2. FISSISMO E CREAZIONISMO
Fissismo
Teoria che sostiene l'invariabilità delle specie viventi
Creazionismo
Dottrina che ritiene le specie viventi opera della creazione
divina.
Michelangelo
La creazione
di Adamo
3. Carlo Linneo (1707-1778),
1751 pubblica la Philosophia botanica in
cui afferma:
«Si contano tante specie quante sono le
forme differenti create in principio».
Egli sosteneva la teoria della fissità della specie
Nel suo libro SYSTEMA NATURAE aveva
suddiviso tutti gli organismi fino ad allora
conosciuti in tante specie. Ma si rese conto che
per alcuni organismi era molto difficile stabilirne
la collocazione.
4. La gerarchia linneiana
• REGNO
• PHYLUM
• SUBPHYLUM
• CLASSE
• ORDINE
• FAMIGLIA
• GENERE
• SPECIE
• Animalia
• Chordata
• Vertebrata
• Mammalia
• Primates
• Hominidae
• Homo
• Homo sapiens
5. Non sempre era facile
distinguere una specie da
un’altra, perché vi erano
organismi con caratteristiche
atipiche, che rendevano
difficile la loro classificazione
Non sempre le
somiglianze aiutano:
basta pensare a
quanto un girino sia
diverso dalla rana o un
bruco dalla farfalla!
inoltre, c’era un altro problema….
6. I fossili
Lo studio dei fossili fu particolarmente
intenso tra la fine del XVII e l’inizio del
XIX secolo ed indicava chiaramente che
nel passato erano vissuti organismi
diversi da quelli attuali (mammut,
dinosauri…)
7. CATASTROFISMO
Georges Cuvier (1769-
1832) da una corretta
interpretazione dei
fossili:
resti di organismi
vissuti nel passato, che
in alcuni casi sono
simili ad organismi
ancora viventi
8. Scoprì che a strati
geologici diversi
corrispondono faune
differenti.
La discontinuità delle
faune è dovuta per
Cuvier a successive ed
improvvise catastrofi
Gli attuali esseri viventi sono i superstiti
dell’ultima catastrofe ( il Diluvio Universale)
9. Può darsi che con il passare del tempo
specie prima esistenti si fossero
“trasformate” in nuove specie?
Quali sono i meccanismi che stanno alla
base del processo”trasformazione”?
10. Si comincia a parlare di
EVOLUZIONE
con Jean Baptiste de
Lamarck (1744-1829)
Il suo modello
dell’evoluzione è basato su
due principi
L’uso e il disuso degli
organi e
L’eredità dei caratteri
acquisiti
11. EREDITARIETA’ DEI CARATTERI ACQUISITI
La causa della trasformazione evolutiva èLa causa della trasformazione evolutiva è
L’ADATTAMENTO ALL’AMBIENTEL’ADATTAMENTO ALL’AMBIENTE
Nel tentativo di sfruttare meglio le risorse,Nel tentativo di sfruttare meglio le risorse,
gli animali modificano progressivamente ilgli animali modificano progressivamente il
corpo USANDO o NON USANDO certi organicorpo USANDO o NON USANDO certi organi
l'impiego di un organo porta al suol'impiego di un organo porta al suo
sviluppo, il non uso porta all'atrofia fino allasviluppo, il non uso porta all'atrofia fino alla
sua scomparsa.sua scomparsa.
Le modificazioni acquisiteLe modificazioni acquisite
dai genitori diventanodai genitori diventano
ereditarie e trasmesse allaereditarie e trasmesse alla
prole.prole.
12. Charles Robert Darwin (1809-1882)
1825 Università di Edimburgo
studia medicina.
Abbandonata, studia teologia a
Cambridge e scopre la passione
per la natura e per la
paleontologia.
Laureato viene mandato sul
Beagle come naturalista.
Dopo 23 anni dal suo viaggio
pubblica:
“Sull’origine delle specie per selezione naturale”
13. A 22 anni, si imbarcò, in qualità di
naturalista, in un viaggio durato 5 anni di
circumnavigazione della Terra.
14. In Sudamerica (Patagonia) ritrovò fossili di
giganteschi insettivori estinti,alcuni molto
simili agli attuali, altri con caratteristiche
diverse.
Gliptodonte
Armadillo
15. Nell’Arcipelago delle Galapagos, fu colpito
dalla presenza di specie caratteristiche, nelle
diverse isole che pure erano molto vicine tra
di loro.
La fauna di queste
isole lo convinse
che le specie
animali sono
“plastiche” e
possono adattarsi
all’ambiente in tempi
relativamente brevi
18. Antenato Immigrato
alle Galapagos
Fringuello del cactus
Fringuello terrestre
Fringuello picchio
L’altra esperienza che portò Darwin alla comprensione del
meccanismo della selezione naturale fu l’osservazione della
speciazione e dell’adattamento avvenuto dai fringuelli e da
altre specie nelle isole Galapagos
19. Registrò la presenza di 14 specie di fringuelli, diverse per
alcuni caratteri, ciascuna vivente su un’isola diversa.
Inoltre questi fringuelli erano tipici delle Galapagos e
assomigliavano molto ad una specie vivente sul continente.
20. L’idea di Darwin partiva essenzialmente dalla
constatazione del modo in cui gli allevatori ottenevano le
diverse razze e varietà di piante e animali domestici
(selezione artificiale)
L’uomo opera
così una
selezione,
stabilendo lui
quale individui
far riprodurre!
22. Infine Darwin fu profondamente influenzato dalle idee
dell’economista Thomas Malthus il quale aveva messo in
evidenza come le popolazioni animali e umane, se non
limitate tendono a crescere geometricamente
50 giorni 50
giorni
50 giorni
Ogni specie ha una capacità
riproduttiva di gran lunga
superiore alle reali possibilità di
sopravvivenza per tutti gli
individui nati
23. Nel 1859 venne pubblicato il libro intitolato
“Sull’origine delle specie per selezione
naturale”
Nel testo veniva esposta
una teoria dell’evoluzione
della specie che scaturiva
dall’analisi minuziosa di
una grande quantità di dati
raccolti dall’autore in molti
anni di ricerche.
24. LA TEORIA DELL’ EVOLUZIONE
Tutti gli organismi tendono ad
accrescersi in progressione
geometrica
In ogni generazione, però, il numero
degli individui di una specie rimane
costante
Quindi deve esserci una lotta per la
sopravvivenza
25. Entro ogni specie esistono variazioni
individuali (che possono essere ereditate)
Alcune variazioni sono favorevoli a un
organismo in un determinato ambiente e
lo aiutano a sopravvivere e a riprodursi
abbondantemente. Le variazioni
favorevoli vengono trasmesse alla
discendenza
Col passare del tempo si producono
differenze notevoli, alla fine nuove specie
si evolvono da quelle preesistenti
LA TEORIA DELL’ EVOLUZIONE
26. In seguito a cambiamenti
climatici (o a competizione con
altre specie o individui) la
vegetazione è più alta da
raggiungere
Gli individui col collo lungo
lasciano più figli
Il processo si ripete
La popolazione è polimorfica. Non
ci sono particolari vantaggi per i
colli più o meno lunghi
27. La selezione naturale
Riflettendo sulla selezione naturale,
Darwin identificò nella lotta per la
sopravvivenza il meccanismo principale
con cui si esercita la selezione naturale.
“Nella lotta per l’esistenza la natura
selezione i più adatti all’ambiente e
consente solo ad essi di riprodursi e di
trasmettere ai discendenti le proprie
caratteristiche”
28. La selezione naturale
Una coppia di conigli, che vive ai margini di un
bosco, ha da poco dato alla luce dei coniglietti:
alcuni di questi hanno il pelo bianco e altri
marrone.
Tutti i conigli
cercano di
sopravvivere
utilizzando le
risorse naturali
presenti (acqua,
aria, cibo, luce…).
Ma…
29. In questo ambiente il falco riesce più
facilmente a catturare i conigli con il
pelo bianco o quelli con il pelo
marrone? Sapresti dire perché?
30. I conigli dal pelo marrone sono
meglio mimetizzati nell’ambiente!
Sono cioè meglio adattati
31. … e in un ambiente di alta
montagna con nevi perenni…?
32. Selezione naturale in atto
Il primo caso osservato di selezione
naturale in atto è quello relativo al
melanismo industriale nelle farfalle della
specie Biston betularia
33. Nel 1845 fu trovata, per la prima volta, una
farfalla della stessa specie ma scura,
comparsa evidentemente per una
mutazione.
Le farfalle
nere erano
generalmen
te poco
frequenti
perchè più
predate
34. In seguito alla
rivoluzione industriale
alberi e strutture
dell’Inghilterra
centrale vennero
annerite
nel 1895 le farfalle
nere erano il 98%
della popolazione
37. Le prove dell’evoluzione
L’embriologia comparata
Lo sviluppo
embrionale ha stadi
molto simili tra loro
in tutti i vertebrati,
dai pesci ai rettili,
dai mammiferi agli
uccelli.
38. Le prove dell’evoluzione
La paleontologia
L’esame dei fossili
dimostra in modo
inequivocabile che gli
organismi sono
cambiati con il passare
del tempo.
39. Tutti gli organismi viventi hanno la stessa
fondamentale struttura cellulare
Le prove dell’evoluzione
40.
41. La biologia molecolare
Le prove dell’evoluzione
Tutte le cellule, da
quelle batteriche a
quelle umane, hanno
nel DNA le istruzioni
che regolano i processi
vitali e tutte usano lo
stesso insieme di
regole per trasformare
queste istruzioni in
proteine.
42. TEORIA
DELL’EVOLUZIONE
• Darwin non seppe spiegare il meccanismo
che spiegava la trasmissione dei
caratteri ereditari ereditari da
generazione a generazione
• perché le caratteristiche genetiche non
si mescolano ma scompaiono e
riappaiono nelle generazioni successive
• come si originano le variazioni per la
selezione naturale
Per oltre 2000 anni il pensiero scientifico è stato dominato da una concezione detta FISSISMO o CREAZIONISMO.
Secondo questa teoria ogni specie esistente è stata creata da Dio e, col passare del tempo, è rimasta immutata, perciò ciascun organismo appartiene ad una ben precisa specie dalla sua creazione.
Questa teoria aveva molti seguaci e si rifaceva alla tradizione biblica della creazione.
IN QUESTO AMBITO si sviluppano le idee di LiNNEO che introduce per la prima volta il concetto di SPECIE.
Questo concetto di specie è inteso come unità della creazione, fissa nel tempo, derivato da un’interpretazione letterale della Genesi, e fu ampiamente condiviso dal mondo scientifico del ’700.
Non sempre era facile distinguere una specie da un’altra, perché vi erano organismi con caratteristiche atipiche, che rendevano difficile la loro classificazione.
Nel Systema naturae Linneo suddivide i viventi in categorie sistematiche o taxa. Questo sistema di classificazione è tutt’ora utilizzato da zoologi e botanici per identificare gli organismi viventi.
La categoria più ampia è il regno (che può essere animale o vegetale), la categoria minore è la specie, costituita da organismi tutti somiglianti tra loro e capaci di procreare figli simili ai genitori e interfecondi.
Esempi di NOMENCLATURA BINOMIA: Canis familiaris, Canis lupus e Canis Latrans (cane domestico, lupo e coyote).
Perché Linneo scelse il latino?
La classificazione che effettua Linneo è basata su elementi obiettivamente riscontrabili nella forma e nella struttura degli organismi in studio.
Secondo la teoria della fissità della specie ogni specie esistente è stata creata da Dio e, col passare del tempo, è rimasta immutata, perciò ciascun organismo appartiene ad una ben precisa specie.
Questa teoria aveva molti seguaci e si rifaceva alla tradizione biblica della creazione.
Ma ecco che gli scienziati si trovarono di fonte ad un nuovo problema…
I fossili
Già ai tempi dei Greci erano sorti dubbi sull’immutabilità della specie. Aristotele sosteneva che i resti di animali e piante pietrificate trovate erano il risultato di “forze formative” insita nelle rocce.
Nel 1500 si riteneva che i crani e gli scheletri paurosi rinvenuti nelle rocce erano opera di spiriti sotterranei e malevoli, quindi “scherzi della natura” fatti per confondere la mente.
Con Cuvier il sistema classificatorio impostato da Linneo per gli animali venne maggiormente articolato, con riferimento soprattutto all’anatomia interna . scoprì che a strati geologici diversi corrispondono faune differenti, tanto più diversificate dalle attuali quanto più gli strati sono profondi e lontani nel tempo.
Ma non si distaccò dalle idee Fissiste…
…e per spiegare in chiave fissista l’esistenza di creatura del passato diverse da quelle attuali, perfezionò la teoria della catastrofi.
Alla fine del ’700 gli studiosi cominciarono a porsi domande …..
Lamarck fu il primo a convincersi dell’esistenza di una discendenza fra organismi fossili e organismi viventi e formulò un modello dell’evoluzione basato su due principi
L’uso e il disuso degli organi e
L’eredità dei caratteri acquisiti
La sua teoria evoluzionistica anche se sbagliata è importante perché costituisce un impportante punto di rottura con il creazionismo
EREDITARIETa’ DEI CARATTERI ACQUISITI: il classico esempio del collo della giraffa, la giraffa attuale deriverebbe da antenati a collo normale . Quando l’erba di cui si nutrivano cominciò a scarseggiare per la siccità, iniziarono a brucare le foglie deli alberi fatto che le obbligava ad allungare il collo. Ciò induceva il collo ad allungarsi ad ogni generazione successiva, tanto che le giraffe attuali hanno ereditato la somma dei numerosi allungamenti del collo verificatesi nelle generazioni precedenti.
Questa ipotesi interessò molti scienziati,ma non è dimostrabile che le caratteristiche acquisite nel corso della vita sono ereditabili. (i figli degli atleti non nascono muscolosi, i cani con coda mozzata non fanno cagnolini senza coda)
Darwin è stato il primo a formulare una teoria evolutiva suffragata da prove scientifiche.
Ma analizziamo le tappe che lo hanno portato alla sua teoria.
Durante il viaggio ebbe modo di fare osservazioni di fondamentale importanza e di raccogliere molto materiale.
In Cile fu testimone di un terremoto catastrofico che modificò il paesaggio. Questo accadimento, lo convinse che la crosta del pianeta è tutt’altro che stabile.
Fu colpito dalla somiglianza dei mammiferi fossili sud americani con i mammiferi che vivevano nella pampa e dal modo nel quale specie molto simili si sostituivano l’una all’altra, con il mutare della latitudine.
Ognuna delle isole aveva (ha) una flora e una fauna molto particolare, diverse fra loro e anche da quelle presenti sul vicino continente sud-americano (pur mostrando una stretta parentela con questa).
Strane lucertole si erano differenziate in due specie: una adattata alla vita acquatica ( zampe palmate atte al nuoto) l’altra, adattata alla vita terrestre a brucare le piante spinose delle isole.
Le tartarughe giganti terrestri si sono adattate a mangiare le foglie degli arbusti e l’erba con evidenti cambiamenti morfologici del carapace.
Inoltre, hanno lo scudo dorsale a forma caratteristica in ciascuna isola, tanto che vedendone una si poteva stabilire da che isola provenisse.
Fra gli uccelli dell’arcipelago, Darwin studiò i fringuelli. Ogni specie si mostrava adattata alle condizioni ambientali.
In isole aride con piante a semi duri i fringuelli mostravano becchi forti e robusti, in altre con piante arboree i becchi erano lunghi e sottili, in altre isole verdeggianti avevano becchi meno sottili.
Gli sembrò plausibile che tutti questi fringuelli fossero discendenti di una qualche colonia venuta dal continente e che poi avessero subito modificazioni indipendenti e particolari in ogni isola, adattandosi alle diverse condizioni offerte dall’ambiente.
D. Conosceva la pratiche con cui gli allevatori riescono a modificare le caratteristiche delle specie domestiche.
La selezione è possibile solo se gli individui di partenza sono diversi tra loro.
L’allevatore sceglie seleziona gli individui con le caratteristiche utili più sviluppate, facendoli incrociare tra loro.
Ripetendo la selezione per alcune generazioni, si ottengono individui con le caratteristiche volute.!
Da una coppia di topi che si riproducono anche 8 volte l’anno, generando in media nidiate di 6 topolini, (in grado di raggiungere la maturità sessuale e quindi la capacità di riprodursi a loro volta a 2 mesi) in un anno potrebbe discendere una popolazione di 70 000 individui!
Ogni specie ha una capacità riproduttiva di gran lunga superiore alle reali possibilità di sopravvivenza per tutti gli individui nati.
Le risorse naturali disponibili sono insufficienti a soddisfare le esigenze di tutti gli organismi che nascono, perciò solo alcuni di essi (una netta minoranza) riescono a sopravvivere.
Darwin chiamò lotta per la sopravvivenza la continua e accanita lotta tra gli organismi per mantenersi in vita.
segnò la sua conversione dall’ortodossia del fissismo alla consapevolezza che le specie variano nel tempo e nello spazio e nuove specie possono continuamente comparire.
Per tornare all’esempio della giraffa, D. non prevede nessuno sforzo per tendere il collo da parte degli antenati di questo animale. Fra di loro, nascevano individui col collo di lunghezza diversa, ma solo quelli che riuscivano a raggiungere i rami ancora provvisti di fogliame da brucare potevano sopravvivere e lasciare prole, che comunque era polimorfa. Nello spazio di numerose generazioni questo meccanismo selettivo, avrebbe portato gradualmente, alle giraffe attuali con il collo lungo.
Ogni specie ha una capacità riproduttiva di gran lunga superiore alle reali possibilità di sopravvivenza per tutti gli individui nati.
Secondo Darwin ciò è dovuto al fatto che…
Le risorse naturali disponibili sono insufficienti a soddisfare le esigenze di tutti gli organismi che nascono, perciò solo alcuni di essi (una netta minoranza) riescono a sopravvivere.
Ma quali sono gli organismi che sopravvivono e quali quelli che muoiono prima che possano riprodursi?
Darwin chiamò lotta per la sopravvivenza la continua e accanita lotta tra gli organismi per mantenersi in vita.
Per Darwin sopravvive il “più adatto” all’ambiente in cui vive, che non è necessariamente il più forte.
Vediamo un esempio.
La selezione naturale agisce continuamente ma per poter apprezzare i cambiamenti occorre molto tempo.
Tuttavia, alcuni organismi, la cui vita è molto breve, si prestano meglio all’osservazione del succedersi di molte generazioni in poco tempo.
L’esempio classico è quello della Biston betularia, una farfalla molto comune nelle campagne inglesi.
tanto che nel 1895 erano il 98% della popolazione.
A che cosa era dovuto questo fatto?
La rivoluzione industriale aveva cambiato l’ambiente! La fuliggine delle fabbriche di carbone si era depositata sui rami di betulla rendendoli scuri e così le farfalle scure si mimetizzavano meglio.
L’Anatomia comparata confronta strutture anatomiche appartenenti a organismi diversi;
Prendiamo in esame l’arto anteriore di animali appartenenti a quattro specie diverse di mammiferi (un pipistrello, una balena, un cavallo e un uomo), non possiamo fare a meno di constatare come questo sia composto essenzialmente dalle stesse ossa (omero, ulna, radio, carpo, metacarpo e falangi), che, variamente sviluppate, si adattano perfettamente a scopi diversi: il nuoto nella balena, il volo nel pipistrello, la deambulazione nel cavallo e la prensione nell’uomo.Tutto ciò può essere spiegato presupponendo che i quattro animali presi in considerazione si siano evoluti partendo da un antenato comune i cui arti anteriori avevano tale struttura.
l’embriologia comparata confronta dello sviluppo embrionale di organismi diversi.
Se si esaminano gli embrioni di alcuni vertebrati, non si può fare a meno di notare una somiglianza che tende a decrescere con il progredire dello sviluppo e che è tanto più evidente quanto più le specie sono imparentate. Per esempio, negli stadi precoci degli embrioni mostrati nella figura, sono presenti cinque fessure branchiali che nei pesci daranno vita alle branchie vere e proprie,mentre nei vertebrati terrestri daranno origine ad altri organi come le ghiandole paratiroidi e il timo.
Anche queste somiglianze sono fatte risalire dalla teoria dell’evoluzione a una comune discendenza di tutti i vertebrati da un comune antenato pisciforme.
Le serie paleontologiche ossia la sequenza fossile, mostrano che i rappresentanti più antichi del gruppo, spesso molto diversi dagli attuali, si sono gradualmente trasformate nelle specie viventi del gruppo.
La serie molto famosa dei “cavalli” fossili rapresentata in figura è relativa agli ultimi 60 milioni di anni. Gli antenati più antichi del cavallo erano gli eoippi grandi come un cane e con zampe munite di 4 dita; da essi sono nati i mesoippi poco più grandi e con zampe a tre dita; merichippi di forma più chiaramente equina e con zampe a tre dita due delle quali in via di riduzione; i pliohippi e poi i cavalli (genere Equus) con forma e dimensioni dei rappresentanti attuali, che l’uomo ha selezionato ottenendo varie razze.
Oggi sappiamo che tutti gli organismi hanno nel DNA (alcuni nell’RNA) il codice della vita.
Tutti gli organismi viventi sono costituiti fondamentalmente da proteine che, a loro volta, sono formate da circa 20 aminoacidi.
Gli elementi essenziali per la vita: carbonio, ossigeno, azoto, fosforo e zolfo, sono comuni a tutti gli esseri viventi.
Ciò che Darwin aveva sostenuto, ovvero che tutte le forme di vita sono legate fra loro in quanto discendenti da “una qualche forma primordiale”, ha trovato una ulteriore conferma nell’universalità del DNA e del codice genetico. Tutte le cellule, infatti, da quelle batteriche a quelle umane, hanno inscritto nel DNA le istruzioni che regolano i loro processi vitali e tutte usano lo stesso insieme di regole per trasformare queste istruzioni in proteine.