2. La concezione della figura dell’artista non rimane stabile
nel corso del tempo.
Nel medioevo questa figura era considerata come un
semplice esecutore e il merito dell’opera veniva dato ai
committenti. Con l’avvento del Rinascimento, invece,
questi incominciarono a godere di una nuova
considerazione.
3. La figura dell’artista cortigiano iniziò a fare da corollario
a quella del mecenate-governante. Nelle corti, infatti,
poté così entrare a diretto contatto con l’alta aristocrazia
e con gli intellettuali del tempo: scrittori, poeti, filosofi e
così via.
Finalmente la Storia annoverò l’artista, a pieno titolo, fra
gli intellettuali del tempo.
4. Lorenzo de’ Medici - detto il
Magnifico - governa Firenze nella
seconda metà del XV secolo. Politico
di eccezionale abilità, è anche un
grande mecenate ed intellettuale. I
Medici sono una facoltosa famiglia di
mercanti e banchieri che governa di
fatto la città, sebbene questo loro
ruolo non sia formalizzato da
un’investitura ufficiale.
Lorenzo riceve un’ottima educazione
in campo umanistico. Assiste inoltre
il padre negli impegni pubblici e già
nell’adolescenza ricopre incarichi
diplomatici presso importanti città
italiane.
5. La corte di Lorenzo è un centro culturale attivissimo:
accoglie i maggiori artisti, scrittori e filosofi del tempo,
tra cui Sandro Botticelli. Firenze è il cuore del
Rinascimento.
L’8 aprile 1492 Lorenzo de’ Medici muore a 43 anni nella
propria villa alle porte di Firenze.
Per la capacità di governo e il sostegno all’arte e alla
cultura, incarna più di chiunque altro l’ideale di principe
rinascimentale illuminato.
6. Alessandro Filipepi
trascorre quasi tutta la
sua vita a Firenze, dove
nasce intorno al 1445 e
dove è conosciuto come
il 'Botticelli'. Varie ipotesi
fanno derivare il
soprannome dalla
robusta costituzione del
fratello Antonio detto
'Botticello‘.
7. Con le sue linee eleganti e ondulate,
che descrivono forme aggraziate e
morbide, Botticelli ha inventato una
nuova immagine della bellezza, un
nuovo canone estetico. Le donne che
dipinge sono figure ideali: sono alte e
sottili, hanno lo sguardo dolce e i
capelli biondi sciolti al vento o raccolti
in raffinate acconciature. Botticelli ha
sempre amato dipingere i capelli e ha
riservato a questo particolare una
grande attenzione, tanto da arrivare a
usare pennellate bagnate d'oro per
accentuarne la luminosità.
Dipingere capelli sciolti al vento è
anche un trucco per dare il senso del
movimento delle figure, evitando che
le composizioni appaiano immobili.
LO STILE
8. Conosciuto con il nome convenzionale di Primavera, la
pittura mostra nove figure della mitologia classica che
incedono su un prato fiorito, davanti a un bosco di aranci e
alloro. In primo piano a destra, Zefiro abbraccia e feconda la
ninfa Clori, raffigurata poco oltre nelle sembianze di Flora,
dea della fioritura. Dominano il centro della composizione,
leggermente arretrati, la dea dell’amore e della bellezza
Venere, castamente vestita, e Cupido, raffigurato bendato
mentre scocca il dardo d’amore. A sinistra danzano in
cerchio le tre Grazie, divinità minori benefiche prossime a
Venere, e chiude la composizione Mercurio, il messaggero
degli dei con indosso elmo e calzari alati, che sfiora col
caduceo una nuvola. Pur rimanendo misterioso il complesso
significato della composizione, l’opera celebra l’amore, la
pace, la prosperità.
9.
10. Nota come “Nascita di Venere”, la composizione raffigura più precisamente
l’approdo sull’isola di Cipro della dea dell’amore e della bellezza, nata dalla spuma
del mare e sospinta dai venti Zefiro e, forse, Aura. La dea è in piedi sopra la valva
di una conchiglia, pura e perfetta come una perla. L’accoglie una giovane donna,
identificata talvolta con una delle Grazie oppure con l’Ora della primavera, che le
porge un manto cosparso di fiori; alla stagione primaverile rimandano anche le
rose portate dai venti. Il tema del dipinto, che celebra Venere come simbolo di
amore e bellezza, fu forse suggerito dal poeta Agnolo Poliziano.
E’ molto probabile che il committente dell’opera sia da ricercarsi all’interno della
casata dei Medici, Diversamente dalla “Primavera”, dipinto su tavola, la “Nascita di
Venere” fu realizzato su tela.
Botticelli prende ispirazione da statue di epoca classica per l’atteggiamento pudico
di Venere, che copre la nudità con i lunghi capelli biondi, i cui riflessi di luce sono
ottenuti tramite l’applicazione di oro; anche la coppia dei Venti che vola
abbracciata è una citazione da un’opera antica, una gemma di età ellenistica
posseduta da Lorenzo il Magnifico.
11.
12. I frequenti rapporti di Botticelli con la famiglia de’
Medici e con le cerchie ad essa collegate garantirono
all’artista, oltre alla protezione per un lungo periodo,
molteplici commissioni.
Nel 1475 realizzò il gonfalone con la raffigurazione di
Simonetta Vespucci – la nobil donna amata da Giuliano
de’ Medici – per la giostra tenutasi in piazza Santa Croce,
la cui bellezza epica accompagnò il pittore per tutta la
sua carriera artistica.
13. Possiamo quindi notare che il rapporto instaurato tra la
nota famiglia fiorentina e Botticelli è molto più di un
normale rapporto committente artista. Le opere
commissionategli dalla famiglia solo le opere più note
tutt’oggi:
La primavera 1478
La nascita di Venere 1484
Madonna del Magnificat 1483
14. Dopo la morte di Giuliano, caduto vittima della congiura dei
pazzi, a Botticelli venne commissionata la raffigurazione su
cartelloni dei condannati in contumacia da appendere alle
pareti esterne, lato Porta della Dogana, del Palazzo della
Signoria. Chiaro è che l’artista in esame fosse ormai entrato
nelle grazie de’ Medici e che ne avesse abbracciato
pienamente la causa, ottenendo protezione e quindi la
possibilità realizzare opere su pregiatissime committenze.
La sua vita cambiò bruscamente con la caduta dei Medici e la
presa del potere del frate Girolamo Savonarola nel 1494.
L’artista mise da parte i soggetti mitologici per dedicarsi
all’arte sacra.