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I Protagonisti del Risorgimento Ideologi e politici Militari e uomini d’azione Patrioti Letterati Governanti Musicisti Donne Nemici
Giuseppe  Mazzini Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 - Pisa, 10 marzo 1872) fu un patriota, filosofo, uomo politico, e una figura centrale del Risorgimento italiano. Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano. Le teorie mazziniane furono inoltre di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato.
Camillo Benso conte di Cavour Camillo Benso, conte di Cavour (Torino, 10 agosto 1810 - Torino, 6 giugno 1861), fu un politico e uomo di stato dell'Italia pre-unitaria. Aristocratico piemontese di idee liberali, in gioventù frequentò l'Accademia Militare, diventando ufficiale del Genio. In seguito abbandonò l'esercito e prese a viaggiare all'estero studiando lo sviluppo economico di paesi largamente industrializzati come la Francia e l'Inghilterra. Grazie alla sua attività diplomatica fu un fautore dell’Unità d’Italia. Fu soprannominato “il tessitore” per le sue capacità politiche.
Massimo D’Azeglio Massimo d'Azeglio nacque a Torino nel 1798 da nobile famiglia. Figura politica di primo piano (liberale moderato, arrivò a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna dal 1849 al 1852), durante la sua vita si dedicò anche alla pittura e alla letteratura, sia in veste di scrittore politico che di romanziere. Tra le sue opere più famose ricordiamo Ettore Fieramosca o La disfida di Barletta (1833), accolto da grandissimo successo, e Niccolò de' Lapi ovvero i Palleschi e i Piagnoni (1841). Durante gli ultimi anni della sua vita, trascorsi sul Lago Maggiore, si dedicò alla scrittura delle sue memorie, pubblicate postume col titolo I miei ricordi nel 1867.D'Azeglio morì infatti a Torino nel 1866.
Vincenzo Gioberti (Torino 1801 - Parigi 1852). Politico e filosofo italiano. Sacerdote dal 1825, affiliato alla Giovane Italia, nel 1833 fuggì in Francia. Distaccatosi da Mazzini, scrisse  Del primato politico e morale degli italiani  (1843) proponendo, come alternativa alla repubblica unitaria, una confederazione di stati posti sotto la guida del papato (vedi neoguelfismo). Fu presidente del consiglio del regno sabaudo (1848-1849), senza riuscire a esprimere una precisa linea politica. Dopo la sconfitta di Novara si ritirò in esilio volontario in Francia.
Cesare Balbo Nasce a Torino il 27 novembre 1789. Nell'ottobre del 1807 è nominato uditore al Consiglio di Stato. La caduta di Napoleone lo tiene lontano dalla vita politica. Di idee liberali moderate, cattolico, seguace di Vincenzo Gioberti e del neoguelfismo, è un propugnatore dell'indipendenza dell'Italia dal dominio austriaco. Nel 1848 è nominato presidente del primo ministero costituzionale. Muore a Torino il 3 giugno 1853
Carlo Cattaneo Milanese (1801-1869). Fu il padre del pensiero federalista repubblicano italiano. Partecipò alle 5 Giornate di Milano. In seguito ai moti del 1848-49 il Cattaneo riparò in Svizzera. Qui fu uno dei fondatori del Liceo di Lugano che volle fortemente per creare un'istruzione laica libera dal giogo della Chiesa, al fine di formare quella classe borghese liberale e laica che erano alla base dello sviluppo economico del resto della Svizzera. Morí sempre a Lugano, e pur essendo più volte eletto in Italia come deputato del Parlamento dell'Italia unificata, rifiutò sempre di andarci per non giurare fedeltà ai Savoia.
Giuseppe Garibaldi Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 - Isola di Caprera, 2 giugno 1882) è stato un generale, condottiero e patriota italiano. Considerato una delle figure fondamentali del Risorgimento italiano, è noto anche con l'appellativo di eroe dei due mondi, per le sue imprese militari compiute sia in Sud America sia in Europa.
Carlo Pisacane (Napoli, 22 agosto 1818 - Sanza, 2 luglio 1857) è stato un patriota italiano. Partecipò attivamente all'impresa della Repubblica Romana ed è celebre soprattutto per il tentativo di rivolta che iniziò con lo sbarco a Ponza e fu represso nel sangue a Padula. Morì suicida per non consegnarsi al nemico. Il suo radicalismo repubblicano fu anticipazione degli ideali socialisti.
Guglielmo Pepe Entra ancora 16enne nella milizia della Repubblica Napoletana del 1799. Alla caduta di Napoleone riprende servizio nell'esercito Borbonico. Nel 1820 è a capo del pronunciamento degli ufficiali per la Costituzione. Sconfitto a Rieti (1821) dagli Austriaci prende di nuovo la via dell'esilio (Inghilterra). Rientrato a Napoli dopo i moti del 48, gli viene affidato il comando del corpo di spedizione che combatte la prima guerra di indipendenza. Dopo la sconfitta porta parte dei suoi uomini alla Repubblica Veneziana di Manin, dove si battè fino alla fine, come comandante generale. Ripresa la via dell'esilio muore a Torino nel 1855.
Santorre di Santarosa Patriota piemontese, fu sindaco di Savigliano e sottoprefetto della Spezia, durante l'occupazione napoleonica del Piemonte. Dopo la Restaurazione, fece parte dell'esercito sardo. Animatore dell'insurrezione liberale del 1821, assunse l'incarico di Ministro della Guerra. Il fallimento lo costrinse all'esilio in Svizzera, Francia e Inghilterra, controllato dalla Santa Alleanza. Nel 1824, partito per la Grecia, in guerra contro i Turchi per l'indipendenza, entrò nelle file degli insorti, e morì su di un isolotto di fronte a Navarino.
Silvio Pellico Silvio Pellico nacque a Saluzzo nel 1789. Nel 1809 si stabilì a Milano e qui cominciò a scrivere. Nel 1815 fu rappresentata la sua tragedia Francesca da Rimini. Dal 1820 al 1830 fu arrestato con l'accusa di carboneria nella fortezza di Spielberg, in Austria. L'esperienza carceraria è il soggetto dello scritto Le mie prigioni (1832), il più conosciuto dell'autore. Pellico morì a Torino nel 1854.
Pietro Maroncelli Pietro Maroncelli era nato a Forlì nel 1795 (morì a New York nel 1846). Carbonaro, fu arrestato nel 1820 e condannato a morte. La pena gli fu commutata in venti anni di carcere duro allo Spielberg, dove gli fu amputata una gamba. Liberato nel 1830, esiliò a Paris e poi a New York. Negli ultimi anni aderì al socialismo utopistico di Fourier. Morì cieco e pazzo. Nel 1833 aveva curato la traduzione francese de "Le mie prigioni" di Pellico, aggiungendovi delle "Addizioni"
Tito Speri (Brescia 1825 - Belfiore, Mantova 1853). Partì come volontario alla Prima Guerra d'Indipendenza nel 1848, dopo il successivo armistizio ritornò a Brescia dove coadiuvò il comitato clandestino a preparare l'insurrezione delle Dieci giornate di Brescia. L'insurrezione scoppiò approfittando della partenza di parte dell'esercito austriaco verso il Piemonte, e si concluse il primo Aprile del 1849, vedendo lo Speri protagonista di vari scontri armati.Con la capitolazione della città, il patriota si rifugiò nel cantone italiano a Lugano, fino a scendere verso Torino per aderire ai moti mazziniani. Sfortunatamente la cospirazione fu scoperta e Tito Speri arrestato, venne condannato a morte nel 1853 tramite impiccagione a Belfiore, nel quadrilatero austriaco.
Daniele Manin (1804-1857) Avvocato, di idee democratiche, fu il leader riconosciuto della rivoluzione veneziana del 1848-49, che fece della città lagunare una delle capitali europee di quell'anno di moti. Guidò per oltre un anno la straordinaria resistenza di Venezia all'assedio austriaco, poi fu esiliato a Parigi, dove continuò fino alla morte a lavorare per l'unità italiana.
Angelo Brunetti detto Ciceruacchio Capopolo romano che appoggiò la Repubblica Romana, alla cui caduta fuggì con Garibaldi per raggiungere Venezia. Ma al delta del Po fu catturato dagli austriaci e fucilato, assieme a suo figlio tredicenne e ad altri compagni.
Fratelli Bandiera Attilio Bandiera (1810-1844) - Emilio Bandiera (1819-1844). Figli di un alto ufficiale della Marina austriaca, ed ambedue avviati alla carriera militare, votarono la loro giovinezza alla libertà ed al riscatto dell'Italia. Fondata dapprima una società segreta, la Esperia, e passati poi nel movimento mazziniano, i Bandiera svolsero un intensa attività patriottica, che non sfuggì alla polizia austriaca. Costretti a riparare a Corfù (sotto la protezione inglese), i Bandiera con un pugno di amici (219), per quanto sconsigliati dallo stesso Mazzini, tentarono uno sbarco in Calabria sperando di ridestare l'insurrezione scoppiata nel 1844 a Cosenza ma, ignari che il moto fosse già stato stroncato per la mancata partecipazione della popolazione che, ancora una volta non si era mossa, furono subito scoperti: traditi da un compagno, il còrso Boccheciampe, furono catturati dai Borbonici, processati e condannati 8 al carcere duro, e gli altri fucilati nel Vallone di Rovito, presso Cosenza (25 luglio 1844).
Felice Orsini (10 dicembre 1819 – 13 marzo 1858) fu un rivoluzionario italiano che tentò di assassinare Napoleone III, Imperatore di Francia. Dal carcere, senza chiedere la grazia, scrisse una lettera al sovrano francese, poi diventata famosa, che si conclude così: “Sino a che l’Italia non sarà indipendente, la tranquillità dell’Europa e quella Vostra non saranno che una chimera. Vostra Maestà non respinga il voto supremo d’un patriota sulla via del patibolo: liberi la mia patria e le benedizioni di 25 milioni di cittadini la seguiranno dovunque e per sempre”. Felice Orsini venne ghigliottinatoa Parigi il 13 marzo 1858.
Ciro Menotti (Migliarina, Carpi, 22 gennaio 1798 - Modena, 23 maggio 1831) Patriota, appartenente alla Carboneria. Intervenne nelle cospirazioni per l'indipendenza politica. Con la proclamazione del "non intervento" da parte del sovrano francese Luigi Filippo d'Orléans, si creò nei patrioti italiani una forte speranza. Il 3 febbraio 1831, dopo aver raccolto le armi, Menotti radunò i suoi seguaci più fidati e  cospirò per rovesciare il potere del duca Francesco IV; ma fu arrestato prima di portare ad esecuzione il suo piano, poi impiccato..
Federico Confalonieri Federico Confalonieri fu uno dei fautori dell’indipendenza italiana, ed avversò il dominio napoleonico. Nel 1820-21 cospirò insieme a Silvio Pellico contro l’Austria e, arrestato il 13 dicembre 1821, fu dapprima condannato a morte e poi al carcere a vita allo Spielberg, in Moravia. Graziato nel 1835, a condizione che espatriasse negli Stati Uniti, ritornò in Europa nel 1837.
Jacopo Ruffini Laureatosi in medicina con il padre di Giuseppe Mazzini, entrò nella Giovine Italia. Il piano per un moto insurrezionale, da lui organizzato, venne scoperto dalla polizia; Jacopo fu arrestato, incarcerato nella torre del palazzo Ducale di Genova e sottoposto a tortura perché rivelasse i nomi dei complici. Un mattino fu trovato morto nella sua cella, con la gola tagliata. La notizia che si fosse suicidato non ha convinto tutti.
Ugo Foscolo (Zacinto, 6 febbraio 1778 – Turnham Green, Londra, 10 settembre 1827) è un celebre poeta italiano; uno dei principali letterati del Neoclassicismo e del Pre-Romanticismo. Fu il primo poeta dell’Ottocento che inaugurò la stagione lirica e civile della letteratura italiana. Il suo componimento più celebre è  Dei Sepolcri .
Alessandro Manzoni (Milano, 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873) è stato uno scrittore e poeta italiano. È stato uno dei maggiori romanzieri e poeti italiani di sempre, principalmente per il celeberrimo romanzo de  I promessi sposi  è la sua opera più conosciuta, ed è ancor oggi considerato un caposaldo della letteratura italiana.
Giacomo Leopardi (Recanati, 29 giugno 1798 - Napoli, 14 giugno 1837) è uno dei massimi scrittori e poeti italiani di tutti i tempi. La straordinaria qualità lirica della sua poesia e la riflessione di pensiero sulle domande ultime della condizione umana lo rendono figura significativa di tutta la letteratura e cultura europee e mondiali.
Domenico Guerrazzi Uomo politico e scrittore italiano nato a Livorno 1804 e morto a Cecina, Livorno (1873). Repubblicano, democratico, anticlericale fu tra i protagonisti dalla rivoluzione toscana del 1848-1849 e divenne dittatore del governo provvisorio. In seguito al fallimento del moto e quindi con la Restaurazione, egli fu esiliato in Corsica e a Genova, da dove riuscì poi a fuggire. Rientrato in Italia nel 1859, prende parte alla seconda fase della guerra risorgimentale, per poi entrare in Parlamento Tra le sue opere:  L'assedio di Firenze  (del 1834), e, uscito postumo nel 1885,  Il secolo che muore .
Goffredo Mameli Nato a Genova nel 1827, Goffredo Mameli vi compì anche gli studi, superandovi gli esami di baccellierato nel 1847. Nel settembre dello stesso anno compose l'inno Fratelli d'Italia il quale, musicato dal Novaro, diverrà in seguito l'inno nazionale della Repubblica Italiana. Dopo aver conosciuto Mazzini, partecipò in prima persona ad alcuni fatti salienti del movimento risorgimentale: durante le 5 giornate di Milano aiutò la città recandovisi con un contingente di 300 uomini; dopo la fuga di Pio IX partì con Garibaldi da Ravenna alla volta di Roma; il 19 maggio ed il 3 giugno del '49 si batté in difesa della Repubblica Romana sia sul Gianicolo che a Velletri. Fu in quest'ultimo frangente che venne ferito ad una gamba; morì a Roma nello stesso anno.
Vincenzo Bellini (Catania, 3 novembre 1801 – Puteaux, 23 settembre 1835) è stato un compositore italiano, tra i più celebri operisti dell'Ottocento. La sua carriera e la sua vita furono stroncate a meno di 34 anni da un'infezione intestinale probabilmente contratta all'inizio del 1830. Bellini fu sepolto nel cimitero Père Lachaise, dove rimase per oltre 40 anni, vicino a Chopin e a Cherubini. Nel 1876 la salma fu traslata nel Duomo di Catania. Le sue opere più famose e rappresentate sono  La sonnambula ,  Norma  e  I puritani .
Gaetano Donizetti (Bergamo, 29 novembre 1797 - 8 aprile 1848) è stato un compositore italiano, famoso soprattutto come operista. Scrisse 69 opere, musica sacra e da camera. Le opere di Donizetti oggi normalmente rappresentate nei teatri di tutto il mondo sono  L'elisir d'amore ,  Lucia di Lammermoor  e  Don Pasquale . Con frequenza inferiore, sono allestite  La Fille du Regiment ,  La Favorite ,  Maria Stuarda ,  Anna Bolena ,  Lucrezia Borgia  e  Roberto Devereux .
Giuseppe Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 - Milano, 27 gennaio 1901) fu uno dei massimi compositori italiani dell'Ottocento, autore di melodrammi che fanno parte del repertorio operistico dei teatri di tutto il mondo. Le sue opere si inquadrano organicamente nel contesto culturale del Risorgimento, in quanto divulgatrici di ideali e valori patriottici e liberali. Tra i melodrammi più noti:  Rigoletto ,  LaTraviata ,  Il Trovatore ,  Otello ,  Don Carlos ,  Aida ,  Nabucco .
Carlo Alberto di Savoia (Torino 1798 - Porto 1849), re di Sardegna (1831-1849), Durante i moti del 1820-21 diede il proprio consenso al progetto insurrezionale maturato negli ambienti della Carboneria piemontese, sperando di svolgere un ruolo di mediazione. In qualità di reggente, dopo l'abdicazione di Vittorio Emanuele I concesse la Costituzione, ma quando il reazionario Carlo Felice salì al trono, dovette piegarsi alla sua volontà. Alla morte di Carlo Felice (1831) gli succedette sul trono; la sua politica seguì però una linea di intransigente legittimismo che lo portò a reprimere duramente i moti carbonari e mazziniani (1833-34), ma al tempo stesso il sovrano seppe avviare un'opera di modernizzazione dello stato. In seguito si riavvicinò agli ambienti liberali e aderì, sebbene con riluttanza, all'ideale di unificazione nazionale. Nel biennio rivoluzionario 1848-49 ebbe una parte di primo piano nelle vicende che portarono alla concessione dello Statuto albertino, emanato il 4 marzo 1848, e alla prima guerra d'indipendenza. Sconfitto a Novara, nel 1849, dopo avere abdicato a favore del figlio Vittorio Emanuele II, si ritirò in esilio a Porto, in Portogallo.
Vittorio Emanuele II (Torino, 14 marzo 1820 - Roma, 9 gennaio 1878), fu principe di Piemonte, duca di Savoia e re di Sardegna dal 1849 al 1861 e re d'Italia dal 1861 al 1878. Il compimento dell'unificazione italiana gli procurò l'appellativo di "Padre della Patria". Come Re di Sardegna venne affiancato da validi ministri quali Massimo d'Azeglio e Camillo Benso conte di Cavour che modernizzarono il regno.
Pio IX (Senigallia, 13 maggio 1792 - Roma 7 febbraio 1878) fu papa della Chiesa cattolica nel XIX secolo. Il suo pontificato di quasi 32 anni rimane il più lungo della storia della Chiesa cattolica, dopo quello di san Pietro. Fu detto erroneamente detto il “papa liberale” per le sue presunte, ma presto smentite, aperture al liberalismo. Visse i fasti della Repubblica Romana.
Napoleone III A seguito gli accordi di Plombieres e grazie all’operato diplomatico di Cavour, sconfitta l’Austria, Napoleone III cede la Lombardia conquistata al Piemonte dando avvio all’Unità d’Italia
Il Maresciallo Radetsky (Trebnice, 2 novembre 1766 - Milano, 5 gennaio 1858), nobile boemo, feldmaresciallo dell'esercito austriaco, a lungo governatore del Lombardo-Veneto. Nell’esercito austriaco per oltre settant’anni, per le sue vittorie militari contro Napoleone e, soprattutto, contro Carlo Alberto e i patrioti italiani, è ricordato in Austria come eroe nazionale, in Italia come il simbolo stesso della occupazione austriaca.
Francesco IV duca di Modena (Milano - 6 ottobre 1779 - Modena, 21 gennaio 1846) Francesco IV condivideva il progetto menottiano di pervenire all'unità d'Italia attraverso moti coordinati in diverse città nella speranza di poter essere lui il futuro sovrano d'Italia; ma un intervento dell'Austria gli fece cambiare idea e programmi. Per tale motivo fece arrestare, processare e condannare a morte Menotti.
Ferdinando I (Napoli, 12 gennaio 1751 - Napoli, 4 gennaio 1825) Fu il contestato sovrano del Regno delle Due Sicilie al tempo dei moti liberali del 1820.
La Contessa di Castiglione La Contessa di Castiglione, nata Virginia Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Teresa Maria Oldoini (Firenze, 23 marzo 1837 – Parigi, 28 novembre 1899) fu considerata tra le donne più belle e fascinose del suo tempo. Considerate la sua intraprendenza e le sue doti di fascino, forse un po' imbarazzanti per il parente ma molto utili per il politico, nel 1855 il cugino Cavour la inviò in missione alla corte francese di Napoleone III per supportare presso l'imperatore l’allenza franco-piemontese. Determinante perché – pare – fece perdere la testa a Napoleone III di cui divenne (presto) l’amante.
La Contessa Clara Maffei (1814-1886) Figlia del conte G. B. Carrara Spinelli e di Maria Gambara, nel 1832 sposò il poeta Andrea Maffei, molto più anziano di lei, dal quale si separò legalmente quattordici anni più tardi. Anti-austriaca e liberale, partecipò alle cinque giornate, e al ritorno degli Austriaci, dovette emigrare a Locarno. Poco tempo dopo, però, tornata a Milano, riaprì il suo celebre salotto che divenne un centro di liberalismo, e che vantò frequentatori come Verdi e Aleardo Aleardi. Favorevole alla politica di Cavour, orientò i frequentatori del suo salotto in direzione filosabauda.
Cesare Balbo difende gli studenti insorti a Torino Episodi 1821
L’arresto di un carbonaro a Napoli Episodi 1820
L’arresto di Pellico e Maroncelli Episodi 1821
La fucilazione dei Fratelli Bandiera Episodi 1844
Le 5 giornate di Milano Episodi 1848
La Repubblica di Venezia Episodi 1848
La Repubblica Romana Episodi 1849
Ciceruacchio e il figlio fucilati Episodi 1849
I martiri del Belfiore Episodi 1853
La spedizione dei Mille Episodi 1860
La battaglia del Volturno Episodi 1860
L’incontro di Teano Episodi 1860
Proclamazione del Regno d’Italia – 17/3/1861 Episodi 1861
La breccia di Porta Pia Episodi 1870
Prima Guerra d’Indipendenza
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I Protagonisti del Risorgimento

  • 1. I Protagonisti del Risorgimento Ideologi e politici Militari e uomini d’azione Patrioti Letterati Governanti Musicisti Donne Nemici
  • 2. Giuseppe Mazzini Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 - Pisa, 10 marzo 1872) fu un patriota, filosofo, uomo politico, e una figura centrale del Risorgimento italiano. Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano. Le teorie mazziniane furono inoltre di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato.
  • 3. Camillo Benso conte di Cavour Camillo Benso, conte di Cavour (Torino, 10 agosto 1810 - Torino, 6 giugno 1861), fu un politico e uomo di stato dell'Italia pre-unitaria. Aristocratico piemontese di idee liberali, in gioventù frequentò l'Accademia Militare, diventando ufficiale del Genio. In seguito abbandonò l'esercito e prese a viaggiare all'estero studiando lo sviluppo economico di paesi largamente industrializzati come la Francia e l'Inghilterra. Grazie alla sua attività diplomatica fu un fautore dell’Unità d’Italia. Fu soprannominato “il tessitore” per le sue capacità politiche.
  • 4. Massimo D’Azeglio Massimo d'Azeglio nacque a Torino nel 1798 da nobile famiglia. Figura politica di primo piano (liberale moderato, arrivò a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna dal 1849 al 1852), durante la sua vita si dedicò anche alla pittura e alla letteratura, sia in veste di scrittore politico che di romanziere. Tra le sue opere più famose ricordiamo Ettore Fieramosca o La disfida di Barletta (1833), accolto da grandissimo successo, e Niccolò de' Lapi ovvero i Palleschi e i Piagnoni (1841). Durante gli ultimi anni della sua vita, trascorsi sul Lago Maggiore, si dedicò alla scrittura delle sue memorie, pubblicate postume col titolo I miei ricordi nel 1867.D'Azeglio morì infatti a Torino nel 1866.
  • 5. Vincenzo Gioberti (Torino 1801 - Parigi 1852). Politico e filosofo italiano. Sacerdote dal 1825, affiliato alla Giovane Italia, nel 1833 fuggì in Francia. Distaccatosi da Mazzini, scrisse Del primato politico e morale degli italiani (1843) proponendo, come alternativa alla repubblica unitaria, una confederazione di stati posti sotto la guida del papato (vedi neoguelfismo). Fu presidente del consiglio del regno sabaudo (1848-1849), senza riuscire a esprimere una precisa linea politica. Dopo la sconfitta di Novara si ritirò in esilio volontario in Francia.
  • 6. Cesare Balbo Nasce a Torino il 27 novembre 1789. Nell'ottobre del 1807 è nominato uditore al Consiglio di Stato. La caduta di Napoleone lo tiene lontano dalla vita politica. Di idee liberali moderate, cattolico, seguace di Vincenzo Gioberti e del neoguelfismo, è un propugnatore dell'indipendenza dell'Italia dal dominio austriaco. Nel 1848 è nominato presidente del primo ministero costituzionale. Muore a Torino il 3 giugno 1853
  • 7. Carlo Cattaneo Milanese (1801-1869). Fu il padre del pensiero federalista repubblicano italiano. Partecipò alle 5 Giornate di Milano. In seguito ai moti del 1848-49 il Cattaneo riparò in Svizzera. Qui fu uno dei fondatori del Liceo di Lugano che volle fortemente per creare un'istruzione laica libera dal giogo della Chiesa, al fine di formare quella classe borghese liberale e laica che erano alla base dello sviluppo economico del resto della Svizzera. Morí sempre a Lugano, e pur essendo più volte eletto in Italia come deputato del Parlamento dell'Italia unificata, rifiutò sempre di andarci per non giurare fedeltà ai Savoia.
  • 8. Giuseppe Garibaldi Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 - Isola di Caprera, 2 giugno 1882) è stato un generale, condottiero e patriota italiano. Considerato una delle figure fondamentali del Risorgimento italiano, è noto anche con l'appellativo di eroe dei due mondi, per le sue imprese militari compiute sia in Sud America sia in Europa.
  • 9. Carlo Pisacane (Napoli, 22 agosto 1818 - Sanza, 2 luglio 1857) è stato un patriota italiano. Partecipò attivamente all'impresa della Repubblica Romana ed è celebre soprattutto per il tentativo di rivolta che iniziò con lo sbarco a Ponza e fu represso nel sangue a Padula. Morì suicida per non consegnarsi al nemico. Il suo radicalismo repubblicano fu anticipazione degli ideali socialisti.
  • 10. Guglielmo Pepe Entra ancora 16enne nella milizia della Repubblica Napoletana del 1799. Alla caduta di Napoleone riprende servizio nell'esercito Borbonico. Nel 1820 è a capo del pronunciamento degli ufficiali per la Costituzione. Sconfitto a Rieti (1821) dagli Austriaci prende di nuovo la via dell'esilio (Inghilterra). Rientrato a Napoli dopo i moti del 48, gli viene affidato il comando del corpo di spedizione che combatte la prima guerra di indipendenza. Dopo la sconfitta porta parte dei suoi uomini alla Repubblica Veneziana di Manin, dove si battè fino alla fine, come comandante generale. Ripresa la via dell'esilio muore a Torino nel 1855.
  • 11. Santorre di Santarosa Patriota piemontese, fu sindaco di Savigliano e sottoprefetto della Spezia, durante l'occupazione napoleonica del Piemonte. Dopo la Restaurazione, fece parte dell'esercito sardo. Animatore dell'insurrezione liberale del 1821, assunse l'incarico di Ministro della Guerra. Il fallimento lo costrinse all'esilio in Svizzera, Francia e Inghilterra, controllato dalla Santa Alleanza. Nel 1824, partito per la Grecia, in guerra contro i Turchi per l'indipendenza, entrò nelle file degli insorti, e morì su di un isolotto di fronte a Navarino.
  • 12. Silvio Pellico Silvio Pellico nacque a Saluzzo nel 1789. Nel 1809 si stabilì a Milano e qui cominciò a scrivere. Nel 1815 fu rappresentata la sua tragedia Francesca da Rimini. Dal 1820 al 1830 fu arrestato con l'accusa di carboneria nella fortezza di Spielberg, in Austria. L'esperienza carceraria è il soggetto dello scritto Le mie prigioni (1832), il più conosciuto dell'autore. Pellico morì a Torino nel 1854.
  • 13. Pietro Maroncelli Pietro Maroncelli era nato a Forlì nel 1795 (morì a New York nel 1846). Carbonaro, fu arrestato nel 1820 e condannato a morte. La pena gli fu commutata in venti anni di carcere duro allo Spielberg, dove gli fu amputata una gamba. Liberato nel 1830, esiliò a Paris e poi a New York. Negli ultimi anni aderì al socialismo utopistico di Fourier. Morì cieco e pazzo. Nel 1833 aveva curato la traduzione francese de "Le mie prigioni" di Pellico, aggiungendovi delle "Addizioni"
  • 14. Tito Speri (Brescia 1825 - Belfiore, Mantova 1853). Partì come volontario alla Prima Guerra d'Indipendenza nel 1848, dopo il successivo armistizio ritornò a Brescia dove coadiuvò il comitato clandestino a preparare l'insurrezione delle Dieci giornate di Brescia. L'insurrezione scoppiò approfittando della partenza di parte dell'esercito austriaco verso il Piemonte, e si concluse il primo Aprile del 1849, vedendo lo Speri protagonista di vari scontri armati.Con la capitolazione della città, il patriota si rifugiò nel cantone italiano a Lugano, fino a scendere verso Torino per aderire ai moti mazziniani. Sfortunatamente la cospirazione fu scoperta e Tito Speri arrestato, venne condannato a morte nel 1853 tramite impiccagione a Belfiore, nel quadrilatero austriaco.
  • 15. Daniele Manin (1804-1857) Avvocato, di idee democratiche, fu il leader riconosciuto della rivoluzione veneziana del 1848-49, che fece della città lagunare una delle capitali europee di quell'anno di moti. Guidò per oltre un anno la straordinaria resistenza di Venezia all'assedio austriaco, poi fu esiliato a Parigi, dove continuò fino alla morte a lavorare per l'unità italiana.
  • 16. Angelo Brunetti detto Ciceruacchio Capopolo romano che appoggiò la Repubblica Romana, alla cui caduta fuggì con Garibaldi per raggiungere Venezia. Ma al delta del Po fu catturato dagli austriaci e fucilato, assieme a suo figlio tredicenne e ad altri compagni.
  • 17. Fratelli Bandiera Attilio Bandiera (1810-1844) - Emilio Bandiera (1819-1844). Figli di un alto ufficiale della Marina austriaca, ed ambedue avviati alla carriera militare, votarono la loro giovinezza alla libertà ed al riscatto dell'Italia. Fondata dapprima una società segreta, la Esperia, e passati poi nel movimento mazziniano, i Bandiera svolsero un intensa attività patriottica, che non sfuggì alla polizia austriaca. Costretti a riparare a Corfù (sotto la protezione inglese), i Bandiera con un pugno di amici (219), per quanto sconsigliati dallo stesso Mazzini, tentarono uno sbarco in Calabria sperando di ridestare l'insurrezione scoppiata nel 1844 a Cosenza ma, ignari che il moto fosse già stato stroncato per la mancata partecipazione della popolazione che, ancora una volta non si era mossa, furono subito scoperti: traditi da un compagno, il còrso Boccheciampe, furono catturati dai Borbonici, processati e condannati 8 al carcere duro, e gli altri fucilati nel Vallone di Rovito, presso Cosenza (25 luglio 1844).
  • 18. Felice Orsini (10 dicembre 1819 – 13 marzo 1858) fu un rivoluzionario italiano che tentò di assassinare Napoleone III, Imperatore di Francia. Dal carcere, senza chiedere la grazia, scrisse una lettera al sovrano francese, poi diventata famosa, che si conclude così: “Sino a che l’Italia non sarà indipendente, la tranquillità dell’Europa e quella Vostra non saranno che una chimera. Vostra Maestà non respinga il voto supremo d’un patriota sulla via del patibolo: liberi la mia patria e le benedizioni di 25 milioni di cittadini la seguiranno dovunque e per sempre”. Felice Orsini venne ghigliottinatoa Parigi il 13 marzo 1858.
  • 19. Ciro Menotti (Migliarina, Carpi, 22 gennaio 1798 - Modena, 23 maggio 1831) Patriota, appartenente alla Carboneria. Intervenne nelle cospirazioni per l'indipendenza politica. Con la proclamazione del "non intervento" da parte del sovrano francese Luigi Filippo d'Orléans, si creò nei patrioti italiani una forte speranza. Il 3 febbraio 1831, dopo aver raccolto le armi, Menotti radunò i suoi seguaci più fidati e cospirò per rovesciare il potere del duca Francesco IV; ma fu arrestato prima di portare ad esecuzione il suo piano, poi impiccato..
  • 20. Federico Confalonieri Federico Confalonieri fu uno dei fautori dell’indipendenza italiana, ed avversò il dominio napoleonico. Nel 1820-21 cospirò insieme a Silvio Pellico contro l’Austria e, arrestato il 13 dicembre 1821, fu dapprima condannato a morte e poi al carcere a vita allo Spielberg, in Moravia. Graziato nel 1835, a condizione che espatriasse negli Stati Uniti, ritornò in Europa nel 1837.
  • 21. Jacopo Ruffini Laureatosi in medicina con il padre di Giuseppe Mazzini, entrò nella Giovine Italia. Il piano per un moto insurrezionale, da lui organizzato, venne scoperto dalla polizia; Jacopo fu arrestato, incarcerato nella torre del palazzo Ducale di Genova e sottoposto a tortura perché rivelasse i nomi dei complici. Un mattino fu trovato morto nella sua cella, con la gola tagliata. La notizia che si fosse suicidato non ha convinto tutti.
  • 22. Ugo Foscolo (Zacinto, 6 febbraio 1778 – Turnham Green, Londra, 10 settembre 1827) è un celebre poeta italiano; uno dei principali letterati del Neoclassicismo e del Pre-Romanticismo. Fu il primo poeta dell’Ottocento che inaugurò la stagione lirica e civile della letteratura italiana. Il suo componimento più celebre è Dei Sepolcri .
  • 23. Alessandro Manzoni (Milano, 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873) è stato uno scrittore e poeta italiano. È stato uno dei maggiori romanzieri e poeti italiani di sempre, principalmente per il celeberrimo romanzo de I promessi sposi è la sua opera più conosciuta, ed è ancor oggi considerato un caposaldo della letteratura italiana.
  • 24. Giacomo Leopardi (Recanati, 29 giugno 1798 - Napoli, 14 giugno 1837) è uno dei massimi scrittori e poeti italiani di tutti i tempi. La straordinaria qualità lirica della sua poesia e la riflessione di pensiero sulle domande ultime della condizione umana lo rendono figura significativa di tutta la letteratura e cultura europee e mondiali.
  • 25. Domenico Guerrazzi Uomo politico e scrittore italiano nato a Livorno 1804 e morto a Cecina, Livorno (1873). Repubblicano, democratico, anticlericale fu tra i protagonisti dalla rivoluzione toscana del 1848-1849 e divenne dittatore del governo provvisorio. In seguito al fallimento del moto e quindi con la Restaurazione, egli fu esiliato in Corsica e a Genova, da dove riuscì poi a fuggire. Rientrato in Italia nel 1859, prende parte alla seconda fase della guerra risorgimentale, per poi entrare in Parlamento Tra le sue opere: L'assedio di Firenze (del 1834), e, uscito postumo nel 1885, Il secolo che muore .
  • 26. Goffredo Mameli Nato a Genova nel 1827, Goffredo Mameli vi compì anche gli studi, superandovi gli esami di baccellierato nel 1847. Nel settembre dello stesso anno compose l'inno Fratelli d'Italia il quale, musicato dal Novaro, diverrà in seguito l'inno nazionale della Repubblica Italiana. Dopo aver conosciuto Mazzini, partecipò in prima persona ad alcuni fatti salienti del movimento risorgimentale: durante le 5 giornate di Milano aiutò la città recandovisi con un contingente di 300 uomini; dopo la fuga di Pio IX partì con Garibaldi da Ravenna alla volta di Roma; il 19 maggio ed il 3 giugno del '49 si batté in difesa della Repubblica Romana sia sul Gianicolo che a Velletri. Fu in quest'ultimo frangente che venne ferito ad una gamba; morì a Roma nello stesso anno.
  • 27. Vincenzo Bellini (Catania, 3 novembre 1801 – Puteaux, 23 settembre 1835) è stato un compositore italiano, tra i più celebri operisti dell'Ottocento. La sua carriera e la sua vita furono stroncate a meno di 34 anni da un'infezione intestinale probabilmente contratta all'inizio del 1830. Bellini fu sepolto nel cimitero Père Lachaise, dove rimase per oltre 40 anni, vicino a Chopin e a Cherubini. Nel 1876 la salma fu traslata nel Duomo di Catania. Le sue opere più famose e rappresentate sono La sonnambula , Norma e I puritani .
  • 28. Gaetano Donizetti (Bergamo, 29 novembre 1797 - 8 aprile 1848) è stato un compositore italiano, famoso soprattutto come operista. Scrisse 69 opere, musica sacra e da camera. Le opere di Donizetti oggi normalmente rappresentate nei teatri di tutto il mondo sono L'elisir d'amore , Lucia di Lammermoor e Don Pasquale . Con frequenza inferiore, sono allestite La Fille du Regiment , La Favorite , Maria Stuarda , Anna Bolena , Lucrezia Borgia e Roberto Devereux .
  • 29. Giuseppe Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 - Milano, 27 gennaio 1901) fu uno dei massimi compositori italiani dell'Ottocento, autore di melodrammi che fanno parte del repertorio operistico dei teatri di tutto il mondo. Le sue opere si inquadrano organicamente nel contesto culturale del Risorgimento, in quanto divulgatrici di ideali e valori patriottici e liberali. Tra i melodrammi più noti: Rigoletto , LaTraviata , Il Trovatore , Otello , Don Carlos , Aida , Nabucco .
  • 30. Carlo Alberto di Savoia (Torino 1798 - Porto 1849), re di Sardegna (1831-1849), Durante i moti del 1820-21 diede il proprio consenso al progetto insurrezionale maturato negli ambienti della Carboneria piemontese, sperando di svolgere un ruolo di mediazione. In qualità di reggente, dopo l'abdicazione di Vittorio Emanuele I concesse la Costituzione, ma quando il reazionario Carlo Felice salì al trono, dovette piegarsi alla sua volontà. Alla morte di Carlo Felice (1831) gli succedette sul trono; la sua politica seguì però una linea di intransigente legittimismo che lo portò a reprimere duramente i moti carbonari e mazziniani (1833-34), ma al tempo stesso il sovrano seppe avviare un'opera di modernizzazione dello stato. In seguito si riavvicinò agli ambienti liberali e aderì, sebbene con riluttanza, all'ideale di unificazione nazionale. Nel biennio rivoluzionario 1848-49 ebbe una parte di primo piano nelle vicende che portarono alla concessione dello Statuto albertino, emanato il 4 marzo 1848, e alla prima guerra d'indipendenza. Sconfitto a Novara, nel 1849, dopo avere abdicato a favore del figlio Vittorio Emanuele II, si ritirò in esilio a Porto, in Portogallo.
  • 31. Vittorio Emanuele II (Torino, 14 marzo 1820 - Roma, 9 gennaio 1878), fu principe di Piemonte, duca di Savoia e re di Sardegna dal 1849 al 1861 e re d'Italia dal 1861 al 1878. Il compimento dell'unificazione italiana gli procurò l'appellativo di "Padre della Patria". Come Re di Sardegna venne affiancato da validi ministri quali Massimo d'Azeglio e Camillo Benso conte di Cavour che modernizzarono il regno.
  • 32. Pio IX (Senigallia, 13 maggio 1792 - Roma 7 febbraio 1878) fu papa della Chiesa cattolica nel XIX secolo. Il suo pontificato di quasi 32 anni rimane il più lungo della storia della Chiesa cattolica, dopo quello di san Pietro. Fu detto erroneamente detto il “papa liberale” per le sue presunte, ma presto smentite, aperture al liberalismo. Visse i fasti della Repubblica Romana.
  • 33. Napoleone III A seguito gli accordi di Plombieres e grazie all’operato diplomatico di Cavour, sconfitta l’Austria, Napoleone III cede la Lombardia conquistata al Piemonte dando avvio all’Unità d’Italia
  • 34. Il Maresciallo Radetsky (Trebnice, 2 novembre 1766 - Milano, 5 gennaio 1858), nobile boemo, feldmaresciallo dell'esercito austriaco, a lungo governatore del Lombardo-Veneto. Nell’esercito austriaco per oltre settant’anni, per le sue vittorie militari contro Napoleone e, soprattutto, contro Carlo Alberto e i patrioti italiani, è ricordato in Austria come eroe nazionale, in Italia come il simbolo stesso della occupazione austriaca.
  • 35. Francesco IV duca di Modena (Milano - 6 ottobre 1779 - Modena, 21 gennaio 1846) Francesco IV condivideva il progetto menottiano di pervenire all'unità d'Italia attraverso moti coordinati in diverse città nella speranza di poter essere lui il futuro sovrano d'Italia; ma un intervento dell'Austria gli fece cambiare idea e programmi. Per tale motivo fece arrestare, processare e condannare a morte Menotti.
  • 36. Ferdinando I (Napoli, 12 gennaio 1751 - Napoli, 4 gennaio 1825) Fu il contestato sovrano del Regno delle Due Sicilie al tempo dei moti liberali del 1820.
  • 37. La Contessa di Castiglione La Contessa di Castiglione, nata Virginia Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Teresa Maria Oldoini (Firenze, 23 marzo 1837 – Parigi, 28 novembre 1899) fu considerata tra le donne più belle e fascinose del suo tempo. Considerate la sua intraprendenza e le sue doti di fascino, forse un po' imbarazzanti per il parente ma molto utili per il politico, nel 1855 il cugino Cavour la inviò in missione alla corte francese di Napoleone III per supportare presso l'imperatore l’allenza franco-piemontese. Determinante perché – pare – fece perdere la testa a Napoleone III di cui divenne (presto) l’amante.
  • 38. La Contessa Clara Maffei (1814-1886) Figlia del conte G. B. Carrara Spinelli e di Maria Gambara, nel 1832 sposò il poeta Andrea Maffei, molto più anziano di lei, dal quale si separò legalmente quattordici anni più tardi. Anti-austriaca e liberale, partecipò alle cinque giornate, e al ritorno degli Austriaci, dovette emigrare a Locarno. Poco tempo dopo, però, tornata a Milano, riaprì il suo celebre salotto che divenne un centro di liberalismo, e che vantò frequentatori come Verdi e Aleardo Aleardi. Favorevole alla politica di Cavour, orientò i frequentatori del suo salotto in direzione filosabauda.
  • 39. Cesare Balbo difende gli studenti insorti a Torino Episodi 1821
  • 40. L’arresto di un carbonaro a Napoli Episodi 1820
  • 41. L’arresto di Pellico e Maroncelli Episodi 1821
  • 42. La fucilazione dei Fratelli Bandiera Episodi 1844
  • 43. Le 5 giornate di Milano Episodi 1848
  • 44. La Repubblica di Venezia Episodi 1848
  • 45. La Repubblica Romana Episodi 1849
  • 46. Ciceruacchio e il figlio fucilati Episodi 1849
  • 47. I martiri del Belfiore Episodi 1853
  • 48. La spedizione dei Mille Episodi 1860
  • 49. La battaglia del Volturno Episodi 1860
  • 50. L’incontro di Teano Episodi 1860
  • 51. Proclamazione del Regno d’Italia – 17/3/1861 Episodi 1861
  • 52. La breccia di Porta Pia Episodi 1870
  • 56.