Un powerpoint che spiega nel dettaglio il dialogo platonico scritto tra il 399 e il 388 a.C. riguardo il processo di Socrate.
Vengono analizzati i due filosofi e viene analizzato e suddiviso in 3 fasi il dialogo. L'apologia di socrate
4. • Nasce ad Atene nel 470 a.C.
• Non scrive (testimonianze di Aristofane,
Platone, Senofonte ed Aristotele)
• Fa uso del dialogo per la ricerca filosofica
• Non parteciperà alla vita politica attiva
• Viene processato e condannato a morte
nel 399 a.C.
• Nasce ad Atene nel 428 a.C.
• Fu discepolo di Socrate dai 20 anni
• Racconta di Socrate nel I periodo con gli
scritti giovanili
• Espone la sua dottrina con i miti
• Fa della politica il fine della sua filosofia
• Muore nel 437 a.C.
5. Socrate ci viene
narrato da Platone in
svariati scritti e
dialoghi, in
particolare ve ne
sono tre riguardanti
il processo e la
morte:
•
•
•
Dettaglio della Scuola di Atene,
rappresentante Platone e Aristotele di
Raffaello
6. La difesa di Socrate in prima
persona al proprio processo
Dilemma di Socrate di accettare
la morte o fuggire dal carcere
con gli amici
La morte del maestro raccontata
alla fine del dialogo
7. Scritta da Platone tra il 399 e il
388 a.C., viene riportata la
difesa di Socrate al suo
processo.
Viene esaltata la vita
consacrata alla ricerca
filosofica.
«La vita senza
esame è indegna
di uomo» (36)
8. Il dialogo in questione, può essere suddiviso in tre fasi:
9. Può essere suddivisa in tre fasi:
Tempio di Apollo a Delfi
«Cherofonte […] andato una
volta a Delfo […] osò
interrogare l’oracolo […], lo
interrogò se alcuno fosse piú
sapiente di me. Rispose la
Pizia: - Niuno essere piú
sapiente.-» (11)
Socrate dichiara che non lascerà mai il compito
affidatogli dalle divinità:
10. Viene recitato in seguito all'arringa di Meleto, pessimo poeta.
Socrate fa quindi uso dell’ironia, dichiara di essere rimasto stupefatto
dall'ars oratoria dell'accusa.
Ripete più volte di parlare alla buona perché conosce poco le logiche del
tribunale (ribadisce quindi di non essere mai stato chiamato a giudizio)
Punta gli occhi dei giudici sulle proprie doti e critica i sofisti, cui paragona
Meleto.
11. «E la piú strana cosa
è che non si possa
conoscere e dire loro
nomi, salvoché
qualche
comediografo» (7)
Socrate nella cesta nella commedia Le
nuvole di Aristofane. Stampa del XVI
secolo
Rappresentate ne Le nuvole di Aristofane
Socrate come: «uomo sapiente, che specula
su le cose celesti, che investiga i segreti di
sotterra, che le ragioni deboli fa apparire più
forti e questo va insegnando»
Socrate è consapevole che ciò lo potrebbe
far accusare di empietà, nega perciò tutto.
12. «[…]c’è alcuno che non creda esserci
cavalli, e cose cavalline sí? che non creda
esserci sonatori di flauto, e sonate di
flauto sí?[...] (22)
Socrate è accusato di:
• Corrompere i giovani
• Non riconoscere gli dei della
città e di introdurne di nuovi
(il daimon)
• Ma le persone rifuggono da chi apporta mali,
pertanto, Socrate non può insegnare il male
Fa cadere in contraddizione Meleto
• Ma è impossibile non credere agli dèi però
professarne alcuni
13. A Socrate non pesa il fatto che possa essere condannato, in quanto
teme solo di non vivere nel giusto.
Se fosse rilasciato a patto di non esercitare più la "filosofia", non
potrebbe accettare, in quanto starebbe contravvenendo agli ordini di
Apollo, vivrebbe in ingiustizia.
Aggiunge che non teme la morte, sarebbe una contraddizione dato
che sa di non sapere
Viene giudicato colpevole, 220 voti a favore e 280 contro
14. «Se mi devo dunque
assegnare quel che
merito, questo mi
assegno: vitto nel
Pritanéo.» (34)
Chiede di essere mantenuto
nel pritaneo, poi considera
il carcere e l’esilio.
Ma se è stato condannato
dal popolo che ama, si
domanda chi altro potrebbe
accoglierlo.
Suggerisce infine come
pena 30 mine d’argento.
15. secondo Diogene Laerzio (II, 42) Vi fu uno scarto
di altri 80 voti, pertanto 140 a
favore e 360 contro.
Viene quindi condannato a
morte.
Jacques-Philip-Joseph de Saint-Quentin,
La morte di Socrate (1762)
16. «[…]ed è come un
sonno allora che
dormendo non si
vede né anche
sogno niuno[…]»
(40)
Agli uomini buoni
possono solo accadere
cose buone, perciò, per
Socrate, la morte non
può che essere cosa
positiva.
17. Presenta la morte come due possibili
opzioni:
• Un sonno eterno senza sogni, senza
nessun sentimento
• La perigrazione da qui ad un altro
luogo, dove abitano tutti i morti.
Sostiene quindi non ci sia bene
migliore che poter conversare con
Museo e Orfeo e Esiodo e Omero.
Prega inoltre che i suoi figli
vengano castigati, tormentati e
svergognati come lui fece con
gli ateniesi.