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IO SONO COSI’ E PER QUESTO
CHIEDO SCUSA AL MONDO
TENTATIVO SEMISERIO DI DARE
UNA SPIEGAZIONE
ALL’IMBRANATAGGINE NEI
RAPPORTI CON GLI ALTRI UMANI
di IVA ZIGGHYOVA MARTINI
Tutto, per me, è da ricercarsi nella difficoltà
di comunicazione,dunque è bene chiarire cosa
sia questa preziosa funzione spesso causa
di:“atroci sofferenze”,”dilemmi” e “caos nella
linea cuore-testa”…
Questo concetto è tanto geniale
quanto di semplice intuizione…
E’ IL PRIMO ASSIOMA DELLA PRAGMATICA
DELLA COMUNICAZIONE UMANA!
Ebbene sì,quest’uomo ci ha rivelato
una verità inconfutabile in questa
valle di incertezze …
http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Watzlawick
Non c’è che dire nel 2007 il mondo ha perso una mente
eccelsa!
A Palo Alto (Contea di Santa Clara, nella San Francisco
Bay, California) furono definiti i 5 assiomi della
comunicazione e la compagnia era davvero ottima al
Mental Research Institute : Gregory Bateson, Paul
Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson.
http://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_di_Palo_Alto
QUANTO AVREI VOLUTO
ESSERE QUI
IN QUEGLI ANNI!
Ma insomma quali sono i 5 assiomi della pragmatica
comunicativa e soprattutto dove va ricercata la
difficolta’ a interagire in maniera efficace e
propositiva tra gli umani?
ECCOLI I MAGNIFICI CINQUE !
MA ANDIAMO CON ORDINE E ANALIZZIAMOLI UNO AD UNO…
In epistemologia, un
assioma è una
proposizione o un
principio che viene
assunto come vero perché
ritenuto evidente o perché
fornisce il punto di
partenza di un quadro
teorico di riferimento.
1° ASSIOMA: (lo ho già introdotto)
NON SI PUO’ NON COMUNICARE
Eh sì,anche se ci mettiamo di impegno non si sfugge:qualcosa la
comunichiamo sempre,siamo animaletti intrepretativi!
Non rispondiamo ai messaggi?Voltiamo le spalle?Abbassiamo gli occhi?Non ci
pronunciamo su quanto ci viene chiesto? EBBENE IL MESSAGGIO CHE
ARRIVA E’ “NON VOGLIO/NON POSSO COMUNICARE CON TE.
Le motivazioni possono essere molteplici: mi sei antipatico/a, non ho voglia di
parlare, ho paura di te,mi metti soggezione, sono timido/a,sono
arrabbiato/a,non mi sento bene,sono troppo emozionato/a,sono cinico/a,sono
annoiato/a,sto scherzando.
IN QUESTO CASO IO CAPISCO CHE NON VUOI O NON PUOI
RELAZIONARTI MA IL MOTIVO LO POSSO SOLO DEDURRE E NON
E’ DETTO CHE CI AZZECCHI E TI DIA DI CONSEGUENZA UN FEED-
BACK CONGRUO.
“…poiché ogni nostra emanazione o comportamento risulta in qualche modo
essere un messaggio che il nostro interlocutore riceve, decodifica ed interpreta
secondo la sue capacità di comprensione, coerentemente con le proprie
esperienze, convinzioni e valori”. (cit. P. W)
Per esemplificare meglio la comprensione di questo primo
assioma, rifletto sull’effetto che fa su di me la non-comunicazione,
per esempio quando mando una mail,un sms o telefono a qualcuno
che per un qualsivoglia motivo non mi risponde,raramente penso
che egli sia così occupato da non avere la possibilità di
rispondermi, molto spesso interpreto il suo comportamento come
una mancanza di rispetto ed un segno di indifferenza, se non di
ostilità, nei miei confronti.
La sua non-risposta di fatto diventa una riposta altisonante che ha
il potere di far contattare la mia parte emozionale ferita con quella
che io percepisco come indifferenza e conseguentemente di
condizionare la mia reazione che il piu’ delle volte è di
allontanamento.
Molto probabilmente, dopo quella mancata risposta, la mia
disponibilità si modifica negativamente e di conseguenza anche la
qualità della mia relazione viene ridotta.
Orbene,questo è l’inghippo:so che non vuoi/non puoi
relazionarti ma quello che mi manda in crisi profonda è:
perche’?.
A questo punto il mio cervello inizia a fare tutta una serie di
ipotesi,congetture e pseudo-verifiche del tutto soggettive e
accidentali che hanno come unico risultato un bel gran mal di
testa,a volte nausea associata a bruciore di stomaco e una
confusione ancora maggiore!
Le risposte che do’ diventano sempre meno obiettive e dunque
tendono a minacciare maggiormente la mia integrità emotiva.
’
A SCELTA
Lo so Mario direbbe:”Tutte pippe mentali le tue!” e forse ha
ragione se consideriamo un evento isolato ma proviamo a
moltiplicarlo per infinite volte e infinite persone,ragionando
sulla legge dei grandi numeri
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_dei_grandi_numeri
beh indubbiamente il discorso cambia…
MARIO RICORDA:L’ASSENZA E’
TALORA LA PIU’ GRANDE
DELLE PRESENZE…
Quest’uomo non
so chi sia ma l’ho
messo perché
assomiglia a
Mario…
SAREBBE MEGLIO SE DALLA MIA BOCCUCCIA
USCISSE LA FATIDICA FRASE:”Posso chiederti perche’
non mi rispondi?”
Sembra facile (a parole) ma non lo faccio quasi mai per tutta una
serie di motivi:
- FALSO ORGOGLIO;
-PAURA DI UN ULTERIORE
RIFIUTO;
-DISINTERESSE;
-MANCANZA DI TEMPO;
-TIMIDEZZA;
-DISTURBI FISICI DI VARIO
TIPO;
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Questa
secondo me è
la faccia di
una
orgogliosa…
Questo primo assioma rientra tra quelli del"non“,gli altri due
sono:
"Non si può non interpretare“(l’uomo animaletto euristico!)
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prof.Pfanner)"
In base alla decodifica del messaggio si possono avere tre tipi
di risposte:
CONFERMA: ESISTI-SEI QUELLO CHE DICI- MI PIACE
QUELLO CHE DICI
RIFIUTO: ESISTI-NON SEI QUELLO CHE DICI-
NON ACCETTO QUELLO CHE DICI
DISCONFERMA-NON ESISTI-NON HA NESSUNA
IMPORTANZA CIO’ CHE DICI-NON HA NESSUNA
IMPORTANZA CIO’ CHE SEI
http://it.wikipedia.org/wiki/Euristica#L.27Euristica_nella_psicologia
2° ASSIOMA: OGNI COMUNICAZIONE
HA UN ASPETTO DI CONTENUTO E UN
ASPETTO DI RELAZIONE, IN MODO
CHE IL SECONDO CLASSIFICA IL
PRIMO
DUNQUE QUESTO ASSIOMA IN PAROLE POVERE DICE CHE
COME NELLA REALTA’ ESISTE UN CONTENUTO E UN
CONTENITORE (concetto questo che si acquisisce intorno ai 18 mesi di
età, a Piaget piacendo!)
ANCHE A LIVELLO DI COMUNICAZIONE C’E’ UN CONTENUTO
E UNA FORMA
- CONTENTO=MESSAGGIO OBIETTIVO CHE SI VUOL
TRASMETTERE;
- FORMA=STILE E QUALITA’ DELLA RELAZIONE CON CUI IL
MESSAGGIO VIENE VEICOLATO
Ma Paul Watzlawick va oltre e sottolinea che “ i due elementi (contenuto e forma)
“non hanno un rapporto lineare, ma uno di essi è preponderante
sull’altro”. Nella comunicazione, il contenitore, ovvero la qualità della relazione,
è molto più determinante ed influenzante per la percezione del contenuto che
non il messaggio in se stesso. Pertanto una buona relazione permette che possano
transitare ed essere accolti anche contenuti oggettivi di difficile accettazione,
mentre una cattiva relazione può costituire un ostacolo per il ricevimento di
contenuti più semplici e scontati.”
Ad esempio se dico “scemo” ad un amico in
una situazione di convivialita’ lui
probabilmente non si offendera’ ma se lo dico
a un conoscente in un ambito quanto meno
neutro rischio come minimo due cazzotti!
Oppure se aperta la finestra vedo che fuori
piove e dico “Mazza oggi che sole, spacca le
pietre!” chi mi ascolta capirà (a meno che non
sia proprio un po’ rigidino/a a livello mentale)
che sto facendo dell’ironia.
Quindi, se si giocasse alla morra:STILE BATTE
CONTENUTO OGGETTIVO!
E QUI CASCA L’ASINO…
“Perche’ ?”Diranno i miei piccoli lettori,perché io ho un’iperinvestimento
nell’utilizzo dello stile ironico a cui si associa l’utilizzo di parole a bassa
frequenza d’uso,talora arcaiche,neologismi,citazioni in latino o greco antico e
quando mi gira pure onomatopee.
Ora che l’ironia sia indubbiamente indice di una mente non letargica e come
sostiene R.Gary ,da non confondere con Ridgway Gary.il serial Killer: “consista
in una dichiarazione di dignità,un'affermazione della superiorità dell'uomo su
cio' che gli capita“ è sacrosanta verita’ ma c’è un limite a tutto,il troppo stroppia!
SCUSA, POSSO AIUTARTI ?
Ma che cosa è l’ironia?
Etimologicamente deriva dal greco “eironeía “(dissimulazione,
finzione). Inaugurata da Socrate come strategia maieutica (il
chiedere per sapere, l'interrogare conoscendo già la risposta),
studiata da Kierkegaard e da Jankélevitch,l’ ironia è un
atteggiamento verso il mondo che può diventare uno stile di vita, un
modo autocontrollato e lucido della ricerca della verità.OH
BENE,BENONE,NE SONO FIERA! MA CONTINUATE A
LEGGERE…
In retorica, l'ironia è una figura particolarmente sfuggente e
complessa. Il suo paradosso consiste nel fatto che per funzionare
deve essere riconoscibile ma se è troppo scoperta perde
di efficacia e si avvicina all'amarezza del sarcasmo: il discorso
ironico si gioca quindi tra riconoscibilità e leggerezza.
EBBENE SI’ LO AMMETTO: A ME MANCA
L’EQUILIBRIO TRA LA MANIFESTAZIONE E LA
DELICATEZZA PER CUI OLTREPASSO SPESSO LA
LINEA DI CONFINE E DIVENTO SARCASTICA CON LE
CONSEGUENZE CHE POTETE IMMAGINARE!
3° ASSIOMA :LA PUNTEGGIATURA CONDIZIONA
IL SIGNIFICATO DELLA COMUNICAZIONE
E’ la punteggiatura che mi permette di differenziare la natura dello scambio
che ho con un’altra persona e di definire i ruoli entro modelli di interazione più
o meno convenzionali (più o meno appunto…).
Il mitico Watzlawick amava fare l’esempio della cavia da laboratorio che dice:
“Ho addestrato bene il mio sperimentatore ,ogni volta che io premo la leva lui
mi dà da mangiare!”(non so se a questo punto Pavlov,quello che adorava la
saliva dei cani, si sia rigirato nella tomba o si sia fatto una bella risata!)
http://it.wikipedia.org/wiki/Ivan_Pavlov
LUI E’ PETR
I L CANE LUPO
CECOSLOVACCO DI
PAVLOV CHE NON NE
PUO’ PIU’ DI
SPUTAZZARE E STA
CORRENDO VERSO LA
LIBERTA’!
Però,non tergiversiamo e torniamo a noi e al terzo
assioma. Allora,abbiamo detto (anzi scritto) che gli scambi
comunicativi si organizzano come se seguissero una sorta
di punteggiatura. E non si deve dare per scontato che la
lettura sia stessa tra due persone.
Per esempio, sarà capitato anche a voi di “rimbrottare” qualcuno perché troppo musone e
questo qualcuno avrà pensato “ma se tu continui a rinfacciarmi che sono chiuso/a io lo
sarò sempre di più”.
-VOI “ SEI PEGGIO DI UNA MUMMIA ERGO TI SCUOTO UN PO’ ANCHE
BRUSCAMENTE”;
-LUI/LEI “ MA SE MI TRATTI COSI’ IO PER FORZA METTO IL MUSO!”
DELLA SERIE: CHI LA VEDE COTTA E CHI LA VEDE CRUDA!
E’ l’ottica differente che diamo allo stesso episodio a
innescare tutta una serie di difficolta’ a gestire
efficacemente i punti,le virgole,i punti e virgola della
comunicazione. E TUTTO CIO’ PUO’ ESSERE
CAUSA DI FRAINTENDIMENTI FATALI!
4° ASSIOMA:COMUNICHIAMO CON IL MODULO
ANALOGICO E CON IL MODULO NUMERICO
LINGUAGGIO ANALOGICO = “Tutto ciò che le parole non
dicono”
QUINDI QUELLO CHE VIENE MANIFESTATO
ATTRAVERSO: I GESTI,LA MIMICA,LA PROSSEMICA,LA
PROSODIA,L’ATTEGGIAMENTO,IL VESTIARIO (e qui è
d’uopo esclamare “L’abito purtroppo può fare il monaco!”)…
Per rinfrescarvi le idee nel link sottostante troverete
un semplice “test” attraverso il quale potrete
verificare quanto riuscite a decodificare il linguaggio
extraverbale,provate!
http://www.psicologi-
psicoterapeuti.it/psychofun/quiz/corpo/
Ho trovato interessante, nel sito www.ipermind, l’ articolo, che riporto per intero, in cui
vengono elencate le cose da non fare al fine di instaurare e mantenere interazioni sociali
efficaci.
ECCO I 9 ERRORI DA EVITARE
1. Tenere il contatto oculare troppo a lungo o troppo poco.
Mantenere un buon contatto oculare è indice di rispetto e interesse in ciò che gli altri
dicono. Tenere il contatto oculare per troppo tempo può far sentire le altre persone a
disagio, al punto che potrebbero cominciare a chiedersi “avrò qualcosa tra i denti o una
gocciolina che pende dal naso?”.
E questa si suppone non sia la tua intenzione
Guardare poco negli occhi può farti apparire
invece poco interessato alla persona o a quello
che sta dicendo. In genere chi tende ad evitare
il contatto oculare può essere percepito come
poco sincero o insicuro.
Inoltre, un cambiamento fisiologico che puoi
notare quando il tuo interlocutore è interessato
è che le sue pupille subiranno una dilatazione,
questo è un indizio che i venditori di tutto
il mondo conoscono bene.
2. Irrigidire le spalle.
La postura ideale per una buona comunicazione è rilassata. Quando ti senti teso è
più facile irrigidire le spalle e i muscoli in generale e ciò renderà visibile la tua
ansia e il tuo nervosismo. Comincia ad osservare il tipo di postura che tieni
quando ti trovi a interagire con qualcuno.
Tieni la schiena dritta o stai un po’ curvo in avanti? In che posizione stai quando ti
senti sotto pressione? Come stai quando ti senti triste o sconsolato? Il primo
passo per migliorare il proprio linguaggio non verbale consiste nell’auto-
osservazione.
3. Tenere la testa bassa.
La posizione della testa può trasmettere il grado di fiducia che hai in te stesso. Tenere
la testa alta non solo ti farà percepire più fiducioso ma, per via della stretta
connessione tra postura e stato emotivo, contribuirà anche a farti sentire in tal modo.
Inoltre questa posizione ti aiuterà a essere preso più sul serio conferendoti maggiore
autorità.
Per trasmettere invece sensazioni di amichevolezza e
dolcezza un trucco poco conosciuto è quello
di inclinare la testa giusto un pochino
su un lato mentre stai ascoltando.
Questa pozione ricorda infatti quella dei cuccioli.
E si sa quali sensazioni questi trasmettono.
4. Incrociare le braccia.
Le braccia possono essere viste come la porta d’ingresso del corpo e del sé. Anche
se non tutte le volte che incroci le braccia lo fai per chiusura, ricorda che quando
sono incrociate possono rappresentare uno scudo difensivo che tiene fuori il resto
del mondo.
Una versione estrema che può indicare ulteriore ostilità è caratterizzata dalle braccia
molto strette con le mani che si chiudono a pugno. Quando sei teso e ti accorgi che
stai assumendo questa posizione sciogli le mani e dai una leggere scrollata alle
braccia.
5. Dondolare le gambe.
Le gambe sono la parte del corpo più difficile da controllare consciamente della
nostra comunicazione non verbale. Tendiamo a muovere le gambe molto più
del normale quando siamo nervosi, stressati o agitati. Il messaggio che stai
mandando quando agiti ritmicamente le gambe è chiaro, “sono ansioso e non
riesco a stare fermo”. Quindi la cosa migliore che puoi fare e di tenerle più
immobili possibile in molte situazioni, specialmente negli incontri lavorativi.
VALE
ANCHE PER
LE ZAMPE…
6. Gesticolare velocemente.
I gesti delle mani sono così numerosi che è difficile dare una breve guida.
Invece di agitare continuamente le mani mentre stai parlando, prova ad usare i
gesti delle mani per enfatizzare quello che stai dicendo, questo ti farà apparire
più sicuro in quello che stai dicendo e sembrerai più spontaneo. Per agevolarti
in questo puoi usare dei movimenti illustrativi.
NEL LINK SOTTO TROVATE LA DESCRIZIONE DI QUESTI
ULTIMI E NON SOLO!
http://webssis.uniba.it/ssis/download/bandi/MATERIALE%20FORMAZIONE%20ON%20LI
NE%20CORSO%20M%20Z%20SEDE%20LECCE%20PROFSSA%20BOSNA%20SOSTEGNO%20
400H%20II%20EDIZIONE%20AA%202008%202009.PDF
7. Non tenere le distanze e essere invadente.
La distanza dagli altri è cruciale se vuoi mandare i giusti segnali. Se
stai molto vicino potrai essere etichettato come “aggressivo” o
“invadente”. Se stai molto lontano potrai sembrare “distaccato” o
“freddo”. Nota anche se ti avvicini molto a qualcuno se questa
persona si allontana, se è così probabilmente sei entrato troppo nella
sua zona di comfort.
MANNAGGIA ALLA PROSSEMICA ,
QUELLA MI FREGA SEMPRE,
VISTO CHE LA MIA ZONA PROSSIMALE
RIENTRA NEL RANGE DI QUELLA CHE,
PER LA MAGGIOR PARTE
DEGLI UMANI,
E’ LA PUBBLICA
DUNQUE TALORA POSSO ESSERE
PERCEPITA
COME UN
PO’ “SNOBBOSA”!  PERSONAL SPACEhttp://it.wikipedia.org/wiki/Prossemica
8. Ignorare il contatto fisico.
Noi comunichiamo anche attraverso il tatto. Pensa al
messaggio che dai con i seguenti gesti: una stretta di mano
ferma, un timido tocco sulla spalla per richiamare
l’attenzione, un rassicurante colpetto sulla schiena…
PRATICAMENTE LA
MIA ESPRESSIONE
DOPO UNA STRETTA
DI MANO!
9. Scarsa mimica facciale.
L’espressione delle emozioni è veloce e può succedere a volte di perdersi un
messaggio. Alcune mimiche sono estremamente rapide, durano una frazione di
secondo e prendono il nome di microespressioni. Quindi può essere utile per
rimarcare un’emozione enfatizzare la mimica. facciale appropriata.
Senza esagerare poiché anche le macroespressioni emotive (che durano
intorno ai 3-4 secondi) se protratte per un tempo superiore ai 5 secondi
saltano all’occhio perché tendono ad essere interpretate come espressioni
non autentiche di un’emozione.
IO POTREI GIOCARE
A CARTE E VINCEREI
SEMPRE…
RIASSUMENDO…
.
E’ fondamentale ricordare che quello che diciamo è molto meno
importante di come lo diciamo. E che quando parliamo con le
persone sono gli aspetti non verbali a determinare ciò che
susciteremo in loro.
Se parlo con una persona e verbalizzo:”Sì,quello che dici mi interessa
molto!”ma guardo ogni tre nanosecondi l’orologio il mio
intelocutore a quale canale comunicativo crederà quello corporeo o
quello limguistico? A voi l’ardua sentenza!
OGGI HO SCOPERTO
QUANTO SIA
DIFFICILE SCRIVERE
CON PAINT 
5 ASSIOMA:LA COMUNICAZIONE PUO’ SVOLGERSI SU
UN PIANO SIMMETRICO O COMPLEMENTARE
Si ha un’interazione simmetrica quando gli interlocutori, rispetto a
quella comunicazione, si considerano di pari livello, sullo stesso
piano. L’interazione complementare si ha invece quando gli
interlocutori non si considerano sullo stesso piano, bensì risulta
evidente da quella comunicazione che uno dei due ha una posizione
superiore (one-up) e l’altro subordinata (one-down).
SU QUESTO ASSIOMA POSSO DIRE SOLO QUESTO (MA BASTA E
AVANZA): MI SENTO PERENNEMENTE E PERVASIMAMENTE
SEMPRE IN RAPPORTO ONE-DOWN !
Ehi tu rifletti!Qual è il tuo tallone d’Achille
nella comunicazione?
GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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prerequisiti della scrittura
 

Perche’ sono una frana nelle relazioni umane

  • 1. IO SONO COSI’ E PER QUESTO CHIEDO SCUSA AL MONDO TENTATIVO SEMISERIO DI DARE UNA SPIEGAZIONE ALL’IMBRANATAGGINE NEI RAPPORTI CON GLI ALTRI UMANI di IVA ZIGGHYOVA MARTINI
  • 2. Tutto, per me, è da ricercarsi nella difficoltà di comunicazione,dunque è bene chiarire cosa sia questa preziosa funzione spesso causa di:“atroci sofferenze”,”dilemmi” e “caos nella linea cuore-testa”…
  • 3. Questo concetto è tanto geniale quanto di semplice intuizione… E’ IL PRIMO ASSIOMA DELLA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA!
  • 4. Ebbene sì,quest’uomo ci ha rivelato una verità inconfutabile in questa valle di incertezze … http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Watzlawick Non c’è che dire nel 2007 il mondo ha perso una mente eccelsa!
  • 5. A Palo Alto (Contea di Santa Clara, nella San Francisco Bay, California) furono definiti i 5 assiomi della comunicazione e la compagnia era davvero ottima al Mental Research Institute : Gregory Bateson, Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson. http://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_di_Palo_Alto QUANTO AVREI VOLUTO ESSERE QUI IN QUEGLI ANNI!
  • 6. Ma insomma quali sono i 5 assiomi della pragmatica comunicativa e soprattutto dove va ricercata la difficolta’ a interagire in maniera efficace e propositiva tra gli umani?
  • 7. ECCOLI I MAGNIFICI CINQUE ! MA ANDIAMO CON ORDINE E ANALIZZIAMOLI UNO AD UNO… In epistemologia, un assioma è una proposizione o un principio che viene assunto come vero perché ritenuto evidente o perché fornisce il punto di partenza di un quadro teorico di riferimento.
  • 8. 1° ASSIOMA: (lo ho già introdotto) NON SI PUO’ NON COMUNICARE Eh sì,anche se ci mettiamo di impegno non si sfugge:qualcosa la comunichiamo sempre,siamo animaletti intrepretativi! Non rispondiamo ai messaggi?Voltiamo le spalle?Abbassiamo gli occhi?Non ci pronunciamo su quanto ci viene chiesto? EBBENE IL MESSAGGIO CHE ARRIVA E’ “NON VOGLIO/NON POSSO COMUNICARE CON TE. Le motivazioni possono essere molteplici: mi sei antipatico/a, non ho voglia di parlare, ho paura di te,mi metti soggezione, sono timido/a,sono arrabbiato/a,non mi sento bene,sono troppo emozionato/a,sono cinico/a,sono annoiato/a,sto scherzando. IN QUESTO CASO IO CAPISCO CHE NON VUOI O NON PUOI RELAZIONARTI MA IL MOTIVO LO POSSO SOLO DEDURRE E NON E’ DETTO CHE CI AZZECCHI E TI DIA DI CONSEGUENZA UN FEED- BACK CONGRUO. “…poiché ogni nostra emanazione o comportamento risulta in qualche modo essere un messaggio che il nostro interlocutore riceve, decodifica ed interpreta secondo la sue capacità di comprensione, coerentemente con le proprie esperienze, convinzioni e valori”. (cit. P. W)
  • 9. Per esemplificare meglio la comprensione di questo primo assioma, rifletto sull’effetto che fa su di me la non-comunicazione, per esempio quando mando una mail,un sms o telefono a qualcuno che per un qualsivoglia motivo non mi risponde,raramente penso che egli sia così occupato da non avere la possibilità di rispondermi, molto spesso interpreto il suo comportamento come una mancanza di rispetto ed un segno di indifferenza, se non di ostilità, nei miei confronti. La sua non-risposta di fatto diventa una riposta altisonante che ha il potere di far contattare la mia parte emozionale ferita con quella che io percepisco come indifferenza e conseguentemente di condizionare la mia reazione che il piu’ delle volte è di allontanamento. Molto probabilmente, dopo quella mancata risposta, la mia disponibilità si modifica negativamente e di conseguenza anche la qualità della mia relazione viene ridotta.
  • 10. Orbene,questo è l’inghippo:so che non vuoi/non puoi relazionarti ma quello che mi manda in crisi profonda è: perche’?. A questo punto il mio cervello inizia a fare tutta una serie di ipotesi,congetture e pseudo-verifiche del tutto soggettive e accidentali che hanno come unico risultato un bel gran mal di testa,a volte nausea associata a bruciore di stomaco e una confusione ancora maggiore! Le risposte che do’ diventano sempre meno obiettive e dunque tendono a minacciare maggiormente la mia integrità emotiva. ’ A SCELTA
  • 11. Lo so Mario direbbe:”Tutte pippe mentali le tue!” e forse ha ragione se consideriamo un evento isolato ma proviamo a moltiplicarlo per infinite volte e infinite persone,ragionando sulla legge dei grandi numeri http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_dei_grandi_numeri beh indubbiamente il discorso cambia… MARIO RICORDA:L’ASSENZA E’ TALORA LA PIU’ GRANDE DELLE PRESENZE… Quest’uomo non so chi sia ma l’ho messo perché assomiglia a Mario…
  • 12. SAREBBE MEGLIO SE DALLA MIA BOCCUCCIA USCISSE LA FATIDICA FRASE:”Posso chiederti perche’ non mi rispondi?” Sembra facile (a parole) ma non lo faccio quasi mai per tutta una serie di motivi: - FALSO ORGOGLIO; -PAURA DI UN ULTERIORE RIFIUTO; -DISINTERESSE; -MANCANZA DI TEMPO; -TIMIDEZZA; -DISTURBI FISICI DI VARIO TIPO; - APATIA; -RABBIA. Questa secondo me è la faccia di una orgogliosa…
  • 13. Questo primo assioma rientra tra quelli del"non“,gli altri due sono: "Non si può non interpretare“(l’uomo animaletto euristico!) "Non si può non apprendere (lo dice sempre anche il prof.Pfanner)" In base alla decodifica del messaggio si possono avere tre tipi di risposte: CONFERMA: ESISTI-SEI QUELLO CHE DICI- MI PIACE QUELLO CHE DICI RIFIUTO: ESISTI-NON SEI QUELLO CHE DICI- NON ACCETTO QUELLO CHE DICI DISCONFERMA-NON ESISTI-NON HA NESSUNA IMPORTANZA CIO’ CHE DICI-NON HA NESSUNA IMPORTANZA CIO’ CHE SEI http://it.wikipedia.org/wiki/Euristica#L.27Euristica_nella_psicologia
  • 14. 2° ASSIOMA: OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI CONTENUTO E UN ASPETTO DI RELAZIONE, IN MODO CHE IL SECONDO CLASSIFICA IL PRIMO
  • 15. DUNQUE QUESTO ASSIOMA IN PAROLE POVERE DICE CHE COME NELLA REALTA’ ESISTE UN CONTENUTO E UN CONTENITORE (concetto questo che si acquisisce intorno ai 18 mesi di età, a Piaget piacendo!) ANCHE A LIVELLO DI COMUNICAZIONE C’E’ UN CONTENUTO E UNA FORMA - CONTENTO=MESSAGGIO OBIETTIVO CHE SI VUOL TRASMETTERE; - FORMA=STILE E QUALITA’ DELLA RELAZIONE CON CUI IL MESSAGGIO VIENE VEICOLATO Ma Paul Watzlawick va oltre e sottolinea che “ i due elementi (contenuto e forma) “non hanno un rapporto lineare, ma uno di essi è preponderante sull’altro”. Nella comunicazione, il contenitore, ovvero la qualità della relazione, è molto più determinante ed influenzante per la percezione del contenuto che non il messaggio in se stesso. Pertanto una buona relazione permette che possano transitare ed essere accolti anche contenuti oggettivi di difficile accettazione, mentre una cattiva relazione può costituire un ostacolo per il ricevimento di contenuti più semplici e scontati.”
  • 16. Ad esempio se dico “scemo” ad un amico in una situazione di convivialita’ lui probabilmente non si offendera’ ma se lo dico a un conoscente in un ambito quanto meno neutro rischio come minimo due cazzotti! Oppure se aperta la finestra vedo che fuori piove e dico “Mazza oggi che sole, spacca le pietre!” chi mi ascolta capirà (a meno che non sia proprio un po’ rigidino/a a livello mentale) che sto facendo dell’ironia.
  • 17. Quindi, se si giocasse alla morra:STILE BATTE CONTENUTO OGGETTIVO! E QUI CASCA L’ASINO… “Perche’ ?”Diranno i miei piccoli lettori,perché io ho un’iperinvestimento nell’utilizzo dello stile ironico a cui si associa l’utilizzo di parole a bassa frequenza d’uso,talora arcaiche,neologismi,citazioni in latino o greco antico e quando mi gira pure onomatopee. Ora che l’ironia sia indubbiamente indice di una mente non letargica e come sostiene R.Gary ,da non confondere con Ridgway Gary.il serial Killer: “consista in una dichiarazione di dignità,un'affermazione della superiorità dell'uomo su cio' che gli capita“ è sacrosanta verita’ ma c’è un limite a tutto,il troppo stroppia! SCUSA, POSSO AIUTARTI ?
  • 18. Ma che cosa è l’ironia? Etimologicamente deriva dal greco “eironeía “(dissimulazione, finzione). Inaugurata da Socrate come strategia maieutica (il chiedere per sapere, l'interrogare conoscendo già la risposta), studiata da Kierkegaard e da Jankélevitch,l’ ironia è un atteggiamento verso il mondo che può diventare uno stile di vita, un modo autocontrollato e lucido della ricerca della verità.OH BENE,BENONE,NE SONO FIERA! MA CONTINUATE A LEGGERE… In retorica, l'ironia è una figura particolarmente sfuggente e complessa. Il suo paradosso consiste nel fatto che per funzionare deve essere riconoscibile ma se è troppo scoperta perde di efficacia e si avvicina all'amarezza del sarcasmo: il discorso ironico si gioca quindi tra riconoscibilità e leggerezza. EBBENE SI’ LO AMMETTO: A ME MANCA L’EQUILIBRIO TRA LA MANIFESTAZIONE E LA DELICATEZZA PER CUI OLTREPASSO SPESSO LA LINEA DI CONFINE E DIVENTO SARCASTICA CON LE CONSEGUENZE CHE POTETE IMMAGINARE!
  • 19. 3° ASSIOMA :LA PUNTEGGIATURA CONDIZIONA IL SIGNIFICATO DELLA COMUNICAZIONE E’ la punteggiatura che mi permette di differenziare la natura dello scambio che ho con un’altra persona e di definire i ruoli entro modelli di interazione più o meno convenzionali (più o meno appunto…). Il mitico Watzlawick amava fare l’esempio della cavia da laboratorio che dice: “Ho addestrato bene il mio sperimentatore ,ogni volta che io premo la leva lui mi dà da mangiare!”(non so se a questo punto Pavlov,quello che adorava la saliva dei cani, si sia rigirato nella tomba o si sia fatto una bella risata!) http://it.wikipedia.org/wiki/Ivan_Pavlov LUI E’ PETR I L CANE LUPO CECOSLOVACCO DI PAVLOV CHE NON NE PUO’ PIU’ DI SPUTAZZARE E STA CORRENDO VERSO LA LIBERTA’!
  • 20. Però,non tergiversiamo e torniamo a noi e al terzo assioma. Allora,abbiamo detto (anzi scritto) che gli scambi comunicativi si organizzano come se seguissero una sorta di punteggiatura. E non si deve dare per scontato che la lettura sia stessa tra due persone. Per esempio, sarà capitato anche a voi di “rimbrottare” qualcuno perché troppo musone e questo qualcuno avrà pensato “ma se tu continui a rinfacciarmi che sono chiuso/a io lo sarò sempre di più”. -VOI “ SEI PEGGIO DI UNA MUMMIA ERGO TI SCUOTO UN PO’ ANCHE BRUSCAMENTE”; -LUI/LEI “ MA SE MI TRATTI COSI’ IO PER FORZA METTO IL MUSO!” DELLA SERIE: CHI LA VEDE COTTA E CHI LA VEDE CRUDA! E’ l’ottica differente che diamo allo stesso episodio a innescare tutta una serie di difficolta’ a gestire efficacemente i punti,le virgole,i punti e virgola della comunicazione. E TUTTO CIO’ PUO’ ESSERE CAUSA DI FRAINTENDIMENTI FATALI!
  • 21. 4° ASSIOMA:COMUNICHIAMO CON IL MODULO ANALOGICO E CON IL MODULO NUMERICO LINGUAGGIO ANALOGICO = “Tutto ciò che le parole non dicono” QUINDI QUELLO CHE VIENE MANIFESTATO ATTRAVERSO: I GESTI,LA MIMICA,LA PROSSEMICA,LA PROSODIA,L’ATTEGGIAMENTO,IL VESTIARIO (e qui è d’uopo esclamare “L’abito purtroppo può fare il monaco!”)…
  • 22. Per rinfrescarvi le idee nel link sottostante troverete un semplice “test” attraverso il quale potrete verificare quanto riuscite a decodificare il linguaggio extraverbale,provate! http://www.psicologi- psicoterapeuti.it/psychofun/quiz/corpo/
  • 23. Ho trovato interessante, nel sito www.ipermind, l’ articolo, che riporto per intero, in cui vengono elencate le cose da non fare al fine di instaurare e mantenere interazioni sociali efficaci. ECCO I 9 ERRORI DA EVITARE 1. Tenere il contatto oculare troppo a lungo o troppo poco. Mantenere un buon contatto oculare è indice di rispetto e interesse in ciò che gli altri dicono. Tenere il contatto oculare per troppo tempo può far sentire le altre persone a disagio, al punto che potrebbero cominciare a chiedersi “avrò qualcosa tra i denti o una gocciolina che pende dal naso?”. E questa si suppone non sia la tua intenzione Guardare poco negli occhi può farti apparire invece poco interessato alla persona o a quello che sta dicendo. In genere chi tende ad evitare il contatto oculare può essere percepito come poco sincero o insicuro. Inoltre, un cambiamento fisiologico che puoi notare quando il tuo interlocutore è interessato è che le sue pupille subiranno una dilatazione, questo è un indizio che i venditori di tutto il mondo conoscono bene.
  • 24. 2. Irrigidire le spalle. La postura ideale per una buona comunicazione è rilassata. Quando ti senti teso è più facile irrigidire le spalle e i muscoli in generale e ciò renderà visibile la tua ansia e il tuo nervosismo. Comincia ad osservare il tipo di postura che tieni quando ti trovi a interagire con qualcuno. Tieni la schiena dritta o stai un po’ curvo in avanti? In che posizione stai quando ti senti sotto pressione? Come stai quando ti senti triste o sconsolato? Il primo passo per migliorare il proprio linguaggio non verbale consiste nell’auto- osservazione.
  • 25. 3. Tenere la testa bassa. La posizione della testa può trasmettere il grado di fiducia che hai in te stesso. Tenere la testa alta non solo ti farà percepire più fiducioso ma, per via della stretta connessione tra postura e stato emotivo, contribuirà anche a farti sentire in tal modo. Inoltre questa posizione ti aiuterà a essere preso più sul serio conferendoti maggiore autorità. Per trasmettere invece sensazioni di amichevolezza e dolcezza un trucco poco conosciuto è quello di inclinare la testa giusto un pochino su un lato mentre stai ascoltando. Questa pozione ricorda infatti quella dei cuccioli. E si sa quali sensazioni questi trasmettono.
  • 26. 4. Incrociare le braccia. Le braccia possono essere viste come la porta d’ingresso del corpo e del sé. Anche se non tutte le volte che incroci le braccia lo fai per chiusura, ricorda che quando sono incrociate possono rappresentare uno scudo difensivo che tiene fuori il resto del mondo. Una versione estrema che può indicare ulteriore ostilità è caratterizzata dalle braccia molto strette con le mani che si chiudono a pugno. Quando sei teso e ti accorgi che stai assumendo questa posizione sciogli le mani e dai una leggere scrollata alle braccia.
  • 27. 5. Dondolare le gambe. Le gambe sono la parte del corpo più difficile da controllare consciamente della nostra comunicazione non verbale. Tendiamo a muovere le gambe molto più del normale quando siamo nervosi, stressati o agitati. Il messaggio che stai mandando quando agiti ritmicamente le gambe è chiaro, “sono ansioso e non riesco a stare fermo”. Quindi la cosa migliore che puoi fare e di tenerle più immobili possibile in molte situazioni, specialmente negli incontri lavorativi. VALE ANCHE PER LE ZAMPE…
  • 28. 6. Gesticolare velocemente. I gesti delle mani sono così numerosi che è difficile dare una breve guida. Invece di agitare continuamente le mani mentre stai parlando, prova ad usare i gesti delle mani per enfatizzare quello che stai dicendo, questo ti farà apparire più sicuro in quello che stai dicendo e sembrerai più spontaneo. Per agevolarti in questo puoi usare dei movimenti illustrativi. NEL LINK SOTTO TROVATE LA DESCRIZIONE DI QUESTI ULTIMI E NON SOLO! http://webssis.uniba.it/ssis/download/bandi/MATERIALE%20FORMAZIONE%20ON%20LI NE%20CORSO%20M%20Z%20SEDE%20LECCE%20PROFSSA%20BOSNA%20SOSTEGNO%20 400H%20II%20EDIZIONE%20AA%202008%202009.PDF
  • 29. 7. Non tenere le distanze e essere invadente. La distanza dagli altri è cruciale se vuoi mandare i giusti segnali. Se stai molto vicino potrai essere etichettato come “aggressivo” o “invadente”. Se stai molto lontano potrai sembrare “distaccato” o “freddo”. Nota anche se ti avvicini molto a qualcuno se questa persona si allontana, se è così probabilmente sei entrato troppo nella sua zona di comfort. MANNAGGIA ALLA PROSSEMICA , QUELLA MI FREGA SEMPRE, VISTO CHE LA MIA ZONA PROSSIMALE RIENTRA NEL RANGE DI QUELLA CHE, PER LA MAGGIOR PARTE DEGLI UMANI, E’ LA PUBBLICA DUNQUE TALORA POSSO ESSERE PERCEPITA COME UN PO’ “SNOBBOSA”!  PERSONAL SPACEhttp://it.wikipedia.org/wiki/Prossemica
  • 30. 8. Ignorare il contatto fisico. Noi comunichiamo anche attraverso il tatto. Pensa al messaggio che dai con i seguenti gesti: una stretta di mano ferma, un timido tocco sulla spalla per richiamare l’attenzione, un rassicurante colpetto sulla schiena… PRATICAMENTE LA MIA ESPRESSIONE DOPO UNA STRETTA DI MANO!
  • 31. 9. Scarsa mimica facciale. L’espressione delle emozioni è veloce e può succedere a volte di perdersi un messaggio. Alcune mimiche sono estremamente rapide, durano una frazione di secondo e prendono il nome di microespressioni. Quindi può essere utile per rimarcare un’emozione enfatizzare la mimica. facciale appropriata. Senza esagerare poiché anche le macroespressioni emotive (che durano intorno ai 3-4 secondi) se protratte per un tempo superiore ai 5 secondi saltano all’occhio perché tendono ad essere interpretate come espressioni non autentiche di un’emozione. IO POTREI GIOCARE A CARTE E VINCEREI SEMPRE…
  • 33. . E’ fondamentale ricordare che quello che diciamo è molto meno importante di come lo diciamo. E che quando parliamo con le persone sono gli aspetti non verbali a determinare ciò che susciteremo in loro. Se parlo con una persona e verbalizzo:”Sì,quello che dici mi interessa molto!”ma guardo ogni tre nanosecondi l’orologio il mio intelocutore a quale canale comunicativo crederà quello corporeo o quello limguistico? A voi l’ardua sentenza! OGGI HO SCOPERTO QUANTO SIA DIFFICILE SCRIVERE CON PAINT 
  • 34. 5 ASSIOMA:LA COMUNICAZIONE PUO’ SVOLGERSI SU UN PIANO SIMMETRICO O COMPLEMENTARE Si ha un’interazione simmetrica quando gli interlocutori, rispetto a quella comunicazione, si considerano di pari livello, sullo stesso piano. L’interazione complementare si ha invece quando gli interlocutori non si considerano sullo stesso piano, bensì risulta evidente da quella comunicazione che uno dei due ha una posizione superiore (one-up) e l’altro subordinata (one-down). SU QUESTO ASSIOMA POSSO DIRE SOLO QUESTO (MA BASTA E AVANZA): MI SENTO PERENNEMENTE E PERVASIMAMENTE SEMPRE IN RAPPORTO ONE-DOWN !
  • 35. Ehi tu rifletti!Qual è il tuo tallone d’Achille nella comunicazione?