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Nuovi Abitanti
www.nuoviabitanti.it
associazione culturale
Borghi digitali e socialità in rete: partecipazione e appartenenza
Gabriele Righetto
La diffusione della rete Web, i comportamenti comunicativi quotidiani di ognuno di noi
permettono di scorgere la nascita e la conferma del fenomeno della Doppia Abitanza, ossia la
manifestazione di appartenenza forte a collettività glocali
• sia ai luoghi fisici di ricorrente frequentazione ambientale e sociale della propria
residenzialità
• sia ai siti digitali in cui si esplicita una frequentazione per temi e campi di interesse e
ricerca, nei comportamenti di navigazione stanziale/nomade e di comunicazione in
Internet e le sue comunità.
L’Abitanza intesa in modo bio-digitale rivela connessioni e relazioni interpersonali espresse in
rete che manifestano una diversa e più estesa socialità di tipo digitale; gestire le relazioni
telematiche interpersonali e di frequentazione dei luoghi di rilevanza digitale secondo il proprio
criterio di appartenenza, diventa un comportamento importante della propria socialità
contemporanea.
Oggi si aggiunge una relazionalità ancora più intrigante e nuova: la partecipazione agli spazi-luoghi delle
radio glocali.
Le radio glocali sono fenomeno di grande innovazione che riporta la tradizione ultra centenaria della radio
dentro la neolocalità dei luoghi digitali.
Le radio hanno mediamente un limite che è dato dall’ampiezza di frequenza e quindi di fatto appartengono
all’etere, ma con propensione all’etere locale, ossia un’etere limitata.
La web è invece un fenomeno pervasivo che può occupare e relazionare tutte le parti del pianeta che
possano appartenere alla cultura della connessione.
Cultura della connessione
Il pianeta delle connessioni non è il pianeta fisico (anzi astrofisico), ma è comunque un pianeta molto vasto e
tendenzialmente si sta muovendo per divenire il pianeta astrofisico sic et simpliciter.
Le radio glocali sono radio che usano il sistema analogico delle radio locali, le interfacciano in una rete
glocale, le trattano come connessione tendenzialmente globale, favoriscono delle connessioni locali e
disgiunte e ‘occupano e interagiscono’ con territori planetari non totali, ma tendenzialmente assai diffuse, per
cui diventano globali, interscambiando la modalità digitale e la modalità analogica. Sono insomma
un’interfaccia: una parolaccia del digitalese che vuol dire che le antiche (o vecchie?) tecnologie
elettromagnetiche sono in grado di collaborare con le tecnologie elettroniche e governare nuove possibilità di
relazione territoriale che tendenzialmente può ‘coprire’ le molte facce della Terra intesa come pianeta.
Agendo nei fusi orari, che sono spazialità glocali, ma non negando la natura dei fusi orari e quindi prendendo
consapevolezza che il tempo nel pianeta non è un evento omogeneo. Il sole è uno, ma l’uso del sole è
plurimo e assai diversificato. Al lambire di limitate parti del pianeta corrisponde il bioritmo differenziato delle
popolazioni.
Uno potrebbe dire che si tratta di una banalità che interessa soltanto i tecnologi e le loro diavolerie tecniche.
In realtà non è così.
Le tecnologie della comunicazione, a partire dal vecchio arnese del telegrafo, antenato paleocomunicativo,
avevano consentito e avviato la telepresenza del comunicare nelle grandi distanze, di cui oggi le forme più
emblematiche sono le telecomunicazioni satellitari.
Ma non dobbiamo dimenticare che la distanza non è solo quella che vincono le telecomunicazioni. La grande
distanza è anche legata alle migrazioni fisiche dei grandi mezzi di trasporto dapprima legati ai piroscafi e poi
transatlantici e natanti a motore in genere: l’acqua certo è diventata il primo luogo dei grandi spostamenti
nelle grandi distanze. La tecnologia dei grandi viaggi ha attivato le socialità disperse e diffuse su tutto il
pianeta.
Ma nella seconda metà del novecento si è anche affermato il potente fenomeno degli spostamenti sociali e
migratori supportati dagli aerei di massa. L’aria è divenuto il secondo e più importante elemento in cui si
esplica la mobilità.
Per via di tecnologie d’acqua e per via di tecnologie d’aria grandi comunità diverse si sono dislocate in aree
planetarie differenziate.
Tuttavia è avvenuto un altro fatto ( e forse ancora più determinante): le merci hanno cessato di avere una
correlazione stretta tra produzione e fruizione. Possono essere prodotte in luoghi locali e essere fruite in
luoghi diffusi e fra loro assai dislocati e lontani.
Se le persone sono diventate glocali, ancor più lo sono diventate le merci.
Mediante l’uso massiccio delle merci glocali, tutti siamo divenuti fortemente ( e spesso inconsciamente)
glocali. Abbiamo più rapporti glocali inconsci di quanto non ne siamo consapevoli in maniera palese. Di fatto
siamo glocali per lo più in forma implicita.
Eppure potremmo portare alla luce questa nostra natura forte ed inconscia di tipo glocale.
Uno strumento può essere certamente ( e non solo) una radio glocale.
Una radio glocale è una radio, che entrando nella web e riuscendo flessibilmente nelle reti di frequenza
tradizionali, costruisce un mosaico di radio che occupa tendenzialmente tutto il globo. Ma non è una radio
generalista. E’ una radio dei quartieri del mondo che usano le strade fisiche delle contrade e portano la voce
e i segnali nelle autostrade digitali e nei ponti radio. Una nuova viabilità estesa, digitale ed elettromagnetica.
Quando vi è poca consapevolezza, allora vincono i ragionamenti forti ma poco elaborati e cioè gli stereotipi.
Attualmente è invalso anche un nuovo stereotipo: siamo tutti globalizzati, pertanto esiste un unico pianeta
eguale per tutti e tutti sono connessi con tutti. O tutti possono essere connessi con tutto.
Questa è un’ideologia relativa alla web e al mercato unidirezionale. Si riferisce soprattutto alle egemonie
economiche ristrette e criptate, ossia nascoste. Ma noi dobbiamo e possiamo puntare alla democrazia delle
relazioni digitali aperte e controllate dalla qualità delle relazioni democratiche locali e diffuse. Al pluralismo
digitale che è glocale, non globalizzata e omogeneizzante.
Ma non esiste solo questa dimensione.
Nessuno di fatto si connette con il mondo. Come nel sistema postale e telefonico, nessuno si indirizza a tutti.
Ossia paradossalmente ai sei miliardi di abitanti attuali del pianeta. Gli indirizzi sono sempre pochi e mirati.
Ma pur essendo pochi e mirati, ognuno di essi non è sempre disgiunto e separato dagli altri.
Alcuni di indirizzi (si potrebbe fare un equazione un po’ estrema in cui mail = vie/strade) e siti (intesi come
rioni digitali, rispetto ai quartieri, rioni e paesi ambientali) si aggregano fra loro e costituiscono una geografia
glocale della Web. Ossia dei Luoghi che non sono dotati di prossimità fisica, ma di prossimità relazionale.
Una sorte di prossemica digitale.
La connessione di vie e rioni in sistemi collegati fra loro da relazioni forti ( o comunque esplicabili),
costituisce un luogo digitale articolato in fenomeni di comunicazione e zone di incontri di persone e materiali.
Tale insieme di luoghi correlati è definibile come borghi digitali. I borghi digitali hanno proprie mappe
concrete locali e una geografia di connessione digitale, per cui le distanze sono contemporaneamente fisiche
e prossimità telematiche.
Un modo per dotare la rete glocale di una luoghità di relazione (ma non la sola) è attivare una agorà-forum di
telecomunicazione nella modalità di una radio glocale.
Nella Repubblica Platone illustra in che modo, prima della Nascita della Polis in Grecia, si manifestasse il
fenomeno delle sinoichìe, ossia delle banali aggregazioni di case, senza che queste costituissero città,
ossia insieme coordinato e consapevole di entità plurale e pertanto con dotazione di comportamenti e forme
di relazioni concordate e fiduciarie. La possibilità di avere aggregati casuali è molto alta. La Polis al contrario
è l’esito di un progetto consapevole e di una gestione matura.
La Polis non è solo un insieme esteso, ma è un’organizzazione socioambientale che si è dotata di
strumenti per decidere e gestire in modo unitario e coordinato.
Ciò sta accadendo anche nel socioambiente digitale.
Ognuno [cioè ciascun utente di web o di sistema digitale-analogico interfacciabile in sistemi telecomunicativi]
ha propri e-address, ossia mail e punti di connessione con persone e enti-famiglie con cui gestisce rapporti e
relazioni.
Oggi sempre più si affacciano anche altre modalità. Esse sono il considerare un sito digitale come luogo in
cui trovare ed interagire con materiali e persone interessanti. Insomma si sta rafforzando la pratica della
socialità glocale. Una socialità che sta, abita, vive, esprime un vissuto locale, ma non si chiude in una
relazionalità localistica, pertanto usa mezzi che permettano di stare in luoghità dislocate e anche assai
distanti. Usa i mezzi della socialità delle e-mail list, ma anche delle relazioni e appartenenze alle attività e
stili espressi nei siti di propria riconoscibilità.
Oggi sta affiorando un’altra e diversa socialità glocale, quella di radio che connettono e mettono a
disposizione materiali comunicativi di più comunità distribuite in varie parti del pianeta.
Questo strumento che si aggiunge è la radio glocale.
La radio glocale presenta alcune caratteristiche particolari.
Consente di mettere in un flusso comune più voci e comunicazioni che accettino di divenire polis radiofonica
glocale, mettono insieme una pluralità di posizioni che hanno porte, accessi e strade telecomunicative che
possono andare in tutto il pianeta, ma non in modo indifferenziato. Vanno dove c’è attesa e desiderio-voglia
di connessione.
Allora si forma una rete diversa che non copre indifferenziatamente e acriticamente il ‘mondo’, ma una rete
di luoghi glocali dove si è espressa una voglia e un interesse a stare insieme a sentirsi insieme per
ipotizzare e praticare una polis nuova, un polis proiettata al futuro che sa di avere nel proprio DNA l’agorà e il
forum, ma gestisce il progetto che va oltre le banali sinoichìe delle voci e va nel coro consapevole e costruito
di una possibile neoaggregazione sociale dapprima declinata in borghi digitali, ma sognando polieia
governate da un logos connettivante e peripatetico per le autostrade dei bits e dei ponti radio.

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Nuovi Abitanti. Borghidigitali

  • 1. Nuovi Abitanti www.nuoviabitanti.it associazione culturale Borghi digitali e socialità in rete: partecipazione e appartenenza Gabriele Righetto La diffusione della rete Web, i comportamenti comunicativi quotidiani di ognuno di noi permettono di scorgere la nascita e la conferma del fenomeno della Doppia Abitanza, ossia la manifestazione di appartenenza forte a collettività glocali • sia ai luoghi fisici di ricorrente frequentazione ambientale e sociale della propria residenzialità • sia ai siti digitali in cui si esplicita una frequentazione per temi e campi di interesse e ricerca, nei comportamenti di navigazione stanziale/nomade e di comunicazione in Internet e le sue comunità. L’Abitanza intesa in modo bio-digitale rivela connessioni e relazioni interpersonali espresse in rete che manifestano una diversa e più estesa socialità di tipo digitale; gestire le relazioni telematiche interpersonali e di frequentazione dei luoghi di rilevanza digitale secondo il proprio criterio di appartenenza, diventa un comportamento importante della propria socialità contemporanea. Oggi si aggiunge una relazionalità ancora più intrigante e nuova: la partecipazione agli spazi-luoghi delle radio glocali. Le radio glocali sono fenomeno di grande innovazione che riporta la tradizione ultra centenaria della radio dentro la neolocalità dei luoghi digitali. Le radio hanno mediamente un limite che è dato dall’ampiezza di frequenza e quindi di fatto appartengono all’etere, ma con propensione all’etere locale, ossia un’etere limitata. La web è invece un fenomeno pervasivo che può occupare e relazionare tutte le parti del pianeta che possano appartenere alla cultura della connessione. Cultura della connessione
  • 2. Il pianeta delle connessioni non è il pianeta fisico (anzi astrofisico), ma è comunque un pianeta molto vasto e tendenzialmente si sta muovendo per divenire il pianeta astrofisico sic et simpliciter. Le radio glocali sono radio che usano il sistema analogico delle radio locali, le interfacciano in una rete glocale, le trattano come connessione tendenzialmente globale, favoriscono delle connessioni locali e disgiunte e ‘occupano e interagiscono’ con territori planetari non totali, ma tendenzialmente assai diffuse, per cui diventano globali, interscambiando la modalità digitale e la modalità analogica. Sono insomma un’interfaccia: una parolaccia del digitalese che vuol dire che le antiche (o vecchie?) tecnologie elettromagnetiche sono in grado di collaborare con le tecnologie elettroniche e governare nuove possibilità di relazione territoriale che tendenzialmente può ‘coprire’ le molte facce della Terra intesa come pianeta. Agendo nei fusi orari, che sono spazialità glocali, ma non negando la natura dei fusi orari e quindi prendendo consapevolezza che il tempo nel pianeta non è un evento omogeneo. Il sole è uno, ma l’uso del sole è plurimo e assai diversificato. Al lambire di limitate parti del pianeta corrisponde il bioritmo differenziato delle popolazioni. Uno potrebbe dire che si tratta di una banalità che interessa soltanto i tecnologi e le loro diavolerie tecniche. In realtà non è così. Le tecnologie della comunicazione, a partire dal vecchio arnese del telegrafo, antenato paleocomunicativo, avevano consentito e avviato la telepresenza del comunicare nelle grandi distanze, di cui oggi le forme più emblematiche sono le telecomunicazioni satellitari. Ma non dobbiamo dimenticare che la distanza non è solo quella che vincono le telecomunicazioni. La grande distanza è anche legata alle migrazioni fisiche dei grandi mezzi di trasporto dapprima legati ai piroscafi e poi transatlantici e natanti a motore in genere: l’acqua certo è diventata il primo luogo dei grandi spostamenti nelle grandi distanze. La tecnologia dei grandi viaggi ha attivato le socialità disperse e diffuse su tutto il pianeta. Ma nella seconda metà del novecento si è anche affermato il potente fenomeno degli spostamenti sociali e migratori supportati dagli aerei di massa. L’aria è divenuto il secondo e più importante elemento in cui si esplica la mobilità. Per via di tecnologie d’acqua e per via di tecnologie d’aria grandi comunità diverse si sono dislocate in aree planetarie differenziate. Tuttavia è avvenuto un altro fatto ( e forse ancora più determinante): le merci hanno cessato di avere una correlazione stretta tra produzione e fruizione. Possono essere prodotte in luoghi locali e essere fruite in luoghi diffusi e fra loro assai dislocati e lontani. Se le persone sono diventate glocali, ancor più lo sono diventate le merci. Mediante l’uso massiccio delle merci glocali, tutti siamo divenuti fortemente ( e spesso inconsciamente) glocali. Abbiamo più rapporti glocali inconsci di quanto non ne siamo consapevoli in maniera palese. Di fatto siamo glocali per lo più in forma implicita. Eppure potremmo portare alla luce questa nostra natura forte ed inconscia di tipo glocale. Uno strumento può essere certamente ( e non solo) una radio glocale.
  • 3. Una radio glocale è una radio, che entrando nella web e riuscendo flessibilmente nelle reti di frequenza tradizionali, costruisce un mosaico di radio che occupa tendenzialmente tutto il globo. Ma non è una radio generalista. E’ una radio dei quartieri del mondo che usano le strade fisiche delle contrade e portano la voce e i segnali nelle autostrade digitali e nei ponti radio. Una nuova viabilità estesa, digitale ed elettromagnetica. Quando vi è poca consapevolezza, allora vincono i ragionamenti forti ma poco elaborati e cioè gli stereotipi. Attualmente è invalso anche un nuovo stereotipo: siamo tutti globalizzati, pertanto esiste un unico pianeta eguale per tutti e tutti sono connessi con tutti. O tutti possono essere connessi con tutto. Questa è un’ideologia relativa alla web e al mercato unidirezionale. Si riferisce soprattutto alle egemonie economiche ristrette e criptate, ossia nascoste. Ma noi dobbiamo e possiamo puntare alla democrazia delle relazioni digitali aperte e controllate dalla qualità delle relazioni democratiche locali e diffuse. Al pluralismo digitale che è glocale, non globalizzata e omogeneizzante. Ma non esiste solo questa dimensione. Nessuno di fatto si connette con il mondo. Come nel sistema postale e telefonico, nessuno si indirizza a tutti. Ossia paradossalmente ai sei miliardi di abitanti attuali del pianeta. Gli indirizzi sono sempre pochi e mirati. Ma pur essendo pochi e mirati, ognuno di essi non è sempre disgiunto e separato dagli altri. Alcuni di indirizzi (si potrebbe fare un equazione un po’ estrema in cui mail = vie/strade) e siti (intesi come rioni digitali, rispetto ai quartieri, rioni e paesi ambientali) si aggregano fra loro e costituiscono una geografia glocale della Web. Ossia dei Luoghi che non sono dotati di prossimità fisica, ma di prossimità relazionale. Una sorte di prossemica digitale. La connessione di vie e rioni in sistemi collegati fra loro da relazioni forti ( o comunque esplicabili), costituisce un luogo digitale articolato in fenomeni di comunicazione e zone di incontri di persone e materiali. Tale insieme di luoghi correlati è definibile come borghi digitali. I borghi digitali hanno proprie mappe concrete locali e una geografia di connessione digitale, per cui le distanze sono contemporaneamente fisiche e prossimità telematiche. Un modo per dotare la rete glocale di una luoghità di relazione (ma non la sola) è attivare una agorà-forum di telecomunicazione nella modalità di una radio glocale. Nella Repubblica Platone illustra in che modo, prima della Nascita della Polis in Grecia, si manifestasse il fenomeno delle sinoichìe, ossia delle banali aggregazioni di case, senza che queste costituissero città, ossia insieme coordinato e consapevole di entità plurale e pertanto con dotazione di comportamenti e forme di relazioni concordate e fiduciarie. La possibilità di avere aggregati casuali è molto alta. La Polis al contrario è l’esito di un progetto consapevole e di una gestione matura. La Polis non è solo un insieme esteso, ma è un’organizzazione socioambientale che si è dotata di strumenti per decidere e gestire in modo unitario e coordinato. Ciò sta accadendo anche nel socioambiente digitale. Ognuno [cioè ciascun utente di web o di sistema digitale-analogico interfacciabile in sistemi telecomunicativi] ha propri e-address, ossia mail e punti di connessione con persone e enti-famiglie con cui gestisce rapporti e relazioni. Oggi sempre più si affacciano anche altre modalità. Esse sono il considerare un sito digitale come luogo in cui trovare ed interagire con materiali e persone interessanti. Insomma si sta rafforzando la pratica della
  • 4. socialità glocale. Una socialità che sta, abita, vive, esprime un vissuto locale, ma non si chiude in una relazionalità localistica, pertanto usa mezzi che permettano di stare in luoghità dislocate e anche assai distanti. Usa i mezzi della socialità delle e-mail list, ma anche delle relazioni e appartenenze alle attività e stili espressi nei siti di propria riconoscibilità. Oggi sta affiorando un’altra e diversa socialità glocale, quella di radio che connettono e mettono a disposizione materiali comunicativi di più comunità distribuite in varie parti del pianeta. Questo strumento che si aggiunge è la radio glocale. La radio glocale presenta alcune caratteristiche particolari. Consente di mettere in un flusso comune più voci e comunicazioni che accettino di divenire polis radiofonica glocale, mettono insieme una pluralità di posizioni che hanno porte, accessi e strade telecomunicative che possono andare in tutto il pianeta, ma non in modo indifferenziato. Vanno dove c’è attesa e desiderio-voglia di connessione. Allora si forma una rete diversa che non copre indifferenziatamente e acriticamente il ‘mondo’, ma una rete di luoghi glocali dove si è espressa una voglia e un interesse a stare insieme a sentirsi insieme per ipotizzare e praticare una polis nuova, un polis proiettata al futuro che sa di avere nel proprio DNA l’agorà e il forum, ma gestisce il progetto che va oltre le banali sinoichìe delle voci e va nel coro consapevole e costruito di una possibile neoaggregazione sociale dapprima declinata in borghi digitali, ma sognando polieia governate da un logos connettivante e peripatetico per le autostrade dei bits e dei ponti radio.