2. PDM
• Pubblicato negli Stati Uniti nel 2006
• frutto del lavoro di una task force costituita
da un ampio gruppo di psicoanalisti
• edizione italiana a cura di V. Lingiardi e F.
Del Corno (Raffaello Cortina editore,
2008)
3. PDM
• Manuale diagnostico di matrice
psicoanalitica, profondamente diverso dal
DSM;
• concepisce la diagnosi in senso
dimensionale e volta a comprendere la
singolarità del paziente, la sua soggettività
individuale, la sua psicopatologia ma
anche le sue risorse.
4. DSM vs PDM
Il DSM è un esempio di diagnosi multiassiale, categoriale e
politetica: le sindromi sono intese come categorie
presenti/assenti, reciprocamente indipendenti e definite
da un numero minimo di criteri.
La valutazione del PDM può invece essere considerata
multiassiale, multidimensionale e prototipica in quanto
cerca di prendere in considerazione sia le sindromi
cliniche sia l'esperienza soggettiva del paziente; il profilo
globale del funzionamento mentale e le sue singole
funzioni, lo stile di personalità, le sue basi strutturali e la
sua funzionalità globale nel contesto di vita del soggetto
(Lingiardi, Del Corno, 2008).
5. IMPIANTO TEORICO DEL PDM
• si basa sulle evidenze empiriche delle
ricerche nei campi delle neuroscienze,
degli esiti dei trattamenti (valutazione
dell’efficacia) e di altri studi empirici
finalizzati alla operazionalizzazione e alla
misurazione dei costrutti psicoanalitici.
6. OBIETTIVI DEL PDM
• Pervenire ad una diagnosi clinica che
permetta di raggiungere una
comprensione del funzionamento globale
dell'individuo,
• consentire la formulazione di casi clinici,
• consentire la progettazione di interventi
psicoterapeutici.
7. Struttura del PDM
Il PDM si articola in tre parti:
1. Una prima dedicata alla Classificazione dei disturbi mentali degli
adulti;
2. Una seconda divisa in ulteriori due sezioni: la prima, dedicata alla
Classificazione dei disturbi mentali di bambini e adolescenti, la
seconda relativa alla Classificazione dei disturbi mentali e dello
sviluppo in neonati e bambini piccoli.
3. La terza, Basi concettuali ed empiriche per una classificazione
psicodinamica dei disturbi mentali, include cinque capitoli più
significativi e originali (dei dodici della versione originale) in cui
vengono forniti alcuni dei principali contributi teorici e metodologici
che sono alla base del sistema diagnostico proposto.
8. Diagnosi degli adulti
I sezione - 3 Assi
1. ASSE P per la valutazione dei pattern e
dei disturbi di personalità
2. Asse M per la valutazione del
funzionamento mentale
3. Asse S per la valutazione dell’esperienza
soggettiva dei pattern sintomatici dei vari
disturbi clinici
9. Asse P: valutazione dei pattern e dei disturbi
di personalità
I pattern e i disturbi di personalità sono collocati
lungo un continuum di organizzazioni della
personalità che segue il modello di Kernberg e
va dall’organizzazione sana a quella borderline
passando per l’organizzazione nevrotica.
L’asse P delinea i diversi tipi di personalità
articolandoli in una serie di categorie che si
sovrappongono solo in parte a quelle dell’Asse II
del DSM e sono spesso suddivise in sottotipi.
10. Organizzazione Nevrotica Organizzazione Borderline Organizzazione Psicotica
Integrazione
dell’identità
Rappresentazione di Sé e
dell’oggetto:
chiaramente separate.
Identità integrata:
le rappresentazioni
contraddittorie di Sé e
dell’oggetto sono integrate in
concezioni complessive
Rappresentazione di Sé e
dell’oggetto:
chiaramente separate
Dispersione identità:
le rappresentazioni
contraddittorie di Sé e
dell’oggetto non sono integrate
in concezioni complessive
Rappresentazione di Sé e
dell’oggetto:
scarsamente separate
Dispersione identità:
le rappresentazioni
contraddittorie di Sé e
dell’oggetto non sono
integrate in concezioni
complessive oppure è
presente un’identità
delirante
Difese Di alto livello:
rimozione,
formazione reattiva,
isolamento, razionalizzazione,
annullamento retroattivo,
intellettualizzazione
Difendono dal conflitto
intrapsichico
Di basso livello:
scissione,
onnipotenza,
svalutazione,
idealizzazione primitiva,
diniego primitivo,
identificazione proiettiva
Difendono dal conflitto
intrapsichico
Di basso livello:
scissione,
onnipotenza,
svalutazione,
idealizzazione primitiva,
diniego primitivo,
identificazione proiettiva
Proteggono l’Io dalla
frammentazione e dalla
fusione con l’oggetto
Esame di realtà Buono:
le rappresentazioni del Sé e del
non-Sé sono differenziate, la
realtà è valutata in maniera
realistica ed approfondita
Discreto:
le rappresentazioni del Sé e
del non-Sé sono differenziate,
la realtà è valutata in maniera
realistica ma non approfondita
Possono comparire alterazioni
transitorie del sentimento di
realtà (derealizzazione) e
dell’esame di realtà
Carente:
la realtà è valutata per lo
più in maniera non
realistica, la distinzione Sé
e non-sé è imprecisa, vi è
alterazione del sentimento
di realtà (derealizzazione)
(modificata da Kernberg, 1984).
11. Asse P
Prende in considerazione due aree:
La posizione generale della persona su un continuum
che va dalla posizione più sana a quella più disturbata
La natura e la qualità dei modi caratteristici del
funzionamento mentale
Richiama in gran parte la concettualizzazione di
Kernberg ma non considera il livello psicotico
Evita il linguaggio psicoanalitico
12. Asse P
Disturbi Schizoidi di personalità
Disturbi Paranoidi di personalità
Disturbi Psicopatici di personalità
Parassitario
Aggressivo
Disturbi Narcisistici di personalità
Arrogante
Depresso
Disturbi Sadici o sadomasochistici di personalità
Manifestazione intermedia: disturbi sadomasochistici di personalità
Disturbi masochistici di personalità
Morale
Relazionale
Disturbi depressivi di personalità
Introiettivo
Anaclitico
Manifestazione opposta: disturbi ipomaniacali di personalità
13. Disturbi Somatizzanti di personalità
Disturbi Dipendenti di personalità
Forme passivo-aggressive
Manifestazione opposta: disturbi controdipendenti di personalità
Disturbi fobici (evitanti) di personalità
Manifestazione opposta: disturbi controfobici di personalità
Disturbi Ossessivo-Compulsivi di personalità
Ossessivo
Compulsivo
Disturbi isterici (istrionici) di personalità
Inibito
espansivo
Disturbi dissociativi di personalità
Misti/Altro
Asse P
14. Asse M: valutazione del funzionamento
mentale
Si basa sull’assessment di nove funzioni:
1. Capacità di regolazione, attenzione e apprendimento
2. Capacità di relazioni e intimità
3. Qualità dell’esperienza interna (livello di sicurezza e rispetto di
sé)
4. Esperienza, espressione e comunicazione degli affetti
5. Pattern e capacità difensive
6. Capacità di formare rappresentazioni interne
7. Capacità di differenziazione e integrazione
8. Capacità di autosservazione (mentalità psicologica)
9. Capacità di costruire o ricorrere a standard e ideali interni (senso
morale)
15. Asse M
Sulla base della valutazione di queste
aree, il funzionamento di ogni paziente va
collocato lungo un continuum di otto livelli,
da un livello di capacità mentali ottimali,
appropriate all’età e alla fase, a uno
caratterizzato da gravi lacune nel
funzionamento mentale.
16. Asse S: valutazione dell’esperienza
soggettiva dei sintomi connessi alle
diverse sindromi di Asse I
Di questa esperienza vengono chiariti gli
stati affettivi, i pattern cognitivi e
relazionali e gli stati somatici più diffusi
17. Diagnosi di bambini e adolescenti
II sezione – 3 Assi
1. Asse MCA: Profilo del funzionamento
mentale di bambini e adolescenti
2. Asse PCA: pattern e disturbi di
personalità “in formazione” di bambini e
adolescenti
3. Asse SCA: pattern sintomatici di bambini
e adolescenti
18. Diagnosi di neonati e bambini piccoli
Sezione II – 5 Assi
1. Asse I: diagnosi primaria (disturbi interattivi, disturbi
regolatori dell’elaborazione sensoriale e disturbi
neuroevolutivi della relazione e della comunicazione
2. Asse II: capacità evolutive funzionali emotive
3. Asse III: capacità di regolazione dell’elaborazione
sensoriale
4. Asse IV: Pattern bambino - caregiver e familiari
5. Asse V: altre diagnosi mediche e neurologiche.