2. + EUROPA
X-XI SECOLO
Il re (che in Germania e in Italia è imperatore) detiene il
potere politico (detto anche ‘potere temporale’,
contrapposto a quello religioso, ecclesiastico, detto anche
‘potere spirituale’).
In realtà, nel contado (cioè nelle campagne) i grandi
feudatari (duchi, conti, marchesi ecc.) hanno un potere
sempre crescente (grazie all’ereditarietà e all’immunità dei
feudi).
In città, la massima autorità politica e religiosa è il vescovo,
che siede sulla cathedra (seggio) della chiesa principale
(cattedrale).
3. + ITALIA
CENTRO-SETTENTRIONALE
XII SECOLO
Nelle città, a partire dal 1100, le persone più influenti sono:
il vescovo;
i feudatari e i cavalieri (nobili cadetti, cioè non primogeniti, che dunque non hanno
ereditato terre);
il “popolo grasso” (borghesi molto ricchi, appartenenti alle Arti maggiori).
Le persone meno influenti sono, invece:
il “popolo minuto”, cioè ‘piccolo’ (borghesi meno ricchi appartenenti alle Arti
minori).
Ci sono infine le persone che occupano l’ultimo gradino della “scala”
sociale e che vivono fuori dalla città vecchia e dal borgo nuovo:
i salariati (operai, manovali,“dipendenti” impiegati nelle botteghe, domestici ecc.);
i vagabondi, i lebbrosi, le prostitute ecc.
5. +
FASE 1
L’ASSOCIAZIONE
XII SECOLO
1. I cittadini più importanti decidono di
riunirsi in un’associazione politica
che difenda i propri interessi.
2. Per entrare nell’associazione essi
devono pronunciare un giuramento
collettivo (cioè comune) detto, in
latino, con-iuratio. (si pronuncia:
‘coniuràzio’).
3. L’associazione si riunisce in
parlamento (cioè in un luogo in cui si
discute, in un’assemblea), detto anche
arengo, per decidere in merito a:
coniazione moneta;
riscossione tasse;
amministrazione giustizia (multe ecc.);
…
1. L’associazione dispone anche di una
milizia cittadina, cioè di un piccolo
esercito di cavalieri.
6. +
FASE 2
IL COMUNE
CONSOLARE
XII SECOLO
1. Il parlamento decide di eleggere i
propri rappresentanti, in particolare:
1. un collegio costituito generalmente da due
consoli, che governa la città (il comune di
Verona nel 1136 ne elegge tre);
2. un consiglio ristretto di notai, che scrivono
le proposte di leggi da far votare al
parlamento.
n Per evitare eccessi di potere queste
persone restano in carica un anno.
9. +
FASE 3
IL COMUNE
PODESTARILE
XIII SECOLO
1. Le famiglie di notabili (più potenti),
cominciano a rivaleggiare e a
scontrarsi per conquistare le
maggiori cariche.
2. Anche il popolo minuto (gli artigiani
delle Arti minori, più povere), entra a
far parte dell’assemblea. Nasce il
partito del popolo, contrapposto al
partito dei magnati (i più ricchi).
3. Per far cessare gli scontri, viene
convocato un professionista della
politica proveniente da un’altra città:
il podestà.
4. Egli dura in carica da sei mesi a un
anno e viene retribuito soltanto alla
fine del mandato, se ha svolto bene il
suo lavoro.
10. + CARATTERISTICHE DEL COMUNE
Il Comune impone progressivamente il proprio potere sul
contado (le campagne), indebolendo il potere dei
feudatari.
La borghesia assume importanza crescente a scapito della
nobiltà “di spada”.
I Comuni diventano ben presto Stati indipendenti, con una
propria rappresentanza (che però non viene
immediatamente riconosciuta dall’Impero).
12. + LO SCONTRO CON
FEDERICO BARBAROSSA
Federico Barbarossa, della dinastia di Svevia (successiva sia a quella
degli Ottoni sia alla dinastia Salica), diventa imperatore di Germania e Italia
nel 1155.
Egli scende in Italia nel 1158 pretendendo che vengano rispettate le sue
regalìe (cioè i suoi diritti). Alcune città, con Milano in testa, si ribellano e
proprio Milano, nel 1162, viene rasa al suolo.
Nel 1167, a Pontida, 22 comuni si uniscono nella Lega Lombarda e si
giurano reciproca fedeltà. Con l’aiuto di papa Alessandro III, loro alleato,
sconfiggono Federico a Legnano. È il 1176.
In Italia divampano nel frattempo gli scontri fra guelfi, filopapali (“amici
del papa”) e ghibellini, filoimperiali (“amici dell’imperatore”).
Dopo anni di trattative, nel 1183 i Comuni italiani e Federico firmano la
Pace di Costanza, in cui i Comuni ottengono molte concessioni.