Alcuni dei quesiti chiave che possono aiutare le aziende ed i manager, a riflettere sulle proprie risposte ed essere certi di prendere le giuste decisioni.
2. Ad oggi sono sempre più numerose le aziende
che scelgono il lavoro flessibile, costatando
quali benefici questo apporti ai dipendenti,
contribuendo alla costruzione di una forza
lavoro motivata e produttiva.
3. È anche vero, però, che non tutte le
richieste possono essere garantite, e
ci sono senza dubbio situazioni in cui
per l’azienda non risulta possibile
rispondere positivamente ad alcune
di queste senza compromettere la
propria capacità di produzione e
distribuzione di prodotti o servizi, e di
incontrare i bisogni dei clienti.
La sfida, per i manager che hanno a che fare con queste richieste, è assicurarsi di prendere decisioni
bilanciate, senza esporsi inavvertitamente ad accuse di trattamenti iniqui.
4. Di seguito, alcuni dei quesiti chiave che possono aiutare
le aziende ed i manager, a riflettere sulle proprie
risposte ed essere certi di prendere le giuste decisioni.
5. È sorprendente come molte aziende stiano ancora basando la loro organizzazione sull’orario fisso 9/18,
laddove un approccio più flessibile all’orario di lavoro, avrebbe diversi vantaggi. Ci sono svariati modi
per ripartire il piano orario, così che risulti più proficuo in termini di affari e di vantaggi per le persone.
Esistono orari condensati, scaglionati e tante altre tipologie di organizzazione del lavoro che possono
aiutare le aziende nel rispondere più efficacemente ai bisogni dei clienti ed a tenersi stretto il personale
di talento che potrebbe invece abbandonare la nave e cercare lavoro da qualche altra parte.
Assicurati di aver ripensato all’orario lavorativo in modo creativo ed approfondito,
senza rimanere bloccato nella routine del “ma qui abbiamo sempre fatto in questo
modo”.
Siamo prigionieri del routinario 9/18?
6. Se scavi oltre la superficie ti accorgi che diverse aziende stanno già implementando in qualche modo
orari di lavoro flessibili: un finance manager arriva in ufficio più tardi tutti i venerdì per portare la
madre ad una visita in ospedale, ma lavora in pausa pranzo per recuperare il tempo dell’assenza; un
membro dell’ufficio marketing lavora da casa un pomeriggio a settimana, giostrandosi i suoi
appuntamenti in modo da poter andare a prendere i figli a scuola nel giorno di riposo della babysitter.
Sono tutte tipologie organizzative non ufficiali, ma efficaci, che vengono negoziate individualmente. In
questo modo, il lavoro viene comunque svolto, i dipendenti sono grati per questa libertà (e quindi
probabilmente più leali e partecipi), l’azienda ne beneficia da ogni punto di vista, ma nessuno
purtroppo ne parla apertamente per timore di tirare la corda.
Prenditi tempo per capire quanto lavoro flessibile è già presente nella tua impresa,
così da apprendere dalle esperienze positive attorno a te.
Stiamo opponendo resistenza a qualcosa che già facciamo?
7. Estendere il lavoro flessibile non significa fare grandi cambiamenti; spesso sono le piccole novità che
fanno la differenza. Consentire ad un dipendente di lavorare dalle 10 alle 19 piuttosto che dalle 9 alle
18, per esempio, può aiutarlo a bilanciare al meglio i propri impegni e le proprie responsabilità. Spesso
le aziende sono fortemente riluttanti nell’aprirsi a questi piccoli cambiamenti.
Sii onesto: sarebbe davvero un problema permettere ad un dipendente di fare una piccola modifica al
proprio orario di lavoro? Apportare piccoli cambiamenti può inoltre avere un impatto reale sui livelli
di assenza in azienda.
Spesso infatti le assenze non sono dovute solo a malattie, ma si mascherano sotto richieste per
malattia, problemi nel gestire tutte le situazioni e gli impegni della vita di tutti i giorni. Se i dipendenti si
rendono conto che la richiesta di un minimo di flessibilità o di una giornata occasionale in cui lavorare
da casa, rimane facilmente inascoltata, saranno spinti a mettersi in malattia così da poter gestire
qualsiasi situazione gli si sia presentata.
Stiamo parlando di piccole modifiche o di grandi cambiamenti?
8. Ad oggi lavoriamo in un sistema h24, 7 giorni su 7, in cui la clientela si rivela sempre più impegnativa. Si
aspettano di avere accesso a beni e servizi anche al di fuori del normale orario lavorativo e richiedono
risposte immediate. Maggiore flessibilità nell’orario di lavoro, può attualmente agevolare le aziende
nell’offrire un servizio migliore e più reattivo. Offre la possibilità di estendere la giornata lavorativa così
da avere sempre qualcuno che possa rispondere alle esigenze dei clienti, affrontando problematiche e
progetti in corso anche oltre le 18:00. I dipendenti dimostrano spesso la volontà di lavorare al di fuori
degli orari convenzionali; le madri lavoratrici, per esempio, potrebbero preferire lavorare nel weekend
quando ci sono altri membri della famiglia che possono prendersi cura dei bambini. Persone molto
mattiniere potrebbero scegliere di iniziare a lavorare prima di altri, così da finire prima ed avere più
tempo per i propri hobby ed interessi.
Prova ad impostare un dialogo aperto con i tuoi dipendenti, per capire come il lavoro
può essere impostato al meglio per adattarsi ai bisogni del dipendente ed a quelli
aziendali.
Possiamo utilizzare a nostro vantaggio un’impostazione del lavoro flessibile?
9. Impostare un’attività di lavoro flessibile nell’attuale situazione di sviluppo tecnologico è davvero
semplicissimo. Grazie infatti alle innovazioni, ad oggi è realmente possibile lavorare ovunque ed a
qualunque orario; maggiore flessibilità agevola le aziende nel creare team di lavoro anche tra individui
che si trovano in paesi diversi con differenti fusi orario.
Ci saranno casi in cui dovrai effettivamente rifiutare una richiesta, ma prima di farlo, assicurati di aver
riflettuto su ogni punto; in questo modo potrai giustificare la tua risposta ed evitare una reazione
d’impulso. Prima di tutto, assicurati che sentimenti personali in merito ad un dipendente, non stiano
influenzando la tua decisione. Se dici di sì a qualcuno che viene visto come un favorito, e no a qualcuno
con cui hai una relazione meno positiva, prepari il terreno a sentimenti negativi e risentimento nel team.
Sei stato chiaro sul perché ai detto no?
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