1. Perché i quadri
imPressionisti
Piacciono tanto?
P
erché ci mostrano cose semplici: le spiagge e il mare,
le ninfee in uno stagno, una gazza sullo steccato
coperto di neve. Oppure persone che ballano,
che si divertono su un’altalena, o ancora che pranzano
dopo aver fatto un bel giro in barca.
I pittori impressionisti adorano dipingere la natura e gli svaghi
nel tempo libero, ma amano anche mostrare la vita della città:
gli omnibus tirati dai cavalli, gli operai che piallano un parquet,
le cameriere e le stiratrici. Per ritrarre tutte queste scene tralasciano
spesso i disegni preparatori che ritengono troppo lenti.
dipingono le loro impressioni direttamente
sulla tela, con piccoli tocchi di colore
che si sovrappongono.
L’acqua disseminata di macchie
di luce, il sole che illumina
il tutù di una ballerina,
o che attraversa il fumo
di una locomotiva. Presto! Presto!
L’atmosfera sta già cambiando!
il movimento impressionista
è il primo passo verso la rivoluzione
della pittura moderna.
Senza i balli di Renoir, le ninfee di Monet o le ballerine di Degas
non ci sarebbero stati né Seurat, né Cézanne, né Van Gogh.
Sono tutti presenti in questo libro che racconta una cinquantina
di capolavori attorno alla pittura impressionista. Raggiungiamoli
per una gita in barca lungo la Senna. Attraversiamo un campo
di grano su cui volano i corvi. Osserviamo i giocatori di carte,
i contadini addormentati all’ombra di un covone, le giovani allieve
della scuola di ballo dell’Opéra di Parigi. Contempliamo i colori
di una cattedrale nella bruma dell’alba.
immergiamoci
nelle bellezze
dell’imPressionismo.
3. gli impressionisti
i piccoli enigmi dei cApolAvori
gli impressionisti
i piccoli enigmi dei cApolAvori
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La Grenouillère
Pierre-Auguste
Renoir
1869
4. gli impressionisti
i piccoli enigmi dei cApolAvori
gli impressionisti
i piccoli enigmi dei cApolAvori
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chi diPinge
meglio l’acqua?
a
ttenzione a non scivolare, il pontile è stretto e umido!
Per raggiungere il « camembert », i signori in abito
da passeggio e le signore in lungo avanzano prudentemente,
onde evitare di finire nella Senna. Il « camembert » è un isolotto di circa
sei metri di diametro, con un albero al centro. Si trova vicinissimo
all’isola della Chaussée a Bougival, non lontano da Parigi. I borghesi
vanno pazzi per questo posto minuscolo. Vi si recano passando
per uno stabilimento balneare galleggiante, una specie di chiatta.
è stato battezzato la Grenouillère. In questo posto alla moda
bevono qualcosa, noleggiano una barca per una gita sul fiume
o fanno un bagno di vapore. Poi, prima di andarsene, giocano
a fare gli equilibristi e si affollano su questo fazzoletto di terra,
come su un’isola per naufraghi sperduta in mezzo all’oceano.
Claude Monet sogna di dipingere quel luogo. Ci va parecchie
volte, vi esegue degli schizzi mettendosi sulla riva. Anche
Pierre-Auguste Renoir dipinge il « camembert » della
Grenouillère. Per farlo, si mette esattamente allo
stesso posto del suo amico.
La Grenouillère
Pierre-Auguste
Renoir
1869
Olio su tela
66 x 81 cm
Nationalmuseum,
Stoccolma
il quadro di renoir,
pur essendo uno schizzo,
è assai più preciso.
I personaggi sono molto dettagliati. Ma l’artista non è a proprio agio
con l’acqua che sotto il suo pennello sembra solida, immobile.
Del resto Renoir dipingerà principalmente dei ritratti. Per Monet
è il contrario. Non è mai a proprio agio con le persone, mentre è
impareggiabile nel dipingere l’acqua. Anche in un semplice schizzo.
Nessun artista del suo tempo può batterlo in questo campo.
È il re della trasparenza e nessuno sa rendere come lui i riflessi
del cielo sulle increspature dell’acqua. Monet è il pittore dell’acqua.
Gli piace talmente che tre anni dopo si farà allestire una barca-atelier.
Così potrà dipingere l’acqua facendosi cullare da essa. Attenzione
a non scivolare!
Bagnanti alla
Grenouillère
Claude
Monet
1869
Olio su tela
74,6 x 99,7 cm
Metropolitan
Museum of Art,
New York
5. gli impressionisti
i piccoli enigmi dei cApolAvori
gli impressionisti
i piccoli enigmi dei cApolAvori
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Perché questa
donna ha un’aria
cosÌ triste?
l
a scena si svolge a La Nouvelle Athènes, un caffè alla moda
di Place Pigalle a Parigi, frequentato dagli artisti e dagli
intellettuali. La donna rappresentata è una modella ben nota
ai pittori, si chiama Ellen Andrée. L’uomo che le sta accanto
è un famoso pittore, Marcellin Desboutins.
Questo Assenzio di Edgar Degas presenta tre strani dettagli.
Il primo è la forma rettangolare beige che sembra sospesa
a sinistra del quadro. Si tratta in realtà di un giornale del caffè,
un quotidiano fissato a una bacchetta di legno. Un cliente invisibile,
seduto al di fuori del quadro, lo ha preso e si accinge a leggerlo.
Nella composizione dell’immagine, il giornale serve a collegare i due tavoli.
Rinchiude i personaggi, li isola dalla sala rumorosa. Un altro giornale è posato
sul tavolo in primo piano. Degas vi ha apposto la propria firma.
il secondo dettaglio strano è…
l’assenza delle gambe dei tavoli.
guardate bene i ripiani di marmo,
si direbbe siano in levitazione!
Il terzo dettaglio sorprendente è il riflesso dei personaggi nello specchio.
Un riflesso confuso, com’è forse lo sguardo della donna assorta nei suoi pensieri.
Anche i suoi abiti sono un po’ indefiniti e le sue mani assenti. Ha davanti a sé
un bicchiere di assenzio, un liquore molto popolare a quell’epoca. Lo chiamano
« la fata verde » e porterebbe alla pazzia. Verrà vietato nel 1915.
La donna è prigioniera, isolata dal frastuono.
In preda ai fumi dell’assenzio. Bloccata
dal tavolo, in uno scenario triste.
Incapace di muoversi. Il giornale, i tavoli,
tutto sembra fluttuare attorno a lei.
è ubriaca.
L’assenzio
Edgar Degas
1875-1876
Olio su tela,
92 x 68 cm
Musée d’Orsay,
Parigi
6. Parigi in un giorno
di pioggia
Gustave
Caillebotte
1877
7. gli impressionisti
i piccoli enigmi dei cApolAvori
gli impressionisti
i piccoli enigmi dei cApolAvori
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Il secondo è il più bello, è il piano
nobile, bordato da un lungo balcone
lavorato. Anche il quinto ha un balcone,
ma più semplice. Al di sopra, proprio
sotto il tetto, ci sono le camere
delle domestiche che lavorano presso
le famiglie benestanti.
Forse la giovane coppia abita in una
di queste strade, in uno di questi immobili.
Forse è andata a comperare una medicina
in farmacia.
Ai giorni nostri, questo luogo è più ingombro di quanto lo fosse nel 1877.
Si sono aggiunti uno spartitraffico, alberi, lampioni, semafori, parcheggi
e i tavolini all’aperto dei caffè. Ma la farmacia esiste ancora.
c’è una Farmacia
aPerta in questo
quartiere?
q
uesti immobili impeccabilmente allineati fiancheggiano rue de Turin,
rue de Saint-Pétersbourg, rue de Moscou… in tutto ventiquattro strade
che formano il Quartier de l’Europe a Parigi, dietro la Gare Saint-Lazare:
il quartiere è ancora molto recente quando Caillebotte dipinge questo quadro.
Dodici anni prima, c’erano soltanto delle paludi…
Piove. Una pioggerella sottile fa brillare il pavé. Alcuni passanti con l’ombrello.
Il traffico non è molto intenso. Una carrozza passa, un’altra arriva all’altezza
della farmacia situata all’angolo dell’edificio che ci sta di fronte. Una coppia
viene verso di noi, dietro di loro un imbianchino, vestito di bianco, attraversa
la strada con la scaletta in spalla. Più a destra, una domestica esce da un immobile
e si accinge ad aprire l’ombrello. Senza dubbio va a fare la spesa.
Sullo sfondo del quadro si stagliano le prospettive degli edifici hausmanniani.
Devono il loro nome al prefetto Haussmann, che ha fatto radere al suolo
numerosi quartieri della capitale per tracciare larghi boulevard
e facilitare così la circolazione. Immobili mai identici,
ma tutti costruiti secondo lo stesso principio:
negozi al pianterreno, e poi cinque piani
di appartamenti.
Parigi in un giorno
di pioggia
Gustave
Caillebotte
1877
Olio su tela,
2,12 x 2,76 m
Art Institute di Chicago,
Stati Uniti
8. gli impressionisti
i piccoli enigmi dei cApolAvori
gli impressionisti
i piccoli enigmi dei cApolAvori
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cos’è
una meridiana?
u
na coppia di contadini si è addormentata all’ombra di un covone.
Accanto all’uomo, due falci e i suoi zoccoli. La donna, invece,
li ha tenuti ai piedi. In lontananza, all’ombra di un altro covone,
è fermo un carretto trainato da due buoi che stanno brucando. Il sole
è alto nel cielo. Fa caldo.
Vincent Van Gogh non ha dipinto questo quadro dal vero. Lo ha realizzato
in pieno inverno, mentre si trovava ricoverato in un manicomio a Saint-Rémy-
de-Provence. A volte usciva accompagnato da un infermiere per andare
a dipingere in campagna. Ma in dicembre o in gennaio non era possibile.
Allora che fare? Che cosa disegnare? Che cosa dipingere? Van Gogh aveva
già rappresentato parecchie volte il giardino del manicomio e il chiostro, aveva
anche dipinto i campi visti dalla sua finestra. È per questa ragione che decise
di ispirarsi alle riproduzioni di quadri o di disegni che amava e che aveva portate
con sé. La sua Siesta è la copia di un disegno in bianco e nero di Jean-François
Millet che si intitola Le quattro ore del giorno: mezzogiorno. Van Gogh
ha battezzato la sua versione La meridiana o La siesta, perché « meridiana »
è l’antico termine francese per designare quella che oggi si chiama siesta.
meridiana è anche il nome
di un letto da riposo francese,
creato proprio per quei minuti
di sonno che ci concediamo
a volte in pieno giorno.
I due contadini sono distesi all’ombra del covone. Van Gogh
ha dipinto i loro vestiti del colore del cielo e la loro pelle è quasi
gialla come il fieno. Dormono tranquillamente come se fossero
su un comodo divano. è l’ora della siesta.
La meridiana
o La siesta
Vincent
Van Gogh
1889-1890
Olio su tela,
73 x 91 cm
Musée d’Orsay,
Parigi