Dipendenza affettiva

Nicola Piccinini
Nicola PiccininiPresidente presso Ordine Psicologi Lazio at Ordine Psicologi Lazio
Dipendenza affettiva
UNA PROBLEMATICA RECENTE
Lo psicanalista Fenichel ,nel 1945, introduceva il termine
amoredipendenti ad indicare persone che necessitano
dell'amore come altri necessitano del cibo o della droga.
Tuttavia il termine “Dipendenza affettiva” è
recente: nasce
sull'onda del successo, negli anni '70,di un libro della
psicologa americana Robin Norwood "Donne che amano
troppo".
SINTOMATOLOGIA
• Paura di perdere l’amore
• Paura dell’abbandono, della separazione
• Paura della solitudine e della distanza
• Paura di mostrarsi per quello che si è
• Senso di colpa
• Senso d'inferiorità nei confronti del partner
• Rancore e Rabbia
• Coinvolgimento totale e vita sociale limitata
• Gelosia e possessività
• Ansia generalizzta
• Depressione
• Insonnia
• Inappetenza
• Malinconia
• Idee ossessive
CARATTERISTICHE SPECIFICHE
• EBREZZA: il soggetto affettivamente dipendente prova una sensazione di
ebbrezza dalla relazione con il partner, che gli è indispensabile per stare bene.
• DOSE: il soggetto affettivamente cerca “dosi” sempre maggiori di presenza e di
tempo da spendere insieme al partner e la sua mancanza lo getta in uno stato di
prostrazione. Il soggetto esiste solo quando c’è l’altro e non basta il suo pensiero
a rassicurarlo, ha bisogno di manifestazioni continue e concrete. L’aumento di
questa “dose”non di rado esclude la coppia dal resto del mondo. Se la
dipendenza è reciproca la coppia si alimenta di se stessa. L’unica cosa
importante è il tempo trascorso con l’altro perché è la prova della propria
esistenza, senza di lui non si esiste, diventa inimmaginabile pensare la propria
vita senza l'altro.
• BASSA AUTOSTIMA: sentimenti di vergogna e di rimorso
• PAURA: ossessiva e fobica di perdere la persona amata, che si alimenta a
dismisura ad ogni piccolo segnale negativo che si percepisce. A volte basta
rimanere inaspettatamente soli o non ricevere una telefonata per avere paura di
un abbandono definitivo.
La psichiatria Marta Selvini Palazzoli afferma: “Quello che incatena nella
dipendenza affettiva è l’Hybris, vale a dire la ingiustificata, assurda,
sconsiderata presunzione di farcela. La presunzione di riuscire prima o poi a
farsi amare da chi proprio non vuole saperne di amarci o di amarci nel modo
in cui noi pretendiamo”.
Il già citato psicanalista Fenichel è del parere che gli amoredipendenti
necessitano enormemente di essere amati nonostante abbiano scarse
capicità di amare. Essi elemosinano continuamente dal partner maggiore
amore ottenendo, però il risultato opposto. Si legano a partner che
considerano non adatti a loro, ma nonostante ciò li renda arrabbiati ed
infelici non riescon a liberarsi di quest'ultimi.
PATOLOGIA RICONOSCIUTA DAL
DSM IV ?
Attualmente, la dipendenza affettiva, non è
stata classificata come patologia nei vari
sistemi diagnostici psichiatrici, come il DSM IV
e si cerca di farla rientrare nei vari disturbi
contemplati in essi, anche se ricerche svolte in
questo campo, come quelle di Giddens, la
considerano come un disturbo autonomo.
TIPOLOGIE DI DIPENDENTI
AFFETTIVI
Introduzione
La dipendenza affettiva è un problema grave. Non solo è “la droga per eccellenza” per
molte persone, ma ci sono migliaia di alcolisti e tossicodipendenti in recupero che
soffrono di dipendenza affettiva e non ne sono coscienti.
La dipendenza affettiva può essere meno problematica rispetto alla loro dipendenza da
droga o alcohol, ma può minare il loro recupero da queste sostanze.
Nel 1989, ciò che si sapeva di questo disturbo emergeva ancora dalle conoscenze sulla
Codipendenza. Allora, per molti studiosi, Dipendenza Affettiva e Codipendenza erano
un'unica cosa. Tuttavia oggi comprendiamo che ciò non è vero.
Il dipendente affettivo codipendente è solo uno dei molti tipi di dipendente affettivo.
CARATTERISTICHE DEL COODIPENDENTE
• •concentrano la loro vita sugli altri
• •la loro vita dipende dagli altri
• •cercano la felicità fuori da sé
• •aiutano gli altri invece che se stessi
• •desiderano la stima e l'amore degli altri
• •controllano i comportamenti altrui
• •cercano di cogliere gli altri in errore
• •anticipano i bisogni altrui
• •sono attratte dalle persone bisognose d'aiuto
• •attribuiscono agli altri il proprio malessere
• •si sentono responsabili del comportamento altrui
• •sopportano sempre più comportamenti altrui che non avrebbero sopportato in
• precedenza
• SINTOMI SECONDARI SONO:
• •sintomi d'ansia e depressione
• •paura ossessiva di perdere l'altro
• •sensi di colpa per i comportamenti sbagliati dell'altro
• •provengono spesso da famiglie con esperienza di codipendenza
• •abuso di sostante o alimenti(in particolare dolcI)
Relazione disfunzionale di tipo simbiotico
Tale tipo di relazione si viene a creare quando uno o entrambi cercano nell'altro la compensazione
delle proprie carenze, dei propri bisogni insoddisfatti, al fine di sostenersi reciprocamente (ad
esempio chi è maggiormente istintivo cerca persone che hanno sviluppato maggiormente l'aspetto
razionale e viceversa). In questo modo ci si illude che l'altro è fondamentale per il proprio equilibrio
in quanto compensa nostre carenze.
Se uno dei due decide di "evolvere", cioè di superare o compensare i propri bisogni, l'altro si sente
inevitabilmente tradito e abbandonato, in quanto sente il venir meno di quella relazione che lo
faceva sentire al sicuro. Questo tipo di relazione disfunzionale come tutte le relazioni simbiotiche
non prevede cambiamenti, ma equilibrio, staticità, dipendenza.
Per superare tale relazione disfunzionale bisogna innanzitutto riconoscere l'esistenza di bisogni
insoddisfatti che causano tali comportamenti errati e poi cambiare il proprio modo di relazionarsi
con gli altri.
DIPENDENZA AFFETTIVA
(LOVE ADDICTION)
Quando un rapporto affettivo diventa un “legame che stringe”
o, ancor peggio,
“dolorosa ossessione” in cui si altera stabilmente quel
necessario equilibrio tra
il “dare” e il “ricevere”, l’amore può trasformarsi in
un’abitudine a soffrire fino a
divenire una vera e propria “dipendenza affettiva”, un disagio
psicologico che è
in grado di vivere nascosto nell’ombra anche per l’intera vita
di una persona,
ponendosi tuttavia come la radice di un costante dolore e
alimentando spesso
altre gravi problematiche psicologiche, fisiche e relazionali.
Mal d’amore
• sofferenza che può essere legat
a ad uno stato affettivo e di int
eresse verso un “oggetto d’am
ore” non
disponibile o di cui non si cono
sce ancora la responsività , o,
infine, di cui non si conoscono
alcune
caratteristiche che sono alla ba
se di fiducia, stabilità e serenità
della vita affettiva .
Di conseguenza è
possibile che questo stato di m
alessere sia temporaneamente
normale in seguito alla
delusione de rifiuto e quindi
alla notizia di una non
reciprocità.
Intossicazione
d’amore
• tendenza psicologica e comportamentale
che può coincidere con la dipendenza
affettiva: una condizione relazionale neg
ativa che è
caratterizzata da una assenza cronica
di reciprocità nella vita affettiva e
nelle sue manifestazioni all’interno della
coppia,
che tende a stressare e
a creare nei “donatori d’amore a
• senso unico”
malessere psicologico o fisico piuttosto
che benessere e serenità. Tale
condizione, nella migliore delle ipotesi,
potrebbe essere interrotta per ricercare
un nuovo stato di serenità. Qualora ciò
risulti impossibile si è soliti parlare di «
DIPENDENZA AFFETTIVA» o anche di
«droga d’amore» .
Tre principali caratteristiche della
“love addiction” :
•Il piacere connesso alla droga d’amore, definito anche ebbrezza , ovvero la
sensazione di euforia sperimentata in funzione delle reazioni manifestate dal partner rispetto ai
propri comportamenti.
•La tolleranza, definita anche dose , consiste nel bisogno di aumentare la quantità di
tempo da trascorrere in compagnia del partner, riducendo sempre di più il tempo
autonomo proprio e dell’altro e i contatti con l’esterno della coppia, un comportamento che
sembra alimentato dall’assenza della capacità di mantenere una “presenza interiorizzata” e quindi
di rassicurarsi attraverso il pensiero dell’altro nella propria vita (Lerner, 1996).L’assenza della
persona da cui si dipende porta pertanto ad uno stato di prostrazione e di disperazione che può
essere interrotto solo dalla sua presenza tangibile.
•L’incapacità a controllare il proprio comportamento, connessa alla perdita dell’Io
ossia della capacità critica relativa a sé, alla situazione e all’altro, una riduzione di
lucidità che crea vergogna e rimorso e che in taluni momenti viene sostituita da una
temporanea lucidità, cui segue un senso di prostrante sconfitta e una ricaduta, spesso
più profonda che mai, nella dipendenza che fa sentire più imminenti di prima i propri
bisogni legati all’altro.
Tra le peculiarità della storia personale e familiare condivise da chi è
coinvolto in un problema di “love addiction” ci sono:
•la provenienza da una famiglia in cui sono stati trascurati, soprattutto nell’età evolutiva, i
bisogni emotivi della persona;
•una storia familiare caratterizzata da carenze di affetto autentico che tendono ad essere
compensate attraverso una identificazione con il partner, un tentativo di salvare lui/lei
che in realtà coincide con un tentativo interiore di salvare se stessi;
•una tendenza a ri-attribuirsi nella propria vita di coppia, più o meno inconsapevolmente,
un ruolo simile a quello vissuto con i genitori che si è tentato a lungo di cambiare
affettivamente, in modo da poter riprovare a ottenere un cambiamento nelle risposte
affettive pressoché inesistenti ricevute nella propria vita;
•l’assenza nell’infanzia della possibilità di sperimentare una sensazione di sicurezza che
genera, nel contesto della co-dipendenza, un bisogno di controllare in modo ossessivo
la relazione e il partner, che viene nascosto dietro un’apparente tendenza all’aiuto
dell’altro.
I pensieri e i vissuti emotivi nella “dipendenza dall’amore” sono
principalmente connotati da:
•tendenza a sottovalutare la fatica connessa a ciò che serve ad aiutare la persona
amata al punto da raggiungere, senza percepirlo in tempo, livelli elevati di stress
psicofisico;
•terrore dell’abbandono che porta a fare cose anche precedentemente impensabili pur di
evitare la fine della relazione;
•tendenza ad assumersi abitualmente la responsabilità e le colpe della vita di coppia;
•autostima estremamente bassa e una conseguente convinzione profonda di non
meritare la felicità;
•tendenza a nutrirsi di fantasie legate a come potrebbe essere il proprio rapporto di
coppia se il partner cambiasse, piuttosto che a basarsi su pensieri legati al rapporto
attuale e reale;
•propensione a provare attrazione verso persone con problemi e contemporaneo
disinteresse e apatia verso persone gentili, equilibrate, degne di fiducia, che invece
suscitano noia.
Chi è il Dipendente Affettivo?
• Ha sete d'amore
• E' sotto tutela di qualcun altro
• E' un fedele discepolo
• E' l'impiegato modello, pronto a tutto per essere
apprezzato
• Si aggrappa
• Vive per procura
• Ignora chi è
• E' appassionato
• Aspetta
• E' sottomesso
• Non si ama
Di cosa si nutre la Dipendenza
Affettiva?
La dipendenza affettiva si nutre dalla paura
dell'abbandono, si alimenta del senso di colpa e
della vergogna di sé, trae sostentamento dalle
debolezze di una personalità pesantemente
provata dal rifiuto, dall'indifferenza, o dalla
violenza.
Essa si crogiola nel nostro esasperato bisogno di
approvazione, si diletta della nostra incapacità di
compiere scelte e di prendere decisioni sensate.
Quindici chiavi per sconfiggere la
dipendenza affettiva
• Smettere di agire in funzione delle aspettative altrui,
reali o, e percepite vivere in armonia con ciò che si è
veramente.
• Accettare di far piacere a se stessi, di coccolarsi.
• Riconoscere che il proprio valore è pari a quello degli
altri.
• Accettare che le perdite fanno parte della vita.
• Sviluppare una visione più positiva di sé.
• Mirare al benessere piuttosto che alla perfezione-
• Sviluppare l'autostima.
• Prendersi il tempo di assaporare i piccoli successi
Quindici chiavi per sconfiggere la
dipendenza affettiva
• Diventare più clementi verso se stessi.
• Togliersi le maschere e mostrare il proprio vero volto.
• Imparare ad apprezzarsi, a riconoscere la propria
bellezza.
• Concentrarsi sui propri successi, sui colpi messi a
segno.
• Accettare che l'errore è umano.
• Accettare di non essere amati da tutti.
• Smettere di imporsi obblighi che non ci appartengono.
IL PERCORSO DI GUARIGIONE
FELICE è COLUI CHE AMA QUALCUNO CHE
RIFIUTA DI LASCIARSI CAMBIARE
(Colette Portelance)
SESSANTA PASSI VERSO LA
GUARIGIONE
• Faccio amicizia con la solitudine.
• Mi ricentro su me stesso.
• Mi fermo e mi pongo delle domande.
• Mi affermo.
• Sviluppo l'autostima.
• Consolido la fiducia in me stesso.
• Agisco in prima persona.
• Mi ricordo di chi ero prima dell'altro.
• Cerco di capire perché sono arrivato fino a questo punto.
• Imparo a imporre i miei limiti.
SESSANTA PASSI VERSO LA
GUARIGIONE
• Accresco la conoscenza di me stesso.
• Attraverso il mio deserto interiore.
• Mi sbarazzo del senso di colpa.
• Mi sbarazzo della vergogna.
• Divento il mio miglior amico.
• Imparo di nuovo ad amare.
• Imparo a soddisfare i miei bisogni.
• Divento autonomo.
• Imparo a compiere delle scelte.
• Rimango all'ascolto delle mie emozioni.
SESSANTA PASSI VERSO LA
GUARIGIONE
• Sviluppo la mia intelligenza emotiva.
• Rompo i miei vecchi schemi.
• Combatto la mia paura della felicità.
• Scendo a patti con la noia.
• Faccio un bilancio.
• Mi concedo il tempo di adattarmi la cambiamento.
• Non metto sottosopra tutto allo stesso tempo.
• Pratico un'attività.
• Diversifico le mie amicizie.
• Sviluppo la mia socievolezza.
SESSANTA PASSI VERSO LA
GUARIGIONE
• Mi interesso a nuove realtà.
• Mi stacco da ciò che non mi appartiene.
• Modifico il mio dialogo interiore.
• Anche se è difficile, riconosco di essere un dipendente affettivo.
• Accetto che il fatto di cambiare avrà necessariamente un'influenza su chi mi sta attorno.
• Mi concentro sul vero problema, la dipendenza, e mi tolgo i paraocchi.
• Comunico apertamente come mi sento.
• Divento più egoista, più importante per me stesso.
• Faccio sempre più spesso esercizi di affermazione.
SESSANTA PASSI VERSO LA
GUARIGIONE
• Mi pongo domande su ciò che amo e che mi fa piacere.
• Mi prendo del tempo per me stesso.
• Prendo coscienza del mio potere di cambiare.
• Se ne sento il bisogno, mi unisco a un gruppo di sostegno per dipendenti affettivi.
• Se è necessario inizio una terapia.
• Chiamo un servizio telefonico di supporto.
• Mi alleno a dire no.
• Mi impegno a compiere scelte e a prendermene la responsabilità.
• Evito di lasciarmi influenzare dall'umore altrui.
• Accetto i miei momenti di dubbio e d'incertezza.
• Sono onesto con me stesso.
SESSANTA PASSI VERSO LA
GUARIGIONE
• Divento me stesso sempre di più.
• Smetto di girare in tondo.
• Vivo le mie emozioni in modo sano (piangere, adirarmi, ecc.).
• Mi pongo obiettivi realistici.
• Riconosco che ho bisogno d'aiuto.
• Vivo il lutto delle mie perdite significative.
• Sviluppo una maniera del tutto personale di accostarmi alla vita.
• Lascio la presa.
• Smetto di voler controllare tutto.
• Mi godo la mia libertà ritrovata.
ISTITUTO DI PSICOTERAPIA
PSCIOUMANITAS
• Sedi
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Roma: via Sebino 11, tel. 06-85351863 – 338-8134768
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Taranto: via Dante Alighieri 16, tel. 099-9679469 – 338-8134768
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Dipendenza affettiva

  • 2. UNA PROBLEMATICA RECENTE Lo psicanalista Fenichel ,nel 1945, introduceva il termine amoredipendenti ad indicare persone che necessitano dell'amore come altri necessitano del cibo o della droga. Tuttavia il termine “Dipendenza affettiva” è recente: nasce sull'onda del successo, negli anni '70,di un libro della psicologa americana Robin Norwood "Donne che amano troppo".
  • 3. SINTOMATOLOGIA • Paura di perdere l’amore • Paura dell’abbandono, della separazione • Paura della solitudine e della distanza • Paura di mostrarsi per quello che si è • Senso di colpa • Senso d'inferiorità nei confronti del partner • Rancore e Rabbia • Coinvolgimento totale e vita sociale limitata • Gelosia e possessività • Ansia generalizzta • Depressione • Insonnia • Inappetenza • Malinconia • Idee ossessive
  • 4. CARATTERISTICHE SPECIFICHE • EBREZZA: il soggetto affettivamente dipendente prova una sensazione di ebbrezza dalla relazione con il partner, che gli è indispensabile per stare bene. • DOSE: il soggetto affettivamente cerca “dosi” sempre maggiori di presenza e di tempo da spendere insieme al partner e la sua mancanza lo getta in uno stato di prostrazione. Il soggetto esiste solo quando c’è l’altro e non basta il suo pensiero a rassicurarlo, ha bisogno di manifestazioni continue e concrete. L’aumento di questa “dose”non di rado esclude la coppia dal resto del mondo. Se la dipendenza è reciproca la coppia si alimenta di se stessa. L’unica cosa importante è il tempo trascorso con l’altro perché è la prova della propria esistenza, senza di lui non si esiste, diventa inimmaginabile pensare la propria vita senza l'altro. • BASSA AUTOSTIMA: sentimenti di vergogna e di rimorso • PAURA: ossessiva e fobica di perdere la persona amata, che si alimenta a dismisura ad ogni piccolo segnale negativo che si percepisce. A volte basta rimanere inaspettatamente soli o non ricevere una telefonata per avere paura di un abbandono definitivo.
  • 5. La psichiatria Marta Selvini Palazzoli afferma: “Quello che incatena nella dipendenza affettiva è l’Hybris, vale a dire la ingiustificata, assurda, sconsiderata presunzione di farcela. La presunzione di riuscire prima o poi a farsi amare da chi proprio non vuole saperne di amarci o di amarci nel modo in cui noi pretendiamo”. Il già citato psicanalista Fenichel è del parere che gli amoredipendenti necessitano enormemente di essere amati nonostante abbiano scarse capicità di amare. Essi elemosinano continuamente dal partner maggiore amore ottenendo, però il risultato opposto. Si legano a partner che considerano non adatti a loro, ma nonostante ciò li renda arrabbiati ed infelici non riescon a liberarsi di quest'ultimi.
  • 6. PATOLOGIA RICONOSCIUTA DAL DSM IV ? Attualmente, la dipendenza affettiva, non è stata classificata come patologia nei vari sistemi diagnostici psichiatrici, come il DSM IV e si cerca di farla rientrare nei vari disturbi contemplati in essi, anche se ricerche svolte in questo campo, come quelle di Giddens, la considerano come un disturbo autonomo.
  • 7. TIPOLOGIE DI DIPENDENTI AFFETTIVI Introduzione La dipendenza affettiva è un problema grave. Non solo è “la droga per eccellenza” per molte persone, ma ci sono migliaia di alcolisti e tossicodipendenti in recupero che soffrono di dipendenza affettiva e non ne sono coscienti. La dipendenza affettiva può essere meno problematica rispetto alla loro dipendenza da droga o alcohol, ma può minare il loro recupero da queste sostanze. Nel 1989, ciò che si sapeva di questo disturbo emergeva ancora dalle conoscenze sulla Codipendenza. Allora, per molti studiosi, Dipendenza Affettiva e Codipendenza erano un'unica cosa. Tuttavia oggi comprendiamo che ciò non è vero. Il dipendente affettivo codipendente è solo uno dei molti tipi di dipendente affettivo.
  • 8. CARATTERISTICHE DEL COODIPENDENTE • •concentrano la loro vita sugli altri • •la loro vita dipende dagli altri • •cercano la felicità fuori da sé • •aiutano gli altri invece che se stessi • •desiderano la stima e l'amore degli altri • •controllano i comportamenti altrui • •cercano di cogliere gli altri in errore • •anticipano i bisogni altrui • •sono attratte dalle persone bisognose d'aiuto • •attribuiscono agli altri il proprio malessere • •si sentono responsabili del comportamento altrui • •sopportano sempre più comportamenti altrui che non avrebbero sopportato in • precedenza • SINTOMI SECONDARI SONO: • •sintomi d'ansia e depressione • •paura ossessiva di perdere l'altro • •sensi di colpa per i comportamenti sbagliati dell'altro • •provengono spesso da famiglie con esperienza di codipendenza • •abuso di sostante o alimenti(in particolare dolcI)
  • 9. Relazione disfunzionale di tipo simbiotico Tale tipo di relazione si viene a creare quando uno o entrambi cercano nell'altro la compensazione delle proprie carenze, dei propri bisogni insoddisfatti, al fine di sostenersi reciprocamente (ad esempio chi è maggiormente istintivo cerca persone che hanno sviluppato maggiormente l'aspetto razionale e viceversa). In questo modo ci si illude che l'altro è fondamentale per il proprio equilibrio in quanto compensa nostre carenze. Se uno dei due decide di "evolvere", cioè di superare o compensare i propri bisogni, l'altro si sente inevitabilmente tradito e abbandonato, in quanto sente il venir meno di quella relazione che lo faceva sentire al sicuro. Questo tipo di relazione disfunzionale come tutte le relazioni simbiotiche non prevede cambiamenti, ma equilibrio, staticità, dipendenza. Per superare tale relazione disfunzionale bisogna innanzitutto riconoscere l'esistenza di bisogni insoddisfatti che causano tali comportamenti errati e poi cambiare il proprio modo di relazionarsi con gli altri.
  • 10. DIPENDENZA AFFETTIVA (LOVE ADDICTION) Quando un rapporto affettivo diventa un “legame che stringe” o, ancor peggio, “dolorosa ossessione” in cui si altera stabilmente quel necessario equilibrio tra il “dare” e il “ricevere”, l’amore può trasformarsi in un’abitudine a soffrire fino a divenire una vera e propria “dipendenza affettiva”, un disagio psicologico che è in grado di vivere nascosto nell’ombra anche per l’intera vita di una persona, ponendosi tuttavia come la radice di un costante dolore e alimentando spesso altre gravi problematiche psicologiche, fisiche e relazionali.
  • 11. Mal d’amore • sofferenza che può essere legat a ad uno stato affettivo e di int eresse verso un “oggetto d’am ore” non disponibile o di cui non si cono sce ancora la responsività , o, infine, di cui non si conoscono alcune caratteristiche che sono alla ba se di fiducia, stabilità e serenità della vita affettiva . Di conseguenza è possibile che questo stato di m alessere sia temporaneamente normale in seguito alla delusione de rifiuto e quindi alla notizia di una non reciprocità. Intossicazione d’amore • tendenza psicologica e comportamentale che può coincidere con la dipendenza affettiva: una condizione relazionale neg ativa che è caratterizzata da una assenza cronica di reciprocità nella vita affettiva e nelle sue manifestazioni all’interno della coppia, che tende a stressare e a creare nei “donatori d’amore a • senso unico” malessere psicologico o fisico piuttosto che benessere e serenità. Tale condizione, nella migliore delle ipotesi, potrebbe essere interrotta per ricercare un nuovo stato di serenità. Qualora ciò risulti impossibile si è soliti parlare di « DIPENDENZA AFFETTIVA» o anche di «droga d’amore» .
  • 12. Tre principali caratteristiche della “love addiction” : •Il piacere connesso alla droga d’amore, definito anche ebbrezza , ovvero la sensazione di euforia sperimentata in funzione delle reazioni manifestate dal partner rispetto ai propri comportamenti. •La tolleranza, definita anche dose , consiste nel bisogno di aumentare la quantità di tempo da trascorrere in compagnia del partner, riducendo sempre di più il tempo autonomo proprio e dell’altro e i contatti con l’esterno della coppia, un comportamento che sembra alimentato dall’assenza della capacità di mantenere una “presenza interiorizzata” e quindi di rassicurarsi attraverso il pensiero dell’altro nella propria vita (Lerner, 1996).L’assenza della persona da cui si dipende porta pertanto ad uno stato di prostrazione e di disperazione che può essere interrotto solo dalla sua presenza tangibile. •L’incapacità a controllare il proprio comportamento, connessa alla perdita dell’Io ossia della capacità critica relativa a sé, alla situazione e all’altro, una riduzione di lucidità che crea vergogna e rimorso e che in taluni momenti viene sostituita da una temporanea lucidità, cui segue un senso di prostrante sconfitta e una ricaduta, spesso più profonda che mai, nella dipendenza che fa sentire più imminenti di prima i propri bisogni legati all’altro.
  • 13. Tra le peculiarità della storia personale e familiare condivise da chi è coinvolto in un problema di “love addiction” ci sono: •la provenienza da una famiglia in cui sono stati trascurati, soprattutto nell’età evolutiva, i bisogni emotivi della persona; •una storia familiare caratterizzata da carenze di affetto autentico che tendono ad essere compensate attraverso una identificazione con il partner, un tentativo di salvare lui/lei che in realtà coincide con un tentativo interiore di salvare se stessi; •una tendenza a ri-attribuirsi nella propria vita di coppia, più o meno inconsapevolmente, un ruolo simile a quello vissuto con i genitori che si è tentato a lungo di cambiare affettivamente, in modo da poter riprovare a ottenere un cambiamento nelle risposte affettive pressoché inesistenti ricevute nella propria vita; •l’assenza nell’infanzia della possibilità di sperimentare una sensazione di sicurezza che genera, nel contesto della co-dipendenza, un bisogno di controllare in modo ossessivo la relazione e il partner, che viene nascosto dietro un’apparente tendenza all’aiuto dell’altro.
  • 14. I pensieri e i vissuti emotivi nella “dipendenza dall’amore” sono principalmente connotati da: •tendenza a sottovalutare la fatica connessa a ciò che serve ad aiutare la persona amata al punto da raggiungere, senza percepirlo in tempo, livelli elevati di stress psicofisico; •terrore dell’abbandono che porta a fare cose anche precedentemente impensabili pur di evitare la fine della relazione; •tendenza ad assumersi abitualmente la responsabilità e le colpe della vita di coppia; •autostima estremamente bassa e una conseguente convinzione profonda di non meritare la felicità; •tendenza a nutrirsi di fantasie legate a come potrebbe essere il proprio rapporto di coppia se il partner cambiasse, piuttosto che a basarsi su pensieri legati al rapporto attuale e reale; •propensione a provare attrazione verso persone con problemi e contemporaneo disinteresse e apatia verso persone gentili, equilibrate, degne di fiducia, che invece suscitano noia.
  • 15. Chi è il Dipendente Affettivo? • Ha sete d'amore • E' sotto tutela di qualcun altro • E' un fedele discepolo • E' l'impiegato modello, pronto a tutto per essere apprezzato • Si aggrappa • Vive per procura • Ignora chi è • E' appassionato • Aspetta • E' sottomesso • Non si ama
  • 16. Di cosa si nutre la Dipendenza Affettiva? La dipendenza affettiva si nutre dalla paura dell'abbandono, si alimenta del senso di colpa e della vergogna di sé, trae sostentamento dalle debolezze di una personalità pesantemente provata dal rifiuto, dall'indifferenza, o dalla violenza. Essa si crogiola nel nostro esasperato bisogno di approvazione, si diletta della nostra incapacità di compiere scelte e di prendere decisioni sensate.
  • 17. Quindici chiavi per sconfiggere la dipendenza affettiva • Smettere di agire in funzione delle aspettative altrui, reali o, e percepite vivere in armonia con ciò che si è veramente. • Accettare di far piacere a se stessi, di coccolarsi. • Riconoscere che il proprio valore è pari a quello degli altri. • Accettare che le perdite fanno parte della vita. • Sviluppare una visione più positiva di sé. • Mirare al benessere piuttosto che alla perfezione- • Sviluppare l'autostima. • Prendersi il tempo di assaporare i piccoli successi
  • 18. Quindici chiavi per sconfiggere la dipendenza affettiva • Diventare più clementi verso se stessi. • Togliersi le maschere e mostrare il proprio vero volto. • Imparare ad apprezzarsi, a riconoscere la propria bellezza. • Concentrarsi sui propri successi, sui colpi messi a segno. • Accettare che l'errore è umano. • Accettare di non essere amati da tutti. • Smettere di imporsi obblighi che non ci appartengono.
  • 19. IL PERCORSO DI GUARIGIONE FELICE è COLUI CHE AMA QUALCUNO CHE RIFIUTA DI LASCIARSI CAMBIARE (Colette Portelance)
  • 20. SESSANTA PASSI VERSO LA GUARIGIONE • Faccio amicizia con la solitudine. • Mi ricentro su me stesso. • Mi fermo e mi pongo delle domande. • Mi affermo. • Sviluppo l'autostima. • Consolido la fiducia in me stesso. • Agisco in prima persona. • Mi ricordo di chi ero prima dell'altro. • Cerco di capire perché sono arrivato fino a questo punto. • Imparo a imporre i miei limiti.
  • 21. SESSANTA PASSI VERSO LA GUARIGIONE • Accresco la conoscenza di me stesso. • Attraverso il mio deserto interiore. • Mi sbarazzo del senso di colpa. • Mi sbarazzo della vergogna. • Divento il mio miglior amico. • Imparo di nuovo ad amare. • Imparo a soddisfare i miei bisogni. • Divento autonomo. • Imparo a compiere delle scelte. • Rimango all'ascolto delle mie emozioni.
  • 22. SESSANTA PASSI VERSO LA GUARIGIONE • Sviluppo la mia intelligenza emotiva. • Rompo i miei vecchi schemi. • Combatto la mia paura della felicità. • Scendo a patti con la noia. • Faccio un bilancio. • Mi concedo il tempo di adattarmi la cambiamento. • Non metto sottosopra tutto allo stesso tempo. • Pratico un'attività. • Diversifico le mie amicizie. • Sviluppo la mia socievolezza.
  • 23. SESSANTA PASSI VERSO LA GUARIGIONE • Mi interesso a nuove realtà. • Mi stacco da ciò che non mi appartiene. • Modifico il mio dialogo interiore. • Anche se è difficile, riconosco di essere un dipendente affettivo. • Accetto che il fatto di cambiare avrà necessariamente un'influenza su chi mi sta attorno. • Mi concentro sul vero problema, la dipendenza, e mi tolgo i paraocchi. • Comunico apertamente come mi sento. • Divento più egoista, più importante per me stesso. • Faccio sempre più spesso esercizi di affermazione.
  • 24. SESSANTA PASSI VERSO LA GUARIGIONE • Mi pongo domande su ciò che amo e che mi fa piacere. • Mi prendo del tempo per me stesso. • Prendo coscienza del mio potere di cambiare. • Se ne sento il bisogno, mi unisco a un gruppo di sostegno per dipendenti affettivi. • Se è necessario inizio una terapia. • Chiamo un servizio telefonico di supporto. • Mi alleno a dire no. • Mi impegno a compiere scelte e a prendermene la responsabilità. • Evito di lasciarmi influenzare dall'umore altrui. • Accetto i miei momenti di dubbio e d'incertezza. • Sono onesto con me stesso.
  • 25. SESSANTA PASSI VERSO LA GUARIGIONE • Divento me stesso sempre di più. • Smetto di girare in tondo. • Vivo le mie emozioni in modo sano (piangere, adirarmi, ecc.). • Mi pongo obiettivi realistici. • Riconosco che ho bisogno d'aiuto. • Vivo il lutto delle mie perdite significative. • Sviluppo una maniera del tutto personale di accostarmi alla vita. • Lascio la presa. • Smetto di voler controllare tutto. • Mi godo la mia libertà ritrovata.
  • 26. ISTITUTO DI PSICOTERAPIA PSCIOUMANITAS • Sedi Pistoia: Via San Biagio 114, tel. 0573-1941263 – 333-2169182 lucanapoli.psicoumanitas@gmail.com Roma: via Sebino 11, tel. 06-85351863 – 338-8134768 psicoumanitas@gmail.com Taranto: via Dante Alighieri 16, tel. 099-9679469 – 338-8134768 psicoumanitas@gmail.com www.psicoumanitas.com