaborative per fare innovazione
aperta (nella ricerca). Lì abbiamo notato una logica diversa: più “tribale”.
11. Qual è il soggetto del quadrato dell’open innovation
È un capo-tribù, basato su soft skill e forti competenze relazionali e di
community organising.
È per certi versi sciamanico: basa la propria relazione su un canale di fiducia,
deve saper leggere la “salute” di un’intera comunità, ha bisogno di sapere come
gestire dinamiche community-driven.
12. Perchè ci interessa questo quadrato
1. Per la dimensione collaborativa che può rendere operativa (vedi Slowd,
Lowaste)
2. Perchè il quadrato dell’incubazione è molto “affollato”, dunque è difficile
posizionarvici
3. Per esplorare un modello di accompagnamento alla nascita d’impresa che
nasca da istanze europee, non americane
4. Perchè il tipo di soggetto del quadrato dell’open innovation è come noi!