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IL PNRR
(Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)
Alessio Marziale 4D 2021-2022
CHE COS'È?
Si tratta di un programma di riforme da
attuare con adeguati investimenti per
consentire all'Italia di ripartire.
STRUTTURA DEI FONDI
 191,5 MLD del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza
 30,6 MLD del Fondo complementare
 13,97 MLD del Piano Transizione 4.0
Le 6 MISSIONI in cui si articola il PNRR
Si sviluppano attorno a 3 assi:
§ TRANSIZIONE DIGITALE E
INNOVAZIONE
§ TRANSIZONE ECOLOGICA
§ INCLUSIONE SOCIALE
E RIEQUILIBRIO TERRITORIALE
IL CONFRONTO CON GLI ALTRI PAESI IN EUROPA
TOTALE RISORSE STANZIATE: 723,8 MLD
Solo sette Paesi hanno
deciso di chiedere i prestiti,
oltre alla domanda per la
parte di risorse erogata
sotto forma di sovvenzioni.
Tra questi l’Italia, con 122,6
miliardi di euro, è il Paese
che ha richiesto la quota più
consistente. Seguono
la Romania con 15 miliardi
e la Grecia con 12,72
miliardi.
Le risorse del piano
assegnate ai singoli Stati e
la loro suddivisione tra
digitalizzazione e
transizione ecologica
Come gli Stati hanno assegnato
a livello percentuale
le risorse per transizione
ecologica e digitale
PNRR & ABRUZZO
Sono stati confermati attraverso la pubblicazione del
Decreto n. 52 del 10 marzo 2022 i finanziamenti, pari
ad oltre 27 milioni di euro, per la deviazione del
porto/canale di Pescara e il potenziamento e
l'ampliamento del porto di Ortona. Essi sono suddivisi
in 21,2 milioni di euro per Pescara e 6 milioni di euro
per Ortona.
Il Decreto contiene inoltre la conferma di un ulteriore
finanziamento di 30 milioni di euro (stanziati su fondi
già disponibili) sempre per il porto di Ortona.
PORTI DI ORTONA E PESCARA
PNRR & ABRUZZO
Sono stati anche assegnati 1,4 miliardi di euro per gli
interventi su ponti e viadotti e più di 1,3 miliardi per
gli interventi di manutenzione delle strade.
L'obiettivo è migliorare la sicurezza delle infrastrutture
viarie riducendo l’incidentalità e il numero delle vittime,
in linea con il nuovo Piano per la sicurezza stradale.
Si è deciso di mettere in sicurezza ponti e viadotti e
di sostituirli nel caso in cui non riescano a passare i test
della sicurezza e il collaudo.
MANUTENZIONE
LA GUERRA HA
CAMBIATO QUALCOSA?
"Il PNRR rischia di mancare qualche
obiettivo e andrà rivisto e
probabilmente riproposto a causa del
problema dell'energia, della crisi
innescata dalla guerra in Ucraina e dalle
sanzioni imposte dall’Occidente alla
Russia per l’invasione".
A dirlo sono sia esponenti del governo
sia operatori del settore, alle prese con
i costi crescenti delle materie prime.
IL PROBLEMA DELLE
MATERIE PRIME
Russia e Ucraina sono grandi produttori di materie
prime per uso industriale e alimentare, tra cui alluminio,
nichel, titanio, grano (ne producono un terzo di quello
mondiale), olio di girasole, gas e greggio.
Da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, i prezzi di
molte di queste materie prime sono aumentati
vertiginosamente e lo scenario sta peggiorando perché
anche Mosca deve affrontare la minaccia di ulteriori
sanzioni occidentali.
Questo aumento dei prezzi ha stravolto anche il PNRR,
che adesso deve affrontare altri tre problemi: l'energia
(l'Italia non è autosufficiente da questo punto di vista ed
è costretta a riaprire le vecchie centrali a carbone,
fallendo l'obiettivo di transizione ecologica dato che
diverse soluzioni richiederebbero troppo tempo),
l'agricoltura e i metalli.
LE SANZIONI, QUINDI, DANNEGGIANO ANCHE NOI?
Gli effetti delle sanzioni si ripercuotono non solo sulla Russia,
ma anche nei confronti di tutti i Paesi che hanno rapporti
economici con essa. La principale conseguenza è l’aumento
dei prezzi delle materie prime, a partire dal gas. Stati come
Italia e Germania dipendono fortemente dal gas russo e
quindi è probabile un significativo aumento delle bollette, oltre
al rincaro di gasolio e benzina. In aggiunta il costo di grano e
mais aumenterà e di conseguenza anche quello dei prodotti
derivati da queste materie prime (come pasta e pane).
Sono possibili delle ripercussioni anche sul Made in Italy, in
quanto l'Italia esporta molti prodotti in Russia. Questa
situazione dunque va a colpire il PIL dei diversi Paesi, che
diminuisce anche drasticamente a causa della loro
dipendenza dalla Russia.

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  • 1. IL PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) Alessio Marziale 4D 2021-2022
  • 2. CHE COS'È? Si tratta di un programma di riforme da attuare con adeguati investimenti per consentire all'Italia di ripartire. STRUTTURA DEI FONDI  191,5 MLD del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza  30,6 MLD del Fondo complementare  13,97 MLD del Piano Transizione 4.0 Le 6 MISSIONI in cui si articola il PNRR Si sviluppano attorno a 3 assi: § TRANSIZIONE DIGITALE E INNOVAZIONE § TRANSIZONE ECOLOGICA § INCLUSIONE SOCIALE E RIEQUILIBRIO TERRITORIALE
  • 3. IL CONFRONTO CON GLI ALTRI PAESI IN EUROPA TOTALE RISORSE STANZIATE: 723,8 MLD Solo sette Paesi hanno deciso di chiedere i prestiti, oltre alla domanda per la parte di risorse erogata sotto forma di sovvenzioni. Tra questi l’Italia, con 122,6 miliardi di euro, è il Paese che ha richiesto la quota più consistente. Seguono la Romania con 15 miliardi e la Grecia con 12,72 miliardi.
  • 4. Le risorse del piano assegnate ai singoli Stati e la loro suddivisione tra digitalizzazione e transizione ecologica Come gli Stati hanno assegnato a livello percentuale le risorse per transizione ecologica e digitale
  • 5. PNRR & ABRUZZO Sono stati confermati attraverso la pubblicazione del Decreto n. 52 del 10 marzo 2022 i finanziamenti, pari ad oltre 27 milioni di euro, per la deviazione del porto/canale di Pescara e il potenziamento e l'ampliamento del porto di Ortona. Essi sono suddivisi in 21,2 milioni di euro per Pescara e 6 milioni di euro per Ortona. Il Decreto contiene inoltre la conferma di un ulteriore finanziamento di 30 milioni di euro (stanziati su fondi già disponibili) sempre per il porto di Ortona. PORTI DI ORTONA E PESCARA
  • 6. PNRR & ABRUZZO Sono stati anche assegnati 1,4 miliardi di euro per gli interventi su ponti e viadotti e più di 1,3 miliardi per gli interventi di manutenzione delle strade. L'obiettivo è migliorare la sicurezza delle infrastrutture viarie riducendo l’incidentalità e il numero delle vittime, in linea con il nuovo Piano per la sicurezza stradale. Si è deciso di mettere in sicurezza ponti e viadotti e di sostituirli nel caso in cui non riescano a passare i test della sicurezza e il collaudo. MANUTENZIONE
  • 7. LA GUERRA HA CAMBIATO QUALCOSA? "Il PNRR rischia di mancare qualche obiettivo e andrà rivisto e probabilmente riproposto a causa del problema dell'energia, della crisi innescata dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia per l’invasione". A dirlo sono sia esponenti del governo sia operatori del settore, alle prese con i costi crescenti delle materie prime.
  • 8. IL PROBLEMA DELLE MATERIE PRIME Russia e Ucraina sono grandi produttori di materie prime per uso industriale e alimentare, tra cui alluminio, nichel, titanio, grano (ne producono un terzo di quello mondiale), olio di girasole, gas e greggio. Da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, i prezzi di molte di queste materie prime sono aumentati vertiginosamente e lo scenario sta peggiorando perché anche Mosca deve affrontare la minaccia di ulteriori sanzioni occidentali. Questo aumento dei prezzi ha stravolto anche il PNRR, che adesso deve affrontare altri tre problemi: l'energia (l'Italia non è autosufficiente da questo punto di vista ed è costretta a riaprire le vecchie centrali a carbone, fallendo l'obiettivo di transizione ecologica dato che diverse soluzioni richiederebbero troppo tempo), l'agricoltura e i metalli.
  • 9. LE SANZIONI, QUINDI, DANNEGGIANO ANCHE NOI? Gli effetti delle sanzioni si ripercuotono non solo sulla Russia, ma anche nei confronti di tutti i Paesi che hanno rapporti economici con essa. La principale conseguenza è l’aumento dei prezzi delle materie prime, a partire dal gas. Stati come Italia e Germania dipendono fortemente dal gas russo e quindi è probabile un significativo aumento delle bollette, oltre al rincaro di gasolio e benzina. In aggiunta il costo di grano e mais aumenterà e di conseguenza anche quello dei prodotti derivati da queste materie prime (come pasta e pane). Sono possibili delle ripercussioni anche sul Made in Italy, in quanto l'Italia esporta molti prodotti in Russia. Questa situazione dunque va a colpire il PIL dei diversi Paesi, che diminuisce anche drasticamente a causa della loro dipendenza dalla Russia.