2. CHI E’…
Claude Monet (Parigi,
1840-1926) è stato uno
dei maggiori esponenti
del movimento
impressionista. Il
nome del movimento
deriva da un’opera di
Monet (Impression:
soleil levant ) ed è
legato alla tecnica
utilizzata per dipingere:
veloci pennellate di
colore, paesaggi
impressi nelle tele
tramite l’osservazione
diretta.
Gli impressionisti si limitano
all’utilizzo della propria vista,
bensì conducono degli studi
sulla percezione del colore,
proprio perché si accorgono,
che le ombre, anziché essere
scure, riflettono i colori degli
oggetti. Il gruppo si occupa
dunque anche di ricerche
sulla percezione ottica,
attraverso l’accostamento di
ombre e giochi di luce. Il
risultato che ottengono i
francesi è la capacità
di fissare un momento, un
istante preciso per riprodurlo
subito sulla tela.
3. A sedici anni Monet decise di lasciare Le Havre e partire per Parigi
con tele, pennelli e un piccolo gruzzolo racimolato con le
caricature.
Lì conobbe Courbet con cui stabilì un’intensa amicizia. La prima
esperienza parigina però durò poco: a venti anni venne chiamato
alle armi per il servizio militare. Chiese di essere inviato in Algeria
ma dopo due anni si ammalò di tifo e fu costretto a tornare in
patria.
La famiglia, consapevole che quella di
Monet per l’arte non era un’infatuazione
passeggera, pagò un sostituto che
prendesse il suo posto al fronte e lo
sostenne nella sua nuova avventura a
Parigi, a patto che venisse seguito da
un maestro.
Nel 1862 Monet entrò così a far parte
dell’accademia di Charles Gleyre.
Continuò a dipingere anche quando la cataratta lo rese quasi
cieco, concentrato a ritrarre quel piccolo angolo del suo
giardino con l’ambizione di catturare l’essenza e la fugacità
della natura.
4. Le Ninfee
La scelta delle serie deriva
dalla filosofia che anima la
pittura di Monet: quella
di ritrarre la natura così
com’è, sempre in
mutamento;
Le ninfee di Monet sono un
ciclo di dipinti conservato oggi
nel Museo dell’Orangerie di
Parigi all’interno dei
famosi Jardin des
Tuilleries; realizzerà oltre 250
dipinti Monet, ritraendo questi
fiori acquatici, dal 1890 fino alla
sua morte nel 1926.
Arrivato nel 1890 nella fiorita cittadina di Giverny in
Normandia, il pittore deciderà di acquistare un’insolita
residenza di color rosa, con i binari del treno che
attraversavano i terreni della proprietà. Al di là dei binari
ferroviari, sarebbe nato lo stagno delle ninfee di Monet,
un laghetto artificiale alimentato da un ruscello.
La seconda particolarità dell’opera delle ninfee di Monet é
legata alla stagionalità delle Ninfee, le quali fioriscono solo
nel periodo estivo. Monet, decide di lavorare in due stagioni
distinte:
•Nel periodo estivo, Monet dipingeva “en plein air” cercando
di catturare dettagli e particolari, posizionando il suo
cavalletto di fronte alle rive del giardino delle ninfee.
•Nel periodo autunnale e invernale, grazie al supporto di
cavalletti “mobili”, il pittore terminava le tele all’interno del
suo grande atelier riuscendo ad avere una visione d’insieme
dell’opera.