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Il magnetismo 
A cura di Enrica Maragliano 
Liceo Classico C.Colombo 
Genova
Un po’ di storia…(I) 
• Ai primordi della cultura scientifica i magneti vennero 
considerati “pietre viventi”: la virtù di attrarre o respingere 
di un magnete diede luogo a molte superstizioni utilizzate 
per interpretare proprietà di contaminazione di effluvi funesti 
e nell’attribuzione di attrazioni fatali nella preveggenza del 
destino dell’uomo. 
• Talete di Mileto (VI sec. a.C.) riportò le proprietà della 
magnetite un magnete naturale composto di ossidi di ferro 
capace di attirare piccoli pezzi di ferro: essa deriva il suo 
nome dalla città di Magnesia, nell'Asia Minore. 
• Archimede (287-212 a.C.) cercò di utilizzare le proprietà di 
induzione magnetica, magnetizzando le spade dei soldati di 
Siracusa per disarmare più facilmente i nemici.
Un po’ di storia… (II) 
• Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia narrò del pastore 
cretese Magnes che con un bastone con la punta di ferro 
scoprì la proprietà di attrazione e repulsione di alcune 
pietre. 
• Durante il Medio Evo l’inquisizione condannò ogni 
riferimento a forze misteriose e magiche di tipo magnetico 
nella spiegazione delle leggi che agiscono sulla struttura 
dell’universo. 
• Nel 1269 il frate italiano Petrus Peregrinus scrisse una 
epistola sulle proprietà dei dipoli magnetici cercando la 
possibilità di attuare il “moto perpetuo” facendo uso di forze 
magnetiche e realizzò un modello sferico di magnetite 
denominato “Terrella”.
Un po’ di storia… (III) 
• Nel 1327 Cecco d’Ascoli, docente all’ Università di 
Bologna, fu bruciato vivo come eretico a Firenze, perché 
ricercava un determinismo della interpretazione degli eventi, 
facendo riferimento a forze invisibili di tipo magnetico: ad 
esempio attribuì alla forza magnetica della Luna 
l’oscillazione delle maree, sbagliando perché la Luna non 
possiede un forte campo magnetico, ma indicando 
giustamente nella Luna la sua capacità di attrazione delle 
masse di acqua del mare, che dà origine al fenomeno delle 
maree. 
• Galileo Galilei (1564-1642) ottenne le magnetiti dalle 
miniere ferrose dell’Elba e studiò le “calamite”, dal nome 
della località vicino a Capoliveri.
Un po’ di storia… (IV) 
• Nel 1600 il medico inglese William Gilbert (1544- 
1603) nel “De Magnete” per primo intuì la 
correlazione tra forze magnetiche e forze elettriche, 
esprimendo l’insieme come elettromagnetismo e 
costruì una sfera di magnetite ad immagine del 
Globo Terrestre delineando le linee di forza del 
campo magnetico terrestre. 
• Tale sfera era utilizzata da vari anni da naviganti 
arabi ed anche europei per riconoscere la direzione 
del Polo Nord anche quando il cielo era coperto 
dalle nubi
Un po’ di storia… (V) 
• Nel 1820 il chimico-fisico danese 
Hans Christian Oersted, 
dimostrò come una corrente 
elettrica passante in un filo fosse 
in grado di deviare un ago 
magnetico. Egli lavorò a questo 
progetto per ben 9 anni, guidato 
dal pregiudizio del 'conflitto di 
forze' della Naturphilosophie tra i 
cui massimi rappresentanti vi 
erano Schelling e Goethe.
Un po’ di storia… (VI) 
•Il chimico-fisico-matematico francese autodidatta 
Andrè Marie Ampère (1775-1836) dopo appena 
una settimana dall’aver ascoltato una conferenza di 
Oersted a Copenhagen, sperimentò che correnti 
parallele si attraggono l’un l’altra, come se fossero 
magnetizzate. 
•L’anno successivo (1821) il chimico-fisico inglese 
Michel Faraday, verificò che un filo percorso da 
corrente in un campo magnetico subisce una forza. 
Nel 1831 scoprì il fenomeno dell’induzione 
elettromagnetica.
Cosa è un magnete? 
Ogni magnete è caratterizzato dalla presenza di 
due poli: un polo Nord e un polo Sud che hanno 
la peculiarità, rispetto alle cariche elettriche, di non 
poter essere separati. 
Se prendiamo un magnete con un polo Nord e un 
polo Sud e lo dividiamo a metà otteniamo due 
magneti distinti, ognuno caratterizzato dalla 
presenza di un polo Nord e di un polo Sud 
 NON esiste la possibilità di avere un 
monopolo magnetico
Le caratteristiche dei magneti 
• Due poli dello stesso tipo si respingono 
• Due poli di tipo diverso si attraggono
Le sostanze ferromagnetiche 
Un materiale che può essere magnetizzato 
si dice ferromagnetico. 
Sono materiali ferromagnetici: 
– la magnetite 
– il ferro 
– il cobalto 
– il nichel 
– leghe contenenti questi metalli
Il campo magnetico 
Ogni magnete genera nello spazio 
che lo circonda un campo magnetico. 
Un magnete modifica lo spazio circostante 
generando un campo magnetico che solitamente 
si indica con la lettera B e che può facilmente 
essere visualizzato disponendo nelle vicinanze del 
magnete della limatura di ferro. 
Il campo magnetico è un campo vettoriale: la sua 
direzione è quella in cui si dispone un ago 
magnetico (piccolo magnete libero di ruotare) posto 
nel campo, il verso è quello indicato dal polo Nord.
Il campo magnetico terrestre 
La Terra si comporta come 
un dipolo magnetico, ossia 
come una calamita, e 
genera attorno al pianeta 
un campo magnetico. 
Un ago magnetico risente della presenza del campo 
magnetico terrestre e si orienta sempre con la stessa 
estremità verso il polo Nord: a tale estremità viene 
assegnato il nome di polo nord dell’ago perché è 
rivolto al polo Nord magnetico della Terra che si 
trova vicino al Polo Nord geografico.
Declinazione e inclinazione 
magnetica 
La declinazione magnetica è il valore 
dell'angolo formato tra il Polo Nord 
geografico ed il Polo nord magnetico 
generato dal campo magnetico 
terrestre. 
L’inclinazione magnetica è il valore 
dell'angolo formato tra il campo 
magnetico terrestre e la linea 
dell’orizzonte. Dipende, quindi dalla 
latitudine alla quale ci troviamo.
Le linee di forza del campo 
magnetico 
Le linee di forza che descrivono il campo magnetico 
hanno le seguenti caratteristiche: 
• sono tangenti in ogni punto alla direzione del campo 
magnetico 
• si addensano dove l’intensità del campo è maggiore 
• non si incrociano mai 
• sono sempre chiuse, cioè non hanno né inizio né 
fine 
• escono dal polo nord ed entrano nel polo sud
Campo magnetico e campo 
elettrico: analogie 
Campo magnetico 
• descrive gli effetti di 
una forza 
• si può descrivere con 
linee di campo 
• esistono 2 tipi di poli 
magnetici 
• è possibile 
magnetizzare un corpo 
Campo elettrico 
• descrive gli effetti di 
una forza 
• si può descrivere con 
linee di campo 
• esistono 2 tipi di 
cariche elettriche 
• è possibile elettrizzare 
un corpo
Campo magnetico e campo 
elettrico: differenze 
Campo magnetico 
• i poli magnetici non si 
trasferiscono 
• non esiste un polo 
magnetico isolato: 
dividendo un magnete 
in più parti in ciascuna 
rimangono sempre 
polo Nord e polo Sud 
Campo elettrico 
• la carica passa da un 
corpo ad un altro 
• esiste una carica 
isolata, positiva o 
negativa
Un esempio di campo 
magnetico uniforme 
Un campo magnetico uniforme si può trovare entro 
un magnete a ferro di cavallo, come in figura:
La forza magnetica 
L'ago di una bussola, posta in un campo 
magnetico, subisce una forza magnetica e, di 
conseguenza, si allinea lungo una certa 
direzione. 
L'intensità della forza che fa deviare l'ago 
della bussola esprime l'intensità del campo 
magnetico.
L’esperimento di Oersted 
Oersted nel 1820 osservò che, mettendo un magnete in 
prossimità di un circuito elettrico percorso da corrente, l'ago ruota 
e si dispone su un piano perpendicolare al filo. L’azione della forza 
consiste in una rotazione dell'ago stesso risultando, come disse 
egli stesso, 'circolare'. 
Concluse che le forze magnetiche erano distribuite nello spazio 
che circonda il filo ed erano costituite da cerchi "poiché è nella 
natura dei cerchi che movimenti da parti opposte debbano avere 
opposte direzioni“ (data la simmetria degli spostamenti dell'ago) 
 un filo percorso da corrente genera un campo magnetico. 
Egli, tuttavia, non riuscì a trovare una legge generale che 
descrivesse il fenomeno osservato.
Il campo magnetico generato da 
un filo percorso da corrente 
• Le linee di forza sono 
circonferenze concentriche 
al filo 
• Il verso del campo si 
ottiene convenzionalmente 
puntando il pollice della 
mano destra nel senso 
della corrente e ruotando le 
altre dita attorno al filo.
L’esperimento di Ampère 
Una settimana dopo essere venuto a conoscenza 
dell'esperimento di Oersted, Ampère stabilì con un 
esperimento che: 
il valore della forza che agisce su un tratto di 
uno dei due fili lungo l è direttamente 
proporzionale alle correnti che circolano nei 
due fili ed inversamente proporzionale alla 
distanza d fra i fili: 
F i i l 
0 1 2 
2 
d 
m 
p 
=
Considerazioni 
sull’esperimento di Ampère 
La costante μ0 si dice permeabilità magnetica del vuoto vale 
4π∙10−7 N/A2. 
I2 
I1 F12 
I1 -qe 
F21 
F12 
F21 
v 
I1 
F12 
I2 
F21 
Fili rettilinei paralleli 
percorsi da correnti 
nello stesso verso si 
attraggono 
Fili rettilinei paralleli 
percorsi da correnti 
che hanno versi 
opposti si respingono 
Un filo rettilineo 
percorso da corrente è 
attratto da una carica 
in movimento con 
stessi direzione e 
verso
La definizione delle grandezze 
Ampère e Coulomb nel SI 
Una corrente ha intensità di 1 A se, 
circolando in due fili rettilinei e paralleli molto 
lunghi e distanti fra loro 1 m, provoca una 
forza di 2∙ 10−7 N/A2 su ogni tratto di filo lungo 
1 m. 
Un Coulomb è la carica che attraversa, in un 
secondo, una sezione di filo in cui è presente 
una corrente di intensità pari ad 1 A.
Il campo magnetico generato 
da una spira percorsa da 
corrente 
Una spira è un circuito chiuso di filo 
conduttore. Quando è percorsa da 
corrente elettrica produce intorno a sé 
un campo magnetico come quello qui 
rappresentato. Il verso delle linee di 
forza è determinato dal verso della 
corrente: se fosse orario, anziché 
antiorario come in figura, il campo 
avrebbe verso opposto. Come si può 
osservare, le linee di forza sono 
rigorosamente chiuse, avvolte intorno 
alla spira. 
Il verso di B al centro della spira è individuato convenzionalmente dal 
pollice della mano destra se le altre dita seguono il verso della corrente 
nella spira.
Il campo magnetico generato da 
un solenoide 
Un solenoide è una bobina di filo 
conduttore avvolto in modo da formare 
una sorta di molla. Dal punto di vista 
magnetico, lo si studia come se fosse 
costituito da una successione di spire 
adiacenti. Con buona approssimazione, 
risulta che il campo magnetico al suo 
interno è costante e, se il solenoide è 
sufficientemente lungo e il numero di 
spire sufficientemente alto, il campo 
interno può essere considerato uniforme 
e parallelo all’asse del solenoide, mentre 
il campo esterno risulta di intensità quasi 
trascurabile.
Ovvero… 
Campo magnetico 
generato da una spira 
percorsa da corrente 
Campo magnetico 
generato da un solenoide 
percorso da corrente
L’intensità del campo 
magnetico 
Abbiamo visto fino ad ora la direzione ed il verso dei campi 
magnetici generati da vari dispositivi percorsi da corrente (filo 
rettilineo, spira, solenoide) ma non sappiamo ancora quale sia 
la sua intensità. 
Prendiamo un filo rettilineo di lunghezza l ed attraversato da 
una corrente i e lo portiamo in una zona dove agisce un campo 
magnetico uniforme, sistemandolo perpendicolarmente alle 
linee di forza. 
Usando un dinamometro possiamo verificare come varia la 
forza se raddoppiamo o dimezziamo la corrente i o la 
lunghezza l: F è direttamente proporzionale a i e ad l. 
F 
Definiamo, quindi, B = 
il 
, dove B è l’intensità del campo 
magnetico.
La forza magnetica su un filo 
percorso da corrente 
Dalla definizione di intensità di un campo magnetico, 
possiamo calcolare con la formula inversa la forza F che 
agisce su un tratto di filo rettilineo di lunghezza l percorso da 
corrente i. 
Se il filo è perpendicolare alle linee di campo, F=Bil, altrimenti 
si verifica che in generale vale che F=B┴il, dove B┴ è la 
componente di B perpendicolare al filo  F=B sen α il 
Questo è esattamente il modulo del prodotto vettoriale: 
   
F = il ´ B
E se il filo non è rettilineo? 
Se il filo non è rettilineo possiamo generalizzare la 
formula precedente in questo modo: 
   
D F = iD l ´ B 
 
D l 
in cui è il vettore tangente al filo, orientato nel 
verso della corrente. 
Da quello che sappiamo dalla teoria dei vettori, 
quindi, la forza è perpendicolare sia al campo 
magnetico che alla direzione della corrente.
La legge di Biot-Savart 
Prendiamo due fili paralleli φ1 e φ2 distanti 
d e percorsi da correnti i1 e i2. B1 è 
perpendicolare φ2, quindi F12=B1i2l. 
Ma dalla legge di Ampère sappiamo che 
F i i 0 1 2 
l 
1 2 2 
d 
m 
® p = 
B i 
0 
2 
r 
m 
p 
= 
B i l i i l B i 
m m 
p p 
= ® = 
0 1 2 0 1 
1 2 2 1 2 
d d 
Quindi l’intensità di un campo magnetico 
generato da un filo rettilineo molto lungo 
percorso da una corrente di intensità i in 
un punto a distanza r dal filo è:
Quale unità di misura per B? 
Dalla legge di Biot-Savart possiamo ricavare 
l'unità di misura del campo magnetico nel 
Sistema Internazionale: 
1N/A2·1A/1m = 1N/(1A·1m) = 1T 
L'unità di misura del campo magnetico, che 
abbiamo indicato con la lettera T, prende il 
nome del fisico e inventore serbo Nikola 
Tesla.
L’intensità di B generato da 
una spira 
Già  
sappiamo che in ogni punto dell’asse della spira circolare il ha 
direzione B 
perpendicolare al piano che contiene la spira, mentre il 
verso è dato dalla “regola della mano destra” (se le quattro dita che si 
chiudono su se stesse indicano il verso della corrente, il pollice punta 
nella direzione del campo). 
Nel punto centrale della spira di raggio R, il campo ha un’intensità 
pari a 
B μ i 
0 
2 
R 
=
L’intensità di B generato da un 
solenoide 
Supponendo il solenoide infinito abbiamo che sia il 
numero N di spire da cui è costituito che la sua 
lunghezza l tendono ad infinito, ma il rapporto n=N/l 
(numero di spire per unità di lunghezza) è finito. 
Abbiamo allora che: 
B μ0 Ni 
l 
= 
Un solenoide reale approssima bene il 
comportamento di quello ideale se l è molto 
maggiore del raggio delle spire.
Il flusso del campo magnetico 
 
In analogia con quanto visto per E definiamo: 
   
F ( B) = B´S = BS cosa 
Questa grandezza è misurata in weber (Wb), dal fisico 
tedesco Weber (1804-1891). 
Se la superficie S non è piana: 
F = å ´D = å D    
( ) 1 
B B S B S a 
1 1 
cos 
n n 
i i i i 
i i 
= =
Il teorema di Gauss per il 
magnetismo: enunciato 
 
F ( B) = 0 
Si verifica che per ogni superficie chiusa: 
infatti le linee di forza del campo magnetico sono 
chiuse, quindi il numero di linee di forza che entrano 
nello spazio racchiuso dalla superficie è uguale al 
numero di linee di forza che ne escono. 
Questo dipende dal fatto che non esistono monopoli 
magnetici, quindi all’interno di una superficie chiusa 
si ha sempre uno stesso numero di poli Nord e di poli 
Sud.
Il teorema di Gauss per il 
magnetismo: dimostrazione 
 
B 
Analizziamo il caso particolare di un campo 
generato da un filo rettilineo percorso da corrente i 
in cui la superficie chiusa sia un cilindro con asse 
di simmetria coincidente con il filo stesso. 
Osserviamo che, poiché le linee di campo di 
sono circonferenze concentriche al filo e parallele 
alle basi del cilindro, in ogni piccola zona delle basi 
del cilindro è tangente alla superficie e questo si 
verifica anche in ogni piccola zona della superficie 
laterali del cilindro stesso. Quindi: 
 
B 
 i 
B 
F (  
B ) 
= å n n n 
B D S a = å B D S ° = å B D S 
= cos cos90 0 0 
i i i i i i i 
i i i 
= = = 
1 1 1
La circuitazione del campo 
magnetico 
In analogia con quanto visto per il campo elettrico, si 
definisce circuitazione del vettore campo magnetico 
B lungo un cammino chiuso orientato L: 
= å ´D = å D    
C B B l B l a 
 
D lj 
( ) 
1 1 
cos 
n n 
j j j j j 
j j 
= = 
 
dove B 
j è ciascuna delle parti in cui viene suddiviso L così 
piccola da poter essere considerata rettilinea e da poter 
considerare uniforme il campo  
magnetico lungo essa e αj è 
l’angolo formato tra i vettori B 
j e .
Il teorema di Ampère per il 
magnetismo: enunciato 
Una corrente si dice concatenata ad un cammino 
chiuso L se attraversa la superficie che ha come 
contorno L. 
Si verifica che vale la seguente relazione: 
 
G ( B) = m L 
0ic 
in cui ic è la corrente totale concatenata con 
il cammino chiuso L.
Il teorema di Ampère per il 
magnetismo: dimostrazione 
 
Analizziamo il caso particolare di un campo B 
generato da un 
filo rettilineo percorso da corrente i in cui la il cammino L 
circolare sia una circonferenza con centro coincidente con il filo 
stesso. 
Se L è una circonferenza, in ogni punto del 
percorso Δlj è parallelo e concorde a Bj e B ha 
modulo uniforme lungo tutto L. i 
= å D = å D ° = å D =  
( ) 
n n n 
C B B l cos a B l cos 0 
B l 
j j j j j j j 
j j j 
= = = 
1 1 1 
i l i l i r i 
r r r 
m m m p m 
n n 
= å 0 D = 0 å D = 0 
= 
0 
j j 
= p p = p 
1 1 
2 
2 2 2 
j j 
B2 
B1 
Δl2 
r 
Δl1
Il campo magnetico non è 
conservativo 
Con 2 fili paralleli percorsi da correnti di verso 
opposto avremo: ic= i1− i2. 
Nel caso particolare in cui i1= i2 si ha che la 
circuitazione del campo magnetico è nulla, 
cosa che non è sempre vera, a differenza per 
quanto accade con il campo elettrostatico. 
Dato che in generale la circuitazione 
del campo magnetico non è sempre 
nulla, allora il campo magnetico NON 
è conservativo.
La circuitazione in un 
solenoide rettilineo 
D C 
Applichiamo la relazione del 
teorema di Ampère al 
percorso ABCD con il verso 
indicato in figura e vediamo i 
contributi alla circuitazione: A B 
• lungo AB è Bl perché B è parallelo a 
l 
• lungo CD è nullo perché il B è nullo 
• lungo AD e lungo BC è nullo perché 
B è perpendicolare a l 
 
( ) 0 0 C B = m Ni = m nli = Bl 
c i = Ni 
0 B = m ni
Un esempio di circuitazione 
nulla 
La circuitazione di B è: 
• nulla lungo AB e CD perché B è 
perpendicolare allo spostamento 
• uguale a 
lungo BC 
• uguale a 
lungo DA 
Quindi, sommando i 4 contributi, 
B 
2R å   R 
´D = m p = m 
0 0 
1 
2 
2 2 2 
n 
j 
B l i R i 
R 
= p 
B 
B B 
B 
i 
A 
D 
C 
å ´D = - = -   
m p m 
0 0 
1 2 2 
n 
j 
B l i R i 
R 
= p 
 
C( B) = 0
La forza magnetica sulle 
cariche in movimento 
Il fisico olandese Hendrik Lorentz (1853-1928) scoprì che gli 
stessi effetti che si avevano su un filo percorso da corrente si 
potevano osservare anche su cariche in movimento: un fascio 
di elettroni viene deviato da un campo magnetico B allo stesso 
modo di un filo. 
Si chiama forza di Lorentz la forza che agisce su un oggetto 
elettricamente carico che si muove in un campo magnetico: 
essa è sempre diretta perpendicolarmente rispetto alla 
direzione del moto e si esprime in formule come: 
   
Fq = qv ´ B 
F è quindi sempre perpendicolare al piano individuato dai 
vettori velocità e campo magnetico.
Direzione e verso della forza 
di Lorentz
Il modulo della forza di Lorentz 
Dalle proprietà del prodotto vettoriale sappiamo che l'intensità 
di Fq può essere scritta anche come: 
Fq= qvB sena 
dove α è l'angolo formato dalla direzione del campo magnetico 
e dalla velocità. 
Se il vettore v è parallelo al vettore del campo magnetico allora 
F=qvB senα è uguale a zero perché sen 0°= 0: sulla particella 
carica q non agisce nessuna forza. 
Osservazione: la carica q va presa con il suo segno, positivo o 
negativo, quindi essa verrà deviata in direzioni opposte a 
seconda che sia positiva o negativa.
Il moto di una carica elettrica in 
un campo magnetico uniforme (I) 
Come si è detto la forza di Lorentz ha sempre direzione 
perpendicolare alla velocità con cui si muove la carica (e, quindi 
allo spostamento istantaneo)   
e al campo magnetico. 
Sappiamo che: 
L = F ´s = Fs cosa 
la forza di Lorentz non fa lavoro sulla carica e non può 
modificare l’intensità del vettore velocità poiché cosα=0 sempre. 
Dato che la carica, però è sottoposta ad una forza (quella di 
Lorentz, appunto) per la II legge della dinamica essa è soggetta 
ad un’accelerazione centripeta. Se m è la massa della particella 
carica e r il raggio della traiettoria descritta, abbiamo: qvB=mv2/r 
 r=(mv)/(qB)  il raggio della traiettoria non varia  la carica 
si muove di moto circolare uniforme
Il moto di una carica elettrica in 
un campo magnetico uniforme 
(II) 
Se il vettore v è obliquo rispetto al vettore B si 
può scomporre il primo vettore in altre due 
componenti: uno perpendicolare al vettore B, 
uno parallelo al vettore B e la cui somma ci 
darà V . 
La componente perpendicolare si muoverà di 
moto circolare uniforme, mentre la componente 
parallela si muoverà di moto rettilineo. 
Se combiniamo questi due moti risulterà un 
moto a spirale o elicoidale.
Il moto di una carica elettrica 
in un campo magnetico 
uniforme (III)
E se il campo magnetico non 
è uniforme? 
Se il campo magnetico non è 
uniforme,il raggio dell’orbita circolare, 
si restringe ed il passo dell’elica si 
accorcia a causa di una componente 
della forza di Lorentz contraria alla 
direzione iniziale del moto. Tale 
componente, dopo aver ridotto a zero 
la componente della velocità parallela 
al campo, laddove l’intensità dello 
stesso è massima,ne produce 
l’inversione e la particella torna 
indietro, mantenendo lo stesso verso 
di rotazione.
Un’applicazione 
all’astronomia (I) 
Il moto elicoidale è quello tipico delle 
particelle del vento solare che vengono 
attratte del campo magnetico terrestre e 
concentrare temporaneamente in una grande 
zona a forma di ciambella ricca di radiazioni 
che avvolge la Terra ad alta quota, formando 
il complesso detto delle “fasce di Van Allen”. 
Questo causa, alle alte latitudini dove le linee 
di forza sono più dense, le aurore boreali o 
australi.
Un’applicazione 
all’astronomia (II) 
Le aurore boreali o australi sono un fenomeno ottico 
dell'atmosfera caratterizzato principalmente da bande luminose 
di colore rosso-verde-azzurro. 
Il fenomeno è causato dall'interazione di particelle cariche 
(protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la 
ionosfera. Tali particelle eccitano gli atomi dell'atmosfera che 
successivamente perdono energia ed emettono luce di varie 
lunghezze d'onda.
Lo spettrometro di massa 
Lo spettrometro di massa è uno strumento 
utilizzato per determinare la composizione 
chimica di un campione sfruttando campi 
elettrici e magnetici. 
Un fascio di atomi o molecole della sostanza da 
studiare viene immesso nello spettrometro. Il 
fascio è formato da molti ioni a differenti 
velocità, ed è perciò necessario selezionare 
solo gli quelli dotati di particolari velocità. 
Per prima cosa il fascio è fatto passare 
attraverso le armature di un condensatore: a 
causa del campo elettrico genera sulle 
particelle provenienti da sinistra una forza 
Fe=qE diretta verso il basso, mentre il campo 
magnetico (entrante) una forza Fm=qvB1 diretta 
verso l'alto (per la regola della mano destra). 
Molte particelle sono deflesse ma, se queste due forze si eguagliano, esiste un 
valore di vs per il quale le particelle non sono deflesse. Questo fascio viene poi fatto 
passare in un campo magnetico B2, perpendicolare al piano ma uscente. Il fascio di 
particelle subisce la forza di Lorentz (F= qvB2), che, essendo sempre perpendicolare 
alla velocità, fa deflettere le particelle secondo una traiettoria circolare: la massa 
varia in relazione al raggio della circonferenza compiuta.
Le proprietà magnetiche dei 
materiali 
• Le proprietà di alcuni materiali (ferro, nichel, ad esempio) 
che sono attratti in maniera piuttosto intensa da un 
magnete erano note fino dall’antichità ma fino alla prima 
metà dell’Ottocento non si aveva idea del perché di questo 
comportamento. 
• Ampère aveva ipotizzato la presenza di correnti elettriche 
microscopiche ma non sapeva spiegarne la sorgente. 
• Oggi sappiamo che esse dipendono dalla struttura atomica 
e sono dovute al moto degli elettroni attorno al loro “spin”: 
ogni atomo si può considerare come una microscopica 
spira percorsa da corrente che, quindi, genera in 
piccolissimo campo magnetico.
Il momento magnetico 
Si definisce momento magnetico 
  
m m = iS 
con S superficie di una spira orientata secondo il 
versore normale ad essa ed i corrente che circola 
nella spira stessa. 
Ad ogni atomo è associato un momento magnetico 
elementare.
La struttura atomica e le 
proprietà magnetiche 
 
B ¹ 0 
 
B ¹ 0 
In condizioni normali 
gli atomi di ferro sono 
orientati a caso, 
quindi il campo 
elettrico totale è nullo. 
In presenza di un 
campo magnetico 
esterno, le “spire” 
atomiche percorse da 
corrente si orientano 
e generano un 
campo magnetico 
diverso da zero. 
La sovrapposizione 
delle correnti 
elementari dei singoli 
atomi, è equivalente 
ad una corrente che 
circola sulla 
superficie del cilindro.
Solenoidi e magneti 
Questo spiega il motivo per cui il campo magnetico 
generato da un magnete rettilineo è analogo a quello 
generato da un solenoide, secondo l’intuizione  
di 
Ampère: il campo magnetico esterno B 
0 orienta 
nella propria direzione i momenti magnetici 
elementari presenti nella materia. 
L’effetto di questo allineamento è equivalente al 
fluire della corrente sulla superficie del blocco di 
materia che  
genera, a sua volta, un campo 
magnetico ed il campo magnetico totale è: 
m B 
   
tot m 0 B = B + B
La permeabilità magnetica 
relativa 
Per descrivere la risposta di un materiale 
all’azione di un campo magnetico si introduce 
μ(permeabilità magnetica r   
relativa) definita 
dalla relazione: 
B = m B 
r 0 μè un numero puro ed è una costante tipica 
r del materiale.
Comportamenti diversi di 
materiali diversi 
Materiali rispondono in modo diverso alla presenza di un 
campo magnetico esterno. 
Ogni materiale tende ad opporsi al campo magnetico esterno, 
che viene visto essere la causa di una perturbazione che 
modifica l'equilibrio che si è instaurato in precedenza tra i suoi 
componenti atomici. 
In generale abbiamo tre situazioni: 
• gli atomi reagiscono in modo da indebolire il campo 
magnetico esterno (anche se di poco) 
• gli atomi sono costretti ad allineare i campi magnetici atomici 
e pertanto rinforzano il campo magnetico esterno (anche se 
di poco) 
• la materia risponde in modo di intensificare di migliaia di 
volte il campo magnetico esterno
Materiali diamagnetici, 
paramagnetici e ferromagnetici 
I comportamenti diversi sono dovuti al valore 
di μr per le diverse sostanze che si possono 
raggruppare in 3 classi: 
• diamagnetiche (μr di poco <1) 
• paramagnetiche (μr di poco >1) 
• ferromagnetiche (μr >>1)
Le linee di forza del campo 
magnetico nei materiali
Le sostanze diamagnetiche (I) 
• μè di poco inferiore a 1 
r • sono debolmente respinte dal campo magnetico 
• le correnti microscopiche associate al moto degli elettroni 
nell'atomo danno luogo a momenti magnetici che si 
compensano con il risultato che nella maggior parte dei casi 
l'atomo presenta momento magnetico  
nullo 
• un campo magnetico esterno B 
0 che agisce sugli elettroni in 
movimento disturba questo equilibrio e genera un momento 
 
magnetico    
debole ma con verso opposto  
a quello di 
B 
0 • B = B + B 
è di poco minore di B 
tot m 0 0 : le linee di campo 
magnetico tendono ad essere meno dense, anche se di 
poco, all’interno del materiale
Le sostanze diamagnetiche (II) 
 
 
Bm 
B0 ¹ 0
Le sostanze paramagnetiche 
• μè di poco superiore a 1 
r • sono debolmente attratte dal campo 
magnetico 
• gli atomi hanno un momenti magnetici 
piuttosto  
deboli 
 
• B 
m è orientato come B 
0 ma non è molto 
intenso 
• gli effetti sono molto meno evidenti che nel 
caso dei materiali ferromagnetici
Le sostanze paramagnetiche 
(II) 
   
• Nella relazione B = B + B 
continua a valere B>Btot m 0 tot0 
di poco 
 
• All’interno del materiale B 
tot è più intenso e, quindi, 
in tale zona le linee del campo magnetico si 
addensano, ma in modo trascurabile 
 
 
Bm 
B0 ¹ 0
Le sostanze ferromagnetiche (I) 
• μr è molto grande (anche dell’ordine di 105) 
• sono fortemente attratte dal campo magnetico esterno 
• gli atomi hanno momenti magnetici elementari piuttosto intensi, è orientato 
come ed è molto più intenso di 
 
0 B 
 
0 B 
   
tot m 0 B = B + B 
 
m B 
Abbiamo allora: con Btot>B0 perché somma di 
vettori orientati nello stesso  
verso. 
All’interno del materiale B 
tot è più intenso e, quindi, in tale zona le 
linee del campo magnetico si addensano. 
In questi materiali si possono osservare domini ferromagnetici.
Le sostanze ferromagnetiche (II) 
 
B0 ¹ 0 
 
Bm
I domini ferromagnetici 
• Sono anche detti domini di Weiss 
• Sono piccoli elementi con volume dell’ordine di 
10−2mm3 in cui i momenti magnetici degli atomi sono 
allineati e quindi, sommandosi, danno un momento 
magnetico molto elevato rispetto a quello di un 
singolo atomo.
Quando si manifesta la 
magnetizzazione? 
Questa magnetizzazione non si manifesta a 
livello macroscopico, ma, quando il materiale 
è sottoposto all’azione di un campo magnetico 
esterno, i domini aventi momento magnetico 
orientato come il campo si allargano a spese 
degli altri, che finiscono per  
scomparire del 
tutto se il campo esterno B 
0 è sufficientemente 
intenso.
Come magnetizzare un 
oggetto? 
Per studiare il comportamento magnetico di una sostanza 
ferromagnetica si può utilizzare un solenoide contenente 
al suo interno un nucleo di materiale ferromagnetico, 
preliminarmente riscaldato al di sopra di una data 
temperatura (detta temperatura di Curie, tipica di ciascun 
materiale ferromagnetico) in modo da eliminare ogni 
eventuale magnetizzazione residua. 
In questo modo, ricordando che all’interno del solenoide 
B N i 
, possiamo variare la corrente che fluisce nel 
0 
l 
= m 
solenoide stesso, modificando, quindi anche l’intensità del 
campo magnetico complessivo.
Il ciclo di isteresi magentica 
Il grafico seguente descrive i valori assunti 
dall’intensità del campo magnetico totale al variare 
dell’intensità di B0.
Descrizione del ciclo di isteresi 
(I) 
 
0 B 
Nel tratto  
Oa, al crescere di aumenta 
anche B 
, ma la curva che descrive la 
relazione che li lega non è una retta. Per le 
sostanze ferromagnetiche μnon è una 
r  
costante, ma varia al variare di B 
0 . Giunti 
nella zona del punto a del grafico, il valore di 
B non cresce rapidamente come prima, ma 
tende a rimanere costante (valore di 
saturazione): ciò accade perché, ormai, 
quasi tutti i momenti magnetici all’interno del 
materiale sono orientati.
Descrizione del ciclo di isteresi 
(II) 
A questo punto si riduce la corrente i 
nel solenoide in modo da fare 
diminuire l’intensità di B0. Tuttavia non 
si ripercorre a ritroso la curva 
precedente (detta curva di prima 
magnetizzazione), ma la curva che va 
da a a b. Quando B0 si annulla, nel 
cilindro ferromagnetico rimane un 
campo magnetico residuo di intensità 
Br (punto b del grafico).
Descrizione del ciclo di isteresi 
(III) 
Per eliminare questa 
magnetizzazione residua è 
necessario invertire il segno di B0 
(cioè invertire il verso in cui 
scorre i nel solenoide): in questo 
modo si arriva al punto c, in cui B 
è uguale a 0, ma B0 ha un valore 
negativo.
Descrizione del ciclo di isteresi 
(IV) 
Facendo in modo che B0 
diminuisca ancora, fino 
al valore B0m , si ottiene la 
curva in figura che 
prende il nome di curva 
di isteresi magnetica che 
non passa più 
dall’origine (ossia dal 
punto iniziale in cui sia B 
che B0 erano uguali a 0)

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Il magnetismo

  • 1. Il magnetismo A cura di Enrica Maragliano Liceo Classico C.Colombo Genova
  • 2. Un po’ di storia…(I) • Ai primordi della cultura scientifica i magneti vennero considerati “pietre viventi”: la virtù di attrarre o respingere di un magnete diede luogo a molte superstizioni utilizzate per interpretare proprietà di contaminazione di effluvi funesti e nell’attribuzione di attrazioni fatali nella preveggenza del destino dell’uomo. • Talete di Mileto (VI sec. a.C.) riportò le proprietà della magnetite un magnete naturale composto di ossidi di ferro capace di attirare piccoli pezzi di ferro: essa deriva il suo nome dalla città di Magnesia, nell'Asia Minore. • Archimede (287-212 a.C.) cercò di utilizzare le proprietà di induzione magnetica, magnetizzando le spade dei soldati di Siracusa per disarmare più facilmente i nemici.
  • 3. Un po’ di storia… (II) • Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia narrò del pastore cretese Magnes che con un bastone con la punta di ferro scoprì la proprietà di attrazione e repulsione di alcune pietre. • Durante il Medio Evo l’inquisizione condannò ogni riferimento a forze misteriose e magiche di tipo magnetico nella spiegazione delle leggi che agiscono sulla struttura dell’universo. • Nel 1269 il frate italiano Petrus Peregrinus scrisse una epistola sulle proprietà dei dipoli magnetici cercando la possibilità di attuare il “moto perpetuo” facendo uso di forze magnetiche e realizzò un modello sferico di magnetite denominato “Terrella”.
  • 4. Un po’ di storia… (III) • Nel 1327 Cecco d’Ascoli, docente all’ Università di Bologna, fu bruciato vivo come eretico a Firenze, perché ricercava un determinismo della interpretazione degli eventi, facendo riferimento a forze invisibili di tipo magnetico: ad esempio attribuì alla forza magnetica della Luna l’oscillazione delle maree, sbagliando perché la Luna non possiede un forte campo magnetico, ma indicando giustamente nella Luna la sua capacità di attrazione delle masse di acqua del mare, che dà origine al fenomeno delle maree. • Galileo Galilei (1564-1642) ottenne le magnetiti dalle miniere ferrose dell’Elba e studiò le “calamite”, dal nome della località vicino a Capoliveri.
  • 5. Un po’ di storia… (IV) • Nel 1600 il medico inglese William Gilbert (1544- 1603) nel “De Magnete” per primo intuì la correlazione tra forze magnetiche e forze elettriche, esprimendo l’insieme come elettromagnetismo e costruì una sfera di magnetite ad immagine del Globo Terrestre delineando le linee di forza del campo magnetico terrestre. • Tale sfera era utilizzata da vari anni da naviganti arabi ed anche europei per riconoscere la direzione del Polo Nord anche quando il cielo era coperto dalle nubi
  • 6. Un po’ di storia… (V) • Nel 1820 il chimico-fisico danese Hans Christian Oersted, dimostrò come una corrente elettrica passante in un filo fosse in grado di deviare un ago magnetico. Egli lavorò a questo progetto per ben 9 anni, guidato dal pregiudizio del 'conflitto di forze' della Naturphilosophie tra i cui massimi rappresentanti vi erano Schelling e Goethe.
  • 7. Un po’ di storia… (VI) •Il chimico-fisico-matematico francese autodidatta Andrè Marie Ampère (1775-1836) dopo appena una settimana dall’aver ascoltato una conferenza di Oersted a Copenhagen, sperimentò che correnti parallele si attraggono l’un l’altra, come se fossero magnetizzate. •L’anno successivo (1821) il chimico-fisico inglese Michel Faraday, verificò che un filo percorso da corrente in un campo magnetico subisce una forza. Nel 1831 scoprì il fenomeno dell’induzione elettromagnetica.
  • 8. Cosa è un magnete? Ogni magnete è caratterizzato dalla presenza di due poli: un polo Nord e un polo Sud che hanno la peculiarità, rispetto alle cariche elettriche, di non poter essere separati. Se prendiamo un magnete con un polo Nord e un polo Sud e lo dividiamo a metà otteniamo due magneti distinti, ognuno caratterizzato dalla presenza di un polo Nord e di un polo Sud  NON esiste la possibilità di avere un monopolo magnetico
  • 9. Le caratteristiche dei magneti • Due poli dello stesso tipo si respingono • Due poli di tipo diverso si attraggono
  • 10. Le sostanze ferromagnetiche Un materiale che può essere magnetizzato si dice ferromagnetico. Sono materiali ferromagnetici: – la magnetite – il ferro – il cobalto – il nichel – leghe contenenti questi metalli
  • 11. Il campo magnetico Ogni magnete genera nello spazio che lo circonda un campo magnetico. Un magnete modifica lo spazio circostante generando un campo magnetico che solitamente si indica con la lettera B e che può facilmente essere visualizzato disponendo nelle vicinanze del magnete della limatura di ferro. Il campo magnetico è un campo vettoriale: la sua direzione è quella in cui si dispone un ago magnetico (piccolo magnete libero di ruotare) posto nel campo, il verso è quello indicato dal polo Nord.
  • 12. Il campo magnetico terrestre La Terra si comporta come un dipolo magnetico, ossia come una calamita, e genera attorno al pianeta un campo magnetico. Un ago magnetico risente della presenza del campo magnetico terrestre e si orienta sempre con la stessa estremità verso il polo Nord: a tale estremità viene assegnato il nome di polo nord dell’ago perché è rivolto al polo Nord magnetico della Terra che si trova vicino al Polo Nord geografico.
  • 13. Declinazione e inclinazione magnetica La declinazione magnetica è il valore dell'angolo formato tra il Polo Nord geografico ed il Polo nord magnetico generato dal campo magnetico terrestre. L’inclinazione magnetica è il valore dell'angolo formato tra il campo magnetico terrestre e la linea dell’orizzonte. Dipende, quindi dalla latitudine alla quale ci troviamo.
  • 14. Le linee di forza del campo magnetico Le linee di forza che descrivono il campo magnetico hanno le seguenti caratteristiche: • sono tangenti in ogni punto alla direzione del campo magnetico • si addensano dove l’intensità del campo è maggiore • non si incrociano mai • sono sempre chiuse, cioè non hanno né inizio né fine • escono dal polo nord ed entrano nel polo sud
  • 15. Campo magnetico e campo elettrico: analogie Campo magnetico • descrive gli effetti di una forza • si può descrivere con linee di campo • esistono 2 tipi di poli magnetici • è possibile magnetizzare un corpo Campo elettrico • descrive gli effetti di una forza • si può descrivere con linee di campo • esistono 2 tipi di cariche elettriche • è possibile elettrizzare un corpo
  • 16. Campo magnetico e campo elettrico: differenze Campo magnetico • i poli magnetici non si trasferiscono • non esiste un polo magnetico isolato: dividendo un magnete in più parti in ciascuna rimangono sempre polo Nord e polo Sud Campo elettrico • la carica passa da un corpo ad un altro • esiste una carica isolata, positiva o negativa
  • 17. Un esempio di campo magnetico uniforme Un campo magnetico uniforme si può trovare entro un magnete a ferro di cavallo, come in figura:
  • 18. La forza magnetica L'ago di una bussola, posta in un campo magnetico, subisce una forza magnetica e, di conseguenza, si allinea lungo una certa direzione. L'intensità della forza che fa deviare l'ago della bussola esprime l'intensità del campo magnetico.
  • 19. L’esperimento di Oersted Oersted nel 1820 osservò che, mettendo un magnete in prossimità di un circuito elettrico percorso da corrente, l'ago ruota e si dispone su un piano perpendicolare al filo. L’azione della forza consiste in una rotazione dell'ago stesso risultando, come disse egli stesso, 'circolare'. Concluse che le forze magnetiche erano distribuite nello spazio che circonda il filo ed erano costituite da cerchi "poiché è nella natura dei cerchi che movimenti da parti opposte debbano avere opposte direzioni“ (data la simmetria degli spostamenti dell'ago)  un filo percorso da corrente genera un campo magnetico. Egli, tuttavia, non riuscì a trovare una legge generale che descrivesse il fenomeno osservato.
  • 20. Il campo magnetico generato da un filo percorso da corrente • Le linee di forza sono circonferenze concentriche al filo • Il verso del campo si ottiene convenzionalmente puntando il pollice della mano destra nel senso della corrente e ruotando le altre dita attorno al filo.
  • 21. L’esperimento di Ampère Una settimana dopo essere venuto a conoscenza dell'esperimento di Oersted, Ampère stabilì con un esperimento che: il valore della forza che agisce su un tratto di uno dei due fili lungo l è direttamente proporzionale alle correnti che circolano nei due fili ed inversamente proporzionale alla distanza d fra i fili: F i i l 0 1 2 2 d m p =
  • 22. Considerazioni sull’esperimento di Ampère La costante μ0 si dice permeabilità magnetica del vuoto vale 4π∙10−7 N/A2. I2 I1 F12 I1 -qe F21 F12 F21 v I1 F12 I2 F21 Fili rettilinei paralleli percorsi da correnti nello stesso verso si attraggono Fili rettilinei paralleli percorsi da correnti che hanno versi opposti si respingono Un filo rettilineo percorso da corrente è attratto da una carica in movimento con stessi direzione e verso
  • 23. La definizione delle grandezze Ampère e Coulomb nel SI Una corrente ha intensità di 1 A se, circolando in due fili rettilinei e paralleli molto lunghi e distanti fra loro 1 m, provoca una forza di 2∙ 10−7 N/A2 su ogni tratto di filo lungo 1 m. Un Coulomb è la carica che attraversa, in un secondo, una sezione di filo in cui è presente una corrente di intensità pari ad 1 A.
  • 24. Il campo magnetico generato da una spira percorsa da corrente Una spira è un circuito chiuso di filo conduttore. Quando è percorsa da corrente elettrica produce intorno a sé un campo magnetico come quello qui rappresentato. Il verso delle linee di forza è determinato dal verso della corrente: se fosse orario, anziché antiorario come in figura, il campo avrebbe verso opposto. Come si può osservare, le linee di forza sono rigorosamente chiuse, avvolte intorno alla spira. Il verso di B al centro della spira è individuato convenzionalmente dal pollice della mano destra se le altre dita seguono il verso della corrente nella spira.
  • 25. Il campo magnetico generato da un solenoide Un solenoide è una bobina di filo conduttore avvolto in modo da formare una sorta di molla. Dal punto di vista magnetico, lo si studia come se fosse costituito da una successione di spire adiacenti. Con buona approssimazione, risulta che il campo magnetico al suo interno è costante e, se il solenoide è sufficientemente lungo e il numero di spire sufficientemente alto, il campo interno può essere considerato uniforme e parallelo all’asse del solenoide, mentre il campo esterno risulta di intensità quasi trascurabile.
  • 26. Ovvero… Campo magnetico generato da una spira percorsa da corrente Campo magnetico generato da un solenoide percorso da corrente
  • 27. L’intensità del campo magnetico Abbiamo visto fino ad ora la direzione ed il verso dei campi magnetici generati da vari dispositivi percorsi da corrente (filo rettilineo, spira, solenoide) ma non sappiamo ancora quale sia la sua intensità. Prendiamo un filo rettilineo di lunghezza l ed attraversato da una corrente i e lo portiamo in una zona dove agisce un campo magnetico uniforme, sistemandolo perpendicolarmente alle linee di forza. Usando un dinamometro possiamo verificare come varia la forza se raddoppiamo o dimezziamo la corrente i o la lunghezza l: F è direttamente proporzionale a i e ad l. F Definiamo, quindi, B = il , dove B è l’intensità del campo magnetico.
  • 28. La forza magnetica su un filo percorso da corrente Dalla definizione di intensità di un campo magnetico, possiamo calcolare con la formula inversa la forza F che agisce su un tratto di filo rettilineo di lunghezza l percorso da corrente i. Se il filo è perpendicolare alle linee di campo, F=Bil, altrimenti si verifica che in generale vale che F=B┴il, dove B┴ è la componente di B perpendicolare al filo  F=B sen α il Questo è esattamente il modulo del prodotto vettoriale:    F = il ´ B
  • 29. E se il filo non è rettilineo? Se il filo non è rettilineo possiamo generalizzare la formula precedente in questo modo:    D F = iD l ´ B  D l in cui è il vettore tangente al filo, orientato nel verso della corrente. Da quello che sappiamo dalla teoria dei vettori, quindi, la forza è perpendicolare sia al campo magnetico che alla direzione della corrente.
  • 30. La legge di Biot-Savart Prendiamo due fili paralleli φ1 e φ2 distanti d e percorsi da correnti i1 e i2. B1 è perpendicolare φ2, quindi F12=B1i2l. Ma dalla legge di Ampère sappiamo che F i i 0 1 2 l 1 2 2 d m ® p = B i 0 2 r m p = B i l i i l B i m m p p = ® = 0 1 2 0 1 1 2 2 1 2 d d Quindi l’intensità di un campo magnetico generato da un filo rettilineo molto lungo percorso da una corrente di intensità i in un punto a distanza r dal filo è:
  • 31. Quale unità di misura per B? Dalla legge di Biot-Savart possiamo ricavare l'unità di misura del campo magnetico nel Sistema Internazionale: 1N/A2·1A/1m = 1N/(1A·1m) = 1T L'unità di misura del campo magnetico, che abbiamo indicato con la lettera T, prende il nome del fisico e inventore serbo Nikola Tesla.
  • 32. L’intensità di B generato da una spira Già  sappiamo che in ogni punto dell’asse della spira circolare il ha direzione B perpendicolare al piano che contiene la spira, mentre il verso è dato dalla “regola della mano destra” (se le quattro dita che si chiudono su se stesse indicano il verso della corrente, il pollice punta nella direzione del campo). Nel punto centrale della spira di raggio R, il campo ha un’intensità pari a B μ i 0 2 R =
  • 33. L’intensità di B generato da un solenoide Supponendo il solenoide infinito abbiamo che sia il numero N di spire da cui è costituito che la sua lunghezza l tendono ad infinito, ma il rapporto n=N/l (numero di spire per unità di lunghezza) è finito. Abbiamo allora che: B μ0 Ni l = Un solenoide reale approssima bene il comportamento di quello ideale se l è molto maggiore del raggio delle spire.
  • 34. Il flusso del campo magnetico  In analogia con quanto visto per E definiamo:    F ( B) = B´S = BS cosa Questa grandezza è misurata in weber (Wb), dal fisico tedesco Weber (1804-1891). Se la superficie S non è piana: F = å ´D = å D    ( ) 1 B B S B S a 1 1 cos n n i i i i i i = =
  • 35. Il teorema di Gauss per il magnetismo: enunciato  F ( B) = 0 Si verifica che per ogni superficie chiusa: infatti le linee di forza del campo magnetico sono chiuse, quindi il numero di linee di forza che entrano nello spazio racchiuso dalla superficie è uguale al numero di linee di forza che ne escono. Questo dipende dal fatto che non esistono monopoli magnetici, quindi all’interno di una superficie chiusa si ha sempre uno stesso numero di poli Nord e di poli Sud.
  • 36. Il teorema di Gauss per il magnetismo: dimostrazione  B Analizziamo il caso particolare di un campo generato da un filo rettilineo percorso da corrente i in cui la superficie chiusa sia un cilindro con asse di simmetria coincidente con il filo stesso. Osserviamo che, poiché le linee di campo di sono circonferenze concentriche al filo e parallele alle basi del cilindro, in ogni piccola zona delle basi del cilindro è tangente alla superficie e questo si verifica anche in ogni piccola zona della superficie laterali del cilindro stesso. Quindi:  B  i B F (  B ) = å n n n B D S a = å B D S ° = å B D S = cos cos90 0 0 i i i i i i i i i i = = = 1 1 1
  • 37. La circuitazione del campo magnetico In analogia con quanto visto per il campo elettrico, si definisce circuitazione del vettore campo magnetico B lungo un cammino chiuso orientato L: = å ´D = å D    C B B l B l a  D lj ( ) 1 1 cos n n j j j j j j j = =  dove B j è ciascuna delle parti in cui viene suddiviso L così piccola da poter essere considerata rettilinea e da poter considerare uniforme il campo  magnetico lungo essa e αj è l’angolo formato tra i vettori B j e .
  • 38. Il teorema di Ampère per il magnetismo: enunciato Una corrente si dice concatenata ad un cammino chiuso L se attraversa la superficie che ha come contorno L. Si verifica che vale la seguente relazione:  G ( B) = m L 0ic in cui ic è la corrente totale concatenata con il cammino chiuso L.
  • 39. Il teorema di Ampère per il magnetismo: dimostrazione  Analizziamo il caso particolare di un campo B generato da un filo rettilineo percorso da corrente i in cui la il cammino L circolare sia una circonferenza con centro coincidente con il filo stesso. Se L è una circonferenza, in ogni punto del percorso Δlj è parallelo e concorde a Bj e B ha modulo uniforme lungo tutto L. i = å D = å D ° = å D =  ( ) n n n C B B l cos a B l cos 0 B l j j j j j j j j j j = = = 1 1 1 i l i l i r i r r r m m m p m n n = å 0 D = 0 å D = 0 = 0 j j = p p = p 1 1 2 2 2 2 j j B2 B1 Δl2 r Δl1
  • 40. Il campo magnetico non è conservativo Con 2 fili paralleli percorsi da correnti di verso opposto avremo: ic= i1− i2. Nel caso particolare in cui i1= i2 si ha che la circuitazione del campo magnetico è nulla, cosa che non è sempre vera, a differenza per quanto accade con il campo elettrostatico. Dato che in generale la circuitazione del campo magnetico non è sempre nulla, allora il campo magnetico NON è conservativo.
  • 41. La circuitazione in un solenoide rettilineo D C Applichiamo la relazione del teorema di Ampère al percorso ABCD con il verso indicato in figura e vediamo i contributi alla circuitazione: A B • lungo AB è Bl perché B è parallelo a l • lungo CD è nullo perché il B è nullo • lungo AD e lungo BC è nullo perché B è perpendicolare a l  ( ) 0 0 C B = m Ni = m nli = Bl c i = Ni 0 B = m ni
  • 42. Un esempio di circuitazione nulla La circuitazione di B è: • nulla lungo AB e CD perché B è perpendicolare allo spostamento • uguale a lungo BC • uguale a lungo DA Quindi, sommando i 4 contributi, B 2R å   R ´D = m p = m 0 0 1 2 2 2 2 n j B l i R i R = p B B B B i A D C å ´D = - = -   m p m 0 0 1 2 2 n j B l i R i R = p  C( B) = 0
  • 43. La forza magnetica sulle cariche in movimento Il fisico olandese Hendrik Lorentz (1853-1928) scoprì che gli stessi effetti che si avevano su un filo percorso da corrente si potevano osservare anche su cariche in movimento: un fascio di elettroni viene deviato da un campo magnetico B allo stesso modo di un filo. Si chiama forza di Lorentz la forza che agisce su un oggetto elettricamente carico che si muove in un campo magnetico: essa è sempre diretta perpendicolarmente rispetto alla direzione del moto e si esprime in formule come:    Fq = qv ´ B F è quindi sempre perpendicolare al piano individuato dai vettori velocità e campo magnetico.
  • 44. Direzione e verso della forza di Lorentz
  • 45. Il modulo della forza di Lorentz Dalle proprietà del prodotto vettoriale sappiamo che l'intensità di Fq può essere scritta anche come: Fq= qvB sena dove α è l'angolo formato dalla direzione del campo magnetico e dalla velocità. Se il vettore v è parallelo al vettore del campo magnetico allora F=qvB senα è uguale a zero perché sen 0°= 0: sulla particella carica q non agisce nessuna forza. Osservazione: la carica q va presa con il suo segno, positivo o negativo, quindi essa verrà deviata in direzioni opposte a seconda che sia positiva o negativa.
  • 46. Il moto di una carica elettrica in un campo magnetico uniforme (I) Come si è detto la forza di Lorentz ha sempre direzione perpendicolare alla velocità con cui si muove la carica (e, quindi allo spostamento istantaneo)   e al campo magnetico. Sappiamo che: L = F ´s = Fs cosa la forza di Lorentz non fa lavoro sulla carica e non può modificare l’intensità del vettore velocità poiché cosα=0 sempre. Dato che la carica, però è sottoposta ad una forza (quella di Lorentz, appunto) per la II legge della dinamica essa è soggetta ad un’accelerazione centripeta. Se m è la massa della particella carica e r il raggio della traiettoria descritta, abbiamo: qvB=mv2/r  r=(mv)/(qB)  il raggio della traiettoria non varia  la carica si muove di moto circolare uniforme
  • 47. Il moto di una carica elettrica in un campo magnetico uniforme (II) Se il vettore v è obliquo rispetto al vettore B si può scomporre il primo vettore in altre due componenti: uno perpendicolare al vettore B, uno parallelo al vettore B e la cui somma ci darà V . La componente perpendicolare si muoverà di moto circolare uniforme, mentre la componente parallela si muoverà di moto rettilineo. Se combiniamo questi due moti risulterà un moto a spirale o elicoidale.
  • 48. Il moto di una carica elettrica in un campo magnetico uniforme (III)
  • 49. E se il campo magnetico non è uniforme? Se il campo magnetico non è uniforme,il raggio dell’orbita circolare, si restringe ed il passo dell’elica si accorcia a causa di una componente della forza di Lorentz contraria alla direzione iniziale del moto. Tale componente, dopo aver ridotto a zero la componente della velocità parallela al campo, laddove l’intensità dello stesso è massima,ne produce l’inversione e la particella torna indietro, mantenendo lo stesso verso di rotazione.
  • 50. Un’applicazione all’astronomia (I) Il moto elicoidale è quello tipico delle particelle del vento solare che vengono attratte del campo magnetico terrestre e concentrare temporaneamente in una grande zona a forma di ciambella ricca di radiazioni che avvolge la Terra ad alta quota, formando il complesso detto delle “fasce di Van Allen”. Questo causa, alle alte latitudini dove le linee di forza sono più dense, le aurore boreali o australi.
  • 51. Un’applicazione all’astronomia (II) Le aurore boreali o australi sono un fenomeno ottico dell'atmosfera caratterizzato principalmente da bande luminose di colore rosso-verde-azzurro. Il fenomeno è causato dall'interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la ionosfera. Tali particelle eccitano gli atomi dell'atmosfera che successivamente perdono energia ed emettono luce di varie lunghezze d'onda.
  • 52. Lo spettrometro di massa Lo spettrometro di massa è uno strumento utilizzato per determinare la composizione chimica di un campione sfruttando campi elettrici e magnetici. Un fascio di atomi o molecole della sostanza da studiare viene immesso nello spettrometro. Il fascio è formato da molti ioni a differenti velocità, ed è perciò necessario selezionare solo gli quelli dotati di particolari velocità. Per prima cosa il fascio è fatto passare attraverso le armature di un condensatore: a causa del campo elettrico genera sulle particelle provenienti da sinistra una forza Fe=qE diretta verso il basso, mentre il campo magnetico (entrante) una forza Fm=qvB1 diretta verso l'alto (per la regola della mano destra). Molte particelle sono deflesse ma, se queste due forze si eguagliano, esiste un valore di vs per il quale le particelle non sono deflesse. Questo fascio viene poi fatto passare in un campo magnetico B2, perpendicolare al piano ma uscente. Il fascio di particelle subisce la forza di Lorentz (F= qvB2), che, essendo sempre perpendicolare alla velocità, fa deflettere le particelle secondo una traiettoria circolare: la massa varia in relazione al raggio della circonferenza compiuta.
  • 53. Le proprietà magnetiche dei materiali • Le proprietà di alcuni materiali (ferro, nichel, ad esempio) che sono attratti in maniera piuttosto intensa da un magnete erano note fino dall’antichità ma fino alla prima metà dell’Ottocento non si aveva idea del perché di questo comportamento. • Ampère aveva ipotizzato la presenza di correnti elettriche microscopiche ma non sapeva spiegarne la sorgente. • Oggi sappiamo che esse dipendono dalla struttura atomica e sono dovute al moto degli elettroni attorno al loro “spin”: ogni atomo si può considerare come una microscopica spira percorsa da corrente che, quindi, genera in piccolissimo campo magnetico.
  • 54. Il momento magnetico Si definisce momento magnetico   m m = iS con S superficie di una spira orientata secondo il versore normale ad essa ed i corrente che circola nella spira stessa. Ad ogni atomo è associato un momento magnetico elementare.
  • 55. La struttura atomica e le proprietà magnetiche  B ¹ 0  B ¹ 0 In condizioni normali gli atomi di ferro sono orientati a caso, quindi il campo elettrico totale è nullo. In presenza di un campo magnetico esterno, le “spire” atomiche percorse da corrente si orientano e generano un campo magnetico diverso da zero. La sovrapposizione delle correnti elementari dei singoli atomi, è equivalente ad una corrente che circola sulla superficie del cilindro.
  • 56. Solenoidi e magneti Questo spiega il motivo per cui il campo magnetico generato da un magnete rettilineo è analogo a quello generato da un solenoide, secondo l’intuizione  di Ampère: il campo magnetico esterno B 0 orienta nella propria direzione i momenti magnetici elementari presenti nella materia. L’effetto di questo allineamento è equivalente al fluire della corrente sulla superficie del blocco di materia che  genera, a sua volta, un campo magnetico ed il campo magnetico totale è: m B    tot m 0 B = B + B
  • 57. La permeabilità magnetica relativa Per descrivere la risposta di un materiale all’azione di un campo magnetico si introduce μ(permeabilità magnetica r   relativa) definita dalla relazione: B = m B r 0 μè un numero puro ed è una costante tipica r del materiale.
  • 58. Comportamenti diversi di materiali diversi Materiali rispondono in modo diverso alla presenza di un campo magnetico esterno. Ogni materiale tende ad opporsi al campo magnetico esterno, che viene visto essere la causa di una perturbazione che modifica l'equilibrio che si è instaurato in precedenza tra i suoi componenti atomici. In generale abbiamo tre situazioni: • gli atomi reagiscono in modo da indebolire il campo magnetico esterno (anche se di poco) • gli atomi sono costretti ad allineare i campi magnetici atomici e pertanto rinforzano il campo magnetico esterno (anche se di poco) • la materia risponde in modo di intensificare di migliaia di volte il campo magnetico esterno
  • 59. Materiali diamagnetici, paramagnetici e ferromagnetici I comportamenti diversi sono dovuti al valore di μr per le diverse sostanze che si possono raggruppare in 3 classi: • diamagnetiche (μr di poco <1) • paramagnetiche (μr di poco >1) • ferromagnetiche (μr >>1)
  • 60. Le linee di forza del campo magnetico nei materiali
  • 61. Le sostanze diamagnetiche (I) • μè di poco inferiore a 1 r • sono debolmente respinte dal campo magnetico • le correnti microscopiche associate al moto degli elettroni nell'atomo danno luogo a momenti magnetici che si compensano con il risultato che nella maggior parte dei casi l'atomo presenta momento magnetico  nullo • un campo magnetico esterno B 0 che agisce sugli elettroni in movimento disturba questo equilibrio e genera un momento  magnetico    debole ma con verso opposto  a quello di B 0 • B = B + B è di poco minore di B tot m 0 0 : le linee di campo magnetico tendono ad essere meno dense, anche se di poco, all’interno del materiale
  • 62. Le sostanze diamagnetiche (II)   Bm B0 ¹ 0
  • 63. Le sostanze paramagnetiche • μè di poco superiore a 1 r • sono debolmente attratte dal campo magnetico • gli atomi hanno un momenti magnetici piuttosto  deboli  • B m è orientato come B 0 ma non è molto intenso • gli effetti sono molto meno evidenti che nel caso dei materiali ferromagnetici
  • 64. Le sostanze paramagnetiche (II)    • Nella relazione B = B + B continua a valere B>Btot m 0 tot0 di poco  • All’interno del materiale B tot è più intenso e, quindi, in tale zona le linee del campo magnetico si addensano, ma in modo trascurabile   Bm B0 ¹ 0
  • 65. Le sostanze ferromagnetiche (I) • μr è molto grande (anche dell’ordine di 105) • sono fortemente attratte dal campo magnetico esterno • gli atomi hanno momenti magnetici elementari piuttosto intensi, è orientato come ed è molto più intenso di  0 B  0 B    tot m 0 B = B + B  m B Abbiamo allora: con Btot>B0 perché somma di vettori orientati nello stesso  verso. All’interno del materiale B tot è più intenso e, quindi, in tale zona le linee del campo magnetico si addensano. In questi materiali si possono osservare domini ferromagnetici.
  • 66. Le sostanze ferromagnetiche (II)  B0 ¹ 0  Bm
  • 67. I domini ferromagnetici • Sono anche detti domini di Weiss • Sono piccoli elementi con volume dell’ordine di 10−2mm3 in cui i momenti magnetici degli atomi sono allineati e quindi, sommandosi, danno un momento magnetico molto elevato rispetto a quello di un singolo atomo.
  • 68. Quando si manifesta la magnetizzazione? Questa magnetizzazione non si manifesta a livello macroscopico, ma, quando il materiale è sottoposto all’azione di un campo magnetico esterno, i domini aventi momento magnetico orientato come il campo si allargano a spese degli altri, che finiscono per  scomparire del tutto se il campo esterno B 0 è sufficientemente intenso.
  • 69. Come magnetizzare un oggetto? Per studiare il comportamento magnetico di una sostanza ferromagnetica si può utilizzare un solenoide contenente al suo interno un nucleo di materiale ferromagnetico, preliminarmente riscaldato al di sopra di una data temperatura (detta temperatura di Curie, tipica di ciascun materiale ferromagnetico) in modo da eliminare ogni eventuale magnetizzazione residua. In questo modo, ricordando che all’interno del solenoide B N i , possiamo variare la corrente che fluisce nel 0 l = m solenoide stesso, modificando, quindi anche l’intensità del campo magnetico complessivo.
  • 70. Il ciclo di isteresi magentica Il grafico seguente descrive i valori assunti dall’intensità del campo magnetico totale al variare dell’intensità di B0.
  • 71. Descrizione del ciclo di isteresi (I)  0 B Nel tratto  Oa, al crescere di aumenta anche B , ma la curva che descrive la relazione che li lega non è una retta. Per le sostanze ferromagnetiche μnon è una r  costante, ma varia al variare di B 0 . Giunti nella zona del punto a del grafico, il valore di B non cresce rapidamente come prima, ma tende a rimanere costante (valore di saturazione): ciò accade perché, ormai, quasi tutti i momenti magnetici all’interno del materiale sono orientati.
  • 72. Descrizione del ciclo di isteresi (II) A questo punto si riduce la corrente i nel solenoide in modo da fare diminuire l’intensità di B0. Tuttavia non si ripercorre a ritroso la curva precedente (detta curva di prima magnetizzazione), ma la curva che va da a a b. Quando B0 si annulla, nel cilindro ferromagnetico rimane un campo magnetico residuo di intensità Br (punto b del grafico).
  • 73. Descrizione del ciclo di isteresi (III) Per eliminare questa magnetizzazione residua è necessario invertire il segno di B0 (cioè invertire il verso in cui scorre i nel solenoide): in questo modo si arriva al punto c, in cui B è uguale a 0, ma B0 ha un valore negativo.
  • 74. Descrizione del ciclo di isteresi (IV) Facendo in modo che B0 diminuisca ancora, fino al valore B0m , si ottiene la curva in figura che prende il nome di curva di isteresi magnetica che non passa più dall’origine (ossia dal punto iniziale in cui sia B che B0 erano uguali a 0)