2. CLASSIFICAZIONI
ICD-10
DISTURBI DI PERSONALITA’ (F60)
Disturbo di personalità paranoide
Disturbo di personalità schizoide
Disturbo di personalità antisociale
Disturbo di personalità emotivamente
instabile:
-tipo impulsivo
-tipo borderline
Disturbo di personalità istrionico
Disturbo di personalità anancastico
Disturbo di personalità ansioso (di
evitamento)
Disturbo di personalità dipendente
DSM-IV
DISTURBI DI PERSONALITA’
Gruppo A:
Disturbo paranoide di personalità
Disturbo schizoide di personalità
Disturbo schizotipico di personalità
GruppoB:
Disturbo antisociale di personalità
Disturbo borderline di personalità
Disturbo istrionico di personalità
Disturbo narcisistico di personalità
Gruppo c:
Disturbo di personalità evitante
Disturbo di personalità indipendente
Disturbo di personalità ossessivo
compulsivo
3. CARATTERISTICHE:
Instabilità emotiva
Immagine di sé, preferenze
soggettive non chiare o
disturbate
Sentimenti di vuoto interiore
Relazioni intense ed instabili
(crisi emotive, sforzi di evitare
l’abbandono, tentativi di suicidio,
autolesionismo)
CARATTERISTICHE:
Instabilità (relazioni interpersonali,
autostima e umore)
Impulsività
Timore di abbandono (eccessiva
dipendenza)
Rabbia
Percezione di sé instabile
Tentativi si suicidio
…
DSM-IV
DISTURBO BORDERLINE DI
PERSONALITA’
ICD-10 (F60.31)
DISTURBO DI
PERSONALITA’
EMOTIVAMENTE
INSTABILE, TIPO
BORDERLINE.
4. DIFFERENZE TRA DSM-IV E ICD-
10
I criteri diagnostici per la ricerca ICD-10 e i criteri
del DSM-IV sono differenti ma definiscono
sostanzialmente la stessa condizione. Nell’ ICD-
10 questa condizione viene definita come
Disturbo di personalità emotivamente instabile,
tipo borderline.
5. COSA SONO
Modalità perduranti di percepire, rapportarsi, o pensare a se stesso e
all’ambiente. I tratti di personalità sono aspetti rilevanti della
personalità che vengono mostrati in un ampia gamma di contesti
sociali e personali importanti. Solo quando sono rigidi e maladattivi, e
causano menomazione personale significativa, o disagio soggettivo, i
tratti di personalità configurano un disturbo di personalità (DSM-IV).
PREVALENZA: 10%-15% della popolazione (Torgersen, Kringlen &
Cramer, 2001)
Al 30% dei pazienti che si presentano per il trattamento viene
diagnosticato un disturbo di personalità (Kessler et al., 1998;
Lenzenweger & Clarkin, 1996)
7. DISTURBO BORDERLINE
Il disturbo borderline di personalità è un quadro caratterizzato da instabilità delle
relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e degli oggetti, e da marcata impulsività.
PREVALENZA:
Età d’esordio: infanzia adolescenza (entro la prima età adulta)
Prevalenza: 2% popolazione generale
10% dei pazienti psichiatrici ambulatoriali
20% dei pazienti psichiatrici ricoverati
Il 75% dei pazienti diagnosticati con DBP sono donne (DSM-IV).
8. CRITERI DIAGNOSTICI
1. Sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono
2. modalità di relazioni interpersonali instabili e intense,
caratterizzate dall’alternanza di iperidealizzazione e
svalutazione
3. disturbo dell’identità: l’immagine di sé o il senso di sé sono
disturbati in maniera marcata e persistente, o instabile
4. impulsività in almeno 2 aree che sono potenzialmente
dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, uso di
sostanze, guida spericolata, abbuffate
9. CRITERI DIAGNOSTICI
5. Ricorrenti minacce, gesti o comportamenti suicidari o automutilanti.
6. instabilità affettiva causata da una marcata reattività dell’umore (ad
esempio intensa disforia episodica, irritabilità o ansia che dura di solito
poche ore e soltanto di rado supera pochi giorni)
7. sentimenti cronici di vuoto
8. rabbia immotivata e intensa o mancanza di controllo della rabbia (per
es. frequenti eccessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici)
9. gravi sintomi dissociativi o transitoria ideazione paranoide correlata
eventi stressanti
10. ARTICOLI
Fruzzetti, A.E., Shenk, C. and Hoffman P.D. (2005).
Family interaction and the developement of borderline
personality disorder: A transactional model.
Development and Psychopathology, 17, 1007-1030.
Bradley, R., Zittel Conklin C., Westen D., (2005). “The
borderline personality diagnosis in adolescents: gender
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and Psychiatry 46:9, pp. 1006-1019.
Levy, K.N. (2005). The implications of attachment theory
and research for understanding borderline personality
disorder. Development and Psychopathology, 17, 959-
986.
12. FATTORI EZIOLOGICI
Molti fattori sono stati identificati per l’eziologia del
disturbo bordeline di personalità:
FATTORI BIOLOGICI E GENETICI
TRAUMI SESSUALI E FISICI DURANTE L’INFANZIA
RELAZIONI PROBLEMATICHE GENITORI-BAMBINI
13. FATTORI BIOLOGICI E GENETICI
In uno studio riguardante i disturbi di personalità, Torgersen et al.
(2000) utilizzando un campione di 221 gemelli norvegesi, hanno
trovato che l’ereditarietà dell’ impulsività e instabilità emotiva era del
41% nei gemelli monozigoti e del 23% per i gemelli dizigoti.
NOTA: sebbene questi studi appaiono supportare l’associazione
genetica tra il DBP e specifici comportamenti associati ad esso, molti
critici affermano che l’ereditarietà del DBP di per se non è stata
definitivamente stabilita (Dahl, 1993; White, Gunderson & Zanarini,
2003)
14. FATTORI BIOLOGICI E GENETICI
2
In molti studi (Brodsky, Malone, Ellis, Dulit, & Mann, 1997; Stein et Al., 1998)
l’aggressività impulsiva è stata considerata un significativo predittore del futuro
tentativo di suicidio in adulti e adolescenti.
Una spiegazione biologica dell’espressione del comportamento impulsivo-
aggressivo sostiene che la riduzione dell’attività serotoninergica,
specificatamente nel sistema 5-idrossitriptofano, inibisce la capacità di una
persona a modulare o controllare impulsi distruttivi (Atre-Vaidya & Hussain,
1999; Figueroa & Silk, 1997; Skodol et. Al. 2002)
15. FATTORI BIOLOGICI E GENETICI
3
Il sistema serotoninergico sembra essere coinvolto nella
regolazione delle emozioni.
Inoltre per la regolazione delle emozioni si è cercato di
indagare anche le eventuale funzione di correlati ormonali
e fisiologici.
L’asse ipotalamo ipofisi surrene è spesso studiato per
identificare le differenze nella regolazione delle emozioni
e come loro siano legate al variare dei livelli di cortisolo.
16. NOTE
ovviamente i fattori biologici dell’individuo devono
essere presi in considerazione non isolatamente
ma in relazione ai fattori sociali e di sviluppo.
le differenze individuali potrebbero essere
mediate dai processi familiari e sociali oltre ai
fattori individuali.
17. TRAUMI
Un altro fattore preso in considerazione per la
spiegazione del DBP è l’esposizione all’abuso
sessuale nell’infanzia.
Siccome molti pazienti diagnosticati con DBP
hanno subito abusi sessuali durante l’infanzia,
molti ricercatori hanno suggerito che l’abuso
sessuale potrebbe essere un fattore eziologico
per questo disturbo (Guzder et al., 1999; Links
et al., 1990; Norden et al., 1995).
18. TRAUMI 2
Altre ricerche hanno suggerito una più complicata relazione tra abuso sessuale
nell’infanzia e DBP. infatti è vero che l’abuso nell’infanzia potrebbe essere un fattore di
rischio ma la relazione tra questi due fattori non è del tutto lineare
bisogna prendere in considerazione anche il ruolo di mediatore dell’instabilità
emotiva o altre difficoltà per lo sviluppo di questo disturbo.
NOTA:
alcune ricerche hanno dimostrato che esistono fattori di moderazione che
potrebbero diminuire le conseguenze negative degli abusi come: la capacità dei
genitori di fronteggiare la rivelazione dell’abuso (disclosure) [Horwitz et al. 2001]
19. RELAZIONI FAMILIARI
I bambini abusati che ricevono supporto da parte
dei genitori si riprendono più facilmente rispetto a
quelli che non lo hanno ricevuto (Everson et al.
1991).
Dunque le interazioni familiari positive
(coinvolgimento emotivo, supporto, ascolto)
giocano un importante ruolo nel mitigare gli effetti
dell’abuso e non contribuiscono allo sviluppo del
DBP e hai problemi correlati.
20. COSA C’E’ DI NUOVO …
L’eziologia del DBP appare complessa e non
lineare: traumi, abusi, predisposizioni
biologiche, eventi ambientali, interazioni sociali
e familiari sono fattori di forte influenza che
interagiscono in modi complessi nello sviluppo
del DBP e per questo non devono essere
considerati singolarmente (Meehl, 1977).
21. MODELLO TRANSAZIONALE
Il modello transazionale incorpora tutti i fattori analizzati precedentemente
cercando di creare un collegamento tra tutti i modelli che si sono occupati del
disturbo borderline di personalità:
Modello delle differenze individuali: si focalizza sulle spiegazioni biologiche e
genetiche dei problemi comportamentali. In questo modello la condizione
sufficiente per la manifestazione dei disturbi risiedono all’interno dell’individuo
indipendentemente dai fattori familiari e sociali.
Modello ambientale: sostiene che alcuni eventi traumatici o stressors sono
sufficienti per spiegare un particolare disturbo.
Modelli interazionali: si concentrano su un unico fattore (fattore di rischio) in
combinazione con particolari eventi che interagendo conducono ad una
particolare condizione.
22. MODELLO
TRANSAZIONALE 2
Linehan et al. chiamano il modello transazionale teoria biosociale
che enfatizza:
il ruolo dei fattori genetici e biologici nei bambini;
le risposte dei genitori e altri familiari significativi;
relazione persona-ambiente nel tempo;
il continuum tra normalità e patologia dei comportamenti e delle disposizioni
individuali;
Una moderna analisi contestuale del comportamento che include il
condizionamento classico ed operante dei comportamenti chiave
(comportamenti cognitivi, biologici, emozioni, temperamento, stili di
attaccamento)
l’instabilità emotiva: considerata la caratteristica principale del DBP rispetto ai
sintomi del disturbo
23. INSTABILITA’ EMOTIVA
È uno stato negativo di attivazione emozionale che se sufficientemente alto
ostacola la gestione degli aspetti cognitivi e comportamentali come
(raggiungimento degli obiettivi, soluzione di problemi complessi …).
Inoltre l’instabilità emotiva porta l’individuo ad attuare comportamenti, anche
se non normativi, per ridurre l’instabilità emotiva e le sue conseguenze
(abuso di sostanze, parasuicidio …).
CLICCAMI
24. VANTAGGI
Il modello permette di identificare gli interventi più
appropriati da attuare con le famiglie disturbate e/o con
bambini caratterizzati da alta instabilità emotiva (fattore di
rischio per DBP). Uno degli interventi che potrebbe essere
utilizzato è il PARENT TRAINING che dovrebbe enfatizzare
la capacità di regolare le emozioni.
Il modello, per spiegare i problemi associati al DBP,
enfatizza le interazioni bambino-caregiver anziché attribuire
la responsabilità solo ad uno dei due.
26. PREMESSA
Come evidenziato nel DSM-IV gli adolescenti e i giovani
adulti con problemi di identità (specialmente quando
accompagnati da uso di sostanze) possono manifestare
transitoriamente comportamenti che danno
ingannevolmente l’impressione di un disturbo borderline
di personalità. Tali situazioni sono caratterizzate da
instabilità emotiva, dilemmi “esistenziali”, scelte
ansiogene, conflitti sull’orientamento sessuale e pressioni
sociali contrastanti per decidere a proposito della
carriera.
27. DIAGNOSI: questioni
aperte
Utilizzare i criteri di diagnosi di DBP degli adulti per gli
adolescenti è vantaggioso ma presenta dei limiti in quanto i
sintomi vengono espressi diversamente. (Westen et al.
2000; Westen et al. 2003)
La diagnosi di DBP è più prevalente nelle femmine che nei
maschi, ciò comporta meno conoscenza delle caratteristiche
di questi ultimi.
Esiste una varietà di situazioni cliniche che possono
presentarsi sia in adolescenza che in età adulta (per
esempio: due adolescenti con DBP possono condividere
solo uno dei nove sintomi). [Skodol et al.2002]
28. COSA C’ É DI NUOVO
...
Anche se, in genere, per la diagnosi di DBP negli adolescenti i
criteri usati sono quelli utilizzati per gli adulti:
Sintomi (instabilità emotiva e interpersonale);
Precursori dello sviluppo (att. Distruttivo, abuso sessuale) (Johonson et
al. 1995; Westen, 1997)
Comorbidità con la depressione (Lewinsohn et al. 1997)
in questo studio sono stati utilizzati degli strumenti (SWAP-200-A)
che “rendono giustizia” agli adolescenti.
29. OBIETTIVI RICERCA
Fornire una completa descrizione dei disturbi borderline di
personalità negli adolescenti mettendo in luce le differenze
e le somiglianze con gli adulti;
Esaminare somiglianze e differenze tra adolescenti
femmine e maschi diagnosticati con DBP;
Identificare i sottogruppi tra i pazienti che ricevono
diagnosi di DBP focalizzandosi sulle femmine.
30. METODI
SWAP-200-A (Shedler-Westen Assessment Procedure
200-item Q-sort for Adolescents): uno strumento
utilizzato per valutare patologie di personalità negli
adolescenti (Westen et al. 2003).
Q-FACTOR ANALYSIS (Block, 1968): tecnica di
aggregazione statistica utilizzata per identificare i
sottotipi di personalità. (applicato ai dati forniti dallo
SWAP-200-A)
31. SWAP-200-A
è una procedura mediante la quale un osservatore esperto
descrive un paziente attraverso 200 descrittori (DSM-III, DSM-
IV, ricerche sui disturbi di personalità, tratti di personalità,
feedback proveniente da esperienze cliniche ecc…) da cui
scaturiscono le caratteristiche di personalità applicabili, in
particolare, agli adolescenti .
Utilizzata ai fini di fornire un linguaggio comune ai clinici per
giungere ad una migliore formulazione di un caso o disturbo.
33. RISULTATI-1
Anche se i criteri diagnostici del DBP usati per gli adulti appaiono applicabili
agli adolescenti tuttavia essi non sono completamente rappresentativi della
loro sofferenza.
Come ci si aspettava, attraverso lo SWAP-200-A, sono emersi diversi
descrittori che riflettono meglio la diagnosi di DBP degli adolescenti che non
compaiono nel DSM-IV tra cui:
incapacità di calmarsi;
auto-consolazione;
tendenza a sentirsi non capiti, maltrattati o vittimizzati;
tendenza a sentirsi depressi o scoraggiati;
tendenza a provocare forti reazioni negli altri.
34. RISULTATI-2
MASCHI
Il profilo dei maschi diverge
sostanzialmente dal DSM-IV:
hanno manifestazioni più
esternalizzate rispetto alle
femmine;
provano piacere nell’essere
aggressivi, sadici e nel mettere in
atto comportamenti di bullismo;
esagerata attribuzione di auto-
importanza.
FEMMINE
Ci sono item unici che caratterizzano le
femmine con DPB che includono:
tendenza ad esprimere emozioni in una
maniera esagerata e teatrale;
forte tendenza all’identificazione
proiettiva (Zinner e Shapiro, 1989);
tendenza a relazioni extraconiugali;
atteggiamento seduttivo;
Molti item descrittivi dello SWAP-200 sono uguali ai criteri del DSM-IV (disturbo di
identità, paura di abbandono, labilità affettiva, difficoltà a controllare la collera…).
Comunque i risultati riguardanti il secondo obiettivo sono distinti tra maschi e
femmine
35. RISULTATI-3
FUNZIONAMENTO
ESTERNALIZZATO
PROTOTIPO ISTRIONICO:
impulsività;
espressioni teatrali delle emozioni:
bisogno di essere al
centro dell’attenzione;
relazioni sessuali caotiche
FUNZIONAMENTO
INTERNALIZZATO
PROTOTIPO DEPRESSIVO:
tendenza a essere depressi,
ansiosi,molto autocritici;
instabilità emotiva;
intensa disforia;
difficoltà a relazionarsi con gli altri;
Sono stati individuati due sottogruppi di pazienti con DBP femmine che
condividono una tendenza a sentirsi depresse e scoraggiate, tendenza a manipolare
gli altri e a incolparli per i loro problemi.
In aggiunta a ciò, ogni sottotipo ha distinte caratteristiche:
NOTA: L’INDIVIDUAZIONE DI QUESTI DUE SOTTOGRUPPI HA DELLE
IMPLICAZIONI PER IL TRATTAMENTO
36. LIMITI DELLA RICERCA
1. L’essersi basati su un solo tipo di informazione,
quella dei clinici, potrebbe comportare un bias
nel giudizio clinico.
2. Dubbia appropriatezza della diagnosi di DBP
negli adolescenti (Westen & Chang, 2000)
37. ARTICOLO 3
THE IMPLICATIONS OF ATTACHMENT
THEORY AND RESEARCH FOR
UNDERSTANDING BORDERLINE
PERSONALITY DISORDER
38. INTRODUZIONE
Questo articolo riprende la teoria dell’attaccamento
di Bowlby in relazione allo sviluppo del disturbo
borderline di personalità, focalizzandosi sulle
implicazioni per comprenderne l’eziologia.
39. TEORIA
DELL’ATTACCAMENTO
La teoria dell’attaccamento postula che i legami affettivi che si sviluppano tra
il bambino e il suo caregiver hanno conseguenze sull’emergere del
concetto di sé e lo sviluppo del mondo sociale.
Bowlby (1973) evidenziò come i bambini sviluppino attraverso le interazioni
con i loro caregivers, ciò che l’autore chiama “internal working model “:
rappresentazioni mentali o schemi affettivi–cognitivi di se stessi e degli altri e
lo sviluppo di aspettative sulle relazioni interpersonali che il bambino matura;
organizzano lo sviluppo della personalità;
dirigono e strutturano le nuove relazioni;
sono codificate inizialmente nella memoria procedurale come aspettative che
aiutano il bambino a sentirsi sicuro;
regolano gli affetti.
40. STRANGE SITUATION
Basandosi sulla teoria dell’attaccamento di Bowlby è stata sviluppata una
procedura di laboratorio chiamata Strange Situation (Ainsworth,
Blehar, Waters, and Wall, 1978)
Viene utilizzata per valutare la qualità e l’organizzazione
dell’attaccamento infantile e di esplorare il comportamento in contesti
stressanti. Consiste in una serie di separazioni e ricongiungimenti tra il
bambino e il suo caregiver e il comportamento che il bambino manifesta
sarà indicativo del tipo di attaccamento che caratterizza la relazione.
41. TIPI DI ATTACCAMENTO
ATTACCAMENTO SICURO: i bambini possono protestare anche piangendo al
momento della separazione e al momento della riunione si avvicinano prontamente alla
madre cercando il contatto fisico.
ATTACCAMENTO EVITANTE: nonostante l’allontanamento della madre in un
ambiente non familiare, i bambini non protestano, concentrano l’attenzione sull’ambiente
circostante si comportano amichevolmente con l’estraneo e al ritorno della madre la
ignorano.
AT. ANSIOSO-AMBIVALENTE: i bambini al momento della separazione piangono
angosciati e ricercano il contatto al momento della riunione con la madre. Tuttavia la loro
angoscia è mescolata a rabbia tanto che la ricerca del contatto è accompagnata dal rifiuto
della consolazione.
AT. DISORGANIZZATO-DISORIENTATO (Aisworth and Eichberg, 1991; Hesse &
Main 2000): si riferisce la mancanza di una strategia coerente per portare a termine il
compito o l’esplorazione iniziata. Il bambino può assumere strane posture, interrompere
bruscamente ciò che sta facendo, avere stereotipie. Presenta un’ alternanza di modalità di
rapportarsi a se stessi e al caregiver.
42. ADULT ATTACHMENT
Main, Kaplan e Cassidy (1985) hanno utilizzato il sistema di classificazione della Answorth
per sviluppare l’ Adult Attachment Interview (AAI) che valuta gli aspetti degli internal
working models dell’attaccamento delle persone ai loro genitori
L’AAI è uno strumento che permette di ricostruire la storia delle esperienze di attaccamento
vissute dal soggetto con le figure significative dell’infanzia.
Si tratta di un’intervista semi-strutturata che consiste in una serie di venti domande che
richiede agli intervistati di riflettere sugli stili genitoriali utilizzati dai loro caregivers e quanto
queste esperienze hanno influenzato la loro vita.
Da questo tipo di strumento derivano 4 categorie di attaccamento:
- sicuro/autonomo
- distanziante
- preoccupato
- irrisolto
43. ATTACCAMENTO E DBP
Dal principio Bowlby ha considerato la teoria
dell’attaccamento sia nello sviluppo normale, sia
patologico. L’autore crede che le difficoltà
nell’attaccamento aumentino la vulnerabilità alla
psicopatologia.
La precedente esperienza di attaccamento ha un effetto
a lungo termine che tende a persistere nella vita, ma è
anche la maggiore determinante della organizzazione
patologica della personalità.
44. ATTACCAMENTO E DBP
Diversi studi hanno cercato di individuare quale tipo di attaccamento
caratterizza i pazienti con diagnosi di DBP.
Le metodologie utilizzate sono:
interview studies (per esempio Beck Depression inventory, Beck 1984);
Rating scales (scale di valutazione);
Case studies;
Self-report measures (questionari);
45. RISULTATI
Da tutte le ricerche prese in esame in questo articolo
emerge che nella maggior parte dei pazienti con diagnosi
di DBP sono caratterizzati da un attaccamento insicuro e
da un attaccamento evitante e preoccupato.
NOTA:
Sebbene molti studi suggeriscono che non si può
individuare un pattern specifico di attaccamento nei DBP
46. FAMIGLIE DI PAZIENTI CON DBP
Molti studi riportano che pazienti con DBP hanno genitori negligenti, non curanti,
poco coinvolti ed affetti da serie patologie come depressione ed alcoolismo (Goldberg
et al. 1985; Grinker, Werble, & Drye, 1968).
Feldman et Al. (1995) esaminano alcune famiglie con madri affette da DBP e le
comparano a famiglie con madri caratterizzate da altri disturbi di personalità. Gli autori
hanno evidenziato che le famiglie con madri affette da DBP erano più instabili, meno
coesive e organizzate; ciò suggerisce che tali caratteristiche potrebbero influenzare le
capacità genitoriali della madre con DBP e porre i propri bambini a rischio.
In un’altra ricerca, Guttman e Laporte (2000), hanno esaminato l’empatia nelle
famiglie considerando:
- 27 donne (figlie) affette da DBP;
- 28 donne (figlie) affette da anoressia nervosa;
- 27 donne (figlie) senza alcuna diagnosi clinica.
Le figlie e i genitori completavano dei questionari e delle interviste che rilevavano
l’empatia. I risultati mostrano come i punteggi relativi all’empatia delle figlie affette da
DBP erano più bassi rispetto agli altri due gruppi. I punteggi dei genitori delle pazienti
affette da DBP erano significativamente bassi su tutte le misure dell’empatia.
47. IN SINTESI …
Gli stressor familiari potrebbero direttamente influenzare
lo sviluppo dei figli e avere degli effetti negativi sul
caregiver
Lo sviluppo di multipli, contradditori e non integrati
“internal working models” propri e delle figure di
attaccamento, potrebbero condurre i bambini ad essere
più vulnerabili agli stress della vita e a esperienze
traumatiche.
48. CONCLUSIONI
La teoria dell’attaccamento è un utile approccio all’interno
di una prospettiva psicopatologica dello sviluppo per una
migliore concettualizzazione di quello che è il disturbo
borderline di personalità.
All’interno della teoria dell’ attaccamento questo disturbo
è visto come risultato di una serie di processi di
interazione lungo lo sviluppo.
Tuttavia molte questioni restano aperte riguardo gli
specifici meccanismi per lo sviluppo del DBP
49. BIBLIOGRAFIA
Ainsworth, M., & Eichberg, C. (1991). Effects on infant-mother attachment of mother’s
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55. BIBLIGRAFIA DI
RIFERIMENTO
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Mentali. Masson, 2002.
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diagnostiche” Ed. italiana di Masson, 1995.
Gabbard G.O., “Psichiatria psicodinamica”. R.
Cortina, Milano 2002.
Fava Viziello (2002) “Psicopatologia dello
sviluppo” Mulino ed. Bologna.
56. Vulnerabilità emotiva (sensibilità,
reattività, incapacità a ritornare a
stati precedenti all’ attivazione)
Pervasive risposte
invalidanti
Eccessiva attivazione emotiva
(aumentata piacevolezza
dell’instabilità emotiva)
Espressioni inadeguate
Risposte invalidanti (dai genitori o da atri
significativi)
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